Sociologia del turismo
prof. Francesco Vespasiano
UniSannio
DEMM-SEA
A.A. 2013-14
Il sistema turistico italiano è in crisi?
Nel 1970 l’Italia era al primo posto tra le mete turistiche
internazionali, per arrivi e spesa, seguita da Canada, Spagna,
Stati Uniti
Nel 2000 era al quarto posto per arrivi e nel 2004 era al quinto
posto, preceduta da Stati Uniti, Francia, Spagna, Cina.
Dal 1982 al 2010 ha perso il 3,7% delle quote di mercato
turistico outbound, mentre la Spagna ha perso l’1,2 e la Francia
l’1,9.
Fonte: United Nation –World Tourism Organisation .
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Francesco VESPASIANO Sociologia del Turismo DEMM_SEA 2014
Perché il sistema turistico italiano è in crisi?
Fattori generali del declino nazionale costituiscono diseconomie
esterne, per le imprese del turismo e dell’ospitalità:
fisco eccessivo, burocrazia inefficiente, credito parsimonioso, corruzione
pubblica, criminalità organizzata, scarsa competenza intellettualizzata
Fattori specifici del declino del sistema turistico e delle capacità
competitive dell’ospitalità:
stato di abbandono (culturale) delle risorse paesaggistiche, culturali,
monumentali, disorganizzazione del sistema di incoming, scarsa capacità degli
amministratori pubblici, degli imprenditori, dei lavoratori, dei formatori
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Francesco VESPASIANO Sociologia del Turismo DEMM_SEA 2014
Il settore italiano del turismo è in
crisi?_1
Problemi gravi indubbiamente esistono.
Vi sono problemi di tipo congiunturale, come i cali nelle
presenze turistiche registrati nel 2011 (-1,5%).
Ma vi sono soprattutto carenze e vincoli di fondo come: 1) il
grave deficit infrastrutturale; 2) la dimensione ridotta
della grande maggioranza delle imprese turistiche; 3)
l'inadeguato livello di formazione degli addetti; 4)
l'accentuata stagionalità; 5) la mancanza di player di livello
internazionale; 6) i limiti di Alitalia, collegata a un numero
relativamente ridotto di destinazioni intercontinentali; 7)
e la confusione dei vari assessori regionali.
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Il settore italiano del turismo è in
crisi?_2
Molti allarmi sul declino sono derivati anche da un uso improprio
degli indicatori, tra i quali proprio il numero degli arrivi
internazionali, che trascura il fatto che esso è influenzato dalla
presenza - in alcuni Paesi - di grandi hub aeroportuali che
smistano gli arrivi esteri, anche se questi poi si dirottano in altri
Paesi.
Ben più significativo come indicatore di competitività è il numero di
pernottamenti di turisti stranieri, che svela alcune sorprese: tra il
2000 e il 2011 il numero di notti di non residenti in tutte le
tipologie di esercizi ricettivi (alberghi, ostelli, camping, altro) è
cresciuto in Italia del 21,7% contro un aumento del 2,8% in
Spagna e un calo dell'8,2% in Francia.
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Il settore italiano del turismo è in
crisi?_3
Nel 2010 per numero di pernottamenti di turisti russi e
cinesi, i "nuovi ricchi" del mondo, l'Italia è in assoluto il
primo Paese in Europa e rimane la meta tuttora
privilegiata di americani e giapponesi.
C'è stato un tempo in cui l'Italia era il primo Paese del
mondo per arrivi turistici internazionali. Era il 1970:
l'Italia precedeva Canada, Francia, Spagna e Stati Uniti;
eppure nel 1950 il nostro Paese era solo terzo dopo Stati
Uniti e Canada.
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Il settore italiano del turismo è in
crisi?_4
Già nel 1980 l'Italia era scesa al quarto posto nella graduatoria degli
arrivi internazionali, superata da Francia, Spagna e Stati Uniti. Dal
1980 al 2005 l'Italia mantiene il quarto posto, superata nel 2006
dalla Cina (soprattutto per il turismo d'affari).
