La cartella clinica Alessandro Serretti, MD, PhD Institute of Psychiatry University of Bologna Italy La cartella clinica costituisce una verbalizzazione, ossia una registrazione delle notizie riguardanti il soggetto ricoverato il cui fine ultimo si identifica nella tutela della salute del pz. Dunque essa rappresenta il mezzo più fedele in grado di documentare il decorso clinico di ogni degente, delle decisioni assunte, degli interventi effettuati e quindi del comportamento della struttura ospedaliera. Inoltre essa è la base per la corretta valorizzazione dell’attività da un punto di vista economico anche in considerazione dell’introduzione nel SSN dei Drg. Essa rappresenta infine un importante veicolo di comunicazione verso l’esterno (medici di base, assicurazioni, ASL ecc.) ed uno strumento scientifico e didattico per lo studio e formazione professionale oltre che una preziosa fonte documentale per le ricerche di carattere storico. Per l’insieme di questi elementi la cartella clinica riveste un notevole ruolo documentativo: Sanitaria: la c.c. rappresenta una raccolta di notizie riguardanti il pz nei riferimenti anamnestici, obiettivi, terapeutici e dietetici, raccolte dai medici curanti e destinate soprattutto alla diagnosi ed alla cura; subordinatamente allo studio, alla ricerca scientifica ed all’insegnamento. Giuridica: la c.c. costituisce un atto pubblico di fede privilegiata in quanto: 1. proviene da un pubblico ufficiale o da un dipendente incaricato di un pubblico servizio nell’esercizio delle sue funzioni; 2. trattasi di documento originale che costituisce la fonte prima ed autonoma di quanto in essa contenuta; 3. i fatti e le attestazioni di scienza che in essa figurano hanno rilevanza giuridica perché produttivi del diritto del pz di essere assistito e dello Stato di assisterlo. COMPILAZIONE La cartella clinica deve contenere tutti gli elementi per una piena valutazione dell’attività svolta durante il ricovero, in quanto essa costituisce un atto ufficiale a garantire la certezza di una serie di vicende. Alla compilazione della c.c. concorrono quanti, ciascuno per la parte di propria competenza e funzione, hanno contatti con il pz. Una c.c. compilata correttamente deve raccogliere in ordine cronologico tutti i dati anagrafici, anamenstici, clinici, diagnostici e terapeutici, tutte le prescrizioni ed ogni altra notizia ritenuta rilevante per la salute del pz. DOCUMENTI ANNESSI ALLA CARTELLA CLINICA Accettazione Anamnesi I referti di tutte le indagini di laboratorio e strumentali Il diario Gli esami con i relativi referti Consulenze specialistiche Scheda di dimissione ospedaliera (SDO) La scheda infermieristica Il modulo di consenso informato Copia del riscontro diagnostico in caso di decesso del pz Copia della lettera di dimissione al pz I principali requisiti della c.c. sono rappresentati dalla VERIDICITA’, COMPLETEZZA, PRECISIONE E CHIAREZZA. Per completezza e precisione si intende la effettiva e completa trascrizione di ciò che si è obbiettivato, in modo tale da riprodurre la “fotografia dell’evolversi della malattia”. Tale completezza richiede che ogni singola annotazione riportata in cartella sia firmata, rendendo così possibile l’attribuzione ai singoli operatori intervenuti nell’attività eseguita. La Corte di Cassazione sancisce come ogni atto, esperito sul pz, sia esso diagnostico o terapeutico, debba essere trascritto nella c.c. contestualmente alla sua esecuzione. La c.c. è IMMODIFICABILE e IRRETRATTABILE. I dati contenuti nelle c.c. non possono essere cancellati, ma è ammessa una loro rettifica o integrazione. In caso di correzioni da eseguire è necessario circoscrivere l’errore tra due parentesi, numerarlo e riportare a piè di pagina il numero con la dicitura “leggasi:” scrivere la