BANCA ETICA
PER L’ABITARE SOSTENIBILE
COSTRUIAMO STRUMENTI FINANZIARI
PER IL DIRITTO ALLA CASA E IL SOCIAL HOUSING
Banca Etica, per l’abitare sostenibile
BANCA ETICA PER IL DIRITTO DELL’ABITARE
EDITORIALE
Anna Fasano
vicepresidente
Banca popolare Etica
Banca Etica è impegnata a garantire il diritto all’abitare attraverso strumenti finanziari
capaci di sostenere le persone
nell’acquisto della prima casa
oppure di favorire l’accesso a
un alloggio adeguato in locazione. Banca etica è impegnata anche nella promozione di
nuove forme di abitare collaborativo.
Vogliamo essere al fianco dei
singoli cittadini e delle organizzazioni che supportano le
persone in situazione di disagio abitativo.
Il diritto a un alloggio adeguato per tutti i cittadini è un
diritto fortemente minato in
questo momento storico dalle difficoltà economiche della
popolazione. Banca Etica intende accompagnare chi lavora per
garantire questo diritto con il
supporto alle fasce più deboli
e l’avvio di nuove forme dell’abitare che si fondano sulla sostenibilità ambientale e sulla
costruzione di comunità sostenibili.
I testi di questa pubblicazione
sono a cura di Diletta Parlangeli
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Banca Etica – oltre alla classica
attività di concessione di mutui per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa e agli
interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni – sta sperimentan-
do diversi strumenti finanziari
per sostenere il diritto all’abitare anche a vantaggio delle
persone e delle famiglie in condizione di vulnerabilità attraverso collaborazioni e supporto alle realtà del privato sociale.
Banca Etica è quindi partner
economico/finanziario di diversi attori:
• singoli cittiadini che acquistano o ristrutturano la casa con
particolare attenzione alla sostenibilità ambientale in termini di recupero del suolo, rigenerazione urbana e di efficientamento energetico;
• gruppi di cittadini (e famiglie) che si organizzano per
costruire o ristrutturare alloggi in forma condivisa e/o
decidono di sviluppare diverse forme di abitare collaborativo: dall’autocostruzione
al cohousing;
• associazioni, cooperative, fondazioni che supportano le
fasce più deboli sia nell’accoglienza che nell’offerta di alloggi a canoni sociali o calmierati e operano in qualità di
gestori sociali nei progetti di
social housing promuovendo
accanto all’offerta abitativa
anche lo sviluppo di forme di
abitare collaborativo;
• enti locali che promuovono
in collaborazione con il pri-
vato (profit e non profit) progetti di accompagnamento
all’abitare, di mediazione abitativa e di supporto alle fasce
più deboli (microprestiti).
Banca Etica vuole continuare a
lavorare sul tema dell’abitare
accanto ai diversi cittadini e
realtà in particolare:
• sulla conversione ad uso abitativo con fini sociali degli
immobili confiscati alla mafia;
• sul recupero di alloggi ed
efficientamento energetico
degli stessi di proprietà del
privato sociale e degli enti
locali;
• sul recupero di alloggi dismessi del privato per una
messa a disposizione a canone calmierato e un recupero
dei contesti abitativi sub urbani e rurali;
• sullo sviluppo di strumenti
finanziari da mettere a disposizione dei condomini per
sviluppare forme mutualistiche di gestione dei rapporti
economici del vicinato.
La casa è il luogo dove nascono, si intrecciano e consolidano
le storie delle persone e le loro
relazioni; un alloggio adeguato
in un contesto di relazioni positive sono la base fondamentale nella costruzione di comunità solide e solidali.
Banca Etica, per l’abitare sostenibile
SOCIAL CLUB + WE HOME I TORINO
Casa e Welfare di prossimità sono un know how
Il Social Club è un’associazione di
promozione sociale, sportiva e
dilettantistica, fondata a Torino
nel 2009 da diverse associazioni e
cooperative sociali del territorio.
Circa una trentina, unite per fornire i servizi più vari. «Specialmente quello che chiamiamo Welfare di
prossimità – racconta Davide Ziveri, responsabile dell’associazione –. L’idea è quella di dare servizi
al lavoratore, che vanno dalla possibilità di partecipare a eventi sportivi
a prezzo più basso, allo sportello di
microcredito per accedere a piccoli
prestiti.
Per queste attività ci appoggiamo
a Banca Etica, come sportello di accompagnamento in fase istruttoria.
E poi abbiamo un libretto delle convenzioni, e un sistema di scambio tra
pari, di consulenza fiscale, oltre ai
gruppi di acquisto».
Banca Etica ha finanziato “Buena
Vista”, un progetto del Social Club
che punta alla fornitura di 44 alloggi da assegnare sia a studenti
fuori sede sia a singoli o nuclei
familiari che affrontano un’emergenza abitativa.
«Abbiamo preso in affitto per 13
anni gli alloggi del villaggio olimpico, zona Lingotto, dalla Fondazione 20 marzo 2006, che gestisce
il patrimonio olimpico di quell’anno
– continua Ziveri –. Dopo la ristrutturazione nel giro di un anno abbiamo assegnato le residenze, con un
canone calmierato rispetto a quello
di mercato».
Il punto, però, non è solo quello
di far spendere meno ai soci, e
in generale a chi ne ha bisogno,
fornendo assistenza residenziale.
Social Club ha pensato anche a garantire una migliore qualità della
vita, studiando un’organizzazione
architettonica che prevedesse spazi e servizi comuni.
Un orto comune al terzo piano,
il bike sharing condominiale e il
book sharing. E anche uno spazio
cucina per chiunque voglia organizzare eventi o feste. Questa logistica ha anche favorito lo scambio di competenze tra inquilini:
chi mette a disposizione la propria
professionalità di cuoco, chi di insegnante di lingua, chi di allenatore sportivo.
Da questa esperienza nasce We
Home, una start up che punta alla
“sensibilizzazione sulla cultura dell’abitare condiviso”. “Buena Vista”
infatti ha messo in campo una sfilza di professionalità che hanno investito nel progetto.
Proprio da quel tavolo di lavoro
di architetti, non profit, psicologi
e altri, è nata l’idea di mettere a
disposizione l’esperienza per dare
un supporto a chiunque fosse
interessato al modello del cohousing. Un know how che il team di
lavoro condivide con i cohousers,
e che serve anche a far incontrare
domanda e offerta, in una community che fa incontrare i privati
che mettono a disposizione il proprio immobile con i cittadini che
scelgono un percorso di abitare
condiviso.
www.resocialclub.it
NUMERO ZERO + COABITARE I TORINO
Un nuovo modo di abitare, vecchio come il mondo
“Un nuovo modo di abitare, vecchio come il mondo”: il motto scelto dalla cooperativa Numero Zero
è quanto mai azzeccato. L’omonimo progetto prende piede dall’impegno dell’Associazione CoAbitare nel promuovere il concetto di
cohousing sul territorio italiano.
