La dispnea
sensazione spiacevole della
respirazione
 La respirazione a riposo o durante sforzi
moderati non è infatti avvertita


Si tratta dunque di un "sintomo", ovvero
qualcosa avvertito soggettivamente, difficilmente
misurabile da un osservatore.
 Alcune frasi, di uso assai comune, come "il
paziente si presenta dispnoico" sono dunque
scorrette e andrebbero sostituite con
affermazioni simili a
 "il paziente si presenta tachipnoico" (se con
dispnea si intendeva riferire un aumento della
frequenza respiratoria) oppure
 "riferisce dispnea", se il paziente comunica la
propria difficoltà a respirare
 La
dispnea non è sinonimo di "mancanza
di ossigeno" (o, come più correttamente si
dovrebbe dire di "insufficienza
respiratoria")
Molteplici cause la possono determinare
provocando quadri differenti, decritti dal malato
in modo diverso e associati a diversi segni:
 può essere riferita una difficoltà inspiratoria e/o
espiratoria,
 la difficoltà può essere maggiormente
accentuata in posizione supina o in piedi,
 il respiro può essere rapido e superficiale
 o caratterizzato da una frequenza respiratoria
lenta o irregolare
Genesi della dispnea

si può presentare associata a senzazioni
o segni diversi, espressione di meccanismi
fisiopatologici differenti
 Generalmente
si pensa che la sensazione
di difficoltà a respirare sia dovuta ad un
affaticamento della muscolatura
utilizzata per la ventilazione
 Sono però chiamati in causa altri fattori
come variazioni del pH, della CO2
 Sembra
invece che la PaO2 determini
difficilmente dispnea (è frequente il
riscontro di pazienti ipossiemici che non
lamentano dispnea)
Valutazione della dispnea
Esistono metodi diretti e indiretti per
valutare il grado della dispnea.
 Una quantificazione del genere è utile sia
per meglio capire quanto realmente il
paziente stia male (i sintomi vengono
infatti avvertiti assai diversamente da
soggetto a soggetto anche in relazione ad
una diversa suscettibilità individuale),
 e per poter vedere nel tempo l'andamento
della malattia.

Metodi indiretti
si possono sottoporre al paziente
questionari per indagare quanto il sintomo
limiti la loro vita.
 Esistono diverse scale di valutazione (es.
la scala di Sadoul, la scala dell'American
Thoracic Society, il questionario della
British Medical Research Council o la
scala della New York Heart Association).
 Si possono inoltre utilizzare test da sforzo
come il test del cammino dei 6 minuti

Metodi diretti
Sono largamente utilizzate :
 la scala analogico-visiva (VAS)-Linea
retta orizzontale o verticale (10cm) con dei
trattini agli estremi con dei descrittori
(espressioni verbali o figure) che ne
definiscono la polarità. Utilizzata per
la valutazione della dispnea durante
esercizio
 la
scala di Borg - Scala numerica non
lineare per la valutazione della dispnea
durante esercizio. Tale scala è composta
di 10 punti a cui sono affiancati dei
descrittori (ancore).

Il respiro periodico o di Cheyne-Stokes è
caratterizzato da periodi di apnea e di iperpnea
alternati regolarmente. Spesso è indotto da
un'alterazione del centro respiratorio bulbare, da
causa neurologica o farmacologica, e da
disfunzioni cardiologiche. Nello scompenso
cardiaco, la causa principale è rappresentata dal
rallentamento della circolazione; l'acidosi e
l'ipossia dei centri respiratori forniscono un
importante contributo
 L'ortopnea
è la difficoltà respiratoria che
insorge quando il paziente è supino,
costringendolo a mettersi seduto. Essa
viene scatenata da un aumento del ritorno
venoso del sangue al ventricolo sinistro,
che non riesce a far fronte all'incremento
del precarico.
 Nella
dispnea parossistica notturna, il
paziente si sveglia ansimando e deve
mettersi a sedere o alzarsi in piedi per
riprendere fiato; la sensazione può essere
terribile e angosciante. Gli stessi fattori in
causa nell'ortopnea determinano questa
forma di difficoltà respiratoria che richiede
un intervento clinico più immediato
 Cause
chimiche: l'acidosi diabetica (pH
ematico da 7,2 a 6,95) induce un respiro
caratteristico, lento e profondo (respiro di
Kussmaul). Tuttavia, dal momento che la
capacità respiratoria è ben conservata, il
paziente raramente lamenta dispnea
 Cause
centrali: le lesioni cerebrali (p. es.,
l'emorragia) possono causare intensa
iperventilazione, talora rumorosa e
stertorosa. Occasionalmente, periodi di
apnea irregolari si alternano con periodi in
cui vengono eseguiti quattro o cinque
respiri di uguale profondità (respiro di
Biot)
Cause psicogene: in certe forme di ansia, il
paziente sente come se il respiro fosse
insufficiente e reagisce a questa sensazione
iperventilando.
 L'iperventilazione può essere continua e
manifesta, causando un'alcalosi acuta da
rimozione della CO2 .
 Tali pazienti sono manifestamente ansiosi e
lamentano parestesie periorali e periferiche e
alterazioni dello stato di coscienza
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