Teoria dello Stato e del Controllo Sociale Lezione 08 Corso di Formazione in Sicurezza e Mitigazione del Rischio Milano, 4 marzo 2009 La Scuola di Chicago R.Park (La folla e il pubblico, 1904) In Europa: nascita della “questione urbana” e ossessione per la folla, caotica, disorganizzata, impossibile da controllare politicamente e psicologicamente (v. Le Bon e Sighele) Stadt luft macht frei: opposizione fra controllo sociale primario, tipico delle campagne, e controllo sociale secondario, imposto dalle agenzie formali del controllo quando viene meno la capacità di auto-controllo. Pluralismo conflittuale e antinomia individuale Formazione di Park nella Berlino di Simmel. La folla non come massa pericolosa, ma come pubblico da educare attraverso i mass-media e trasformare in “opinione pubblica” La Scuola di Chicago R.Park e E.Burgess (Introduction to the Science of Sociology, 1921) Il “controllo sociale” come tema centrale dello studio della società Come controllare la stampa immigrante? Non censurando, ma favorendo una sua integrazione all’interno del più vasto dibattito pubblico La scienza sociale come ingegneria al servizio della riforma: i problemi sociali non si risolvono con la “bacchetta magica” di uno Stato; si governano attraverso la conoscenza e l’analisi dei fenomeni; il Chicago Area Project La Scuola di Chicago G.H.Mead (Mente, sé e società, 1934) Problema: come è costruito il consenso in una società democratica che si regge sul consenso La costruzione del sé presuppone la capacità di assumere la posizione dell’ “altro generalizzato”; il processo di controllo sociale consiste nella fissazione dei significati, durante processi di interazione con altri, degli oggetti di tali interazioni (v. interazionismo simbolico di H.Blumert) Se il controllo sociale scaturisce da un processo comunicativo, i mass-media nelle società democratiche rappresentano il veicolo più potente ed efficace di c.s. poiché orientano la fissazione dei significati di un numero rilevante di soggetti La Scuola di Chicago C.Shaw e H.McKay (Juvenile Delinquancy and Urban Areas, 1942) Teoria “ecologica” della devianza: il comportamento prevalente in un gruppo sociale è largamente influenzato dall’ambiente socio-culturale in cui esso si colloca Disorganizzazione sociale: a livelli più elevati di disorganizzazione sociale presenti in un dato contesto fisico, corrispondevano più alti tassi di “patologia sociale”; teoria del gradiente T.Sellin e conflitto culturale: le diverse generazioni di migranti riprodurranno il tipo e il livello di devianza del luogo in cui sono cresciute Per ogni ulteriore domanda o suggerimento relativamente alla lezione: [email protected]