Facoltà di Economia
Università degli Studi di Parma
Economia
dell’Azione Collettiva
Anno Accademico 2009-2010
1
Programma
•
•
•
•
•
•
Introduzione
Evidenze empiriche
Origine dei benefici di azione collettiva
Azione individuale e azione a collettiva
I costi della cooperazione:
I problemi di produzione di beni collettivi: il free
riding
• I problemi di suddivisione dei benefici della
disponibilità di un bene collettivo: la regolazione
• I problemi della selezione dell'equilibrio: il
coordinamento
2
• Dilemma del prigioniero; dilemma del
prigioniero ripetuto; tit for tat; giochi di
assicurazione e di coordinamento
• I meccanismi di coordinamento endogeno
• I meccanismi di coordinamento esogeno
• Azione collettiva tra individui e tra imprese
• Le forme dell'azione collettiva tra imprese:
accordi; joint venture; contratti di lungo periodo;
consorzi
• Il fallimento dell’azione collettiva tra imprese
• Analisi di casi e testimonianze
3
Tipologia di interazioni tra imprese
• Relazioni concorrenziali (forme mercato)
• Relazioni proprietarie (acquisizioni; forma
gruppo)
• Relazioni di scambio (rapporti contrattuali)
• Relazioni cooperative (accordi; joint venture;
azione collettiva)
4
Definizione
L’azione collettiva è:
L’azione collettiva è l’insieme delle condotte che
derivano dalla decisione di due o più agenti di
coordinare i propri corsi di azione per conseguire
un risultato che non può essere ottenuto in modo
altrettanto efficiente attraverso l’azione individuale.
5
Definizione
L’azione collettiva è:
L’azione collettiva è l’insieme delle condotte che
derivano dalla decisione di due o più agenti di
coordinare i propri corsi di azione per conseguire
un risultato che non può essere ottenuto in modo
altrettanto efficiente attraverso l’azione individuale.
6
Definizione (1)
L’azione collettiva è:
L’azione collettiva è l’insieme delle condotte che
derivano dalla decisione di due o più agenti di
coordinare i propri corsi di azione per conseguire
un risultato che non può essere ottenuto in modo
altrettanto efficiente attraverso l’azione individuale.
7
Forme di azione collettiva
tra imprese
•
•
•
•
•
•
•
accordi informali di lungo periodo;
cartelli;
associazioni temporanee
consorzi;
contratti incompleti di lungo periodo;
joint venture contrattuali (non equity)
joint venture societarie (equity);.
8
Azione collettiva
e sviluppo locale
• Sistemi di piccola impresa e aggregazione
della domanda;
• Definizione di standard e incremento della
qualità dell’offerta
• Accesso al credito e garanzie
• Efficienza produttiva e vincoli dimensionali
• Potere di mercato e determinazione dei
prezzi
9
Oggetto dell’azione collettiva
•
•
•
•
•
•
•
•
la ricerca e sviluppo;
la commercializzazione;
la produzione;
l’approvvigionamento di input;
la formazione;
i servizi tecnici, amministrativi e finanziari
la definizione di standard tecnici;
la tutela della qualità dei prodotti.
10
Azione collettiva tra imprese
L’evidenza empirica sulla
diffusione delle soluzioni
cooperative
11
Numero di accordi tra imprese nei settori dell’informatica,
delle biotecnologie e dei nuovi materiali, per nazionalità
delle imprese dal 1980 al 1994
Anno Usa/Usa
Usa/Eur. Usa/Giap.
1980
1981
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
40
30
54
37
60
82
78
95
98
86
66
53
89
104
145
42
48
57
51
88
86
118
133
141
122
121
106
155
192
235
15
26
39
51
55
52
47
53
39
44
34
51
43
45
40
12
Fonte: Lerner e Merges (1997)
Accordi tecnologici tra imprese in
Germania, Gran Bretagna e Francia
a) Germania
1980-84
1985-89
1990-94
UK
9
29
21
Francia
11
26
21
Olanda
10
25
16
Italia
5
13
7
Usa
51
108
163
Giappone
22
33
41
Germania con
13
b) Gran Bretagna
1980-84
1985-89
1990-94
Germania
9
27
18
Francia
10
31
24
Olanda
9
27
8
Italia
5
13
8
Giappone
117
159
121
Usa
69
139
140
Gran Bretagna con
14
c) Francia
1980-84
1985-89
1990-94
Germania
9
24
21
Gran Bretagna
10
31
24
Olanda
5
24
15
Italia
14
17
14
Giappone
23
27
27
Usa
58
69
100
Francia con
15
Diffusione di forme di cooperazione
di lungo periodo con i fornitori
(% delle imprese acquirenti)
Settori
% delle imprese
Tradizionali
70
Scala
73
Specializzati
75
Science based
57
Media
72
16
Distribuzione percentuale dei consorzi per
macro-settori.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Agricoltura
Edilizia/estrattivo
Manifatturiero
Commercio
Trasporti
Servizi vari
Istruzione, sanità e al.
