Supply Chain Management: criticità e aree d’intervento PIETRO ROMANO Bressanone, 17 settembre 2003 DIP.TO DI INGEGNERIA ELETTRICA GESTIONALE E MECCANICA (DIEGM) UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI UDINE Programma Cos’è una “supply chain” – supply chain e supply network – modelli di SCM Perché può essere vantaggiosa l’integrazione della supply chain Come realizzare interventi di supply chain management Supply network ‘Second-tier’ suppliers ‘First-tier’ suppliers ‘First-tier’ customers The operation Purchasing and supplier management Physical distribution management Logistics Materials management Supply chain management Fonte: adattato da Slack et al. (2001) ‘Second-tier’ customers Sviluppo di una supply chain integrata Fonte: Krajewski e Ritzman (2001) Supply network - Esempio 1 Leather suppliers (South America) Other raw materials suppliers Central raw materials warehouse (Europe) Manufacturing plants (Europe) Fully dedicated sub-contracors (Europe+South America) Raw materials suppliers Not-dedicated sub-contracors Retail network Central distribution center (Europe) Independent footwear stores and department stores (Europe+Asia+South America) Part of the supply network involved in the SCM programme Part of the supply network owned by company A Figure 2 – Supply network A: a leading international footwear manufacturer and distributor Supply network - Esempio 2 Caprolactam major supplier (Germany) Caprolactam production plant (Slovak Republic) Other suppliers of raw materials Yarn finishing Plant 1 (Italy) Other suppliers Retail network (The Netherlands) Synthetic carpets production plant (The Netherlands) Nylon and polypropylene yarns production plant (Italy) Yarn finishing Plant 2 (Italy) Independent retail network Part of the supply network involved in the SCM programme Part of the supply network owned by company C1 Part of the supply network owned by company C2 Figure 4 – Supply network C: production and distribution of synthetic yarns and carpets Complessità Gli attori del supply network sono in generale autonomi o semi-autonomi Gli attori del supply network svolgono attività differenti ed interagiscono tra loro I supply network coinvolgono continui flussi fisici (materiali/prodotti), informativi, finanziari e di servizi I supply network si estendono a monte fino alle materie prime grezze ed a valle fino ai consumatori finali Oggetto degli interventi di SCM LIVELLO 1 Catena interna LIVELLO 2 Relazione diadica LIVELLO 3 Catena esterna LIVELLO 4 Rete Fonte: adattato da Harland (1996) Figura 1.4 – Livelli di analisi del Supply Chain Management. PART FIVE SUPPLY CHAIN MANAGEMENT •Chapter Twelve Supply Chain Management •Chapter Twelve Supplement Purchasing & Supplier Management •Chapter Thirteen Inventory Management •Chapter Fourteen Aggregate Planning •Chapter Fifteen MRP & ERP •Chapter Sixteen Just-in-Time Systems •Chapter Sixteen Supplement Maintenance •Chapter Seventeen Scheduling Ordini Fornitore Ordini Produttore Prodotti PERIODO 1 P = 100 2 P = 20 3 P = 180 4 P = 60 5 P = 100 6 P = 95 Grossista Prodotti FORNITORE Produzione Ordini Scorte Si = 100 Sf= 100 Si = 100 Sf= 60 Si = 60 Sf= 120 Si = 120 Sf= 90 Si = 90 Sf= 95 Si = 95 Sf= 95 P = 100 P = 60 P = 120 P = 90 P = 95 P = 95 Dettagliante Prodotti PRODUTTORE Produzione Ordini Scorte Si = 100 Sf= 100 Si = 100 Sf= 80 Si = 80 Sf= 100 Si = 100 Sf= 95 Si = 95 Sf= 95 Si = 95 Sf= 95 Prodotti GROSSISTA Acquisti A = 100 A = 80 A = 100 A = 95 A = 95 A = 95 Mercato Scorte Si = 100 Sf= 100 Si = 100 Sf= 90 Si = 90 Sf= 95 Si = 95 Sf= 95 Si = 95 Sf= 95 Si = 95 Sf= 95 DETTAGLIANTE Acquisti A = 100 A = 90 A = 95 A = 95 A = 95 A = 95 Scorte Si = 100 Sf= 100 Si = 100 Sf= 95 Si = 95 Sf= 95 Si = 95 Sf= 95 Si = 95 Sf= 95 Si = 95 Sf= 95 DOMANDA FINALE 100 95 95 95 95 95 Andamento della domanda Ordini Domanda 130 120 110 100 90 80 70 60 50 Fornitore Produttore Assemblatore Distributore 1 2 3 4 Periodi 5 6 Andamento della produzione Ordini Produzione 190 180 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 Fornitore Produttore Assemblatore Distributore 1 2 3 4 Periodi 5 6 Andamento delle scorte Ordini Scorte finali 130 120 110 100 90 80 70 60 50 Fornitore Produttore Assemblatore Distributore 1 2 3 4 Periodi 5 6 Supply Chain Management Il SCM riguarda l’integrazione dei