When are ghettos bad?
Lessons from immigrant segregation in the
United States
David M. Cutler, Edward L. Glaeser, Jacob L. Vigdor
Harvard University, 2008
Presentazione di Tassi Silvia
Economia Urbana, a.a. 2010/2011
Introduzione
Questo paper usa i dati di pubblico uso del Censimento per studiare
l’impatto delle caratteristiche di livello di un quartiere
(concentrazione etnica) sui risultati d’educazione e di mercato di
lavoro dei giovani immigrati negli US.
I risultati osservati riguardano la conoscenza dell’inglese dei giovani
(9-18), la frequenza scolastica dei giovani (16-18), reddito e
probabilità di ‘ozio’.
I lavori precedenti hanno trovato risultati diversi tra loro; così
cerchiamo di presentare nuove evidenze usando dati di prima
generazione degli immigrati negli Stati Uniti.
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Metodo:
1. Verificare se l’impatto di concentrazione razziale (o etnica) nei
risultati socio-economici dipende dal capitale umano medio del
gruppo considerato;
 semplice regressione OLS per indirizzare il concetto di
selezione endogena del quartiere, usando effetti fissi per MSA
e gruppi etnici, per implicare che sistematiche variazioni tra i
gruppi o all’interno dell’area metropolitana non identificano
effetti significativi;
2. Strumentizzare la concentrazione dei quartieri usando una
variabile apposita (stima di livello di concentrazione basata sulla
distribuzione degli individui grazie all’occupazione;
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3. Sostituzione della misura di livello metropolitano medio della
concentrazione (indice di segregazione) con la misura dell’impatto
potenziale (endogeno) delle caratteristiche dei livelli di quartiere.
 seguiamo così la logica dei precedenti studi sugli effetti dei
livelli di quartiere nei risultati socio-economici dei singoli individui.
4. Per accompagnare quest’ultimo concetto introduciamo un nuovo
indice di segregazione: il numero medio di anni dall’immigrazione
per i membri dei vari gruppi in una particolare Area Metropolitana
(MSA)  i gruppi arrivati più recentemente sono meno ghettizzati.
Ma perché è di tanto interesse studiare la ghettizzazione degli
immigrati negli Stati Uniti? Non solo per capire i meccanismi
d’effetto della concentrazione razziale.
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Fig.1: a partire dalla metà del XX° secolo, è cresciuta la
segregazione degli immigrati, ma solo in piccola parte per un
cambiamento di caratteristiche degli immigrati stessi  gran parte
dell’aumento è dovuto al cambiamento delle strutture delle città
americane e alla tendenza degli immigrati a partecipare meno
pienamente al processo di crescita “disordinata” suburbana.
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Impatto della ghettizzazione sugli immigrati
Sono stati fatti numerosi studi sulla sistemazione residenziale di razze
in enclavi (ghetti) e sul potenziale impatto sui residenti  vediamo i
benefici e i costi della segregazione.
1. Benefici: maggior densità etnica può favorire la formazione di reti
specifiche di gruppo che migliorano l’accesso a opportunità di lavoro
e di trasporto  minori costi d’adattamento alla società ospite,
necessari per poter raggiungere il successo economico  impatto
positivo su reddito e possibilità di consumo nel Breve Periodo.
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2. Costi: i ghetti sono solitamente localizzati in zone residenziali vecchie
e lontane dalle zone di crescita e sviluppo  questa lontananza rende
molto difficile lo sviluppo, nonostante lo sviluppo di reti specifiche,
causando così danni nel Lungo Periodo  la lontananza dal centro
rende questi quartieri difficilmente raggiungibili da tutti i servizi pubblici
(ad es. maggiore criminalità)
 Abbiamo così benefici nell’immediato, ma costi e limiti notevoli a
lungo raggio, a causa di una minor assimilazione dello sviluppo
economico e socio-culturale  e quindi minori possibilità di reddito
futuro per i gruppi meno istruiti/qualificati.
L’impatto finale della segregazione sull’accumulazione del capitale
umano dipende quindi dalle caratteristiche del gruppo ghettizzato.
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Dati e metodo
Informazioni base:
- sono utilizzati i dati ufficiali tratti dal censimento decennale degli
US del 1990 (con questi dati cataloghiamo gli immigrati per paese
d’origine);
- le misure di risultato socioeconomico derivate dai dati di
censimento includono anche il reddito (in log) del 1989, e
indicatori di occupazione dipendente o iscrizione alla scuola nella
settimana precedente l’enumerazione; in questo caso restringiamo
la nostra attenzione a individui tra i 20 e i 30 anni al momento del
censimento (dato che questo gruppo sarà maggiormente soggetto
a scelte di locazione residenziale assegnate dai genitori, più che
da proprie scelte);
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- in aggiunta, per i giovanissimi (9-18 anni) studiamo molte altre
variabili sensibili a individui di giovane età (capacità si speaking e
writing in inglese, educazione scolastica, probabilità di mammeteenager, ecc..)
