Avanguardie del ’900
Avanguardia e società di massa
• Significato di “avanguardia”
• Minare la tradizione
• Fuga in avanti e morte dell’arte
Movimenti e gruppi / 1-2
• Futurismo
• Dada
• Surrealismo
Codici e motivi
• Estetica del moderno
• Imagismo e paroliberismo
• Cinema e surrealismo
I.I.S. “Carlo Urbani” – Ostia
A cura del prof. Luigi O. Rintallo
Avanguardie
del ’900
Avanguardia e società di massa
Cosa significa Avanguardia?
Quale rapporto esiste tra le avanguardie e l’industria culturale?
Il termine deriva dal lessico
militare, dal quale passò a metà
dell’800 in ambito letterario per
indicare quegli scrittori che si
proponevano come educatori del
“popolo”, democratici e
progressisti.
Con l’affermazione dei partiti di
massa, fu usato per definire i gruppi
politici ai quali era demandata la
guida delle masse. All’iniziativa di
tali “avanguardie” politiche si deve
l’avvio dei processi rivoluzionari,
secondo l’ideologia marxistaleninista.
Nei primi decenni del ’900, si parla
di avanguardie artistiche e letterarie
per definire gruppi e movimenti che
si propongono di rompere con la
tradizione passata per sperimentare
nuovi percorsi estetici.
Con lo sviluppo dell’industria culturale, diviene possibile e facile la riproduzione
dell’opera d’arte. Anche i prodotti del lavoro intellettuale e artistico cominciano ad
avere un mercato ampio e di conseguenza si trasformano in merce. Di fronte a tale
situazione gli intellettuali da un lato cercano di esaltare l’aspetto esclusivo e
creativo delle loro opere; dall’altro, sono attratti dai processi che obbediscono ai
meccanismi della produzione capitalistica.
Come reagiscono i gruppi di avanguardia alla massificazione in atto nel ’900?
La reazione delle avanguardie contrasta con forza i gusti dominanti nella massa
anonima, proponendo – spesso in modo velleitario – nuovi valori che si distaccano dai
non-valori della vita e del lavoro delle masse alienate. La storia delle avanguardie è
una serie di provocazioni che minano la tradizione e il gusto prevalente, scardinando
le strutture della percezione artistica e la stessa ricezione del pubblico-massa.
Perché quella delle avanguardie può dirsi una “fuga in avanti”?
Per scongiurare la mercificazione della produzione culturale, le avanguardie arrivano
al punto di proclamare la rottura di ogni canale comunicativo. Dichiarare la “morte
dell’arte” non serve però a evitare che anche questa estrema forma di contestazione
sia neutralizzata dal mercato, che assorbe la provocazione delle avanguardie.
Tuttavia, ad esse va il merito di aver dato voce a nuovi soggetti artistici e
intellettuali che scoprono aree nuove dell’esperienza interiore (sogno, istinto,
inconscio) e di quella esteriore (leggi fisiche, materia, fenomeni naturali).
Avanguardie
del ’900
Movimenti e gruppi / 1
IL FUTURISMO è il primo movimento delle “avanguardie storiche”. La sua nascita è fatta coincidere con la pubblicazione il 20 febbraio
1909, sul giornale francese «Le Figaro», dell’articolo Fondation et Manifeste du Futurisme, scritto da Filippo Tommaso Marinetti. Con
questo termine egli indica uno dei principi basilari della nuova poetica: cancellare il passato e proiettarsi in un futuro, dinamico ed
elettrico. Inoltre nella parola erano contenute le iniziali del fondatore: FuTurisMo. Anziché la vita come arte, i futuristi si propongono
l’arte come vita e per questo il loro è un programma totale. Essi intendono trasformare la visione del mondo, penetrare nella vita di tutti I
giorni, cambiare i costumi e la mentalità.
Cosa sono le serate futuriste?
Per imporsi all’attenzione, i futuristi
inaugurano un nuovo modo di
esprimere il proprio credo artistico,
ricorrendo a spettacoli e
performances durante i quali non
esitano a scontrarsi – anche
fisicamente - nei teatri, nei caffè,
nelle piazze con i benpensanti.
Provocazioni e dissacrazioni servono
a dichiarare guerra alla tradizione,
ai musei, alle accademie. E
contemporaneamente esaltano le
nuove parole d’ordine: azione,
velocità, dinamismo, simultaneità
che definiscono i criteri di una
nuova bellezza, basata su nuovi
codici artistici e nuovi linguaggi.
Dove si afferma il Futurismo?
Il movimento presenta subito una vocazione internazionale. Scultura e pittura
futurista sono conosciute in Europa e negli USA attraverso numerose esposizioni. Vari
indirizzi artistici – dall’imagismo anglosassone all’ultraismo argentino – sono suoi
debitori. E’ soprattutto il futurismo russo a relazionarsi coi principi enunciati da
Marinetti: pur non costituendo un gruppo omogeneo, esso esprime un forte desiderio
di rinnovamento che si concentra su un nuovo linguaggio poetico, attento in primo
luogo al significante (in parallelo nasce la scuola linguistica dei formalisti russi). Il più
lucido in questa ricerca è Vladimir Majakovskij.
Qual è la posizione politica del Futurismo italiano?
I futuristi italiani anche in politica propongono il loro assalto al cielo , per realizzare
l’ “uomo nuovo” mosso da una vitalità primordiale risultato della modernità
dinamica. Il loro programma rivoluzionario è espresso in un Manifesto del 1913, uscito
sul n. 20 di «Lacerba», rivista diretta da Papini e Soffici. Basato su componenti
irrazionali: nazionalismo, anticlericalismo, bellicismo, si propone di far conquistare il
potere agli artisti rivoluzionari. Il potere fu invece assunto dai fascisti, che
inizialmente mutuarono proprio dai futuristi slogan e linee guida, per poi procedere a
un ripristino autoritario dell’ordine che ben poco si conciliava con le istanze
anarchiche del movimento di Marinetti.
