IMPIANTI E STRUTTURE PER AZIENDE ZOOTECNICHE OPERANTI NEI
SETTORI DEL CONSUMO E TURISMO SOSTENIBILI
(corso SOSaz)
I minicaseifici aziendali
Stefania Leonardi
Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, la
Produzione Animale e la Sicurezza Alimentare – VESPA
Università degli Studi di Milano
SOMMARIO
 Analisi
del mercato di consumo di formaggi
e latticini
 Aprire un minicaseificio oggi: perché?
 Cos’è un minicaseificio
 Adempimenti per l’apertura di un caseificio
aziendale con spaccio di vendita al pubblico
 Come si realizza un minicaseificio aziendale
 I costi e il bilancio di un minicaseificio
 Quanto tempo e lavoro comporta un
minicaseificio?
 I controlli nei minicaseifici: quadro
normativo di riferimento
Analisi del mercato di consumo
di formaggi e latticini
Le nuove tendenze alimentari
Il consumo di “proteici” negli ultimi
10 anni
 Crisi
 Destrutturazione pasti
 Attenzione alla salute
Nuovo equilibrio
(↓ consumo carne, in
particolare rossa)
La domanda interna di latte e
derivati
Negli ultimi dieci anni i nuovi modelli di consumo hanno penalizzato la
domanda di latte fresco (minore servizio) e di burro (salutismo), mentre è
cresciuta la domanda di formaggi e derivati perché hanno risposto
meglio alle mutate esigenze, in termini di:
o freschezza,
o funzione d’uso (yogurt),
Driver di crescita
o innovazione (older single),
o prezzo (famiglie con bambini)
L’alimentazione anticipa un nuovo
modello di consumo?
Il modello alimentare emergente potrebbe anticipare per più aspetti quelli
che saranno i principi guida del nuovo modello di benessere e consumo:
crescente consapevolezza del rapporto alimentazione – benessere sostenibilità
evoluzione del comportamento di acquisto (informazione) e di consumo
(meno quantità e sprechi)
disponibilità a spendere per un maggiore contenuto di servizio
ricerca di leggerezza e salute senza rinunciare al piacere del gusto e alla
gastronomia (qualità)
arricchimento dell’esperienza di consumo , sul piano:
• culturale, come interesse per il diverso e il tradizionale (più competenza)
• sociale, ricerca della convivialità, dello scambio conoscenze/esperienze sul
tema “cibo”
Le tendenze alimentari di oggi si sposano con il consumo dei formaggi
(DOP): una buona base per un ulteriore sviluppo dei consumi
Aprire un minicaseificio oggi:
perché?
Molti vantaggi per il produttore:
o assunzione da parte del produttore del “valore
aggiunto” del latte che, di solito, è appannaggio
di chi acquista il latte dalle stalle;
o ampliamento delle capacità tecniche aziendali;
o possibilità di sfruttare utilmente anche piccole
produzioni di latte, altrimenti difficilmente
vendibili, e/o latte di specie minori (es. ovicaprine);
o aumento del valore fondiario dell’azienda.
Aprire un minicaseificio oggi:
perché?
Considerare, però, gli eventuali aspetti negativi:
o aumentano incombenze e lavoro dell’imprenditore;
o rappresenta un investimento, a volte consistente, e
non flessibile;
o richiesta di competenze tecniche e abbastanza
costose da conseguire all’esterno;
o consumo di energia e gravo di costi fissi oltre che
variabili;
o necessità di un posto dove collocare il minicaseificio,
non sempre facile da trovare in azienda;
o necessità di cure e investimenti in forme di
pubblicità o marketing
Capacità imprenditoriali spiccate
Adempimenti per l’apertura di un caseificio
aziendale con spaccio di vendita la pubblico
PRE-DURANTE
COMUNE
ASL
Richiesta di autorizzazione
edilizia al Sindaco del Comune
(con progetto)
Richiesta di
Registrazione/Riconoscimento
ex Reg. ti. CE
Richiesta di autorizzazione al
Comune per lo scarico dei reflui
di caseificio
Analisi di potabilità
dell’acqua
FINE LAVORI
Certificazione dell’installatore per le
opere idrauliche ed elettriche
VV.FF.
