BANCA ETICA PER L’ABITARE SOSTENIBILE COSTRUIAMO STRUMENTI FINANZIARI PER IL DIRITTO ALLA CASA E IL SOCIAL HOUSING Banca Etica, per l’abitare sostenibile BANCA ETICA PER IL DIRITTO DELL’ABITARE EDITORIALE Anna Fasano vicepresidente Banca popolare Etica Banca Etica è impegnata a garantire il diritto all’abitare attraverso strumenti finanziari capaci di sostenere le persone nell’acquisto della prima casa oppure di favorire l’accesso a un alloggio adeguato in locazione. Banca etica è impegnata anche nella promozione di nuove forme di abitare collaborativo. Vogliamo essere al fianco dei singoli cittadini e delle organizzazioni che supportano le persone in situazione di disagio abitativo. Il diritto a un alloggio adeguato per tutti i cittadini è un diritto fortemente minato in questo momento storico dalle difficoltà economiche della popolazione. Banca Etica intende accompagnare chi lavora per garantire questo diritto con il supporto alle fasce più deboli e l’avvio di nuove forme dell’abitare che si fondano sulla sostenibilità ambientale e sulla costruzione di comunità sostenibili. I testi di questa pubblicazione sono a cura di Diletta Parlangeli 2 Banca Etica – oltre alla classica attività di concessione di mutui per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa e agli interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni – sta sperimentan- do diversi strumenti finanziari per sostenere il diritto all’abitare anche a vantaggio delle persone e delle famiglie in condizione di vulnerabilità attraverso collaborazioni e supporto alle realtà del privato sociale. Banca Etica è quindi partner economico/finanziario di diversi attori: • singoli cittiadini che acquistano o ristrutturano la casa con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale in termini di recupero del suolo, rigenerazione urbana e di efficientamento energetico; • gruppi di cittadini (e famiglie) che si organizzano per costruire o ristrutturare alloggi in forma condivisa e/o decidono di sviluppare diverse forme di abitare collaborativo: dall’autocostruzione al cohousing; • associazioni, cooperative, fondazioni che supportano le fasce più deboli sia nell’accoglienza che nell’offerta di alloggi a canoni sociali o calmierati e operano in qualità di gestori sociali nei progetti di social housing promuovendo accanto all’offerta abitativa anche lo sviluppo di forme di abitare collaborativo; • enti locali che promuovono in collaborazione con il pri- vato (profit e non profit) progetti di accompagnamento all’abitare, di mediazione abitativa e di supporto alle fasce più deboli (microprestiti). Banca Etica vuole continuare a lavorare sul tema dell’abitare accanto ai diversi cittadini e realtà in particolare: • sulla conversione ad uso abitativo con fini sociali degli immobili confiscati alla mafia; • sul recupero di alloggi ed efficientamento energetico degli stessi di proprietà del privato sociale e degli enti locali; • sul recupero di alloggi dismessi del privato per una messa a disposizione a canone calmierato e un recupero dei contesti abitativi sub urbani e rurali; • sullo sviluppo di strumenti finanziari da mettere a disposizione dei condomini per sviluppare forme mutualistiche di gestione dei rapporti economici del vicinato. La casa è il luogo dove nascono, si intrecciano e consolidano le storie delle persone e le loro relazioni; un alloggio adeguato in un contesto di relazioni positive sono la base fondamentale nella costruzione di comunità solide e solidali. Banca Etica, per l’abitare sostenibile SOCIAL CLUB + WE HOME I TORINO Casa e Welfare di prossimità sono un know how Il Social Club è un’associazione di promozione sociale, sportiva e dilettantistica, fondata a Torino nel 2009 da diverse associazioni e cooperative sociali del territorio. Circa una trentina, unite per fornire i servizi più vari. «Specialmente quello che chiamiamo Welfare di prossimità – racconta Davide Ziveri, responsabile dell’associazione –. L’idea è quella di dare servizi al lavoratore, che vanno dalla possibilità di partecipare a eventi sportivi a prezzo più basso, allo sportello di microcredito per accedere a piccoli prestiti. Per queste attività ci appoggiamo a Banca Etica, come sportello di accompagnamento in fase istruttoria. E poi abbiamo un libretto delle convenzioni, e un sistema di scambio tra pari, di consulenza fiscale, oltre ai gruppi di acquisto». Banca Etica ha finanziato “Buena Vista”, un progetto del Social Club che punta alla fornitura di 44 alloggi da assegnare sia a studenti fuori sede sia a singoli o nuclei familiari che affrontano un’emergenza abitativa. «Abbiamo preso in affitto per 13 anni gli alloggi del villaggio olimpico, zona Lingotto, dalla Fondazione 20 marzo 2006, che gestisce il patrimonio olimpico di quell’anno – continua Ziveri –. Dopo la ristrutturazione nel giro di un anno abbiamo assegnato le residenze, con un canone calmierato rispetto a quello di mercato». Il punto, però, non è solo quello di far spendere meno ai soci, e in generale a chi ne ha bisogno, fornendo assistenza residenziale. Social Club ha pensato anche a garantire una migliore qualità della vita, studiando un’organizzazione architettonica che prevedesse spazi e servizi comuni. Un orto comune al terzo piano, il bike sharing condominiale e il book sharing. E anche uno spazio cucina per chiunque voglia organizzare eventi o feste. Questa logistica ha anche favorito lo scambio di competenze tra inquilini: chi mette a disposizione la propria professionalità di cuoco, chi di insegnante di lingua, chi di allenatore sportivo. Da questa esperienza nasce We Home, una start up che punta alla “sensibilizzazione sulla cultura dell’abitare condiviso”. “Buena Vista” infatti ha messo in campo una sfilza di professionalità che hanno investito nel progetto. Proprio da quel tavolo di lavoro di architetti, non profit, psicologi e altri, è nata l’idea di mettere a disposizione l’esperienza per dare un supporto a chiunque fosse interessato al modello del cohousing. Un know how che il team di lavoro condivide con i cohousers, e che serve anche a far incontrare domanda e offerta, in una community che fa incontrare i privati che mettono a disposizione