Università degli Studi di Parma
L.S. Sviluppo locale, cooperazione, mercati internazionali
Corso di Politiche di coesione dell’UE
PROGETTI URBAN :
il CASO di MILANO
Francesco Caleffi Garutti
Anna Tassini
Claudia Viappiani
1
LE CITTÁ EUROPEE

CITTA’
motore principale della crescita in un’economia
sempre più globale, poiché concentra in sé la maggior parte
della ricchezza, del sapere e della tecnica.

Presenza della maggior parte dei servizi pubblici: istruzione,
sanità e trasporti.

MA è proprio in queste realtà che si riscontrano i maggiori
problemi tipici della società di oggi:
emarginazione economica e sociale,
degrado dell’ambiente urbano e naturale,
sovraffollamento,
criminalità, intolleranza e razzismo,
perdita dell’identità locale.
1.
2.
3.
4.
5.
2
LE SFIDE DELLE CITTÁ

AREE URBANE
sedi strategiche ideali per il perseguimento
degli obiettivi comuni europei (sostegno alla competitività
economica, integrazione sociale, sviluppo sostenibile dell’ambiente,
rafforzamento della cultura e dell’identità locali).

Le tre sfide principali:
Rafforzare la competitività delle città europee: sfruttare in modo
costruttivo i successi realizzati, rimuovere gli ostacoli
all’imprenditorialità, favorire l’introduzione delle nuove tecnologie,
sostenere l’occupazione.
Affrontare i problemi legati all’emarginazione sociale,
migliorando l’accesso al mercato del lavoro e alla formazione,
compresi gli immigrati e le minoranze etniche.
Avviare la riqualificazione ambientale e materiale, garantendo la
sostenibilità e l’attrattiva delle città. Valorizzare in modo costruttivo il
patrimonio architettonico e culturale delle aree urbane.
1.
2.
3.
3
I FONDI STRUTTURALI
Le città europee traggono vantaggio dalla politica di coesione:

OBIETTIVO 1: favorire lo sviluppo delle regioni svantaggiate.
Budget: due terzi dei Fondi strutturali (circa 135 miliardi di euro).
Scopo: fornire le infrastrutture di cui sono carenti (trasporto,
telecomunicazioni, formazione, sanità, trattamento dei rifiuti…),
incentivando gli investimenti in attività economiche e imprenditoriali.

OBIETTIVO 2: sostenere il risanamento economico e sociale
delle aree penalizzate da carenze strutturali, nonché il recupero
delle industrie e delle aree in crisi. Il problema principale è il
declino delle attività economiche tradizionali. Budget: oltre 22
miliardi di euro. Tale impostazione presuppone la creazione di
opportunità alternative e i provvedimenti principali riguardano la
promozione dell’imprenditorialità e l’aggiornamento professionale.

OBIETTIVO 3: ammodernamento dei sistemi formativi e
sostegno all’occupazione con un budget di 24 miliardi di euro.

All’interno di questo quadro, l’Iniziativa comunitaria URBAN fornisce
un contributo specifico.
4
L’INIZIATIVA COMUNITARIA
URBAN

FINE ANNI ’80: approcci e programmi specifici per le città.

1994-1999: “URBAN I” ha finanziato programmi in 118 aree urbane
per un budget comunitario complessivo di 900 milioni di euro. Le
aree beneficiarie sono abitate da 3,2 milioni di persone e i progetti si
sono focalizzati sul recupero di infrastrutture, sulla creazione di posti
di lavoro, sulla lotta all’emarginazione sociale e sulla riqualificazione
ambientale.

2000-2006: “URBAN II” rappresenta un valore aggiunto in termini
di strategie innovative per le città. Un totale di 730 milioni di euro
sono stati investiti nella rivitalizzazione economica e sociale di 70
aree urbane in tutta Europa. Accanto ad URBAN II funzionerà una
rete di città UE (URBACT) finalizzata allo scambio delle esperienze
e delle migliori pratiche.
5
URBAN II

MIGLIORAMENTI
semplificazione amministrativa, rete per lo
scambio di esperienze e forte rilievo del partenariato locale.

Nonostante il ruolo trainante nello sviluppo, anche le realtà urbane
più economicamente avanzate presentano SACCHE di INTENSO
DEGRADO. Elevata criminalità: deterrente nei confronti delle persone e degli investimenti.
Paradosso ambientale: le persone che vivono in città sopportano i livelli maggiori di inquinamento,
pur contribuendo in modo meno significativo ai danni recati all’ambiente.

