Una definizione di discomunicazione Discomunicazione: gli aspetti impliciti e indiretti della comunicazione prevalgono su quelli espliciti e diretti È un dire per non dire: scarto rilevante fra il detto e il non detto Soluzione di continuità fra Comunicazione per default discomunicazione 1 L’opacità intenzionale Opacità intenzionale: l’intenzione comunicativa dell’attore risulta essere diversa dall’intenzione espressiva copertura/velatura intenzionale Vantaggi della discomunicazione: • aumenta i gradi di libertà dei partecipanti: apre nuovi scenari comunicativi e dischiude nuove possibilità di interazione sul piano relazionale e di condivisione dei significati • va considerata come un’opportunità: potente dispositivo in mano agli interlocutori 2 La comunicazione ironica Prospettiva tradizionale: ironia = figura retorica basata sull’antifrasi (esprimere un enunciato per fare intendere l’opposto del suo significato letterale) • Inversione semantica fra il significato letterale (manifesto) e il significato implicito (latente) Limiti: • non viene colta la rilevanza comunicativa dell’ironia messa in atto grazie al gioco psicologico degli aspetti impliciti in essa attivi 3 La “famiglia” delle ironie • Ironia sarcastica (blame by praise): disprezzare il partner attraverso parole di elogio • Ironia bonaria (praise by blame): elogiare il partner facendo ricorso a frasi di critica • Ironia socratica: modo di comunicare elegante per mettere in discussione mode e dogmi senza sbilanciarsi, né compromettersi • Ironia scherzosa (o giocosa): si avvicina alla battuta di spirito e serve a sdrammatizzare eventualmente una situazione tesa 4 Principali teorie sulla comunicazione ironica 1. La prospettiva razionalista [Grice] • Formalizzazione dell’impostazione classica dell’antifrasi: l’enunciato ironico consiste nel “dire p facendo intendere non-p”; trasgressione della massima di Qualità • Ironia = opposizione fra l’atteggiamento soggettivo (intenzione) dell’attore e l’atteggiamento generato dalle attese dell’espressione letterale della frase Prospettiva ancorata all’articolazione linguistica della comunicazione ironica, senza considerare gli aspetti psicologici e relazionali 5 2. La prospettiva machiavellica • Forma comunicativa volta a creare una serie di effetti sul partner, senza tenere in debito conto il rispetto delle regole formali del linguaggio, né la veridicità del messaggio • Implica la violazione delle attese contestuali del partner • Ipotesi della simulazione allusiva: gli effetti ironici sono generati dall’allusione a un’attesa mancata, prevista sul piano convenzionale • Condizione di incongruenza suscitata dall’incoerenza e dalla mancanza di aderenza a uno script atteso 6 3. La teoria ecoica (o della menzione) [Sperber e Wilson] • Il parlante produce un enunciato che fa da eco (menzione implicita) a quanto detto o fatto in precedenza dal partner • L’ironia è un tipo di citazione indiretta, impiegata con lo scopo di fare eco in modo distorcente • Fenomeno della tongue-in-cheek (lingua-nella-guancia): commento laterale e di sottofondo a quanto viene detto o fatto da parte di altri • Modello dell’ironia citazionale: l’ironia è una “citazione” di quanto è accaduto in precedenza 7 4. La prospettiva teatrale • Finzione trasparente: il parlante afferma qualcosa facendo finta di credervi e, nel medesimo tempo, segnala, attraverso gli indicatori paralinguistici, che si tratta di una finzione • Ironia come simulazione • La comunicazione ironica si avvicina alla parodia: si fonda sul meccanismo dell’antinomia (contrapposizione antitetica di due termini da cui sorge l’effetto ironico) • Complicità fra l’autore e il destinatario: richiedono la condivisione dei livelli di comunicazione “primario-secondario” • Triangolazione comunicativa: esclusione, selezione fra chi deve capire e chi è destinato a restare escluso da una comprensione più profonda 8 Funzioni psicologiche della comunicazione ironica Comunicazione ironica = comunicazione obliqua Mostra ciò che nasconde; nasconde ciò che dice Modalità rilevante di discomunicazione Dire per non dire 9 Funzioni psicologiche a) Comunicazione ironica come rispetto delle convenzioni (come aggirare la censura in modo culturalmente corretto): strategia indiretta ed efficace per “cogliere nel segno” in modo implicito, senza trasgredire le norme e gli