Introduzione
Lezione 1
Scienza delle finanze I - CLEP
a.a. 2008-2009
Cos’è la scienza delle finanze?
 Branca dell’economia che studia il ruolo
economico dello Stato (“soggetto pubblico”)
nelle moderne economie di mercato:
 effetti sugli operatori e sul sistema economico di
entrate e spese pubbliche;
 effetti di interventi “non finanziari”, es. la fissazione
di regole;
 strumenti disponibili per lo stato per raggiungere
obiettivi di politica economica;
 limiti dell’intervento pubblico (teoria delle decisioni
collettive).
Confina con molte altre discipline (scienza politica,
scienza dell’amministrazione, contabilità di stato, diritto
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tributario, economia industriale, ..)
“Stato” (soggetto/operatore pubblico):
organizzazioni pubbliche di stati nazionali di tipo democratico a
rappresentanza parlamentare (articolate sul territorio
nazionale: es.Stato, regioni e enti locali).
 Principali caratteristiche, che le distinguono
fortemente da quelle private sono:
 l’adesione universale obbligatoria;
 il potere coercitivo (di prelievo e di decisioni di
spesa).
 L’assenza di volontarietà nell’adesione e nel
pagamento delle imposte impone che vi sia
legittimazione (consenso).
 La legittimazione (i limiti dell’esercizio del potere)
vengono dal sistema di rappresentanza
democratica: i responsabili sono eletti o nominati da
coloro che sono stati eletti.
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Che importanza ha?
Spesa pubblica in % del GDP nei principali paesi
industrializzati (Tanzi e Schuknecht, 2000)
Francia
Germania
Italia
Regno Unito
Giappone
Usa
Media paesi
industriali
1913
17,0
14,8
17,1
12,7
8,3
7,5
13,1
1920
27,6
25,6
30,1
26,2
14,8
12,1
19,6
1960
34,6
32,4
30,1
32,2
17,5
27,0
28,0
1980
46,1
47,9
42,1
43,0
32,0
31,4
41,9
1996
55,0
49,1
52,7
43,0
35,9
32,4
45,0
• Anche limitando l’attenzione all’intervento di tipo “finanziario”, il peso
dell’intervento pubblico è cresciuto molto nel tempo;
• Nonostante l’aumento della spesa permane una forte differenziazione
fra paesi
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• (E’ diversa anche la composizione dei bilanci)
Fattori che influenzano la dimensione
e composizione dei bilanci
Fattori economici (livello del Pil procapite,
distribuzione del reddito e della ricchezza,
disoccupazione e inflazione, produttività, etc.).
Fattori demografici (struttura per età della
popolazione)
Trasformazioni economico-sociali
(terziarizzazione, urbanizzazione…)
Fattori politico-istituzionali (sistema elettorale,
forma di governo, forme di stato, es. grado di
decentramento, ruolo del potere giudiziario e
della burocrazia, ma anche eventi bellici..)
Orientamenti di esperti e opinione pubblica 5
Che funzioni svolge?
Tradizionale tripartizione di R.Musgrave (1959):
Funzione ALLOCATIVA: modifica l’allocazione
delle risorse fra usi alternativi (efficienza);
Funzione DISTRIBUTIVA: modifica la
distribuzione delle risorse fra soggetti (equità);
Funzione di STABILIZZAZIONE: funzione
macroeconomica di regolazione dei mercati.
Concentreremo l’attenzione sulle prime due funzioni e
sulla tassazione (principale strumento di
reperimento delle entrate per finanziare la spesa
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pubblica)
C’è bisogno di un intervento da parte dello
Stato a fini allocativi? (oltre alle normali funzioni di
garantire l’ordine, la difesa, il rispetto della legge, etc.)
Giustificazione economica basata sulla
“teoria dei fallimenti del mercato”
 Radici lontane: già Hume (1739) era consapevole
del problema delle esternalità; il concetto di bene
pubblico è presente in Mill (1848).
 Sviluppo nell’ambito dell’”economia del
benessere”, ramo della teoria economica che ha
come scopo la comparazione dal punto di vista della
desiderabilità sociale di allocazioni alternative.
Sviluppatasi da teorie utilitariste inglesi di fine secolo
scorso (inizio XX), deve molto all’economista e
politologo italiano V. Pareto (1848-1923) e al
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concetto di efficienza paretiana.
Perché non basta il mercato?
 Il mercato è il luogo ove si scambiano diritti di
proprietà e di uso
 Ma il mercato spesso fallisce (per difficoltà
delle parti a realizzare un accordo
potenzialmente vantaggioso, per mancanza di
controllo pieno sui beni, per mancanza o
incompletezza delle informazioni, ….)
 La teoria neoclassica giustifica l’intervento
pubblico nei casi in cui il mercato fallisce.
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In quali casi si ha fallimento del mercato?
I fallimenti del mercato sono molto diffusi:
1.
2.
3.
4.
Beni pubblici (non rivali e non escludibili)
Monopolio (monopolio naturale)
Esternalità
Rischio e Asimmetrie informative (modelli
principale-agente)
(Vedi corso di microeconomia)

La presenza di fallimenti del mercato contribuisce a
giustificare l’intervento pubblico nel campo non solo
dei beni pubblici, ma anche della sanità,
dell’istruzione, delle pensioni, delle esternalità (es.
inquinamento), dei monopoli (liberalizzazione e
regolazione)
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C’è bisogno di un intervento da parte
dello Stato a fini distributivi?
 Difficile giustificare status quo (la distribuzione che emerge
dal mercato è in larga parte dovuta a fattori accidentali; le
dotazioni iniziali sono diverse..)
 La definizione di equità comporta giudizi di valore più
pregnanti della definizione di efficienza economica
 Equità procedurale (regole eque): es. eguaglianza delle
opportunità. L’enfasi è sul processo, non sul risultato
 L’entità e il tipo di redistribuzione dipende dalla teoria
della giustizia. Vi sono visioni anche molto diverse (es
Bentham e Rawls)
 Functionings (A.Sen): soddisfacimento di bisogni,
materiali e non (variabili non solo quantitative, ma anche
qualitative). Well-being piuttosto che welfare!
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Motivi dell’intervento pubblico
 L’intervento pubblico trova giustificazioni sul piano
dell’equità e dell’efficienza allocativa
 Imposte e spese hanno sia effetti allocativi che
distributivi
 Le entrate hanno la funzione principale di prelevare
gettito per finanziare la spesa, ma sono (dovrebbero
essere) strutturate in modo da garantire le modifiche
desiderate nella distribuzione del reddito e da non
alterare il comportamento degli operatori, a meno
che non si sia in presenza di un fallimento del mercato,
nel qual caso le imposte possono essere usate come
correttivo (es. imposte ambientali; incentivi a R&D)
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Riferimenti bibliografici (letture)
Letture:
 P. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze,
Il Mulino, Bologna, 2006, lezione 1
 Sebastian Hauptmeier & Martin Heipertz & Ludger
Schuknecht, 2006. "Expenditure reform in industrialised
countries - a case study approach," Working Paper Series 634,
European Central Bank
(http://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/scpwps/ecbwp634.pdf)
 Euroframe, European Social Model(s) and Social Europe,
Euroframe-EFN, Economic Assessment of the Euro Area:
Forecasts and Policy Analysis, Autumn Report 2007, Special
policy topic,
http://www.euroframe.org/fileadmin/user_upload/euroframe/efn
/autumn2007/EFNAutumnReport07.pdf).
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