Teorie e tecniche del
Linguaggio Radiotelevisivo
Modulo LS
Introduzione agli Audience Studies
lezione del
18.4.2008
si tende a valorizzare solo la dimensione produttiva del fandom, e
non quella consumistica;
si valorizza solo la capacità di resistenza del pubblico, senza
considerare l'effettivo potere dell'industria culturale di canalizzare
le pratiche di fandom e costringere l'ambiente simbolico in cui le
stesse subculture sono immerse
Impostazione forte in Fiske, The Cultural Economy of
Fandom (in Lewis 1992) e in Jenkins, Textual Poachers, 1992
“Il fandom seleziona oggetti, generi, racconti, artisti e personaggi dal
serbatoio dell'intrattenimento della cultura di massa, costruendo una
cultura rispetto alla quale i fans si auto-selezionano come
appartenenti, nella quale si riconoscono”;
“tipicamente associato a gusti di gruppi sociali deprivati di potere
per una qualche combinazione di razza, etnia, genere, classe”.
Rivelatore di una fase dei Cs in cui nozione di potere non è più
univoca e lineare (classe), ma attenzione per gruppi svantaggiati e
visione del consumo mediale essenzialmente come resistenza, tattica...
Il fandom è massima espressione della produttività intrinseca alla
cultura popolare: fan culture ha propri meccanismi di produzione e
distribuzione =genera un'economia culturale ombra, altra rispetto
all'economia culturale ufficiale
mossa da obiettivi diversi dalla generazione del profitto; la cultura
popolare e il fandom si sviluppano al di fuori dell'industria
culturale
Usa analisi di Bourdieu su capitale culturale che ricalca le
divisioni del capitale economico e produce forme di
distinzione/esclusione complementare alle prime, ma
arricchisce questa analisi con:
 genere e età
con
idea che “forme di capitale cultuale” prodotto da
subalterni possa svolgere le stesse funzioni di quello ufficiale
Fan cultures come “lavoro” nero nella sfera culturale che compensa
mancanze in prestigio sociale e autostima dovute a mancanza di
cultura ufficiale/legittima. Lavora anche sull'asse dell'età, fattore di
distinzione anche per chi possiede capitale culturale ufficiale
Esempi: fans di Madonna, fans del Rocky Horror Picture Show, fan
dei romanzi Harmony ecc.
Riconosce ambivalenza dei legami con industria culturale, per cui il
fandom rappresenta mercato addizionale e indicatore di tendenze
Il risultato è “continua lotta di quartiere”:l'industria tenta di
incorporare i gusti dei fans, e i fans di scorporare i prodotti
dell'industria
La terza fase, “esperienziale”, dei Fandom Studies recepisce le
diverse critiche rivolte alla fase subculturale come, più in genere
all''impostazione degli AS entro i CS.
Emblematico del nuovo approccio allo studio del fandom nella
terza fase è il volume di M. Hills, Fan Cultures, 2003 (cfr. le
Conclusioni in Andò).
Critiche ai CS e agli AS
• In USA “depoliticizzati” fin dall'inizio
• In UK lo diventano
• I Australia e Canada no: visione politica dei Cs, che coniuga
teoria e prassi, ricerca accademica e attivismo politico
• Si concepisce il progetto dei CS come finalizzato ad un
intervento/cambiamento nella politica culturale.
– Prime critiche a impostazione inglese e americana:
– 1992 Meghan Morris, “On the beach”, in Grossberg et al.,
Cultural Studies (australiana)
– 1992, Tony Bennet, Putting Politics into Cultural Studies
(canadese)
Poi critiche anche dall'interno, in particolare dal 1998:
Ferguson/Golding 1997 Cultural Studies in Question
Sonia
Livingstone,
Articolo
sull'European
Journal
of
communication 1998, Audience research at the crossroads. The
implied audience in Media and Cultural Theory
Abercrombie/Longhurst 1998: Audiences. A sociological theory of
performance and imagination
Pertti Alasuutari: Rethinking the media audience, 1999
Nel complesso, mettono in luce una serie di critiche:
1) ambiguità di fondo insita nella nozione di “pubblico attivo”:
attivo = non passivo: partecipa alla costruzione del significato
attivo = resistente: sovverte la lettura preferita immessa nel testo e,
più in genere, i significati ideologici
Sotto quali condizioni attività= resistenza?
