Il diritto internazionale per lo
sviluppo: dal 2000 al 2015/post-2015.
Sistemi UN e WB a confronto
Prof.ssa Cristiana Carletti - Università Roma Tre
La cooperazione internazionale per lo sviluppo
 Modalità della cooperazione internazionale
per lo sviluppo
Premessa sulle modalità cooperative
 Cooperazione tecnica
 diretta a promuovere, mediante la diffusione delle conoscenze, la fornitura di
servizi e di missioni di esperti, una più efficace utilizzazione delle risorse di cui
gli Stati in via di sviluppo [partners] dispongono
 gli Stati beneficiari [partners] agiscono autonomamente nella formulazione
ed esecuzione delle politiche nazionali di sviluppo, attraverso la valorizzazione
delle risorse umane, utilizzando gli aiuti ricevuti sotto forma di donazioni nei
settori sociali fondamentali
 Cooperazione finanziaria
 volta a favorire l’afflusso di capitali e l’aumento totale delle risorse a
disposizione degli Stati beneficiari [partners] degli interventi attraverso la
concessione di prestiti a tassi d’interesse pressoché nulli o minimi
Premessa sulle modalità cooperative
 Cooperazione tecnica/finanziaria
 opzione utilizzata da diverse categorie di soggetti istituzionali [donors] in
assetto multilaterale adoperando prima lo strumento finanziario (preinvestimento per attirare l’interesse dei Paesi sviluppati [donors] verso i Paesi in
via di sviluppo [partners]) e poi lo strumento tecnico (pro aumento della
produzione di beni e servizi in loco)
 passaggio all’assetto multibilaterale
 diversificazione dell ’ assistenza, indipendente dalla rispettiva vocazione
istituzionale del soggetto istituzionale e flessibile rispetto al quadro progettuale
Premessa sulle modalità cooperative
 Cooperazione bilaterale
 si fonda su leggi interne, sulle quali gli Stati donors provvedono a
determinare obiettivi e priorità della loro cooperazione, quale parte integrante
della politica estera nazionale; si estrinseca nella conclusione di accordi di
cooperazione bilaterale con gli Stati partners
 Cooperazione multilaterale
 si sviluppa nel contesto delle organizzazioni internazionali a vocazione
universale o regionale, ed ha a fondamento giuridico gli Statuti di queste stesse
laddove in essi si dispone in merito al tema nonché agli organi competenti,
come anche gli accordi di cooperazione multilaterale che le stesse
organizzazioni stipulano con gli Stati donors e partners
Premessa sulle modalità cooperative
 Cooperazione multibilaterale
 particolare meccanismo di finanziamento che vede coinvolti in primo luogo gli
Stati donors e partners, i quali concordano in via bilaterale i contenuti della
strategia di cooperazione che gli riguarda; segue la fase esecutiva di tale
strategia mediante accordi conclusi tra gli stessi Stati donors e le organizzazioni
internazionali, in cui si definiscono le modalità di utilizzo delle risorse
strumentali all’intervento cooperativo
 esempi di tale cooperazione:
 fondi fiduciari (trust funds) > contributi volontari versati dagli Stati donors
membri dell’organizzazione internazionale deputata alla gestione ed al controllo
circa l’utilizzo del fondo
 strumenti di raccolta dei contributi da parte di una organizzazione
internazionale con l’obiettivo di finanziare un intervento di natura emergenziale
sollecitato da uno Stato donor
 strumenti di co-finanziamento / third-party cost-sharing allorché il soggetto
terzo che partecipa all’intervento multibilaterale sia un attore non istituzionale
Premessa sulle modalità cooperative
 Cooperazione multibilaterale: criticità
il trasferimento del contributo tecnico/finanziario tende inevitabilmente a
soddisfare gli interessi politici, economici e commerciali del donatore stesso:
 l ’ assistenza assume una natura “ condizionata ” , ovvero anteporre
all’obiettivo ultimo dello sviluppo endogeno le priorità economiche degli Stati
che agiscono in qualità di donors
 l ’ aiuto si traduce in una evidente dipendenza del partner, che incontra
