STRATEGIE ED ESEMPI METODOLOGICI
IL METODO DEI CASI
PROTEO FARE SAPERE LOMBARDIA
18/12/2015
IL METODO DEI CASI (CASE METHOD)
La tecnica dei casi, comunemente ed impropriamente chiamata “metodo dei
casi”, è in assoluto la tecnica più antica, che possiamo far risalire persino alla
Sorbona del Medioevo.
Riscoperta negli Stati Uniti nel 1908 all’Università di Harvard, fu Edwin E. Gray,
primo rettore della scuola, ad introdurre il metodo alla Harvard Business
School. Il suo principale collaboratore fu il Prof. Melvin Copeland che, durante i
tre decenni seguenti, si dedicò per svilupparla.
È utilizzata nella formazione universitaria in ambiti disciplinari differenziati.
La tecnica arrivò in Italia negli anni cinquanta per iniziativa di grosse industrie
piemontesi. La Scuola di Harvard condusse un anno d’insegnamento
sperimentale, dal 1952 al 1953, che dette risultati incoraggianti. L’anno
successivo fu creata a Torino una vera e propria facoltà ex-Harvard (Ipsoa).
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IL METODO
Consiste nel far analizzare dei casi didattici, al fine di sviluppare
capacità di diagnosi e capacità decisionali.
Non viene usato all’inizio di un corso, ma dopo che sono state svolte
una serie di lezioni ed esercitazioni.
Ai partecipanti viene chiesto di analizzare in maniera dettagliata un
problema aziendale e di proporre delle soluzioni.
Generalmente l’analisi del caso viene fatta in sottogruppi e le
conclusioni di ognuno di questi viene poi confrontata in seduta plenaria.
Una variante è rappresentata dall’autocaso, che viene
proposto da uno dei partecipanti, il quale espone un problema da lui
vissuto in prima persona nella sua realtà aziendale.
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Il metodo, quindi, è fondamentalmente
incompatibile con l’idea stessa di una soluzione
tipo: esso presuppone che un problema, riportato
nel suo contesto sociale, non ammetta un'unica
soluzione, ma che possano esserci soluzioni
diverse, in funzione di colui che risolve il
problema.
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GLI OBIETTIVI
sono sostanzialmente due:
Il primo, focalizzato sui contenuti specifici del caso, è finalizzato
all’apprendimento di competenze su come diagnosticare e intervenire in
situazioni analoghe.
Il contenuto del caso rappresenta il “testo” di riferimento per le future e
analoghe situazioni lavorative in cui i partecipanti si troveranno a
decidere; in tal caso conviene che anche il modo sia affine al reale ambito dei
partecipanti.
Il secondo, focalizzato sulle modalità d’approccio al caso, è quello di favorire lo
sviluppo di capacità di analisi e di decisione mediante lo studio di situazioni e
di problemi complessi.
Il caso è, per così dire, un “pretesto” utile a sviluppare la capacità di
comprendere e valutare situazioni complesse, di individuare le possibili
opzioni, di effettuare le scelte più adeguate alla soluzione dei problemi. In
tale situazione il caso non deve, generalmente, essere affine al reale
contesto lavorativo dei partecipanti.
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LA TECNICA
Consiste nell’affidare ad gruppo di persone
il racconto fedele di un insieme di avvenimenti
o di una situazione problematica e nel
promuovere una discussione/una trattazione scritta per:


analizzare il problema,
comprendere meglio le ragioni profonde degli eventi e
dei comportamenti agiti dai diversi ruoli in gioco.
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COS’È IL CASO ?
E’ la narrazione/descrizione di una situazione reale o verosimile sulla
quale chi apprende è invitato ad intervenire. Normalmente viene
discusso in gruppo così da favorire sia lo scambio di opinioni e di
esperienze sia il confronto di diversi punti di vista.
Prevede un approccio tendenzialmente aperto, nel senso che esistono
sempre numerose soluzioni possibili, tutte più o meno adeguate. La
sua ricchezza deriva proprio da questo aspetto e si distingue dal
classico "esercizio" perché comporta il prendere decisioni con un
certo grado di discrezionalità.
