IL FASCISMO Destinatari : alunni classe V Liceo Classico/Scientifico Tempi di realizzazione: 3 h Metodologie e strategia : Lezione partecipata con LIM; cooperative learning. Strumenti: testi storiografici e fonti proposti mediante il libro di testo, fotocopie, i file. Modalità di verifica: quesiti scritti e orali, valutazione dell’elaborato creato in modalità di cooperative learning. Valutazione: La valutazione si baserà sulle risposte ai quesiti della verifica sommativa, ma anche sugli interventi in classe avvenuti nel corso della discussione. Gli indicatori della valutazione sono: Proprietà espositiva e terminologica capacità di dare definizioni adeguate. capacità di sintesi e collegamento. Prerequisiti: Conoscenza dei principali avvenimenti della prima guerra mondiale; conoscenza della situazione europea all’indomani della Grande Guerra L’Unità di Apprendimento si inserisce nella programmazione didattica annuale, volta all’acquisizione delle competenze chiave trasversali: - Comunicare nella madrelingua - Competenze sociali e civiche e consapevolezza ed espressione culturale. competenze disciplinari: - usare in maniera appropriata il lessico e le categorie interpretative proprie della disciplina; - sapere leggere e valutare le diverse fonti; - guardare alla storia come a una dimensione significativa per comprendere, attraverso la discussione critica e il confronto fra una varietà di prospettive e interpretazioni, le radici del presente. - sviluppare e potenziare la precisione nel collocare gli eventi secondo le corrette coordinate spazio-temporali, la coerenza del discorso e la padronanza terminologica. Il fascismo è un'ideologia politica sorta in Italia nel XX secolo per principale iniziativa di Benito Mussolini, e poi diffusasi, con caratteristiche differenti, in altri stati europei (principalmente in Spagna e Germania) e nel resto del mondo. È un movimento di carattere nazionalista, anticapitalista, autoritario e totalitario, ma tale ideologia è definita ed è interpretata come un movimento allo stesso tempo rivoluzionario e reazionario, sebbene la sua natura prevalente sia tuttora oggetto di dibattito. Il fascismo si definisce la terza via, alternativa al capitalismo liberale e al comunismo marxista. Il fascismo è stato un movimento: Sindacale-corporativo Socialista revisionista Organicista tradizionalista positivista spiritualista Se il XIX sec. è stato il secolo del Socialismo, Liberalismo e della Democrazia, questo non significa che il XX sec. debba essere ancora il secolo del Socialismo, Liberalismo e della Democrazia. Le Dottrine politiche passano; le nazioni rimangono. Noi siamo liberi di credere che questo è il secolo dell'Autoritarismo, un secolo tendente alla "destra", un secolo Fascista. Se il XIX sec. è stato il secolo dell'individuo (liberalismo implica individualismo) siamo liberi di credere che questo sarà il secolo della "collettività", e dunque il secolo dello Stato" B. Mussolini, La dottrina del fascismo, nella voce Fascismo dell’Enciclopedia italiana, 1932. L’Italia dopo la Grande Guerra Vittoria mutilata 23 marzo 1919 Mussolini fonda a Milano il Movimento dei fasci di combattimento Italiani! Ecco il programma di un movimento genuinamente italiano. Rivoluzionario perché antidogmatico; fortemente innovatore antipregiudiziaiolo. PER IL PROBLEMA POLITICO NOI VOGLIAMO: a) suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne. b) Il minimo di età per gli elettori abbassato a 18 anni; quello per i deputati abbassato a 25 anni. c) L'abolizione del Senato. [...] f) L'elezione popolare di una magistratura indipendente dal potere esecutivo. PER IL PROBLEMA SOCIALE, NOI VOGLIAMO: a) La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di lavoro. b) Minimi di paga. c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell'industria Dopo il primo congresso nazionale, tenutosi a Firenze nell'ottobre 1919, i Fasci italiani di combattimento si presentarono alle elezioni politiche di quell'anno, nellacircoscrizione di Milano, con una lista capeggiata da Benito Mussolini e Filippo