Un modo di abitare innovativo,
che però tende a riscoprire i principi della condivisione che sono
andati perdendosi nel tempo: aumentare le possibilità relazionali,
offrire ai bambini una rete di riferimenti che vada al di là del nucleo
familiare, permettere agli anziani
di sentirsi utili ed essere indipendenti, sperimentare nuove soluzioni costruttive, in ottica di sostenibilità e risparmio energetico.
«Abbiamo acquistato un edificio a
Porta Palazzo (Torino) e l’intero progetto, dall’identificazione del luogo
fino alla stabilizzazione, è durato 4
anni, dal 2009 al 2013, e il rapporto
con Banca Etica è stato quasi immediato» spiega Paolo Sanna, presidente di CoAbitare.
Banca Etica ha erogato un mutuo
fondiario per 300mila euro.
tive e concerti all’interno di Numero Zero).
«Adesso siamo otto famiglie per un
totale di una quindicina di persone,
ma ne sono cambiate di cose: eravamo tre soci iniziali, e io nel contempo ho anche fatto una figlia»
racconta Sanna, spiegando che
per godere a pieno di una scelta
del genere, serve anche impegno. «Non si può pensare di fare
un cohousing, e che magicamente
funzioni. È un equilibrio che va
ricercato in ogni istante, anche se
questo nasce piuttosto spontaneamente perché tutti siamo coscienti
di quello che abbiamo sostenuto
fino a qui, sia a livello economico,
che emotivo».
«Banca Etica è l’unica che si è dimostrata realmente interessata. La nostra cooperativa era nata da appena
quindici giorni, e abbiamo firmato
un mutuo che ci ha permesso anche
investimenti per il risparmio energetico. Stiamo valutando insieme la
replicabilità del modello».
Il senso è quello di una libertà di
movimento che va al di là dei confini del proprio alloggio, e che
procede nella direzione di una
migliore qualità della vita. Lo spirito di tutti va verso una buona
predisposizione alle iniziative collettive (non sono rari i momenti
d’incontro con il territorio, inizia-
Nell’art. 2 dello statuto dell’Associazione CoAbitare, si trovano la
maggior parte delle linee che guidano non solo l’Associazione stessa, ma i progetti che mettono in
atto.
Le finalità sono quelle di favorire
la formazione di comunità intergenerazionali di coabitazione sostenibile, basate su un modello di
convivenza attiva; promuovere la
realizzazione di abitazioni in cui
coesistano spazi privati e spazi comuni, nonché la nascita di società
cooperative; sostenere la progettazione partecipata di architetture
che sostengano il risparmio energetico, prevenire il disagio sociale.
Tra gli obiettivi c’è quello di costituire un riferimento ripetibile sul
territorio. Gli altri progetti dell’Associazione in corso sono “Via Perugia”, per fare di un vecchio opificio uno spazio di cohousing che
prevede la realizzazione di residenza e di un parco centrale di circa 5000 mq. In programma ci sono
anche una serie di incontri per
offrire conoscenze, informazioni,
idee e strumenti a chi desidera abitare in modo differente. Una serie
di incontri non solo di teoria, ma
anche di pratica, per approfondire
tutti gli aspetti che interessano un
modello nuovo di abitare, che poi è
il più vecchio del mondo, appunto.
www.cohousingnumerozero.org
www.coabitare.org
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Banca Etica, per l’abitare sostenibile
TURE NIRVANE SOC. COOP. I GENOVA
Torri Superiore: dal Medioevo all’ecovillaggio
www.torri-superiore.org
Le belle storie richiedono tempo,
perché è al tempo che restituiscono il valore più grande. Torri
Superiore è la frazione superiore
di un paese rimasto disabitato
nella zona di Ventimiglia. Dopo
un lungo percorso un gruppo
di soci costituiti in cooperativa
l’hanno ristrutturato, trasformato in un ecovillaggio e portato a
nuova vita.
Nel 1989 si è costituita l’Associazione Culturale Torri Superiore,
con lo scopo di restaurare il borgo
medievale lasciato in abbandono.
«Il villaggio di Torri viene citato per
la prima volta in un documento del
1073, nella frase “Actum in castro
ubi Ture dicitur” (“Questo accadde in un villaggio chiamato Ture”,
Cais, Contea di Ventimiglia) – si
legge sul sito ufficiale –. L’origine
dell’insediamento medievale a Torri
Superiore, un complesso di edifici
separati da poche centinaia di metri
dal villaggio principale, è incerta,
ma si ritiene che possa risalire al
tardo XIII secolo».
«Quando abbiamo scoperto questo
borgo, c’era rimasto un unico abitante – racconta uno dei protagonisti del recupero, Massimo Candela – e l’idea era quella di farlo rivivere, riabitandolo con prime case.
Ci sono voluti molti anni prima che
un gruppo di persone fosse in grado
di comprare il borgo, spartendolo
in parte come proprietà dell’Associazione, e in parte come proprietà
dei soci. Da lì l’istituzione di una
comunità di residenti, e l’inizio della
ristrutturazione della parte posseduta dall’associazione».
I soci hanno creato una cooperativa
chiama Ture Nirvane che nell’arco
di 10 anni è riuscita a ristrutturare
completamente il borgo.
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Ora i soci stanno iniziando a occuparsi anche dell’aspetto turistico,
con la creazione di una struttura
ricettiva.
Oggi il borgo è completamente
ristrutturato e abitato in modo
permanente da una ventina di
persone tra adulti e bambini. In
più c’è qualche seconda casa, usata per periodi di vacanza.
L’intera operazione ha avuto come
fulcro il lavoro sulla sostenibilità:
«Per quattro anni la nostra cooperativa ha gestito la segreteria della
Rete Italiana degli Ecovillaggi, e
questo ci ha dato accesso a ulteriori
stimoli e scoperte, specialmente nel
confronto con il Nord Europa, dove
le esperienze degli eco-villaggi sono
davvero vent’anni avanti a noi» commenta Candela.
Il recupero del borgo è un vero e
proprio “riciclo urbanistico” che
ha comportato una grande sfida
nel tentativo di applicare agli edifici medievali i più moderni parametri per il risparmio energetico
delle abitazioni: un fronte molto
più facile da gestire quando si costruisce exnovo.