Relazione Tecnica:
 Locali
 Impianti
Processi Lavoraz/Trasformazione
 HACCP + Tracciabilità
 Allegati: Planimetria, Bollettini
pagamento
Adempimenti per l’apertura di un caseificio
aziendale con spaccio di vendita la pubblico
ASL
Richiesta di
Registrazione/Riconoscimento
ex Reg. ti. CE
Analisi di potabilità
dell’acqua
Relazione Tecnica:
 Locali
 Impianti
Processi Lavoraz/Trasformazione
 Allegati: Planimetria, Bollettini
pagamento
90 giorni di tempo dalla
richiesta per sopralluogo
Registrazione e/o
Riconoscimento
OPPURE
Prescrizioni, da esaudire
entro 2 mesi
COMUNE
Dichiarazione avviamento
attività produttiva (SCIA)
Adempimenti per l’apertura di un caseificio
aziendale con spaccio di vendita la pubblico
Requisiti
1.
2.
3.
5.
6.
7.
Dichiarazione di indennità degli animali lattiferi
aziendali da tubercolosi e brucellosi (Veterinario ASL)
Denuncia alla AIMA del latte (solo bovino) che si
utilizzerà per gli adempimenti “quote latte”
Attestato di partecipazione a Corso di Preparazione per
l’addetto/i alla produzione
Attestato di partecipazione a Corso di Preparazione per
l’addetto/i alla produzione
Richiesta di numero partita IVA e registratore di cassa
bollato (Ufficio IVA e Camera di Commercio Provinciale)
Adempimenti necessari per la cartellonistica e/o le
indicazioni stardali (ANAS, Provincia, Comune)
Cos’è un minicaseificio
Sistema di trasformazione legato e sufficiente per il latte
di produzione aziendale, dedicato alla produzione di
formaggi da vendersi direttamente al pubblico in azienda
e senza, o con minima, acquisizione di latte dall’esterno.
Impianto unico, di piccole dimensioni e completo.
In genere compatto e monoblocco in grado di assolvere a
tutte le operazioni tecniche necessarie alla trasformazione
del latte (per tal motivo chiamati “minicaseifici”)
racchiudendo in sé tutte le attrezzature casearie e di
servizio di un caseificio industriale, in scala ridotta
Come si realizza un minicaseificio
aziendale
Per la progettazione bisogna considerare:
o
o
o
o
o
Volume di latte da trasformare
Tipo di formaggio prodotto
Tipologia delle attrezzature richieste
Numero di addetti alla lavorazione
Organizzazione del lavoro
In fase di progettazione bisogna definire:
o
o
o
o
o
o
o
Ubicazione
Dimensioni
Locali
Materiali da costruzione: vedi normativa
Attrezzature
Impianti
Spaccio aziendale
UBICAZIONE
Lontano da fonti di inquinamento (stalla, concimaia, pozzi neri)
1. In locali interni aziendali → purchè non comunicanti
direttamente con la stalla e/o altre parti non igieniche e dotati o
dotabili di servizi igienici
Vantaggio: di più facile realizzazione quando si disponga di locali
adatti
In questo caso: prima di attuare la sistemazione dei locali scelti,
sentire il parere dell’autorità veterinaria dell’ASL locale per stabilire
se questi siano idonei
2. All’esterno dell’azienda → purchè non troppo lontano dalla sala di
mungitura e raccolta del latte
Vantaggio: può permettere di acquistare un modulo già
prefabbricato, completo di impianti, igienico e funzionale
In questo caso: ditte specializzate forniscono minicaseifici autonomi
IMPORTANTE: allacciamento
• all’acqua → sufficiente e potabile
• all’energia elettrica (al limite sostituita da un gruppo elettrogeno autonomo)
• alla fognatura di scarico aziendale (o ad un adeguato pozzo di spurgo)
DIMENSIONI
Dipendono da:
1. Quantità di latte lavorato, sua variazione nel corso
dell’anno e eventuali progetti di ampliamento
Si possono tener conto delle seguenti indicazioni:
o allevamento di 15-30 capre con kg di latte/giorno di 30-70 kg:
20-30 m2
o allevamento di 30-60 capre con kg di latte/giorno di 70-150 kg:
40-60 m2
