LEZIONE 12 DELLA SCUOLA DEL SABATO
RITORNO IN EGITTO
4° TRIMESTRE 2015
SABATO 19 DICEMBRE 2015
Dal capitolo 40 a 44 di Geremia è raccontata la storia di un piccolo
rimanente che rimase nella terra di Giuda, dopo che Gerusalemme
fu distrutta.
Ghedalia è nominato governatore del rimanente di Giuda.
(Geremia 40:6-12)
Ismael uccide Ghedalia e conduce in cattività il rimanente.
(Geremia 40:13-41:10)
Johanan libera il rimanente e chiede a Geremia di
consultare Dio. (Geremia 41:11-42:6)
La risposta divina: Tornate in Giudea e sottomettetevi a
Babilonia. (Geremia 42:7-22)
Johanan rifiuta di ubbidire a Dio e torna in Egitto.
(Geremia 43:1-7)
Geremia profetizza in Egitto. (Geremia 43:8-13)
Rifiuto e superbia di Giuda. (Geremia 44)
«Geremia andò da Ghedalia, figlio di Aicam, a Mispa, e abitò con lui in
mezzo al popolo che era rimasto nel paese» (Geremia 40:6)
Il re di Babilonia lasciò in Giudea un gruppo di
persone leali, i più poveri, e un piccolo drappello
di soldati.
I capi ebrei che erano rimasti in Giudea andarono
a sottomettersi a Ghedalia. Ma tra loro vi era un
traditore comprato dagli ammoniti: Ismael
(Geremia 40:14).
Dopo aver ucciso Ghedalia e i soldati babilonesi,
Ismael trascinò il popolo verso Ammon. Allora,
Johanan –un altro dei capi– li inseguì e liberò il
rimanente (Ger. 41:14).
Il popolo temeva di ritornare a Mispa per paura
delle rappresaglie da parte dei babilonesi.
(Geremia 41:17-18)
«e dissero al profeta Geremia: «Ti sia accetta la nostra supplica, e prega il SIGNORE,
il tuo Dio per noi, per tutto questo residuo (poiché, di molti che eravamo, siamo rimasti
pochi, come lo vedono i tuoi occhi) affinché il SIGNORE Dio tuo, ci mostri la via per la
quale dobbiamo camminare, e che cosa dobbiamo fare». (Geremia 42:2-3)
Di fronte alla scelta tra l’andare in Egitto o
tornare a Mispa, il popolo finalmente chiese
consiglio a Dio attraverso il profeta Geremia.
Il popolo si compromise a ubbidire a Dio,
come fecero i loro progenitori quando
uscirono dall’Egitto. (Esodo 24:7)
«Sia la tua risposta gradevole o sgradevole,
noi ubbidiremo alla voce del SIGNORE nostro
Dio, al quale ti mandiamo, affinché bene ce
ne venga, per aver ubbidito alla voce del
SIGNORE nostro Dio» (Geremia 42:6)
«Se prendiamo il Cristo come guida egli ci
condurrà sani e salvi alla meta.
Anche il peggiore dei peccatori può trovare
la strada giusta.»
E.G.W. (Con Gesù sul monte delle beatitudini - pag. 104)
«Dio ci offre la possibilità di scegliere, sta
a noi perfezionare la scelta. Non possiamo
cambiare il nostro cuore, dominare
pensieri, impulsi, affetti, non possiamo
fare qualcosa per essere puri e pronti per
collaborare con il Signore, ma possiamo
scegliere di consacrarci a lui e offrirgli la
nostra volontà. Allora egli potrà suscitare
in noi «... Il volere e l'agire, secondo il suo
disegno benevolo» (Filippesi 2:13). Così
tutto il nostro essere sarà sotto il
controllo del Cristo. »
E.G.W. (Sulle orme del gran Medico - pag. 94)
«Azaria, figlio di Osaia, e Iocanan, figlio di Carea, e tutti gli
uomini superbi dissero a Geremia: Tu dici il falso; il
SIGNORE, il nostro Dio, non ti ha mandato a dire: "Non
andate in Egitto per abitarvi» (Geremia 43:2)
Il desiderio di ricercare la guida divina apparentemente era sincera.
Ma, in realtà, quello che volevano era che Dio fosse d’accordo coi
loro piani: andare in Egitto.
Giustificarono la loro condotta accusando Geremia di mentire e di
lasciarsi influenzare dal suo scriba Baruc.
Quando il peccatore non è disposto ad
abbandonare le sue vie, la ragione è
messa da parte. Se la Parola non concorda
coi loro desideri, non è ascoltata.
Se vogliamo essere guidati veramente
da Dio, dobbiamo essere disposto ad
andare dove Lui ci conduce, e fare
quello che ci chiede.
«Prendi nelle tue mani delle grosse pietre e nascondile nell'argilla della
fornace da mattoni che è all'ingresso del palazzo del faraone, in Tafnes, in
presenza degli uomini di Giuda» (Geremia 43:9)
Attraverso i simboli, Dio aveva un nuovo
messaggio per il popolo disubbidiente: Il
paese in cui andavano a rifugiarsi non
avrebbe dato loro sicurezza, ma sarebbero
stati attaccati nuovamente in quel luogo.
Nell’anno 568 a.C., mentre in Egitto vi era
la guerra civile, Nabucodonosor alzò i suoi
padiglioni nel luogo dove Geremia aveva
nascosto nell’argilla delle grandi pietre. La
nostra unica protezione e sicurezza in
questo mondo sta nell’ubbidire a Dio, Lui è
la nostra unica sicurezza.
«Quanto alla parola che ci hai
detto nel nome dell’Eterno, non ti
ascolteremo.» (Geremia 44:16)
Alcuni anni più tardi, gli ebrei in Egitto continuarono a commettere le
stesse abominazioni che commettevano in Gerusalemme.
Questa volta, sfidarono apertamente la parola di Dio pronunciata da
Geremia. Lungi dal pentirsi dei loro peccati, si vantavano nel commetterli.
Essi dicevano che, quando adoravano
apertamente gli idoli al tempo di
Manasse, «avevamo abbondanza di
pane, stavamo bene e non vedevamo
nessuna calamità» (Geremia 44:17).
Non ricevendo il castigo per i loro
peccati, pensarono che i mali che
avevano sofferto erano la conseguenza
per aver cessato di peccare!
E.G.W. (Messaggi scelti - volume 2 cap. 6 pag 66)
«La rebellione e
l’apostasia sono nell’aria
stessa che respiriamo.
Ci colpiranno, a meno
che, mediante la fede
consegneremo le nostre
anime indifese a Cristo»
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Geremia 40:6-12