Dal 1980 al 2010, il numero di arrivi di turisti stranieri in Italia è
praticamente raddoppiato, passando da 22,1 a 43,6 milioni
(+97%). La Spagna ha fatto meglio di noi, salendo da 23,4 a 52,7
milioni (+125%), con investimenti importanti, un'eccellente
infrastrutturazione, una politica imprenditoriale e di promozione
più efficace. E, con la globalizzazione del turismo e la crescita dei
viaggi intercontinentali, anche altri Paesi europei come Francia,
Regno Unito e Germania, hanno visto crescere in misura
superiore all'Italia il numero di arrivi internazionali.
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Il settore italiano del turismo è in
crisi?_5
Nel 2011 le presenze di persone non residenti in tutte le
tipologie di esercizi ricettivi hanno visto la Spagna primeggiare
in Europa, con 240 milioni di notti, seguita dall'Italia, con 171
milioni, e dalla Francia, con 98 milioni. Se tra i Paesi europei la
Spagna ci precede per pernottamenti di stranieri è
principalmente perché gli inglesi vi dormono 47 milioni di
notti in più che da noi. Escludendo gli inglesi, il numero di
notti trascorse da non residenti in Spagna e Italia nel 2010 è
più o meno identico. La Spagna ci è davanti per numero di
pernottamenti di tedeschi, olandesi e francesi. Ma l'Italia è
prima in Europa quanto a pernottamenti di americani,
giapponesi, cinesi, russi e brasiliani.
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Il settore italiano del turismo è in
crisi?_6
Abbiamo risorse importanti da valorizzare: il Sud Italia in generale, le città
d'arte e l'attrattiva dell'enogastronomia. Mentre dobbiamo continuare a
investire su mari e monti.
Siamo il primo Paese al mondo per numero di siti patrimonio mondiale
dell'umanità dell'Unesco (47).
Nel 2009 Veneto e Lazio insieme hanno registrato un numero di
pernottamenti di turisti stranieri superiore a quello della Germania; la
Toscana più del Belgio; il Trentino-Alto Adige più della Repubblica Ceca; la
provincia di Venezia, da sola, ha avuto più pernottamenti di visitatori
stranieri dell'Irlanda intera e quella di Roma più di Cipro.
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Patrimonio UNESCO
Secondo l'ultimo aggiornamento effettuato nella riunione del Comitato per
il Patrimonio dell'Umanità a Parigi il 19 giugno 2011, la lista è composta
da un totale di 936 siti (di cui 725 beni culturali, 183 naturali e 28 misti)
presenti in 153 Nazioni del mondo.
Attualmente l'Italia è la nazione a detenere il maggior numero di siti
inclusi nella lista dei patrimoni dell'umanità (47 siti), seguita dalla
Spagna (43 siti) e dalla Cina (41 siti).
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Patrimonio Unesco, per nazioni. Situazione giugno 2011
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Del viaggiare per turismo
per il 2020 la previsione stima in oltre un miliardo e
mezzo le persone che gireranno il mondo
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Del viaggiare per turismo
Mac Cannell
Cohen
…propone un continuum caratterizzato da quattro
punti di crescita della qualità della domanda
turistica, che parte dal livello del vedere la facciata
del luogo (sightseeing) per giungere al livello
dell’autenticità dell’esperienza del viaggiare…
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Del viaggiare per turismo
il turismo pianificato, dove lo spazio è
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palesemente predisposto per il turismo
il turismo diffidente, dove si ha un
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rifiuto della stessa autenticità, rifiuto
determinato dalle precedenti deludenti
esperienze del turista
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Del viaggiare per turismo
il turismo dell’autenticità protetta, dove gli organiz3
zatori hanno predisposto una rappresentazione
dell'autenticità, senza rendere i turisti consapevoli
della rappresentazione;
il turismo autentico, dove lo spazio visitato è
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esclusivamente autentico e il turista ne è
consapevole, anche perché non c’è organizzazione
che possa predisporre la scenografia .