molteplici difficoltà nell’affrancarsi dall’assistenza, programmando ed avviando
nei settori interessati dalla cooperazione un autonomo processo di sviluppo
Diverso è l’elemento di vincolo, tipico della cooperazione bilaterale - c.d. “aiuto
legato”: il partner procede all’acquisto di beni e/o servizi del donor, il quale
procede pertanto nella pianificazione delle proprie politiche finanziaria e
commerciale cercando di limitare il peso del “ritorno economico” dell’aiuto
Premessa sulle modalità cooperative
 Cooperazione multibilaterale: criticità
Stati partners: critica alla funzionalità del multibilaterale
 Stati donors: intervento cooperativo a fini unidirezionali e lesivi del processo di
globalizzazione

Tuttavia la prassi multibilaterale è ormai consolidata
La cooperazione internazionale per lo sviluppo –
Sistema UN
 MDGs e Millennium Project
MDGs e Millennium Project
La cooperazione internazionale allo sviluppo - profili evolutivi:
1961: primo Decennio per lo sviluppo
 interpretazione del tema in termini economici, per valutare non soltanto
la condizione di base in cui versavano i nuovi Stati indipendenti ma anche
le potenzialità di crescita, misurabili attraverso parametri quali la
produzione nei settori primari ed il reddito pro capite della popolazione
 componente cooperativa essenziale, data la mancanza di risorse
endogene per la programmazione e la realizzazione di una efficace
strategia di sviluppo
MDGs e Millennium Project
La cooperazione internazionale allo sviluppo - profili evolutivi:
anni ’60-’70 [secondo Decennio per lo sviluppo]:
prevalenza dello strumento cooperativo bilaterale, in linea di continuità
con il pregresso legame storico ma non ispirato realmente ad un criterio di
reciprocità dei vantaggi del processo cooperativo
opportunità di introdurre correttivi al sistema in sede multilaterale
individuando ulteriori variabili accanto a quelle economiche
richiesta di un Nuovo ordine economico internazionale
MDGs e Millennium Project
La cooperazione internazionale allo sviluppo - profili evolutivi:
anni ’80 [terzo Decennio per lo sviluppo]:
esplicito riferimento ai basic needs secondo un approccio che consente di
elaborare i contenuti delle politiche di sviluppo dei Paesi beneficiari
dell ’ assistenza cooperativa con l ’ obiettivo sì di ridurre la povertà e
l’ineguale distribuzione del reddito, ma soprattutto di garantire i bisogni
fondamentali delle popolazioni, affinché queste possano partecipare,
contribuire e beneficiare del processo di sviluppo economico, sociale,
culturale e politico nel pieno rispetto dei diritti e delle libertà dell’uomo
=
Risoluzione dell’Assemblea generale n. 41/128 del 4 dicembre 1986 sul
diritto allo sviluppo
MDGs e Millennium Project
La cooperazione internazionale allo sviluppo - profili evolutivi:
anni ’80-’90 [terzo-quarto Decennio per lo sviluppo]:
 soddisfacimento dei basic needs è l’elemento centrale dell’assistenza
cooperativa
 articolazione settoriale degli interventi, poi codificata nella Dichiarazione
del Millennio adottata dall ’ Assemblea generale con risoluzione dell ’ 8
settembre 2000 e nel Documento contenente gli Obiettivi di Sviluppo del
Millennio (MDGs, Millenium Development Goals)
MDGs e Millennium Project
La Dichiarazione del Millennio
 responsabilità attribuite alle singole società / responsabilità collettiva di
tutti gli Stati della Comunità internazionale per la garanzia di principi
comuni quali la dignità umana, la libertà, l’eguaglianza e la solidarietà, il
rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali, in un contesto globale
 individuazione di otto obiettivi prioritari, inclusa
- la determinazione di indicatori che ne misurino il progressivo
soddisfacimento
- la formulazione di politiche e di strumenti programmatici atti ad
assicurare un equilibrato sviluppo economico e sociale dei Paesi sviluppati
ed in via di sviluppo, ma anche a rispondere alle minacce alla sicurezza
globale mediante un rafforzamento del buon governo
Obiettivo 1