1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
CRITERI di AMMISSIBILITA’ (almeno tre):
elevato tasso di disoccupazione di lunga durata,
notevole povertà ed emarginazione, quota elevata di immigrati,
minoranze etniche o profughi, elevata criminalità,
basso livello di istruzione e di competenze,
scarsa attività economica,
esigenze di riconversione a causa di problemi socioeconomici,
andamento demografico sfavorevole
alto degrado ambientale.
6
…segue URBAN II

DISPARITA’ fra i QUARTIERI all’interno di una stessa realtà
urbana: grave problema e freno del ruolo trainante della città come
motore di crescita.

Tasso di disoccupazione: particolarmente alto nei siti URBAN II .
Integrazione degli immigrati e delle minoranze etniche: tema
politico di grande rilevanza, anche alla luce dell’invecchiamento
della popolazione autoctona.
Criminalità: altro problema politico di importanza crescente:
l’insicurezza nei confronti di un determinato quartiere spinge le
imprese e i residenti ad evitare o abbandonare l’area.


Calo dell’attività economica e un aumento del numero di edifici sfitti
che genera un senso di insicurezza ancora maggiore.
OBIETTIVO di URBAN II
rompere questo circolo vizioso.
7
…segue URBAN II

PARADOSSO AMBIENTALE: gli abitanti delle realtà urbane sono
esposti ai più elevati livelli di inquinamento pur utilizzando nel modo
più efficiente le risorse naturali.
esempio: l’inquinamento atmosferico tende ad essere superiore dove è maggiore la
concentrazione degli abitanti. Tuttavia, il numero di auto/abitante, fattore
determinante nella qualità dell’aria, è notevolmente inferiore nelle città che nelle aree
non urbane. Ciò si spiega con il fatto che la media dei percorsi è più breve e con la
facilità di accesso ai sistemi di trasporto pubblico urbano.

DENSITA’ della POPOLAZIONE: indicazioni in termini di vivibilità.
La maggior parte delle aree URBAN II presenta valori molto elevati:
la densità media URBAN II è di 6.600 ab/km2, contro una media di
sole 4.000 unità nelle città analizzate dall’Audit urbano.

AREE VERDI: le aree URBAN II hanno in media soltanto la metà
degli spazi verdi delle aree urbane dell’UE, ossia il 10,5% della
superficie contro il 20,5%.
8
CARATTERISTICHE di URBAN II
1.
PARTENARIATO CON LE AUTORITÀ LOCALI “aiutare
le città ad aiutarsi” (decentramento gestionale presso
le autorità locali).
2.
COINVOLGIMENTO DELLA COMUNITÀ LOCALE
3.
UN PROCESSO DI APPRENDIMENTO SISTEMATICO
9
1.
PARTENARIATO CON LE AUTORITà LOCALI – “aiutare le città
ad aiutarsi” (decentramento gestionale).

Un terzo dei 70 programmi è gestito da amministrazioni comunali
innovazione rispetto ad URBAN I (erano le autorità nazionali a
gestirli, direttamente o attraverso i loro rappresentanti locali).
Per un altro terzo le autorità locali svolgono un ruolo chiave, in
partenariato con il governo centrale.

Esempio: nelle regioni inglesi, benché l’autorità preposta alla gestione del programma sia un
dipartimento del governo centrale, la responsabilità quotidiana è stata demandata ai rispettivi uffici
regionali e le autorità locali hanno accettato il ruolo di organismo responsabile della gestione
finanziaria e della valutazione dei progetti sulla base di criteri generali fissati dal governo centrale.

Per la maggior parte dei rimanenti programmi, l’amministrazione
comunale interviene in qualità di membro effettivo all’interno del
comitato di sorveglianza.
Esempio: caso della Germania, dove le autorità responsabili della gestione dei programmi sono i
Länder, e del Portogallo dove le autorità nazionali svolgono un ruolo direttivo.
La forte componente di partenariato con i rappresentanti locali
eletti favorisce la democrazia a livello locale ma anche l’efficacia e
la visibilità delle azioni comunitarie intraprese a livello locale.
10
2.

COINVOLGIMENTO DELLA COMUNITÁ LOCALE
OBIETTIVO
coinvolgere la comunità locale nello sforzo di
riqualificazione urbana.
In oltre l’80% dei casi, i partner locali (rappresentati della comunità,
gruppi del volontariato e le associazioni di residenti), sono
intervenuti attivamente nella progettazione dei programmi stessi e
sono rappresentati nei comitati di sorveglianza (responsabili della
gestione strategica dei programmi).
Solido partenariato con le comunità locali
valore aggiunto
Accresce l’efficacia e l’adeguatezza dei programmi rispetto ai
bisogni locali e contribuisce allo sviluppo di L.T. delle aree.