Allevamenti con > n. capi e kg latte/giorno → caseificio di tipo
semi-industriale
IN GENERALE: per ogni 100 kg di latte giornaliero da
trasformare → 30-50 m2 di superficie utile
2. Schema generale produzione formaggio
Schema generale produzione
formaggio
per ricavare le operazioni
fondamentali che un minicaseificio
deve poter compiere in funzione del
tipo di prodotto che vuole fabbricare
• riscaldamento del latte (a vapore o a fuoco
di gas)
• rottura e agitazione della cagliata (in
una vasca a caldaia nella quale il latte è stato
scaldato, raffreddato e coagulato)
• travaso della cagliata in appositi stampi
(posti su un tavolo che li contiene e permette
loro di drenare il siero)
• sistema di raccolta del siero ( che può
essere scaldato e trasformato in ricotta nella
stessa vasca nella quale si è lavorato il latte)
• sistema di salatura dei formaggi
• cella di maturazione-stagionatura dei
formaggi (se l’azienda dispone di cantine
adeguate, può essere omessa)
LOCALI
MINICASEIFICIO: impianto compatto contenente tutte le attrezzature
e impianti necessari allo svolgimento delle operazioni per la
fabbricazione di formaggio aziendale e necessita di:
 un locale per il ricevimento del latte (che può mancare se si
lavora latte appena munto)
 un locale per la lavorazione (dove si sistemano i macchinari di
caseificazione ecc e si trasforma il latte)
 un locale per la salatura dei formaggi ( può non essere necessario
se i formaggi si salano in lavorazione o in cella)
 un locale per la stagionatura ( cella frigorifera o altro locale idoneo,
es. cantina)
 un locale per il deposito dei prodotti e la vendita (che possono essere
separati, es. spaccio e deposito)
 uno o più locali per i servizi igienici (bagno, spogliatoi, ingressi
ecc)
 uno o più locali per centrali termiche e frigorifere (che possono
mancare se le caldaie sono accoppiate al sistema di produzione
vapore/acqua calda)
IMPIANTO COMPATTO PER MINICASEIFICIO:
modello minimo 2x1 m dotato di una caldaietta da 200 l
+ gruppo generatore di acqua calda
IMPIANTO COMPLETO DA 500-1000 l/giorno: dotato
anche di una cella di refrigerazione e servizi igienicosanitari di base
PLANIMETRIA IDEALE DI UN MINICASEIFICIO DA 500-1000 lt/giorno
IMPIANTO COMPLETO DA 500 l/giorno
LAY-OUT DI UN MINICASEIFIO CON DUE CALDAIE
DA 500 l
ESEMPIO PRATICO PER DIMENSIONAMENTO
LOCALI
Lavorazione di circa 500 l/giorno latte vaccino da trasformare in
Caciotte fresche
→ Resa formaggio: 12 % → ca. 60 kg formaggio al giorno
→ Caciottine da 800 gr
→ ca. 75 pezzi al giorno → - con due lavoraz./giorno : 75 stampi
- con una lavoraz./giorno : 38 stampi
→ dimensioni ca. 8-10 cm di diametro con scalzo di 5-7 cm
→ Salamoia necessaria , data una permanenza di 4 h → volume minimo di 150 l di
soluzione
→ Maturazione media di ca. 6 gg
→ Spazio in cella: 12 cm x 12cm (caciotte non devono toccarsi) x 75 (pezzi) x 6 gg =
ca. 6 m2
che equivale, con scaffali profondi 40 cm (3 formaggi in profondità), a 7 piani di
scaffali per ca. 3 m di sviluppo totale, capaci di allocare 450 formaggi
Scaffali: possono essere allocati ad angolo all’interno della cella o allineati su una stessa
parete
→ Se anche produzione Ricotta: ca. 400 l di siero x ca. 4% di resa = ca. 16 kg di
ricotta + 30 fiscelle da ricotta da 1,5 kg cadauna + spazio aggiuntivo in cella.
Spazio locale di lavorazione → caldaietta da 200 l + gruppo generatore
acqua calda + spazio per tavoli, stampi attrezzi, ecc (se la salatura si attua
in cella frigorifera) MAI INFERIORE A 20-40 m2
IMPIANTI
 Acqua:
 potabile per la pulizia e dei locali e delle attrezzature → almeno
5-10 volte il volume del latte che si lavora giornalmente (ca.