Per le opere di restauro sono stati
usati pietra naturale locale, calce
(per gli intonaci e le pitture murali) e materiali isolanti naturali
(sughero, fibre di cocco). Serramenti in legno sostenibile, smalti
e pitture murali ecologiche. L’acqua calda è prodotta dai pannelli
solari, e gli impianti di riscaldamento sono a bassa temperatura.
Gran parte dell’energia elettrica
del centro culturale viene autoprodotta con i pannelli fotovoltaici. C’è una “compost toilet” (in
funzione all’esterno) e un piccolo
impianto di fitodepurazione per
un’unità abitativa privata.
L’obiettivo è quello di riuscire a
completare la produzione di energia da fonti rinnovabili e cibo locale. Nel borgo ci sono diversi orti
e frutteti, ispirati ai principi della
permacultura, che forniscono verdura e frutta fresca, e altre coltivazioni sono in via di realizzazione.
Chiaramente vengono prodotte
uova fresche, ma anche olio d’oliva, pane, pasta fresca, miele, marmellata, yogurt, gelato, tisane di
erbe locali.
Raccolta differenziata e riciclo sono parole d’ordine: gli scarti che
non vengono utilizzati per nutrire
gli animali vengono compostati.
In tema trasporti, l’organizzazione prevede 5 automobili per 20
residenti, e anche gli ospiti sono
incoraggiati all’uso del trasporto
pubblico (treno e corriera locale).
Per il trasporto da e per le campagne, ci sono due asini. Dal 2010
viene organizzato il programma
culturale “Vivere la transizione”,
che prevede corsi e seminari sulla
sostenibilità per diffondere le informazioni apprese dagli abitanti dell’ecovillaggio nel corso del
tempo. Il cibo che si acquista nel
borgo è in gran parte biologico, o
di provenienza locale. Nessun alimento surgelato, precotto, geneticamente modificato, basi pronte, e in inverno si sfrutta il forno
a legna per pane e pizze.
Banca Popolare Etica ha erogato
un prestito finalizzato alla realizzazione dell’impianto a pannelli
fotovoltaici per produrre energia
da fonti rinnovabili: «Le pratiche hanno richiesto tempo, ma una
volta fatte, la Banca si è fidata totalmente, concedendoci addirittura
un mutuo chirografario», conclude
Candela.
Banca Etica, per l’abitare sostenibile
FONDAZIONE CASA AMICA I BERGAMO
Housing sociale sul territorio
Casa Amica è una Fondazione di
partecipazione impegnata da venti anni nel settore dell’housing
sociale sul territorio della provincia di Bergamo con l’iniziale scopo di rispondere al bisogno abitativo dei cittadini immigrati. Nel
tempo la Fondazione ha ampliato
il suo operato all’articolazione di
risposte a situazioni di disagio e
difficoltà espresse anche dai cittadini e dalle famiglie italiane.
Oggi la Fondazione promuove il
tema abitativo all’interno del più
ampio contesto delle politiche di
welfare locale, assumendo l’edilizia sociale come servizio tra i servizi, la cui funzione sociale e pubblica si accorda a un generale interesse economico.
Nelle prime fasi di attività l’organizzazione era nata come Associazione di volontariato promo-
trice dell’utilizzo dei bandi pubblici mirati alle politiche dell’accoglienza. Negli ultimi anni, con
la trasformazione in Fondazione
di partecipazione, ha assunto il
ruolo di promotore e gestore verso imprenditori privati di progetti con finalità pubblica.
Oggi la Fondazione Casa Amica è
impegnata nel promuovere sul
piano delle politiche l’utilizzo dei
bandi finanziati dalla Regione
Lombardia per la realizzazione di
nuove costruzioni.
Nel caso del Piano di Governo del
Territorio di Bergamo questo ha
significato garantire che ciò che
verrà costruito in futuro non solo
sia redditizio, ma anche capace di
intercettare i bisogni di fasce sociali che altrimenti rischierebbero di essere escluse dal mercato
della casa. Questo dovrà avvenire
attraverso la destinazione di una
quota parte dei nuovi alloggi all’edilizia sociale. La cultura della locazione, nella visione della Fondazione, deve essere diffusa a livello
istituzionale, tra gli imprenditori
e gli investitori privati.
Fondazione Casa Amica cerca di
rintracciare anche le nuove linee
di tendenza, l’esistenza di opportunità per realizzare alloggi di
edilizia sociale e progetti di social
housing innovativi con lo sviluppo di reti territoriali.
Per quanto riguarda la gestione
degli alloggi la Fondazione ha
sempre avuto un’attenzione particolare al sociale, accogliendo in
primis le istanze di immigrati e
cittadini italiani in stato di bisogno e a rischio di esclusione dal
diritto alla casa.
La gestione non si esaurisce nell’offerta di alloggi in locazione a un
canone significativamente più basso rispetto ai livelli di mercato, ma
anche nell’attività di accompagnamento sociale degli inquilini che
costituisce un vero elemento di
innovazione rispetto al panorama
nazionale. Il servizio prevede: attività di accoglienza e orientamento
rivolta a tutte le persone svantaggiate in cerca di un alloggio; consulenza al momento dell’assegnazione dell’alloggio; affiancamento nel
corso della durata della locazione e
accompagnamento all’uscita.
Banca Etica ha concesso un credito
di 300mila euro e mutui ipotecari
per l’acquisto di immobili assegnati in affitto a soggetti in situazione
di disagio economico, con patto di
riscatto.
www.fondazionecasaamica.org
LA CASA ECOLOGICA DELLA BERGAMASCA I BERGAMO
La filanda da abitare
Una vecchia filanda, recuperata
e resa una struttura abitativa rispettosa dell’ambiente. Succede a
Cicola, una piccola frazione nella
provincia di Bergamo.
La Casa Ecologica della Bergamasca fa parte della rete del Consorzio Acli Casa, che trova rappresentanza a livello nazionale
nell’organismo Federabitazione.
Tra gli obiettivi del Consorzio
c’è quello di «ricercare attraverso
la collaborazione con enti locali, enti pubblici e privati, istituti
bancari, occasioni per realizzare
interventi di edilizia residenziale
convenzionata e agevolata».
“Filanda” è il nome con cui vengono identificati, nell’Italia settentrionale, gli stabilimenti di lavorazione e filatura, di seta e cotone.
Edifici piuttosto alti, a più piani,
e con una buona illuminazione.
