Studio morfologico e fotometrico del gruppo compatto HCG51 Andrea Cicchini, Martina di Pumpo, Elena Porto, Marco Rocchetto, Eugenio Warglien Liceo Scientifico “G.B. Benedetti”, Venezia Anno scolastico 2007/08 Morfologia delle galassie Le galassie, secondo parametri morfologici, si dividono in: • ellittiche (E) • spirali (S) • irregolari (Ir) Ir Ir L’oggetto del nostro studio • Ci sono state fornite le immagini del gruppo compatto HCG 51 nelle bande fotometriche U, G, R, I, e Z prelevate dallo “Sloan Digital Sky Survey”. • HCG 51 è un gruppo compatto di sette galassie (due in forte vicinanza e interazione gravitazionale). HCG 51 – © 2007 SSDS Il nostro obiettivo Lo scopo del nostro studio: • creare un modello di ciascuna galassia dalle immagini fornite. • studiare le caratteristiche morfologiche delle galassie dai modelli (magnitudine, angolo di posizione, raggio e rapporto tra gli assi del bulge e del disco se presente) Metodi utilizzati per lo studio Per studiare HCG 51 abbiamo utilizzato principalmente due programmi: • IRAF: usato come visualizer di immagini • Galfit: usato per creare i modelli delle galassie dalle immagini messe a nostra disposizione IRAF Visualizzazione di una galassia (1, 1a), del suo modello (2, 2a) e del residuo (3,3a) in due diverse lunghezze d’onda 1 3 2 1a 3a 2a Galfit • È un software sviluppato da Chieng Peng, NRC Herzberg Institute of Astrophysics (Canada) • Studia forma e proprietà delle galassie applicando all’immagine originale delle leggi che descrivono la distribuzione di luminosità. Immagine originale Dati ottenibili - - Immagini: modello della galassia e sottrazione del modello dall’immagine originale Modello della galassia Dati: magnitudine, presenza o meno del disco, rapporto assiale, angolo di inclinazione Sottrazione del modello dall’immagine originale La creazione dei modelli • Profili di luminosità utilizzati per creare i modelli: – Per il bulge: legge di Sersic – Per il disco: legge di Freeman. • Queste leggi sono chiamate “leggi di scala delle galassie” e sono ricavate dall’osservazione sistematica e dall’esame dei dati fotometrici. Componente bulge: Legge di Sersic: 1/ n R S Se expbn 1 Re • R: rappresenta la distanza dal centro, è la variabile. • Re: raggio efficace • n: indice di Sersic. Componente disco: Legge di Freeman: R S S0 exp h • R: distanza dal centro, è la variabile • h: lunghezza di scala del disco I profili di brillanza Legge di De Vauculeurs, utilizzata per le ellittiche Legge De Vauculeurs (per il bulge, in blu) + Legge Freeman (per il disco, in rosso) Gestire Galfit • Creazione di un file di input contenente i valori stimati che fanno parte della funzione utilizzata • Se i valori sono sufficientemente corretti Galfit elabora molto rapidamente il profilo di luminosità della galassia • Se questi valori stimati si discostano troppo da quelli reali Galfit non riesce ad elaborare alcun modello e il programma crasha! Output di galfit quando crasha Gestire Galfit • Presenza di stelle di campo: deve essere assegnato il profilo PSF dell’immagine • PSF (Point Spread Function): la funzione che descrive come i fotoni provenienti dalle stelle di campo sono distribuiti nell’immagine • In questo modo riusciamo a rimuovere dall’immagine originale il degrado della qualità dei dettagli dovuti alla turbolenza dell’atmosfera Gestire Galfit • Ogni passaggio è stato ripetuto per ogni filtro e per ogni galassia. Quando un valore si discostava eccessivamente dalla media dei valori precedentemente trovati si ripeteva il procedimento variando la stima dei parametri. • Abbiamo così ottenuto un file di output contenente i dati morfologici relativi alle varie galassie. Il file di output Esempio di File di output generato da Galfit Rielaborazione dei dati Magnitudini • Grazie al file di ouput siamo riusciti ad ottenere le magnitudini delle galassie studiate. • La magnitudine ottenuta deve essere però ulteriormente corretta trasformandola secondo la formula (1) • Ottenuta la magnitudine corretta del bulge e del disco abbiamo calcolato la magnitudine apparente totale mtot 2,5log 100,4mb 100,4 md formula (1): m m0 mr kx m0: è il punto zero del sistema fotometrico; è la costante che aggiunta alla magnitudine strumentale la trasforma in una magnitudine calibrata. mr: è la magnitudine ottenuta con Galfit k: costante di estinzione atmosferica, dipende dalla lunghezza d’onda. Ha un valore più elevato per lunghezze d’onda minori e più basso per lunghezze d’onda maggiori. x: è il valore della massa d’aria, ossia 1/cosz, dove z è la distanza dell’oggetto dallo zenith. Sottraendo kx dalla magnitudine otteniamo la magnitudine priva dell’estinzione atmosferica. Rielaborazione dei dati Magnitudini • In ultima fase abbiamo trasformato le magnitudini nei filtri UGRIZ ai filtri UBVRI che sono più classici, in modo da poter confrontare i nostri risultati con la letteratura o con quelli relativi ad altre galassie. • Le magnitudini sono state trasformate grazie alle seguenti equazioni ricavate dall’articolo “Setting UBVRI Photometric Zero-Points Using Sloan Digital SKy Survey ugriz Magnitudes” (Astronomical Journal): Equazioni di trasformazione dal sistema di filtri UGRIZ a quello BVRIU B = g + 0.327(g – r) + 0.216 V = g – 0.587(g – r) – 0.011 R = r – 0.272(r – i) – 0.159 I = i – 3.337(r – i) – 0.370 U = u – 0.854 Le magnitudini trovate Tabella magnitudini apparenti nei filtri GRIZ Tabella magnitudini assolute medie per ogni galassia Luminosità nei filtri B e V • Dalle magnitudini B e V abbiamo infine ricavato la luminosità espressa in unità solari Confronto con la letteratura • Infine abbiamo confrontato le magnitudini in filtro B trovate con quelle del database Simbad: 1: Galassia A 2: Galassia A1 3: Galassia B 4: Galassia C 5: Galassia D 6: Galassia E 7: Galassia F Rielaborazione dei Dati Raggio efficace, Eccentricità, Angolo di posizione (disco e bulge), Differenza di magnitudine tra bulge e disco e Tipo morfologico • Grazie ai dati forniti da Galfit siamo riusciti a stabilire se le galassie studiate presentavano bulge o meno: – Le galassie che presentavano un disco le abbiamo classificate come spirali – Le galassie che non presentavano il disco, ma solo il bulge come ellittiche Rielaborazione dei Dati Raggio efficace, Eccentricità, Angolo di posizione (disco e bulge), Differenza di magnitudine tra bulge e disco e Tipo morfologico Grafico che mostra la relazione ∆mI/T • Per le galassie che presentavano il disco galattico (A, B, C, E) abbiamo calcolato la differenza di magnitudine tra bulge e disco per determinare il sottotipo morfologico. • Abbiamo utilizzato una curva (a lato) che mette in relazione la differenza di magnitudine con con il tipo morfologico Legenda del grafico sopra riportato: T -5 -3 -2 0 Tipo E E-S0 S0 S0/Sa T 1 2 3 4 5 Tipo Sa Sab Sb Sbc Sc Rielaborazione dei Dati Raggio efficace, Eccentricità, Angolo di posizione (disco e bulge), Differenza di magnitudine tra bulge e disco e Tipo morfologico • Per determinare il tipo morfologico delle galassie che possiedono unicamente la componente del bulge (galassie ellittiche) abbiamo invece utilizzato la formula: T=10*(1-b/a) Rielaborazione dei Dati Raggio efficace, Eccentricità, Angolo di posizione (disco e bulge), Differenza di magnitudine tra bulge e disco e Tipo morfologico E per finire… Vogliamo ringraziare il Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova . Un sentito ringraziamento va inoltre al prof. Stefano Ciroi, per la pazienza e gli utili consigli, e al prof. Forieri, il nostro referente.