500-1000 l di acqua x hl di latte)
 anche non potabile per produrre vapore e per raffreddare gli
impianti
Aerazione: per allontanare il vapore e l’umidità
 Illuminazione: il caseificio deve essere ben illuminato, anche con
luce artificiale
ATTREZZATURE: QUALI E DI CHE DIMENSIONI
Schema generale
produzione formaggio
per ricavare le operazioni
fondamentali che un minicaseificio
deve poter compiere in funzione del
tipo di prodotto che vuole fabbricare
• riscaldamento del latte (a vapore o a fuoco
di gas)
• rottura e agitazione della cagliata (in
una vasca a caldaia nella quale il latte è stato
scaldato, raffreddato e coagulato)
• travaso della cagliata in appositi stampi
(posti su un tavolo che li contiene e permette
loro di drenare il siero)
• sistema di raccolta del siero ( che può
essere scaldato e trasformato in ricotta nella
stessa vasca nella quale si è lavorato il latte)
• sistema di salatura dei formaggi
• cella di maturazione-stagionatura dei
formaggi (se l’azienda dispone di cantine
adeguate, può essere omessa)
ATTREZZATURE
Attrezzature base per la trasformazione del latte:
 un serbatoio polivalente per la lavorazione del latte (o caldaia)
costituito da un serbatoio, in genere camiciato per lo scambio di calore tra la soluzione circolante nella camiciatura (con
vapore e/o acqua calda) e il latte o la cagliata contenuta all’interno per il riscaldamento (o la pastorizzazione) del latte .
Questi serbatoi, o meglio caldaiette, sono oggi fatte in acciaio inox, dotate di coperchio e di capacità sufficiente (da 200 a
1.000 l) dotati di attacchi di collegamento all’acqua fredda (per il raffreddamento) e calda , acqua che deve poter drenare
durante le fasi intermedie (coagulazione e lavorazione) durante le quali il mantenimento della temperatura avviene
grazie all’isolamento termico del serbatoio stesso. Il serbatoio è poi a volte dotato di un motore al quale si collegano gli
attrezzi accessori deputati all’agitazione ed al taglio del coagulo. Questo però può essere omesso quando si preferisca
lavorare amano. I serbatoi devono inoltre essere dotati di un una valvola di scarico di adatte dimensioni posta sulla parte
bassa della parete, attravarso la quale scaricare latte, siero e cagliata negli stampi. A volte la stessa caldaia può servire
anche da serbatoio per la stufatura ponendo al suo interno gli stampi ripieni di cagliata e scaldandoli tramite
circolazione di acqua calda nella camiciatura, o da serbatoio per la conservazione refrigerata del latte, raffreddando il
latte con circolazione di acqua fredda nella camiciatura della caldaia ed, eventualmente, con serpentino interno, affogato
nel latte, nel quale pure circola acqua fredda. In genere il serbatoio caldaia è posto su una piattaforma sopraelevata per
permettere lo scarico per gravità di latte, siero e cagliata
ATTREZZATURE
un sistema di riscaldamento del latte in caldaia a fuoco diretto
indispensabile per scaldare il latte o pastorizzarlo prima della coagulazione
o un generatore di vapore e/o acqua calda per le caldaiette
camiciate , indispensabile per scaldare il latte o pastorizzarlo prima della coagulazione, di potenza e
dimensioni adeguate., è più adatto per le caldaiette camiciate. In alcuni tipi di minicaseificio questo generatore fa
corpo unico con la caldaia, in altri è separato. Questi generatori possono funzionare a metano, gasolio o anche ad
energia elettrica. Per il raffreddamento del latte pastorizzato, si usa in genere l’acqua di pozzo e/o di acquedotto
dell’azienda. A volte, però, se il generatore è di notevole potenza, può essere consigliabile ( o obbligatorio se di
potenza > 60.000 Kcal) sistemarlo esternamente al locale caldaia, collegandolo con quetsa tramite tubazioni e valvole.
