Dott. Lorenzo Ghiadoni [email protected] 050-9923615 Dipartimento di Medicina Interna, Università di Pisa Centro di Riferimento Regionale per la Cura e Diagnosi dell'Ipertensione Arteriosa I FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE Incidenza annuale di malattie cardiovascolari nel mondo Incidenza basata su dati del 1995 (AHA) Mortality due to leading global risk factors Ezzati M et al, Lancet 2002 Razionale della prevenzione delle malattie CV (1) • Il principale fattore eziologico, l’aterosclerosi, si sviluppa in modo silente e insidioso nell’arco di diversi anni ed è solitamente di grado avanzato al momento della comparsa dei sintomi. • Il marcato sviluppo delle malattie CV nei paesi sviluppati è fortemente connesso con lo stile di vita e con fattori di rischio modificabili. Razionale della prevenzione delle MCV (2) • La correzione dei fattori di rischio riduce la mortalità e la morbilità n prevenzione secondaria (pazienti con malattia CV) e primaria (soggetti con fattori di rischio CV). • Con l’aumento dell’età media, le malattie CV, incidono sempre più sui costi di ospedalizzazione e sulla spesa farmaceutica. • La prevenzione è dunque essenziale, oltre che per il benessere della popolazione, per la razionalizzazione ed il contenimento della spesa sanitaria. Fattore di rischio - Evidenza sulla base degli studi epidemiologici longitudinali che un determinato “fattore” è correlato con l’incidenza di eventi clinici - Dimostrazione sulla base degli studi clinici controllati che l'intervento terapeutico sul fattore riduce l’incidenza degli eventi clinici Fattori di rischio per coronaropatia aterosclerotica FATTORI CONDIZIONALI Ipertrigliceridemia LDL piccole FATTORI MAGGIORI INDIPENDENTI Fumo* Ipertensione aretriosa* Ipercolesterolemia* Bassi livelli di coleseterolo HDL* Diabete mellito* Età Iperomocisteinemia Lpa) Fattori protrombotici (es. fibrinogeno) Markers infiammatori (es. Proteina C-reattiva) Associati con aumentato rischio CV sebbene il loro contributo indipendente deve essere ancora dimostrato. FATTORI PREDISPONENTI Obesità Forte associazione indipendente con la malattia coronarica e dimostrato beneficio dalle loro trattamento sugli eventi (*) Aumento della circonferenza vita Sedentarietà Familiarità di eventi in età precoce Caratteristiche etniche Fattori psicosociali Peggiorano i fattori di rischio independenti Grundy SM, Circulation 1998 Relazione tra fattore di rischio e rischio cardiovascolare RICHIO CV SI NO Fattore di rischio : Età Pressione arteriosa Colesterolo Totale e LDL Fattore di rischio : Colesterolo HDL Fattore di rischio : Fumo Diabete mellito Relazione tra livelli di colesterolo e malattia coronarica negli studi epidemiologici (MRFIT) (n=361,662) 150 50 125 100 75 50 25 40 (Deaths/1000) 10-year CHD death rate CHD indications per 1000 Framingham Study (n=5209) 30 20 10 0 204 205-234 235-264 265-294 295 Serum cholesterol (mg/100 mL) 0 150 200 250 300 Serum cholesterol (mg/dL) Each 1% increase in total cholesterol level is associated with a 2% increase in CHD risk 1% reduction in total cholesterol resulted in a 2% decrease in CHD risk Castelli WP. Am J Med. 1984;76:4-12 La Rosa JC, et al. Circulation. 1990;81:1721-1733 Rischio di malattia cardiovascolare: relazione tra PA sistolica e altri fattori di rischio in uomini di 40 anni (Studio Framingham: 18 anni di follow-up) 708 700 6 year probability per 1000 600 500 459 400 326 300 210 200 100 Systolic BP Cholesterol Glucose Cigarette ECG-LVH 45 105----------195 195 0 0 0 105----------195 335 0 0 0 105----------195 335 0 0 105----------195 335 0 105----------195 335 - Castelli WP. Am J Med 1988 Incidenza cumulativa di eventi cardiovascolari in rapporto ai valori di PA di soggetti normotesi Donne Uomini 15 Normale Incidenza Cumulativa Eventi (%) Incidenza Cumulativa Eventi (%) Normale - alta Ottimale 10 10 5 10 0 0 2 4 6 8 Tempo (aa) 10 12 14 16 Normale - alta 14 Normale Ottimale 12 10 8 6 4 2 0 0 2 4 6 8 10 Tempo (aa) Vasan et al, N Engl J Med 2001 12 14 Profilo di rischio cardiovascolare - L’esistenza di vari fattori di rischio CV con differente impatto e relazione con il rischio di eventi clinici - Il concetto di multifattorialità del rischio basato su: Rilevanza dei singoli fattori di rischio Coesistenza ed interazione dei vari fattori di rischio Presenza di danno d’organo e di precedenti