IL VENETO terza regione industriale . slides lezione 24.03.2010 una rilevazione statistica del 1903 all’epoca risultavano in regione circa 107.000 addetti alle attività industriali esistevano circa 57.000 C.V. di potenza installata nelle imprese il Veneto risultava quarta regione del paese - dopo Lombardia, Toscana e Piemonte quanto a numero di addetti e sempre quarta regione per potenza installata, in questo caso dopo Lombardia, Piemonte, Liguria I principali comparti dell'apparato industriale regionale era costituito al 1903 da: - industria della lana - meccanica leggera - aziende di pubblici servizi (acqua, gas, elettricità) 1911 I° Censimento industriale del paese in base alla dimensione media delle aziende e della potenza insellata, si possono distinguere tre distinte tipologie industriali: industria “avanzata”: settori tessile, metallurgico, meccanico e cantieristico, elettrico, cartario e saccarifero industria “intermedia”: trasformazione alimentare, tabacco, industria estrattiva, dei laterizi, del vetro, del cemento, industrie poligrafiche, lavorazione della gomma, industria chimica industria “tradizionale”: settore del vestiario e abbigliamento, lavorazione della pelle e del cuoio, lavorazione del legno, meccanica artigianale Il Censimento 1911 rivela un quadro di concentrazione industriale e territoriale che sarà poi l'elemento caratterizzante dello sviluppo economico italiano. Se le distanze tra Lombardia, Piemonte e Liguria (il c.d. "triangolo industriale") e le altre regioni erano rilevanti, il Veneto appariva l’area che – pur con differenze apprezzabili tra settore e settore – maggiormente si avvicinava alle nuove dimensioni industriali del paese. In senso diffuso, però: senza grosse concentrazioni produttive, e ancora senza centri siderurgici di una qualche importanza. Il Veneto risultava, in quanto a numero di persone occupate, la terza regione industriale (8,77% sul totale degli addetti), seguendo la Lombardia e il Piemonte, e dividendo con la Campania quella stessa posizione in quanto a potenza installata (9,20% la Campania; 9,19% il Veneto). Con la differenza che in Campania essa era tutta nell’industria siderurgica, mentre in Veneto era ripartita in svariati settori. Una analisi dei dati disaggregati per settori conferma questa “terza” posizione nel tessile, nelle imprese di pubblica utilità (elettricità, gas, acqua), nell'industria alimentare e del tabacco, nel legno; il Veneto era invece al secondo posto nel comparto saccarifero, ed al quarto in quasi tutti gli altri settori. Questa posizione di regione sostanzialmente terza nella graduatoria industriale italiana, anche se a diverse lunghezze dalle due maggiori, risulta da alcune analisi sui divari regionali nell'industria nel 1911. Il Veneto risulta terzo nel valore aggiunto del settore industriale, quarto nel valore aggiunto per addetto e nel reddito annuo lordo, quinto per il livello dei profitti. Le altre regioni seguivano molto distanziate, tanto che il Veneto si trovava - per la corrispondenza dei suoi valori medi con i valori medi nazionali di fare da spartiacque tra l'Italia in via di modernizzazione industriale e quella arretrata, stagnante. QUALCHE DATO COMPARATIVO: * potenza installata per addetto: Veneto, 0,58 cav. din. – media Italia, 0,56 * addetti per impresa: media Veneto, 10 addetti – media Italia, 9 * imprese con più di 10 addetti: Veneto, 9% - media Italia, 9,2 * imprese dotate di motori meccanici: Veneto, 34,6% - media Italia, 21% * quota di manodopera femminile: Veneto, 32% - media Italia, 28,4 La maggiore incidenza del valore dei motori meccanici e della manodopera femminile era essenzialmente dovuta alla grande e moderna impresa laniera dell’Alto-Vicentino. media degli occupati nei tre grandi aggregati industrie “avanzate”: Veneto, 42,6% - media Italia, 39,7% industrie “intermedie”: Veneto, 30,3% - media Italia, 32,1 industrie tradizionali: Veneto, 27,1% - media Italia, 28,2%