il proprio immobile con i cittadini che scelgono un percorso di abitare condiviso. www.resocialclub.it NUMERO ZERO + COABITARE I TORINO Un nuovo modo di abitare, vecchio come il mondo “Un nuovo modo di abitare, vecchio come il mondo”: il motto scelto dalla cooperativa Numero Zero è quanto mai azzeccato. L’omonimo progetto prende piede dall’impegno dell’Associazione CoAbitare nel promuovere il concetto di cohousing sul territorio italiano. Un modo di abitare innovativo, che però tende a riscoprire i principi della condivisione che sono andati perdendosi nel tempo: aumentare le possibilità relazionali, offrire ai bambini una rete di riferimenti che vada al di là del nucleo familiare, permettere agli anziani di sentirsi utili ed essere indipendenti, sperimentare nuove soluzioni costruttive, in ottica di sostenibilità e risparmio energetico. «Abbiamo acquistato un edificio a Porta Palazzo (Torino) e l’intero progetto, dall’identificazione del luogo fino alla stabilizzazione, è durato 4 anni, dal 2009 al 2013, e il rapporto con Banca Etica è stato quasi immediato» spiega Paolo Sanna, presidente di CoAbitare. Banca Etica ha erogato un mutuo fondiario per 300mila euro. tive e concerti all’interno di Numero Zero). «Adesso siamo otto famiglie per un totale di una quindicina di persone, ma ne sono cambiate di cose: eravamo tre soci iniziali, e io nel contempo ho anche fatto una figlia» racconta Sanna, spiegando che per godere a pieno di una scelta del genere, serve anche impegno. «Non si può pensare di fare un cohousing, e che magicamente funzioni. È un equilibrio che va ricercato in ogni istante, anche se questo nasce piuttosto spontaneamente perché tutti siamo coscienti di quello che abbiamo sostenuto fino a qui, sia a livello economico, che emotivo». «Banca Etica è l’unica che si è dimostrata realmente interessata. La nostra cooperativa era nata da appena quindici giorni, e abbiamo firmato un mutuo che ci ha permesso anche investimenti per il risparmio energetico. Stiamo valutando insieme la replicabilità del modello». Il senso è quello di una libertà di movimento che va al di là dei confini del proprio alloggio, e che procede nella direzione di una migliore qualità della vita. Lo spirito di tutti va verso una buona predisposizione alle iniziative collettive (non sono rari i momenti d’incontro con il territorio, inizia- Nell’art. 2 dello statuto dell’Associazione CoAbitare, si trovano la maggior parte delle linee che guidano non solo l’Associazione stessa, ma i progetti che mettono in atto. Le finalità sono quelle di favorire la formazione di comunità intergenerazionali di coabitazione sostenibile, basate su un modello di convivenza attiva; promuovere la realizzazione di abitazioni in cui coesistano spazi privati e spazi comuni, nonché la nascita di società cooperative; sostenere la progettazione partecipata di architetture che sostengano il risparmio energetico, prevenire il disagio sociale. Tra gli obiettivi c’è quello di costituire un riferimento ripetibile sul territorio. Gli altri progetti dell’Associazione in corso sono “Via Perugia”, per fare di un vecchio opificio uno spazio di cohousing che prevede la realizzazione di residenza e di un parco centrale di circa 5000 mq. In programma ci sono anche una serie di incontri per offrire conoscenze, informazioni, idee e strumenti a chi desidera abitare in modo differente. Una serie di incontri non solo di teoria, ma anche di pratica, per approfondire tutti gli aspetti che interessano un modello nuovo di abitare, che poi è il più vecchio del mondo, appunto. www.cohousingnumerozero.org www.coabitare.org 3 Banca Etica, per l’abitare sostenibile TURE NIRVANE SOC. COOP. I GENOVA Torri Superiore: dal Medioevo all’ecovillaggio www.torri-superiore.org Le belle storie richiedono tempo, perché è al tempo che restituiscono il valore più grande. Torri Superiore è la frazione superiore di un paese rimasto disabitato nella zona di Ventimiglia. Dopo un lungo percorso un gruppo di soci costituiti in cooperativa l’hanno ristrutturato, trasformato in un ecovillaggio e portato a nuova vita. Nel 1989 si è costituita l’Associazione Culturale Torri Superiore, con lo scopo di restaurare il borgo medievale lasciato in abbandono. «Il villaggio di Torri viene citato per la prima volta in un documento del 1073, nella frase “Actum in castro ubi Ture dicitur” (“Questo accadde in un villaggio chiamato Ture”, Cais, Contea di Ventimiglia) – si legge sul sito ufficiale –. L’origine dell’insediamento medievale a Torri Superiore, un complesso di edifici separati da poche centinaia di metri dal villaggio principale, è incerta, ma si ritiene che possa risalire al tardo XIII secolo». «Quando abbiamo scoperto questo borgo, c’era rimasto un unico abitante – racconta uno dei protagonisti del recupero, Massimo Candela – e l’idea era quella di farlo rivivere, riabitandolo con prime case. Ci sono voluti molti anni prima che un gruppo di persone fosse in grado di comprare il borgo, spartendolo in parte come proprietà dell’Associazione, e in parte come proprietà dei soci. Da lì l’istituzione di una comunità di residenti, e l’inizio della ristrutturazione della parte posseduta dall’associazione». I soci hanno creato una cooperativa chiama Ture Nirvane che nell’arco di 10 anni è riuscita a ristrutturare completamente il borgo. 