Corso di Laurea Interfacoltà in Comunicazione Interculturale e Multimediale Anno accademico 2006-07 Tesi di: Andrea GIAMBARTOLOMEI Relatore: Chiar.mo Prof. Giampaolo Azzoni Giornalismo e democrazia: Il caso di Hrant Dink e “Agos” Il Panorama della Stampa in Turchia Il numero di pubblicazioni in Turchia è molto alto. Prendendo in considerazione solo i quotidiani, si vedrà che sono più di venti quelli a distribuzione nazionale. Tuttavia, il gran numero di testate non garantisce la presenza del pluralismo Il Panorama della Stampa in Turchia: fattori di omologazione Due elementi concorrono a omologare le informazioni: Lo Stato Il mercato mediatico Il Panorama della Stampa in Turchia: il ruolo dello Stato 1923 - Nascita della moderna Repubblica turca: stampa funzionale alla diffusione dell’ideologia nazionale e alla “rivoluzione kemalista”: «formare l’opinione pubblica domestica e straniera in accordo con l’interesse della nazione» Successivamente questo carattere si attenuò, ma gli stanziamenti statali in favore della stampa assoggettavano gli editori ai politici per ottenere fondi per la carta o la distribuzione. Lo Stato contribuisce ancora a questo processo di omologazione con degli enti di controllo e delle leggi limitanti la libertà d’espressione. Il Panorama della Stampa in Turchia: il mercato mediatico Concorrenza per accaparrarsi la pubblicità livellamento verso il basso dei contenuti Più gossip, più sport, più “motori”… Il Panorama della Stampa in Turchia: il mercato mediatico Connivenza tra gruppi mediatici e Stato Mancanza di criticità verso il potere politico Assenza del ruolo di “watchdog” Il Panorama della Stampa in Turchia: risultati Fenomeno “perverso” Sentimenti patriottici e/o nazionalisti Sconfina nell’attacco ai “Nemici della Nazione” (Sindrome di Sèvres, secondo i politologi) Riduzione delle voci “dissonanti” al silenzio, con l’accusa di voler la dissoluzione della Turchia Il settimanale Agos: il contesto storico Metà anni Novanta -> radicalizzazione del conflitto turcocurdo. Un giornale pubblica la foto di Ocalan (capo PKK) con un prete ortodosso Ocalan viene giudicato come “Armeno bastardo” La comunità armena in Turchia, ridotta al silenzio e all’isolamente, subisce un grave colpo Il settimanale “Agos”: la nascita Il Patriarcato armeno in Turchia voleva smentire la “bufala” Degli intellettuali della comunità vengono convocati. Organizzazione di una conferenza stampa per smentire la notizia. ottiene un successo le conferenze stampa diventano mensili Fino a quando uno degli organizzatori, Hrant Dink, decide di creare un giornale Il settimanale “Agos”: la nascita Doveva essere un giornale armeno ma in lingua turca, così da essere comprensibile a tutti, anche agli armeni che non parlano più la loro lingua. •Obiettivi; •Stile; •Redazione, •Composizione; •Lettori, distribuzione; •Finanziamenti; •Contenuto; •Il tipo di giornalismo Il settimanale “Agos”: obiettivi Due obiettivi principali: Apertura della comunità armena Attirare l’attenzione dei turchi ed “educarli” Prevenire nuovi attacchi e difendere la comunità Il settimanale “Agos”: obiettivi Altri obiettivi: Mantenimento della cultura armena Formazione di nuovi intellettuali armeni Il settimanale “Agos”: obiettivi Negli ultimi periodi, cambiamento di obiettivi: Democrazia e convivenza civile “Il semplice fatto di adottare un’attitudine in rottura con le discriminazioni e quest’ascesa delle fazioni, o più semplicemente difendere quest’idea del vivere insieme piuttosto che volere a tutti i costi schierarsi in questo o quel campo, corrisponde fino in fondo a un’attitudine propriamente democratica”, Hrant Dink Il settimanale “Agos”: stile Critico ma propositivo Riflessivo e attento alle conseguenze «Noi, come giornalisti armeni, abbiamo le stesse regole di tutti i giornalisti, ma dobbiamo accettare il più il fatto che tutti ci leggono, e che a volte le nostre critiche possono danneggiare la comunità. Ecco perché pensiamo sempre due volte prima di criticare o scrivere qualcosa» Aris Nalcı Il settimanale “Agos”: la redazione Pochi professionisti, Molti volontari (soprattutto giovani) Professori universitari. La composizione interna