Tommaso Marinetti, senza ottenere alcun seggio, avendo raccolto solo 4.795 voti, su circa 370.000. Il riferimento era ai fasci usati dagli antichi littori come simbolo del potere legittimo. L'ascia presente nel fascio simboleggiava il supremo potere di ius vitae necisque, diritto di vita o di morte, esercitato solo dalle massime magistrature romane, mentre le verghe erano simbolo dell'ordinaria potestà sanzionatoria, e materialmente usate dai littori per infliggere la pena ( non capitale) della verberatio. Il richiamo ai fasci va inoltre letto come un esempio dell'innegabile fascino che il mito di Roma esercitava sul fascismo, il quale di fatto tentò una restaurazione degli antichi fasti imperiali romani, e giustificò la sua politica espansionistica alla luce di una missione civilizzatrice del popolo italiano, erede di Roma. Lo squadrismo Le azioni squadriste - di norma caratterizzate da azioni di violenza contro persone e cose avevano lo scopo, secondo ciò che affermavano gli squadristi, di impedire la realizzazione in Italia di una rivoluzione di ispirazione bolscevica e di rispondere alle crescenti rivendicazioni sociali degli operai e dei braccianti: gli squadristi cercarono di giustificare ideologicamente la loro attività presentandola come una risposta alle violente azioni e al clima di agitazione politica socialista e anarchica che culminò con il biennio rosso (1919-1920). Nonostante il loro carattere violento e intimidatorio, le azioni squadriste riscossero inizialmente un ampio consenso da parte degli strati della borghesia più reazionari e più conservatori; verso la fine del 1920, non solo i conservatori, ma anche esponenti popolari e repubblicani consid eravano il fascismo uno strumento utile sia a ridurre la forza delle organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori, sia a fare pressione sul governo per indurlo a parteggiare in modo più risoluto a favore delle classi possidenti e ad abbandonare l'atteggiamento di neutralità nei conflitti sindacali che aveva caratterizzato il liberalismo giolittiano. 28 ottobre 1922 La marcia su Roma -Analizzare ed interpretare le fonti filmiche; - Riflettere sulla retorica e sul ruolo propagandistico della cinematografia; - Evidenziare l’uso delle immagini da parte dei regimi totalitari. Discorso del “bivacco” «Da molti, anzi da troppi anni, le crisi di Governo erano poste e risolte dalla Camera attraverso più o meno tortuose manovre ed agguati, tanto che una crisi veniva regolarmente qualificata come un assalto, ed il Ministero rappresentato da una traballante diligenza postale. Ora è accaduto per la seconda volta, nel volgere di un decennio, che il popolo italiano - nella sua parte migliore - ha scavalcato un Ministero e si è dato un Governo al di fuori, al disopra e contro ogni designazione del Parlamento. Il decennio di cui vi parlo sta fra il maggio del 1915 e l'ottobre del 1922. Lascio ai melanconici zelatori del supercostituzionalismo il compito di dissertare più o meno lamentosamente su ciò. Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti. Aggiungo, perché ognuno lo sappia, che io sono qui per difendere e potenziare al massimo grado la rivoluzione delle «camicie nere», inserendola intimamente come forza di sviluppo, di progresso e di equilibrio nella storia della Nazione. Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non ci abbandona dopo la vittoria. Con 300 mila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto». La costruzione del regime Gran Consiglio del fascismo Fu investito di numerose funzioni prima attribuite al Parlamento. Milizia volontaria per la sicurezza nazionale Incaricata della difesa del nuovo regime. Legge Acerbo Delitto Matteotti Assicurava ampio premio di maggioranza Assassinio del deputato socialista che aveva denunciato brogli alle elezioni Il discorso di Matteotti (30 maggio 1924) Dopo avere pronunciato il discorso, Matteotti disse ai compagni di partito « Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me ». 