processi aziendali che rendono disponibili i prodotti, i servizi e le informazioni che aggiungono valore per i clienti, a partire dai consumatori finali risalendo fino ai produttori di materie prime (Cooper, Lambert e Pagh, 1997) Un modello di SCM FLUSSO DELLE INFORMAZIONI Fornitori di 2° livello Fornitori di 1° livello Acquisti Gestione dei Produzione Distribuzione Marketing e materiali fisica vendite GESTIONE DELLE RELAZIONI CON I CLIENTI GESTIONE SERVIZIO AI CLIENTI GESTIONE DELLA DOMANDA EVASIONE DEGLI ORDINI GESTIONE DEL FLUSSO PRODUTTIVO APPROVVIGIONAMENTI SVILUPPO PRODOTTO E COMMERCIALIZZAZIONE LOGISTICA INVERSA FLUSSO DEI PRODOTTI (Adattato da Cooper, Lambert e Pagh, 1997) Clienti Consumatori finali SCM: perché? Clienti sempre più esigenti Esteso ricorso all’outsourcing Globalizzazione Nuove tecnologie FIRM SUPPLY CHAIN vs vs FIRM SUPPLY CHAIN Il modello di Handfield e Nichols Business Unit Consumatori Finali Flusso di prodotti e materiali Dettaglianti Flusso informativo/finanziario Gestione delle relazioni Distributori Assemblatori/Produttori Fornitori di 1° livello Fornitori di 2° livello Fonte: adattato da Handfield e Nichols(1999) Figura 1.15 – Il modello di Handfield e Nichols. Fornitori di 1° livello Fornitori di 2° livello Fornitori di 2° livello SCM: dove agire? FLUSSI INFORMATIVI FLUSSI FISICI RELAZIONI - Utilizzo delle tecnologie informatiche come fattore di attivazione per il SCM - Progettazione di sistemi informativi interorganizzativi - Utlilizzo di tecnologie informatiche a supporto del SCM (EDI, Commercio elettronico, Intranet/Extranet, WWW, data warehouse, bar coding/scanning) - Progettazione di sistemi a supporto delle decisioni - Mappatura del supply network - Analisi e misurazione delle prestazioni del supply network - Re-ingegnerizzazione degli aspetti logistici nel supply network (ruolo dei fornitori di servizi logistici, razionalizzazione del flusso dei materiali) - Politiche per la gestione delle scorte e dei tempi di attraversamento garantendo un adeguato livello di servizio ai clienti - Analisi dei benefici per il network della collaborazione interorganizzativa - Sviluppo di alleanze, partnership e relazioni di lungo periodo - Scelta delle forme contrattuali - Ruolo delle competenze dei diversi attori del supply network - Ruolo della fiducia e dell’impegno per il mantenimento delle relazioni - Metodi per la risoluzione delle controversie contrattuali Pipeline mapping Lunghezza = 60 giorni (20) (20) Volume = 175 giorni (15) (15) (10) (10) (5) Filatura (15) Stock di fibre (MP) Magazzino di filato FILATURA (10) (5) Tessitura (10) Magazzino di filato Tintura (7) Magazzino di tessuto grezzo Magazzino di tessuto finito (5) Taglio (5) Confezione (18) Magazzino di tessuto finito TESSITURA Fonte: adattato da Scott e Westbrook (1991) Figura 1.19 – Pipeline mapping per un’azienda tessile. Buffer stock Deposito di di pezze prodotti finiti (2) Centro distributivo Negozio CONFEZIONE DI STRI BU ZIO NE Il modello di Fisher (1997) PRODOTTI FUNZIONALI – Soddisfano bisogni fondamentali che non cambiano molto nel tempo, hanno una domanda stabile e cicli di vita di lunga durata; la stabilità della domanda porta alla concorrenza sul prezzo, la quale a sua volta erode i margini di profitto (es. acqua minerale) PRODOTTI INNOVATIVI – Caratterizzati da una domanda instabile e non prevedibile e da un ciclo di vita di breve durata; in questo breve lasso di tempo sono però ottenibili elevati margini di profitto (es. occhiali moda) Differenze nella domanda PRODOTTI FUNZIONALI Domanda Ciclo di vita Margine di contribuzione Errore medio nelle previsioni Indice medio di rottura di stock Sconto medio per liquidazione Fonte: adattato da Fisher (1997). Prevedibile Più di 2 anni 5-20% 10% 1-2% 0% PRODOTTI INNOVATIVI Imprevedibile Da 3 a 12 mesi 20-60% 40-100% 10-40% 10-25% Gestione della domanda PRODOTTI FUNZIONALI – Supply chain efficiente: minimizzare i costi “fisici” (es. trasformazione, trasporto, materie prime, scorte) – Agevole allineamento domanda-offerta (ridotta incertezza) PRODOTTI INNOVATIVI – Capire se la varietà immessa sul mercato risponde effettivamente alle esigenze dei consumatori – Sapere interpretare i dati sulle “early sales” e reagire velocemente nel breve volgere del ciclo di vita dei prodotti – Ricercare