Soluzione per minicaseificio: gruppo
generatore nella base inferiore della
caldaietta stessa a formare un tutto unico
Gruppo energetico per minicaseificio sistemato
esternamente al locale caldaie, o all’aperto sotto la tettoia
ATTREZZATURE
un tavolo spersore utilizzato per alloggiare gli stampi nei quali viene travasata la cagliata e per la
prima raccolta del siero (che può essere raccolto, colante dallo spersore, in secchi e/o bidoni). Può essere un piano di
legno, molto semplice, oppure un tavolo in acciaio inox di dimensioni adeguate a contenere il numero di stampi
sufficiente, se con pareti elevate e doppiofondo (nel quale possono circolare siero o acqua calda) adatto anche alla
stufatura dei formaggi. Questo tavolo può anche avere funzione di vasca per l’affioramento della panna del latte da
scremare .
Tavolo “spersore” in acciaio inox, con coperchio, per
l’alloggiamento degli stampi e la “stufatura”
ATTREZZATURE
una pompa (opzionale perchè il carico e lo scarico possono anche, per piccoli quantitativi, essere fatti
manualmente) utilizzata per caricare il latte nel serbatoio, per le operazioni di lavaggio (che possono però anche essere
manuali) e per ricaricare il siero nel serbatoio per la fabbricazione della Ricotta.
un quadro elettrico di controllo per l’azionamento del generatore di vapore (se si è optato
per la caldaietta camiciata) e della pompa ed al quale è collegata in genere una sonda di controllo della temperatura
del latte e cagliata posta all’interno del serbatoio ed una seconda sonda per il controllo della temperatura dell’acqua di
riscaldamento.
 un recipiente per la salatura in salamoia si calcola in genere un volume di
salamoia pari a 4 volte o più il volume delle forme da salare
 uno o più lavandini con acqua calda e fredda per il lavaggio degli strumenti e
per l’igiene personale
 un piccolo frigorifero per la conservazione degli agenti coagulanti (caglio, lattoinnesto,
sieroinnesto)
 attrezzi: spino, schiumarola, lira, spannarola, secchi, recipienti, imbuti, vassoi, teli, forme di plastica, metallo
o altro materiale, carta assorbente, abbigliamento per il personale
 strumentazione: phmetro, termometro, densimetro pesa-sale
una cella di maturazione refrigerata (quando l’azienda non disponga di cantine e/o
grotte adatte allamaturazione dei formaggio, o si intendano produrre formaggi “freschi”) dotata di impianto
frigorigeno autonomo elettrico, isolata e scaffalata internamente, di adatte dimensioni per le quantità e caratteristiche
dei formaggi che si vogliono produrre, ed all’interno della quale è possibile posizionare un contenitore plastico, di
adatte dimensioni, ove porre la salamoia per la salatura dei formaggi
E ora, un po’ di esempi…
Planimetria e organizzazione di un
piccolo caseificio caprino (24 m2) che
lavora 100 l di latte/giorno
Per soluzioni minimali → lavorazione
giornaliera di 50 lt o meno non è più il caso
di parlare di minicaseifici, poiché, in realtà,
siamo alle dimensioni di un pentolone,
ciononostante, oggi l’industria impiantistica
è in grado di fornire, anche per queste
quantità, soluzioni tecniche minime
(caldaietta e gruppetto riscaldante, di solito
elttrico)
I costi e il bilancio di un minicaseificio
L’investimento deve tener conto di:
 Cosa si vuol fare
 Dati produttivi prevedibili medi
 Possibile espandibilità della produzione
 Attrezzi di servizio indispensabili
 Ammortamenti che si vogliono realizzare
Impostazione di un bilancio
economico
I costi e il bilancio di un minicaseificio
Calcolo sommario per un minicaseificio da 300 l
Valore aggiunto per il
latte trasformato
I costi e il bilancio di un minicaseificio:
alcune importanti considerazioni
Trasformare il latte in azienda in prodotti vendibili e , soprattutto,
venderli, non è poi così facile!!!
 Vendita dei prodotti:
rischi tecnici di produzione (es. scarti)
 serbevolezza
 frequenza di vendita (giornaliera o settimanale)
 Qualità dei prodotti: importantissima perché ne determina il loro
prezzo → scopo del minicaseificio: prodotti di fascia qualitativa
alta, o di tradizionalità, o bioligica o di freschezza riconosciuta dal
consumatore e quindi in grado di spuntare prezzi mediamente più
elevati degli altri prodotti biologici
 I prodotti non si vendono da soli! → attrarre i clienti
Quanto tempo e lavoro comporta un
minicaseificio?
