La vigilanza sulla gestione collettiva Luca Zucchelli * LUISS 15 novembre 2012 * Le opinioni espresse in questa presentazione sono esclusivamente personali e non riflettono necessariamente quelle dell’Istituto di appartenenza. 1 SOMMARIO • La struttura del mercato •Il quadro normativo comunitario •fondi armonizzati •fondi alternativi •tendenze della disciplina e riflessi per il mercato italiano •La revisione della disciplina del risparmio gestito Obiettivi • Nuovo quadro normativo •Regolamentazione e controlli •Le misure attuative della AIFMD •Un focus sui fondi immobiliari 2 Tre settori distinti 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 giu-12 Numero SGR 142 153 162 182 199 214 214 204 198 190 180 fondi aperti e GPM 112 110 105 114 119 113 99 88 83 79 73 22 32 40 44 51 60 62 61 59 57 55 8 11 17 24 29 41 53 55 56 54 52 fondi di private equity fondi immobiliari Numero fondi 1.293 1.315 1.371 1.354 1.445 1.519 1.402 1.274 1.270 1.273 1.238 fondi aperti 1.255 1.261 1.294 1.225 1.253 1.249 1.064 891 842 811 771 fondi di private equity 24 35 47 69 74 98 110 116 132 133 138 fondi immobiliari 14 19 30 60 118 172 228 267 296 329 329 AUM GPM 148.220 152.304 180.922 210.221 234.651 252.082 239.902 266.060 276.321 265.556 285.144 Patrimonio netto fondi 378.897 395.664 386.219 394.862 359.809 315.395 230.044 233.770 211.573 177.897 171.098 fondi aperti 354.164 389.900 376.353 380.501 340.232 289.926 200.552 202.311 176.854 139.328 131.929 fondi di private equity 1.200 1.350 1.781 2.385 3.182 3.973 5.082 5.153 6.111 6.994 7.666 fondi immobiliari 3.300 4.414 8.085 11.976 16.395 21.496 24.410 26.306 28.608 31.575 3 31.503 Tre settori distinti Risparmio gestito: masse per tipologia di operatore 1.200.000 1.000.000 800.000 600.000 400.000 200.000 2002 2003 2004 Fondi italiani 2005 GPM SGR 2006 2007 Fondi esterovestiti 2008 2009 Fondi esteri 2010 Banche 2011 2012-06 SIM 4 Il quadro normativo comunitario • FONDI ARMONIZZATI – PACCHETTO “UCITS IV” • Direttiva 2009/65/UE • Misure di esecuzione: – Regolamento 583/2010 – KID – Regolamento 584/2010 – Notifiche per operatività transfrontaliera – Direttiva 2010/43 – Organizzazione Rapporti depositario e società di gestione e controlli. – Direttiva 2010/44 – Fusioni. Strutture master feeder – GL del CESR/ESMA (Risk mercato monetario, ecc.) measurment, fondi di 5 Il quadro normativo comunitario • Principali interventi della UCITS IV – – – – Passaporto dei gestori Fusioni transfrontaliere di OICR Strutture master – feeder Organizzazione e controlli delle SGR e Gestione dei rischi degli OICR – Obblighi di condotta delle SGR – Struttura e contenuti della documentazione di offerta (KID) Obiettivi: – mercato più integrato e più competitivo (White Paper del 2006) - facilitare l’operatività cross border e il pooling di assets • Stato dell’arte: RECEPITO 6 Il quadro normativo comunitario • FONDI ALTERNATIVI – Direttiva 2001/61/UE: Alternative investment fund directive – Misure di esecuzione in corso di definizione (ESMA Commissione europea) • Principali interventi – – – – – Norme armonizzate per le società di gestione Disciplina della commercializzazione dei fondi Disciplina della leva finanziaria dei fondi alternativi Disciplina della depositaria dei fondi Regole per la commercializzazione di fondi di paesi non UE 7 / Il quadro normativo comunitario • Obiettivi: – integrazione mercato - prevenzione rischio sistemico – tutela consumatori • Stato dell’arte: – In corso negoziato per definire le misure di esecuzione – Da recepire entro GIUGNO 2013 8 Il quadro normativo comunitario • Tendenze: – maggiore peso della disciplina europea: • armonizzazione massima (nei fatti, se non da un punto di vista legale) • normativa più dettagliata • uso come fonte normativa dei regolamenti – maggiore ruolo dell’ESMA / Commissione • Riflessi per le autorità nazionali – maggiore rilevanza della capacità di influenzare le scelte in tutte le sedi comunitarie rilevanti • Riflessi per l’industria? 