eventi CV - Possibilità di quantizzare il rischio nelle popolazioni e nell’individuo Definizione di rischio Rischio assoluto È la probabilità che un individuo manifesti un evento in un determinato periodo di tempo. Si esprime come valore percentuale (per es. rischio del 10% a 10 anni) Rischio relativo È il rapporto fra il rischio assoluto di un soggetto e il rischio assoluto medio di una popolazione di riferimento (in genere una popolazione di pazienti senza fattori di rischio e di età pari al soggetto in valutazione) Riduzione del rischio assoluto (ARR) e del rischio relativo (RRR) 5% ARR 14,5% 9,5% Incidenza di eventi Gruppo placebo Incidenza di eventi Gruppo trattato Riduzione del rischio relativo (RRR) = 35% Sovrappeso e obesità •Stili di vita caratterizzati da cattive abitudini alimentari e scarsa attività fisica sono la causa più importante dell’aumento della prevalenza di sovrappeso e obesità • La percezione dell’obesità come problema di salute pubblica è comunque un’acquisizione recente • L’OMS considera l’obesità una epidemia globale Obesità Descrive l’eccesso di massa del tessuto adiposo Spesso considerata equivalente all’aumento di peso, ma non è necessariamente (es. individui muscolosi possono essre sovrappeso senza mostrare un aumento dell’adiposità) Sebbene non sia una diretta misura dell’adiposità il body mass index (BMI = peso/altezza2, in kg/m2), con valori normali per uomini e donne tra 19 e 26 kg/m2; Per valori simili di BMI, le donne hanno più tessuto adiposo degli uomini. I dati di morbilità indicano che il valore di BMI of 30 che si associa ad un aumentato rischio CV BMI Obesità: prevalenza National Health and Nutrition Examination Surveys (NHANES) Popolazione adulta americana Obesità (BMI >30) 1976-1980: 14.5% 1999-2000: 30.5% Obesità grave (BMI>40): 4.7% Sovrappeso (BMI> 25): 64% nei ventenni più frequente nelle donne e nei poveri Andamento dell’obesità nell’adulto: USA 1985(≥ 30 IMC) No Data <10% 10%–14% Dati CDC di Atlanta, 2003 Andamento dell’obesità nell’adulto: USA 1990(≥ 30 IMC) No Data <10% 10%–14% Andamento dell’obesità nell’adulto: USA 1997(≥ 30 IMC) No Data <10% 10%–14% 15%–19% ≥20 Andamento dell’obesità nell’adulto: USA 2000(≥ 30 IMC) No Data <10% 10%–14% 15%–19% ≥20 Andamento dell’obesità nell’adulto: USA 2003(≥ 30 IMC) No Data <10% 10%–14% 15%–19% 20%–24% ≥25% Obesity Trends* Among U.S. Adults 1990, 1998, 2006 (*BMI 30, or about 30 lbs. overweight for 5’4” person) 1998 1990 2006 No Data <10% 10%–14% 15%–19% 20%–24% 25%–29% ≥30% Sovrappeso e obesità Situazione in Europa 8-11 anni % sovrappeso Dati non disponibili 0-9,9 % 10-19,9% 20-29,9% ≥ 30% International Obesity Task Force, 2003 Sovrappeso e obesità Prevalenza elevata, più marcata nei maschi, notevole differenza tra nord e sud del paese Età 6-13 anni Sovrappeso e obesità Le dimensioni del problema: il 20% dei bambini europei è in sovrappeso o obeso in Europa l’obesità infantile è aumentata di 10 volte dagli anni ’70 Sovrappeso e obesità In Italia probabilmente sono in sovrappeso/obesi 15-20 milioni di persone In particolare si stima che nell’età evolutiva: 1 bambino su 3 è in sovrappeso 1 su 10 obeso con differenze per età, sesso, area del Paese Studies have shown that, between 1977 and 1996, portion sizes for key food groups grew markedly in the United States, not only at fast-food outlets but also in homes and at conventional restaurants. One study of portion sizes for typical items showed that: Salty snacks increased from 132 calories to 225 calories. Soft drinks increased from 144 calories to 193 calories. French fries increased from 188 calories to 256 calories. Hamburgers increased from 389 calories to 486 calories. (Nielsen SJ, Popkin BM. Patterns and trends in food portion sizes, 1977-1998. JAMA 2003;289:450-3) From the statistical sourcebook “A Nation at Risk: Obesity in the United States.” To order, call 1-800-AHA-USA1 or email [email protected] “Vigorous activity” is defined as activity causing sweating and hard breathing for at least 20 minutes on 3 or more of the 7 days. “Moderate activity” is defined as activities such as walking or bicycling lasting for at least 30 minutes on 5 or more of the 7 days. (Youth Risk Behavior Surveillance – United States, 2003. MMWR 2004;53[SS-2]) and (National Center for Health Statistics, Centers for Disease Control and Prevention. The