Osservatorio economico Servizi Pubblici Locali
in collaborazione con Confservizi e Unicredit Corporate Banking
Strategie di sviluppo della gestione
dei servizi pubblici locali
Convention dei Segretari Generali
Unioncamere Emilia - Romagna
Piacenza, 5 ottobre 2009
Barbara Da Rin - [email protected]
7° Edizione Osservatorio Economico SPL
Principali obiettivi dell’analisi:
 Monitorare l’andamento delle performance economiche delle
imprese che gestiscono i servizi pubblici locali, a livello nazionale e
regionale (banca dati Confservizi)
 Individuare le principali strategie di sviluppo delle imprese di
pubblica utilità
 Stimare il livello di aziendalizzazione e societarizzazione delle
imprese di pubblica utilità nel Mezzogiorno
Quale è la situazione delle imprese di pubblica utilità rispetto alle
disposizioni legislative in materia (art. 23 bis L 133/2008; art.15 decreto
legge 135/2009) che promuovo l’applicabilità delle procedure ad evidenza
pubblica per l’affidamento dei servizi pubblici locali?
(estratto dell’Osservatorio economico SPL Nomisma)
1. DATI MACRO SETTORIALI
2. FOCUS SULL’EMILIA ROMAGNA
3. INDAGINE DIRETTA SU UN
CAMPIONE DI LOCAL UTILITIES
DEL CENTRO NORD
4. EVIDENZE E QUESTIONI APERTE
1. DATI MACRO SETTORIALI
2. FOCUS SULL’EMILIA ROMAGNA
3. INDAGINE DIRETTA SU UN
CAMPIONE DI LOCAL UTILITIES
DEL CENTRO NORD
4. EVIDENZE E QUESTIONI APERTE
Il campione delle imprese di pubblica utilità
NUMEROSITÀ E VALORE PRODUZIONE DEL
PANEL DI IMPRESE
(valori in migliaia di euro)
Area geografica
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud
Totale
AMBITI PRINCIPALI DELL’ ANALISI
•Acqua
•Igiene ambientale
•TPL
• Gas
•Energia Elettrica
•Farmacie
•Servizi cimiteriali
•Casa
n.
imprese
350
252
254
165
1.021
Valore
produzione
15.507.386
15.812.970
11.717.567
3.482.217
46.520.140
PANEL DI IMPRESE DI SPL
1.021 imprese associate
a Confservizi
Il valore della produzione delle imprese
rappresenta circa il 3% del PIL nazionale
(fonte: Istituto Tagliacarne)
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Confservizi (2007)
Il campione delle imprese di pubblica utilità
Articolazione territoriale del panel di imprese:
Il peso delle IPL nella gestione dei servizi pubblici locali
Ripartizione per numerosità delle imprese
Ripartizione per fatturato
34.3%
33.3%
35.0%
34.0%
35.0%
24.7%
30.0%
24.9%
25.0%
16.0%
20.0%
25.2%
30.0%
25.0%
20.0%
15.0%
15.0%
10.0%
10.0%
5.0%
5.0%
0.0%
7.5%
0.0%
Nord
Ovest
Nord Est
Centro
Sud
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Confservizi (2007)
Nord
Ovest
Nord Est
Centro
Sud
Analisi delle performance economiche
L’andamento delle 1.021 imprese del campione
2007
2007/2005
Valore della produzione
+ 11,2%
46 miliardi di euro (prezzi correnti)
Ricavi vendite e prestazioni
+ 11,7%
41,8 miliardi di euro (prezzi correnti)
- 21,8%
Contributi pubblici
874 milioni di euro (prezzi correnti)
Indicatori
2005
2006
2007
Risultato Operativo /Valore Produzione (RO/VP)
MOL/VP
12,1%
10,4%
9,5%
RO/ VP
3,8%
3,7%
3,1%
RE /VP
2,1%
1,7%
1,0%
VA/VP
31,3%
28,8%
25%
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Confservizi (2007)
Media Nord Ovest
Media Nord Est
Media Centro
Media Sud
3,5%
4,3%
2,1%
-0,6%
Il campione delle imprese di pubblica utilità e il territorio
Valore produzione per abitante (euro/n.ab)
2.551,6
3,000.0
2,071.2
2,000.0
1,046.5
1,000.0
1,074.4
863.5
169.7
-
Fonte: Elaborazioni Nomisma
su dati Confservizi (2007)
Indice di infrastrutturazione e densità imprenditoriale (2007)
Area geografica
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud
Emilia Romagna
Italia
Indice generale di
infrastrutturazione
economica
110,1
108,7
114,7
80,7
112,5
100
Fonte: dati Tagliacarne, 2007
Densità
Reddito imprenditoriale per
disponibile
100 abitanti
pro capite
(imprese attive)
19.709
8,73
18.499
9,64
17.602
8,43
12.322
8,26
20.171
10,05
16.091
8,68
Concentrazione delle IPL per
numerosità e per dimensione
economica
nelle
aree
settentrionali.
