APPROCCI PER I SISTEMI DIREZIONALI: • (CSF) CRITICAL SUCCESS FACTOR – Rockart 1979 “Chief executives define their own data needs” – CSF: “le poche aree (critiche) nelle quali l’ottenimento di risultati positivi determina il conseguimento del business” • Dai dirigenti interessati si rilevano gli elementi che il manager è interessato ad avere sotto controllo per la propria attività Al manager non si chiede “che informazioni ti occorrono?” Si chiede invece: “dove devi eccellere per avere successo?” • Immediata focalizzazione sugli “interessi del manager” piuttosto che su quelli dell’intervistatore FASI • Si stende una bozza preliminare dei CSF (eventualmente a seconda dell’unità aziendale interessata) • Si discute la bozza con i manager interessati (di livello sufficientemente elevato) • Si arriva a definire gli indicatori per “misurare” i CSF prima indicati CATEGORIE DI CSF • Settore di attività • rispecchiano le “aree tipiche di eccellenza” delle aziende del settore • Competizione • posizionamento competitivo dell’azienda con riferimento alla propria attività, strategia, ecc. • Fattori ambientali • vincoli esterni all’azienda che condizionano il successo aziendale • Fattori temporali • fattori che riguardano la specifica situazione contingente I CSF possono evolvere nel tempo RILEVAZIONE DEI CSF: livelli gerarchici Un esempio: tabella dei CSF per la funzione di produzione Matrice CSF/informazione quale informazione serve per “misurare” un certo CSF CSF: VANTAGGI E LIMITI • • • • • Metodo poco costoso e (sufficientemente) rapido Indicato per le attività direzionali (e i SI direzionali) Coerente con la scomposizione funzionale Identifica indicatori non solo contabili LIMITI – – – – Non sempre sufficiente completezza Carattere qualitativo dell’analisi Ruolo critico dell’analista solo per sistemi direzionali KEY PERFORMANCE INDICATORS • KPI: indicatori che misurano le prestazioni dei processi aziendali (o di business) input PROCESSO (attività e risorse per eseguirle) output Richieste di servizio KPI • PROCESSO DI BUSINESS: utilizzando un determinato input si ottiente un certo output che ha l’obiettivo di soddisfare determinate richieste (ad es. di un cliente, di un altro processo, ecc.) • KPI: misurano le prestazioni chiave del processo • ossia: della misura in cui cui l’output soddisfa il servizio richiesto in rapporto agli input impiegati • quindi: misura di efficienza e misura di efficacia LE PRESTAZIONI “CHIAVE” • EFFICIENZA: – misura della “produttività”, dei “costi unitari”, ecc. nell’ottenimento dell’output utilizzando input e risorse • QUALITA’: – misura della “conformità” dell’output rispetto alle richieste • (livello di) SERVIZIO: – misura di alcuni parametri tipici delle modalità con cui si fornisce l’output • ad es. nel caso di un prodotto: tempi di consegna, flessibilità di risposta, ecc. SCOPO DEL METODO KPI • Individuare un numero ridotto di indicatori che misurino le prestazioni chiave prima indicate (indicatori “competitivi”) – efficienza, qualità, servizio • in aggiunta: un numero ridotto di indicatori che misurino il contesto in cui tali prestazioni sono state ottenute (indicatori “conoscitivi”) – volumi di input, volumi di output, (quantità di) risorse impiegate Il “triangolo” dei KPI Esempio di KPI: il caso di un’impresa di trasporto Management accounting • Organizzazione delle informazioni del sistema informativo direzionale secondo schemi direttamente contabili (o paracontabili) • Dimensioni di classificazione di tipico interesse direzionale (tipo di cliente, centro di responsabilità, attività) compatibili con i dati contabili Approccio “pragmatico” • Indicatori per il sistema informativo direzionale ricavati grazie “all’esperienza” dei manager coinvolti e/o del direttore sistemi informativi