4 Ora i soci stanno iniziando a occuparsi anche dell’aspetto turistico, con la creazione di una struttura ricettiva. Oggi il borgo è completamente ristrutturato e abitato in modo permanente da una ventina di persone tra adulti e bambini. In più c’è qualche seconda casa, usata per periodi di vacanza. L’intera operazione ha avuto come fulcro il lavoro sulla sostenibilità: «Per quattro anni la nostra cooperativa ha gestito la segreteria della Rete Italiana degli Ecovillaggi, e questo ci ha dato accesso a ulteriori stimoli e scoperte, specialmente nel confronto con il Nord Europa, dove le esperienze degli eco-villaggi sono davvero vent’anni avanti a noi» commenta Candela. Il recupero del borgo è un vero e proprio “riciclo urbanistico” che ha comportato una grande sfida nel tentativo di applicare agli edifici medievali i più moderni parametri per il risparmio energetico delle abitazioni: un fronte molto più facile da gestire quando si costruisce exnovo. Per le opere di restauro sono stati usati pietra naturale locale, calce (per gli intonaci e le pitture murali) e materiali isolanti naturali (sughero, fibre di cocco). Serramenti in legno sostenibile, smalti e pitture murali ecologiche. L’acqua calda è prodotta dai pannelli solari, e gli impianti di riscaldamento sono a bassa temperatura. Gran parte dell’energia elettrica del centro culturale viene autoprodotta con i pannelli fotovoltaici. C’è una “compost toilet” (in funzione all’esterno) e un piccolo impianto di fitodepurazione per un’unità abitativa privata. L’obiettivo è quello di riuscire a completare la produzione di energia da fonti rinnovabili e cibo locale. Nel borgo ci sono diversi orti e frutteti, ispirati ai principi della permacultura, che forniscono verdura e frutta fresca, e altre coltivazioni sono in via di realizzazione. Chiaramente vengono prodotte uova fresche, ma anche olio d’oliva, pane, pasta fresca, miele, marmellata, yogurt, gelato, tisane di erbe locali. Raccolta differenziata e riciclo sono parole d’ordine: gli scarti che non vengono utilizzati per nutrire gli animali vengono compostati. In tema trasporti, l’organizzazione prevede 5 automobili per 20 residenti, e anche gli ospiti sono incoraggiati all’uso del trasporto pubblico (treno e corriera locale). Per il trasporto da e per le campagne, ci sono due asini. Dal 2010 viene organizzato il programma culturale “Vivere la transizione”, che prevede corsi e seminari sulla sostenibilità per diffondere le informazioni apprese dagli abitanti dell’ecovillaggio nel corso del tempo. Il cibo che si acquista nel borgo è in gran parte biologico, o di provenienza locale. Nessun alimento surgelato, precotto, geneticamente modificato, basi pronte, e in inverno si sfrutta il forno a legna per pane e pizze. Banca Popolare Etica ha erogato un prestito finalizzato alla realizzazione dell’impianto a pannelli fotovoltaici per produrre energia da fonti rinnovabili: «Le pratiche hanno richiesto tempo, ma una volta fatte, la Banca si è fidata totalmente, concedendoci addirittura un mutuo chirografario», conclude Candela. Banca Etica, per l’abitare sostenibile FONDAZIONE CASA AMICA I BERGAMO Housing sociale sul territorio Casa Amica è una Fondazione di partecipazione impegnata da venti anni nel settore dell’housing sociale sul territorio della provincia di Bergamo con l’iniziale scopo di rispondere al bisogno abitativo dei cittadini immigrati. Nel tempo la Fondazione ha ampliato il suo operato all’articolazione di risposte a situazioni di disagio e difficoltà espresse anche dai cittadini e dalle famiglie italiane. Oggi la Fondazione promuove il tema abitativo all’interno del più ampio contesto delle politiche di welfare locale, assumendo l’edilizia sociale come servizio tra i servizi, la cui funzione sociale e pubblica si accorda a un generale interesse economico. Nelle prime fasi di attività l’organizzazione era nata come Associazione di volontariato promo- trice dell’utilizzo dei bandi pubblici mirati alle politiche dell’accoglienza. Negli ultimi anni, con la trasformazione in Fondazione di partecipazione, ha assunto il ruolo di promotore e gestore verso imprenditori privati di progetti con finalità pubblica. Oggi la Fondazione Casa Amica è impegnata nel promuovere sul piano delle politiche l’utilizzo dei bandi finanziati dalla Regione Lombardia per la realizzazione di nuove costruzioni. Nel caso del Piano di Governo del Territorio di Bergamo questo ha significato garantire che ciò che verrà costruito in futuro non solo sia redditizio, ma anche capace di intercettare i bisogni di fasce sociali che altrimenti rischierebbero di essere escluse dal mercato della casa. Questo dovrà avvenire attraverso la destinazione di una quota parte dei nuovi alloggi all’edilizia sociale. La cultura della locazione, nella visione della Fondazione, deve essere diffusa a livello istituzionale, tra gli imprenditori e gli investitori privati. Fondazione Casa Amica cerca di rintracciare anche le nuove linee di tendenza, l’esistenza di opportunità per realizzare alloggi di edilizia sociale e progetti di social housing innovativi con lo sviluppo di reti territoriali. Per quanto riguarda la gestione degli alloggi la Fondazione ha sempre avuto un’attenzione particolare al sociale, accogliendo in primis le istanze di immigrati e cittadini italiani in stato di bisogno e a rischio di esclusione dal diritto alla casa. La gestione non si esaurisce nell’offerta di alloggi in locazione a un canone significativamente più basso rispetto ai livelli di mercato, ma anche nell’attività di accompagnamento sociale degli inquilini che costituisce un vero elemento di innovazione rispetto al panorama nazionale. Il servizio prevede: attività di accoglienza e orientamento rivolta a tutte le persone svantaggiate in cerca di un alloggio; consulenza al momento dell’assegnazione dell’alloggio; affiancamento nel corso della durata della locazione e accompagnamento all’uscita. Banca Etica ha concesso un credito di 300mila euro e mutui ipotecari per l’acquisto di immobili assegnati in affitto a soggetti in situazione di disagio economico, con patto di riscatto. www.fondazionecasaamica.org LA CASA ECOLOGICA DELLA BERGAMASCA I BERGAMO La filanda da abitare Una vecchia filanda, recuperata e resa una struttura abitativa rispettosa dell’ambiente. Succede a Cicola, una piccola frazione nella provincia di Bergamo. La Casa Ecologica della Bergamasca fa parte della rete del Consorzio Acli Casa, che trova rappresentanza a livello nazionale nell’organismo Federabitazione. Tra gli obiettivi del Consorzio c’è quello di «ricercare attraverso la collaborazione con enti locali, enti pubblici e privati, istituti bancari, occasioni per realizzare interventi di edilizia residenziale convenzionata e agevolata». “Filanda” è il nome con cui vengono identificati, nell’Italia settentrionale, gli stabilimenti di lavorazione e filatura, di seta e cotone. Edifici piuttosto alti, a più piani, e con una buona illuminazione. «Il vecchio fabbricato in questione – racconta Davide Mosconi, responsabile