9 La revisione della normativa sul risparmio gestito • Obiettivi – Recepire la direttiva UCITS IV • disposizioni comunitarie precise e dettagliate. Pochi spazi di autonomia • esercizio dei margini di discrezionalità utilizzati per ragioni prudenziali (es.: gestione dei rischi degli OICR) o per stimolare la capacità competitiva degli intermediari (es. strutture master-feeder) – adeguamento della normativa del risparmio gestito (evoluzione della normativa primaria, del mercato, orientamenti di vigilanza). ES: • disciplina della banca depositaria • contenuto del regolamento di gestione (costi, nominee, ecc.) – Razionalizzazione e semplificazione delle disposizioni: Il nuovo Regolamento sulla gestione collettiva 10 La revisione della normativa sul risparmio gestito • Maggio 2011: Documenti di consultazione (modifiche al TUF; alla disciplina secondaria) • D.lgs. 16.4.2012 n. 47 • Provvedimenti BI 8 maggio 2012: • Regolamento sulla gestione collettiva del risparmio • Disciplina della banca depositaria (12° agg. Circ. 263) • Modifica al Regolamento congiunto BI-Consob • Provvedimenti Consob 9 maggio 2012 (Regolamento emittenti e Regolamento Intermediari) 11 La vigilanza: regolamentazione e controlli Assetti proprietari: «onorabilità» e solidità finanziaria dei partecipanti; governance chiara per evitare rischi di stallo e contenziosi; Operazioni straordinarie come fusioni o estensioni operative sono vagliate da vigilanza Requisiti patrimoniali Regole di adeguatezza organizzativa e procedurale (ruolo degli organi aziendali, sistema informativo, processo di investimento, sistema di controllo interno articolato sulle tre funzioni di risk management, compliance e internal auditing, conflitti di interesse) 12 12 La vigilanza: regolamentazione e controlli Regole sull’operatività: criteri generali di redazione regolamenti di gestione; limiti prudenziali (indebitamento, leva, concentrazione e rischio controparte); Regole e processo di valutazione: responsabilità SGR anche in presenza di esperto indipendente (comunicazione BI e Consob); Fusione tra fondi; Modalità redazione prospetti contabili Segnalazioni di vigilanza e altre fonti informative 13 13 La vigilanza: regolamentazione e controlli L’attività di controllo: Poteri informativi e ispettivi con ampia raccolta di informazioni sia in forma strutturata (segnalazioni periodiche) che documentale; Processo SREP strutturato con ciclo di valutazione annuale degli intermediari e programmazione degli interventi di vigilanza Poteri di intervento anche interdittivi su vari aspetti Strumenti di gestione straordinaria e di liquidazione coattiva 14 14 Le misure attuative AIFMD • Ampia presenza di misure attuative sia di livello 2 (direttive/regolamenti) sia di livello 3 (Regulatory Technical Standards predisposti dall’ESMA e adottati dalla Commissione) da predisporre entro luglio 2012: • Regolamento della Commissione Europea • RTS sulla tipologia di Gestori Alternativi • GL su remunerazione • GL su Cooperazione con i Paesi Terzi 15 Advice dell’ESMA Il Regolamento di livello 2 della Commissione si basa su un advice chiesto all’ESMA già alla fine del 2010 e prodotto il 16 novembre 2011. Argomenti – – – – Scopo e ambito di applicazione; Regole organizzative, di condotta e patrimoniali