standard previsti dal sistema cultura di appartenenza (humour inglese) b) Comunicazione ironica come confine di riservatezza (come proteggere lo spazio personale): strategia utile per proteggere la propria riservatezza (privacy), evitando i rischi dell’esposizione di sé sia in contesti di intimità sia in determinati ambiti pubblici 10 c) Comunicazione ironica come ambiguità relazionale (come rinegoziare i significati): paradosso: per essere meglio intesi, occorre essere “fraintesi” Efficacia della parola + innocenza del silenzio Polisemia pragmatica (offre diversi percorsi di senso all’interpretazione) • Regolazione del peso dell’implicito: mitigazione (una critica espressa in modo ironico appare più leggera di un insulto aperto); accentuazione (un commento sarcastico è più incisivo di una critica aperta) 11 La voce dell’ironia La comunicazione ironica è un fenomeno eminentemente vocale • Combinazione di tono acuto e modulato, intensità elevata e ritmo rallentato, in alcuni casi tendenza alla nasalizzazione • Sorta di sottolineatura caricaturale e marcatura enfatica dei tratti soprasegmentali “giocare con la voce” • È diversa dalla menzogna (le parole non sono false, ma finte = negazione palese di ciò che appare) 12 Lo script ironico Modello del fencing game = gioco comunicativo “di fioretto”: colpisce l’avversario in modo elegante ma pungente Script ironico: successione di azioni e di mosse finalizzate a conseguire un certo esito. Quattro fasi distinte • Premessa: bagaglio di conoscenze reciproche interpersonali condivise dagli interlocutori; orizzonte di riferimento, all’interno del quale collocare lo scambio ironico successivo • Evento focale: elemento induttore e antecedente della comunicazione ironica 13 • Commento ironico: manifestazione di una determinata intenzione comunicativa da parte dell’autore • Effetto ironico: prodotto dal modo in cui il commento ironico è interpretato da parte del destinatario. Tre possibili contromosse: fraintendimento (mancata attribuzione di un’intenzione differente dal significato letterale all’enunciato; il commento ironico non viene colto) disconoscimento (il partner comprende il senso ironico, ma decide di fermarsi al significato letterale) touché (la comunicazione ironica arriva a bersagli colpendo l’ironizzato) 14 La comunicazione seduttiva Sequenza strategica e intenzionale di mosse il cui traguardo è quello di attrarre (anche sul piano sessuale) un’altra persona La vicinanza e la distanza fisica e psicologica fra gli individui è oggetto di un complesso sistema di regolazione che non risulta mai né definitivo né stabile, ma che è suscettibile di continue variazioni e oscillazioni Seduzione: importante processo di avvicinamento fra le persone; l’esito sperato è quello di una notevole riduzione della distanza psicologica fra due individui 15 “Dall’essere qualunque all’essere qualcuno” La danza del corteggiamento: reciproco gioco di seduzione che prevede una sequenza di tappe successive: • individuazione e selezione di un partner attraente e interessante • stabilire il contatto con il potenziale partner attraverso opportune strategie di esibizione, al fine di farsi notare, di catturare la sua attenzione e di farsi scegliere a sua volta • stabilire un reciproco avvicinamento per instaurare una relazione di intimità attraverso la riduzione progressiva del grado di incertezza • decisione di mantenere il legame in una cornice di relativa stabilità 16 La paradossalità della comunicazione seduttiva Fase di esibizione = cambiare status: dall’essere qualunque all’essere qualcuno; aumentano gli aspetti “estetici” della comunicazione e si riducono i contenuti referenziali • processo atto a nascondere e mascherare i propri limiti e difetti per diventare oggetto di desiderio nei confronti dell’altro 17 • Similitudine con la recitazione teatrale: uso sapiente e accorto del “trucco di immagine” per volgere al meglio la percezione delle proprie risorse e competenze strategia dell’apparenza come strumento di attrazione e persuasione spazio comunicativo intermedio fra il falso, il finto e il reale • Esibizione paradossale della seduzione: pur essendo esplicita, non è dichiarata • Avvicinamento reciproco: apertura all’altro (self-disclosure) attraverso un progressivo scambio di conoscenze sulle proprie esperienze • Riduzione dell’incertezza: limita