del Consorzio Acli casa – era proprietà di un Conte, e dopo l’acquisto, è in fase di completamento il recupero dell’area: un primo edificio di dieci alloggi, e un secondo di cinque, collegati da un passaggio aereo. Abbiamo incontrato prima alcune difficoltà nell’iter progettuale, per un’errata interpretazione del piano regolatore. Dopo aver vinto il ricorso, facendo il lavoro ci siamo imbattuti in reperti archeologici, resti pre-romani, che ci hanno costretto a rivedere il progetto». Necessario lo stop per consentire ai Beni Culturali di fare il proprio lavoro, tempi dilatati: i lavori però sono in fase di completamento. La cura nella realizzazione ha previsto l’utilizzo di materiali e impianti in ottica ecologica, e un accurato adattamento al contesto ambientale del territorio. Nelle linee guida del Consorzio c’è infatti il motto “casa da vivere”, che indica anche un’attenzione particolare «alla qualità, l’efficienza e la sostenibilità dei materiali, degli impianti e delle costruzioni». L’intervento di Banca Popolare Etica ha previsto un mutuo fondiario con ipoteca sull’immobile, e le relative quote di mutuo saranno accollate ai singoli soci quando verranno loro affidate le abitazioni. Inoltre, si potrà usufruire dei vantaggi fiscali sul recupero edilizio. www.aclicasabergamo.it 5 Banca Etica, per l’abitare sostenibile IMMOBILIARE SOCIALE BRESCIANA I BRESCIA Casa e inclusione sociale Immobiliare Sociale Bresciana (Isb) è un consorzio di cooperative sociali nato nel 2001 per favorire e facilitare la tensione allo sviluppo e all’innovazione nel campo immobiliare sociale, utilizzando il modello cooperativo. La sua attività si muove in due direzioni: supportando le cooperative socie nell’espletamento dei loro servizi (tramite la realizzazione delle sedi e delle strutture necessarie a realizzare i servizi di natura sociale) da un lato, e realizzando o ristrutturando stabili da dedicare interamente a progetti di housing sociale, tramite una gestione diretta da parte del Consorzio. 6 L’obiettivo è quello di affrontare l’emergenza abitativa coniugando anche il supporto alle comunità locali. Sono due le direttrici che ispirano l’operato del Consorzio: da una parte l’approfondimento degli aspetti tecnici dei progetti immobiliari, inteso come gestione dei cantieri; dall’altra la gestione degli aspetti sociali intesi nell’accezione di property management, cioè di gestione delle relazioni e dei servizi ai clienti/inquilini. Tra i progetti finanziati da Banca Etica, c’è il Polo Produttivo Sociale “Panta Rei”, il primo progetto del Consorzio Immobiliare Sociale Bresciana. Realizzato a Brescia, in Via Buffalora, su un’area di circa 11.000 mq concessa in diritto di superficie per 60 anni dal Comune di Brescia. Tale progetto, iniziato nel 2002 e terminato nel 2005, ha visto la realizzazione delle sedi di 7 cooperative sociali di tipo B che operano nel bresciano e di 8 appartamenti destinati all’housing sociale. Un altro progetto riuscito è il complesso di via Milano 59 a Brescia che comprende 16 appartamenti organizzati in una palazzina di 4 piani e 7 loft, situati in una depen- dance del condominio. All’interno di 2 loft e al primo piano dello stabile si trovano servizi di pubblica utilità, tra cui 4 strutture poliambulatoriali gestite dalla cooperativa La Rete, un ambulatorio dentistico e uno di consulenza psicologica. Il Complesso sociale polifunzionale Viale Duca degli Abruzzi (Brescia) è quella che si potrebbe chiamare “la casa di legno”: costruito nel 2012 su 3 piani – di cui uno interrato – è stato realizzata interamente in legno, lasciato a vista sia all’interno che all’esterno. Un esempio di sostenibilità ambientale: l’intero complesso beneficia di una centrale a biomassa, di pozzi geotermici, pannelli solari e sistemi di controllo dell’umidità e di ricircolo dell’aria. Tutte le abitazioni sono disposte attorno a una piazza centrale condominiale e sono collegate tra loro da ballatoi. All’interno della struttura che ospita le sedi, gli uffici e i servizi di altre 4 cooperative sociali c’è anche una sala polivalente di circa 50 mq, che ospita una biblioteca e videoteca oltre a uno spazio per riunioni a disposizione degli abitanti del distretto. www.isbonlus.it Banca Etica, per l’abitare sostenibile CO-HOUSING I VICENZA Il vecchio borgo diventa Co-Housing C’è una storia che parla di una scelta nata da una condivisione, che racconta la voglia di pensare un ambiente abitativo comune – non unico, s’intende – cresciuta nel corso di una precedente esperienza. È quella di tre famiglie che si sono conosciute nell’ambito scolastico dei propri figli, una scuola steineriana. borgo, prima appartenente a un anziano signore, nativo del posto, ma emigrato all’estero da molti anni: «Non abbiamo incontrato nessuno ostacolo dall’amministrazione comunale, anzi, ci ha dato il suo pieno appoggio. Siamo stati accolti bene e anche integrati nell’ambito delle feste e delle ricorrenze della zona». Da questa amicizia è partita prima l’idea di affrontare un nuovo modo di concepire l’abitare (e perché no, forse un futuro lavoro), e la ricerca di uno spazio adeguato. «Venivamo da tre differenti paesi e abbiamo sentito l’esigenza di fare qualcosa di nostro, in un posto dove poter lasciare un’impronta. Abbiamo trovato questa porzione di contrada ormai disabitata – racconta Gianluca Biasetti, uno dei protagonisti – e dopo un anno e mezzo di contrattazioni, abbiamo fatto il grande passo, acquistando». Quando il progetto sarà finito – si prevede una prima agibilità entro l’estate 2015 – ci abiteranno le tre famiglie e una signora legata al gruppo. Ma non è tutto, perché ci sono anche risvolti professionali: «Nel borgo ristrutturato ci saranno camere da dedicare a un bed&breakfast, una sala conferenze, e un’attività agricola legata al terreno circostante, fatto di campi e boschi – spiega Biasetti –. «Vorremmo anche fare in modo che nel tempo le case non abbiano nessuna dipendenza dal petrolio e in generale da enti che distribuiscono energia». Il progetto Costapiana Co-housing (Valli del Pasubio, provincia di Vicenza) ha previsto la totale demolizione e riqualificazione del Lo spazio, racconta Biasetti, è di