Svantaggi delle politiche
protezioniste
• Innalzamento dei prezzi
• Restrizione della scelta dei beni disponibili
• Protezionismo come soluzione di second best (tariffe per
proteggere industrie inefficienti: meglio sussidiare i lavoratori)
• L’effetto del moltiplicatore (meno import da A=meno export di A)
• Ritorsioni
• Il protezionismo può consentire ad alcune imprese di
rimanere inefficienti
• Costi amministrativi (burocrazia)
Second best
L’argomentazione contraria la libero scambio fondata sul
fallimento del mercato interno è un caso particolare
della teoria del second best.
– La teoria del second best afferma che una politica non
interventista nei confronti di un dato mercato è desiderabile
solo se tutti gli altri mercati funzionano adeguatamente.
– Pertanto, se un mercato fallisce nel funzionare
adeguatamente,un’intervento del governo può accrescere
il benessere.
Il fallimento del mercato fornisce una giustificazione
convincente delle politiche commerciali?
Ci sono due linee di difesa fondamentali del libero
scambio in presenza di distorsioni domestiche:
– distorsioni domestiche dovrebbero essere corrette
mediante l’uso di politiche economiche interne (e non
internazionali)
– Esempio: un sussidio alla produzione è più appropriato di un
dazio nel trattare un fallimento di mercato legato al lato della
produzione.
– i fallimenti di mercato sono difficili da individuare e da
misurare.
– Esempio: un dazio volto a proteggere certi settori industriali
urbani genererà dei benefici sociali, ma incoraggierà anche i
lavoratori a spostarsi verso questi settori provocando un
aumento della disoccupazione.
Il commercio internazionale sta
diventando più o meno libero?
• Dopo la crisi del 1929 molti paesi sperimentarono crisi di
bilancia dei pagamenti (import > export). Essi decisero di
adottare tariffe commerciali, dando luogo a una drastica
contrazione del volume del commercio mondiale
• Dopo la seconda guerra mondiale la maggior parte dei
paesi decise di ridurre le barriere commerciali per poter
trarre dei benefici dallo scambio
• Nel 1947 ventitré paesi sottoscrissero il GATT (General
Agreement on Tariffs and Trade) con lo scopo di ridurre le
tariffe e le altre barriere non tariffarie
Il commercio internazionale sta
diventando più o meno libero?
• Negli anni ottanta sono riemersi sentimenti protezionistici in
seguito ai problemi originati dagli shock petroliferi. Vi è stato un
massiccio uso di contingentamenti e di altre barriere non tariffarie
• Il problema delle barriere non tariffarie fu affrontato dal GATT
nell’Uruguay Round, che si occupò anche di riduzioni tariffarie
relative ai prodotti agricoli e ai servizi. Nel 1993 terminarono le
negoziazioni, che hanno portato alla creazione dell’Organizzazione
mondiale del commercio (OMC)
• Nel 1995 dal GATT nasce l’OMC, un’organizzazione che conta
143 paesi membri tra cui si svolgono più del 93% degli scambi
Regole che governano lo scambio
internazionale
Sono state istituite dal GATT, ma sono tuttora
applicate dall’OMC
• Non discriminazione (la concessione fatta ad un paese va
garantita a tutti)
• Reciprocità (una riduzione tariffaria ottenuta va ricambiata)
• Divieto generale di ricorso alle quote
• Concorrenza leale (non si possono intraprendere ritorsoi senza
autorizzazione dell’OMC)
Il GATT e l’OMC
• Il GATT è un trattato tra diversi stati
• L’OMC è un’organizzazione internazionale
L’OMC ha più potere e compone anche le vertenze
tra gli stati membri; può imporre sanzioni
Tipi di accordi commerciali
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Area di libero scambio
Unione doganale
Mercato comune
Unione economica e monetaria
Area di libero scambio
I paesi che vi aderiscono eliminano tutte le restrizioni
al commercio nell’ambito dei rapporti commerciali
reciproci, mantenendo le proprie restrizioni nei
confronti dei paesi terzi
Esempio: NAFTA (USA Canada ,Messico)
Unione doganale
I paesi che vi aderiscono eliminano tutte le restrizioni
al commercio nell’ambito dei rapporti commerciali
reciproci, istituendo tariffe e restrizioni comuni nei
confronti dei paesi terzi
Mercato comune
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Un mercato comune ha le seguenti caratteristiche:
sistema fiscale comune
sistema comune di leggi e regolamenti che governano
la produzione, l’occupazione e lo scambio
libera circolazione dei lavoratori, dei capitali, dei
materiali, e di beni e servizi
assenza di un «trattamento di favore» da parte del
settore pubblico nei confronti delle imprese nazionali
Esempio: UE
Unione economica e monetaria
Un’unione economica e monetaria ha tutte le
