CHE COS’E’ UN MOVIMENTO SOCIALE MOVIMENTO SOCIALE • Il senso comune associa all’idea di movimento sociale un insieme di forme di protesta e collega il tutto ad eventi storici, a prassi • Le forme di espressione delle emozioni legate al sentimento di ingiustizia sarebbero tanto codificate da far sì che determinate istruzioni per l’uso predispongano subito alla protesta • Non è automatica l’associazione fra movimento sociale ed espressione di malcontento Le dimensioni dell’azione collettiva • L’agire insieme come progetto volontario • Dalla definizione di «azione collettiva» vanno scartati i fenomeni associati ad un «effetto perverso» perché tali sono comportamenti individuali, ma senza alcuna intenzione di coordinamento • Sono esclusi dal concetto di «movimento sociale» anche i processi di diffusione culturale (effetti di aggregazione provocati dal mercato) Organizzazione contro mobilitazione • La produzione di beni e servizi non si distingue nettamente dalla mobilitazione di energie per una rivendicazione? Esempi: 1) Tendenza della direzione d’impresa di introdurre nel funzionamento dell’azienda tecniche di mobilitazione e di motivazione spesso vicine a quelle degli universi militanti, cioè delle sette, facendo dei quadri o dei capireparto degli autentici militanti dell’impresa, allo scopo di far vivere il rapporto salariato come una forma di impegno totale al servizio di una causa 2) Le scelte per promuovere certe politiche pubbliche non sono prive di affinità con gli obiettivi e i metodi d’azione dei gruppi militanti segue 3) Le logiche d’impresa pesano in maniera sempre crescente sul funzionamento di numerose forme di mobilitazione 4) l’analisi delle organizzazioni si è costituita insistendo sul «carattere formalizzato dei loro scopi, delle loro strutture e funzioni», in opposizione alla maggiore fluidità di altri spazi di azione collettiva. Duplice errore che informa quest’ottica: 1. errore per sottovalutazione del grado di organizzazione e di strutturazione di universi in apparenza molto fluidi come i movimenti sociali; 2. Errore per sopravvalutazione del rigore e dell’originalità delle funzioni e delle strutture nell’organizzazione Azione concertata a favore di una causa • La varietà del concetto di azione collettiva va ricondotta a una complessa rete di fatti sociali e la storia di ciascun movimento sociale va reintegrata in un contesto culturale e intellettuale • Il concetto di azione collettiva rinvia a due criteri: 1. un agire insieme intenzionale 2. logica di rivendicazione Cambiamento e resistenza Blumer: l’azione concertata intorno a una causa s’incarna in «imprese collettive che mirano a stabilire un nuovo ordine di vita». Questo «nuovo ordine di vita» può puntare a cambiamenti profondi oppure, al contrario, essere ispirato dal desiderio di resistere a certi cambiamenti; esso può implicare modificazioni di portata rivoluzionaria oppure mirare a obiettivi molto localizzati - Il concetto di NIMBY (Not in my back yard) La componente politica dei movimenti sociali • Le forme di azione collettiva concertata a favore di una causa saranno indicate come «movimenti sociali». • Touraine: I movimenti sociali sono, per definizione, una componente singolare ed importante della partecipazione politica Un’azione «contro» Un movimento sociale si definisce nell’identificazione di un avversario. Quando un gruppo si mobilita «per», questa attività rivendicativa non può che dispiegarsi «contro» un avversario designato: imprenditore, amministrazione, potere politico Registro del self-help Movimento mutualista o cooperativo che ricerca la soluzione di un problema o una rivendicazione all’interno del gruppo stesso. Una mobilitazione di questo tipo aggira il conflitto, rifiuta lo scontro frontale. Le esperienze mutualiste o cooperative vanno analizzate insieme con i movimenti sociali, rispetto ai quali esse hanno sovente rappresentato un complemento, non una alternativa Tendenze alla politicizzazione dei movimenti sociali - Assume un significato politico quel movimento che fa appello alle autorità politiche (governo, comunità locali, amministrazioni, ecc.) per dare, in seguito ad un intervento pubblico, risposta a una rivendicazione, imputando alle autorità politiche la responsabilità di problemi che sono all’origine della mobilitazione - Le tendenze alla politicizzazione dei movimenti sociali derivante da sviluppo attività di protesta 1) Per la «nazionalizzazione» della vita politica 2) Processo di invenzione del diritto sociale (mobilitazioni che puntano ad ottenere diritti e protezioni) - Ubiquità dello Stato. Il potere politico come destinatario delle proteste. Mediazione dello Stato con i movimenti sociali nei grandi conflitti legati al lavoro Politiche pubbliche, opacità, polarizzazione • Il concetto di politiche pubbliche designa l’azione delle autorità statali come amministrazione di progetti, in opposizione alla politica intesa come lotta