mille mq calpestabili, e completata la fase di costruzione della struttura portante (in X-Lam), è realizza- to in auto costruzione: «I coppi, per esempio, li abbiamo posati noi, recuperandoli da quelli originali. Abbiamo lavorato sempre a stretto contratto con gli artigiani, per la parte che riguarda certificazioni e necessità di linee guida, e anche perché ci teniamo che venga esaltato il lavoro del territorio. Anche il legno è lavorato nell’arco di massimo una cinquantina di km, è quello del Cadore e dell’altopiano di Asiago». La realizzazione dell’opera è stata curata da una ditta specializzata nella costruzione di abitazioni ecologiche, mentre l’autocostruzione si è concentrata sulle attività che richiedevano molto lavoro in termini di ore-uomo, e nessuna certificazione (ad esempio il recupero di materiali, la posa dei pavimenti ecc). «Banca Etica ha appoggiato il progetto, aiutando la mia famiglia a realizzare questa idea – spiega Biasetti – con un pre-finanziamento che poi diventerà un mutuo prima casa. Siamo tutti correntisti e soci, chi da più anni, chi da meno». VICINI DI CASA ONLUS I UDINE La casa è un diritto di tutti L’accesso alla casa è uno dei temi più complessi che la società si trovi ad affrontare, ulteriormente acuito nella sua difficoltà con la crisi economica. Il già ostile meccanismo si complica maggiormen- te quando chi cerca casa è un cittadino immigrato. La Cooperativa “Vicini di Casa” nasce a Udine venti anni fa con lo scopo di favorire e facilitare l’accesso alla casa da parte dei cittadini immigrati. Ora si rivolge a cittadini italiani e stranieri in situazione di disagio abitativo. «In un certo senso siamo stati i precursori di Banca Etica – racconta Piero Petrucco, vicepresidente – con esperienze di credito bancario solidale che poi sono confluite nell’istituto». “Vicini di Casa” si muove attraverso due linee fondamentali d’azione: da un lato fornendo servizi di ricerca casa, assistenza e accompagnamento alla locazione abitativa, e dall’altro, contribuendo all’offerta abitativa attraverso interventi di edilizia residenziale. Tra le sue attività, anche alcuni progetti sperimentali interessanti. Tra questi FRII (Fondo Ristrutturazione Immobili Inutilizzati): nelle periferie o nei piccoli centri esistono case vecchie e fatiscenti abbandonate al degrado per incuria, per mancanza di risorse adeguate alla ristrutturazione, o per scarso rendimento dell’operazione del punto di vista commerciale. In questi casi, l’Associazione fa un accordo di comodato con il proprietario, in virtù del quale l’immobile viene ceduto gratuitamente per un certo numero di anni (mediamente 10). Dopo aver provveduto alla ristrutturazione, l’Associazione lo dà in locazione agli immigrati; con l’affitto percepito si recupera l’investimento finanziario, ripristinando così il fondo. Finito il concordato, la casa torna al proprietario, il quale si ritrova quindi un immobile ristrutturato, e, nel contempo, si è data la possibilità a famiglie di immigrati di fruire di un alloggio. Le risorse finanziarie per tali interventi vengono fornite in parte dalla Regione e in parte dalla Provincia, a fronte e sulla base di un piano di fattibilità e del relativo progetto esecutivo, che devono essere approvati dalla Regione stessa. www.vicinidicasa.org 7 Banca Etica, per l’abitare sostenibile COHOUSING SOLIDARIA COOP I FERRARA Famiglie insieme per un vivere comune Dopo lo Statuto, i fatti: «Nell’autunno del 2012 è stato individuato il lotto adeguato per un cohousing in città, a pochi passi dalla Cattedrale di San Giorgio e affacciato sul Po di Primaro. Il terreno – su cui erano stati edificati 2 immobili fatiscenti da demolire e di cui sfruttare la cubatura per la costruzione del cohousing – è di complessivi 3.498 mq, al suo interno suddivisibile in lotti». Il 21 luglio 2014 si è aperto il cantiere e sono iniziati i lavori. Come si addice a un buon cohousing, la priorità viene data agli spazi comuni. In questo caso, il progetto autorizzato prevede la realizzazione di un edificio in legno (tecnologia X-Lam) in classe energetica A+ di ca. complessivi 820 mq, composto da 3 piani fuori terra suddivisi in 7 appartamenti e spazi utilizzabili da tutti come una grande sala con camino, cucina spaziosa, bagno per portatori di handicap e una lavanderia con lavatrici, angolo stiro e cucito. Dopo meno di un anno, le famiglie, a marzo 2013, si sono costituite in Cooperativa (Coop Cohousing Solidaria) e hanno acquistato direttamente un primo lotto di 900 mq prospiciente il fiume, oltre a un lotto (120 mq ca.) per le autorimesse e alla quota millesimale del lotto destinato a viabilità e a standard comuni a tutti i lotti. La gara di appalto per la progettazione è stata vinta dallo Studio Rizoma di Bologna, e da lì ha preso il via il processo di progettazione partecipata. L’iter autorizzativo concordato con l’Amministrazione comunale ha previsto una valutazione preventiva di conformità urbanistico-edilizia del progetto, a cui è seguito un permesso di costruire per il primo stralcio di opere. «Banca Etica ha da subito creduto nella validità del progetto, considerando la richiesta di finanziamento eticamente compatibile. Valutata la pratica, è stato concesso un mutuo a 20 anni per un importo di 580.000 euro – racconta Alida Nepa –. L’importo complessivo dei lavori è previsto in euro 1.650.000 oltre Iva, corrispondente a un prezzo al mq per il costruito di 2.000 €/ mq (oltre Iva), prezzo ottimo considerando il mercato ferrarese, la qualità dei materiali impiegati, la costruzione in bioedilizia e le prestazioni energetiche: tutto questo assegna un altissimo valore qualitativo all’immobile che si aggiunge al prioritario valore sociale dello stile abitativo in cohousing». su un modello di convivenza attiva e aiuto reciproco e promuovendo l’abitare in immobili costruiti o ristrutturati secondo i canoni della bioedilizia e a basso consumo energetico, con parti e servizi comuni». www.cohousingsolidaria.org 8 Immaginare un vivere comune, senza per forza avere già una rete di amici e parenti, è possibile. Lo dimostra un cohousing di Ferrara, uno degli esempi più virtuosi nell’ambito dell’abitare condiviso. Il progetto