L’infermiere in riabilitazione
A cura di :
Alessio Angioletta
01/10/05
L’infermiere in riabilitazione
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Normativa
Funzioni dell’infermiere in
riabilitazione
Modelli teorici di riferimento
Strumenti informativi adeguati
Normativa
L. 42/99: abrogazione del mansionario DPR
225/74
D.M. 739/94 “ Regolamento concernente
l’individuazione della figura e del relativo
profilo professionale dell’infermiere”.
Art.1 comma 2: “ L’assistenza infermieristica
preventiva, curativa, palliativa e
riabilitativa è di natura tecnica, relazionale,
educativa.
Normativa
Le principali funzioni sono la prevenzione
delle malattie, l’assistenza ai malati ed
ai disabili di tutte le età e
l’educazione sanitaria”
Nuovo ordinamento didattico
Codice Deontologico (punti 2.2 e 2.5)
Infermieristica riabilitativa
OBIETTIVO:
Assistere l’individuo che presenta una
disabilità e/o malattia cronica a
reintegrare, mantenere e promuovere il
suo massimo grado di salute
raggiungibile.
L’azione infermieristica
Può essere volta alla:
ABILITAZIONE: su persone giovani per
abilitarle alle richieste dell’ambiente e
della società e ciò include
l’apprendimento di capacità che
consentono loro di vivere nella società
L’azione infermieristica
RIABILITAZIONE: rivolta a persone
sia in giovane età sia in età avanzata
che modificano le loro capacità
apprendendo nuovi modi di fare le
cose.
RIATTIVAZIONE: rivolta a persone di
qualsiasi età tesa a ripristinare le
abilità funzionali temporaneamente
perse per un evento acuto.
Funzione educativa-riabilitativa
COMPETENZA INTELLETTUALE
 Identificare i problemi reali e potenziali relativi
al soddisfacimento dei bisogni/attività di vita
nella persona che presenta disabilità e/o
malattia cronica
 Collaborare con l’equipe riabilitativa
all’elaborazione del progetto riabilitativo
individuale
 Pianificare l’assistenza infermieristica specifica
prevedendo i criteri e gli indicatori per la
valutazione del piano
Funzione educativa-riabilitativa
COMPETENZA MANUALE
Attuare l’assistenza infermieristica in autonomia
e/o collaborazione con l’equipe riabilitativa , al
fine di reintegrare, mantenere o promuovere la
maggiore autonomia possibile
COMPETENZA RELAZIONALE
Utilizzare strategie relazionali specifiche secondo
le diverse disabilità, tese a stabilire una relazione
d’aiuto atta a sostenere la persona, la famiglia e le
persone intese come risorsa
Funzione assistenziale-riabilitativa
COMPETENZA INTELLETTUALE
 Identificare i bisogni di natura educativa
correlati alla disabilità ed alla patologia cronica
della persona, della sua famiglia/persone risorse.
 Progettare un piano educativo e/o di
addestramento rivolto alla persona, alla famiglia,
teso al mantenimento delle capacità residue ed
alla promozione della maggiore autonomia
possibile nello svolgimento delle attività di vita
quotidiana
Funzione assistenziale-riabilitativa
COMPETENZA INTELLETTUALE
 Valutare le capacità che la persona, famiglia e/o
persone risorsa hanno di seguire a domicilio le
indicazioni date nel programma educativo e/o di
addestramento
Funzione assistenziale-riabilitativa
COMPETENZA MANUALE
 Attuare gli interventi infermieristici finalizzati a
favorire nella persona e nella sua famiglia,
l’apprendimento delle conoscenze e delle abilità
necessarie per promuovere la maggior autonomia
possibile
COMPETENZA RELAZIONALE
Utilizzare strategie relazionali-educative efficaci
per la persona disabile e la sua famiglia
Modello di riferimento
Il modello che più
condivide questi valori
è quello di Nancy
Roper
(Nursing psicodinamico)
Modello Infermieristico
La Roper sviluppa un modello concettuale nel
quale l’uomo è considerato come un sistema
aperto in continua interazione con il suo
ambiente ed è sostenuto da un costante
desiderio verso l’indipendenza, intesa
come la capacità di eseguire in modo
autonomo le attività quotidiane.
La Roper lo definì un modello di vita
Modello Infermieristico
Definizione di nursing:
Nel contesto delle cure atte al mantenimento
della salute, il Nursing ha lo scopo di aiutare
una persona a procedere verso il polo della
massima indipendenza consentita
dall’individuo stesso in ciascuna attività
quotidiana, di aiutarlo a mantenere tale
indipendenza,aiutarlo a fronteggiare ogni
regressione, aiutarlo a morire con dignità
L’infermiere aiuta la persona a
recuperare la sua posizione nel
continuum della vita o a procedere verso
la massima indipendenza possibile
Concetti-chiave della teoria
1.
2.
3.
UOMO ( entità biologica, psicologica,
sociale)
Ambiente ( biologico, psichico, sociale)
Attività di vita: tutte quelle azioni che
insieme contribuiscono al complesso
processo del vivere
Attività di vita
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Mantenimento di un ambiente sicuro
Comunicazione
Respirazione
Alimentazione ed idratazione
Eliminazione
Igiene personale ed abbigliamento
Attività di vita
7. Controllo della temperatura
8. Mobilizzazione
9. Lavoro e tempo libero
10. Espressione della sessualità
11. Sonno e riposo
12. Morire: la morte rappresenta l’ultimo
atto del processo della vita
Definizione di problema
Il problema è una discrepanza fra ciò che
è e ciò che dovrebbe essere.
Perciò, ogni volta che si manifesta un
ostacolo allo svolgimento delle attività di
vita, si evidenzia un problema, che insieme
alle motivazioni che lo sostengono saranno
fondamentali per guidare l’intervento
infermieristico
Tipologie di problemi
Per ogni attività di vita possono essere classificati
tre tipologie di problemi:
1.
Mancanza di svolgimento dell’attività di vita,
quando la persona non è in grado di interagire con
l’ambiente circostante. La persona è vicino al polo
della totale dipendenza
2.
Scarso svolgimento delle attività di vita.
Posizione intermedia tra i due poli.
3.
Inadeguato svolgimento delle attività. Relativa
autonomia.
Mancanza dello
svolgimento delle
attività di vita
La persona non è
in grado di
interagire con
l’ambiente
circostante
L’infermiere
interviene con una
funzione di
sostituzione
Scarso svolgimento
delle attività di vita
Parziale
integrazione con
l’ambiente:attività non complete
L’infermiere
interviene con
funzioni di aiuto
ed integrazione
Inadeguato
svolgimento delle
attività di vita
Interazione con
l’ambiente non
consono per la
mancanza di
informazioni
L’infermiere
interviene con
funzioni di
informazione ed
educazione
Problem Solving