il rischio di rendersi precocemente vulnerabili 18 L’obliquità della comunicazione seduttiva Comunicazione obliqua e indiretta • il seduttore deve attenersi al principio di dire abbastanza ma non troppo (possibilità di operare aggiustamenti fra la manifestazione dei propri intenti e l’eventualità di ritirarsi Comunicazione intrigante: forme sottili e allusive di comunicare che lascia intendere più di quanto si dica con le parole 19 Seduzione = processo di conquista reciproca, in cui entrambi i partner hanno la propria parte e in cui diventa difficile decidere se le responsabilità maggiori in fatto di seduzione siano dell’uno o dell’altro • Vulnerabilità: il seduttore si pone in una condizione di difficoltà e di richiesta di aiuto, adottando un atteggiamento di sottomissione che favorisce l’avvicinamento dell’eventuale partner, riducendo il suo grado di resistenza e aumentando il livello di intimità 20 Modalità non verbali della comunicazione seduttiva Le modalità non verbali sono fondamentali per catturare l’attenzione e per sedurre l’eventuale partner • Contatto oculare: esprime fiducia, credibilità, disponibilità, interesse; la dilatazione della pupilla è un potente segnale di attrazione verso il potenziale partner • Espressioni mimiche del volto: il sorriso “timido”, appena accennato (coy smile), presente soprattutto nelle donne; la sincronizzazione dei gesti, aumenta la percezione di soddisfazione e di intesa reciproca 21 • La voce attraente è associata a giudizi di piacevolezza e di desiderabilità sociale; differenze sistematiche nel profilo vocale fra seduttori efficaci e seduttori non efficaci Capacità di sintonizzarsi con il partner attraverso l’attenta valutazione dei suoi feedback a cui adeguare il messaggio successivo 22 La comunicazione menzognera Due grandi filoni di ricerca: • studi naturalistici sul campo (rilevazione dei comportamenti ingannevoli attuati nel corso della vita quotidiana) • studi sperimentali di laboratorio (analisi sistematica dei processi cognitivi, emotivi e comunicativi coinvolti nell’agire menzognero) 23 La “famiglia” degli inganni Le proprietà essenziali della comunicazione ingannevole: 1. falsità del contenuto di quanto è detto 2. consapevolezza di tale falsità 3. intenzione di ingannare il destinatario La menzogna è un atto comunicativo, consapevole e deliberato, di ingannare un altro che non è consapevole e che non desidera essere ingannato 24 La “famiglia” degli inganni (continua) Sequenza della comunicazione ingannevole: 1) A inganna B dicendo l’enunciato p se e soltanto se: (i) A conosce che p è falso (e che non-p è vero) (ii) A induce B a condividere e a credere che p 2) A intende ingannare B 25 Quattro sottogruppi di inganni: 1. omissione (il parlante omette di fornire al partner alcune informazioni essenziali per gli scopi di quest’ultimo) 2. occultamento (il parlante nasconde alcune informazioni divergenti o secondarie per fargli assumere false credenze) 3. falsificazione (il parlante deliberatamente invia al partner informazioni che sa essere false) 4. mascheramento (il parlante cela informazioni importanti e pertinenti, fornendo al partner altre informazioni false) 26 Il parlante produce inganno per commissione o inganno per omissione ma i fenomeni ingannevoli costituiscono un continuum dai confini sfumati, in cui uno sfuma nell’altro sulla base di una certa “somiglianza di famiglia” 27 Principali teorie sulla comunicazione menzognera a) La manipolazione dell’informazione (Information Manipulation Theory, IMT, McCornack): • comunicazione menzognera = classe specifica di fenomeni e processi comunicativi; • i comunicatori manipolano e trasformano contemporaneamente l’informazione lungo differenti dimensioni mentre ingannano gli altri; • sono in grado di controllare il grado e la qualità delle informazioni lungo quattro dimensioni (quantità, veracità, pertinenza, chiarezza) 28 b) L’inganno interpersonale (Interpersonal Deception Theory, IDT, Buller e Burgoon): • impostazione strategica, finalizzata alla presentazione del mentitore come persona affidabile e degna di fiducia, mentre sta dicendo il falso; • comunicazione menzognera = categoria comunicativa quasi a sé stante, contrapposta alla comunicazione veritiera. 