Il Capitale Territoriale e il governo delle Città Corso di laurea COSDI Lezione di Cristina Brasili A.A. 2011-2012 1 Il Capitale Territoriale “Ogni regione possiede uno specifico capitale territoriale distinto da quello delle altre aree, che genera un più elevato ritorno per specifiche tipologie di investimento, che sono meglio adatte per questa area e che più efficacemente utilizzano i suoi asset e le sue potenzialità. Le politiche di sviluppo territoriale devono innanzitutto e soprattutto aiutare le singole regioni a costruire il loro capitale territoriale”[Commissione Europea, 2005] 2 Il Capitale Territoriale Partiamo da qui e cioè dall’importanza che la Commissione europea da al Capitale Territoriale. Poi ne vedremo la definizione e le dimensioni. 3 Definizione di Capitale Territoriale Il “capitale territoriale” è il complesso degli elementi (materiali e immateriali) a disposizione del territorio, i quali possono costituire punti di forza o veri e propri vincoli a seconda degli aspetti presi in considerazione. Il capitale territoriale chiama in causa tutti gli elementi che formano la ricchezza del territorio (attività, paesaggio, patrimonio, know-how, ecc.), per ricercare ed individuare specificità che possono essere valorizzate. In alcuni territori, ad esempio, ciò può implicare il recupero di specifici elementi abbandonati, la cui scomparsa potrebbe accentuare ulteriormente il carattere impersonale della zona.. 4 Ogni territorio cerca una sua “specificità” puntando sull’accesso al mercato, sulla propria immagine, sul potere di attrarre menti creative e imprese (vedi anche la Sesta relazione intermedia sulla coesione economica e sociale CE 2009 che a tale proposito propone gli “indici di creatività”), la capacità di rinnovare la governance, ecc. 5 L’OECD ha stilato una lunga lista, di fattori che determinano il capitale territoriale e che vanno dai tradizionali asset materiali a quelli più recentemente sviluppati a carattere immateriale: queste nuove tipologie di beni includono la localizzazione geografica dell’area, la sua dimensione, disponibilità di fattori produttivi, clima, tradizione, risorse naturali, qualità della vita o economie di agglomerazione prodotte dalle sue città, ma possono anche includere i suoi incubatori, i suoi distretti industriali o altre reti di impresa che permettono di ridurre i costi di transazione. 6 Altri fattori possono essere le interdipendenze “non di mercato” come le convenzioni, le tradizioni, e regole informali che permettono agli attori locali di lavorare insieme, o le reti di solidarietà, di associazionismo e di collaborazione nello sviluppo e nel supporto di nuove idee che si possono trasformare in cluster di piccole e medie imprese che operano nello stesso settore. 7 Sixth Progress Report On Economic and Social Cohesion (2009) Sixth Progress Report On Economic and Social Cohesion (2009) 8 Sixth Progress Report On Economic and Social Cohesion (2009) 9 L’analisi proposta da Camagni e Dotti (nel secondo capitolo del volume “La crisi italiana nel mondo globale, Economia e società del nord” 2010), individua sette componenti fondamentali del capitale territoriale: produttiva, cognitiva, sociale, relazionale, ambientale, insediativa, infrastrutturale. 10 Le Politiche dell’Unione Europea per le Città La questione urbana [è] alla base del cambiamento economico, sociale e territoriale. Le città sono fondamentali per il perseguimento di una strategia volta al conseguimento di una coesione e di uno sviluppo sostenibili." [Unità dell'Europa, solidarietà dei popoli, diversità dei territori – Secondo rapporto sulla coesione economica e sociale] Commissione Europea (2001). 11 Le Politiche dell’Unione Europea per le Città Il "Quadro d'azione per uno sviluppo urbano sostenibile", adottato dalla Commissione Europea nell'ottobre 1998, riconosce l'importanza della dimensione urbana nelle politiche comunitarie e sottolinea le possibilità offerte dai programmi di sviluppo regionale cofinanziati dai Fondi strutturali. Le Politiche dell’Unione Europea per le Città Quattro sono gli obiettivi: 1. Migliorare la prosperità economica e l’occupazione nelle città 2. Promuovere la parità, l’integrazione sociale e il rinnovamento nelle aree urbane. 3. Tutelare e migliorare l’ambiente urbano: verso la sostenibilità locale e globale. 