Una volta creato, il partenariato locale possiede le potenzialità per
intervenire in altri ambiti, promuovere lo sviluppo locale
(migliorando la pianificazione strategica dell’area, individuando
nuove modalità di intervento finanziario e promuovendo gli
investimenti del settore privato) e il modello europeo di
governance avvicinando in modo concreto l’Europa ai suoi cittadini.
11
3.
UN PROCESSO DI APPRENDIMENTO SISTEMATICO
Strumenti volti a migliorare la pertinenza e l’efficacia sia dei programmi
URBAN sia delle azioni intraprese in ambito cittadino:

Promozione, mediante l’avvio di una nuova fase dell’Audit urbano,
di un’analisi approfondita della situazione in cui si trovano le città
europee, creando così le basi per un utilizzo sistematico delle
statistiche e degli indici urbani.

Elenco sintetico di indicatori comuni tratti dall’Audit urbano per il
monitoraggio e la valutazione dei programmi garantire l’efficacia dei
programmi stessi e fornire la base per un’analisi comparativa.

La Rete europea per lo scambio delle esperienze URBACT:
rende sistematici l’individuazione delle buone pratiche e lo scambio
delle esperienze all’interno di un gruppo di circa 200 città dell’UE.
Altre attività riguarderanno la formazione, gli strumenti di
informazione e gli studi.
12
COS’É L’AUDIT URBANO?

1998: indagine straordinaria a tutto campo sulla qualità della
vita in 58 città europee. Ha fornito ai sindaci, ai responsabili della
pianificazione e ai cittadini la possibilità di accedere ad un vasto
insieme di dati socioeconomici relativi alla propria città, permettendo
loro di effettuare raffronti con altre realtà urbane.

Lo studio interviene su tre livelli geografici:
Livello relativo alla città amministrativa: garantisce che i dati raccolti
siano utili a scopi pratici.
Livello sub-cittadino: riunisce vari quartieri all’interno di aree
omogenee costituite da circa 20.000 abitanti per migliorare la
comprensione delle disparità fra le varie parti della città.
Livello relativo all’area metropolitana (ove esiste): in molti casi
corrisponde al livello amministrativo successivo.
1.
2.
3.

2002: secondo Audit urbano riguardante 180 città.
13
IL PROGRAMMA URBACT
1.
2.
SCOPO
evidenziare le migliori pratiche, traendo insegnamenti
dalle esperienze di successo e dalle debolezze emerse
nell’attuazione dei programmi.
SOGGETTI
attori delle 216 città che hanno beneficiato dei
programmi URBAN I e II e dei Progetti Pilota Urbani (PPU).
PRIORITÀ:
Scambio e diffusione delle conoscenze: reti tematiche
organizzate dalle città stesse, azioni di qualificazione rivolte agli
attori cittadini, studi. Budget: 14 milioni di euro, di cui il 50%
provenienti dall’UE e il 50% dai partner coinvolti nel progetto.
Capitalizzazione e informazione: sito web, presentazione dei
risultati, strumenti operativi e informazioni su progetti emblematici.
Budget: 8,8 milioni di euro + 1,96 milioni di euro per l’assistenza
tecnica e la gestione operativa del programma. La direzione del
programma spetta ad un comitato di sorveglianza, i cui
componenti rappresentano tutti gli Stati partecipanti e la
Commissione europea.
14
Programma Operativo
Urban Milano
Programma di iniziativa comunitaria
(PIC) Urban 2000-2006
15
PIC Urban Milano 2000-2006
Caratteristiche dell’area:
1.1 coerenza geografica;
1.2 descrizione quantificata della situazione.
2. La strategia di sviluppo:
2.1 strategia per la zona urbana e la regione;
2.2 assi prioritari e misure.
1.
16
1. Caratteristiche dell’area
17
1. Caratteristiche dell’area:
1.1 coerenza geografica
Area di intervento: estrema periferia Nord-Ovest della
città di Milano  portale europeo di Milano sull’asse
del Sempione
Vantaggio: posizione strategica dell’area Urban per
l’accesso alle grandi reti di comunicazione
18
19
1.Caratteristiche dell’area:
1.1 coerenza geografica
Problemi:
 diverse modalità di trasporto non interconnesse da
un adeguato sistema di integrazione multimodale;
 pessime condizioni di accessibilità a residenze,
lavoro e servizi (nonostante la ricca dotazione di
infrastrutture viarie e ferroviarie) dovute a:


insediamenti di edilizia popolare costruiti (anni ’60) nelle aree
intercluse tra le maglie della fitta rete autostradale e
ferroviaria;
vie di comunicazioni troppo intersecate  barriere,
creazione “colli di bottiglia”, inquinamento.
20
1.Caratteristiche dell’area:
1.1 coerenza geografica