Third National Health and Nutrition Examination Survey, 1988-94) From the statistical sourcebook “A Nation at Risk: Obesity in the United States.” To order, call 1-800-AHA-USA1 or email [email protected] Obesità: cause Sbilancio tra entrate caloriche e spesa energetica La leptina, un ormone prodotto dagli adipociti, è il principale mediatore del bilanciamento tra appetito, spesa energetica e funzioni neuroendocrine Appetito è regolato da molti fattori (afferenze nervose, ormoni e metaboliti) Afferenze nervose: impulsi vagali provenienti dai visceri (es. distensione dello stomaco) Ormoni : leptina, insulina, cortisolo, di origine gastro-intestinali come grelina, peptide YY (PYY), e colecistochinina Metaboliti: glicemia (es. ipoglicemia induce fame) Obesità: cause Componenti della spesa energetica (1) Metabolismo basale; (2) Costo energetico per la metabolizzazione e storaggio degli alimenti (3) l’effetto termico dell’esercizio (4) La termogenesi adattativa, che varia a seconda dell’introito calorico cronico (aumentando con l’aumentato introito). Metabolismo basale: 70% della spesa energetica giornaliera Attività fisica: 5 - 10%. Quindi una componete significativa della spesa energetica è fissa ENERGIA per mantenere il peso stabile l’introito deve equilibrare la spesa energetica (metabolismo basale e attività fisica, soprattutto). Il normale introito calorico è circa 2800 kcal/die per l’uomo e 1800 kcal/die per la donna, sebbene ciò dipenda dalla conformazione fisica e dal livello di attività fisica Il metabolismo basale può essere calcolato come segue: uomini: 900+(10 x peso in Kg) Donne: 700 + (7 x peso in Kg) L’aggiustamento per l’attività fisica si ottiene moltiplicando per: 1.2 nei sedentari, 1.4 per i moderatamente attivi e 1.8 per gli individui molto attivi. Nutrienti sostanze non sintetizzate in quantità sufficiente dall’ organismo e che devono essere assunte con la dieta; la quantità necessaria dipende dall’età e dallo stato fisiologico Nutrienti che apportano energia: proteine (9 aminoacidi essenziali) grassi (alcuni acidi grassi) carboidrati Altri nutrienti: Vitamine (4 liposolubili e 10 idrosolubili, colina) Minerali ed elettroliti Acqua Obesità e rischio cardiovascolare Obesità addominale Anche la distribuzione del tessuto adiposo ha importanza prognostica La presenza di tessuto adiposo intraaddominale ha molta più importanza di quello sottocutaneo La stima dell’obesità addominale po’ essere valutata come : circonferenza vita donne: > 88 cm uomini: > 102 rapporto vita/fianchi donne: > 0.9 uomini > 1.0 cm Diabete Aterosclerosi Vague J, Am J Clin Nutr 1957 Dislipidemia Obesità centrale Insulinoresistenza Ipertensione SINDROME METABOLICA Diabete Eventi CV Insulin Sensitivity and Central Adiposity 110 High risk for type 2 DM Insulin Sentivity (mmol/min/kg lean mass) 100 Low risk for type 2 DM 90 80 70 60 50 40 30 20 20 25 30 35 40 45 Central adiposity (%) 50 Carey DG et al. Diabetes. 1996 Categorical Cutpoints (any 3 of 5 constitute diagnosis) • Elevated waist circumference (>102 cm in men; >88 cm in women) • Elevated triglycerides (>150 mg/dL) • Reduced HDL-C (<40 mg/dL in men; < 50 mg/dL in women) • Elevated blood pressure (>130/85 mmHg) • Elevated fasting glucose (>100 mg/dL) Grundy SM et al. Circulation, 2005 Odds Ratio for Metabolic Syndrome comparing High vs Normal Waist Circumference within different BMI categories 30 Men * Women 25 Adjusted OR * P< 0.05 vs normal WC group 20 15 10 5 * * * * 0 Normal weight Overweight Class I Obesity Janssen I et al. Arch Intern Med 2002 Prevalence of the NCEP Metabolic Syndrome: NHANES III 50% Men Women Prevalence, % 40% 30% 44%44% 24% 23% 20% 10% 8% 6% 0% 20–70+ 20–29 30–39 40–49 50–59 60–69 Age, years 70 Ford ES et al. JAMA 2002 Prevalence of the metabolic syndrome from ATP III definition Cameron AJ et al. Endocrinol Metab Clin North Am 2004 Prevalence of Metabolic Syndrome in Europe Prevalence % Men Age 30-39 40-49 50-59 60-69 70-79 Women 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 0 Cremona Newcastle Goodinge Sweden Cremona Newcastle Goodinge Sweden Hu G et al. Arch Intern Med, 2004 164:1066-1076 Metabolic Syndrome in Patients from Italian Centers for Obesity : 100 Men Women Prevalence (%) 80 60 40 20 0 Obesity (waist c.) High BP High TG Low HDL High Glucose MS (ATP III) Marchesini G et al. Metabolism 2004