il posizionamento ottimale degli stock e della capacità produttiva all’interno della supply chain per fronteggiare l’incertezza sulla domanda – Supply chain reattiva: essere rapidi e flessibili nel rispondere ai mutamenti della domanda del consumatore finale Efficienza vs. Flessibilità Obiettivo primario Obiettivo della produzione Strategia di gestione delle scorte Obiettivi di lead time Selezione dei fornitori Strategia di progettazione SUPPLY CHAIN EFFICIENTE SUPPLY CHAIN REATTIVA Soddisfare la domanda prevedibile in modo efficiente e al costo più basso possibile (JIT, continuous replenishment, condivisione info) Mantenere un elevato indice medio di utilizzo degli impianti Generare alte rotazioni e ridurre al minimo le scorte, soprattutto quelle nel network a valle (più costose) per ridurre il capitale circolante Ridurre il lead time senza aumentare i costi Reagire tempestivamente alla domanda, anche se imprevedibile, per ridurre al minimo le rotture di stock, le liquidazioni e l'obsolescenza delle scorte Predisporre capacità produttiva di riserva (sia proprietaria che non proprietaria) Predisporre opportune scorte di sicurezza, di componenti o di prodotti finiti in modo da fronteggiare l’incertezza ed essere reattivi Investire massicciamente per ridurre il lead time Selezionare i fornitori in base a costo e qualità Selezionare i fornitori in base a velocità, flessibilità e qualità Utilizzare una progettazione modulare per posporre il più possibile la differenziazione di prodotto Massimizzare le performance del prodotto e minimizzare il costo Fonte: adattato da Fisher (1997). Mettere a punto la strategia di filiera ideale PRODOTTI FUNZIONALI PRODOTTI INNOVATIVI SUPPLY CHAIN EFFICIENTE MATCH MISMATCH SUPPLY CHAIN REATTIVA MISMATCH MATCH Fonte: adattato da Fisher (1997) Relazioni cliente-fornitore OBLIGATIONAL CONTRACT SUPPLY CHAIN MANAGEMENT Fonte: adattato da Ellram (1991) Acquisition Equity ownership Joint venture Long-term contract Short-term contract MARKET Transaction RELATIONAL EXCHANGE VERTICAL INTEGRATION Modelli di collaborazione per il SCM F F F F F F F F P P C C C C C C C C DIADICO INTEGRATORE DI CANALE OWN P KEIRETSU Fonte: adattato da Ellram, Cooper e Gardner (1997) SW P OTTIMIZZAZIONE ANALITICA Forme di cooperazione alta Integrazione operativa bassa Consegna JIT Partnership Relazione tradizionale Alleanza tecnologica bassa alta Integrazione tecnologica Fonte: adattato da De Maio e Maggiore (1992). Figura 4.3 – Tipologia di rapporti cliente-fornitore. Flussi informativi per il SCM Flusso dei materiali CANALE TRADIZIONALE DELLE INFORMAZIONI Ogni componente della supply chain riceve informazioni solo dallo stadio a valle Clienti finali Rivenditore Distributore Magazzino Produttore Tutti i partner della supply chain utilizzano le informazioni sulle vendite ai clienti finali. CANALE DELLE INFORMAZIONI ARRICCHITO Flusso delle informazioni Fonte: adattato da Mason-Jones e Towill (1998) Alcune linee guida... Tabella 3 – Obiettivi della gestione integrata dei flussi informativi lungo il supply network. Obiettivi Migliorare la produttività Condizioni Il flusso delle informazioni deve essere veloce, accessibile da tutti gli utilizzatori ai livelli appropriati, attendibile e di facile utilizzo, in modo che gli interessati ne facciano un uso estensivo. Assicurare accessibilità istantanea Gli utilizzatori locali e remoti devono avere pari opportunità di accesso con degrado dell’informazione irrilevante. Consentire un ampio ma Il sistema di controllo e di sicurezza deve essere in grado di garantire l’accesso solo a controllato accesso alle fonti di chi è autorizzato, ma nello stesso tempo non deve essere troppo oneroso per informazione l’utilizzatore autorizzato per non disincentivarne l’utilizzo. Operare con un’estesa definizione È opportuno includere come utilizzatori non solo i dipendenti aziendali, ma anche del cliente del flusso informativo fornitori e clienti, diretti e non. Condivisione efficace delle La condivisione deve esistere sia a livello intra-organizzativo che inter-organizzativo informazioni attraverso la supply chain. Fornire alla supply chain agilità di I dati di vendita al consumatore finale devono essere trasmessi direttamente dal punto risposta al mercato vendita a tutti i componenti della supply chain.