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



Identificazione del problema
Identificazione degli obiettivi reali
Analisi delle risorse
Pianificazione degli interventi
Attuazione
Verifica dei risultati
Fasi del processo assistenziale
secondo il modello delle attività di
vita
Accertamento
 Raccolta di informazioni sul
paziente,rispetto alla situazione attuale,
nello svolgimento delle attività di vita
 Individuazione dei problemi e delle loro
motivazioni espressi sotto forma di
diagnosi infermieristica
 Esame delle risorse esistenti

Fasi del processo assistenziale

Pianificazione
Stabilire gli obiettivi da raggiungere
 Porre le scadenze
 Formulare un piano di azione

Fasi del processo assistenziale


Attuazione
Attuazione del piano
concordato.l’infermiere deve annotare
quotidianamente e sistematicamente le
attività che vengono svolte,oppure i motivi
per il mancato svolgimento
Fasi del processo assistenziale


Valutazione
Verificare i risultati del processo di
assistenza e controllare che ogni fase del
processo sia avvenuta secondo le modalità
previste
STRUMENTI INFORMATIVI

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



CARTELLA INFERMIERISTICA
CARTELLA MULTIDISCIPLINARE PER IL
TEAM RIABILITATIVO
LINEE-GUIDA
PROTOCOLLI
PROCEDURE
SCALE DI VALUTAZIONE
CARTELLA
MULTIDISCIPLINARE