Determinanti:
1) Capacità del management
di implementare adeguati
modelli gestionali delle
imprese;
2) grado di sviluppo locale
del territorio nel quale si
attivano le politiche di
crescita dei SPL;
3) Il dinamismo degli enti
locali (in qualità di socio
delle IPL, di ente
appaltante).
1. DATI MACRO SETTORIALI
2. FOCUS SULL’EMILIA ROMAGNA
3. INDAGINE DIRETTA SU UN
CAMPIONE DI LOCAL UTILITIES
DEL CENTRO NORD
4. EVIDENZE E QUESTIONI APERTE
Focus sull’Emilia Romagna
NUMEROSITÀ E DIMENSIONE
ECONOMICA DEL PANEL
104 imprese
(valori in migliaia di euro)
IPL
Mono servizio
Multiutility
Totale imprese
Emilia Romagna
Fatturato pro capite
(euro)
RO/VP
MOL/VP
n.
84
20
104
Valore
Produzione
4.287.293
5.876.677
10.163.970
SERVIZI SVOLTI
•Acqua
•Igiene ambientale
•TPL
• Gas
•Energia Elettrica
•Casa
•Farmacie
•Servizi cimiteriali
IPL
2.552
4,2%
9,2%
VALORE PRODUZIONE (2005-2007)
+ 37,3%
valori correnti
RO/VP in crescita: +3,4% (2005); +3,6% (2006); + 4,2% (2007)
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Confservizi (2007)
Focus sull’Emilia Romagna: multiutility
Multiutility: numerosità e performance
(valori in migliaia di euro)
Imprese
(n.)
Fatturato
Multiutility
(20)
Multiutility quotate (2)
5.876.677
4.369.730
Risultato Operativo sul Valore Produzione (2007)
IPL
RO/VP
Multiutility
Quotate
Monoservizio
Tot. Imprese E.R.
