Storia della chimica / 2 Lezione del corso di Storia della Tecnologia 08/05/2006 Filippo Nieddu L’industria chimica Le applicazioni industriali della chimica diedero il via ad una seconda grande fase dell'industrializzazione, dopo quella incentrata sulla macchina a vapore e sull'industria tessile. La novità principale era costituita dal fatto che si trattava, come per l'elettricità, di un'industria direttamente basata sulle scoperte scientifiche. Amedeo Avogadro Da questo punto di vista si deve considerare l'importanza, per gli sviluppi scientifici e tecnici della chimica, della legge formulata nel 1811 dal fisico torinese Amedeo Avogadro (17761856), che permetteva di distinguere atomi e molecole ed apriva la strada alla determinazione dei pesi atomici. Francesco Giacomo Larderel Tra i pionieri in campo industriale è da ricordare il francese de Larderel che, a partire dal 1818, inaugurò l'utilizzo dei soffioni boraciferi in Toscana. I soffioni boraciferi verranno studiati poi scientificamente a fine Ottocento da Raffaello Nasini, su sollecitazione di Piero Ginori Conti, interessato al loro sfruttamento industriale. Ascanio Sobrero Nel 1847 il chimico piemontese Ascanio Sobrero (1812-1888), aggiungendo glicerina ad una miscela di acido nitrico e solforico, produsse per la prima volta la nitroglicerina – l'invenzione che avrebbe reso celebre Alfred Nobel – di cui studiò sia le proprietà farmacologiche che esplosive. Stanislao Cannizzaro Figura centrale della chimica italiana dell'Ottocento fu Stanislao Cannizzaro (18261910), che fece conoscere e sviluppò le teorie di Avogadro, ponendo le basi della classificazione periodica degli elementi. Alla fine del XIX secolo iniziò la produzione di concimi chimici: perfosfati, solfati di ammonio, sali potassici. Fra le aziende leader la Caffaro di Brescia. La Montecatini e Donegani La più importante azienda chimica italiana è stata la Montecatini: fondata nel 1888, assunse grande sviluppo sotto la direzione di Guido Donegani (1877-1947), che ne fece l'azienda leader nella chimica industriale. Giacomo Fauser e l’ammoniaca Dopo la prima guerra mondiale la Montecatini sviluppò sul piano industriale il processo, messo a punto da Giacomo Fauser (18921971), della fissazione dell'azoto atmosferico per produrre azoto sintetico con procedimento elettrolitico (sintesi dell'ammoniaca). Natta, Casali e le nuove aziende A partire dagli anni Venti l'industria chimica italiana attraversò una fase di forte espansione. Ricerca e produzione avevano avuto un notevole incremento per le necessità della guerra mondiale. Di particolare rilievo fu l'apporto di tecnici e scienziati come Fauser, Luigi Casali, Giulio Natta; le maggiori società si dotarono di laboratori di ricerca, dalla Montecatini alla Snia Viscosa, dalla BPD all'Anic. L’industria dei coloranti Un settore in rapida espansione fu quello dei coloranti, strettamente intrecciato agli esplosivi, ma anche ricerche come quelle sulla gomma sintetica (Ferrara), daranno frutti importanti nel secondo dopoguerra. La SNIA Viscosa Negli anni Trenta la Montecatini e la Snia Viscosa dominano la ricerca ed il mercato della chimica: la prima per le piriti, gli anticrittogamici, l'acido solforico e cloridrico, ecc., la seconda per la cellulosa da piante nazionali, la gomma sintetica e le fibre artificiali e per quelle derivate da prodotti naturali, come il lanital, ricavato dalla caseina ad opera del tecnico bresciano Antonio Ferretti. Il petrolio Dopo la seconda guerra mondiale si verifica il passaggio dalla chimica del carbone, egemone in Germania, a quella dei derivati del petrolio, in cui dominano gli Stati Uniti. In particolare si registra un'enorme espansione nel settore degli idrocarburi: la scena è dominata dalla figura di Enrico Mattei (1906-1962), che dà nuovo slancio all'Agip, fondata nel 1926. L’ENI Attraverso l'Eni, Ente Nazionale Idrocarburi, fondato nell'anno 1953, Mattei si inserisce nella petrolchimica, insieme all'Edison. Sorgono grandi stabilimenti a Ravenna, Brindisi, Porto Marghera, Mantova, Priolo. La gomma sintetica La Montecatini, prima della fusione con la Edison (1966), mette a frutto ricerche risalenti alla politica autarchica del fascismo, quando il chimico russo Maximoff e Giulio Natta (1903-1979) avevano studiato la produzione di gomma sintetica, basata sull'alcool derivato dallo zucchero di barbabietola. Il polipropilene Gli ulteriori sviluppi, sempre dovuti a Natta, che nel 1954 ottenne la prima fibra di polipropilene, consentirono la produzione di diversi tipi di plastiche e fibre. Le scoperte di Giulio Natta, per cui ebbe nel 1963 il premio Nobel, basate sulla possibilità di agire sulle molecole per ottenere nuove sostanze (polimeri), ebbero rilevanti ricadute industriali e commerciali. Le nuove resine ad alta resistenza trovarono impiego in moltissimi settori come sostituti dei metalli. Riferimenti bibliografici essenziali • http://www.minerva.unito.it/Storia/Storia_Indice.htm • http://www.levity.com/alchemy/home.html • http://www2.polito.it/strutture/cemed/sistemaperiodico/ index.html • Antonio DI MEO, Storia della chimica, Milano : Mondadori, 1996 • Isaac ASIMOV, Breve storia della chimica : introduzione alle idee della chimica, Milano : Zanichelli, 1979