correzione apportata, quindi apporre firma, data e timbro. “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che indebitamente rifiuta, omette o ritarda un atto dell’ufficio o del servizio è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 2 milioni di lire” (art. 328 c. p.). In ambito civilistico una irregolare compilazione della c.c. da cui sia derivato un danno ingiusto si sostanzia nell’obbligo di risarcimento ai sensi dell’art. 2043 c.c. (risarcimento per fatto illecito). La responsabilità penale è sempre personale, mentre quella civile riguarda non solo il primario (culpa in vigilando) ma chiunque abbia contribuito alla compilazione della cartella clinica. Secondo una delle poche pronunce in materia, quanto riportato nelle certificazioni di ordine sanitario fa fede fino a querela di falso solo per quello che “il sanitario, pubblico ufficiale, attesta di aver compiuto o di essere avvenuto in sua presenza”, mentre ciò che non attiene ai fatti (per es. la formulazione di giudizi diagnostici) non rientra nella tutela dell’efficacia probatoria dell’atto pubblico. CONSENSO INFORMATO Ogni intervento diagnostico e terapeutico invasivo o rischioso deve essere preceduto dal consenso del pz. Il pz deve pertanto esprimere parere favorevole al trattamento sanitario, senza subire pressioni esterne da parte dei sanitari o dei familiari. Egli deve essere adeguatamente informato sulle modalità di esecuzione, sui benefici, sugli effetti collaterali e sui rischi ragionevolmente prevedibili, oltre che sull’esistenza di valide alternative terapeutiche. L’informazione costituisce una parte essenziale del progetto terapeutico, dovendo esistere anche a prescindere dalla finalità di ottenere il consenso. Nel caso in cui il pz sia incapace di intendere e di volere, l’espressione del consenso non è necessaria, purché si tratti di trattamenti dai quali dipenda la salvaguardia della vita o che, se rinviati o non eseguiti, cagionerebbero un danno irreversibile. DOCUMENTI ANNESSI ALLA CARTELLA CLINICA Accettazione Anamnesi I referti di tutte le indagini di laboratorio e strumentali Il diario Gli esami con i relativi referti Consulenze specialistiche Scheda di dimissione ospedaliera (SDO) La scheda infermieristica Il modulo di consenso informato Copia del riscontro diagnostico in caso di decesso del pz Copia della lettera di dimissione al pz ACCETTAZIONE Si accetta in reparto la sig.ra x proveniente dal proprio domicilio su indicazione del Dr. Serretti. La paziente ha sofferto di episodi depressivi dal 1992 (25 anni). Scarsa stabilizzazione dell'umore negli ultimi anni. Ultimo ricovero nel 3-02. Dal 1-2-02 al 5-03-02 è stata trattata con Depakin 1000 mg (52 ug/ml) seroxat 50 mg, felison 30 mg, Xanax 1.5 mg con parziale miglioramento psicopatologico. Durante il ricovero viene effettuata una TAC encefalo che evidenzia "Spazio liquorale ampliato in area temporale polare Dx, possibile cisti aracnoidea". Dopo il ricovero la paziente torna al proprio lavoro, non crisi di panico, non cadute, abbondante sonno ma permanenza di ACCETTAZIONE Si accetta in reparto la sig.ra x proveniente dal proprio domicilio su indicazione del Dr. Serretti. La paziente ha sofferto di episodi depressivi dal 1992 (25 anni). Scarsa stabilizzazione dell'umore negli ultimi anni. Ultimo ricovero nel 3-02. Dal 1-2-02 al 5-03-02 è stata trattata con Depakin 1000 mg (52 ug/ml) seroxat 50 mg, felison 30 mg, Xanax 1.5 mg con parziale miglioramento psicopatologico. Durante il ricovero viene effettuata una TAC encefalo che evidenzia "Spazio liquorale ampliato in area temporale polare Dx, possibile cisti aracnoidea". ACCETTAZIONE Dopo il ricovero la paziente torna al proprio lavoro, non crisi di panico, non cadute, abbondante sonno ma permanenza di moderata sindrome