nasce proprio dalla volontà e dal desiderio di alcune famiglie, che non si conoscevano, di vivere in modo più partecipe. «Le famiglie hanno costituito l’Associazione di promozione sociale “Cohousing Solidaria” – racconta la presidente Alida Nepa – con uno statuto in cui si è cercato di sintetizzare i propositi di adottare uno stile di vita basato sui principi della solidarietà, condivisione, rispetto dell’ambiente, decrescita dei consumi, incoraggiando la nascita di comunità intergenerazionali basate Banca Etica, per l’abitare sostenibile SNOOPY CASA I RAVENNA Mano tesa ai giovani “Snoopy Casa S.c.r.l.” è una cooperativa di abitazione costituita nel 1976. Inizialmente la Cooperativa operava nel comprensorio ravennate, ma oggi, dopo avere incorporato per fusione altre cooperative di abitazione aderenti a Confcooperative, si muove in tutta la provincia di Ravenna realizzando prevalentemente interventi di edilizia sociale. L’intervento di Via Boschi a Faenza riguarda un’iniziativa di edilizia sociale con la quale la Cooperativa intende dare una fattiva risposta all’esigenza dei soci di avere in assegnazione un alloggio in locazione a canone calmierato. «Snoopy Casa, a seguito del Bando emanato dalla Regione Emilia Romagna (Bando ERS 2010), si è attivata per verificare se il Comune avesse la disponibilità di un’area da assegnare per la realizzazione di edilizia sociale – spiega il Presidente di Snoopy Casa Giovanni Dallara –. Non avendo riscontrato la disponibilità da parte dell’Amministrazione comunale di aree per l’edilizia sociale, il Cda della Cooperativa ha deciso di utilizzare un’area già acquistata in precedenza per la realizzazione di un immobile finalizzato all’assegnazione in proprietà per presentare domanda di finanziamento alla Regione Emilia Romagna modificando, per una parte di alloggi, la destinazione in locazione a termine». La Cooperativa ha deciso di muoversi in questa specifica direzione, in considerazione del periodo di crisi economica e delle difficoltà di accesso al credito. «La locazione a termine ha come primo obiettivo la soluzione del problema di accesso ad alloggi a canone calmierato. Il Bando Regionale, a fronte della concessione del contributo, impone al soggetto attuatore una riduzione del canone previsto per gli alloggi inferiore al 30% rispetto ai canoni concordati». La Cooperativa Snoopy si è inoltre impegnata a ridurre il canone di un ulteriore 5%. «Questa tipologia di locazione, soprattutto per i giovani, permette di poter iniziare una vita di coppia e programmare nel futuro l’acquisto della casa utilizzando le agevolazioni della Regione – continua Dallara –. Il bando ERS 2010 permette, a partire dal quarto anno dall’assegnazione in godimento, la possibilità di chiedere alla Cooperativa la trasformazione del godimento a termine in proprietà, utilizzando una quota del contributo ricevuto (6/10 dopo il 4° anno e via via riducendosi fino a renderlo 0 al decimo anno, visto che la durata della locazione a termine è prevista per l’appunto per 10 anni) dalla Cooperativa a un prezzo parametrico particolarmente vantaggioso». L’intervento di Banca Popolare Etica va in favore di un progetto edilizio composto complessivamente da 14 alloggi di cui 11 avranno la destinazione a locazione a termine mentre i restanti 3 saranno assegnati con la formula della proprietà. L’edificio sarà realizzato con particolare attenzione all’isolamento acustico, al risparmio energetico con maggiorazione di oltre il 10% del rispetto dei limiti di legge, prevedendo impianti di riscaldamento con cogeneratore, distribuzione con pannelli radianti a pavimento, produzione di energia elettrica mediante cogeneratore e pannelli solari, integrazione della produzione di acqua calda sanitaria tramite pannelli solari. Gli alloggi saranno così classificati prevalentemente in classe A e comunque mai in classe inferiore alla classe B; la locazione a termine con patto di futura vendita permette di garantire al socio/inquilino la finitura e personalizzazione degli spazi interni; infissi esterni in PVC e alluminio e quelli interni in legno. www.snoopycasa.it 9 Banca Etica, per l’abitare sostenibile LE MANI PER VIVERE INSIEME I SENIGALLIA Autocostruzione come integrazione www.integrazionemigranti.gov.it L’autocostruzione può anche essere uno strumento d’integrazione e coesione sociale. Faticoso, pieno di fasi diverse da gestire e tanti soggetti da guidare e coinvolgere, ma realizzabile. “Le mani per vivere insieme” è un esempio calzante. Si tratta di un progetto della Provincia di Ancona co-finanziato, nel 2007, dal fondo per l’inclusione sociale dei migranti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che prevedeva diverse azioni, tra le quali la realizzazione di venti alloggi in autocostruzione a Cesano di Senigallia. Metà degli alloggi da affidare a cittadini italiani, e metà a extracomunitari. La gestione tecnica e operativa del progetto è affidata al Consorzio ABN-a&b network sociale di Perugia e al Consorzio Solidarietà di Senigallia. Lucio Cimarelli, presidente di Consorzio Solidarietà, racconta quanto siano delicati i processi di condivisione e le dinamiche sociali tra soggetti di molte nazionalità diverse. Come Soggetto Gestore, ha preso parte ai tavoli per il bando di assegnazione che comportava una serie di requisiti di cittadinanza, reddito, ma anche capacità economico-finanziaria. «In questo il ruolo di Banca Popolare Etica è stato molto importante – racconta – perché era necessario capire la reale possibilità dei soggetti di accollarsi un mutuo». Alla fine della prima selezione, i cittadini idonei erano solo sette: due stranieri, e sette italiani. La cooperativa si è costituita con loro, e poi la ricerca degli altri idonei a completare il numero necessario è continuata nei mesi successivi. Il Comune ha poi venduto il terreno alla cooperativa, grazie a un finanziamento di Banca Etica. «Con loro avevamo già contatti e una forte condivisione sul piano etico e ideologico, ed è il primo interlocutore a cui ci siamo rivolti. Dopo di che, per la logica della trasparenza, abbiamo consultato anche altri istituti di credito, ma è stata anche l’unica a rendersi disponibile. Altre