Utility
Multisettore
TOTALE
7,8
12,8
8,6
14,3
9,2
3,7
5,8
10,3
27,5
100,0
17
Tab. Imprese che hanno definito accordi, collaborazioni o
partecipano a consorzi per classe di addetti al 1997 (in %)
Classe di addetti
1-9
10-19
20-49
50-99
100-249
250 e oltre
Totale
%
4,8
14,9
19,8
25,6
29,1
39,3
5,5
Fonte: Istat (2000)
18
Tab. Imprese che hanno definito accordi, collaborazioni o
partecipano a consorzi per settore al 1997 (in %)
Settori di attività
%
Estrazione di minerali
Attività manifatturiere
Alimentari
Tessili e dell’abbigliamento
Pelli e delle calzature
Legno e dei prodotti in legno
Carta della stampa e dell’editoria
Raffinerie di petrolio
Fabbricazione di prodotti chimici
Gomma e materie plastiche
17,3
7,5
4,2
7,1
8,2
3,9
10,1
9,7
11,4
10,2
19
Minerali non metalliferi
Metallo e di prodotti in metallo
Macchine e apparecchi meccanici
Apparecchi elettrici e di precisione
Mezzi di trasporto
Altre industrie manifatturiere
Energia, gas e acqua
Costruzioni
Commercio e ripar. beni di consumo
Alberghi e ristoranti
Trasporti e telecomunicazioni
Intermediazione monetaria e finanziaria
Altre attività professionali
Informatica e attività connesse
Altre attività professionali
Servizi alla persona
Totale
Fonte: Istat (2000)
6,3
8,1
11,1
10,4
10,1
6,5
11,4
7,5
3,6
2,1
11,6
6,3
6,0
10,7
5,6
3,1
5,5
20
Tab. Imprese che hanno definito accordi, collaborazioni o
partecipano a consorzi per regione al 1997 (in %)
Regioni
%
%
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Liguria
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Emilia Romagna
Toscana
Marche
5,2
5,7
6.0
4,7
5,8
8,0
7,1
7,4
5,9
5,7
5,2
5,7
6.0
4,7
5,8
8,0
7,1
7,4
5,9
5,7
21
Umbria
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
5,2
5,4
3,6
3,9
3,3
4,0
3,6
2,6
3,0
5,7
Totale
5,5
Fonte: Istat (2000)
22
Tab. Imprese che hanno definito accordi, collaborazioni o
partecipano a consorzi per regione al 1997 (in %)
Regioni
%
1991
%
1997
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Liguria
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Emilia Romagna
Toscana
Marche
2,73
2,85
3,01
2,89
4,14
4,39
4,22
5,92
3,60
3,71
5,2
5,7
6.0
4,7
5,8
8,0
7,1
7,4
5,9
5,7
23
Umbria
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
4,10
2,85
2,45
2,66
1,61
2,00
3,01
1,62
1,93
3,00
Totale
5,2
5,4
3,6
3,9
3,3
4,0
3,6
2,6
3,0
5,7
5,5
Fonte: Istat (2000)
24
Variazione dell’incidenza relativa (%) di alcuni
aspetti organizzativi presso imprese con rapporti di
collaborazione rispetto al resto delle imprese (2000)
Classi di Pc
addetti
E-mail
Web
RS
-10
12,4
24,1
13,9
13,7
10-19
1,7
11,8
11,6
12,6
20-49
1,4
4,4
4,9
9,8
50-99
1,0
4,1
2,6
16,2
25
Variazione dell’incidenza relativa (%) di alcuni
aspetti organizzativi presso imprese con rapporti di
collaborazione rispetto al resto delle imprese (2000)
Classi di Innov.
addetti
Prod.
Innov.
Proc
Formaz.
-10
17,0
12,1
11,7
10-19
17,6
16,0
9,1
20-49
16,6
13,8
4,9
50-99
13,5
4,8
8,5
26
Variazione della dinamica occupazionale relativa
(%) 1999-2000 presso le imprese con rapporti di
collaborazione rispetto al resto delle imprese (2000)
Totale
imprese
-
=
+
0,5
-6,7
6,2
27
Il modello di riferimento
(sistema economico a 2 settori x 2 beni)
Beni Privati
Beni Pubblici
Produz.
Individ.
Produz.
Collettiva
28
Il modello di riferimento
(sistema economico a 2 settori x 2 beni)
Beni Privati
Produz.
Individ.
Beni Pubblici
Prodotti
Alimentari
Produz.
Collettiva
29
Il modello di riferimento
(sistema economico a 2 settori x 2 beni)
Produz.
Individ.
Beni Privati
Beni Pubblici
Prodotti
Alimentari
Innovazione
Produz.
Collettiva
30
Il modello di riferimento
(sistema economico a 2 settori x 2 beni)
Produz.
Individ.
Produz.
Collettiva
Beni Privati
Beni Pubblici
Prodotti
Alimentari
Innovazione
Prodotti
Informatici
31
Il modello di riferimento
(sistema economico a 2 settori x 2 beni)
Produz.
Individ.
Produz.
Collettiva
Beni Privati
Beni Pubblici
Prodotti
Alimentari
Innovazione
Prodotti
Informatici
Infrastrutture
Regole/Codici
Sist. Istruzione
32
Il modello di riferimento
(sistema economico a 2 settori x 2 beni)
Produz.