6,6%
6,8%
0,7%
4,2%
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Confservizi (2007)
Circa il 74% del fatturato
delle multiutility proviene
dalle due imprese quotate:
Hera Bologna e Enia Parma,
(fonte: Confservizi, 2007)
1. DATI MACRO SETTORIALI
2. FOCUS SULL’EMILIA ROMAGNA
3. INDAGINE DIRETTA SU UN
CAMPIONE DI LOCAL UTILITIES
DEL CENTRO NORD ITALIA
4. EVIDENZE E QUESTIONI APERTE
Indagine diretta/ local utilities nel Centro-Nord Italia
Indagine diretta alle imprese del Centro-Nord Italia
Panel di 10 imprese
operanti nel centro nord
1) Individuazione delle strategie di sviluppo ed effetti sulla
gestione delle imprese
Contenuti
dell’intervista
2) Benefici e rischi nei processi di integrazione
3) Prospettive di crescita: fattori di ostacolo
4) Investimenti programmati e realizzati
5) Forme di finanziamento della gestione
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Confservizi (2007)
Indagine diretta/local utilities nel Centro-Nord Italia
1) Strategie delle imprese del Centro Nord
Modelli di sviluppo delle imprese: integrazioni e diversificazioni
PROCESSI DI
SVILUPPO
INTEGRAZIONE
VERTICALE
INTEGRAZIONE
ORIZZONTALE
Principali effetti
sulle imprese
CORE BUSINESS
1. Aumento del
Fatturato
aziendale
2. Aumento degli
utenti
3. Razionalizzazione
dei costi
1. Aumento del
Fatturato
aziendale
2. Aumento degli
utenti
3. Razionalizzazione
dei costi
Integrazione verticale:
(29% delle imprese intervistate)
Integrazione orizzontale:
(38% delle imprese intervistate)
Acquisizioni, joint venture, fusioni
Modalità
Servizi coinvolti
nelle operazioni
DIVERSIFICAZIONE
DEI SERVIZI
SERVIZI CONNESSI AL
CORE BUSINESS
Diversificazione dei servizi:
(33% delle imprese intervistate)
1. Aumento del
Fatturato
aziendale
2. Razionalizzazione
dei costi
Obiettivi delle imprese:
Il consolidamento della propria posizione nei confini regionali per acquisire il ruolo
di impresa aggregante, attraverso integrazioni con imprese operanti in territori
contigui, in vista delle prossime gare (es. nella distribuzione del gas);
L’aggregazione con local utilities quotate in borsa, al fine di accrescere il volume di
attività ed anche di acquisire i “privilegi normativi delle quotate”;
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati delle imprese (2009)
Indagine diretta/local utilities nel Centro-Nord Italia
2) Benefici e rischi nei processi di integrazione delle IPL (% sul n. risposte)
Benefici
Accesso a nuovi mercati
Rilevante
80%
Irrilevante
20%
Ottimizzazione delle funzioni
finanziare ed amministrative
70%
30%
Riduzione costi di gestione
30%
70%
Riduzione costi personale
10%
90%
Rischi
Complessità dei sistemi
di gestione ed amministrativi
Rilevante
Irrilevante
30%
70%
Duplicazione dei processi
40%
60%
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati delle imprese (2009)
Le imprese intervistate percepiscono la
possibilità di accedere a nuovi mercati (80%
delle risposte) e di ottimizzare le funzioni
finanziarie ed amministrative (70% delle
risposte), in virtù di processi di
ristrutturazione e semplificazione delle
procedure.
Per il 70% delle imprese intervistate, la
riduzione dei costi di gestione, soprattutto
del personale, non è considerata come un
obiettivo fondamentale dei processi di
integrazione, almeno per due ordini di
motivi:
1) le politiche del personale delle local
utilities riflettono la funzione sociale di
tali realtà che hanno costantemente
garantito la stabilità di impiego dei
propri lavoratori, anche a rischio di non
rispondere pienamente ai criteri di
redditività e di economicità aziendale;
2) la riduzione del personale è un
obiettivo di m/l termine.
Indagine diretta/local utilities nel Centro-Nord Italia
3) Prospettive di crescita: fattori di ostacolo (% sul n. risposte)
Cause
Inadeguatezza delle tariffe
Nuovi concorrenti
Situazione dell’economia nazionale
Andamento negativo mercato locale
Var. contributi/canoni di concessione
Rilevante
67%
44%
33%
11%
11%
Irrilevante
33%
56%
67%
89%
89%
1) Il primo elemento segnalato dalle imprese come fattore che può
condizionare negativamente l’aumento dei ricavi è l’inadeguatezza delle
tariffe, sottintendendo nel complesso le problematiche derivanti dalla
regolazione in generale.
2) Il secondo elemento è rappresentato dai nuovi concorrenti, soprattutto
nell’ottica dell’apertura del mercato alla concorrenza.