depressiva. Nel 5-02 riferisce sospensione della terapia per episodio di vomito con peggioramento della sintomatologia e compromissione del funzionamento generale (lunga permanenza a letto), presente anche irritabilità ed a volte logorrea, si consiglia di riassumere la terapia, ma ciò non viene fatto e nell'ottobre 2002 defenestrazione dal primo piano con fratture di quattro vertebre e di un malleolo (poi operato). ACCETTAZIONE Segue lunga riabilitazione motoria e permanenza di sindrome depressiva, viene seguita da Dr. X (tel xxxx) a si reintroduce paroxetina fino a 50 mg. Per il permanere della sintomatologia, il 14-2-03 si consiglia ricovero. All'età di 16 anni le viene fatta diagnosi di psoriasi trattata annualmente con fototerapia in condizione di ospedalizzazione. Nel 2002 diagnosi di psoriasi artropatica e terapia con ciclosporina. Non vengono riferite altre patologie mediche in atto. ACCETTAZIONE Al colloquio appare orientata nello spazio e nel tempo, l'umore appare deflesso ed a tratti disforico, l'eloquio è scarso, presente ansia ed ideazione pessimistica, non disturbi formali del pensiero. Considerata la storia clinica e lo stato psicopatologico attuale si propende per una diagnosi di disturbo bipolare, in base al rischio di switch, si consiglia terapia con deprivazione di sonno. Si richiedono esami ematochimici di routine ed elettrocardiogramma basale. ACCETTAZIONE Considerata la storia clinica e lo stato psicopatologico attuale si propende per una diagnosi provvisoria di depressione maggiore ricorrente con componenti ossessive, lo scopo del presente ricovero è di accertare la diagnosi formulata tramite colloqui clinici, test ed osservazione, e secondariamente l'istituzione di un trattamento specifico. Si sospende quindi somministrazione di Clomipramina. ACCETTAZIONE Considerata la storia clinica e lo stato psicopatologico attuale si propende per una diagnosi di depressione maggiore ricorrente, episodio depressivo con componenti di ansia, si reintroduce terapia precedentemente efficace con venlafaxina e litio. DOCUMENTI ANNESSI ALLA CARTELLA CLINICA Accettazione Anamnesi I referti di tutte le indagini di laboratorio e strumentali Il diario Gli esami con i relativi referti Consulenze specialistiche Scheda di dimissione ospedaliera (SDO) La scheda infermieristica Il modulo di consenso informato Copia del riscontro diagnostico in caso di decesso del pz Copia della lettera di dimissione al pz ANAMNESI ANAMNESI FAMILIARE: – Il padre della paziente è deceduto a 82 anni a causa di complicanze derivanti dal M. di Parkinson da cui era affetto. La madre è vivente, ha 83 anni ed è sofferente da M. di Alzheimer. Due fratelli, un maschio di 55 anni ed una femmina di 59, sono in apparente buona salute. La paziente vive con un partner di 56 anni e 3 figli, un maschio di 30 anni e due femmine di 23 e 27 anni, tutti in buona salute. Non precedenti psichiatrici a carico dei nonni. Uno zio materno (fratello della madre) affetto da probabili episodi depressivi ricorrenti + alcolismo, suicidatosi a 60 aa per impiccagione. Due cugini (figli di una sorella della madre), maschi e femmina, affetti da episodi depressivi, maschio suicida per impiccagione e femmina suicisio da farmaci. ANAMNESI ANAMNESI FAMILIARE: – La paziente ha sempre lavorato come casalinga o facendo alcuni lavoretti domestici come il cucito, ha scolarità media con rendimento nella media, si è sposata a 24 anni ed è entrata in menopausa a 50 anni. – Stato medico, servizio militare, fumo, etc. ANAMNESI ANAMNESI PSICOPATOLOGICA: – Il primo episodio risale al 1983 quando in assenza di fattori precepitanti specifici la paziente ha presentato deflessione timica, perdita degli interessi, insonnia, diminuzione dell'appetito con perdita di peso, ansia ed agitazione