1925-1926 Decreti governativi • Funzione legislativa al governo. • Comuni e province persero la base elettorale e i loro rappresentati furono nominati dal governo. • Tribunale speciale per la difesa dello Stato. • Leggi sindacali. Laboratorio filosofico - Analizzare la concezione fascista di Stato nelle sue differenze con l’idea liberale di Stato e le sue affinità con il concetto di “stato etico”. I ragazzi analizzeranno due brevi testi: Giovanni Gentile, Lo Stato fascista. Alfredo Rocco, La superiorità dello stato sull’individuo. «Lo Stato fascista è lo Stato sovrano. Sovrano in fatti, e non a parole. Stato forte, la cui forza non ne ammette altre pari e limitatrici, quantunque anch'essa, come ogni forza morale, si dia da sé e però abbia in se medesima il proprio limite. Lo Stato fascista non vuol essere lo Stato sovrapposto al cittadino, anzi uno Stato che investa il cittadino e si attui nella sua coscienza; e per potervisi attuare, la promuove e la educa, la conosce e la riconosce, e la tratta come quella che essa è e come quella che dev'essere, storicamente ed economicamente, moralmente e politicamente, con tutti i suoi interessi fondamentali che ne determinano l'orientamento e le imprimono una speciale attività. Lo Stato fascista, per compenetrare e indirizzare la coscienza de' cittadini, vuole organizzarli nell'unità nazionale; che è pur essa un'anima, una persona, una volontà possente, consapevole de' suoi fini. [...] Perciò accentua innanzi al cittadino più il dovere che il diritto; e lo sollecita a superare se stesso e a cercare il suo interesse presente nel futuro, il suo vantaggio personale in quello della Patria, a cui si deve ogni sacrifizio e da cui è da aspettare ogni premio». Giovanni Gentile «Alla vecchia concezione atomistica e meccanica della società e dello Stato [...] il fascismo sostituisce una concezione organica e storica. Organica, non nel senso che raffiguri la società come un organismo, non perciò alla maniera delle cosiddette teorie organiche dello Stato, ma nel senso che conferisce alla società, come frazioni della specie, scopi e vita oltrepassanti gli scopi e la vita degli individui e comprendenti invece quelli della serie indefinita delle generazioni. [...] Dì qui la possibilità che le dottrine dominanti non concepiscono, del sacrificio anche totale dell'individuo alla società e la spiegazione del fatto bellico, legge eterna della specie umana, che quelle dottrine non spiegano, se non come una assurda degenerazione o una mostruosa pazzia. Per il liberalismo (come per la democrazia e il socialismo) la società non ha vita distinta dalla vita degli individui, solvitur in singularitates. Per il fascismo la vita della società sorpassa di molto quella degli individui e si prolunga attraverso le generazioni, per secoli e per millenni; gli individui nascono, crescono, muoiono, sono sostituiti da altri, e l'unità sociale, attraverso il tempo, resta sempre identicamente se stessa. Per il liberalismo (come per la democrazia e il socialismo), l'individuo è fine, la società è mezzo; né è concepibile che l'individuo, che è fine, possa mai assumere il valore dimezzo. Per il fascismo la società è fine e l'individuo è mezzo, e tutta la vita della società consiste nell'assumere l'individuo come strumento dei finì sociali». Alfredo Rocco 11 febbraio 1929 Patti lateranensi Trattato Concordato Riconosceva l’indipendenza e la sovranità della Santa Sede e fondava lo Stato della Città del Vaticano. Definiva le relazioni civili e religiose Tra la Chiesa e lo Stato italiano. Il 13 febbraio 1929 Pio XI tenne un discorso a un'udienza concessa a professori e studenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che passò alla storia per un passaggio in cui Benito Mussolini è indicato come «l'uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare». Anni ‘30 Svolta totalitaria Fascistizzazione della società Opera nazionale dopolavoro Istituto nazionale fascista di cultura Opera nazionale Balilla Dirigismo economico protezionismo Nuova politica estera Alleanza con il nazismo e scelta imperialista L’imperialismo 1935 – Conquista dell’Etiopia 9 maggio: proclamazione A.O.I (Africa Orientale Italiana) che comprendeva Somalia italiana, Eritrea ed Etiopia. 