Misurazione della concentrazione etnica:
Il metodo più semplice è dato dalla quota di un gruppo etnico
sull’intera popolazione del quartiere (o area) considerato.
Per rendere operativo il concetto di ‘quartiere’ usiamo i ‘tratti di
censimento’ (che contano mediamente 4000 abitanti l’uno) per la
coerenza di definizione a livello di stato globale e per la grande
disponibilità di dati garantita.
Per misurare la concentrazione etnica media a livello di area
metropolitana vengono considerati due diversi indici:
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1. Dissimilarity Index

- groupi : numero di membri del gruppo di immigrati che vivono nel quartiere i;
- grouptotal : numero di abitanti dell’intera area metropolitana;
0, quando il gruppo rappresenta un uguale quota di popolazione in tutti
D
i quartieri (distribuzione omogenea degli immigrati)
1, quando un gruppo risiede interamente in un solo quartiere, senza
alcun membro del non-gruppo (completa segregazione nel
quartiere i)
Non dipende dalla scala della popolazione.
 È interpretabile come la quota di membri del gruppo che dovrebbe
cambiare quartiere per ottenere una distribuzione uniforme in tutta
l’area metropolitana (critica: è una misurazione imperfetta).
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2. Isolation Index 
- populationi/populationtotal : popolazione dell’intero quartiere e dell’intera area
metropolitana;
- populationsmallest : popolazione del quartiere con meno abitanti di tutta l’area
metropolitana;
 Misura in cui la quota di gruppo a livello di quartiere eccede il livello
che dovremmo aspettarci in perfetta integrazione (agli estremi assume
valore pari a 0 e 1).
Nell’analisi useremo entrambi gli indici, per vedere se i risultati sono
sensibili al diverso indice utilizzato  i risultati diranno di no.
(L’andamento degli indici in uno studio di tutto il secolo precedente è
riportato nella fig.1 a pag.4 )
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Riportiamo qui in tab. 1
una sintesi statistica delle
variabili dipendenti della
nostra analisi
(indici/dati/condizioni di
segregazione degli
immigrati usati
nell’analisi).
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Affrontare bias di selezione: diverse strategie
1. Regressione OLS con parametri che catturano effetti fissi per MSA e
paese d’origine, in modo da notare solo l’effetto di nostro interesse:
la variazione del grado di segregazione di gruppi di immigrati
residenti nella stessa città;
2. Variabili strumentali nelle specificazioni che esaminano ‘tract-level’ di
concentrazione etnica (consideriamo variabili che influenzano la
concentrazione senza avere altre relazione con la variabile
dipendente):
- pij, misura del gruppo j della popolazione nella MSA i;
- Ri, quota di persone con occupazione nel settore k residenti in tutti i tratti t;
- Oj, vettore di distribuzione dei membri del gruppo j nel settore d’occupazione k
dividendo questo valore per la somma dei Predicted group size e per
il numero attuale dei membri dei non-gruppi nel tratto, otteniamo il
Predicted tract share  stimatore molto forte.
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3.
Sostituzione di misure della concentrazione etnica media a
livello di area metropolitana con misure a livello di quartiere;
questa strategia produce stime consistenti nella misura in cui
l’ordinamento endogeno avviene all’interno delle singole aree
e non tra le aree.
Qui usiamo come misure i due indici di segregazione (D e I).
Infine, per indirizzare la questione della misurazione
endogena, misuriamo la segregazione con la media degli anni
dall’immigrazione dei membri di un gruppo di uguale paese
d’origine residenti nella stessa città.

Il modello complessivo dei risultati è coerente con
l’esistenza di selezione negativa verso i quartieri “ghetti”.
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Stime dell’impatto della quota del gruppo nel quartiere
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Tab. 2:
- analisi della concentrazione etnica a livello di quartiere sui natistranieri residenti negli US, basata sulla serie di dati di risultati
nel mercato del lavoro e scolarizzazione;
- impiego di entrambi gli effetti fissi (MSA e paese d’origine);
- il coefficiente della quota di gruppo a livello del singolo tratto
d’area rappresenta l’impatto dell’aumento della concentrazione
etnica in un quartiere, un’alta concentrazione porta:
- minor probabilità di un inglese fluente tra i 9 e i 18 anni;
- maggior probabilità di iscrizione scolastica tra i 16 e i 18;
- risultati significativamente peggiori nel mercato del lavoro;
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 Una possibile interpretazione dei risultati è che gli
hanno maggior successo nel mercato del lavoro quando
network etnico (di gruppo) che estende (supera) i confini
del
immigrati
hanno un
geografici
quartiere.
