REGIONE TOSCANA SEMINARIO “LIFE SKILLS” Pian dei Mucini, 17-20 settembre 2008 VERSO LE LINEE GUIDA Massimo Tomassini ARTICOLAZIONE IN TRE PARTI PRINCIPALI PARTE PRIMA CRUCIALITA’ DELLA “LIFE SKILLS EDUCATION” E DELLA “PEER EDUCATION” presupposti, principi PARTE SECONDA INDICAZIONI PER UN SISTEMA DI DIFFUSIONE DELLA “LIFE SKILLS EDUCATION” E DELLA “PEER EDUCATION” SU SCALA REGIONALE aspetti organizzativi PARTE TERZA [da fare] MODELLIZZAZIONE DEI PROCESSI DI AVVIO E GESTIONE DEL SISTEMA valorizzazione delle esperienze PARTE PRIMA CRUCIALITA’ DELLA “LIFE SKILLS EDUCATION” E DELLA “PEER EDUCATION” POLITICHE DI SVILUPPO SOCIALE … parte dei processi di lifelong learning tipici delle società tardomoderne e che hanno trovato riconoscimenti anche in importanti statuizioni di prospettiva politica dell’Unione Europea (il “Memorandum”) … realizzate non in esclusiva da parte di un singolo attore istituzionale ma necessariamente all’interno di strutture multi-livello e multi-attore • decisori politici • attori intermedi, tra loro eterogenei: agenzie educative a diverso livelli, presidi sanitari, istituzioni pubbliche, organizzazioni private e quasipubbliche di diversa natura. • gli stessi destinatari finali … costruite secondo modalità riflessive: apprendimento continuo, valorizzazione dell’esperienza, self-monitoring VISIONI EDUCATIVE …. il riferimento alla funzione riflessiva può essere considerato come il punto di arrivo attuale dell’evoluzione di diverse visioni (OMS e legislazioni nazionali) EDUCAZIONE SANITARIA (anni Settanta) singole azioni realizzate da parte delle istituzioni pubbliche EDUCAZIONE ALLA SALUTE (anni Ottanta-Novanta) nozione olistica della salute e delle finalità educative in questo campo (insieme degli aspetti fisici, mentali e sociali che convergono nel determinare lo stato di benessere) PROMOZIONE DELLA SALUTE (anni Duemila) responsabilità congiunta degli individui, delle comunità locali e dei corpi sociali intermedi … leva su spinte all’auto-apprendimento e alla definizione di progetti autonomi di sviluppo (tipici peraltro dei processi di lifelong learning nella società tardo-moderna) VISIONI ETICHE … un progressivo spostamento del dibattito, parallelo a quello delle visioni educative ETICA DELL’INFORMAZIONE distribuzione omogenea di informazioni su specifici aspetti dell’ “igiene pubblica” ETICA DELL’EDUCAZIONE obblighi e opportunità istituzionali di tipo più pervasivo, con caratteristiche di intensità e non solo di estensione ETICA DELLA RESPONSABILITA’ messaggi generalistici inefficaci in un mondo sempre più mediatizzato…. valore pratico di ogni azione da parte sia degli attori istituzionali sia degli individui valutazione delle azioni in funzione delle loro conseguenze, peraltro non prevedibili una volta per tutte (comparazione riflessiva di impegni, intraprese e risultati da parte dei diversi attori in gioco) RIFLESSIVITA’ MULTI-LIVELLO continua riformulazione delle proprie strategie da parte di tutti gli attori in gioco OBIETTIVO Il sostegno della progettualità individuale nei mondi di vita giovanili Istituzioni: riflettere sulle proprie azioni a fronte del limite, sempre aperto, della non-cogenza delle politiche di life skills education e peer education Operatori del settore educativo: riflettere sia come persone sia come attori di sistemi organizzativi complessi attraverso i quali si compie l’implementazione delle politiche stesse. Destinatari finali: riflettere sulla propria condizione e i propri comportamenti DIVERSI CONCETTI CONNESSI ALLA PROGETTUALITA’ INDIVIDUALE (“Chiavi per la formazione dei formatori”) 1. Concetti di matrice comportamentista e socio-cognitivista RESILIENZA capacità di rispondere a situazioni ed eventi sfavorevoli o stressanti se non addirittura traumatici, attraverso comportamenti flessibili e adattivi FATTORI PROTETTIVI E FATTORI DI RISCHIO … insiemi di opportunità affettive e sociali che determinano le traiettorie esistenziali …. (plausibile solo in termini multifattoriali e sovra-individuali) LOCUS