Selezione stabilizzatrice per alcune mutazioni cromosomiche In Drosophila i maschi non hanno il crossing over, mentre le femmine, che lo hanno, si manifesta un fenomeno di meiotic drive per le inversioni paracentriche per cui i cromatidi dicentrici e acentrici dovuti al crossing over vengono sempre espulsi nei corpuscoli polari, insieme a uno a caso dei due cromosomi integri, mentre l’altro rimane nella cellula uovo; quindi non c’è riduzione di fecondità e non opera la selezione diversificatrice. Uovo Uovo In Drosophila pseudobscura l’eterozigosi per alcune inversioni paracentriche, per la loro dotazione di alleli, è avvantaggiata, in particolari condizioni ambientali, rispetto all’omozigosi, sia per l’inversione che per il cromosoma standard: quindi opera la selezione stabilizzatrice. Cariotipo Fitness 1-s1 Cromosoma invertito 1 1-s2 Cromosoma standard Il meiotic drive attenua gli effetti negativi della selezione diversificatrice subito dopo la comparsa di mutazioni cromosomiche sottodominanti Il meiotic drive a favore del cromosoma mutato, per cui i cromatidi del cromosoma standard vengono in prevalenza espulsi nei corpuscoli polari, insieme a un cromatidio del cromosoma mutato, mentre l’altro cromatidio del cromosoma mutato rimane nella cellula uovo, determina un abbassamento del valore di equilibrio instabile p^=0,5 che può raggiungere lo 0 e una conseguente riduzione in valore assoluto del Dp negativo e un aumento di quello positivo. p=0 p=1 Dp=0 p=0,5 Uovo Cromosoma mutato Cromosoma standard Il vantaggio per l’omozigote attenua gli effetti negativi della selezione diversificatrice subito dopo la comparsa di mutazioni cromosomiche sottodominanti Il vantaggio selettivo del cromosoma mutato in omozigosi rispetto al cromosoma standard in omozigosi, determina un abbassamento del valore di equilibrio instabile p^=0,5 e una conseguente riduzione in valore assoluto del Dp negativo e un aumento di quello positivo. p=0 p=1 Dp=0 p=0,5 s1>s2 Cariotipo Fitness 1 Cromosoma mutato 1-s1 1-s2 Cromosoma standard La deriva genetica Quando una popolazione è molto grande (oltre le migliaia di individui) può essere assimilata a una popolazione infinitamente grande: in assenza di altri fattori, le frequenze degli alleli rimangono costanti con il passare delle generazioni Più piccola è una popolazione, più è probabile che, per caso, le frequenze degli alleli cambino ad ogni generazione: questo fenomeno è chiamato deriva genetica Le probabilità delle frequenze alleliche alla generazione successiva hanno una distribuzione binomiale (coefficienti delle potenze di un binomio); la variazione della frequenza allelica tra 2 generazioni può essere sia un aumento che una diminuzione; le variazioni piccole, in valore assoluto, sono più probabili di quelle grandi La deriva genetica porta alla fissazione di un allele e all’eliminazione degli altri; più piccola è la popolazione, più rapido è il processo Un allele neutrale appena sorto per mutazione in una popolazione di N individui ha una frequenza iniziale 1/2N, una probabilità 1/2N di essere fissato e (2N-1)/2N di essere eliminato Esempi di cambiamenti casuali delle frequenze alleliche per deriva genetica a partire da p=0,5 fino alla fissazione o all’eliminazione dell’allele azzurro scuro probabilità di variazione delle frequenze alleliche da una generazione all’altra per deriva genetica La probabilità che un allele con frequenza pi nella generazione i in una popolazione di n/2 individui diploidi assuma alla generazione i+1 la frequenza pi+1 = k/n è la seguente: n k pik(1-p)n-k in cui n = n!/k!(n-k)! k In una popolazione di 3 individui bisessuati- uno A1A1, uno A1A2 e uno A2A2 – p=q=0,5=1/2 se si estraggono casualmente i gameti che portano gli alleli A1 e A2, si avranno nella generazione successiva, sempre di 3 individui, le seguenti frequenze alleliche p di A1con le seguenti probabilità: p=1/6 p=1/3 p=1/2 p=2/3 p=5/6 p=1 p=0 frequenza probabilità 1/64 6/64 15/64 20/64 15/64 6/64 1/64 Mentre il valore di Dp è, per ogni valore di pi, univocamente determinato per segno e per valore, se agiscono come fattori evolutivi la selezione, la mutazione o la migrazione, c’è una distribuzione stocastica di valori, sia in aumento che in diminuzione, se il fattore evolutivo è la deriva genetica. La deriva genetica può portare alla fissazione di alleli neutrali comparsi per mutazione. In una popolazione di 3 individui bisessuati (N=3), ciascuno con 2 “serbatoi” di gameti (n=2N=6), quando nella generazione i compare un allele mutato neutrale (giallo) è sempre in eterozigosi e la sua frequenza è p=1/2N=1/6, mentre l’altro allele (verde) ha frequenza q=(2N-1)/2N=5/6. La probabilità generica che nella generazione i+1 p=k/n è la seguente: La probabilità che nella generazione i+1 p=q=3/6=0,5 è la seguente: n k 6 3 (1/6)k(5/6)n-k (1/6)3(5/6)3 = 0,05 