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Del viaggiare per turismo
Cohen
…vi sono turisti che viaggiano soltanto per andare in
vacanza, per evadere dalla realtà, ma hanno l’obiettivo di
ritornare nella situazione originaria
turismo ricreativo, dove la ricerca
dell’autenticità non esiste, e ci si accontenta
di una gratificante e poco destabilizzante
front region;
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Del viaggiare per turismo
…vi sono turisti che cercano esperienze di nuove realtà,
perché insoddisfatti della propria di origine
si tratta di turismo di evasione, dove il turistaviaggiatore cerca di rendere sopportabile
l’alienazione della sua vita quotidiana, senza la
speranza di trovare in un altrove i significati giusti
per costruire un nuovo centro di valori vitali;
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Del viaggiare per turismo
…vi sono turisti che cercano nuove esperienze
senza fermarsi in alcuna di esse, perché sono
attratti più dalla quantità delle novità che
dall’approfondimento di una o poche di esse
secondo Cohen, qui si possono
avere due modelli di turismo
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Del viaggiare per turismo
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turismo esperienziale
si viaggia alla ricerca
di significati in un
altrove diverso dal
proprio mondo vitale
quotidiano
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esperienza estetica
questi turisti si fermano
all’osservazione della qualità
della vita che vedono altrove,
ma non sono ancora in grado di
assumere quei significati
autentici nella propria vita
quotidiana
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Del viaggiare per turismo
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turismo sperimentale
turisti che non aderiscono più ai valori della propria
civiltà, e che si impegnano attivamente nelle situazioni di
autenticità che trovano lungo il proprio viaggiare
sono continuamente alla ricerca del confronto tra
esperienze, in cerca della migliore possibile
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Francesco VESPASIANO Sociologia del Turismo DEMM_SEA 2014
Del viaggiare per turismo
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turismo esistenziale
…vi sono turisti che cercano il proprio centro di significati
in luoghi e in culture diverse da quella di appartenenza,
ma sanno cosa cercano, e provano a trovarlo in un
altrove
il turista si coinvolge profondamente e
attivamente in un’esperienza e la
elegge a nuovo centro di autenticità.
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Francesco VESPASIANO Sociologia del Turismo DEMM_SEA 2014
In conclusione
…qualunque sia la motivazione del
viaggiatore, l’esperienza del viaggiare
parte da un bisogno di espansione dei
confini della realtà individuale quotidiana
e, nell’insieme, dei limiti inevitabili della
rete di relazioni istituzionali di un sistema
sociale.
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Francesco VESPASIANO Sociologia del Turismo DEMM_SEA 2014
In conclusione
«Ma ogni momento del viaggio sembra servire e generare una
serie distinta di esigenze. Le partenze generano e soddisfano un
bisogno di ‘individualità’ e autonomia. Il transito, lo spostamento,
soddisfa e genera un bisogno di movimento, ma può anche
generare successivamente altri desideri: di stabilità in una
situazione di squilibrio, di immutabilità in uno stato transitorio, di
coerenza in un clima di dissociazione. Gli arrivi danno una
risposta al bisogno di appartenenza, di definizione, addirittura di
confinamento e possono successivamente dare luogo a un
crescente bisogno di partenza, libertà e fuga. In un luogo fisso
questi bisogni – di autonomia, di movimento, di appartenenza, di
stabilità – possono essere percepiti come contraddittori. Ma non
sono conflittuali quando sono in sequenza, nella forma del
viaggio, e forse sta in ciò il richiamo eterno del viaggio»
(Leed, La mente del viaggiatore,1992, p. 37).
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Francesco VESPASIANO Sociologia del Turismo DEMM_SEA 2014
In conclusione
Per Leed, l’esperienza del viaggiare è considerata essenzialmente:
un’esigenza vitale, generativa di nuove esperienze
e nuove realtà sociali.
In quest’ottica:
a) l’esigenza del viaggiare non può essere repressa né ridotta a suoi simulacri;
b) il viaggiare è un’esperienza ambivalente, perché da una parte soddisfa il bisogno
di uscire dallo status quo, dall’altro lato, induce il timore del nuovo e
dell’ignoto;
c) viaggiare ricrea i tessuti culturali, identitari e valoriali, grazie ai contatti tra culture
e popoli diversi.
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Francesco VESPASIANO Sociologia del Turismo DEMM_SEA 2014
Viaggiare è cultura
“Il vero viaggio in quanto introiezione d’un ‘fuori’
diverso dal nostro abituale, implica un
cambiamento totale dell’alimentazione, un
inghiottire il paese visitato, nella sua fauna e flora
e nella sua cultura […], facendolo passare per le
labbra e l’esofago. Questo è il solo modo di
viaggiare che abbia un senso oggigiorno, quando
tutto ciò che è visibile lo puoi vedere alla
televisione senza muoverti dalla tua poltrona.”
(I. Calvino, Sotto il sole giaguaro, 1982:33)
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Sociologia del turismo 2014 parte 1