L’IMITAZIONE DEL IL MANIERISMO Che cos’è Autori Manierismo NUOVO Generi Contesto Cos’è il manierismo Il periodo di tempo a cavallo tra il rinascimento e il barocco ha delle connotazioni e delle caratteristiche esclusive quali: 1. Antiaristotelismo, sia culturalmente che stilisticamente: non verranno più adottati i suoi canoni, né seguita la sua filosofia, poiché si era diffusa la convinzione che era impossibile tornare all’antico 2. L’imitazione classicista che, con presa di coscienza, portò alla contestazione delle regole nei vari Generi. Queste vennero quasi sempre ignorate o esasperate, arrivando ad una esagerazione 3. L’innovazione, che si scontrò con le chiusure della cultura classica, portate soprattutto dalla Controriforma 4. Una sensibilità nuova, con il dissidio interiore tra “l’ essere” e “il dover essere”. Il risultato furono opere artificiose e talvolta pompose, con una visione della realtà cupa ed essenzialmente introspettiva. Prima Pagina Cos’è il manierismo Per molti anni le opere e produzioni letterarie del secondo ‘500 e del primo ‘600 furono classificate come tardo-rinascimentali. E’ soltanto di recente che il periodo successivo al rinascimento è stato etichettato con il termine “Manierismo”, prima in arte e successivamente in letteratura. Manierismo deriva dalla definizione “alla maniera di…”, usata da Vasari. Sta ad indicare l’imitazione innovativa che era alla base delle produzioni Imitazione perché si cercava di uniformarsi alle regole classicistiche Innovativa perché le regole vennero amplificate fino all’esagerazione Le opere risultarono formalmente classicistiche, ma artificiose e di difficile comprensione, quindi lontane dal’equilibrio tanto cercato e più vicine al barocco Prima Pagina Innovazione Combinazione Esagerazione Imitazione Manierismo IL CONTESTO STORICO: FINE CINQUECENTO-INIZIO SEICENTO 1527: IL SACCO DI ROMA I lanzichenecchi al soldo dell’imperatore Carlo V saccheggiarono Roma nel 1527, un evento che segnò il declino dell’Italia rinascimentale 1618: l’INIZIO DELLA GUERRA DEI 30 ANNI Dopo la defenestrazione di Praga, nel 1618 scoppiò la guerra dei Trent’anni, un conflitto mondiale, inasprito dalle guerre di religione, che cambierà gli equilibri politici del continente L’orizzonte culturale italiano di questo periodo vide letterati come Tasso e filosofi come Bruno e Campanella, ma ben presto iniziarono a gravare le nuove posizioni assunte dalla Curia romana Prima Pagina IL CONTESTO STORICO: FINE CINQUECENTO-INIZIO SEICENTO 1527: IL SACCO DI ROMA 1618: l’INIZIO DELLA GUERRA DEI 30 ANNI La chiesa reagì al Protestantesimo con la Controriforma, e nel 1545 fu convocato il concilio di Trento, per risanare la frattura fra le due parti. Esso si concluse 18 anni dopo con importanti iniziative: L’obbligo dei vescovi di dimorare nelle proprie diocesi L’istituzione di seminari e del catechismo Ma soprattutto, l’Indice dei libri proibiti con cui il tribunale dell’inquisizione controllava chi poteva contrastare la Chiesa L’integralismo della Controriforma condizionò profondamente gli intellettuali del tempo e le loro opere: il Decameron venne ripubblicato e stravolto Tasso arriverà a rivisitare maniacalmente la Gerusalemme Liberata per adeguarsi alla Controriforma Prima Pagina IL CONTESTO STORICO: FINE CINQUECENTO-INIZIO SEICENTO 1527: IL SACCO DI ROMA 1618: l’INIZIO DELLA GUERRA DEI 30 ANNI In Europa i conflitti legati alla religione ebbero importanti risvolti, anche politici. Nel 1553 Giovanni Calvino fece arrestare e bruciare vivo a Ginevra Michele Serveto, che si era espresso contro il dogma della Trinità e contro il battesimo dei