Depositarie Leva e trasparenza informativa 16 Questioni chiave del livello 2 /A Modalità di calcolo degli AUM ai fini del controllo delle soglie per l’autorizzazione • Tutte le attività, incluse quelle assunte con la leva • Ogni posizione in derivati è convertita in una posizione equivalente nel sottostante utilizzando le metodologie per il committment UCITS • Calcolo annuale degli AUM, ma monitoraggio nel continuo per anticipare movimenti legati a rimborsi e sottoscrizioni • Notifica alle autorità se lo sforamento non di natura temporanea. Non lo è se continua per èpiù di tre mesi 17 Questioni chiave del livello 2 /B Patrimonio di vigilanza vs assicurazione professionale • Capitale iniziale minimo 300.000 euro • Mezzi propri aggiuntivi pari allo 0,02% degli AUM che eccedono 250 milioni di euro, con cap a 10 milioni di euro (come UCITS) • Necessità di coprire i rischi potenziali rivenienti dalla responsabilità professionale per la gestione degli AIF: ulteriori mezzi propri o assicurazione per la responsabilità professionale • I mezzi propri devono essere investiti in attività liquide o prontamente liquidabili e non possono includere posizioni speculative 18 Questioni chiave del livello 2 /C Patrimonio di vigilanza vs assicurazione professionale • I rischi professionali: nozione sostanzialmente analoga a quella di rischio operativo. E’ incluso il rischio di frode • Forte discussione per verificare se è possibile una combinazione “mista”: parte mezzi propri e parte polizza assicurativa (il punto è che le assicurazioni non coprono la frode di sé stessi). ESMA sì e Commissione UE no; • Mezzi propri addizionali pari allo 0,01% degli AUM • Copertura assicurativa: almeno 0,7% degli AUM per singolo evento; complessiva annuale pari allo 0,9% degli AUM • Eventuali scoperti fronteggiati interamente da mezzi propri 19 Questioni chiave del livello 2 /C Patrimonio di vigilanza vs assicurazione professionale • I rischi professionali: nozione sostanzialmente analoga a quella di rischio operativo. E’ incluso il rischio di frode • Forte discussione per verificare se è possibile una combinazione “mista”: parte mezzi propri e parte polizza assicurativa (il punto è che le assicurazioni non coprono la frode di sé stessi). ESMA sì e Commissione UE no; • Mezzi propri addizionali pari allo 0,01% degli AUM • Copertura assicurativa: almeno 0,7% degli AUM per singolo evento; complessiva annuale pari allo 0,9% degli AUM • Eventuali scoperti fronteggiati interamente da mezzi propri 20 Questioni chiave del livello 2 /D Outsourcing e deleghe di gestione • Regime rigoroso, mutuato sui principi Mifid e UCITS IV • Deleghe di gestione /risk management a soggetti non vigilati devono essere autorizzati dalle autorità • Concetto di scatola vuota rafforzato che va oltre alla UCITS IV: ciò che è delegato non può essere di più di quello che resta al gestore 21 Questioni chiave del livello 2 /E DEPOSITARIA • Asset a custodia vs “altri beni” (safekeeping vs record keeping). Distinzione fondamentale perché solo sui primi si esercita il regime di responsabilità • Asset a custodia (L1): “tutti gli strumenti finanziari che possono essere registrati in un conto di strumenti finanziari e tutti gli strumenti finanziari che possono essere fisicamente consegnati al depositario” DUE PROBLEMI • Le quote di fondi comuni tenute da un agente per le registrazioni/certificato cumulativo • I titoli dati in garanzia • Le differenze tra advice ESMA e bozza Commissione 22 Questioni chiave del livello 2 /F DEPOSITARIA IL MONITORAGGIO DELLA LIQUIDITA’ • La AIFMD consente esplicitamente l’utilizzo di più conti correnti presso