forse non hanno ritenuto di interessarsi a quella fascia grigia di famiglie troppo “ricche” per le case popolari e troppo povere per comprarsene una sul mercato». Il cantiere, racconta Cimarelli, è stata una bella esperienza, e i lavori si sono conclusi a novembre 2012 (dopo poco più di un anno) e negli alloggi autocostruiti abitano sette nazionalità diverse: ucraini, polacchi, albanesi, algerini, italiani, cinesi, iraniani. ARIACOOP I RIMINI Una casa propria, autocostruita Diciotto case a schiera a San Giovanni in Marignano (Via Ferrara) in provincia di Rimini: è questo il progetto di autocostruzione curato da Ariacoop Società Cooperativa, una cooperativa edilizia con il principale scopo di autocostruire la prima casa ai propri soci. Il progetto di Marignano è durato dal 2008 – quando la Cooperativa ha ottenuto l’area edificabile identificata dal Comune per l’edificazione di case popolari, dopo aver vinto il bando l’anno prima – al 2011. Più di 150 mq di superficie calpestabile con garage per ogni abitazione, e il prerequisito che si trattasse di prime case, e che nessuno dei soci fosse già in possesso di un’abitazione. I finanziamenti sono arrivati da Banca Popolare Etica, e Gianpietro Bonomi, presidente di Ariacoop, la definisce un’ottima collaborazione: «Banca Etica ci è venuta incontro con l’Iva e anche con un mutuo venticinquennale partito con 10 un Euribor molto basso (0.90). Non ci hanno mai fatto tribolare, cosa che invece succede con altre realtà finanziarie». Gli edifici, di classe A+, hanno messo al lavoro molte persone, e il loro prezzo è stato circa la metà del valore di mercato. Certo, è necessario dedicare tutto il tempo libero a propria disposizione, per un lungo periodo, alla realizzazione del cantiere, ma alla fine «le famiglie crescono, e sono nati un sacco di bambini». «Tutte le volte che rientro a casa e so che se non ci fossimo tutti impegnati i nostri ragazzi non si sarebbero mai potuti permettere delle case del genere, mi riempio di gioia. Sono contento che anche quelli che all’inizio erano scettici sulla fattibilità del progetto, hanno poi cambiato idea». È servita molta attenzione negli acquisti, ma non si è mai risparmiato sulla qualità dei materiali: «Mi piace raccontare come aneddoto a tutti gli esperti del settore che arrivavano, e che si stupivano di tutto il ferro che c’era nella costruzione – racconta – che nella struttura niente è stato lasciato al caso. Abbiamo gestito gli acquisti nel modo più trasparente possibile. Senza fare favoritismi, abbiamo anche perso qualche amico, ma siamo sempre andati da chi, a parità di qualità, faceva il prezzo migliore. E poi tutti all’opera: abbiamo chiamato il miglior elettricista della zona, che ha anche controllato il lavoro fatto successivamente da noi. Chiaro, per le fasi importanti, come le saldature in rame, è intervenuto lui, ma per i lavori di routine, abbiamo potuto risparmiare sulla manodopera, mettendoci tutti quanti al lavoro». Un breve manifesto della Cooperativa sulla casa fai da te: «Una volta definito il luogo ove costruire, si acquistano i materiali in cooperazione e si dà il via all’edificazione sotto la guida di esperti progettisti e direttori di cantiere. Saltano così le feste, i fine settimana, le ferie e in una ventina di mesi ecco che l’opera può intendersi compiuta e il sogno realizzato». www.ariacoop.it Banca Etica, per l’abitare sostenibile ALISEICOOP + IL SOGNO I NAPOLI Serve l’impegno di tutti La casa non è solo un bene materiale, un tetto che ripara, ma un diritto sociale fondamentale, uno spazio all’interno del quale si sviluppano le relazioni familiari e grazie al quale è possibile proiettarle verso l’esterno. È su queste fondamenta che poggia l’attività di Aliseicoop, una cooperativa sociale nata nel 2001, il cui impegno punta a sviluppare attività di intermediazione abitativa per una locazione a prezzi “accettabili”, interventi di social housing, di autocostruzione assistita, di recupero e autorecupero e, di recente, di ricerca e mappatura di spazi inoccupati da destinare alla locazione. Banca Etica ha preso parte a un Programma sperimentale di autocostruzione in Campania che prevede due interventi a Villaricca e Piedimonte Matese. Il primo si è concluso in questi giorni (dicembre 2014, ndr) con il sorteggio che ha visto assegnare ai soci della Cooperativa Il Sogno 25 case autocostruite. Il secondo è in fase avanzata di edificazione: sono stati completati i tetti delle prime 6 case e sono in fase di ultimazione i secondi 6 della cooperativa Fabiana. Aliseicoop riveste il ruolo di Organismo di Intermediazione cui è affidato il “governo” dell’intero processo all’interno di un programma finanziato in parte da Banca Etica e in parte dal Fondo Immobiliare della Regione Campania. Di fatto, le risorse finanziarie concesse alle cooperative sono prestiti in entrambi i casi e non contributi. «Questo aspetto del Programma è molto importante se si considera l’abitudine diffusa sul territorio di “aspettare” l’assegnazione delle case popolari. Inizia invece a diffondersi l’idea che la casa può essere costruita e pagata a prezzi ragionevoli dagli stessi inquilini – spiega Carla Barbarella, presidente di Aliseicoop - E non è cosa di poco conto, trattandosi comunque di soggetti a reddito debole». Regione Campania e Banca Etica hanno dunque concesso alle due cooperative di autocostruttori un mutuo a copertura del 100% del costo di edificazione, comprensivo dell’acquisto dei materiali, dei compensi dei professionisti, degli oneri concessori e simili. È escluso invece il costo della manodopera perché sono gli autocostruttori stessi a costruire manualmente la propria casa il sabato e la domenica. Le condizioni di erogazione e rimborso dei mutui tengono conto del carattere sociale degli interventi anche se rientrano nei criteri di una normale bancabilità. Specifico è invece il fatto che i ratei di rimborso scattano una volta terminati il frazionamento e l’accollo dei mutui ai singoli soci, per evitare che un eventuale affitto per l’alloggio che si occupa in attesa di quello autocostruito si cumuli con il rimborso del mutuo. Il che, per nuclei familiari a reddito debole e molti figli a