bambini. In Francia, dopo la morte di Enrico II, scoppiò una guerra civile fra cattolici e ugonotti, che culminò con la strage di San Bartolomeo nel 1572, dove morirono duemila protestanti. Successivamente l’ugonotto Enrico IV di Borbone si convertì al cattolicesimo per diventare re, e con l’editto di Nantes concesse la libertà di culto alla sua precedente fede. Nei Paesi Bassi la Spagna iniziò a perseguitare i protestanti e a imporre gravose tasse, perciò partì una rivolta dai ceti mercantili, guidati da Guglielmo D’Orange. Alla fine le province del Nord si costituirono nella Repubblica delle Province Unite, mentre alla Spagna rimaneva solo il cattolico Belgio. E’ da ricordare anche la sconfitta dei turchi a Lepanto nel 1571: il conflitto fra ottomani e Lega Santa rispecchiava infatti il conflitto fra cristiani e pagani (musulmani). Prima Pagina IL CONTESTO STORICO: FINE CINQUECENTO-INIZIO SEICENTO 1527: IL SACCO DI ROMA La lotta per il dominio sugli oceani fece scontrare l’Inghilterra di Elisabetta I con la Spagna di Filippo II. 1618: l’INIZIO DELLA GUERRA DEI 30 ANNI La scoperta del Nuovo Mondo, infatti, aveva aperto agli europei nuove possibilità di contatti e di commerci. I corsari inglesi iniziarono ad attaccare i galeoni spagnoli, così Filippo reagì con una disastrosa spedizione Ben presto prevalsero lo navale(1588). sfruttamento di risorse naturali e umane e la corsa agli insediamenti, mentre la Chiesa intravide nuove terre da cristianizzare. I paesi che per primi si avvantaggiarono della scoperta furono il Portogallo e la Spagna, tuttavia quest’ultima non seppe sfruttare le immense ricchezze provenienti dalle Americhe e fu lasciata da Filippo sull’orlo della decadenza. Prima Pagina IL CONTESTO STORICO: FINE CINQUECENTO-INIZIO SEICENTO 1527: IL SACCO DI ROMA 1618: l’INIZIO DELLA GUERRA DEI 30 ANNI La parabola discendente dell’Italia rinascimentale culminò nella’egemonia spagnola, sancita dalla pace di CateauCambresis nel 1559 fra la Francia e Filippo II Dal punto di vista economico, ci fu uno sviluppo agricolo e delle industrie manifatturiere, soprattutto nelle città del Nord Italia come Milano, Venezia e Genova Tuttavia verso la fine del Cinquecento il malgoverno dei dominatori, la concorrenza straniera, guerre e pestilenze e lo spostamento dell’asse dei commerci marittimi determinarono un complessivo processo di rifeudalizzazione. L’Italia ritornò così all’agricoltura basata sui contadini sfruttati da pochi baroni che detenevano tutto il potere Prima Pagina IL CONTESTO STORICO: FINE CINQUECENTO-INIZIO SEICENTO 1618: l’INIZIO DELLA GUERRA DEI 30 ANNI 1527: IL SACCO DI ROMA La cultura era ancora fondamentalmente legata alle corti, ma sorsero anche molte accademie, circa 500, tra cui l’Accademia della Crusca Si avvertiva un generale senso di smarrimento, poiché dopo la teoria copernicana l’uomo non era più al centro dell’universo. Tuttavia le Accademie iniziarono a diventare uno strumento di condizionamento, quasi come la Controriforma Inoltre all’intellettuale, dato che viveva del suo lavoro, mancava spesso l’ispirazione e il coinvolgimento Indice dei libri proibiti 1527 Sacco di Roma 1559 Pace di CateauCambresìs Disfatta Invincibile Armada 1572 Strage di San Bartolomeo 1588 1618 Scoppio Guerra 30 anni I GENERI Lirica Epica Romanzo Storiografia Trattatistica Teatro I GENERI L’Epica Epica Il Romanzo Il romanzo fiorì soprattutto fuori Storiografia dall’Italia grazie alle opere di: In questo periodoRomanzo ci furono tre principali filoni: Il poema cavalleresco, creato da Boiardo e Ariosto Trattatistica (Amadigi,1560) Il classicheggiante poema eroico (traduzionerifacimento dell’Eneide, 1581) La Gerusalemme Liberata, in cui Tasso fuse i precedenti poemi, aggiungendo la tematica religiosa Erano molto diffusi anche i poemetti, di massimo 300-400 versi, che trattavano vari argomenti come le tematiche religiose, la sensualità e l’agricoltura. Lirica Teatro Francois Rabelais, che scrisse Gargantua e Pantagruele Miguel De Cervantes, che scrisse Don Chisciotte Accanto al romanzo si sviluppò anche la novella, poiché era un genere molto duttile. Il principale novelliere fu Matteo Bandello, autore di Romeo e Giulietta e de I Quattro libri delle Novelle (1554), in cui vennero sviluppate trame patetiche e avventurose Prima Pagina I GENERI La Trattatistica In Italia ci furono due tipi di trattatistica: quella filosofica e quella politica - In Filosofia venne promossa la corrente che faceva coincidere Dio con la natura stessa. Questo naturalismo è evidente soprattutto nelle opere di Bruno, Campanella e Telesio, e gettò le basi per il progresso scientifico. -In Politica, benché il Principe fosse finito nell’Indice, il pensiero di Machiavelli suscitò una vasta produzione sulla natura del potere. Importanti correnti furono quelle di Botero, che appoggiava la “ragion di Stato”, e quella di Boccalini, che invece la contrastava in nome della verità. La Storiografia Il dibattito politico influenzò anche la storiografia, che diventò una lettura critica dell’attualità. Fra le istorie degli avvenimenti di quel tempo, la più importante fu l’Istoria del concilio tridentino di Sarpi. Si svilupparono la biografia, i diari e l’autobiografia. Fra queste spiccano le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori di Vasari Infine acquistarono importanza anche le relazioni di viaggio, fra cui ricordiamo Delle navigazioni e viaggi di Ramusio Prima Pagina I GENERI La Lirica Accanto al classicismo si sviluppò l’antipetrarchismo, le cui produzioni, sebbene formalmente perfette, trattano di temi ironici e grotteschi. Il principale esponente fu Francesco Berni (Chiome d’argento fine, irte e attorte). Il petrarchismo imponeva di uniformarsi al modello Petrarca, ma questa imitazione si limitò solo allo stile, che comunque gradualmente si caricò di forti “figure”. Queste riflettevano un’inquieta sensibilità, di qui il Manierismo. Massimo rilievo assunse Tasso, che nelle Rime rielaborò in modo originale la tradizione classicista, a cui comunque rimase fedele Prima Pagina I GENERI Il Teatro Il Melodramma, il “dramma in musica” con i libretti (Dafne ed Euridice di Rinuccini) Il Dramma pastorale (l’Aminta di Tasso) In Italia la volgarizzazione della Poetica di Aristotele promuoveva l’”educare dilettando” e l’unità di azione, tempo e spazio. Tuttavia l’eccessivo rigore portò alla rottura dell’equilibrio classico e all’esagerazione. La Tragedia (la Sofonisba di Trissino) La Commedia Il teatro ebbe una grande espansione soprattutto in Inghilterra col teatro elisabettiano. Fra i più importanti drammaturghi ricordiamo Marlowe(Dottor Faust), ma soprattutto Shakespeare, uno dei più grandi autori di teatro di tutti i tempi, che produsse commedie, tragedie, drammi storici e romances. Prima Pagina I GENERI Il Teatro La Commedia Si formarono compagnie teatrali e anche le donne iniziarono a recitare La commedia regolare decadde a causa della Controriforma, si originò così la Commedia dell’Arte da Ruzante. L’espressione allude all’arte o mestiere degli attori, che si tramandava di padre in figlio. Perciò nacquero le maschere, come Pantalone, Dottore e soprattutto il servo “zanni”(Giovanni), che poteva essere furbo e imbroglione(Magnifico, Brighella) o