4. Contribuire a un’efficiente gestione urbana e al rafforzamento dei poteri locali. Le Politiche dell’Unione Europea per le Città Per la Commissione Europea il punto da cui partire per una riqualificazione del territorio dai punti di vista sociale, economico ed ambientale è costituito dalle città, dove risiede gran parte della popolazione dell’Unione e dove si concentrano, specialmente in alcune aree, i problemi di disagio che l’Europa vuole affrontare ed eliminare. In questa ottica, i programmi URBAN finanziati dai fondi strutturali si proponevano di essere la risposta a tali problemi. Le Politiche dell’Unione Europea per le Città URBAN I L’iniziativa comunitaria URBAN I fu lanciata nel 1994 in risposta ad alcuni problemi che si riscontravano in diverse città dell’Unione: sacche di forte disoccupazione e disagio socioeconomico, che stavano portando numerose categorie di persone e di minoranze etniche ad un serio rischio di esclusione sociale. Il maggior numero di programmi lo si è avuto in Spagna dove sono stati sostenuti dall’iniziativa URBAN ben 29 progetti per altrettante città, segue il Regno Unito (Irlanda del Nord compresa) dove sono stati sostenuti 19 progetti, l’Italia con 16, Germania e Francia rispettivamente con 13 e 12 progetti. Le Politiche dell’Unione Europea per le Città URBAN II Dopo i risultati ottenuti dall’iniziativa comunitaria Urban I nel periodo 1994-1999, alla luce anche degli obiettivi posti dalla Commissione europea, è stata istituita per il periodo 2000-2006 l’iniziativa comunitaria Urban II, intesa più specificamente a promuovere l'elaborazione e l'attuazione di modelli di sviluppo innovativi a favore del recupero socioeconomico delle zone urbane in crisi. In tale iniziativa è stato previsto inoltre un potenziamento dello scambio di informazioni e di esperienze in materia di sviluppo urbano sostenibile nell'Unione europea. Le Politiche dell’Unione Europea per le Città I programmi Urban II propongono modelli di sviluppo per la riqualificazione delle zone interessate e sono basati su alcuni assi prioritari fissati dalla Commissione Europea: - Riqualificazione ambientale e materiale, compatibile con l'ambiente e gli spazi del territorio urbano, realizzata in modo tale da creare occupazione, integrare le comunità locali (comprese le minoranze etniche), aumentare la sicurezza e in generale migliorare le condizioni di vita nelle città. - Sostegno all'imprenditorialità e all'occupazione. - Integrazione degli emarginati e possibilità di accesso ai servizi pubblici. - Definizione di sistemi di trasporti pubblici più ecocompatibili e integrati. Le Politiche dell’Unione Europea per le Città - Sviluppo delle potenzialità tecnologiche della società dell'informazione nei settori economico, sociale e ambientale. - Riduzione all'origine della quantità dei rifiuti e loro smaltimento, riduzione dell'inquinamento acustico e promozione dell'efficienza energetica. Le Politiche dell’Unione Europea per le Città Ripartizioni dei fondi per i sei assi prioritari di intervento Riqualificazione ambientale e materiale 80 N. Città 70 60 Imprenditorialità e occupazione 50 Integrazione sociale 40 Trasporti 30 20 10 0 0-10 11-20 21-30 31-40 41-50 51-60 Percentuale sul totale finanziamenti 61-70 71-80 Tecnologie della comunicazione e dell'informazione Assistenza Tecnica Le Politiche dell’Unione Europea per le Città La Carta di Lipsia Nel mese di maggio 2007, a Lipsia, la presidenza dell’UE propose la bozza di una “Carta sulle Città Europee Sostenibili”. La Carta di Lipsia sembrava riprendere con decisione un percorso di supporto alle politiche urbane avviato dall’Unione nel decennio passato (con i programmi Urban) e successivamente interrotto. Le Politiche dell’Unione Europea per le Città La Carta di Lipsia In particolare le linee individuate sono state: I. Il maggiore ricorso alle strategie della politica di sviluppo urbano integrato II. Un’attenzione speciale ai quartieri degradati all’interno del contesto cittadino. Perseguire strategie per migliorare l’ambiente fisico Potenziare l’economia locale e il mercato del lavoro locale Istruzione proattiva e politiche di formazione per bambini e giovani Promozione di un trasporto urbano efficiente ed accessibile Da studiare - Camagni R., Dotti N. F. (2010) Il sistema urbano, da pag. 35 a pag. 68 in “La crisi italiana nel mondo globale. Economia e società del Nord” a cura di P. Perulli e A. Pichierri, Piccola Biblioteca Einaudi - COMMISSION OF THE EUROPEAN COMMUNITY (2009) SIXTH PROGRESS REPORT ON ECONOMIC AND SOCIAL COHESION Da leggere Lo sviluppo locale e le città in Europa 22