Individ.
Produz.
Collettiva
Beni Privati
Beni Pubblici
Prodotti
Alimentari
Innovazione
Agenti Individuali
Infrastrutture
Regole/Codici
Sist. Istruzione
Organizzazioni
Prodotti
Informatici
33
Il modello di riferimento
(sistema economico a 2 settori x 2 beni)
Beni Privati
Beni Pubblici
Agenti Ind.
Agenti Ind.
Organizzazioni
(imprese)
Organizzazioni
(istituzioni)
Produz.
Individ.
Produz.
Collettiva
34
Fattori costitutivi
dell’azione collettiva
35
Fattori costitutivi
dell’azione collettiva
(Ipotesi Canonica)
• Complementarità
• Coordinamento
36
Complementarità:
Le azioni sono complementari quando
all’aumentare dell’investimento realizzato
da un agente aumentano anche i benefici
percepiti dall’altro e viceversa.
37
Complementarità:
Le azioni sono complementari quando
all’aumentare dell’investimento realizzato
da un agente aumentano anche i benefici
percepiti dall’altro e viceversa.
Implicazioni:
In presenza di complementarità positive
l’azione collettiva è più efficiente dell’azione
individuale
38
Coordinamento:
Le azioni sono coordinate quando gli
agenti adeguano i piani individuali ad
un unico piano generale
39
Coordinamento:
Le azioni sono coordinate quando gli
agenti adeguano i piani individuali ad
un unico piano generale
Implicazioni:
Gli agenti riducono i propri gradi di
libertà in funzione della realizzazione di
progetti comuni
40
Condizioni per l’avvio
dell’azione collettiva
(ipotesi canonica)
• Complementarità  Incentivi economici
diretti individuali
• Coordinamento  Mercato/contratto
41
Mercato e contratti come
strumento di coordinamento
dell’azione collettiva
Legge contrattuale classica
• Perfetta informazione degli agenti sul contenuto
dello scambio e sulle contingenze future
42
Mercato e contratti come
strumento di coordinamento
dell’azione collettiva
Legge contrattuale classica
• Perfetta informazione degli agenti sul contenuto
dello scambio e sulle contingenze future
• Riduzione al presente: tutte le contingenze future
sono previste e trasferite nel contratto
43
Mercato e contratti come
strumento di coordinamento
dell’azione collettiva
Legge contrattuale classica
• Perfetta informazione degli agenti sul contenuto
dello scambio e sulle contingenze future
• Riduzione al presente: tutte le contingenze future
sono previste e trasferite nel contratto
• Discretezza: ogni scambio è distinto da quello
precedente e da quello successivo e gli agenti non
hanno obbligazioni esterne al contratto
44
Mercato e contratti come
strumento di coordinamento
dell’azione collettiva
Legge contrattuale classica
• Perfetta informazione degli agenti sul contenuto
dello scambio e sulle contingenze future
• Riduzione al presente: tutte le contingenze future
sono previste e trasferite nel contratto
• Discretezza: ogni scambio è distinto da quello
precedente e da quello successivo e gli agenti non
hanno obbligazioni esterne al contratto
• Irrilevanza dell’identità delle parti
45
Mercato e contratti come
strumento di coordinamento
dell’azione collettiva
Legge contrattuale classica
• Perfetta informazione degli agenti sul contenuto
dello scambio e sulle contingenze future
• Riduzione al presente: tutte le contingenze future
sono previste e trasferite nel contratto
• Discretezza: ogni scambio è distinto da quello
precedente e da quello successivo e gli agenti non
hanno obbligazioni esterne al contratto
• Irrilevanza dell’identità delle parti
• Delimitazione temporale dell’accordo di scambio
46
Mercato e contratti come
strumento di coordinamento
dell’azione collettiva
Legge contrattuale classica
• Perfetta informazione degli agenti sul contenuto
dello scambio e sulle contingenze future
• Riduzione al presente: tutte le contingenze future
sono previste e trasferite nel contratto
• Discretezza: ogni scambio è distinto da quello
precedente e da quello successivo e gli agenti non
hanno obbligazioni esterne al contratto
• Irrilevanza dell’identità delle parti
• Delimitazione temporale dell’accordo di scambio
• Disincentivo al ricorso a terze parti (arbritato, ecc.47
Mercato e contratti come
strumento di coordinamento
dell’azione collettiva
Legge contrattuale neo-classica
• Incertezza (in termini di razionalità limitata) degli
agenti sulle contingenze future
48
Mercato e contratti come
strumento di coordinamento
dell’azione collettiva
Legge contrattuale neo-classica
• Incertezza (in termini di razionalità limitata) degli
agenti sulle contingenze future
• Elevati costi di riduzione al presente
49
Mercato e contratti come
strumento di coordinamento
dell’azione collettiva
Legge contrattuale neo-classica
• Incertezza (in termini di razionalità limitata) degli
agenti sulle contingenze future
• Elevati costi di riduzione al presente
• Formalizzazione parziale del contratto
50
Mercato e contratti come
strumento di coordinamento
dell’azione collettiva
Legge contrattuale neo-classica
• Incertezza (in termini di razionalità limitata) degli
agenti sulle contingenze future
• Elevati costi di riduzione al presente
• Formalizzazione parziale del contratto
• Precisazione delle modalità di risoluzione del
conflitto
51
Mercato e contratti come
strumento di coordinamento
dell’azione collettiva
Legge contrattuale neo-classica
• Incertezza (in termini di razionalità limitata) degli
agenti sulle contingenze future
• Elevati costi di riduzione al presente
• Formalizzazione parziale del contratto
• Precisazione delle modalità di risoluzione del
conflitto
• Introduzione di una terza parte (tribunale civile;
legislazione commerciale, arbritato)
52
Componenti
dell’azione collettiva
Hp1) Scambio regolato da contratto di beni
privati e pubblici
53
Componenti
dell’azione collettiva
Hp1) Scambio regolato da contratto di beni
privati e pubblici
Hp2) Produzione collettiva di beni privati e
pubblici;
Scambio non regolato da contratto di
beni privati e pubblici
54
Limiti dell’ipotesi canonica:
(I)
L’azione collettiva, incertezza
comportamentale e incertezza sistemica.