sciocco o apparentemente tale(Arlecchino e Pulcinella) Assunse un ruolo importante l’improvvisazione: a partire dalla semplice trama scritta su un canovaccio, gli attori dovevano improvvisare lo spettacolo Gli Autori I più importanti autori in Italia furono Matteo Bandello Traiano Boccalini Giovan Battista Guarini Guarini (1538-1612 †) ebbe una vita molto movimentata e attiva politicamente, sempre al servizio presso corti differenti, questo a causa di una sua personale insofferenza verso gli ambienti cortigiani. Scrisse la tragicommedia il “Pastor Fido”, volendo imitare il Tasso. Dovette inoltre difendersi dai teorici aristotelici per l’utilizzo della “tragicommedia”, con il libro Compendio della poesia tragicomica Prima Pagina Gli Autori I più importanti, da ricordare, autori in Italia furono Matteo Bandello Giovan Battista Guarini Traiano Boccalini Boccalini (1556-1613 †) fu un funzionario pontificio, ottenendo così la carica di governatore in varie città dell’Emilia e delle Marche. La sua opera più importante, in tre volumi, fu Ragguagli di Parnaso, dove un menante, ovvero un cronista, informa degli eventi, aventi luogo per l’appunto nel Parnaso. Questo è un luogo immaginario governato da Apollo insieme ad un parlamento di virtuosi, ed è usato come pretesto per una satira sul mondo politico e intellettuale allora contemporaneo Prima Pagina Gli Autori I più importanti, da ricordare, autori in Italia furono Traiano Boccalini Giovan Battista Guarini Matteo Bandello Bandello (1485-1561 †), nato a Castelnuovo, prese gli ordini religiosi presso i domenicani, e nei suoi numerosi viaggi fu sempre al servizio di un signore del luogo. La sua opera più importante è Quattro libri delle novelle. E’ una raccolta di 214 racconti, non immessi in una cornice, bensì presentati con una lettera dedicatoria ad un personaggio illustre. Il carattere realistico, la prosa piana e il registro dalle tonalità discordanti assicurarono un grande successo a quest’opera, tanto da essere tradotto in francese ed in inglese. Prima Pagina Gli Autori Prima Pagina Invece i più importanti autori in Europa furono Hola! François Rabelais Bonjour! Miguel de Cervantes Gli Autori Prima Pagina I più importanti, da ricordare, autori in Europa invece furono Sono François Rabelais, nato in Turenna, probabilmente nel 1494. Fui prima novizio presso l’ordine Miguel de Cervantes François Rabelais Francescano, passai poi dai benedettini e infine abbandonai i voti, per passare a medico filologo e letterato. Nel 1532 pubblicai Pantagruele , che,sebbene venne censurato, ebbe un enorme successo, così come il suo seguito, Gargantua, e il terzo libro della serie. Condannato dalla chiesa per i miei scritti, trovai morte a Parigi nel 1553, dopo l’assoluzione. Gli Autori Prima Pagina I più importanti, da ricordare, autori in Europa invece furono Io invece sono Miguel de Cervantes Saavedra, nato nei pressi di Madrid nel 1547. Passata la mia giovinezza in Spagna, mi trasferii in Italia al seguito del mio signore. Dopo la vita di corte, tentai la carriera militare, ma persi l’usoMiguel della mano de Cervantes François Rabelais sinistra (che tengo da allora sempre in tasca). Fui anche catturato e venduto come schiavo. Nei romanzi ottenni una discreta fama con Galatea, ma sino ricordato soprattutto per Don Chisciotte Il Tasso La vita L’età della formazione Nacque nel 1544 da una E’ il più importante autore del mondo tardo E’ uncinquecentesco mammifero famiglia nobile decaduta. Fu separato dalla madre e dalla sorella all’età di 10 anni, e passò tutta la sua giovinezza col padre Bernardo, viaggiando di corte in corte. L’età