Deindustrializzazione (tessile, chimica, meccanica)  edifici
e aree verdi abbandonati  degrado ambientale,
insediamenti
abusivi,
prostituzione,
spaccio,
microcriminalità;
offuscamento identità socio-culturale;
poche piccole e medie imprese che non sono riuscite a
formare distretti virtuali (per scarso sviluppo di servizi
avanzati della new economy).
21
1.Caratteristiche dell’area:
1.2 descrizione quantificata della
situazione

Indicatori di riferimento proposti da Commissione,
Comune di Milano, Ministero Infrastrutture e
Trasporti:








n abitanti/situazione demografica
superficie interessata
disoccupazione
n imprese
criminalità/sicurezza
ambiente
trasporti/infrastrutture sociali
…
22
1.Caratteristiche dell’area:
1.2 descrizione quantificata della
situazione





scarsa integrazione tra funzioni economiche e
residenziali nell’80% dell’area;
grado di sottoutilizzo locale delle basi di conoscenza
(Politecnico)  necessità strategie di governo
dell’innovazione;
tasso di disoccupazione al di sopra della media
regionale (soprattutto giovanile e femminile);
scarsa attività economica;
elevata criminalità.
23
ANALISI SWOT
(strenghts, weaknesses, opportunities, threats)
24
25
2. La strategia di sviluppo
26
2. La strategia di sviluppo
2.1 strategia per la zona urbana e la
regione




Legame tra CITTÀ SOSTENIBILE e città competitiva;
ogni partner istituzionale partecipa, con proprie
competenze strategiche, alla realizzazione di un sistema
integrato di INFRASTRUTTURE TECNOLOGICHE di
supporto allo SVILUPPO SOSTENIBILE e di SERVIZI
condivisi IN RETE;
RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE (città e trasporti);
PARTECIPAZIONE E INFORMAZIONE (cittadini);
27
2. La strategia di sviluppo
2.1 strategia per la zona urbana e la
regione




POLITICHE DEL LAVORO (tele-lavoro, formazione,
riqualificazione disoccupati, pari opportunità);
INTEGRAZIONE SOCIALE E SICUREZZA;
restituire
alle
emergenze
architettoniche
e
paesistiche un ruolo centrale per l’AGGREGAZIONE
SOCIALE
e
per
evocare
un
senso
di
APPARTENENZA CIVILE.
RICERCA (soprattutto per PMI).
28
Criticità/1

Degrado ambientale:




riqualificazione aree verdi;
sistemi di regolazione del traffico;
potenziamento trasporti pubblici;
prevenzione inquinamento atmosferico.
29
Criticità/2

Squilibri sociali:





sicurezza;
pari opportunità;
servizi informativi per l’impiego;
programmi di integrazione socio-culturale (centri
multi-culturali di accoglienza immigrati);
miglioramento accessibilità a scuola, lavoro, servizi.
30
Criticità/3

Rivitalizzazione economica:





sistemi di interscambio modale;
riconversione impianti obsoleti;
superamento barriere infrastrutturali;
servizi per PMI;
sostegno al trasferimento tecnologico.
31
2. La strategia di sviluppo
2.2 assi prioritari e misure
4 assi prioritari
1.
2.
3.
4.
Riurbanizzazione plurifunzionale
Imprenditorialità e patti per l’occupazione
Sistemi di trasporto intelligenti
Assistenza tecnica
32
1. Riurbanizzazione plurifunzionale

Rispondere al degrado ambientale;
 recupero e diversificazione funzionale per
realizzare servizi per la valorizzazione delle
risorse territoriali, umane ed economiche;
 servizi informativi per promuovere l’incontro di
domanda e offerta di lavoro.
33
2. Imprenditorialità e patti per l’occupazione





Promozione tele-lavoro e lavoro libero
professionale;
trasferimento conoscenze universitarie alle PMI;
promozione partenariato e partecipazione;
qualificazione imprese di economia sociale
(operanti per sicurezza, lotta all’esclusione e
pari opportunità);
qualificazione delle attività associative di
volontariato.
34
3. Sistemi di trasporto intelligenti