caratteristiche di un mercato comune, cui si
aggiungono
• tassi di cambio fissi tra paesi membri
• politiche macroeconomiche comuni
Effetti di un’unione doganale
• Creazione di commercio
la domanda per un bene viene soddisfatta da un produttore
a bassi costi piuttosto che da uno ad alti costi
• Deviazione di commercio
la domanda per un bene viene soddisfatta da un produttore
del paese membro dell’unione con alti costi, piuttosto che
da uno di un paese terzo caratterizzato da costi inferiori
Effetti di lungo periodo di un’unione
doganale
VANTAGGI
• Sfruttamento delle
economie di scala interne
(paesi piccoli)
• Economie di scala esterne
(infrastrutture)
• Ottenimento di migliori
condizioni di scambio
(resto del mondo)
• Aumento del livello di
concorrenza (maggiore
efficienza, riduzione monopoli)
• Diffusione più rapida della
tecnologia
SVANTAGGI
• Localizzazione delle
attività produttive nei
paesi più efficienti o nel
centro geografico
dell’unione
• Maggiore collusione
• Diseconomie di scala
(grandi imprese .… burocrazia)
• Costi amministrativi
L’Unione Europea e il mercato
comune
• 1952 Istituzione della CECA da parte di sei paesi (Belgio, Francia,
Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo e Olanda)
• 1957 Firma (sempre da parte degli stessi sei paesi) del Trattato di Roma,
con il quale è stata istituita la Comunità economica europea (CEE). Lo
scopo era creare un mercato comune tra i paesi membri con libera
circolazione di lavoro, imprese e capitale
• 1973 Adesione di Danimarca, Irlanda e Regno Unito
• 1981 Adesione della Grecia
• 1986 Adesione di Portogallo e Spagna
• 1986 Firma dell’Atto unico europeo attraverso il quale si volevano
rimuovere le barriere non tariffarie ancora in vigore nella CEE, con
l’intenzione di creare un effettivo mercato comune entro il 1992
L’Unione Europea e il mercato
comune
• 1992 Firma del Trattato di Maastricht: la CEE diventa
Unione Europea
• 1995 Adesione di Austria, Finlandia e Svezia
• 1997 Il Consiglio d’Europa ha adottato il Piano d’azione il
cui scopo era lo smantellamento di tutte le barriere non
tariffarie entro il lancio dell’euro
• 2004 Adesione di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca,
Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lituania, Lettonia, Cipro e
Malta
Da unione doganale a mercato
comune
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Inizialmente la CEE era un’unione doganale, dal momento
che permanevano ancora barriere non tariffarie tra i suoi
stati membri. Tuttavia per molti anni vi sono state manovre
comuni di politica economica (e vi sono tuttora)
Politica agricola comune (PAC)
Politica regionale
Politica antitrust
Armonizzazione fiscale
Politica sociale
Effetti di un mercato unico
BENEFICI
• Creazione di commercio (i
vantaggi comparati)
• Riduzione dei costi diretti
dovuti all’eliminazione
delle barriere doganali
• Economie di scala
• Maggiore concorrenza
COSTI
• Una trasformazione
economica radicale è
costosa
• Ripercussioni negative in
alcune regioni
• Aumento del potere di
mercato delle imprese
(tutela della concorrenza:
antitrust europeo)
• Deviazione degli scambi
(basse barriere interne, alte
esterne)
• Perdita di sovranità
L’evidenza empirica sul mercato
unico in Europa
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A metà degli anni novanta
L’eliminazione dei controlli alla frontiera aveva causato una
diminuzione dei costi e accorciato i tempi di consegna
Si era determinata una notevole creazione di commercio
La semplificazione degli accordi IVA aveva ridotto i costi
La maggiore concorrenza tra le imprese aveva condotto a costi e a
prezzi minori a una maggiore scelta per i consumatori
Le fusioni e le altre forme di ristrutturazione industriale avevano dato
luogo a economie di scala e a prezzi inferiori
Tuttavia il mercato unico non può ancora dirsi «completo»
Prezzo di riserva
È quel livello di prezzo, ri, in corrispondenza del
quale ciascun consumatore è indifferente tra
l’acquistare e il non acquistare una unità del bene
• egli acquisterà per livelli di prezzo inferiori al
prezzo di riserva
• egli non acquisterà per livelli di prezzo superiori al
prezzo di riserva
Il surplus del consumatore
• Per il singolo consumatore: è
la differenza tra prezzo di
riserva e prezzo di mercato (p)
• Per il mercato: è la somma di
tutti i surplus dei consumatori
ed è costituito dall’area
compresa tra la funzione di
domanda inversa e il prezzo di
mercato
p
p
X
Fornisce una misura del
benessere che i consumatori
traggono dallo scambio
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Il commercio internazionale sta diventando più o meno