29 Le principali strategie comunicative sono: • incertezza (o vaghezza: inviare messaggi volutamente ambigui) • reticenza (o non immediatezza: ritirarsi da un’interazione diretta) • dissociazione (allontanare da sé la responsabilità della menzogna) • protezione dell’immagine e della relazione (presentarsi in modo positivo e favorevole) 30 Comunicazione non strategica: indizi di smascheramento (leakage cues) involontari e non intenzionali (il mentitore non è in grado di controllare la produzione del proprio discorso menzognero) Tre categorie di comunicazione non strategica: • rivelatori di attivazione emotiva e di nervosismo (ammiccamento frequente, tono alto della voce ecc.) • rivelatori di affetti negativi (espressioni facciali di spiacevolezza, ridotto contatto oculare ecc.) • rivelatori di incompetenza comunicativa (esitazioni e ripetizioni di parole, frasi brevi e interrotte, maggiore frequenza di pause piene e vuote ecc.) 31 c) La discomunicazione menzognera (Deceptive Miscommunication Theory, DeMIT, Anolli, Balconi e Ciceri): • comunicazione menzognera = fenomeno comunicativo che rientra nella comunicazione per default; • processo eterogeneo, con diverse forme espressive, quali la distinzione fra menzogne ad alto contenuto e a basso contenuto; • atteggiamento intenzionale complesso e graduabile • segue le regole di una gestione locale (local management) degli scambi conversazionali 32 L’intenzione di mentire Complessità intenzionale. Differenti livelli: • intenzione nascosta (o latente: il parlante intende ingannare il partner manipolando e falsificando l’informazione, ma tale intenzione non deve trapelare) • intenzione manifesta (o apparente: il parlante intende trasmettere al partner l’informazione manipolata e falsificata) • intenzione informativa (il parlante desidera che il partner accolga l’informazione manipolata come se fosse vera) • intenzione di “sincerità” (il parlante desidera che il partner creda che ciò che egli ha detto è vero, al fine di rispettare la “regola di sincerità” prevista da Searle) 33 Metarappresentazione: le persone hanno una rappresentazione della rappresentazione mentale degli altri Gradazione intenzionale: il parlante può mentire in maniera quasi automatica e convenzionale oppure mentire in maniera spudorata La comunicazione menzognera è realizzata da persone che si ritengono possessori di una razionalità limitata, in grado di raggiungere il cosiddetto ottimo locale 34 Le motivazioni per fare ricorso alla comunicazione menzognera possono essere molteplici: • menzogne benevole (acquisire o proteggere le proprie risorse; gestire la relazione con il partner; mantenere il proprio livello di autostima); • menzogne di sfruttamento (diverse forme di inganno per guadagnare vantaggi a scapito degli altri, per danneggiarli o per sfruttarli) 35 L’impegno cognitivo della comunicazione menzognera 1. L’ipotesi del “carico cognitivo” La comunicazione menzognera è cognitivamente più impegnativa: • occorre costruire un messaggio “dal nulla” in modo coerente • occorre confezionarlo in modo compatibile con le conoscenze del partner, rispettando i vincoli della situazione contingente Entrambe le condizioni appaiono insostenibili: esistono situazioni in cui dire la verità è più impegnativo e difficile sul piano cognitivo che dire una menzogna 36 2. La variabilità dell’impegno cognitivo nella comunicazione menzognera Distinzione fra: - menzogne preparate (pianificate in anticipo ed esaminate dal mentitore almeno nei loro aspetti principali) - menzogne impreparate (dette spontaneamente, di solito come risposta a una domanda inattesa del partner) Distinzione fra: - menzogne a basso contenuto (dette automaticamente nelle conversazioni quotidiane) per elevati) - menzogne ad alto contenuto (comportano conseguenze serie sia per il mentitore sia il destinatario e hanno dei costi 37 3. La pianificazione e l’elaborazione cognitiva del messaggio menzognero La comunicazione è un processo continuo creato dalla dinamica delle reciproche azioni, da cui si formano le qualità emergenti della relazione La struttura del messaggio menzognero è il risultato di una gestione locale della sequenza degli scambi comunicativi, che esige una forte aderenza alla situazione contestualizzata • Le menzogne a basso contenuto esitano dalla scelta di un percorso comunicativo che conduce il parlante all’ottimo locale • Le menzogne ad alto contenuto richiedono una pianificazione 38 Mentitori ingenui: • condizione di ipercontrollo: il mentitore può produrre un numero assai limitato di movimenti con le mani e impiegare un tono di voce grave e monotono, con scarse variazioni • condizione di mancanza di controllo: il mentitore può gesticolare molto con le mani e usare un tono acuto della voce con molte variazioni locali Mentitori abili: • presentano un numero di movimenti con le mani e una impostazione della voce simile a quella che essi hanno nella comunicazione veritiera 39 Modi di dire e di scoprire la menzogna 1. Stili linguistici della menzogna • Ambiguità e prolissità (destinatario acquiescente e silenzioso): il mentitore cerca di “diluire” la falsità e di renderla meno identificabile; dire per non dire • Assertività ed evitamento ellittico (destinatario sospettoso): il mentitore impiega forme elusive e reticenti per esprimersi, con lo scopo di dire il minimo necessario; esimersi dal dire • Impersonalizzazione: il mentitore intende evitare di assumersi le responsabilità di quanto sta dicendo e si propone di dissociarsi dagli enunciati 40 2. Stili non verbali della menzogna Non esiste un repertorio fisso e ricorrente di indizi non verbali • Attività motoria : può subire un incremento generale o, al contrario, presentare una diminuzione fino a giungere a forme di ipercontrollo con conseguenti forme di rigidità Di conseguenza, gli indizi di smascheramento sono molto variabili, individuali e contingenti, presenti in una certa situazione e, probabilmente, assenti in un’altra 41 • Movimenti delle mani: in generale, i mentitori presentano un decremento dei movimenti delle mani durante la menzogna; tuttavia, questo comportamento varia in funzione della struttura di personalità del mentitore • Voce: in generale, si riscontra un innalzamento e una maggiore variabilità del tono; tuttavia, si rileva la presenza di variazioni nei profili vocali, in funzione della condizioni psicologiche dei mentitori 42 L’abilità di scoprire la menzogna/il mentitore L’abilità di scoprire la menzogna è strettamente connessa con l’abilità di dire la menzogna: rappresenta l’altra faccia della comunicazione menzognera 43 Quale migliore mentitore che il mentitore sincero? Due ipotesi circa la Competenza della comunicazione menzognera 1. Personalità machiavellica e comunicazione menzognera Personalità machiavellica: costrutto psicologico che intende descrivere la disposizione a manipolare e a sfruttare gli altri, giustificando tale condotta per scopi di adattamento 44 2. L’autoinganno Riguarda soprattutto situazioni relazionali complesse; può essere considerato come un mezzo efficace per mentire agli altri in modo credibile Duplice paradosso: a) paradosso statico: un soggetto inganna se stesso soltanto se egli crede e accetta sia p (falso) sia non-p (vero) b) paradosso dinamico: il soggetto che si autoinganna ha l’intenzione di inventare una falsa credenza per se stesso che conosce il vero 45 Alcuni modelli esplicativi per superare questi paradossi a) Teoria della scelta razionale: spiega l’autoinganno sulla base della razionalità limitata dell’essere umano; gli individui sono portati a ottimizzare la scelta che assicura il grado più elevato di utilità attesa b) Modello della divisione mentale: l’autoinganno è dovuto a un processo “inconscio” automatico, poiché chi si autoinganna non è consapevole di ammettere una delle due credenze (p o non-p) per ragioni motivazionali 46 c) Modello “deflazionistico”: • reinterpretazione della credenza ritenuta minacciosa; • superamento del paradosso statico grazie a una serie di distorsioni cognitive; • l’autoinganno è visto come un’elaborazione delle informazioni distorta dagli aspetti motivazionali Vi è una “soglia di confidenza” per accettare (o rifiutare) un’ipotesi nel ragionamento comune. Due valori: • accettazione della soglia (livello minimo di “confidenza” e di “fiducia” nel vero che è necessario per accettarlo) • rifiuto della soglia (il valore minimo di fiducia nel falso che è necessario per rifiutarlo) 47 • valore di soglia dell’accettazione: rapporto fra i costi dell’accettazione di un’ipotesi falsa e i costi dell’informazione • valore di soglia del rifiuto: rapporto fra i costi del rifiuto dell’ipotesi vera e i costi dell’informazione I desideri e le motivazioni del soggetto possono orientare la verifica o la falsificazione di un’ipotesi in due