La cultura
giovanile
1. I giovani
nella storia
2.
3.
4.
5.
6.
Sub culture
Gli Hippies
La Beat Generation
I giovani Arrabbiati
Il ’68: la contestazione
studentesca
7. I giovani nella letteratura
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I giovani nella storia
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Sub culture
Le culture giovanili sono i modi che una parte minoritaria di giovani e adolescenti sceglie per
differenziarsi dalla cultura generale della società in cui vivono. Per questo motivo in sociologia e
antropologia tali atteggiamenti vengono definiti sub culture. Esse cominciano a svilupparsi nel
dopoguerra. I giovani diventano più aperti alle sfide e ai cambiamenti. le culture giovanili sono in
continua evoluzione. La partecipazione attiva ai temi sociali e politici nei giovani avviene in forme
alternative a quelle tradizionali nelle quali gli adolescenti non si ritrovano.
Gli Hippies
La cultura Hippy era in origine un
movimento giovanile che ha avuto
inizio negli Stati Uniti degli anni ’60 e
si è diffuso in tutto il mondo. Queste
persone avevano ereditato i valori
controculturali della Beat generation.
Esplorare stati della coscienza
alternativi con l’uso di stupefacenti,
facendo creare in quasi ogni nazione
una propria versione del movimento
controculturale.
La moda e i valori hippy hanno avuto
un notevole impatto sulla cultura.
Originariamente il movimento hippy
era composto per la maggior parte
da adolescenti.
Gli hippy si battevano soprattutto
contro la guerra nel Vietnam. In
America questo movimento si unì
alle battaglie dei neri per la conquista
dei più elementari diritti civili.
La Beat Generation
La Beat generation fu un movimento artistico, poetico e letterario sviluppatosi dal secondo dopoguerra
alla fine degli anni Cinquanta, negli Stati Uniti.
Si ha un misticismo indotto dalle droghe più svariate, dall'alcol, dall'incontro carnale e frenetico, dal
parlare incessantemente, liberando tutto ciò che la mente racchiude.
Il termine beat viene coniato da Jack Kerouac ed ha molteplici significati come battuto, sconfitto o come
richiamo alla vita libera e alla consapevolezza dell'istante.
Il Beat in Italia
Come molti altri fenomeni sociali e culturali, in Italia quello beat è giunto solo in maniera marginale,
sebbene i grandi scrittori americani visitassero la nostra penisola, alcuni per
trovarvi ispirazione, altri invitati a rassegne come lo Spoleto Festival del 1965.
È stata Fernanda Pivano, con le sue traduzioni, a trasferire in Italia la Beat generation. Con Fernanda
Pivano l'atto del tradurre le opere straniere diviene un atto di creazione e non di pura riproduzione. Oltre
ad essere amica degli autori beat, ha scritto molte prefazioni alle loro opere pubblicate in Italia. Durante
gli anni Sessanta, la casa milanese della Pivano era un importante punto di riferimento per chi gravitava
intorno al movimento beat. Non a caso fu lei a suggerire nell'ottobre del 1966 al poeta Vittorio Di Russo e
agli altri giovani italiani "in viaggio" che frequentavano la sua casa in via Manzoni a Milano il titolo di
"Mondo Beat" a quella che è considerata la prima rivista underground italiana e che inizia le
pubblicazioni nel novembre 1966.
Ben presto, la rivista "Mondo Beat", diventa il riferimento e la voce di un movimento di "capelloni"
(com'erano chiamati al tempo) che fondano una libera comunità nella periferia di Milano.
I giovani arrabbiati
Corrente letteraria nata in Inghilterra attorno agli anni
’50 che ricorre ad uno stile di scrittura spontaneo,
aggressivo per protestare contro la società vuota,
priva di passione e fossilizzata.
La cultura giovanile a cavallo tra il XX e il XXI
secolo
Secondo alcuni critici la cultura giovanile odierna
incoraggia forme di apatia verso temi sociali e politici.
I giovani, in realtà, sono interessati alla politica però la
partecipazione attiva sfocia solitamente in campagne
monotematiche e in movimenti “fai da te”, invece che
nei partiti tradizionali.
Forse quei critici che ritengono le culture giovanili
apolitiche confondono l’interessamento alla politica
con il fatto che i giovani si sentono estranei alle azioni
dei partiti.
Il ’68: la contestazione
studentesca
Operai, studenti e gruppi sembrarono far
vacillare governi e sistemi politici in nome di
una trasformazione radicale della società.
Contribuirono ad identificare col nome
dell'anno il movimento, il ’68 appunto.
Il Sessantotto è stato un movimento sociale
e politico ancora oggi controverso. La
presenza di giovani operai a fianco degli
studenti fu la caratteristica anche del
Sessantotto italiano, il più intenso aumento
del livello sociale ed economico delle classi
più basse. Il movimento degli studenti
rivendicava l'estensione del diritto allo
studio anche ai giovani di condizione
economica disagiata .