Il focus del metodo dei casi è sul processo poiché si propone di
sviluppare la capacità di operare sulla realtà utilizzando le
conoscenze e le esperienze possedute.
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LE TIPOLOGIE DI CASI
Si possono distinguere sei tipologie di casi in relazione all’obiettivo
formativo:






Di “decisione”
Di studio dei problemi
Di studio dei casi
Di identificazione dei problemi
Incident method
Serie di case method
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I CASI DI “DECISIONE”
descrivono, da una parte, una situazione di partenza resa esplicita e precisa nei suoi
particolari e, dall’altra, uno scopo, ossia una situazione a cui si vuole arrivare.
Il compito è di individuare i mezzi o le soluzioni più adeguate per arrivare allo
scopo.
Si potrebbero chiamare anche “casi di soluzione di problemi”, in quanto, a fronte di una
situazione di partenza già diagnosticata, si deve trovare la soluzione ritenuta
migliore. In realtà non è il solutore che raccoglie l’informazione, perché essa è già
fornita, senza ambiguità, nel testo. Si tratta soltanto di dedurre una soluzione dai
dati. Questi casi costituiscono generalmente un addestramento alla decisione e
all’azione rapida.
Lo svantaggio è che questi tipi di casi tralasciano i fattori umani e relazionali, risultando,
in tal modo, troppo in contraddizione con la realtà lavorativa dei partecipanti, dove le
soluzioni ai problemi derivano dalla relazione tra più variabili, tra cui quelle
relazionali.
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I CASI DI STUDIO DEI PROBLEMI
simili ai precedenti questi differiscono nella situazione di partenza che sarà meno
definita,
per esempio, si forniranno delle informazioni necessarie, rilevanti e, nello stesso tempo,
delle informazioni irrilevanti (sarà il gruppo a dover scegliere), ci si varrà in maggior
misura del fattore umano che a volte sarà predominante (i personaggi si faranno
conoscere per il loro carattere, spesso ‘indicato’ dal loro comportamento o condotta
precedente); certe informazioni potranno mancare o essere incomplete (per creare
incertezza e indeterminazione)”.
Il gruppo, prima di decidere, dovrà precisare gli scopi, ricercare le informazioni e
ponderarle.
Il gruppo, si troverà generalmente in disaccordo, questo gli servirà per confrontare i loro
punti di vista e per rendersi conto della soggettività dei loro giudizi e della necessità
del compromesso. Gli allievi sviluppano così la tolleranza per il “giudizio frettoloso” e
l’adattabilità alle situazioni concrete.
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I CASI DI STUDIO DEI CASI
il caso in oggetto è “reale” e viene presentato integralmente con riferimento
anche ai personaggi che vi sono coinvolti, con le loro caratteristiche e i loro
comportamenti.
L’importanza del caso reale è che la complessità che si presenta non potrà mai
essere reinventata con tutte le sue caratteristiche.
Il fatto che il caso sia stato effettivamente vissuto significa anche che,
essendovi posto un problema, è stata presa almeno una decisione che, una
volta attuata, ha fallito il suo scopo. Quest’ultimo dato è fondamentale: uno
studio dei casi non deve mai far vedere una soluzione che ha funzionato,
ciò per evitare di trasmettere l’idea che esista una one best way, una
soluzione tipo.
Il gruppo valuterà la diagnosi e le decisioni già effettuate da altri come oggetto
d’analisi e come opportunità per cogliere alternative possibili.
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I CASI DI IDENTIFICAZIONE DEI PROBLEMI
nei primi tre casi l’identificazione delle difficoltà
del problema sollevato dal caso è evidente
(generalmente c’è un tema centrale e uno o
due temi annessi), ma una difficoltà che gli altri
casi non risolvono è quella di scoprire,
d’identificare i problemi, non quelli apparenti
ma quelli reali, in una data situazione.