per l’esercizio del potere • Le politiche pubbliche sono anche la risultante del processo storico di divisione sociale del lavoro. Ciascun micro-universo tende a regolarsi da sé attraverso processi decisionali frutto di negoziati fra le amministrazioni, i gruppi di pressione, le istituzioni in cui è circoscritto • Ogni politica pubblica suscita il desiderio nei gruppi mobilitati di essere riconosciuti da questa o quella burocrazia statale come interlocutori privilegiati, rende visibile la necessità di essere nel club degli attori strategici per pesare sulle decisioni Le politiche pubbliche sono formidabili strumenti di «opacità» - Moltiplicazione dei protagonisti - Allontanamento spaziale dei luoghi e attori della decisione - illeggibilità Arena istituzionale Sistema organizzato di istituzioni, procedure e attori al cui interno le forze sociali possono farsi sentire, utilizzando le loro risorse per ottenere risposte ai problemi che esse sollevano L’arena dei conflitti sociali I movimenti sociali possono utilizzare le arene sociali istituzionalizzate: media, tribunali, elezioni, parlamento, consiglio municipale, ma producono anche un’arena specifica: l’arena dei conflitti sociali attraverso gli scioperi, le manifestazioni, i boicottaggi, le campagne d’opinione. L’arena funziona come spazio d’appello: 1) Espressione di una domanda di risposta ad un problema 2) Nel senso giuridico di ricorso ad una giurisdizione più elevata Descrivere i movimenti sociali come produttori di un’arena peculiare in cui si esprimono le rivendicazioni che non trovano accesso o soluzione nelle arene più istituzionalizzate come i parlamenti, i ministeri, la stampa, significa identificare i movimenti sociali solo nelle mobilitazioni dei gruppi «dominati», «esclusi», «scartati», per usare il lessico dell’emarginazione Movimenti sociali e forme di dominio I movimenti sociali sono tendenzialmente, per loro essenza, le armi che i deboli sono costretti ad imbracciare per farsi intendere, non potendo farlo per vie più istituzionali. Dominio «relazionale», senza pregiudizio per la pluralità delle forme di questo rapporto di forza Esiste una rigida dicotomia fra l’universo dei movimenti sociali e quello dei gruppi di pressione. Un movimento sociale che dura e ha successo tende a cristallizzarsi in gruppo di pressione, a disporre di accesso abituale ai luoghi di decisione I movimenti sociali hanno bisogno di pubblicità I repertori dell’azione collettiva Esistono forme di istituzionalizzazione proprie dei movimenti sociali (Tilly) Ogni movimento sociale si confronta con un campionario pre-esistente di forme di protesta più o meno codificate e accessibili in maniera diversa, secondo l’identità dei gruppi mobilitati La costituzione degli stati e lo sviluppo del capitalismo generano la politicizzazione di movimenti sociali. Repertori pre-rivoluzione industriale: - Si dispiegano nello spazio locale - Funzionano spesso per boicottaggio dei rituali sociali pre-esistenti - Caratteristica di patronage Verso la metà del XIX secolo questo è soggetto a un insieme di modificazioni, lente ma radicali: - Si svincola dalle frontiere dello spazio locale per ampliare i suoi orizzonti d’azione - La protesta acquista un’autonomia crescente - Assume forme più intellettualizzate, più astratte, mentre i programmi e parole d’ordine sostituiscono l’uso dei simboli Offerlé ha proposto una lettura dei repertori contemporanei in base a una trilogia di registri della mobilitazione: il numero, il ricorso allo scandalo e il discorso dell’expertise Una nuova generazione di repertori In 4 dimensioni: 1) Dimensione internazionale (Greenpeace) 2) Logiche di expertise 3) Dimensione simbolica (retorica) 4) Reticenza ad ogni delega del potere I repertori dell’azione collettiva Il problema dell’organizzazione • L’esistenza di un’organizzazione che coordini le azioni, raccolga le risorse, conduca un lavoro di propaganda per la causa appare come una necessità per la sopravvivenza del movimento e per il suo successo • La maggior parte dei movimenti sociali è strutturata in forme più o meno rigide di organizzazione. • Michels e la “legge ferrea dell’oligarchia” Lo spazio dei movimenti sociali • Il modello di Kriesi Kriesi costruisce uno spazio delle organizzazioni e degli investimenti militanti legati ai movimenti sociali a partire da due variabili centrali: 1) Grado di partecipazione degli aderenti; 2) Orientamento dell’organizzazione Tale spazio comprende 4 zone Traiettorie dei movimenti sociali La traiettoria dell’istituzionalizzazione addomestica il movimento sociale in gruppo di pressione, lo fa scivolare verso la parte inferiore sinistra dello schema: Quella della commercializzazione porta il movimento sociale verso il quadrante superiore sinistro della figura, lo trasforma in un mero fornitore di servizi commerciali - Scenario della convivialità - Modello della radicalizzazione Una tipologia delle organizzazioni