«Il vecchio fabbricato in questione
– racconta Davide Mosconi, responsabile del Consorzio Acli
casa – era proprietà di un Conte, e
dopo l’acquisto, è in fase di completamento il recupero dell’area: un
primo edificio di dieci alloggi, e un
secondo di cinque, collegati da un
passaggio aereo. Abbiamo incontrato prima alcune difficoltà nell’iter
progettuale, per un’errata interpretazione del piano regolatore. Dopo
aver vinto il ricorso, facendo il lavoro ci siamo imbattuti in reperti archeologici, resti pre-romani, che ci
hanno costretto a rivedere il progetto». Necessario lo stop per consentire ai Beni Culturali di fare il
proprio lavoro, tempi dilatati: i
lavori però sono in fase di completamento. La cura nella realizzazione ha previsto l’utilizzo di
materiali e impianti in ottica ecologica, e un accurato adattamento al contesto ambientale del territorio. Nelle linee guida del Consorzio c’è infatti il motto “casa da
vivere”, che indica anche un’attenzione particolare «alla qualità, l’efficienza e la sostenibilità dei materiali, degli impianti e delle costruzioni».
L’intervento di Banca Popolare
Etica ha previsto un mutuo fondiario con ipoteca sull’immobile, e
le relative quote di mutuo saranno
accollate ai singoli soci quando
verranno loro affidate le abitazioni. Inoltre, si potrà usufruire dei
vantaggi fiscali sul recupero edilizio.
www.aclicasabergamo.it
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Banca Etica, per l’abitare sostenibile
IMMOBILIARE SOCIALE BRESCIANA I BRESCIA
Casa e inclusione sociale
Immobiliare Sociale Bresciana (Isb)
è un consorzio di cooperative sociali nato nel 2001 per favorire e
facilitare la tensione allo sviluppo
e all’innovazione nel campo immobiliare sociale, utilizzando il modello cooperativo.
La sua attività si muove in due direzioni: supportando le cooperative socie nell’espletamento dei loro
servizi (tramite la realizzazione
delle sedi e delle strutture necessarie a realizzare i servizi di natura
sociale) da un lato, e realizzando o
ristrutturando stabili da dedicare
interamente a progetti di housing
sociale, tramite una gestione diretta da parte del Consorzio.
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L’obiettivo è quello di affrontare
l’emergenza abitativa coniugando
anche il supporto alle comunità
locali. Sono due le direttrici che
ispirano l’operato del Consorzio:
da una parte l’approfondimento
degli aspetti tecnici dei progetti
immobiliari, inteso come gestione
dei cantieri; dall’altra la gestione
degli aspetti sociali intesi nell’accezione di property management,
cioè di gestione delle relazioni e
dei servizi ai clienti/inquilini.
Tra i progetti finanziati da Banca
Etica, c’è il Polo Produttivo Sociale “Panta Rei”, il primo progetto
del Consorzio Immobiliare Sociale
Bresciana. Realizzato a Brescia, in
Via Buffalora, su un’area di circa
11.000 mq concessa in diritto di
superficie per 60 anni dal Comune di Brescia. Tale progetto, iniziato nel 2002 e terminato nel 2005,
ha visto la realizzazione delle sedi
di 7 cooperative sociali di tipo B
che operano nel bresciano e di 8
appartamenti destinati all’housing
sociale.
Un altro progetto riuscito è il complesso di via Milano 59 a Brescia
che comprende 16 appartamenti
organizzati in una palazzina di 4
piani e 7 loft, situati in una depen-
dance del condominio. All’interno di 2 loft e al primo piano dello
stabile si trovano servizi di pubblica utilità, tra cui 4 strutture
poliambulatoriali gestite dalla cooperativa La Rete, un ambulatorio
dentistico e uno di consulenza psicologica.
Il Complesso sociale polifunzionale Viale Duca degli Abruzzi (Brescia) è quella che si potrebbe chiamare “la casa di legno”: costruito
nel 2012 su 3 piani – di cui uno
interrato – è stato realizzata interamente in legno, lasciato a vista
sia all’interno che all’esterno. Un
esempio di sostenibilità ambientale: l’intero complesso beneficia di
una centrale a biomassa, di pozzi
geotermici, pannelli solari e sistemi di controllo dell’umidità e di ricircolo dell’aria. Tutte le abitazioni
sono disposte attorno a una piazza
centrale condominiale e sono collegate tra loro da ballatoi. All’interno
della struttura che ospita le sedi, gli
uffici e i servizi di altre 4 cooperative sociali c’è anche una sala polivalente di circa 50 mq, che ospita una
biblioteca e videoteca oltre a uno
spazio per riunioni a disposizione
degli abitanti del distretto.
www.isbonlus.it
Banca Etica, per l’abitare sostenibile
CO-HOUSING I VICENZA
Il vecchio borgo diventa Co-Housing
C’è una storia che parla di una
scelta nata da una condivisione,
che racconta la voglia di pensare
un ambiente abitativo comune –
non unico, s’intende – cresciuta
nel corso di una precedente esperienza. È quella di tre famiglie che
si sono conosciute nell’ambito scolastico dei propri figli, una scuola
steineriana.
borgo, prima appartenente a un
anziano signore, nativo del posto,
ma emigrato all’estero da molti
anni: «Non abbiamo incontrato nessuno ostacolo dall’amministrazione
comunale, anzi, ci ha dato il suo pieno appoggio. Siamo stati accolti bene
e anche integrati nell’ambito delle feste e delle ricorrenze della zona».
Da questa amicizia è partita prima l’idea di affrontare un nuovo
modo di concepire l’abitare (e perché no, forse un futuro lavoro), e
la ricerca di uno spazio adeguato.
«Venivamo da tre differenti paesi e
abbiamo sentito l’esigenza di fare
qualcosa di nostro, in un posto dove
poter lasciare un’impronta. Abbiamo
trovato questa porzione di contrada
ormai disabitata – racconta Gianluca Biasetti, uno dei protagonisti – e dopo un anno e mezzo di contrattazioni, abbiamo fatto il grande
passo, acquistando».
Quando il progetto sarà finito
– si prevede una prima agibilità
entro l’estate 2015 – ci abiteranno le tre famiglie e una signora
legata al gruppo. Ma non è tutto,
perché ci sono anche risvolti professionali: «Nel borgo ristrutturato
ci saranno camere da dedicare a un
bed&breakfast, una sala conferenze,
e un’attività agricola legata al terreno circostante, fatto di campi e boschi – spiega Biasetti –. «Vorremmo
anche fare in modo che nel tempo le
case non abbiano nessuna dipendenza dal petrolio e in generale da enti
che distribuiscono energia».