Integrando tutte le possibili sequenze di generazioni che, attraverso la prevalenza di incrementi del valore di p con il passare delle generazioni, porta alla fissazione del nuovo allele (p=1), la probabilità complessiva della sua fissazione è pari a1/6. La deriva genetica può portare alla fissazione di mutazioni cromosomiche sottodominanti comparse per mutazione. In una popolazione della stessa numerosità (N=3, n=2N=6), quando nella generazione i compare una mutazione cromosomica sottodominante (rosso) la sua frequenza è p=1/2N=1/6, mentre il cromosoma standard (blu) ha frequenza q=(2N-1)/2N=5/6. La mutazione compare sempre in eterozigosi; la riduzione di fecondità negli eterozigoti, produce una diminuzion nel numero dei gameti: nel modello presentato si perde la metà dei gameti (s=0,5). La probabilità generica che nella generazione i+1 p=k/n è la seguente: n k (1/10)k(9/10)n-k La probabilità che nella generazione i+1 p=q=3/6=0,5 – cioè il valore al di sopra del quale la mutazione cromosomica sottodominante diviene avvantaggiata - è la seguente: 6 3 (1/10)3(9/10)3 = 0,015 Anche se non è possibile una stima analitica della probabilità di fissazione di una mutazione cromosomica sottodominante dopo la sua comparsa per mutazione, tale probabilità, pur più piccola rispetto a quella relativa ad alleli neutrali, non è irrisoria per popolazioni molto piccole e/o bassi valori di s. Sintesi sugli effetti dei fattori evolutivi Mutazione Migrazione Deriva genetica Selezione diversificatrice Selezione stabilizzatrice Selezione direzionale svantaggiosa Selezione direzionale vantaggiosa 0 1 p Fattore evolutivo Selezione direzionale vantaggiosa Selezione direzionale svantaggiosa Selezione stabilizzatrice Selezione diversificatrice Deriva genetica Migrazione Mutazione Valore di equilibrio stabile per p verso cui la selezione stabilizzatrice fa convergere p Valore di equilibrio instabile per p da cui la selezione diversificatrice fa divergere p Effetto sulla variabilità Effetto sulla variabilità entro le popolazioni tra le popolazioni + + + + + - L’inincrocio preferenziale L’inincrocio preferenziale è una delle modalità di incrocio diverse dalla panmissia Se, in una popolazione con 2 alleli (A1 e A2) per il gene A, si incrociano tra loro gli individui con lo stesso genotipo (omozigoti A1A1 fra loro, omozigoti A2A2 fra loro, eterozigoti A1A2 fra loro, ad ogni generazione si riduce la frequenza degli eterozigoti. A1A1 A2A2 Generazione i Generazione i+1 A1A2 Generazione i+2 Le frequenze degli omzigoti (f(A1A1) ed f(A2A2) sono più alte di quelle attese in base alla 2° legge di Hardy Weinberg, quella degli eterozigoti (f(A1A2)) è più bassa; questo allontanamento dall’equilibrio procede sempre di più con il passare delle generazioni. f(A1A1)>p2; f(A2A2)>q2; f(A1A2)<2pq Nel caso illustrato (p=q=0,5; autofecondazione), alla generazione i+n f(A1A1)=f(A2A2)=(1-1 /2n)/2; f(A1A2)=1/2n Per calcolare p e q, anche in assenza di panmissia, ci si basa sulle frequenze genotipiche reali: p=f(A1A1)+0,5f(A1A2); q=f(A2A2)+0,5f(A1A2) L’inincrocio riduce gli effetti della selezione diversificatrice dopo la comparsa di mutazioni cromosomiche sottodominanti A1A1 A2A2 A1A2 Popolazione panmittica f(A1A1)=p2; f(A2A2)=q2; p=0 p=1 Dp=0 p=0,5 Popolazione con inincrocio f(A1A1)>p2; f(A2A2)>q2; L’inincrocio produce una riduzione della frequenza degli eterozigoti rispetto a una popolazione panmittica; quindi si riduce la frazione della popolazione che subisce una selezione negativa; ne deriva una riduzione in valore assoluto del Dp negativo e positivo. Mutazioni cromosomiche sottodominanti e migrazione Cromosomi omologhi m = tasso di migrazione (costante) mc = tasso critico di migrazione Popolazioni molto grandi di grandezza confrontabile Popolazione monomorfa per il cromosoma mutato Popolazione monomorfa per il cromosoma standard m< mc: le due popolazioni conservano stabilmente ciascuna il proprio cromosoma m> mc: le due popolazion, attraverso un equilibrio instabile… …divengono entrambe monomorfe per il cromosoma standard…… …o per il cromosoma mutato…… Popolazioni molto grandi di grandezza molto diversa m< mc: la popolazione piccola conserva stabilmente il cromosoma mutato m> mc: la popolazione piccola diviene monomorfa per il cromosoma standard mc = s/4 per popolazioni di pari grandezza mc = s/(8+s) per popolazioni di grandezza diversa Le mutazioni cromosomiche sottodominanti hanno una distribuzione politipica in metapopolazioni Deme monomorfo per il cromosoma mutato Deme monomorfo per il cromosoma standard Deme transitoriamente polimorfo Migrazione tra i demi con m< mc Migrazione tra i demi con m> mc Immigrazione con m> mc Come risultato delle fluttuazioni del tasso di migrazione, il numero dei demi monomorfi per il cromosoma mutato può casualmente aumentare (espansione del cromosoma mutato) o diminuire