L’AGENDA 21
SCUOLE
Tema:
Programma di sorveglianza e
monitoraggio del termovalorizzatore
Relatore:
Dott. Chimico Fiorella Messina
Argomenti da sviluppare:
 Programma di monitoraggio ambientale
 Studio delle matrici suolo e atmosfera
 Impiego di bioindicatori: licheni e miele
PROGRAMMA DI MONITORAGGIO
AMBIENTALE
Termovalorizzatore
Produzione di
sostanze inquinanti
Controlli e monitoraggio
Acqua
Suolo
Aria
L’attività svolta fino ad ora è consistita nel
fotografare lo stato attuale dell’ambiente
circostante l’impianto di termovalorizzazione.
Elementi
critici
Fiume Basento
Bosco di Pallareta
Attività agricole e di pascolo
Abitazioni civili (S.Luca Branca)
Come sviluppare uno studio dell’ambiente?
Bisogna considerare che la sorgente della possibile
contaminazione, cioè l’impianto di termovalorizzazione,
diffonde le sostanze inquinanti attraverso
IL VENTO
Come collocare sul territorio i punti su cui effettuare i controlli?
Studio meteoclimatico
incentrato su serie
storiche di dati meteo,
relative alla città di
Potenza
Dove cercare?
La logica suggerisce di valutare la
direzione sotto vento e
posizionarvi i punti di controllo.
Cosa cercare
?
STUDIO DELLE MATRICI SUOLO E
ATMOSFERA
E’ stata effettuata una serie
di prelievi di campioni di varie
matrici ambientali, su cui
sono poi state eseguite delle
analisi chimiche per la loro
caratterizzazione.
Nota:
Il lavoro di monitoraggio è un’operazione che generalmente
si svolge nell’arco di mesi, se non di anni, per meglio
descrivere e “fotografare” una situazione che cambia nel
tempo.
In questo caso specifico del monitoraggio
ambientale nella zona del termovalorizzatore, le
indagini sono state pianificate come segue:
Studio di acque sotterranee e superficiali
Studio del suolo
Studio del miele come bioindicatore
Studio dell’aria
Impiego di altri bioindicatori
Ad impianto
funzionante
Prima dell’avvio
dell’impianto
Matrici ambientali studiate
ACQUA
Dei controlli sulle acque e dei risultati analitici ne parleranno altri relatori.
Comunque, parallelamente
alla ricerca di parametri
inquinanti, è stato eseguito
uno studio sulla profondità di
eventuali falde acquifere
sotterranee.
Tale studio è stato affrontato
utilizzando dei cosiddetti
“piezometri” già esistenti.
Il piezometro è un dispositivo
che serve ad individuare il livello
dell’acqua, ed è costituito da un
tubo cavo dotato di un tratto
fessurato per consentire il
drenaggio dell’acqua.
Il livello dell’acqua
nel piezometro è
stato misurato
attraverso uno
strumento detto
“freatimetro”.
Contestualmente sono stati
prelevati i campioni di acqua,
grazie all’impiego di tubi di
polietilene calati nel piezometro,
detti “bailer”.
Quando il sensore
terminale tocca il
pelo dell’acqua,
emette un segnale
acustico e si accende
una spia luminosa.
TERRENO
I prelievi sono stati effettuati
utilizzando una trivella a
mano, scendendo a profondità
comprese tra 90 e 115 cm.
Sui campioni prelevati sono
state effettuate delle indagini
chimiche atte a caratterizzare
i terreni.
Come sono stati scelti i punti di prelievo?
La maggior parte dei punti è stata posizionata intorno
all’impianto di termovalorizzazione.
E comunque, sempre in base allo studio
meteocolimatico della zona, le
caratteristiche chimiche del terreno sono
state studiate anche nelle direzioni sotto
vento (cioè del vento dominante).
Quali contaminanti sono stati ricercati?