3) Solo il 33% delle risposte indica come fattore di ostacolo l’andamento
congiunturale dell’economia
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati delle imprese (2009)
Indagine diretta/local utilities nel Centro-Nord Italia
Gli investimenti delle imprese intervistate riguardano soprattutto le reti: quasi il 60% delle iniziative
riguardano la realizzazione di nuovi impianti e la manutenzione.
4) Rapporto tra investimenti programmati e realizzati
nell’ultimo triennio (n. imprese %)
70 % delle imprese: tra il 50 e l’80%
20% delle imprese: l’80 e il 100%
10 % delle imprese: pari al 100%
Mancato raggiungimento degli investimenti programmati
(% n. risposte)
Cause
Rilevante Irrilevante
Problemi con le istituzioni
44%
56%
Problemi finanziari
0,0%
100%
Problemi gestionali
11,1%
89,9%
Per la maggior parte delle imprese
intervistate la differenza tra gli investimenti
effettivamente
realizzati
e
quelli
programmati nell’ultimo triennio si aggira tra
il 50% e l’80%.
Il principale motivo che ha determinato il
mancato raggiungimento degli obiettivi,
secondo la percezione delle imprese, riguarda
il rapporto problematico con le istituzioni
pubbliche, includendo in questa definizione
anche le difficoltà di gestione della
regolazione con le Autorità di settore e con gli
Enti locali.
Il rischio regolatorio è percepito come un
elemento di criticità, in relazione alla
determinazione delle tariffe soprattutto nelle
attività di distribuzione e vendita di energia
elettrica, gas e acqua.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati delle imprese (2009)
Indagine diretta/local utilities nel Centro-Nord Italia
5) Forme di finanziamento della gestione (n. risposte %)
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
Forme di finanziamento
Autofinanziamento
Mutuo
Tariffe
Finanziamento a breve termine
Finanziamento a medio
termine
Obbligazioni
Fondi pubblici a fondo perduto
Finanziamento agevolato
Apporto di capitale sociale
Rilevante
80,00%
70,00%
50,00%
50,00%
30,00%
Irrilevante
20,00%
30,00%
50,00%
50,00%
70,00%
20,00%
10,00%
0,00%
0,00%
80,00%
90,00%
100,00%
100,00%
Le imprese identificano come principali fonti di finanziamento:
l’autofinanziamento, i finanziamenti a breve e medio termine e le tariffe,
mentre il ricorso ai finanziamenti pubblici è molto limitato.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati delle imprese (2009)
1. DATI MACRO SETTORIALI
2. FOCUS SULL’EMILIA ROMAGNA
3. INDAGINE DIRETTA SU UN
CAMPIONE DI LOCAL UTILITIES
DEL CENTRO NORD
4. EVIDENZE E QUESTIONI APERTE
Evidenze e questioni aperte
Evidenze
1) Aumento della dimensione delle local utilities, attraverso il
consolidamento del modello multiutility e mediante l’integrazione
verticale della filiera;
2) Divario tra modelli gestionali (utilities quotate; local utilities; gestioni
in economia) e a livello territoriale (Centro-Nord e Mezzogiorno);
3) Crescita della cultura imprenditoriale delle local utilities del Centro Nord Italia e possibilità di “esportarla”.
1. La concorrenza per il mercato (il sistema delle gare) deve fare i
conti con una struttura di mercato ancora molto frammentata, in
cui sono presenti pochi soggetti capaci di competere su scala
regionale.
2. Necessità (per le local utilites) di mettere a punto partnership con
il settore bancario ed industriale tese alla realizzazione degli
Questioni aperte
investimenti programmati.
3. Esigenza di far crescere la cultura imprenditoriale delle local
utilities del Mezzogiorno attraverso la costruzione di poli
aggregativi e di trasferimento di know how.
4. Urgenza di definire il ruolo prioritario dell’ente locale: ente
appaltante, socio/proprietario del soggetto gestore o garante della
clientela?
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