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E PER FINIRE ANCORA 2 CASI
L’incident method (o incident progress)nel quale i
componenti di un gruppo devono prendere in
esame un breve resoconto di una situazione
stressante e devono portare alla luce i dati
rilevanti prima ancora di analizzare il problema.
Serie di case method: si tratta di una serie di
incidents o sviluppi che vengono presi in
esame, uno alla volta in ordine cronologico.
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QUALI ABILITÀ SONO NECESSARIE ?
SAPER :
 selezionare, analizzare, interpretare le informazioni ricevute;
 utilizzare diverse tecniche per aggregare, misurare,
rappresentare i fenomeni presi in esame;
 formulare diagnosi;
 produrre diverse ipotesi di soluzione;
 prendere una decisione dopo aver confrontato le diverse
ipotesi formulate;
 ascoltare, argomentare, discutere, mediare e decidere in
gruppo;
 presentare e sostenere la soluzione adottata di fronte a un
gruppo allargato.
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QUALI COMPETENZE?
• Analizzare le informazioni e porre in evidenza le connessioni
• Tentare una diagnosi anche senza essere in possesso di tutte
le informazioni;
• Distinguere cause ed effetti;
• Collegare le proprie conoscenze, capacità ed atteggiamenti
nel tentativo di prospettare soluzioni al problema proposto;
• Prevedere gli effetti delle soluzioni alternative considerate
sulla base di valori e criteri impliciti;
• Sensibilizzare all’interazione e alla discussione creando
condizioni che facilitano la comprensione reciproca;
.
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A COSA SERVE?
Il metodo dei casi tende a stimolare le capacità
investigative ed analitiche dei partecipanti e ad
esporli anche ad idee e principi diversi rispetto
a quelli precedentemente seguiti.
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QUANDO È UTILE?
L’attinenza piuttosto stretta con realtà organizzative
aziendali rende l’utilizzazione di questa metodologia
vantaggiosa laddove si intenda sensibilizzare i
partecipanti ad argomenti e principi relativi a queste
realtà specifiche.
La metodologia si rivela, perciò, particolarmente adatta
a corsi su:
 qualità e comunicazione interna,
 elaborazione delle strategie comunicative e della
mission aziendale,
 l’organizzazione e la comunicazione della conoscenza
 rapporto capo-collaboratore.
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L’analisi di caso nel sistema scolastico
E’ comparsa nell’universo scolastico italiano come una delle
tipologie della terza prova scritta del N.E.S.
Si tratta di una tipologia poco praticata per la difficoltà di
costruzione insita nella natura pluridisciplinare e per la
metodologia di studio che dovrebbe anch’essa essere condotta
prevalentemente secondo il metodo dei casi.
Se questa tipologia risulta ancora prematura per i ragazzi
sottoposti a prova d’esame, è invece utilmente scelta nella
selezione per reclutare i D.S. in quanto un caso implica
sempre, per la sua soluzione, l’apporto di più competenze
disciplinari e professionali.
Quale aspetto avrà la prova d’esame?
In un testo di presentazione viene descritta una situazione
problematica che potrebbe capitare nella realtà lavorativa.
La situazione è accompagnata e sostenuta dalle possibili variabili
in gioco, dalle coordinate spazio temporali, da vincoli e
opportunità.
Il testo dà l’indicazione dell’obiettivo che si vuole realizzare.
La situazione problematica potrà riguardare una delle tematiche
riferite alla “… soluzione di un caso relativo gestione
dell’istituzione scolastica con particolare riferimento alle
strategie di direzione in rapporto alle esigenze formative del
territorio”.
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LA SOLUZIONE DI CASO: COSA FARE?
1. Dare una rapida lettura all’intero caso, in tal modo
s’individuano più facilmente i problemi sollevati;
2. Rileggere il caso prendendo appunti sulle parti più
rilevanti e su quelle più complesse;
3. Leggere il materiale di supporto al caso e le letture
consigliate;
4. Analizzare il caso, utilizzando strumenti conoscitivi
acquisiti.
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Un possibile decalogo per redigere una soluzione di caso
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Identificazione del problema e ambiti di riferimento(occorre circoscrivere con precisione i
termini del problema e identificarne le ricadute sul sistema scuola proposto).