Dall’elenco degli inquinanti da ricercare nel suolo e sottosuolo,
indicati dalla normativa vigente, ne è stato selezionato uno
stralcio, contenente:
 Metalli pesanti
 Alcuni anioni
 Diverse sostanze organiche
 Idrocarburi
 Pesticidi
Dei risultati analitici discuterà in seguito un mio collega.
Ad ogni modo, queste categorie di inquinanti, se presenti
effettivamente nel terreno, potrebbero entrare a far parte della
catena alimentare, attraverso le piante o gli animali da pascolo.
I risultati di questa indagine preliminare
costituiscono una “fotografia” che è
rappresentativa delle condizioni iniziali
ambientali del suolo.
PRIMA
dell’avvio dell’impianto
Con questi risultati saranno confrontati i dati
del successivo monitoraggio per verificare se e
quanto l’attività a regime dell’impianto di
termovalorizzazione influenzerà lo stato della
matrice ambientale “suolo”.

ARIA
La concentrazione degli inquinanti in atmosfera è determinata
da numerosi fattori:
1
3
9
Quantità di contaminanti presenti nelle emissioni gassose
Distanza dai punti di emissione
Trasformazioni chimiche e fisiche che subiscono le sostanze
emesse
P
s
Velocità di ricaduta sul suolo
Condizioni meteorologiche
E’ stato effettuato uno studio su come potenzialmente
diffonderanno i fumi dell’impianto quando funzionerà a regime.
Di grande interesse, per questa analisi, sono i dati meteorologici
della zona in esame, perché influenzano direttamente la
diffusione del contaminante, il suo mescolamento, il suo
ristagno in atmosfera e la concentrazione in corrispondenza di
un dato bersaglio (umano o ambientale).
Quindi, per questa indagine sono state considerate le condizioni
atmosferiche locali, sia attuali sia storiche:
 Temperatura
 Pressione
 Umidità
 Vento
Pertanto, da opportune elaborazioni
e sintesi di dati è scaturita una
rappresentazione schematica del
cosiddetto “pennacchio diffusionale”
dei contaminanti.
Camino di emissione
Pennacchio
Un simile modello permette la determinazione della
concentrazione degli inquinanti in corrispondenza di un
determinato ricettore (suolo, animali, acque di falda o
superficiali).
Allora, in base alle
caratteristiche dei singoli
inquinanti che possono
originare da un impianto di
termovalorizzazione, sono
state costruite delle curve
di “isoconcentrazione”.
Lungo le varie curve si
ha una uguale
concentrazione di
sostanza.
Impianto
E’ riportata la curva di isoconcentrazione per
le “polveri totali”
Simulazioni al computer
Dati utili per collocare, in un secondo
tempo, dei sensori o dei campionatori
passivi per il controllo dello stato di
contaminazione dell’aria e del suolo
Controllo della contaminazione dell’aria
Si prevede di collocare
opportunamente dei campionatori
passivi in grado di captare sostanze
inquinanti di varia natura (ad
esempio organici ed inorganici).
Piastra di supporto
Corpo diffusivo con, all’interno,
la cartuccia assorbente (da
analizzarsi in laboratorio)
Un esempio: il Radiello
Controllo della contaminazione del suolo
Il suolo può subire contaminazioni in seguito alla deposizione
atmosferica delle polveri, che può avvenire sia naturalmente
per gravità, sia ad opera delle precipitazioni piovose.
Saranno perciò installati, in opportune postazioni, dei
campionatori automatici detti “Wet & Dry”.
Recipiente aperto:
raccoglie le deposizioni
secche (in assenza di
precipitazioni)
Recipiente con
coperchio mobile:
raccoglie le deposizioni
umide (in presenza di
precipitazioni)
IMPIEGO DI BIOINDICATORI:
LICHENI E MIELE
Il pennacchio che fuoriesce dalla ciminiera dell’impianto può
contenere sostanze contaminanti quali:





polveri
ossidi
sostanze organiche
acidi
monossido di carbonio
Queste sostanze ricadono al suolo
e possono entrare in contatto con
l’uomo attraverso la catena
alimentare.