motoria. – Va notato che la paziente, pur in soggettiva buona salute, in precedenza nel 1973 in concomitanza con la nascita di un figlio aveva avuto l'insorgenza di capogiri, che avevano una frequenza giornaliera, particolarmente la sera, durante i quali la paziente avvertiva un senso di testa vuota e che duravano circa 1 ora. Tale disturbo è rimasto per 7-8 anni e poi non si è più ripresentato, la paziente ha effettuato accertamenti (EEG) che sono risultati nella norma. In tale periodo non erano presenti altri disturbi psicopatologici. ANAMNESI ANAMNESI PSICOPATOLOGICA: – Nel 1983 viene quindi ricoverata nella nostra struttura e seguita dalla Drssa XX con risoluzione completa della sintomatologia e con la seguente terapia di mantenimento: ANAFRANIL 10mg x 3; TAVOR 1mg x 2, 2,5mg la sera. – La paziente mantiene tale terapia per 10 anni in completo benessere fino alla primavera 1994, durante tale periodo la paziente ritorna a esercitare le sue attività domestiche e lavorative, ciò è anche confermato dal marito. – Nella primavera 1994 si ripresenta una sintomatologia depressiva dalle caratteristiche sovrapponibili a quella precedente. ANAMNESI ANAMNESI PSICOPATOLOGICA: – La paziente viene trattata con TATIG (Sertralina) 1 cpr x 2, la quale è causa di intolleranza gastrica; EN 0.5mg x 2; SEREUPIN per 10 gg senza beneficio; MANEON 1/2 cpr x 2 che è causa di agitazione; LEVOPRAID a cui segue insonnia. Tutto ciò senza beneficio. – Nel 7-94 viene ricoverata nel reparto di neurologia HSR ove viene somministrato ANAFRANIL I.V. 25 mg. Dopo alcuni (3-4) giorni la paziente riferisce notevole miglioramento della situazione clinica, riprende le proprie attività, e anche il marito conferma un ritorno alla normalità durante questo periodo. – La paziente viene dimessa con ANAFRANIL 25mg x 2 e gode di benessere per circa 2 mesi poi ricompare la predescritta sintomatologia. ANAMNESI ANAMNESI PSICOPATOLOGICA: – Dal 10-94 la paziente non ha più goduto di benessere tranne alcuni giorni in concomitanza con il cambio delle terapie. La paziente ha infatti da allora assunto, per circa 1 mese ogni terapia: PROZAC 1cpr; NORITREN 10mg x 3; ANAFRANIL SR 75mg; sempre associati a TAVOR 1mg x 3 + 2.5mg la sera. – Da allora la paziente lamenta la persistenza di uno stato di deflessione timica, apatia, ansia, che è presente in massimo grado al mattino, che viene trascorso a letto pensando continuamente alle attività da svolgere. Nel pomeriggio o sera la paziente riesce invece a svolgere alcune attività, seppur con fatica. ANAMNESI ANAMNESI PSICOPATOLOGICA: – Il 15-9-95 viene alla nostra osservazione e in base alla precedente risposta si prescrive ANAFRANIL 75mg x 2 e si lascia TAVOR 1+1+1+2.5 che la paziente assumeva. Il 20-10-95 visto il perdurare della situazione si aumenta ANAFRANIL a 75mg x 2 + 1/2, che la paziente assume per una settimana e poi ritorna a 75mg x 2 per la comparsa di tremori. – Il 17-11-95 si sospende ANAFRANIL e si prescrive DENIBAN 50mg che la paziente assume per 5 giorni e poi sospende per la comparsa di una sensazione di calore ed arrossamento cutaneo, che peraltro era già presente da alcuni anni la mattina, ma che sembra essere più intenso, localizzato sulla parte anteriore del tronco. ANAMNESI ANAMNESI PSICOPATOLOGICA: – Il 26-11-95 la paziente dopo alcuni giorni in cui passava tutto il tempo sul letto incapace di fare altro viene ricoverata per le cure del caso. – Viene scalata la somministrazione di bdz e si effettua il test co2 che evoca un attacco di panico (aumento ansia sogg. 94.8%, sint. ansiosi +19, negativa la risposta all' aria compressa), dall'SCL90 risulta ansia psichica ed apprensività, il 4-12 inizia somministrazione di Aurorix 150 mg, il 7-12 (dopo 3 giorni) notevole miglioramento sia soggettivo (la