I risultati previsti nel mercato del lavoro saranno migliori tra
immigrati più educati, più anziani (per la maggior permanenza nel
paese ospite) e maschi  immigrati di comunità più “educate”
tendono a guadagnare di più, ma non sono più facilmente occupati.
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Tab. 3:
Regressione con Variabili Strumentali (IV), che ci fornisce
stime che sfruttano essenzialmente la tendenza delle
economie delle aree metropolitane americane ad essere
segregate, e dei gruppi di immigrati a formare un campione
socioeconomico non rappresentativo della popolazione più
ampia.
In tre delle quattro specificazioni, le stime dicono che la
concentrazione etnica porta più danni (o meno vantaggi) di
quelli stimati col metodo OLS.
L’interpretazione causale dei coefficienti: la residenza in un
enclave etnico è mediamente dannoso per gli immigrati.
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Main effect: impatto della
quota di gruppo in un gruppo
di immigrati dove il livello
medio di educazione è 0.
Interaction: questo termine
identifica il cambiamento al
margine
dell’impatto
del
group share quando si
aumenta di 1 anno il livello
medio di scolarizzazione.
Qui mettiamo a confronto le due diverse analisi, testando per
l’eterogeneità.
 Le stime della regressione IV presentano risultati molto più
consistenti della regressione con effetti fissi OLS.
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Segregazione come proxy per la quota dei gruppi
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Tab. 5:
presenta l’analisi dell’impatto della segregazione sui risultati nel
mercato del lavoro e nell’occupazione.
Panel A
- nessuna relazione con i risultati di educazione, stime
significativamente basse per i redditi e probabilità significativamente
bassa di essere ‘ozioso’;
- quota di gruppo dell’area metropolitana ha un coefficiente di stima
significativo e negativo per l’abilità in inglese, e positivo invece per la
stima sul reddito e sulla scolarizzazione;
Panel B
- correlazione significativa solo con la conoscenza dell’inglese da
parte dei giovanissimi, e diversamente dalle stime in tab. 2 e 3, è
positiva;
- la variabile di quota del gruppo indica anche tassi crescenti
nell’iscrizione scolastica, come nella prima specificazione;
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Tab. 6:
riporta le stime usando gli strumenti per segregazione discusse in
diapositiva 13/14: il numero medio di anni dal momento di
immigrazione per i membri del gruppo di immigrati residenti nell’area
metropolitana.
Panel A/B
- la segregazione appare significativamente e positivamente
correlata alla preparazione linguistica dei ragazzi e ai redditi dei
giovani adulti;
- la stima dell’effetto sulla frequenza scolastica non è significativo,
ma passa da negativo (nella regress. OLS) a positivo;
- i risultati suggeriscono che la selezione negativa ostacola i tentativi
di isolare l’impatto della concentrazione sui risultati, e che gli
strumenti applicati prima aggravano questa tendenza di selezione.
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Test per l’eterogeneità dell’impatto della segregazione sui risultati.
 Emergono risultati abbastanza significativi solo nella regressione IV
e per le variabili dipendenti “abilità in inglese” e “reddito”:
segregazione porta a peggiori risultati per gruppi con educazione
minima.
Questi risultati sono compatibili con i risultati presentati in tab. 4.
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Conclusioni
I gruppi di immigrati negli Stati Uniti sono diventati sempre più
segregati nelle ultime decadi.
Le stime trovate in queste analisi suggeriscono che i tentativi di
isolare l’impatto causale della concentrazione etnica nei risultati
di scolarizzazione e del mercato del lavoro sono ostacolati da
selezioni negative in comunità enclavi.
Questo effetto negativo di selezione oscura l’effetto positivo medio:
infatti quando si usano gli indici di segregazione come misura
della concentrazione media dei gruppi, la concentrazione etnica
diventa uno stimatore positivo per i redditi dei giovani adulti e
per l’abilità nella lingua inglese dei giovanissimi.
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In conclusione, i risultati dipendono dalle caratteristiche degli immigrati
e da quelle dell’area circostante, ma si può comunque dire che la
segregazione razziale ha un impatto negativo sulla popolazione
residente.
La crescita della segregazione di immigrati degli ultimi decenni è molto
rilevante per una più ampia discussione di assimilazione e dei diritti e
delle responsabilità di cittadinanza, a livello di politiche pubbliche.
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Misurazione della concentrazione etnica