Es. Standard tecnologici
55
Limiti dell’ipotesi canonica:
(II)
L’azione collettiva e beni non trasferibili
Es. Conoscenze tacite
Risorse comuni (Common Property
Resources)
56
Limiti dell’ipotesi canonica:
(III)
L’azione collettiva e interdipendenza di fase
Es. Sistema comunitario di irrigazione;
Progetti di cooperazione inter-impresa
nella R&S
57
Fattori costitutivi
dell’azione collettiva
• Complementarità
• Coordinamento
• Interdipendenza di
processo
58
Interdipendenza di processo:
Le azioni sono interdipendenti quando il
coordinamento non riguarda solo le fasi di
scambio, ma interessa anche quelle di
investimento e di produzione.
59
Relazioni tra complementarità,
coordinamento e interdipendenza
COMPLEMEN TARITÀ
COORDINA INTERDIPENDEN MENTO
X
X
PROCESSO
X
X
X
Potere
Mercato
X
X
X
ZA DI
X
Az. Individuale
Pareto-Inf.
Azione Collettiva
60
Interdipendenza, coordinamento e
azione collettiva tra imprese
+
-
Coordinamento
+
61
Interdipendenza, coordinamento e
azione collettiva tra imprese
+
-
Mercato
Transazioni
spot
-
Coordinamento
+
62
Interdipendenza, coordinamento e
azione collettiva tra imprese
+
Mercato
Contratti
-
Coordinamento
+
63
Interdipendenza, coordinamento e
azione collettiva tra imprese
+
Mercato
Contratti
di LT
-
Coordinamento
+
64
Interdipendenza, coordinamento e
azione collettiva tra imprese
+
Mercato
Azione
Collettiva
Accordi di
Cooperazione
-
Coordinamento
+
65
Interdipendenza, coordinamento e
azione collettiva tra imprese
+
Mercato
Azione
Collettiva
Contratti
incompleti
-
Coordinamento
+
66
Interdipendenza, coordinamento e
azione collettiva tra imprese
+
Mercato
Azione
Collettiva
Consorzi
-
Coordinamento
+
67
Interdipendenza, coordinamento e
azione collettiva tra imprese
+
Mercato
Azione
Collettiva
Joint Venture
-
Coordinamento
+
68
Interdipendenza, coordinamento e
azione collettiva tra imprese
+
Mercato
Azione
Collettiva
Gerarchia
Acquisizione
-
Coordinamento
+
69
Definizione (2)
L’azione collettiva è:
L’azione collettiva è l’insieme delle condotte
che due o più agenti mettono in atto per
fronteggiare problemi di interdipendenza e di
coordinamento evitando il ricorso al contratto
e a soluzioni gerarchiche.
70
Generalizzando
Errore logico
Proverbio 1
Proverbio 2
71
P.1 - Azione Individuale
“Chi fa da sé, fa per tre”.
(proverbio italiano)
72
P.1 - Azione Individuale
“Chi fa da sé, fa per tre”.
(proverbio italiano)
P.2 - Azione Collettiva
“Le formiche, quando si mettono
d’accordo, spostano l’elefante”
(proverbio africano)
73
Generalizzando
Errore di inferenza
Azione Individuale
Azione Collettiva
74
Errore di inferenza:
Fallacy of composition:
“Se una azione è nell’interesse collettivo di
un gruppo e se i membri del gruppo sono
razionali, e quindi il gruppo deve essere
collettivamente razionale, ne deriva che il
gruppo deve agire nel suo interesse così
come ogni suo membro razionale dovrebbe
fare.” (Hardin 1982)
75
F.o.C.