Il progetto Costapiana Co-housing (Valli del Pasubio, provincia
di Vicenza) ha previsto la totale
demolizione e riqualificazione del
Lo spazio, racconta Biasetti, è di
mille mq calpestabili, e completata
la fase di costruzione della struttura portante (in X-Lam), è realizza-
to in auto costruzione: «I coppi,
per esempio, li abbiamo posati noi,
recuperandoli da quelli originali.
Abbiamo lavorato sempre a stretto
contratto con gli artigiani, per la
parte che riguarda certificazioni e
necessità di linee guida, e anche perché ci teniamo che venga esaltato il
lavoro del territorio. Anche il legno
è lavorato nell’arco di massimo una
cinquantina di km, è quello del Cadore e dell’altopiano di Asiago».
La realizzazione dell’opera è stata
curata da una ditta specializzata
nella costruzione di abitazioni ecologiche, mentre l’autocostruzione
si è concentrata sulle attività che
richiedevano molto lavoro in termini di ore-uomo, e nessuna certificazione (ad esempio il recupero
di materiali, la posa dei pavimenti
ecc).
«Banca Etica ha appoggiato il progetto, aiutando la mia famiglia a
realizzare questa idea – spiega Biasetti – con un pre-finanziamento che
poi diventerà un mutuo prima casa.
Siamo tutti correntisti e soci, chi da
più anni, chi da meno».
VICINI DI CASA ONLUS I UDINE
La casa è un diritto di tutti
L’accesso alla casa è uno dei temi
più complessi che la società si trovi ad affrontare, ulteriormente
acuito nella sua difficoltà con la
crisi economica. Il già ostile meccanismo si complica maggiormen-
te quando chi cerca casa è un cittadino immigrato. La Cooperativa
“Vicini di Casa” nasce a Udine
venti anni fa con lo scopo di favorire e facilitare l’accesso alla casa
da parte dei cittadini immigrati.
Ora si rivolge a cittadini italiani e
stranieri in situazione di disagio
abitativo.
«In un certo senso siamo stati i precursori di Banca Etica – racconta
Piero Petrucco, vicepresidente –
con esperienze di credito bancario
solidale che poi sono confluite nell’istituto». “Vicini di Casa” si muove
attraverso due linee fondamentali d’azione: da un lato fornendo
servizi di ricerca casa, assistenza
e accompagnamento alla locazione abitativa, e dall’altro, contribuendo all’offerta abitativa attraverso interventi di edilizia residenziale. Tra le sue attività, anche alcuni progetti sperimentali
interessanti.
Tra questi FRII (Fondo Ristrutturazione Immobili Inutilizzati):
nelle periferie o nei piccoli centri
esistono case vecchie e fatiscenti
abbandonate al degrado per incuria, per mancanza di risorse adeguate alla ristrutturazione, o per
scarso rendimento dell’operazione
del punto di vista commerciale.
In questi casi, l’Associazione fa un
accordo di comodato con il proprietario, in virtù del quale l’immobile viene ceduto gratuitamente per un certo numero di
anni (mediamente 10). Dopo aver
provveduto alla ristrutturazione,
l’Associazione lo dà in locazione
agli immigrati; con l’affitto percepito si recupera l’investimento
finanziario, ripristinando così il
fondo.
Finito il concordato, la casa torna
al proprietario, il quale si ritrova
quindi un immobile ristrutturato,
e, nel contempo, si è data la possibilità a famiglie di immigrati di
fruire di un alloggio. Le risorse finanziarie per tali interventi vengono fornite in parte dalla Regione e in parte dalla Provincia, a
fronte e sulla base di un piano di
fattibilità e del relativo progetto
esecutivo, che devono essere approvati dalla Regione stessa.
www.vicinidicasa.org
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Banca Etica, per l’abitare sostenibile
COHOUSING SOLIDARIA COOP I FERRARA
Famiglie insieme per un vivere comune
Dopo lo Statuto, i fatti: «Nell’autunno del 2012 è stato individuato il
lotto adeguato per un cohousing in
città, a pochi passi dalla Cattedrale
di San Giorgio e affacciato sul Po di
Primaro. Il terreno – su cui erano
stati edificati 2 immobili fatiscenti
da demolire e di cui sfruttare la cubatura per la costruzione del cohousing – è di complessivi 3.498 mq, al
suo interno suddivisibile in lotti».
Il 21 luglio 2014 si è aperto il cantiere e sono iniziati i lavori.
Come si addice a un buon cohousing, la priorità viene data agli
spazi comuni. In questo caso, il
progetto autorizzato prevede la
realizzazione di un edificio in legno (tecnologia X-Lam) in classe
energetica A+ di ca. complessivi
820 mq, composto da 3 piani fuori
terra suddivisi in 7 appartamenti
e spazi utilizzabili da tutti come
una grande sala con camino, cucina spaziosa, bagno per portatori
di handicap e una lavanderia con
lavatrici, angolo stiro e cucito.
Dopo meno di un anno, le famiglie, a marzo 2013, si sono costituite in Cooperativa (Coop Cohousing Solidaria) e hanno acquistato
direttamente un primo lotto di
900 mq prospiciente il fiume, oltre
a un lotto (120 mq ca.) per le autorimesse e alla quota millesimale
del lotto destinato a viabilità e a
standard comuni a tutti i lotti.
La gara di appalto per la progettazione è stata vinta dallo Studio
Rizoma di Bologna, e da lì ha preso il via il processo di progettazione partecipata. L’iter autorizzativo concordato con l’Amministrazione comunale ha previsto una
valutazione preventiva di conformità urbanistico-edilizia del progetto, a cui è seguito un permesso
di costruire per il primo stralcio di
opere.
«Banca Etica ha da subito creduto
nella validità del progetto, considerando la richiesta di finanziamento
eticamente compatibile.
Valutata la pratica, è stato concesso
un mutuo a 20 anni per un importo di 580.000 euro – racconta Alida
Nepa –. L’importo complessivo dei
lavori è previsto in euro 1.650.000
oltre Iva, corrispondente a un prezzo al mq per il costruito di 2.000 €/
mq (oltre Iva), prezzo ottimo considerando il mercato ferrarese, la qualità dei materiali impiegati, la costruzione in bioedilizia e le prestazioni energetiche: tutto questo assegna un altissimo valore qualitativo
all’immobile che si aggiunge al prioritario valore sociale dello stile abitativo in cohousing».
su un modello di convivenza attiva e
aiuto reciproco e promuovendo l’abitare in immobili costruiti o ristrutturati secondo i canoni della bioedilizia e a basso consumo energetico,
con parti e servizi comuni».
www.cohousingsolidaria.org
8
Immaginare un vivere comune,
senza per forza avere già una rete
di amici e parenti, è possibile. Lo
dimostra un cohousing di Ferrara, uno degli esempi più virtuosi
nell’ambito dell’abitare condiviso.