I giovani nella letteratura del 900
Il tema dell’adolescenza nella letteratura contemporanea è stata affrontata da alcuni tra i maggiori scrittori
italiani, da Calvino a Moravia, come , dalla Ginzburg a Montale oltre che da scrittori stranieri, come Joyce
e Hemingway, che hanno portato innovazioni decisive nelle tematiche e nelle forme della narrativa.Nei
racconti di questi autori aventi come protagonisti giovani o adolescenti l’intreccio coincide sempre con
esperienze importanti che rappresentano momenti nodali del percorso di crescita: la maturazione,
l’amore, la scoperta degli altri e della realtà, la percezione di sé.
Il concetto di crescita è affrontato in modo esplicito e diretto in “I rapporti umani” di Natalia Ginzburg, la
quale, riprendendo esperienze del suo vissuto personale, identifica la crescita con la graduale
modificazione dei rapporti che l’adolescente stabilisce con gli altri; Moravia, in Operazione Pasqualino,
narra di un’esperienza pericolosa che serve ad acquisire consapevolezza senso della realtà. L’esperienza
d’amore esaltante e gioiosa la ritroviamo nei racconti di Hesse e di Stefano Benni, quella malinconica e
tormentosa in “Esame di maturità” di Giuseppe Berto e in “L’addio” di Beppe Fenoglio.
Vi sono poi racconti in cui sono rappresentati adolescenti e giovani in diversi momenti di scoperta degli
altri: il protagonista di “Lezione interrotta” di Hermann Hesse deve verificare che dietro l’apparenza di
una calma sicurezza possono celarsi dolore e paura, quello di “Pranzo con il pastore” di Italo Calvino
scopre i suoi privilegi di ragazzo borghese confrontandosi con una realtà difficile e disagiata mentre il
protagonista di “Lavorare è un piacere” di Cesare Pavese è colto nel momento in cui diviene consapevole
della realtà sociale e della fatica di chi lavora.
Il tema della conoscenza e consapevolezza di sé lo ritroviamo nel racconto “La capitale del mondo” di
Hemingway, nel quale Pablo, un giovane cameriere sicuro delle sue capacità e aspirazioni, non avrà
tuttavia mai l’occasione di misurarsi con la realtà, evitando così, forse, dolore e disillusione.
Citiamo infine “La storia di Avron” di Primo Levi, in cui si narra di una crescita umana e civile che
avviene nelle circostanze drammatiche della Seconda guerra mondiale, proponendo una riflessione, certo
attuale ancora oggi, sui giovani che devono scontrarsi con la Storia costruita dagli adulti.
Hermann Hesse
“Sul vicino sbarramento l’acqua scorreva con un mormorio lieve e
argentino, più giù sull’isola le anatre schiamazzavano a frotte; a
quella distanza anche il loro starnazzare e strepitare suonava
dolce e regolare e, come le onde del fiume sullo sbarramento,
aveva quel magico suono di eternità
nel quale si poteva
sprofondare e dal quale ci si poteva far addormentare e coprire
come dal fruscio della pioggia notturna, d’estate, o dal cadere
silenzioso
e
fitto
dei
fiocchi
di
neve”.
“Feci la mia relazione e rimasi quasi deluso che la mia assenza non
mi venisse rimproverata, perché sarebbe stato giusto e mi
sarebbe stato di qualche conforto, quasi che anch’io partecipassi
in minima parte alla punizione”.
L’alunno assapora tutti gli attimi di libertà fuori dalla scuola.
Il suo punto di vista è simile a quello di ogni adolescente che
immagina tutto ciò che c’è fuori dalla scuola più luminoso e bello,
in confronto alle quattro mura dell’aula in cui si trova.
Stefano Benni
“Si stese sul letto e dichiarò a quattro scarafaggi:
-Sono innamorato.
-E di chi?- chiesero quelli.
-Di Beauty Case.
-Bella gnocca- dissero in coro gli scarafaggi, che dalle nostre parti
parlano in modo piuttosto colorito”.
Se pur espressa con l’ironia tipica dell’autore, testimonia l’essenza
dello stile di pensiero dei giovani d’oggi: un giudizio, forse troppo
prematuro, che però coincide perfettamente con un ipotetico commento
di un adolescente.
Natalia Ginzburg
“Scoppiano fra noi e questa persona, ogni tanto,
violenti contrasti:
eppure non riescono a rompere quella pace infinita
che è in noi”.
Ogni specie di incontro con il prossimo è un'azione
umana,
dunque è sempre male o bene, verità o menzogna, carità
o peccato.
La Ginzburg ammette che un giorno si troverà la persona
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La cultura giovanile – AS 2010/2011