Azione Individuale
Azione Collettiva
76
Origine dei vantaggi
di azione collettiva tra imprese
77
Origine dei vantaggi
di azione collettiva tra imprese
•
•
•
•
Economie di scala (Contractor e Lorange 1988 )
Riduzione del rischio (Aloysius 1999)
Collusione (van Wegberg 1995)
Riduzione dei costi transazionali (Pisano
1990; Narula 1998)
78
• Non dispersione di esternalità tecnologiche (Spence 1984, Katz 1986
• Conoscenza tacita e complemetarità nelle
risorse (Kogut 1988, Buckley e Casson 1998)
• Incompletezza del mercato
79
Economie di scala
80
Economie di scala:
Si registrano economie di scala quando
i costi di produzione diminuiscono
all’aumentare dei volumi di produzione
81
Economie e diseconomie di scala:
Rendimenti crescenti
C
AC1
Q82
Economie e diseconomie di scala:
Rendimenti costanti
C
AC2
Q83
Economie e diseconomie di scala:
Rendimenti crescenti, costanti e decrescenti
C
AC3
AC2
AC1
Q84
Economie e diseconomie di scala:
Costi medi totali
C
ACtot
AC3
AC2
AC1
Q85
Economie e diseconomie di scala:
C
Q1
Q2
Q3
Q486Q
Economie e diseconomie di scala:
C
Rendimenti
crescenti
Q1
Q2
Q3
Q487Q
Economie e diseconomie di scala:
C
Rendimenti
costanti
Q1
Q2
Q3
Q488Q
Economie e diseconomie di scala:
C
Rendimenti
decrescenti
Q1
Q2
Q3
Q489Q
Origine delle economie di scala
•
•
•
•
Presenza di costi fissi
Specializzazione delle funzioni
Costi di riassetto
Legge dei grandi numeri e costi delle scorte
90
Origine delle
diseconomie di scala
• Costi di trasporto delle materie prime
(multilocalizzazione)
• Costi di distribuzione del prodotto finito
• Costi di approvigionamento di input
specialistici (lavoro qualificato)
• Costi di controllo (coordinamento)
91
Economie di scala
e dimensioni dell’impresa
La presenza di rendimenti crescenti
determina effetti rilevanti
sull’efficienza delle imprese in
relazione alla loro dimensione
92
Esempio
• L’impresa 1 produce il componente a che
entra nel prodotto finale A. La quantità
prodotta di a (funzione della domanda di A)
è q1 e il costo c1
93
Economie e diseconomie di scala
C
C1
ACtot
Q1
94Q
La quantità q1 si colloca nel tratto
descrescente di AC, ma vincoli di
domanda non consentono di scegliere
punti a destra di q1 e quindi di ridurre
i costi
95
Alternative
• Ampliamento della domanda e crescita
dimensionale
• Abbandono dell’attività e ricorso al mercato
• Azione collettiva
96
Economie e diseconomie di scala
Hp Azione collettiva
C
ACtot
C4
Q4
97Q
Economie e diseconomie di scala
Hp Azione collettiva
C
C1
ACtot
C4
Q1
Q4
98Q
Economie di scala e
azione collettiva
Creazione di strutture comuni specializzate
(consorzi, joint venture) in grado di
aggregare la domanda dei partecipanti e di
valorizzare le economie di scala.
99
Azione collettiva
vs
Azione individuale
•
•
•
•
Elevati costi fissi di avvio
Elevata soglia minima dei partecipanti
Incertezza
Specificità dell’investimento
100
Azione collettiva
ed economie di scala:
Benefici
• Riduzione dei costi medi di produzione
• Garanzia dell’offerta
101
Economie di varietà
Si registrano economie di varietà quando
produrre congiuntamente due o più beni
determina vantaggi in termini di produttività
o di efficienza
• es. pozzi+canali di irrigazione
102
Economie di varietà
C(q1,q2) < [C(q1,0) + C(0,q2)]
Funzione di costo subadditiva
C(q1,q2) = [C(q1,0) + C(0,q2)]
Funzione di costo additiva
C(q1,q2) > [C(q1,0) + C(0,q2)]
Funzione di costo superadditiva
103
Economie di varietà
Y(q1,q2) < [Y(q1,0) + Y(0,q2)]
Funzione di prod. subadditiva
Y(q1,q2) = [Y(q1,0) + Y(0,q2)]
Funzione di prod. additiva
Y(q1,q2) > [Y(q1,0) + Y(0,q2)]
Funzione di prod. superadditiva
104
Economie di scopo (di varietà)
Funzione di costo subadditiva
C(q)
C(q1,0)
C(0,q2)
q’2
q2
0
q’1
q1
105
Economie di scopo (di varietà)
Funzione di costo superadditiva
C(q)
C(q1,0)
C(0,q2)
q’2
0
q2
q’1
q1
106
Riduzione del rischio
107
Riduzione del rischio
La ripartizione tra più soggetti dei costi
associati all’avvio di iniziative
caratterizzate da elevata incertezza
consente di avvicinare il profitto effettivo
alla redditività attesa.
108
Esempio 1
Si considerino cinque progetti di ricerca
realizzati da altrettante imprese. Il costo del
progetto è simile nei diversi casi.
In caso di
• successo: i=1 con p=0,5
• insuccesso:  i=0 con p=0,5
109
Azione individuale
=1 oppure =0
110
Azione collettiva
• =1/n(S  i,..n)=1/6(3)=0,5
111
Rischio e Azione collettiva:
Benefici
Approssimazione del profitto effettivo al
profitto atteso
ES.Cooperazione nel settore petrolifero.