Il progetto nasce proprio dalla
volontà e dal desiderio di alcune
famiglie, che non si conoscevano,
di vivere in modo più partecipe.
«Le famiglie hanno costituito l’Associazione di promozione sociale
“Cohousing Solidaria” – racconta la
presidente Alida Nepa – con uno
statuto in cui si è cercato di sintetizzare i propositi di adottare uno stile di vita basato sui principi della
solidarietà, condivisione, rispetto
dell’ambiente, decrescita dei consumi, incoraggiando la nascita di
comunità intergenerazionali basate
Banca Etica, per l’abitare sostenibile
SNOOPY CASA I RAVENNA
Mano tesa ai giovani
“Snoopy Casa S.c.r.l.” è una cooperativa di abitazione costituita
nel 1976. Inizialmente la Cooperativa operava nel comprensorio
ravennate, ma oggi, dopo avere
incorporato per fusione altre cooperative di abitazione aderenti
a Confcooperative, si muove in
tutta la provincia di Ravenna realizzando prevalentemente interventi di edilizia sociale.
L’intervento di Via Boschi a Faenza riguarda un’iniziativa di edilizia sociale con la quale la Cooperativa intende dare una fattiva risposta all’esigenza dei soci di avere
in assegnazione un alloggio in locazione a canone calmierato.
«Snoopy Casa, a seguito del Bando
emanato dalla Regione Emilia Romagna (Bando ERS 2010), si è attivata per verificare se il Comune
avesse la disponibilità di un’area da
assegnare per la realizzazione di edilizia sociale – spiega il Presidente di
Snoopy Casa Giovanni Dallara –.
Non avendo riscontrato la disponibilità da parte dell’Amministrazione
comunale di aree per l’edilizia sociale, il Cda della Cooperativa ha deciso
di utilizzare un’area già acquistata in
precedenza per la realizzazione di un
immobile finalizzato all’assegnazione in proprietà per presentare domanda di finanziamento alla Regione Emilia Romagna modificando,
per una parte di alloggi, la destinazione in locazione a termine».
La Cooperativa ha deciso di muoversi in questa specifica direzione,
in considerazione del periodo di
crisi economica e delle difficoltà di
accesso al credito.
«La locazione a termine ha come
primo obiettivo la soluzione del problema di accesso ad alloggi a canone
calmierato. Il Bando Regionale, a
fronte della concessione del contributo, impone al soggetto attuatore una
riduzione del canone previsto per gli
alloggi inferiore al 30% rispetto ai
canoni concordati». La Cooperativa
Snoopy si è inoltre impegnata a ridurre il canone di un ulteriore 5%.
«Questa tipologia di locazione, soprattutto per i giovani, permette di
poter iniziare una vita di coppia e
programmare nel futuro l’acquisto
della casa utilizzando le agevolazioni
della Regione – continua Dallara –.
Il bando ERS 2010 permette, a partire dal quarto anno dall’assegnazione in godimento, la possibilità di
chiedere alla Cooperativa la trasformazione del godimento a termine in
proprietà, utilizzando una quota del
contributo ricevuto (6/10 dopo il
4° anno e via via riducendosi fino a
renderlo 0 al decimo anno, visto che la
durata della locazione a termine è prevista per l’appunto per 10 anni) dalla
Cooperativa a un prezzo parametrico particolarmente vantaggioso».
L’intervento di Banca Popolare Etica va in favore di un progetto edilizio composto complessivamente da 14 alloggi di cui 11 avranno
la destinazione a locazione a termine mentre i restanti 3 saranno assegnati con la formula della
proprietà.
L’edificio sarà realizzato con particolare attenzione all’isolamento
acustico, al risparmio energetico
con maggiorazione di oltre il 10%
del rispetto dei limiti di legge,
prevedendo impianti di riscaldamento con cogeneratore, distribuzione con pannelli radianti a
pavimento, produzione di energia
elettrica mediante cogeneratore e
pannelli solari, integrazione della
produzione di acqua calda sanitaria tramite pannelli solari. Gli alloggi saranno così classificati prevalentemente in classe A e comunque mai in classe inferiore
alla classe B; la locazione a termine con patto di futura vendita
permette di garantire al socio/inquilino la finitura e personalizzazione degli spazi interni; infissi
esterni in PVC e alluminio e quelli
interni in legno.
www.snoopycasa.it
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Banca Etica, per l’abitare sostenibile
LE MANI PER VIVERE INSIEME I SENIGALLIA
Autocostruzione come integrazione
www.integrazionemigranti.gov.it
L’autocostruzione può anche essere uno strumento
d’integrazione e coesione sociale. Faticoso, pieno
di fasi diverse da gestire e tanti soggetti da guidare
e coinvolgere, ma realizzabile. “Le mani per vivere
insieme” è un esempio calzante. Si tratta di un progetto della Provincia di Ancona co-finanziato, nel
2007, dal fondo per l’inclusione sociale dei migranti
del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che
prevedeva diverse azioni, tra le quali la realizzazione di venti alloggi in autocostruzione a Cesano di
Senigallia. Metà degli alloggi da affidare a cittadini
italiani, e metà a extracomunitari.
La gestione tecnica e operativa del progetto è affidata al Consorzio ABN-a&b network sociale di Perugia
e al Consorzio Solidarietà di Senigallia.
Lucio Cimarelli, presidente di Consorzio Solidarietà, racconta quanto siano delicati i processi di
condivisione e le dinamiche sociali tra soggetti di
molte nazionalità diverse. Come Soggetto Gestore,
ha preso parte ai tavoli per il bando di assegnazione
che comportava una serie di requisiti di cittadinanza,
reddito, ma anche capacità economico-finanziaria.
«In questo il ruolo di Banca Popolare Etica è stato molto
importante – racconta – perché era necessario capire la
reale possibilità dei soggetti di accollarsi un mutuo». Alla
fine della prima selezione, i cittadini idonei erano
solo sette: due stranieri, e sette italiani. La cooperativa si è costituita con loro, e poi la ricerca degli altri
idonei a completare il numero necessario è continuata nei mesi successivi. Il Comune ha poi venduto il
terreno alla cooperativa, grazie a un finanziamento
di Banca Etica. «Con loro avevamo già contatti e una
forte condivisione sul piano etico e ideologico, ed è il primo interlocutore a cui ci siamo rivolti. Dopo di che, per
la logica della trasparenza, abbiamo consultato anche
altri istituti di credito, ma è stata anche l’unica a rendersi disponibile. Altre forse non hanno ritenuto di interessarsi a quella fascia grigia di famiglie troppo “ricche”
per le case popolari e troppo povere per comprarsene
una sul mercato». Il cantiere, racconta Cimarelli, è
stata una bella esperienza, e i lavori si sono conclusi
a novembre 2012 (dopo poco più di un anno) e negli
alloggi autocostruiti abitano sette nazionalità diverse: ucraini, polacchi, albanesi, algerini, italiani,
cinesi, iraniani.