Allora, il passo successivo dello studio consiste nell’utilizzare,
per il monitoraggio ambientale, dei bioindicatori.
Un bioindicatore è un indicatore
dello stato di alterazione delle
biocenosi.
Con il termine biocenosi si intende
l’interazione della flora e della
fauna con il loro ecosistema.
Come si è precedentemente accennato, i bioindicatori utilizzati
in questo studio sono:
 Api
 Licheni
In teoria, tutti gli organismi viventi potrebbero essere
considerati come potenziali indicatori, poiché, in quanto
“esseri viventi”, sono sensibili alle sollecitazioni ambientali.
API
Le api sono molto efficaci come indicatrici biologiche della
qualità degli ambienti rurali.
Nelle loro attività giornaliere, le api esplorano minuziosamente
l’ambiente circostante l’alveare, e così
N ingeriscono
N respirano
N trattengono sulla peluria
le sostanze tossiche presenti nell’aria e depositatesi sui fiori e
sulle piante.
Al ritorno nell’alveare le api rilasciano le sostanze trattenute
passivamente sotto forma di residui, che possono essere
rinvenuti nel miele.
Generalmente i bioindicatori sono per lo più immobili (ad
esempio piante o licheni), ma l’ape si può definire un “sensore
viaggiante”.
Infatti, nei suoi viaggi di andata e
ritorno dall’alveare (coprendo
un’area di circa 6 kmq), l’ape è
instancabile nella sua attività di
raccolta.
Quindi, l’ape frequenta attivamente il territorio, preleva dei
“campioni” di sostanze contaminate, si contamina a sua volta
e torna a casa.
Di conseguenza, analizzare il miele prodotto dalle api nella
zona del termovalorizzatore sembra opportuno per verificare
l’effettiva presenza o viceversa l’assenza di sostanze
contaminanti.
Un primo campione di miele prodotto nella
zona di S. Luca Branca è già stato
analizzato.
Durante le analisi di laboratorio
sono stati ricercati vari metalli.
Questi parametri sono presi adesso come punto di
riferimento: il cosiddetto “bianco”.
Nel prosieguo del lavoro di monitoraggio i valori del bianco
saranno comparati con ulteriori controlli analitici.
Scopo
Verificare se le emissioni prodotte dall’impianto di
termovalorizzazione avranno compromesso la qualità del miele
e quindi, indirettamente, dell’ambiente.
LICHENI
E’ stato dimostrato che la presenza di sostanze inquinanti
nell’aria o nell’acqua determina nelle piante il verificarsi di
cambiamenti significativi (ad esempio, nei processi di sviluppo e
di accrescimento).
I licheni sono organismi costituiti da:
z
z
un fungo
un’alga
che vivono in simbiosi aiutandosi reciprocamente.
Si trovano su quasi tutti gli ambienti terrestri e crescono sulla
roccia, sulla pietra, sul terreno e sui tronchi degli alberi.
I licheni, ed in particolare le comunità che colonizzano le
scorze degli alberi (licheni epifiti) sono gli organismi più
utilizzati nella valutazione della qualità complessiva dell’aria.
I licheni dipendono, per il loro metabolismo, dall’atmosfera e
da essa assorbono le sostanze sia utili sia dannose, senza
avere la possibilità di liberarsi delle sostanze indesiderate.
Studiando, allora, la composizione delle comunità licheniche
presenti sui tronchi degli alberi in una determinata zona, è
possibile evidenziare aree a diverso tasso di inquinamento.
Ad esempio, si può studiare il bioaccumulo di metalli pesanti
tramite i licheni.
Le concentrazioni totali dei metalli pesanti saranno determinate
in laboratorio tramite metodi chimici.
GRAZIE
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Programma di sorveglianza e monitoraggio del termovalorizzatore II