112
Collusione
e azione collettiva
113
Collusione
Insieme di pratiche, tacite o esplicite,
finalizzate alla riduzione della concorrenza
tra le imprese e all’aumento dei profitti
individuali.
114
Benefici da collusione:
il cartello
C
P
A) impresa rapprentativa
MC
AC
q
(Impresa)
115
Benefici da collusione:
il cartello
C
P
A) impresa rapprentativa
B) settore
MC
MC
pc
AC
q
(Impresa)
Q
116
(Settore)
Benefici da collusione:
il cartello
C
P
A) impresa rapprentativa
B) settore
MC
MC
pc
AC
D
q
(Impresa)
Q
117
(Settore)
Benefici da collusione:
il cartello
C
P
A) impresa rapprentativa
B) settore
MC
MC
pc
AC
D
MR
q
(Impresa)
Q
118
(Settore)
Benefici da collusione:
il cartello
C
P
A) impresa rapprentativa
B) settore
MC
MC
pc
AC
D
MR
q
(Impresa)
Q
119
(Settore)
Benefici da collusione:
il cartello
A) impresa rapprentativa
B) settore
C
P
MC
MC
pc
AC
D
MR
q
(Impresa)
Qc
Q
120
(Settore)
Benefici da collusione:
il cartello
A) impresa rapprentativa
B) settore
C
P
MC
MC
pc
AC
D
MR
qc
q
(Impresa)
Qc
Q
121
(Settore)
Benefici da collusione:
il cartello
A) impresa rapprentativa
B) settore
C
P
pm
MC
MC
pc
AC
D
MR
qc
q
(Impresa)
Qc
Q
122
(Settore)
Benefici da collusione:
il cartello
A) impresa rapprentativa
B) settore
C
P
pm
MC
MC
pc
AC
D
MR
qc
q
(Impresa)
Qm
Qc
Q
123
(Settore)
Benefici da collusione:
il cartello
A) impresa rapprentativa
B) settore
C
P
pm
MC
MC
pc
AC
D
MR
qc
q
(Impresa)
Qm
Qc
Q
124
(Settore)
Benefici da collusione:
il cartello
A) impresa rapprentativa
B) settore
C
P
MC
pm
MC
pc
AC
D
MR
qm
qc
q
(Impresa)
Qm
Qc
Q
125
(Settore)
Collusione e Azione Collettiva:
Benefici
•
•
•
•
Extraprofitti
riduzione dell’incertezza
riduzione delle tensioni concorrenziali
riduzione dei costi delle politiche di
concorrenza tra imprese
126
Costi transazionali
127
Definizione
di costo transazionale
I costi transazionali sono i costi
sostenuti dalle parti impegnate in uno
scambio per definire reciproche
salvaguardie che garantiscano che i
benefici attesi dalla transazione
vengano conseguiti.
128
Determinanti del livello
dei costi transazionali
• Incertezza (razionalità limitata)
• Opportunismo
• Specificità delle risorse
129
Costi transazionali
e forme contrattuali
• Legge contrattuale classica
• Legge contrattuale neo classica
• Contrattazione relazionale
130
Completezza del contratto
Un contratto è incompleto quando non è
possibile (o non è economico) anticipare
tutte le contingenze future dello scambio
Es. Consorzio di commercializzazione o di
assistenza tecnica (meccanizzazione
agricola)
131
Alternative al ricorso al contratto
(scambi di mercato)
(1) Acquisizione
(2) Azione collettiva
132
Acquisizione
• Riduzione dei costi transazionali
• Variazione dei costi amministrativi e
gestionali (diseconomie di integrazione
verticale)
133
Costi di governo comparati
(Williamson 1985)
• Confronto tra i costi di governo delle soluzioni di
mercato e delle soluzioni di gerarchia
• k: livello di specificità delle risorse
• Cc: costi di coordinamento gerarchico
• Ct: costi transazionali
• G = Cc - Ct
Cc > 0; Ct  0
134
Costi di governo comparati
Cc
Ct
G
0
k’
k
135
Costi di governo comparati
Ct
Cc
G
k’
0
k
Mercato
Gerarchia (impresa)
136
Costi di governo comparati
• In riferimento a livelli di specificità molto
contenuti i costi di coordinamento sono sempre
superiori a quelli transazionali.
• Aumentando il grado di specificità della risorsa
utilizzata, i costi di coordinamento rimangono
uguali e aumentano i costi transazionali.
• L’intersezione della curva G con la retta k nel
punto k’ indica il “confine” dell’impresa, ossia la
condizione in cui diventa vantaggioso trasferire
all’interno della gerarchia uno scambio che prima
era opportuno attuare attraverso il mercato.
137
Costi di governo comparati
• Per completare l’analisi deve essere introdotta la
comparazione tra i costi medi di produzione
nell’alternativa di produzione interna e di ricorso
al mercato.