Analisi del problema in tutti i suoi aspetti(occorre tratteggiare il problema senza nessun altro
elemento che possa già indicare soluzioni o strategie).
Ipotesi per soluzioni diverse in ordine ai vincoli e alle opportunità esistenti, ai costi necessari e
alle risorse disponibili (è il punto in cui si dimostra la propria conoscenza del funzionamento
generale del sistema).
Elaborazione di uno o più piani di intervento e progetto di fattibilità in ordine agli obiettivi da
perseguire.
Previsione delle conseguenze dell’azione (il dirigente deve dimostrare di poter ragionevolmente
condurre in porto una situazione problematica e di conoscerne le ricadute, “i costi” non solo
finanziari).
Avvio, conduzione e realizzazione dell’intervento (in questa fase occorre essere sintetici, i
lettori devono arrivare subito al sodo).
Criteri e strumenti adottati per il monitoraggio e le eventuali correzioni in itinere.
Valutazione complessiva dei risultati raggiunti e dell’efficacia dell’intervento.
Trasferibilità e/o generalizzazione dell’intervento in altre analoghe situazioni problematiche.
(eventuale punto da aggiungere solo se avanza tempo e si ha “qualcosa da dire”)
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INFINE PROPONIAMO UNA CHECK-LIST
di domande per l’analisi del caso, che potrebbe risultare utile come traccia per
la soluzione:
1. Quali sono i fatti nel caso?
2. Quali fatti o problemi il caso prende in considerazione?
3. E’ possibile definire il problema?
a. sintomi e situazioni critiche
b. ho bisogno di maggiori informazioni o aiuto?
c. sono in grado di affrontare il problema?
4. Che tipo di informazioni ho? (fatti, opinioni, supposizioni)
5. Quali vincoli vi sono nella soluzione? (ad esempio tempo, politiche e
procedure)
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ANALISI DI CASO: STRUTTURA TIPO DI
Consta di 4 sezioni
 INTRODUZIONE
 CORNICE
DI RIFERIMENTO
 OBIETTIVI ATTESI
DESCRIZIONE DEL CASO
 PROBLEMA
 DOCUMENTAZIONE
 PROPOSTA DI LAVORO

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FACCIAMO UN ESEMPIO*
Descrizione del caso
 La scuola è situata nella periferia della città, in una zona
prevalentemente commerciale ed è frequentata da circa 1000 alunni
le cui famiglie sono di livello socio-economico medio.
 Una discreta percentuale (il 40%) degli alunni proviene dall’hinterland
ed è soggetta a pendolarismo, fatto che ne condiziona in modo
rilevante la frequenza ed il profitto scolastico.
 I docenti sono 120, la cooperazione tra di loro è buona e vengono
effettuati frequenti incontri di programmazione e di confronto.
 Il Dirigente Scolastico partecipa alle attività degli OO.CC. in prima
persona, è punto di riferimento sia per le attività di coordinamento e
gestione interna sia per la comunicazione esterna
* l’esempio è stato tratto dalla piattaforma Indire – concorso ordinario Dirigenti
scolastici ….
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PROBLEMA



Il POF d’istituto, elaborato da una commissione designata dal
Collegio, della quale fanno parte anche alcuni genitori e
rappresentanti del personale ATA, è stato regolarmente approvato dal
Collegio dei Docenti e adottato dal Consiglio d’Istituto con apposita
delibera.
Il POF è sviluppato in modo articolato anche sotto l’aspetto delle
attività complementari extracurricolari e prevede collegamenti con
Enti Locali, aziende, imprese per attività di stage e tirocini.
L’aggiornamento del POF viene fatto annualmente anche a seguito di
un’indagine conoscitiva sui bisogni dell’utenza.
Il Consiglio d’Istituto raccomanda di provvedere ad un’ampia
diffusione e all’attivazione di percorsi di orientamento e di
accoglienza degli alunni delle scuole medie, in particolare delle classi
terze.
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