molteplici intermediari • Conoscenza di tutti i conti aperti • Verifica che i conti sono aperti presso intermediari vigilati • Verifica dell’esistenza e del corretto funzionamento di procedure per la sistematica riconciliazione dei movimenti • Procedure per identificare movimenti anomali • Full review annuale delle riconciliazione • Controllo della coerenza delle posizioni di liquidità nei propri archivi con quelle delle gestore. Conoscenza tempestiva di tutti i flussi 23 Questioni chiave del livello 2 /G DEPOSITARIA I controlli sui beni non in custodia • Verifica della effettiva titolarità dei beni e che essi sono effettivamente di pertinenza del fondo • Mantiene un elenco di tutti i beni che, secondo le sue evidenze, sono del fondo: a tal fine registra gli importi di ciascun bene nel conto di ciascun fondo ed è in ogni momento in grado di produrre l’elenco aggiornato e completo dei beni del fondo • Verifica che esistono procedure a livello di gestore per registrare i beni e verificare la loro proprietà • Tutte le informazioni e i movimenti sono comunicati al depositario in modo che possa compiere le sue verifiche • Appronta procedure per l’azione nel caso siano rilevate anomalie 24 Questioni chiave del livello 2 /H I COMPITI DI CONTROLLO DELLA DEPOSITARIA • Controlli ex post e di secondo livello dei processi e delle procedure che sono sotto la responsabilità del gestore • All’inizio dell’incarico valuta i rischi associati e definisce appropriate procedure; prevede le azioni da compiere in caso di anomalie • Maggiore specificazione delle 4 aree tradizionali di controllo • Notevole diversità rispetto alla nostra prassi attuale in particolare per i controlli ex ante in certe operazioni, per la valutazione (non c’è condivisione dei criteri) e per il calcolo del NAV • Segregazione degli assets con norme più di dettaglio, ma permessi conti “omnibus” nei subdepositari 25 Questioni chiave del livello 2 /I La responsabilità della DEPOSITARIA • Quando uno strumento è perso? Mai esistito, proprietà sottratta o impossibilità di disporne in modo definitivo. Il problema più grosso è quando è definitivo • Quando un evento è esterno? Non dipende da un atto o una omissione compiuta dal depositario o dal sub depositario. Il nesso depositario - sub depositario è considerato interno: la frode del sub depositario è un evento interno • E’ al di fuori del controllo se non poteva essere previsto con l’uso di tutta la diligenza necessaria • E comunque la perdita non poteva essere evitata nonostante tutte le precauzioni possibili 26 Questioni chiave del livello 2 /L LEVA • L’advice ESMA: rapporto tra esposizione e NAV • Tre metodi per calcolare l’esposizione GROSS, COMMITTMENT (exposure Ucits) e ADVANCED • Nozione di leva “economica” e di “mercato”, forte differenza con leverage Basilea • Regolamento Attuativo della Commissione: forti dubbi sul metodo Advanced (non definito sufficientemente e con troppa discrezionalità ad autorità nazionali). Possibile compromesso con mandato a ESMA 27 Riflessioni molto preliminari su alcuni problemi per l’Italia • La definizione di fondo. Riflessione avviata dalla Commissione UE. Le problematiche esaminate con riguardo a certe tipologie di fondi immobiliari • Le merchant bank ex 106 TUB. Definizione della direttiva molto ampia. Come distinguerle dalle holding? • La nozione di gestione collettiva • Le soglie. L’approccio onnicomprensivo del nostro sistema (tutto deve essere regolato) e le problematiche della proporzionalità • Più in prospettiva: che spazio per l’industria italiana dei fondi alternativi nei suoi diversi comparti? 