• Sia
• C = C(q)c - C(q)s
• C(q)c: costo di produzione dell’input da parte
dell’impresa integrata C
• C(q)s: costo di produzione dell’input da parte
dell’impresa fornitrice esterna S
138
Costi di governo comparati
Ct
Cc
G
C
k’
0
k
Mercato
Gerarchia (impresa)
139
Costi di governo comparati
• In relazione a livelli molto bassi di specificità sarà più
efficiente il ricorso al mercato dal momento che il
fornitore S, a differenza di C, potrà sfruttare le
economie di specializzazione per diminuire i costi
producendo per altri acquirenti e aumentando le
economie di scala.
• Nelle scelte “make or buy” relative a prodotti standard,
commodities o prodotti assolutamente omogenei è,
secondo lo schema transazionale, sempre vantaggioso
ricorrere al mercato.
140
Costi di governo comparati
• All’aumentare della specificità dell’input le
economie di specializzazione potenziali si
riducono fino a quando, per beni particolarmente
specifici, i costi di produzione di un produttore
esterno si avvicinano ai costi di produzione
realizzati nell’impresa integrata (la curva C
tende asintoticamente a 0).
141
Costi di governo comparati
• La somma orizzontale di C+ G tendenzialmente
sposta a destra il confine dell’impresa
142
Costi di governo comparati
G+ C
Ct
Cc
G
C
k’ k*
0
k
Mercato
Gerarchia (impresa)
143
Costi di governo comparati
• Il tratto k*-k’ evidenzia l’opportunità di soluzione
organizzative intermedie (accordi di lt, joint
venture, ecc.)
• Il grado di specificità è marcato e risulta , quindi,
consigliabile il ricorso alla gerarchia.
• Nello stesso tempo, la possibilità di ridurre i costi
di produzione suggerisce di adottare soluzioni di
mercato
144
Costi di governo comparati
G+ C
Ct
Cc
G
C
k’ k*
0
Mercato

k
Gerarchia (impresa)
145
Azione collettiva
• Equity joint venture
• Non equity joint venture
146
Caratteristiche
• Delimitazione dell’ambito di riferimento dello
scambio
• Assenza di diseconomie di integrazione verticale
• Partecipazione paritetica(non gerarchica)
• Meccanismi di regolazione e di incentivazione
autonomi
• Ripartizione ex ante dei benefici
• Ostaggi reciproci
147
Azione collettiva
e costi transazionali:
Vantaggi
• Riduzione dei costi transazionali
• Governo di transazioni che non possono
essere collocate nell’ambito della
gerarchia e del mercato
148
Esternalità tecnologiche
149
Benefici da innovazione
e concorrenza
•
•
•
•
Innovazione e concorrenza
Innovazione e appropriabilità
Spillover tecnologici
Esternalità tecnologiche
150
Esternalità tecnologiche
Benefici da innovazione ottenuti dai
concorrenti dell’impresa innovatrice,
senza sostenere i costi dell’innovazione
151
Effetti degli spillover
• Riduzione dell’incentivo a innovare
• Riduzione del livello di investimento in
Ricerca e Sviluppo
• Allocazione inefficiente delle risorse in
Ricerca e Sviluppo
152
Azione collettiva
•
•
•
•
Progetti di ricerca inter-impresa
Consorzi di ricerca infra-settoriali
Joint venture
Accordi
153
Azione collettiva e
esternalità tecnologiche:
Benefici
• Internalizzazione delle esternalità
• Recupero dell’incentivo a innovare
• Innalzamento del livello di investimento
(Effetti su costo medio unitario dell’innovazione e
su redistribuzione del rischio)
154
Conoscenza tacita e
complementarità nelle risorse
155
Conoscenza formale e
conoscenza tacita
• Conoscenza formale: è basata su informazioni
codificate e pubbliche. Rappresenta i saperi
standard e le tecnologie note. E’ trasferibile e
risulta indipendente dal contesto in cui viene
utilizzata.
156
• Conoscenza tacita: è un sapere informale, non
ancora codificato o non codificabile. E’ il
risultato dell’accumulazione di esperienze
realizzate in un contesto specifico. E’ ‘radicata’
all’interno dell’organizzazione che l’ha
prodotta. E’ una risorsa non trasferibile.
157
Complementarità nelle risorse
Si ha complementarità tra le risorse
quando:
a) una parte non può portare a termine il
progetto intrapreso senza disporre delle
risorse dell’altra e viceversa e
b) le risorse di almeno uno dei due partner
o non sono trasferibili o lo sono a costi
molto elevati (conoscenze tacite)
158
Azione individuale
• Crescita interna (ampliamento della
dotazione di risorse)
• Crescita esterna (acquisizione)
• Abbandono del progetto
159
Azione collettiva
• Accordi formali e informali
• Joint venture societarie
• Consorzi
160
Azione collettiva
vs
azione individuale
•
•
•
•
Vincoli temporali
Vincoli manageriali
Bassi rischi di dispersione del know how
Conservazione nel tempo e aggiornamento
delle conoscenze in vista di impieghi futuri
161
Azione collettiva e
complementarità tecnologiche:
Benefici
• Valorizzazione delle conoscenze tacite in
termini di diversificazioni o estensione delle
applicazioni
• Contenimento della crescita dimensionale
• Non diversificazione e non estensione delle
competenze
162
Incompletezza del mercato
163
Definizione
Un mercato è incompleto quando il
consumatore, pur accettando di pagare
il prezzo corrispondente al costo di
produzione, non è in grado di disporre
del bene o del servizio richiesto per
carenza di offerta.