della creatività Separatosi dal padre, nel 1565 lasciò Padova dove era stato cacciato dall’università, per entrare al servizio del Cardinale Luigi d’Este. In seguito passò al servizio del duca di Ferrara Alfonso II. Questi lo pagava e manteneva a corte unicamente per i suoi servigi come poeta, cosa che lasciò il Tasso molto libero per produrre e comporre: infatti scrisse l’Aminta, alcune Rime, e terminò la prima versione della Gerusalemme Liberata della famiglia dei mustelidi, tipicamente di colorazione L’età dei tormenti Alla fine , proprio nell’ambiente della corte, di cui il Tasso aveva bisogno per sentirsi approvato e stimolato culturalmente, cominciarono a insorgere i primi segni del suo carattere nevrotico. Attanagliato da una continua inquietudine esistenziale e dubbi, fece rivedere più volte, ponendola al vaglio dell’Indice, la Gerusalemme Liberata, attirando su di sé e sulla corte estense l’attenzione dell’Inquisizione, cosa poco gradita dal duca. Inoltre contestava spesso i pareri richiesti da egli stesso, perché troppo conformistici. Prima Pagina Il Tasso Prima pagina La vita L’età della crisi Queste lacerazioni interiori, unite alla sua stravaganza, portarono ad attenzioni e voci sul suo conto che lo spinsero ancora di più nell’isolamento e nel tormento. Il punto di rottura si ebbe quando il Tasso tentò di uccidere con un coltello un servo da cui si sentiva spiato. Cacciato, girò altre corti sotto altrettanti protettori, ma alla fine, ritornò da Alfonso, inveì contro il duca e la corte ferrarese, e fu per questo rinchiuso nell’ospedale di Sant’Anna. Controriforma Italia Manierismo Tasso L’età della morte Del ricovero al Sant’Anna, dove comunque continuò a scrivere, fu rilasciato dopo 7 anni in seguito alla fama che aveva acquisito con la pubblicazione non autorizzata della Gerusalemme Liberata. Uscito, minato nella salute e nella mente, continuò a spostarsi da un posto all’altro, sempre avvertendo insofferenza. Assalito dai dubbi, rivisitò la Gerusalemme, intitolandola la Gerusalemme Conquistata. Infine si spense a Roma nel 1595, nel convento di Sant’Onofrio sul Gianicolo. Le rime E’ la raccolta dei componimenti lirici che Tasso produsse durante tutta la sua vita. Tuttavia egli non riuscì a completare la raccolta e nemmeno ad approvare tutti i volumi autorizzati. Il poeta interpretò in modo innovativo molti aspetti del classicismo. Infatti nei componimenti non è presente un motivo unitario (come invece era Laura nel Canzoniere), ma in certi casi è presente profonda introspezione. Il modello a cui si ispirano è il Canzoniere di Petrarca, così come molte liriche manieristiche del tempo. Tuttavia l’imitazione è soprattutto a livello della forma e dei termini utilizzati Il corpus di poesie è enorme, più di 1700, e Tasso riesce a cogliere e ad amplificare alcuni aspetti dell’amore, come la sensazione vaga e indefinita. Prima Pagina Le rime Le Rime possono essere divise in tre gruppi principali La lirica dell’amore: si tratta di componimenti dedicati alle donne di cui Tasso si era innamorato, Lucrezia Bendidio e Laura Peperara La lirica encomiastica: in questi componimenti sono tessute le lodi dei signori presso i quali soggiornò il poeta, come il duca d’Urbino nella Canzone al Metauro Lo stile è conforme all’elaborazione teorica dei Discorsi sull’arte poetica: i versi possiedono una grande limpidezza espressiva e sono nello stesso tempo raffinati e sublimi. La lirica sacra: sono composizioni di carattere religioso in sintonia con la Controriforma. La più importante è la Canzone alla Vergine La particolarità del Tasso è evidente per quanto riguarda: -L’uso del madrigale, più sciolto e libero -La musicalità e l’andamento ritmico-timbrico dei versi, favorita anche dall’uso dell’enjambement -L’accarezzare le sfere sensoriali, in particolare vista e udito, che lo avvicina al Barocco Prima Pagina Le rime Ecco mormorar l'onde Qual rugiada o qual pianto Ecco mormorar l'onde e tremolar le fronde a l'aura mattutina e gli arboscelli, e sovra i verdi rami i vaghi augelli, cantar soavemente e rider l 'oriente; ecco gi l'alba appare e si specchia nel mare e rasserena il cielo e le campagne imperla il dolce gelo e gli alti monti indora. O bella e vaga Aurora l'aura è tua messaggera, e tu de l'aura ch'ogni arso cor ristaura. Qual rugiada o qual pianto, quai lacrime eran quelle che sparger vidi dal notturno manto e dal candido volto de le stelle? e perché seminò la bianca luna di cristalline stelle un puro nembo e l'erba fresca in grembo? perché ne l’aria bruna s'udian, quasi dolendo, intorno intorno gir l'aure insino al giorno? fur segni forse de la tua partita, vita de la mia vita? Le rime L’Aminta LA TRAMA LE FONTI LO STILE E’ un dramma pastorale composto da Tasso nel 1573. Le fonti sono: Teocrito, la Favola di Orfeo di Poliziano e l’Arcadia di Sannazzaro. Sono presenti molte parti dialogate, ricche di rapide e vivaci battute. Il linguaggio è lineare e semplice, ma riesce ad articolarsi nella musicalità e densità figurale. L’opera è divisa in cinque atti e rispetta le unità aristoteliche di azione, tempo e luogo Atto I Atto II Atto III Atto IV Atto V Il pastore Aminta è innamorato della ninfa Silvia, e racconta del suo innamoramento all’amico Tirsi, mentre Silvia ne parla con l’amica Dafne. Tirsi prova a convincere Aminta a possedere Silvia mentre si sta facendo un bagno in un laghetto, ma il giovane non si convince Aminta salva la ninfa da un satiro che voleva violentarla, ma Silvia se ne va senza mostrare riconoscenza. Mentre il giovane dialoga con Dafne, gli viene detto che Silvia è stata sbranata da lupi. Silvia in realtà si è salvata, ma Aminta si è gettato in un burrone. Solo allora la ninfa si innamora, e perciò vuole morire anche lei. Viene raccontato dal pastore Elpino che Aminta si è salvato e presto si sposerà con Silvia. Prima Pagina L’Aminta LE DIVERSE FACCE DELL’AMORE In questo dramma pastorale sono rappresentate le diverse sfumature che l’amore può assumere: L’amore appassionato e dai potenziali risvolti tragici di Aminta, che credendo morta Silvia, vuole uccidersi L’amore come violenza, come il tentativo del satiro che, sentendosi escluso dalle gioie amorose, vuole prendersi con la forza ciò che è ingiustamente riservato ad altri. L’amore sensuale come spregiudicato godimento, che emerge dal consiglio di Tirsi: infatti, secondo l’amico, Aminta dovrebbe “forzare” Silvia nel lago, poiché è ciò che la ninfa inconsapevolmente desidera, e gli sarà anche riconoscente. L’amore puro e mitico espresso nel coro dell’atto I, la bella età dell’oro. Infatti in un’epoca primitiva agli uomini apparteneva un amore naturale e libero dal peso dell’onore. Nell’Aminta viene proiettata la vita di corte, perciò le inquietudini del mondo pastorale si riflettono anche nel mondo cortigiano. Risulta evidente il contrasto fra l’amore autentico e l’onore, verso cui il poeta nutre insofferenza. Il nome deriva dalla perla barocca IL BAROCCO La Perla Barocca Famoso è il commercio illegale di perle dal Pakistan, dove le perle si trovano comunemente sulle spiagge Uno dei principali fornitori è Josef Commercio Illegale di Perle la professoressa di italiano conosce Josef Professoressa di Italiano Ha spiegato da poco il Manierismo