carico, rappresenta una importante facilitazione. Nel corso del processo di edificazione, spiega ancora Barbarella, è a carico degli autocostruttori un versamento mensile massimo di 100 euro a copertura degli interessi di pre-ammortamento. In questo modo si diluisce il peso del rimborso degli interessi sulle anticipazioni. Anche questo è un elemento molto importante. La “casa” viene acquisita dagli autocostruttori grazie al loro lavoro manuale, ma anche al loro seppure ridottissimo impegno finanziario. Nessuno regala niente a nessuno. In questo schema finanziario l’unico “contributo” concesso viene dalla Regione Campania il cui Fondo Immobiliare presta alla cooperativa una parte del mutuo a interesse zero. Anche questa non è una facilitazione di poco conto perché contribuisce (insieme alla riduzione di oltre il 50% del costo del lavoro) a ridurre quello complessivo della casa. Barbarella racconta ancora che l’autocostruzione in Campania è per alcuni aspetti una vera e propria sfida. Per questo la Cooperativa si è rivolta a Banca Etica, perché era necessario che fossero coinvolti soggetti realmente convinti dell’utilità e soprattutto della fattibilità dell’autocostruzione. La scelta è ricaduta sull’istituto che fosse speciale, eticamente convinto e con esperienza sociale consolidata. www.aliseicoop.it 11 Banca Etica, per l’abitare sostenibile CONSORZIO UNITARIO COOP CASA I FOGGIA Non solo casa Non si parla “solo” di case, ma di un modo di abitare attento alla dimensione familiare, così come a quella dei singoli, sempre in ottica di condivisione. Il Consorzio Unitario Coop Casa è un consorzio di secondo livello a cui aderiscono consorzi di primo livello, a loro volta partecipati da cooperative. In questo caso la cooperativa di riferimento si chiama Mons. Giussani, che aderisce a Cecap (che, a sua volta aderisce a Coop Casa). «Il finanziamento di Banca Popolare Etica consiste in un mutuo fondiario a stato di avanzamento lavori concesso per la realizzazione di 68 alloggi di edilizia popolare a favore del Consorzio Unitario Coop Casa di Foggia, consorzio promosso da tutte le centrali cooperative – racconta Michelangelo Rubino –. L’importo deliberato dalla Banca ammonta a 5.500.000 euro e rappresenta, approssimativamente, circa la metà dell’intero intervento». Grazie a questo finanziamento, prosegue, è stata soddisfatta la richiesta di 68 nuclei familiari che nella città di Foggia – che soffre di una considerevole emergenza abitativa – hanno potuto realizzare il sogno di un alloggio di proprietà a prezzi mediamente più bassi del 20% rispetto al mercato abitativo locale. Ma, appunto, non si parla solo di alloggi. L’intervento edilizio ha visto anche la realizzazione di «circa 1000 mq di servizi dove sono stati realizzati un asilo nido, una palestra e un centro di aiuto e consulenza per la famiglia, gestiti da cooperative e associazioni di promozione sociale che offriranno i loro servizi a favore dei nuclei familiari della cooperativa nonché del territorio contiguo». Proprio in questi giorni (dicembre 2014, ndr) si sta perfezionando il frazionamento dei mutui a favore dei singoli soci. La Banca, con l’intervento, ha acquisito 36 nuovi clienti e soci, e, raccontano dalla filiale, «sono state apprezzate le modalità di flessibilità, trasparenza e competenza anche in fase di accollo del mutuo». «Quando siamo partiti, circa 5 anni fa, eravamo nel pieno della crisi finanziaria per la quale ancora oggi paghiamo le conseguenze, e che riguardava soprattutto la bolla speculativa nei mercati immobiliari – ricorda Rubino –. Dopo molte ricerche presso altrettanti Istituti bancari del territorio, Banca Etica si è dichiarata da subito disponibile a venire incontro alle esigenze delle famiglie che avevano intrapreso un lungo e laborioso percorso per la costruzione degli alloggi, conscia della particolare situazione finanziaria generale, e si è prodigata nel fornire i migliori consigli per superare le difficoltà procedurali e le incombenze burocratiche, particolarmente complesse per un intervento di tali dimensioni». CONVIVIR I SPAGNA Il condominio per “senior” che facilita le relazioni e l’invecchiamento attivo Convivir è un progetto concepito come alternativa alle case di riposo e alle residenze assistite. È pensato per persone anziane autonome e indipendenti che vogliono vivere insieme a persone della stessa fascia di età e in situazione simile, in un ambiente amichevole e cooperativo che stimoli le relazioni conviviali in un clima che faciliti l’invecchiamento attivo e in salute e la prevenzione della non-autosufficienza. Il progetto consiste nella creazione di un condominio residenziale nella città di Horcajo de Santiago, un Comune di circa 4mila abitanti nella comunità autonoma di Castiglia-La Mancha (Spagna). Gli ap- Stampato nel dicembre 2014 / MV010 Stampa: Publistampa Arti Grafiche. Carta riciclata 100% macero, inchiostri con solventi a base vegetale. 12 partamenti potranno ospitare uno o due residenti ciascuno, mentre la struttura sarà dotata di molti servizi comuni pensati appositamente per favorire l’autonomia e l’indipendenza dei cittadini. L’idea è nata da un gruppo di pensionati e persone vicine all’età della pensione che hanno costituito una cooperativa chiamata “Convivir”, in cui la gestione è affidata agli stessi soci. Le opere di edificazione sono iniziate a gennaio 2014 e proseguono con la pianificazione prevista. L’edificio dovrebbe essere disponibile nei primi mesi del 2015. L’iniziativa è stata possibile grazie alla concessione di un mutuo da 3 milioni di euro da parte di Fiare Banca Etica. «Il finanziamento di Fiare Banca Etica è stato determinante per avviare il nostro progetto. Prima ci eravamo rivolti ad altri istituti finanziari che avevano però frapposto molti ostacoli e difficoltà», raccontano i promotori dell’iniziativa. La costruzione del condominio residenziale – che ospiterà 122 persone per un totale di 7mila mq – e la sua successiva utilizzazione rappresentano un notevole impulso per lo sviluppo sostenibile di tutta la zona circostante. www.apartamentosconvivir.com Via N. Tommaseo 7 35131 Padova (Italy) Ph. +39 0498771111 Fax +39 0497399799 www.bancaetica.it