fasi: • guidano la scelta dell’ipotesi da verificare • valutano le ipotesi secondo le soglie di confidenza per evitare i costi dell’informazione falsa 48 La comunicazione patologica Comunicazione = attività relazionale che tocca le radici dell’identità personale e della posizione sociale di ogni individuo Condizione essenziale del benessere e del disagio psicologico Stretta interdipendenza fra i disturbi comunicativi e i disturbi psicopatologici 49 La comunicazione schizofrenica Schizofrenia: dissesto generale della personalità; è una delle forme più gravi di disagio psichico Modelli schizofrenici di comunicazione: lo stile schizofrenico di comunicazione non riguarda soltanto il soggetto che manifesta i sintomi, ma anche gli altri membri della famiglia 50 • Impossibilità di definire le relazioni fra i partecipanti: minaccia e attacco mortale sia alla comunicazione sia all’identità personale; la mancanza di definizione rende la relazione insostenibile e la comunicazione impossibile • Meccanismo di base: richiesta paradossale di cambiare una definizione della relazione che non è mai stata definita; ognuno è sbagliato, qualunque cosa faccia e in qualsiasi modo lo faccia • Condizione comunicativa indecidibile: richiesta assurda di definire una relazione che non è stata mai definita 51 • Situazione relazionale caotica e totalmente imprevedibile, caratterizzata da impenetrabilità (impegno a non definire se stessi) e imprendibilità (collocarsi fuori dagli schemi standard e convenzionali) • Elaborazione di giochi psicotici nell’ambito della famiglia; • imbroglio (triangolazione relazionale, in cui il figlio si sente ingannato e strumentalizzato per i “giochi di coppia” dei genitori) • istigazione (strumentalizzazione del figlio da parte di un genitore contro l’altro genitore) 52 La comunicazione paradossale Paradosso: contraddizione che deriva dalla deduzione corretta da premesse coerenti. Tre tipi di paradossi: • antinomia logica: contraddizione sul piano formale (soluzione: teoria dei tipi logici) • antinomia semantica: incoerenza contraddittoria del linguaggio (soluzione: teoria dei livelli di linguaggio) • paradosso pragmatico: messaggi paradossali come ingiunzioni e predizioni 53 Il paradosso pragmatico • relazione asimmetrica fra chi avanza una determinata ingiunzione (del tipo “Sii spontaneo!”) e chi deve eseguirla, che viene a trovarsi in una posizione insostenibile • il destinatario non è nella condizione di “uscire fuori” dallo schema relazionale e di metacomunicare ribellandosi a tale ingiunzione 54 Teoria del doppio legame Teoria del doppio legame (ipotesi esplicativa della comunicazione paradossale sottesa alla schizofrenia): • due o più persone sono coinvolte in una relazione che ha un rilevante valore per la sopravvivenza di una o più di esse • un membro invia a un altro questa tipologia di messaggio: a) asserisce qualcosa, b) asserisce qualcosa sulla propria asserzione a un altro livello comunicativo, c) queste due asserzioni si escludono a vicenda • al destinatario è impedito di uscire fuori dalla relazione né metacomunicando, né fuggendo via 55 Effetti della comunicazione paradossale Desincronizzazione e desintonizzazione strutturale e funzionale fra i diversi sistemi di significazione e di segnalazione Frammentazione e dispersione del significato Smarrimento e confusione mentale del destinatario (non sa quale parte di significato assumere come predominante e valida) 56 Le squalifiche conversazionali Si parla di squalifica conversazionale del messaggio A da parte del messaggio B, se sono assenti segnali di marcatezza sul passaggio di argomento e se i contenuti espressi nel messaggio B sono incongruenti con il messaggio A • Incongruità vengono completamente e implicitamente ignorati l’interlocutore e quanto egli ha detto • Valore di disconferma relazionale: condizione comunicativa nella quale l’interlocutore non prende atto dell’esistenza del parlante 57 Le forme di squalifica conversazionale Diverse forme di squalifica conversazionale: • evasione e cambiamento d’argomento • interpretazione letterale (spostamento dal livello letterale al livello figurato) • specificazione (risposta particolare e specifica a un tema generale) • squalifica di status (si passa dal contenuto del messaggio A a un messaggio B che riguarda la posizione relazionale dell’interlocutore) 58