I SEGNI DEL REGNO DI DIO Il Vangelo di Matteo riunisce ora 10 racconti di miracoli. Nei Vangeli si contano poco più di una trentina di miracoli raccontati nei particolari. In paragone a Marco, Matteo ha soppresso nel suo testo tutto ciò che poteva evocare qualcosa di magico. Gesù non ci tiene a far mostra di potenza personale o prestigio: vuole solo far capire che il tempo annunciato dai profeti è giunto, che egli è presente, che è il Messia. Inoltre, i suoi atti stanno a dimostrare che la malattia, il male, non hanno più l’ultima parola; che l’uomo non è schiavo del suo destino, che la bontà di Dio è manifestata in quella di Gesù. I LIBRI DELL’A.T. I libri dell’A.T. sono raggruppati in quattro parti Il PENTATEUCO: sono i primi cinque libri della bibbia I LIBRI STORICI: sono 16; parlano •GENESI: Dio crea il mondo l’uomo di particolari momenti storici del popolo ebraico: Giosuè, Giudici, I Re, Cronache… e la donna,Dio inizia l’alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe •ESODO: Dio libera il popolo d’Israele dalla schiavitù egiziana I PROFETI: sono 6 libri che raccolgono gli scritti dei Profeti maggiori (hanno scritto di più), Isaia, Geremia, Ezechiele,Baruc, Daniele… e 12 libri di profeti minori (hanno scritto di meno) •LEVITICO: contiene le regole per Il culto, affidato alla tribù di Levi I LIBRI DIDATTICI E SAPENZIALI: sono 7 •NUMERI: Libro dei censimenti libri: educano il popolo a vivere con saggezza e amore verso Dio e il prossimo: Giobbe, Salmi, Proverbi, Sapienza, Siracide… con cui viene organizzato il popolo nei quarant’anni nel deserto •DEUTERONOMIO: Mosè ripresenta al popolo la legge del Sinai (dieci comandamenti I vari autori della bibbia, nell’esprimere la parola di Dio e nel raccontare i fatti e gli avvenimenti della storia della salvezza usarono generi letterari(=forme espositive dei contenuti) Storico-Narrativo Racconti e vicende storiche Normativo Leggi e norme per regolare la vita sociale e religiosa Poetico Canti, salmi e preghiere Sapienziale Proverbi e riflessioni per riflettere sui grandi temi della vita Profetico Profezie e insegnamenti che i profeti esprimevano, a nome di Dio, per aiutare il popolo a trovare la via del bene e rimanere fedeli a Dio Ordine cronologico dei profeti • nel Regno di Israele – Amos (750-730 c.) e Osea (740-721 c.). • nel Regno di Giuda – prima dell’esilio babilonese: 740-687: Michea, Primo Isaia (cc. 1-39); 621-587: Sofonia, Nahum, Abacuc, Geremia; – durante l’esilio babilonese: 687-538: Lamentazioni (di Geremia), Ezechiele, Secondo-Isaia (cc. 4055); – dopo l’esilio, in epoca persiana: 520: Aggeo, Primo-Zaccaria (cc. 1-8); 520-331: Terzo-Isaia (cc. 55-66), Abdia, Gioele, Malachia, Giona; – dopo l’esilio, in epoca greca: 33 1-200: Secondo-Zaccaria (cc. 9-14), Baruch (in greco) 167-164: Daniele (cc. 1-12), – per sostenere i perseguitati ebrei da parte di Antioco IV° Epifane. 164ss: Daniele (3,24-90 e cc. 13-14: cioè alcune integrazioni sull’edizione greca dei Settanta). 4 BARUC LIBRO PROFETICO E’ composto da 6 capitoli suddivisi così: 1,1 – 14 Prologo Storico 1,5; 3,8 Liturgia penitenziale 3,9; 4,4 Inno sapienziale 4,5; 5,9 Omelia profetica C’è diversità di generi letterari. Baruc era un amico e segretario di Geremia. E’ stata redatta nel II secolo a. C. E’ stata scritta in ebraico, ma ci è pervenuta in greco. Il capitolo 6 è costituito dalla Lettera di Geremia; è chiamata così perché è molto simile a Ger 29, lettera agli esuli, ma la sua redazione è da fissare tra il 250 e il 120 a. C. Il LIBRO DELLE LAMENTAZIONI Sono 5 poemetti appartenenti al genere letterario del lamento, sia individuale che collettivo. La traduzione greca dei Settanta li inserì come aggiunta al libro di Geremia. Non sono da attribuirsi a Geremia, quanto alla minuscola comunità dei rimasti in Giuda, che li cantava nelle celebrazioni penitenziali. I cinque poemetti delle Lamentazioni ebbero origine dopo la distruzione di Gerusalemme, avvenuta nel 586 a. C. Essi descrivono la situazione disastrosa in cui si trova la città distrutta, ma al tempo stesso si aprono alla speranza in Dio “ricco di misericordia per l’anima che lo cerca” (3, 25)