ARIACOOP I RIMINI
Una casa propria, autocostruita
Diciotto case a schiera a San Giovanni in Marignano (Via Ferrara)
in provincia di Rimini: è questo il
progetto di autocostruzione curato da Ariacoop Società Cooperativa, una cooperativa edilizia con il
principale scopo di autocostruire
la prima casa ai propri soci.
Il progetto di Marignano è durato
dal 2008 – quando la Cooperativa
ha ottenuto l’area edificabile identificata dal Comune per l’edificazione
di case popolari, dopo aver vinto il
bando l’anno prima – al 2011.
Più di 150 mq di superficie calpestabile con garage per ogni abitazione, e il prerequisito che si trattasse di prime case, e che nessuno
dei soci fosse già in possesso di
un’abitazione.
I finanziamenti sono arrivati da
Banca Popolare Etica, e Gianpietro Bonomi, presidente di Ariacoop, la definisce un’ottima collaborazione: «Banca Etica ci è venuta
incontro con l’Iva e anche con un
mutuo venticinquennale partito con
10
un Euribor molto basso (0.90). Non
ci hanno mai fatto tribolare, cosa che
invece succede con altre realtà finanziarie».
Gli edifici, di classe A+, hanno
messo al lavoro molte persone, e
il loro prezzo è stato circa la metà
del valore di mercato. Certo, è necessario dedicare tutto il tempo
libero a propria disposizione, per
un lungo periodo, alla realizzazione del cantiere, ma alla fine «le
famiglie crescono, e sono nati un sacco di bambini».
«Tutte le volte che rientro a casa e so
che se non ci fossimo tutti impegnati
i nostri ragazzi non si sarebbero mai
potuti permettere delle case del genere, mi riempio di gioia. Sono contento che anche quelli che all’inizio
erano scettici sulla fattibilità del
progetto, hanno poi cambiato idea».
È servita molta attenzione negli
acquisti, ma non si è mai risparmiato sulla qualità dei materiali:
«Mi piace raccontare come aneddoto a tutti gli esperti del settore che
arrivavano, e che si stupivano di
tutto il ferro che c’era nella costruzione – racconta – che nella struttura
niente è stato lasciato al caso. Abbiamo gestito gli acquisti nel modo
più trasparente possibile. Senza
fare favoritismi, abbiamo anche perso qualche amico, ma siamo sempre
andati da chi, a parità di qualità, faceva il prezzo migliore. E poi tutti
all’opera: abbiamo chiamato il miglior elettricista della zona, che ha
anche controllato il lavoro fatto successivamente da noi.
Chiaro, per le fasi importanti, come
le saldature in rame, è intervenuto
lui, ma per i lavori di routine, abbiamo potuto risparmiare sulla manodopera, mettendoci tutti quanti al
lavoro».
Un breve manifesto della Cooperativa sulla casa fai da te: «Una volta definito il luogo ove costruire, si
acquistano i materiali in cooperazione e si dà il via all’edificazione
sotto la guida di esperti progettisti e direttori di cantiere. Saltano
così le feste, i fine settimana, le
ferie e in una ventina di mesi ecco
che l’opera può intendersi compiuta e il sogno realizzato».
www.ariacoop.it
Banca Etica, per l’abitare sostenibile
ALISEICOOP + IL SOGNO I NAPOLI
Serve l’impegno di tutti
La casa non è solo un bene materiale, un tetto che ripara, ma
un diritto sociale fondamentale,
uno spazio all’interno del quale si
sviluppano le relazioni familiari e
grazie al quale è possibile proiettarle verso l’esterno. È su queste
fondamenta che poggia l’attività
di Aliseicoop, una cooperativa sociale nata nel 2001, il cui impegno
punta a sviluppare attività di intermediazione abitativa per una
locazione a prezzi “accettabili”,
interventi di social housing, di autocostruzione assistita, di recupero e autorecupero e, di recente, di
ricerca e mappatura di spazi inoccupati da destinare alla locazione.
Banca Etica ha preso parte a un
Programma sperimentale di autocostruzione in Campania che
prevede due interventi a Villaricca e Piedimonte Matese. Il primo
si è concluso in questi giorni (dicembre 2014, ndr) con il sorteggio che ha visto assegnare ai soci
della Cooperativa Il Sogno 25 case
autocostruite. Il secondo è in fase
avanzata di edificazione: sono stati completati i tetti delle prime 6
case e sono in fase di ultimazione
i secondi 6 della cooperativa Fabiana.
Aliseicoop riveste il ruolo di Organismo di Intermediazione cui è affidato il “governo” dell’intero processo all’interno di un programma
finanziato in parte da Banca Etica
e in parte dal Fondo Immobiliare
della Regione Campania.
Di fatto, le risorse finanziarie concesse alle cooperative sono prestiti
in entrambi i casi e non contributi. «Questo aspetto del Programma
è molto importante se si considera
l’abitudine diffusa sul territorio di
“aspettare” l’assegnazione delle case
popolari. Inizia invece a diffondersi
l’idea che la casa può essere costruita
e pagata a prezzi ragionevoli dagli
stessi inquilini – spiega Carla Barbarella, presidente di Aliseicoop -
E non è cosa di poco conto, trattandosi comunque di soggetti a reddito
debole».
Regione Campania e Banca Etica
hanno dunque concesso alle due
cooperative di autocostruttori un
mutuo a copertura del 100% del
costo di edificazione, comprensivo dell’acquisto dei materiali, dei
compensi dei professionisti, degli
oneri concessori e simili.
È escluso invece il costo della manodopera perché sono gli autocostruttori stessi a costruire manualmente la propria casa il sabato e la domenica. Le condizioni di
erogazione e rimborso dei mutui
tengono conto del carattere sociale degli interventi anche se rientrano nei criteri di una normale
bancabilità. Specifico è invece il
fatto che i ratei di rimborso scattano una volta terminati il frazionamento e l’accollo dei mutui ai singoli soci, per evitare che un eventuale affitto per l’alloggio che si
occupa in attesa di quello autocostruito si cumuli con il rimborso
del mutuo.
Il che, per nuclei familiari a reddito debole e molti figli a carico,
rappresenta una importante facilitazione.