164
Tipologie di beni
•
•
•
•
•
Beni pubblici
Beni non trasferibili
Beni indivisibili
Beni di processo
Beni di coordinamento
165
Beni pubblici
•
•
•
•
Non rivalità nel consumo e non escludibilità
Difficoltà di ridistribuire i costi di produzione
Ridotti incentivi alla produzione
Offerta tendenzialmente inferiore alla domanda
166
Beni non trasferibili
• Presenza di conoscenza tacita
• Non contrattabilità
• Carenza di offerta
167
Beni indivisibili
• Volumi unitari fissi e elevati
• Non scomponibilità
• Non corrispondenza tra volume della domanda
e dimensione minima dell’offerta
168
Beni di processo
•
•
•
•
•
Ruolo dell’interazione tra agenti
Ruolo dell’informazione e dell’apprendimento
Presenza di alternative multiple
Preesistenza dei meccanismi di scambio
Carenza di offerta
169
Beni di coordinamento
• Ruolo e vantaggi del coordinamento
• Costi informativi, di progettazione e di
monitoraggio
• Carenza di offerta
170
Azione individuale
• Crescita dimensionale
• Acquisizione
171
Azione individuale
•
•
•
•
•
Vincoli temporali
Vincoli manageriali
Vincoli di massa critica
Vincoli di apprendimento
Vincoli di varietà
172
Azione collettiva
• Consorzi
• Associazioni di interessi
• Accordi formali
173
Azione collettiva
vs
azione individuale
• Possibilità di superamento dei vincoli di
massa critica, di apprendimento e di varietà
• L’azione collettiva è una precondizione per
la realizzazione del bene
174
Azione collettiva e
incompletezza dei mercati
Benefici
• Riduzione delle carenze di offerta
• Valorizzazione di risorse parzialmente
inoperose
175
Un esempio:
Oligopolio
e Qualità dei beni
176
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
D1
Q
177
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
MR1
D1
Q
178
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
MC1
AC1
MR1
D1
Q
179
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
MC1
AC1
MR1
Q1
D1
Q 180
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
MC1
P1
AC1
MR1
Q1
D1
Q
181
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
MC1
P1
AC1


MR1
Q1
D1
Q
182
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
MC2
P1
AC2
MR1
Q1
D1
Q
183
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C

MC2
P1

AC2
MR1
Q1

D1
Q
184
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
MC2
AC2
D2
Q
185
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
MC2
AC2
MR2
D2
Q 186
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
MC2
AC2
MR2
Q2
D2
Q
187
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
MC2
P2
AC2
MR2
Q2
D2
Q
188
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
MC2
MC1
P1
AC1
P2
AC2
MR2
Q2 Q1
D2
Q
189
Oligopolio e Qualità dei beni offerti
P
C
MC2
MC1
P1
AC1
P2
AC2
MR2
Q2 Q1
MR1
D2
D1
Q
190
Azione collettiva e
incompletezza dei mercati
Benefici
• Riduzione delle carenze di offerta
• Valorizzazione di risorse parzialmente
inoperose
191
Motivazioni all’azione collettiva
tra imprese:
evidenze empiriche
192
Motivazioni dell’adesione al consorzio
DESCRIZIONE
P.MEDIO
Concentrare le attività presso una unità
specializzata
Accesso a beni e a servizi a costo inferiore
a quelli ottenibili dalla singola impresa
Aumentare la capacità contrattuale
Acquisire informazioni e migliorare le
competenze interne
Sviluppare sinergie tra imprese con
competenze o tecnologie complementari
Aumentare il fatturato
Migliorare la qualità dei beni offerti
Rendere più stabile il fatturato
Avere accesso a beni e servizi in
precedenza non disponibili sul mercato
5,04
5,01
4,40
4,37
4,04
4,02
3,73
3,40
3,33
193
Avere garanzie sulla disponibilità di beni e
servizi
Aumentare la specializzazione delle
attività delle singole imprese
Definire o tutelare standard qualitativi
Mancanza di risorse finanziarie per
realizzare investimenti in proprio
Evitare eccessi di concorrenza tra le
imprese
Eliminare duplicazioni tra le attività delle
imprese
Ridurre i rischi
3,27
2,90
2,83
2,60
2,30
2,14
1,76
194
Variabili influenti sulla diffusione
di soluzioni di cooperazione tra
imprese
195
Variabili influenti sulla diffusione
di soluzioni di cooperazione tra
imprese
•
•
•
•
•
Incertezza
Concorrenza non di prezzo
Aumento della dimensione dei mercati
Aumento dei costi unitari di sviluppo
Accelerazione del ritmo di cambiamento
tecnologico
• Riduzione della diversificazione
196
• Accentuazione della specializzazione
produttiva e delle competenze specifiche
• Convergenza tecnologica e
fertilizzazione incrociata delle
tecnologie
• Iniziativa istituzionale
197
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Azione.collettiva.1 - Dipartimento di Economia