28 I fondi immobiliari Fino al 2003 prevalenza dei fondi al dettaglio Dopo il 2003: Iniziale sviluppo di fondi al dettaglio, ma dopo 2006 sostanziale assenza di nuove iniziative; Esplosione dei fondi riservati e, più tardi, speculativi; Rapido incremento della leva soprattutto per i fondi speculativi 29 Qualche numero per capire: i fenomeni sottostanti Lo scenario macroeconomico: tassi di interesse bassi, liquidità abbondante, borse ancora incerte, mercato immobiliare in crescita costante Immissione sul mercato di grandi portafogli di operatori immobiliari, dello Stato e, successivamente, delle banche (fondi ad apporto con successiva quotazione o collocamento delle quote a investitori istituzionali) 30 Qualche numero per capire: i fenomeni sottostanti Scelta di grandi investitori istituzionali (fondi pensione, fondazioni, assicurazioni) di realizzare l’investimento nel settore immobiliare attraverso fondi a loro dedicati (utilizzo frequente dell’apporto di beni immobili già detenuti direttamente a fondi gestiti spesso da SGR controllate o partecipate dagli enti) per maggiore professionalità ed efficienza amministrativa Utilizzo dei fondi riservati da parte di gruppi famigliari per gestire ingenti patrimoni immobiliari (grande vantaggio fiscale rispetto gli usuali veicoli societari utilizzati) 31 31 Qualche numero per capire: i fenomeni sottostanti Utilizzo dei fondi speculativi da parte di operatori del settore immobiliare per realizzare progetti di sviluppo, soprattutto in ragione del grande vantaggio fiscale rispetto gli usuali veicoli societari utilizzati L’elenco di fenomeni che precede segue un ordine storico, ma anche logico perché passando da un fenomeno all’altro diminuisce il grado di finanziarizzazione dell’operazione 32 Qualche numero per capire: i fenomeni sottostanti – i fondi a sviluppo GESTIONE FONDO SGR COMITATI ASSEMBLEA QUOTE BENI PROGETTO PARTECIPANTE OUTSOURCING PROJECT MANAGEMENT /MARKETING 33 I rischi della grande corsa dei fondi RISCHI LEGALI E REPUTAZIONALI: uso improprio del fondo, responsabilità della SGR per scelte di fatto compiute da altri, confusione dei ruoli, conflitti di interesse, contenziosi RISCHIO FINANZIARIO DEI FONDI: quando lo sviluppo non va bene e il partecipante è in crisi vi è un elevato rischio di default RISCHIO STRATEGICO DELLE SGR: troppe società, troppo piccole, non organizzate adeguatamente e non sufficientemente professionali 34 Riforma dei fondi vs revisione della tassazione Art. 32 DLgs 78/2010 • Modifica definizione fondo nel TUF per rimarcare pluralità degli investitori e autonomia gestionale della SGR • Decreto attuativo: fondi immobiliari possono adeguarsi o liquidarsi (pagando una somma una tantum) Art. 8, comma 11 del DL Sviluppo: cambia la tassazione dei fondi immobiliari non diversificati (trattati come società) 35 I problemi dei fondi Immobiliari I problemi dei fondi retail • La scadenza concentrata del 75% del gestito tra 2014 e 2015: rollover generalizzato per legge? • Un modello con la quotazione obbligatoria che non ha mostrato di funzionare (NAV discount). Differenziare nettamente i canali: I prodotti quotati sono trattati solo in Borsa (strutture societarie o REITS) I fondi contrattuali - con un migliorato meccanismo di liquidità - sono collocati fuori Borsa 36 I problemi dei fondi Immobiliari I problemi dei fondi riservati • La gestione del processo di liquidazione dei fondi non più fiscalmente efficienti; • Il ruolo degli enti previdenziali: azionisti delle SGR vs quotisti dei fondi • Le valutazioni: fino a quando si può trattenere il respiro? • Il monitoraggio del rientro delle situazioni di crisi 37