2) il problema della qualità dei testi. Problematiche estetiche non
considerate in favore di quelle ideologiche: conta politica della
rappresentazione di un testo, le letture e gli usi che ne fà il pubblico..
Qualità di un testo
se si verifica resistenza a ideologia dominante (ma non è proprietà del
testo!)
Merito: riabilitazione di forme ritenute volgari. Però rischio di
populismo (“The anti-political populism of cs”, di Graham in
Ferguson/Golding, Cs in Question”, 1998; il tentativo di riscatto della
cultura popolare finisce per tradire l'intento originario, di critica alla
logica capitalistica, per divenire un'eco).
3)manca di collegare livello micro (singoli processi di fruizione,
ricezione, consumo, localmente situati )
al livello macro, (un modello esplicativo più ampio, teoria generale
sulla società e la cultura tardomoderna e del ruolo dei media in essa)
Unica teoria che guida disegni di ricerca e cornice per interpretazione
delle loro evidenze: analisi gramsciana dell'egemonia.
Presuppone
nucleo ideologico unitario (incorprazione/resistenza), che invece è
incoerente e frammentata
,
Spiegazione di Livingstone in Audience Studies at the crossroads:
In sociologia: livello micro = livello dell'individuo e delle interazioni
individuali; livello macro = livello più “strutturale”, dei gruppi,
organizzazioni, strutture della società che costituiscono limiti ma
anche opportunità per l'agire (e l'interagire individuale)
Secondo Livingstone, gli AS nei CS analizzano solo il primo (interazioni
individuali, familiari e consumo media) e non lo collegano al secondo (in
che modo, ad es., le interazioni individuali sono limitate o facilitate da
un'organizzazione come l'industria culturale e mediale?)
Dipende da paradigmi sociologici usati dai CS...
La focalizzazione sul micro, secondo Livingstone, dipende da approcci
del costruttivismo sociale: interazionsmo simbolico e
etnometodologia
si focalizzano sul livello micro: ordine sociale = frutto di interazioni
individuali
(vs. struttural-funzionalismo: ordine sociale, sistema = preesiste a e
determina l'agire individuale)
Dai paradigmi sociologici di sfondo derivano diverse concezioni di
pubblico:
Approcci che mettono accento su dimensione strutturale (e negano
agency) = pubblico come massa passiva, egemonia dei media

Negli AS, che si focalizzaziono sul micro (e valorizzano agency):
pubblico considerato a livello di microinterazioni individuali e
familiari entro il contesto della quotidianità e della casa

L'ago pende verso agency e azione, di perde di vista dimensione ordine
e struttura
sbilanciamento sulle micropolitiche di consumo, celebrazione delle
capacità di resistenza, sovversione individuata a livello individuale o nel
contesto di interazioni familiari/comunitarie;
misconsiderazione del macro contesto politico-economico, delle
dimensioni istituzionali e sociali della produzione.
Approcci come interazionsimo simbolico e costruttivismo sociale in
genere offrono una scarsa analisi del potere, per mancanza collegamento
micro-macro. Da questa mancanza, altri due limiti dei CS:
4) Depoliticizzazione: la mancanza di questo legame indebolisce la
carica politica e antagonista dei CS, impoverendone la capacità di
mettere a fuoco quel rapporto tra significato e potere che era al cuore
del loro progetto
Necessario considerare il pubblico come radicato nel microcontesto
della casa e nel macrocontesto dell'economia politica: reintrodurre
dimensione strutturale (media come apparati produttivi, come
istituzioni, come organizzazioni economiche e tecnologiche).
Anche David Morley: interesse per uso quotidiano dei media in
contesti domestici non deve implicare una diminuzione dell'interesse
per l'analisi dei rapporti di potere in ambito politico, ma apertura alla
percezione di nuovi rapporti di potere all'interno e per mezzo della
quotidianità
Lutter e Reisenleitner: relazione tra condizioni di produzione, forme
testuali, e modalità di loro appropriazione non viene posta nei CS
(solo le ultime, con metodologie qualitative e etnografiche che
esplorano le stesse presso gruppi definiti, locali, frammentati). Le
condizioni della produzione, infatti influiscono sulla ricezione.
Da tutto ciò:
5) rischio di banalizzazione (Meghan Morris (1992, On the beach):
una sorta di processo circolare e tautologico, che porta a confermare le
premesse, per cui i testi sono complessi e contraddittori e i processi di
ricezione altrettanto, il pubblico , comunque, “attivo”, resistente e
oppositivo.
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