1936 : ASSE ROMA-BERLINO Comune indirizzo di politica estera. Prima prova di alleanza: Guerra civile in Spegna, appoggio al franchismo. Le leggi razziali Le leggi razziali fasciste sono un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi (leggi, ordinanze, circolari, ecc.) che vennero varati in Italia fra il 1938 e il primo quinquennio degli anni quaranta, inizialmente dal regime fascista e poi dalla Repubblica Sociale Italiana, rivolti prevalentemente – ma non solo – contro le persone di religione ebraica. Furono lette per la prima volta il 18 settembre1938 a Trieste da Benito Mussolini dal balcone del Municipio in occasione della sua visita alla città. La legislazione antisemita comprendeva: divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei divieto per gli ebrei di avere alle proprie dipendenze domestici di razza ariana divieto per tutte le pubbliche amministrazioni e per banche e assicurazioni di avere dipendenti ebrei divieto agli ebrei di svolgere la professione di notai o giornalisti espulsione degli ebrei dalle scuole e dalle università 1939 Patto d’acciaio 10 giugno 1940 DICHIARAZIONE DI GUERRA «Io dico che il fascismo è un fenomeno rivoluzionario, se non altro perché è un regime, e ancor di più un movimento - e qui c'è da tener presente la differenza di grado tra quello che fu il regime e quello che avrebbe voluto essere il movimento - che tende alla mobilitazione, non alla demobilitazione delle masse, e alla creazione di un nuovo tipo di uomo. Quando si dice che il regime fascista è conservatore, autoritario, reazionario, si può avere ragione. Però esso non ha nulla in comune con i regimi conservatori che erano esistiti prima del fascismo e con i regimi reazionari che si sono avuti dopo...Il regime fascista, invece, ha come elemento che lo distingue dai regimi reazionari e conservatori, la mobilitazione e la partecipazione delle masse. Che poi ciò sia realizzato in forme demagogiche è un'altra questione: il principio è quello della partecipazione attiva, non dell'esclusione. Questo è un punto che va tenuto presente, è uno degli elementi, diciamo così, rivoluzionari. Un altro elemento rivoluzionario è che il fascismo italiano - anche qui si può dire demagogicamente, ma è un altro discorso- si pone un compito, quello di trasformare la società e l'individuo in una direzione che non era mai stata sperimentata né realizzata. I regimi conservatori hanno un modello che appartiene al passato, e che va recuperato, un modello che essi ritengono valido e che un evento rivoluzionario ha interrotto: bisogna tornare alla situazione prerivoluzionaria. I regimi di tipo fascista invece, vogliono creare qualcosa che costituisca una nuova fase della civiltà». Renzo De Felice, Intervista sul Fascismo, Arnoldo Mondadori Editore, 1992, pagg. 40-41. «Io sono reazionario e rivoluzionario, a seconda delle circostanze. [...] Ma sono certamente rivoluzionario quando vado contro ogni superata rigidezza conservatrice o contro ogni sopraffazione libertaria. [...] Se domani fosse necessario, mi proclamerei il principe dei reazionari». (Benito Mussolini, discorso tenuto al Senato il 27 novembre 1922). «Il Fascismo ha due connessi e inscindibili aspetti, e guai a staccarli l'uno dall'altro, rompendo il suo organismo ideale e morale: [l'aspetto] conservatore e restauratore, l'aspetto innovatore o instauratore. Donde la sua natura di fatto storico, di conservazione rivoluzionaria». S. Panunzio, Rivoluzione e Costituzione (Problemi costituzionali della rivoluzione), Milano, Fratelli Treves, 1933, p. 243. «Con lo scatenarsi dello squadrismo agrario il fascismo aveva inequivocabilmente dimostrato di essersi trasformato in un movimento reazionario legato alle classi dominanti più retrive, deciso a inserirsi a ogni costo nella politica nazionale a livello parlamentare e governativo». R. De Felice, Sindacalismo rivoluzionario e fiumanesimo nel carteggio De Ambrisd'Annunzio, Morcelliana, 1966, p. 119.