Parte generale : contenente dati
anagrafici e personali dell’utente e
persone significative

Anamnesi medica ed esame obiettivo

Prescrizione terapeutica e diagnostica

Diario clinico
Cartella





Accertamento infermieristico relativo alle
ADL
Pianificazione assistenziale
Diario infermieristico
Accertamento per fisioterapista relativo
ad abilità cognitive, aspetti
comportamentali, movimento,
deambulazione, equilibrio etc.
Cartella





Piano degli interventi del fisioterapista
Scheda di osservazione del personale
tecnico di supporto
Progetto riabilitativo individuale
Programma di intervento
Valutazione dei risultati
Cartella





Verbali di riunioni di progetto e familiari
Schede consulenze specialistiche
Schede di collegamento tra i servizi
Diario aperto per l’utente e la famiglia (
dimissioni temporanee)
Piano di dimissione e informazioni date
da ogni figura professionale per la parte
di specifica competenza
ESEMPIO DI MODELLO
ORGANIZZATIVO





Infermiere di riferimento
Provvede all’accoglienza del nuovo entrato
Partecipa alla visita di ingresso
Partecipa alla riunione di progetto e di
programma ;
Pianifica l’assistenza
Partecipa alla riunione con i famigliari
ESEMPIO DI MODELLO
ORGANIZZATIVO




Addestra l’utente e/o i famigliari
Riferimento nel team per gli altri operatori
coinvolti
Delega l’assistenza infermieristica ai
colleghi
Compila la modulistica
LINEE GUIDA
INDICAZIONI GENERALI
DI COMPORTAMENTO VOLTE A IDENTIFICARE
STRATEGIE APPROPRIATE PER LA GESTIONE
DI DETERMINATE SITUAZIONI
ORGANIZZATIVE, GESTIONALI,
ASSISTENZIALI

PROTOCOLLO
FORMALIZZAZIONE
DELLA SUCESSIONE DI UN INSIEME DI
AZIONI FISICHE E/O MENTALI E/O
VERBALI CON LE QUALI L’INFERMIERE
RAGGIUNGE UN DETERMINATO
OBIETTIVO

PROCEDURA
DETTAGLIATA DESCRIZIONE DEGLI ATTI
DA COMPIERE PER ESEGUIRE
DETERMINATE ATTIVITA’ DESCRIVE IL
MATERIALE DA UTILIZZARE E LA
SEQUENZA DEGLI ATTI

SCALE DI VALUTAZIONE

STRUMENTI
PER L’INTEGRAZIONE ED IL
MIGLIORAMENTO DELL’ASSISTENZA
SCALE DA UTILIZZARE
( ictus cerebrale)





ADL (activity daily living)
IADL (instrumental adl)
SCALA DI NORTON O DI BRADEN
FIM (functional independence measure)
GDS (geriatric depression scale)
ADL - FIM
Area autonomia nella cura della
persona
Identificazione dei problemi: cause di
disabilità nelle attività di vita quotidiana
Obiettivi specifici: recupero della massima
autonomia nelle ADL primarie
Pianificazione degli interventi:
incoraggiare il paziente e invitare i
famigliari a fornire solo l’aiuto o le
facilitazioni indispensabili

SCALE DI NORTON O BRADEN
Area stabilità internistica (programma per
l’integrità cutanea)
Responsabile: infermiere
Valutazione:scala di Norton o di Braden
Identificazione del problema: individuazione dei

fattori di rischio dell’insorgenza di lesioni da decubito
Obiettivi specifici: miglioramento dello stato generale
del paziente e dello stato delle lesioni se preesistenti
Pianificazione degli interventi: mobilizzazione
,cambi di postura, monitorare l’andamento della lesione
GDS

Area competenze cognitivocomportamentali
Identificazione del problema:
se presente il
disturbo depressivo, quale influenza ha sul recupero
Obiettivi specifici: accettazione della disabilità
Pianificazione degli interventi: valutazione
del recupero
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