paziente riferiva di essere tornata 'come prima') sia oggettivo con ritorno ai precedenti livelli di funzionamento domestico, confermati anche dal marito, valutati nei permessi del fine settimana. ANAMNESI ANAMNESI PSICOPATOLOGICA: Il 14-12-95 viene dimessa con la diagnosi di distimia e come terapia: Aurorix 300 mg e Felison 30 mg. Dopo 10 gg dalla dimissione durante i quali la paziente aveva ripreso le proprie attività domestiche e sociali ricompare intensa ansia psichica e somatica, deflessione timica, apprensione e diminuzione della capacità di svolgere le proprie mansioni, viene aumentata la moclobemide a 600 mg per 5 giorni e poi diminuita a 300 per persistente vomito e nausea. Viene nuovamente ricoverata il 19-1-96. DOCUMENTI ANNESSI ALLA CARTELLA CLINICA Accettazione Anamnesi I referti di tutte le indagini di laboratorio e strumentali Il diario Gli esami con i relativi referti Consulenze specialistiche Scheda di dimissione ospedaliera (SDO) La scheda infermieristica Il modulo di consenso informato Copia del riscontro diagnostico in caso di decesso del pz Copia della lettera di dimissione al pz DIARIO “fotografia dell’evolversi della malattia” Ogni singola annotazione riportata in cartella sia firmata Trascritto nella c.c. contestualmente alla sua esecuzione. DIARIO Stato psicopatologico Interventi Consenso informato Progetti Scale psicopatologiche (HAMD, PANSS, etc.) DOCUMENTI ANNESSI ALLA CARTELLA CLINICA Accettazione Anamnesi I referti di tutte le indagini di laboratorio e strumentali Il diario Gli esami con i relativi referti Consulenze specialistiche Scheda di dimissione ospedaliera (SDO) La scheda infermieristica Il modulo di consenso informato Copia del riscontro diagnostico in caso di decesso del pz Copia della lettera di dimissione al pz LETTERA DI DIMISSIONE Paziente Data Dimissione Descrizione della persona e dei sui problemi: Paziente ricoverata il 7 Ottobre 2004 per una ricorrenza depressiva in Depressione Maggiore Ricorrente caratterizzata da deflessione timica, rallentamento psico-motorio, pessimismo e sentimenti di autosvalutazione, marcata quota d’ansia psichica condizionante una marcata compromissione del funzionamento socio-lavorativo. LETTERA DI DIMISSIONE Diagnosi DSM IV: – AsseI: Depressione Maggiore Ricorrente, Episodio Depressivo Grave Senza Manifestazioni Psicotiche (296.33 DSM-IV TR) – AsseII: Disturbo Borderline di Personalità (301.83 DSM-IV TR) Esami di laboratorio (nella norma ove non altrimenti specificato): – Chimica Clinica: Colesterolo 215 mg/dL (v.n. 125-200 mg/dL). Emocromo: Globuli rossi 4,16 1012/L (v.n. 4,20-5,40 1012/L ), Linfociti 19,3 % (v.n. 20-50%), Eosinofili 6,3% (v.n. 1-6%). Funzionalità tiroidea nella norma. HbsAg: negativo. LETTERA DI DIMISSIONE Trattamento durante il ricovero: – Durante il ricovero la paziente è stata inizialmente trattata con paroxetina fino a 40 mg/die, lorazepam fino a 5 mg/die ed Ltiroxina 50 mg/die, allo scopo di potenziare l’effetto antidepressivo, alla terapia farmacologica è stato inoltre affiancato un ciclo di 10 Stimolazioni Magnetiche Transuraniche. Dopo circa tre settimane dall’ingresso in reparto, stante il perdurare del quadro sintomatologico precedentemente descritto, la terapia farmacologica è stata modificata in imipramina fino a 100 mg/die. La terapia farmacologica, per via della cospicua presenza di sintomi d’ansia, è stata successivamente modificata in fluvoxamina fino a 150 mg/die, gabapentin fino a 300 mg/die e risperidone 1 mg/die, con graduale miglioramento psicopatologico. LETTERA DI DIMISSIONE Terapia alla dimissione: – Maveral 150 mg/die, Neurontin 300 mg/die, Risperdal 1 mg/die, Felison 30 mg/die, Tavor 0,5 mg/die. Controllo post dimissione: – Con Dr. Serretti presso ambulatori palazzina X. Per contatti: XXX