Esempio: minicaseificio aziendale “tipo”
•Impianto base
→ da due caldaiette accoppiate da ca.
200/300 l l’una
→ gruppo produzione acqua calda
direttamente accoppiato alle
caldaiette
→ trasformazione di 200 o 400 l di
latte/dia (una o due lavorazioni) in
Caciottine e Ricotta
I controlli nei minicaseifici: quadro
normativo di riferimento
Fino alla fine anni ‘90 → LEGGE 283/62 e relativo regolamento attuativo
DPR 327/80
Anni ‘90 → Problema Listeria monocytogenes
CE emana:
 Direttiva 93/43 → stabilisce nuovi criteri generali per l’industria
alimentare, compreso l’obbligo dei controlli con il metodo HACCP
 Direttiva 92/46 → detta regole precise di filiera vericale per il
settore lattiero-caseario, imponendo, con stringenti tabelle, limiti e
controlli microbiologici per latte e latticini
Italia recepisce tali Direttive nel 1997 con DPR 155 e 54/97
I controlli nei minicaseifici: quadro
normativo di riferimento
Dal 2000 → Problema BSE
CE emana:
 Regolamento (CE) 178/2002→ tracciabilità e rintracciabilità → metodi di
controllo sulla salubrità dei prodotti vengono estesi ad ogni possibile stadio della catena
produttiva e di questi controlli si deve tenere traccia documentata
 Regolamenti del “Pacchetto Igiene”:
 852/2004 → sull’igiene dei prodotti alimentari
 853/2004 → stabilisce norme specifiche in materia di igiene degli alimenti
di origine animale
 854/2004 → stabilisce norme specifiche per l’organizzazione di controlli
ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano
 882/2004 → relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità in
materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e benessere degli
animali
2005→ Regolamento (CE) 2073/2005→nuovi criteri di sicurezza e controllo
per i prodotti alimentari : semplificazione sia dei criteri che dei limiti di ricerca e
analisi; definisce le “fasi di applicazione” di questi sui prodotti e/o processi
2007→ DL 193/07 → abroga DPR 54/97 e art. 2 Legge 283/62
→ entrata in vigore Reg. CE 852, 853, 854, 882/2004
I controlli nei minicaseifici: quadro
normativo di riferimento
CONTROLLATO
MINICASEIFICIO
CONTROLLORE
AUTORITA’ PUBBLICHE
Analisi per verificare
rispondenza igienico sanitaria
di latte e prodotti
PRODUTTORE
Preparare il piano di
autocontrollo, approvato
dall’Autorità, ed eseguire e
registrare le analisi
I controlli nei minicaseifici: quadro
normativo di riferimento
1. Regolamenti CE 852-853
“MANUALE INTERNO DI AUTOCONTROLLO DELL’AZIENDA”
basato su:
• accertamento del rischio
• controlli degli stessi adottati in azienda nell’ambito della produzione
CON IL METODO HACCP→ per effettuare i controlli e le analisi capaci
di garantire la salubrità dei prodotti
2. Regolamenti CE 2073/05 e 853/04
Piano di campionamento per il controllo di:
• latte crudo aziendale → criteri di controllo molto larghi e limitati alla
carica microbica totale (<100.000) alla carica delle cellule somatiche
(<400.000) ed all’assenza di antibiotici
• prodotti → individuare e indicare i criteri di controllo analitici per
l’igiene del processo e quelli per la sicurezza alimentare del
prodotto
Meno controlli e con limiti meno restrittivi, ma indicano
esattamente i momenti nei quali i controlli devono essere effettuati
I controlli nei minicaseifici: quadro
normativo di riferimento
3. Regolamento CE 178/02
Gestore del minicaseificio che usa proprio latte deve:
• registrare origine del proprio latte (la propria)
• dimostrare con che mangimi è stato prodotto (conservando certificati dei
diversi mangimi)
• registrare quanto e quando latte prodotto (ora della munta e della
trasformazione) è stato utilizzato
• annotare se latte utilizzato era refrigerato e/o subito trattamenti termici
e quali (es. pastorizzazione)
• registrare provenienza, utilizzo , quantità degli altri ingredienti
caseificio (caglio, fermenti, sale ecc) e conservarne la documentazione del
fornitore relativa alla salubrità.
Grazie dell’attenzione
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