Sradicare la povertà estrema e la fame
 dimezzare la percentuale di persone che vivono
con meno di 1 $ al giorno
 dimezzare la percentuale di persone che
soffrono la fame
Obiettivo 2
Rendere universale l’educazione primaria
 assicurare, entro il 2015, che in ogni luogo i
bambini e le bambine siano in grado di portare a
termine un ciclo completo di istruzione primaria
Obiettivo 3
Promuovere l’eguaglianza di genere e
l’empowerment delle donne
 Eliminare la disuguaglianza di genere nel campo
dell ’ istruzione
primaria
e
secondaria,
preferibilmente entro il 2005, e a tutti i livelli
d’istruzione entro il 2015
Obiettivo 4
Diminuire la mortalità infantile
 Ridurre di due terzi, entro il 2015, il tasso di
mortalità infantile al di sotto dei 5 anni d’età
Obiettivo 5
Migliorare la salute materna
 Ridurre di tre quarti, entro il 2015, il tasso di
mortalità materna
Obiettivo 6
Combattere l’HIV/AIDS, la malaria ed altre
malattie
 Arrestare entro il 2015, invertendo la tendenza,
la diffusione dell’HIV/AIDS
 Arrestare entro il 2015, invertendo la
tendenza, l'incidenza della malaria e delle altre
principali malattie
Obiettivo 7
Assicurare la sostenibilità ambientale
 integrare i principi dello sviluppo sostenibile
all’interno delle politiche e dei programmi dei paesi e
invertire la tendenza alla perdita di risorse ambientali
 dimezzare entro il 2015 la percentuale di persone
che non ha accesso all'acqua potabile e agli impianti
igienici di base
 raggiungere entro il 2020 un significativo
miglioramento delle condizioni di vita di almeno 100
milioni di abitanti delle baraccopoli
Obiettivo 8
Sviluppare un partnenariato globale per lo
sviluppo
 sviluppare un sistema finanziario e di mercato aperto basato
su regole definite, prevedibile e non discriminatorio. Questo
include un impegno per un buon governo, sviluppo e riduzione
della povertà, a livello nazionale che internazionale
 rivolgersi ai bisogni specifici dei PVS. Questo include accesso
libero alle tariffe e quantità delle loro esportazioni; sollevamento
del debito per i paesi più poveri; cancellazione del debito
ufficiale bilaterale; assistenza più generosa per lo sviluppo dei
Paesi impegnati nella lotta alla povertà
 soddisfare i bisogni dei Paesi geograficamente isolati e delle
piccole isole in via di sviluppo
Obiettivo 8
Sviluppare un partnenariato globale per lo
sviluppo
cooperare con i paesi in via di sviluppo al fine di risolvere il
problema del debito attraverso strumenti nazionali e
internazionali, al fine di rendere il debito sostenibile nel lungo
periodo
 in cooperazione con i PVS, sviluppare concrete possibilità di
lavoro per i giovani
 in cooperazione con le aziende farmaceutiche, assicurare
l’accesso alle medicine di base nei PVS
 in cooperazione con il settore privato, rendere efficaci i
benefici delle nuove tecnologie, soprattutto nel settore
dell’informazione e della comunicazione

MDGs e Millennium Project
Road map per l’attuazione dei contenuti della Dichiarazione del Millennio
e l’implementazione dei MGDs
 strategie d’azione per ciascun Obiettivo
 modalità di monitoraggio e verifica della funzionalità degli indicatori
 critica ai Paesi sviluppati che, pur richiedendo ai Paesi destinatari
dell’aiuto di avviare processi endogeni di sviluppo, non si sono realmente
impegnati per soddisfare le esigenze dettate dalla globalizzazione in
termini di flussi finanziari e commerciali, di trasferimento di tecnologie e di
risorse umane
2002: il Segretario generale istituisce un organismo consultivo
indipendente incaricato di predisporre un piano d ’ azione per il
conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio > Millennium
Project
MDGs e Millennium Project
Millennium Project > 10 task forces tematiche:
1. analisi
2. raccomandazioni
3. rapporto di sintesi presentato nel 2005 ed utilizzato dallo stesso
organismo consultivo quale documento di riferimento per l’assistenza ai
Paesi in via di sviluppo nella preparazione delle rispettive strategie di