Avanguardie
del ’900
Movimenti e gruppi / 2
DADA, una parola senza senso definisce il movimento di avanguardia radicale, nato nella neutrale Svizzera, durante la prima guerra
mondiale. Il cenacolo di artisti internazionali – dal rumeno Tzara al tedesco Ball e all’alsaziano Arp – si riunì attorno al caffè letterario
Cabaret Voltaire. Oltre a proporre la distruzione di tutti i valori borghesi e delle tradizioni artistiche, i dadaisti intrapresero anche progetti
costruttivi, sperimentando nuove tecniche quali il fotomontaggio, il teatro proletario e la poesia astratta. Zurigo, New York e Parigi furono
le città dove Dada si impose, attraverso l’opera fra gli altri del pittore Duchamp e il fotografo Man Ray.
Dal Dada di Parigi, il SURREALISMO
si afferma con l’emergere della
figura di André Breton (1896-1966).
A lui si deve la proposta di
affrontare nell’arte il tema
dell’inconscio. Il nuovo movimento
parte dal recupero di alcuni modelli
del passato (Baudelaire, Rimbaud),
dalle suggestioni del marxismo e
dalla psicanalisi di Freud. Nel 1924,
raduna gli aderenti attorno alle
riviste «Surrealisme» e «Revolution
surrealiste». In quest’anno Breton
firma il Primo manifesto del
surrealismo, estendendo la sua
influenza alle arti visive: pittura (De
Chirico, Picasso, Dalì, Magritte)
fotografia (Man Ray), teatro
(Artaud), cinema (Bunuel, Clair).
Come operava il movimento surrealista?
Fra i movimenti di avanguardia, il surrealismo è forse il più maturo e, grazie alle
capacità di Breton, riunì un gruppo di artisti e intellettuali che diede vita a molte
iniziative, non solo provocatorie ma anche propositive di un nuovo modo di
rapportarsi alla realtà. Questa andava indagata nel profondo senza limitarsi a
razionalizzare ciò che la ragione non è in grado di afferrare. Gli strumenti di questa
indagine erano pertanto il sogno, l’inconscio, l’ipnosi ecc.
Quali rapporti ebbe il surrealismo coi movimenti sociali e politici?
Dopo il 1925, i surrealisti furono spinti dagli eventi esterni (imporsi del fascismo in
Europa, crisi economica e guerra civile in Spagna) a compiere scelte di campo e di
mobilitazione politica. Diviso fra componenti anarchiche e comuniste, Breton tentò di
preservarne l’unità con il Secondo manifesto del 1930 e si industriò di mediare fra il
desiderio di mantenere la specificità artistico-letteraria del surrealismo e la
necessità dell’impegno politico. Dopo aver aderito al Partito comunista, Breton ne fu
espulso nel 1932 quando contestò lo stalinismo per avvicinarsi al trotzkismo.
Avanguardie
del ’900
Codici e motivi
Le avanguardie sono parte costitutiva di una estetica del moderno
Fra ’800 e ’900 si realizza un mutamento radicale che dà luogo a una estetica del
moderno. Di questo salto nella modernità le avanguardie sono tappa fondamentale,
perché si pongono programmaticamente come momenti di rinnovamento. Stili e
forme della modernità muovono in varie direzioni e i testi delle avanguardie sono in
questo senso esemplari nel loro sperimentalismo: il collegamento al simbolismo e il
riutilizzo dei suoi elementi retorici è comune, al pari delle scelte estremizzanti e
della volontà di sorprendere ed estraniare i fruitori dell’opera artistica. Si estende il
relativismo conoscitivo e sono messi in questione i rapporti fra soggetto e realtà,
esplorando le aree dell’inconscio all’insegna della rottura dei legami logici
tradizionali.
Imagismo
In Inghilterra, fra il 1912 e il 1917, è il movimento poetico che introduce elementi di
modernità ai contenuti ereditati dal simbolismo francese. Il termine è usato
dall’americano Ezra Pound, che pubblicò nel 1914 una prima antologia di autori
imagisti. Punta a uno stile diretto e preciso, individuando nella chiarezza e
nell’essenzialità i valori della loro poesia.
Paroliberismo
Tipica dei futuristi, è la tecnica che si riallaccia al “verso libero”. La proposta
tecnica di Marinetti, in contrasto quasi con la precisione degli imagisti, è quella delle
parole in libertà. Prevede la distruzione della sintassi, uso di verbi all’infinito,
onomatopee, segni matematici e rivoluzione tipografica. Il programma del
paroliberismo fu ripreso in Francia da Apollinaire e poi dai dadaisti dei “versi senza
parole”.
Cinema e surrealismo
Il surrealismo ispirò anche registi
cinematografici. Fra questi il più
noto è lo spagnolo Luis Bunuel,
autore del film Un cane andaluso del
1929. In esso è manifesto l’uso delle
tematiche del movimento, in un
continuo passaggio a situazioni e
ambienti diversi, dove il reale si
alterna al sogno e a immagini
paradossali.
Famosa nel film la scena iniziale con
il taglio dell’occhio. Ancor più
dissacrante e provocatorio fu L’age
d’or del 1930, nel quale il tema
dell’amor folle è ripreso in una
successione di rimandi che si
conclude con l’identificazione
blasfema fra Cristo e il Duca de
Blangis, protagonista delle 120
giornate di Sodoma di Sade.
Bunuel conservò questa cifra
stilistica anche nella filmografia
successiva, che vide un periodo di
buon successo di pubblico negli anni
’70 del Novecento.
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