Sistema integrato di mobilità sostenibile e di
accesso all’area attraverso:
1.
2.
3.
razionalizzazione percorsi delle merci in città;
mezzi a zero emissioni;
ferrovia per integrare le funzioni logistiche e
produttive in aree urbane.
35
4. Assistenza tecnica

Gestione integrata di Urban;
 programma di comunicazione;
 ottenimento fiducia dei residenti nelle proprie
potenzialità e nelle opportunità di riscatto
promosse da Urban;
 promozione dell’area e riqualificazione dell’
immagine di degrado (anche all’estero).
36
37
Finanziamenti di Urban

Quote di finanziamenti Urban + apporti dei partner del
Comune di Milano compresi quelli per i programmi
collaterali di interventi strutturali che non sarebbero
inseribili in una equilibrata finalizzazione dei fondi Urban
(es: grandi opere come la realizzazione della Strada interquartiere o
la riqualificazione degli insediamenti residenziali…).


La Regione Lombardia supporta il Comune nella
cooperazione transfrontaliera su temi concernenti
le criticità rilevate nell’area Urban, la cui soluzione va
oltre il ristretto ambito locale.
La Provincia contribuisce all’ottimizzazione delle
politiche di valorizzazione delle risorse umane.
38
Il coinvolgimento dei cittadini

Partecipazione dei cittadini al processo decisionale 
fattore chiave di legittimazione e propulsione del
programma.

Principale strumento per il coinvolgimento: “Focus
Groups”  attraverso il dialogo con i cittadini e con le
loro organizzazioni rappresentative si recepiscono i
bisogni reali e si verifica il grado di soddisfazione per il
miglioramento della qualità della vita.

I Focus Groups, uno per ogni asse prioritario, hanno il
ruolo di copromotori del programma sul territorio ed il
compito di elaborare proposte di progetti che vengono
successivamente valutate circa la loro coerenza con gli
obiettivi del Programma, al fine di elaborare una
graduatoria, valutando i punti di forza e di debolezza
dell'area, le opportunità di miglioramento e le minacce
allo sviluppo.
39
Valutazioni
IN ITINERE:
 Comitato di Sorveglianza: verifica l’opportunità di adottare le
necessarie azioni (definite con l’Autorità di Gestione del programma
operativo) per assicurare un efficiente, efficace e completo utilizzo delle
risorse anche attraverso opportune riprogrammazioni.
 Monitoraggio finanziario, fisico e procedurale.
 Monitoraggio annuale dell’evoluzione della situazione del Programma
Urban Milano per compararlo con quello di altre città.
EX POST:
 responsabilità della Commissione europea, in collaborazione con il
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e l’Autorità di gestione
del programma operativo.
 si basa su informazioni ottenute dalle operazioni di sorveglianza e di
valutazione intermedia delle azioni e sulla raccolta di dati statistici
relativi agli indicatori stabiliti nel documento di programma.
40
Esempio di MISURA
(ASSE 1: Riurbanizzazione plurifunzionale)
41
Tutela ambientale e conservazione
del territorio









Descrizione
Finalità generali
Obiettivi specifici
Risultati attesi
Destinatari
Dotazione indicativa
Organismo competente per l’esecuzione
Regime di aiuto
Integrazione con altre misure
42
Descrizione

Riqualificazione, valorizzazione e gestione
PARCHI URBANI, SPAZI DI AGGREGAZIONE
e AREE DISMESSE;
 recupero EMERGENZE PAESISTICHE;
 creazione
FASCE VERDI per assorbire
emissioni inquinanti delle reti ferroviarie e
stradali.
43
Finalità generali
Miglioramento della QUALITA’ dell’AMBIENTE
URBANO;
 offerta di SPAZI VERDI per AGGREGAZIONE;
 promozione INTEGRAZIONE.

44
Obiettivi specifici

Riqualificazione Parco Villa Scheibler;
 percorsi pedonali;
 tecniche di monitoraggio e prevenzione della
criminalità;
 creazione spazi di aggregazione per attività
culturali e associative.
45
Risultati attesi
46
Destinatari

residenti,
 studenti,
 lavoratori.
47
Dotazione indicativa
8,8 % delle risorse finanziarie dell’Asse 1;
 3 % di quelle dell’intero programma.

48
Organismo competente

Comune di Milano
49
Regime di aiuto

Nessun Aiuto di Stato ai sensi degli artt. 87 e 88
TCE.
50
Integrazione con altre misure

Recupero della Villa per spazi espositivi e
servizio informativo per l’impiego;
 realizzazione piste ciclabili;
 partecipazione.
51
Scarica

progetto urban - Dipartimento di Economia