sviluppo nazionali secondo l’approccio-paese / Progress Report 2013
MDGs e Task Team
2010: Sessione di alto livello UNGA >verificare sia i risultati conseguiti al
termine del Decennio, tenendo in considerazione in particolare gli effetti
prodotti dalla crisi finanziaria internazionale tra il 2008 ed il 2009, sia le
ulteriori sfide emerse in vista del time limit del 2015
2012: attivazione di un Task Team co-diretto dal DESA/UNDP: valutazione
annuale trasmessa ad un Panel di Alto Livello, operativo dal gennaio 2012,
composto da personalità eminenti che affiancheranno lo stesso Segretario
generale per la migliore attuazione dell’agenda globale per lo sviluppo nel
post-2015
Mandato: fornire suggerimenti ed indicazioni per la determinazione delle
priorità ineludibili dell ’ azione cooperativa al livello globale, regionale,
nazionale e locale / modello MDGs + approccio multidimensionale e
multisettoriale che deve responsabilizzare gli attori, donatori e beneficiari,
nell’attuare i contenuti dell’agenda stessa
MDGs e review UN
2012: processo di revisione quadriennale della politica cooperativa
promossa nel sistema Nazioni Unite (QCPR, Quadriennial comprehensive
policy review) da parte dell’UNGA > governance istituzionale:
 coerenza ed integrazione degli elementi costitutivi della politica
cooperativa
 promozione dei processi partecipativi, includendo in essi i nuovi attori
della cooperazione dello sviluppo
 rafforzamento dei meccanismi di monitoraggio e di valutazione delle
performances cooperative
2012: rilevanza del Forum per la Cooperazione allo Sviluppo > strumento
UN per assicurare la coerenza dell’intervento di assistenza attraverso il
dialogo tra donatori e beneficiari, attori pubblici e privati, e lo scambio di
buone pratiche
MDGs e HL Panel
2013 (maggio-settembre):
 Il Panel di Alto Livello ha prodotto il Rapporto intitolato “A New Global
Partnership: Eradicate Poverty and Transform Economies through
Sustainable Development,” nel quale viene delineata un’agenda per il
conseguimento di tali obiettivi, con particolare riferimento all’Obiettivo 1
entro il 2030
 Il Segretario generale ha presentato in settembre il suo Rapporto sugli
MDGs e sull’agenda post-2015 “A life of dignity for all: accelerating
progress towards the Millennium Development Goals and advancing the
United Nations development agenda beyond 2015” ed ha contestualmente
lanciato il Rapporto della MDG Gap Task Force per il 2013 “‘The Global
Partnership for Development: The Challenge We Face”
La cooperazione internazionale per lo sviluppo –
Sistema WB/BIRS
WBG/BIRS
Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo
(IBRD/BIRS)

- creata attraverso gli Accordi di Bretton Woods del 1944, sebbene
l’accordo istitutivo sia stato aperto alla firma e sia entrato in vigore il 12
dicembre 1945
- obiettivo:
 supportare il riavvio dei processi economici nazionali dei Paesi coinvolti
nel secondo conflitto mondiale, promuovendo i trasferimenti di capitale
affinché gli investimenti esteri garantissero un nuovo equilibrio delle
bilance dei pagamenti degli Stati
 oggi, assicurare una adeguata assistenza finanziaria per il
potenziamento delle risorse e delle capacità produttive dei Paesi in via di
sviluppo > approccio bottom-up / top-down
Gruppo della Banca mondiale
Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo
(IBRD/BIRS)

- approccio bottom-up:
 leadership del processo cooperativo ai PVS
 utilizzazione trasparente delle risorse pubbliche da parte dei PVS
 monitoraggio delle performances economiche dei PVS in ordine
all’assistenza finanziaria
 valutazione dell’assistenza cooperativa finanziaria dei donors
- approccio top-down:
Istituzione del Global Monitoring (2003) con IMF > Rapporto 2006:
debolezza del sistema della cooperazione internazionale economicofinanziaria / Rapporto 2013: esame dei processi di urbanizzazione per il
contrasto alla povertà ed il conseguimento degli MDGs nei PVS
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