OF CONTROL … convinzioni delle persone riguardo alle proprie capacità e al controllo delle proprie azioni SELF-EFFICACY … convinzioni circa le capacità di eseguire determinati corsi di azione necessari per gestire situazioni prospettate … un concetto operazionalizzabile … si presta a specifici momenti di trasmissione per via formativa 2. Altri concetti INTELLIGENZE MULTIPLE .. incentrate su diversi campi del sapere e dell’apprendere ... ipotesi di forme di educazione “centrate sull’individuo” INTELLIGENZA EMOTIVA capacità e abilità di percezione, valutazione e gestione delle proprie emozioni, come pure delle emozioni sviluppate dagli altri in particolare in situazioni di gruppo. … consapevolezza di sé, capacità di auto-gestione, capacità di partecipare a network sociali di diverso tipo, doti di leadership e di gestione del conflitto SELF-IDENTITY, “COSTRUZIONE RIFLESSIVA DEL SÉ” auto-progettazione esistenziale, basata sulla continua elaborazione di informazioni e conoscenze …forme di riflessività che consentono di ristrutturare le modalità della vita e il progetto che le indirizza. PARTE SECONDA INDICAZIONI PER UN SISTEMA DI DIFFUSIONE DELLA LIFE SKILLS EDUCATION E DELLA PEER EDUCATION SU SCALA REGIONALE UN PERCORSO PER L’ATTUAZIONE DI BUONE PRATICHE … rivolto a tutti gli interlocutori interessati, in un’ottica di sistema … sistema progettato in funzione di processi multi-livello e orientato alla stimolazione delle capacità pro-attive degli attori in gioco … processi educativi cui partecipano diverse istanze, soprattutto in ambito scolastico e sanitario, con la cooperazione degli attori nelle reti dello sviluppo economico e sociale a livello locale CAMBIAMENTI NELLE STRUTTURE … innovare l’organizzativa interna degli assessorati … migliorare le connessioni e sfruttare le sinergie (circuito: OMS, Ministero, Regione, aziende sanitarie, reti locali) Raccomandazioni: uno staff operante in sede regionale, capace di porsi come titolare di una metodologia di sviluppo di processi e percorsi educativi in campo LSE/PE una rete di staff inserite a livello di singole aziende sanitarie capaci di raccogliere e armonizzare le esigenze dei contesti locali CARATTERIZZAZIONE ORGANIZZATIVA DEL SISTEMA … funge da cerniera tra diverse esperienze e approcci di educazione/promozione della salute … coordina flessibilmente le funzioni in base alle caratteristiche delle competenze formative effettivamente presenti e spendibili a livello di sub-sistemi. … asseconda la formazione spontanea di COMUNITÀ DI PRATICA tra operatori: raggruppamenti organizzativi informali nei quali si possono sviluppare cooperazione condivisione riflessiva di obiettivi aiuto reciproco creazione di linguaggi e codici comuni CARATTERIZZAZIONE SOCIALE DEL SISTEMA … risponde ai principi alla base dei programmi di comunità promossi dall’OMS … riferimento ai valori che guidano le comunità locali e che richiedono specifica attenzione da parte delle strutture pubbliche … difesa della salute orientata a governare l’insieme dei determinanti di salute, di natura anche economica, sociale e ambientale CRITERI ETICITÀ capacità di raggiungere di fatto gli obiettivi proposti con il coinvolgimento di tutti gli interessati TRASFERIBILITÀ capacità di indicare soluzioni che, mutatis mutandis, abbiano applicazioni anche in contesti analoghi ECONOMICITÀ costi contenuti, effettivamente commisurati all’entità dei risultati da raggiungere PARTE TERZA MODELLIZZAZIONE DEI PROCESSI DI AVVIO E GESTIONE DEL SISTEMA Scopo di questa sezione del documento: CAPITALIZZARE LE ESPERIENZE E IMMETTERLE IN PROCESSI DI APPRENDIMENTO* Riflettere sulle esperienze di LSE/PE in Regione Toscana Individuare i punti di forza (e di debolezza) Macro- questioni (esempi) - come si insegnano le life skills? - come si arruolano e gestiscono i peer educators? - come si formano i formatori? - come si creano e mantengono le comunità di pratica? - come si mantiene il sistema delle relazioni tra gli attori? * Completare il documento Linee Guida