Differenziazione linguistica, con pagine in turco e in armeno: •Otto pagine alla nascita; •12 nel seguito (9 in turco, 3 in armeno) •24 negli ultimi tempi (21 in turco, 3 in armeno) Il settimanale “Agos”: lettori e distribuzione “specchio a quattro riflessi”, indirizzato verso: •I cittadini turchi; •Gli armeni in Turchia; •Gli armeni della diaspora; •Gli armeni dell’Armenia. Per i membri della diaspora esistono copie in inglese e francese 1.000 – 1.500 Diffusione: 3.000 – 3.500 Circa 40 mila solo in Turchia 7.000 – 7.500 20.000 in occasione di eventi particolari Il settimanale “Agos”: finanze… Nascita: autofinanziamento dei fondatori e aiuti da alcuni giornali per la stampa e la realizzazione grafica. Dopo: introiti pubblicitari (dai membri della diaspora) e abbonamenti. Agos non riceve aiuti statali né finanziamenti dalle istituzioni armene Il settimanale “Agos”: contenuti Cinque sono gli argomenti principali: • articoli con smentite e correzioni notizie; • articoli di critica ai poteri politici turchi; • articoli di critica alle istituzioni (politiche e religiose armene); • articoli riguardanti le altre minoranze; • articoli sulla storia e la cultura armena. Il giornalismo di Agos Watchdog journalism giornalismo sociale Hrant Dink di fronte alle minacce nazionaliste Il ruolo assunto dal direttore, le sue posizioni contrarie alla linea ufficiale e la sua battaglia per la democrazia resero Dink obiettivo dei nazionalisti. •Avvertimenti “ufficiali”; •Minacce; •Processi -conferenza di Sanliurfa; -il “sangue turco avvelenato”; -il genocidio armeno; •L’omicidio. L’articolo 301 del Codice Penale Turco (TCK) 1. Le denigrazione pubblica dell’identità turca (d’ora in poi anche “turchità”, nda), della Repubblica o della Grande Assemblea della Turchia saranno punite con una pena tra i sei mesi e i tre anni; 2. La denigrazione pubblica del governo della Repubblica turca, delle istituzioni giudiziarie dello Stato, dei militari o delle strutture di sicurezza saranno punite con una pena tra i sei mesi e i due anni; 3. In caso di denigrazione della turchità da parte di un cittadino turco in un’altra nazione la pena sarà aumentata di un terzo; 4. L’espressione di un pensiero atto a criticare non costituisce un crimine. Hrant Dink: avvertimenti ufficiali Dopo un articolo in cui si svelava che Sabiha Gokcen (figlia adottiva di Ataturk e prima donna pilota aeronautica) era un’orfana armena, Dink fu convocato dal vice-prefetto di Istanbul. Qui, due persone, probabilmente membri del Mit (servizi segreti turchi) lo misero in guardia. Se avesse offeso la nazione, “l’uomo della strada” si sarebbe vendicato. Hrant Dink: minacce Le minacce di morte non mancavano, sia nei suoi confronti che verso i suoi familiari. Una minaccia particolarmente inquietante l’aveva ricevuta da uno studenti di Bursa, mai identificato. Alcune, gravi, Dink le aveva ricevute da Kucuk, ex generale militare in pensione. Hrant Dink: processi Tre processi per la legge 301 TCK (Codice penale turco) -conferenza di Sanliurfa, dove dichiarò di non essere turco ma un armeno cittadino turco. -l’affare del “sangue turco avvelenato”, montato contro di lui da Kerinçsiz, avvocato nazionalista, sulla base di un voluto fraintendimento di un articolo sull’identità armena; -intervista alla Reuters sul genocidio armeno. Ancora Kerinçsiz lo denunciò e lo portò in processo. Hrant Dink: l’omicidio Aveva appena deposto il ricorso per le condanne alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo e scritto un articolo sul suo stato d’animo. Diceva di sentirsi spaventato, ma anche sicuro e libero. Poi, un venerdì pomeriggio, Ogun Samast gli sparò tre colpi alla nuca. Le indagini, cominciate dopo pochi giorni, scoprirono una rete di giovani nazionalisti, ma i depistaggi e gli atteggiamenti delle forze dell’ordine suscitano dei sospetti -> lo “Stato profondo” avrebbe agito. Hrant Dink, un martire per la libertà d’espressione e la democrazia «Posso vedermi nell’inquietudine e nell’angoscia di un colombo, ma so che in questo paese la gente non tocca i colombi. Possono vivere nel cuore delle città, nel caldo delle folle umane. Certamente non senza spaventi, ma con quale libertà»