Nel corso del processo di edificazione, spiega ancora Barbarella, è
a carico degli autocostruttori un
versamento mensile massimo di
100 euro a copertura degli interessi di pre-ammortamento. In questo modo si diluisce il peso del
rimborso degli interessi sulle anticipazioni. Anche questo è un
elemento molto importante. La
“casa” viene acquisita dagli autocostruttori grazie al loro lavoro
manuale, ma anche al loro seppure ridottissimo impegno finanziario. Nessuno regala niente a nessuno. In questo schema finanziario l’unico “contributo” concesso
viene dalla Regione Campania il
cui Fondo Immobiliare presta alla
cooperativa una parte del mutuo a
interesse zero. Anche questa non
è una facilitazione di poco conto
perché contribuisce (insieme alla
riduzione di oltre il 50% del costo
del lavoro) a ridurre quello complessivo della casa.
Barbarella racconta ancora che
l’autocostruzione in Campania è
per alcuni aspetti una vera e propria sfida. Per questo la Cooperativa si è rivolta a Banca Etica, perché
era necessario che fossero coinvolti
soggetti realmente convinti dell’utilità e soprattutto della fattibilità
dell’autocostruzione. La scelta è
ricaduta sull’istituto che fosse speciale, eticamente convinto e con
esperienza sociale consolidata.
www.aliseicoop.it
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Banca Etica, per l’abitare sostenibile
CONSORZIO UNITARIO COOP CASA I FOGGIA
Non solo casa
Non si parla “solo” di case, ma di
un modo di abitare attento alla dimensione familiare, così come a
quella dei singoli, sempre in ottica
di condivisione. Il Consorzio Unitario Coop Casa è un consorzio di
secondo livello a cui aderiscono
consorzi di primo livello, a loro
volta partecipati da cooperative.
In questo caso la cooperativa di
riferimento si chiama Mons. Giussani, che aderisce a Cecap (che, a
sua volta aderisce a Coop Casa).
«Il finanziamento di Banca Popolare Etica consiste in un mutuo fondiario a stato di avanzamento lavori concesso per la realizzazione di
68 alloggi di edilizia popolare a favore del Consorzio Unitario Coop
Casa di Foggia, consorzio promosso
da tutte le centrali cooperative –
racconta Michelangelo Rubino –.
L’importo deliberato dalla Banca
ammonta a 5.500.000 euro e rappresenta, approssimativamente, circa la
metà dell’intero intervento». Grazie
a questo finanziamento, prosegue,
è stata soddisfatta la richiesta di
68 nuclei familiari che nella città
di Foggia – che soffre di una considerevole emergenza abitativa –
hanno potuto realizzare il sogno di un alloggio di proprietà a
prezzi mediamente più bassi del
20% rispetto al mercato abitativo
locale.
Ma, appunto, non si parla solo di
alloggi. L’intervento edilizio ha
visto anche la realizzazione di
«circa 1000 mq di servizi dove sono
stati realizzati un asilo nido, una
palestra e un centro di aiuto e consulenza per la famiglia, gestiti da cooperative e associazioni di promozione sociale che offriranno i loro servizi a favore dei nuclei familiari della
cooperativa nonché del territorio
contiguo».
Proprio in questi giorni (dicembre 2014, ndr) si sta perfezionando il frazionamento dei mutui a
favore dei singoli soci. La Banca,
con l’intervento, ha acquisito 36
nuovi clienti e soci, e, raccontano
dalla filiale, «sono state apprezzate
le modalità di flessibilità, trasparenza e competenza anche in fase di
accollo del mutuo».
«Quando siamo partiti, circa 5 anni
fa, eravamo nel pieno della crisi finanziaria per la quale ancora oggi
paghiamo le conseguenze, e che riguardava soprattutto la bolla speculativa nei mercati immobiliari –
ricorda Rubino –. Dopo molte ricerche presso altrettanti Istituti
bancari del territorio, Banca Etica
si è dichiarata da subito disponibile
a venire incontro alle esigenze delle
famiglie che avevano intrapreso un
lungo e laborioso percorso per la costruzione degli alloggi, conscia della particolare situazione finanziaria
generale, e si è prodigata nel fornire
i migliori consigli per superare le difficoltà procedurali e le incombenze
burocratiche, particolarmente complesse per un intervento di tali dimensioni».
CONVIVIR I SPAGNA
Il condominio per “senior” che facilita le relazioni
e l’invecchiamento attivo
Convivir è un progetto concepito
come alternativa alle case di riposo
e alle residenze assistite. È pensato
per persone anziane autonome e
indipendenti che vogliono vivere
insieme a persone della stessa fascia di età e in situazione simile, in
un ambiente amichevole e cooperativo che stimoli le relazioni conviviali in un clima che faciliti l’invecchiamento attivo e in salute e la
prevenzione della non-autosufficienza.
Il progetto consiste nella creazione
di un condominio residenziale nella città di Horcajo de Santiago, un
Comune di circa 4mila abitanti
nella comunità autonoma di Castiglia-La Mancha (Spagna). Gli ap-
­Stampato nel dicembre 2014 / MV010
Stampa: Publistampa Arti Grafiche.
Carta riciclata 100% macero,
inchiostri con solventi a base vegetale.
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partamenti potranno ospitare uno
o due residenti ciascuno, mentre la
struttura sarà dotata di molti servizi comuni pensati appositamente per favorire l’autonomia e l’indipendenza dei cittadini.
L’idea è nata da un gruppo di pensionati e persone vicine all’età della pensione che hanno costituito
una cooperativa chiamata “Convivir”, in cui la gestione è affidata
agli stessi soci.
Le opere di edificazione sono iniziate a gennaio 2014 e proseguono
con la pianificazione prevista. L’edificio dovrebbe essere disponibile
nei primi mesi del 2015.
L’iniziativa è stata possibile grazie
alla concessione di un mutuo da
3 milioni di euro da parte di Fiare
Banca Etica. «Il finanziamento di
Fiare Banca Etica è stato determinante per avviare il nostro progetto. Prima ci eravamo rivolti ad altri istituti
finanziari che avevano però frapposto
molti ostacoli e difficoltà», raccontano i promotori dell’iniziativa. La
costruzione del condominio residenziale – che ospiterà 122 persone per un totale di 7mila mq – e la
sua successiva utilizzazione rappresentano un notevole impulso
per lo sviluppo sostenibile di tutta la zona circostante.
www.apartamentosconvivir.com
Via N. Tommaseo 7
35131 Padova (Italy)
Ph. +39 0498771111
Fax +39 0497399799
www.bancaetica.it
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04-Banca Etica - Comune di Bassano del Grappa