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PRODOTTI DA BANCARELLA
L’olio
senza qualità
C
i telefona Silvio, il nostro corrispondente dalla Campania: «Ragazzi, a Napoli,
su una bancarella, ho visto un olio da
due euro il litro. I clienti non mancano. Voi
che ne dite?» Anche noi sentiamo puzza di
bruciato, dato che la sola imposta di fabbricazione è di 84 centesimi il kg (circa 73 centesimi per ogni litro), senza contare il costo
del prodotto, il trasporto, eccetera. Decidiamo di comprarlo per provarlo in laboratorio.
Non si sa chi li produce né da dove
vengano, ma hanno prezzo imbattibile:
due euro il litro, un terzo dei prodotti
più convenienti. Ci si può fidare?
Attenzione, sono una bomba nel motore
MARCHIO STORPIATO
Già l’esame della scarna etichetta non lascia
presagire nulla di buono: il marchio, Gedoil, è
la storpiatura di quello di una piccola Casa, la
Gedol, nota agli addetti ai lavori; poi mancano
del tutto i riferimenti alle specifiche qualitative
che gli oli motore devono rispettare. Persino la
quantità di prodotto non è indicata in modo
univoco. Nessun’altra informazione, non un indirizzo, nulla. Inviamo l’olio «sospetto» a un laboratorio specializzato per l’analisi. I risultati
sono chiari: la viscosità misurata (che corrisponde alla gradazione SAE 20) e il basso indice di viscosità dimostrano che non si tratta di
un multigrado SAE 15W-40, come indicato
sulla confezione (peraltro omettendo, forse non
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ETICHETTA
LACUNOSA
Il flacone di olio
da due euro
ha un’etichetta
lacunosa, priva
di indicazioni
fondamentali.
a caso, la sigla SAE, che nei lubrificanti indica
la classificazione della viscosità ideata dalla
Society of automotive engineer). Risultato: con
la coppa piena di quest’olio, un motore «fonde» non appena lo si sfrutta un po’. Se ha il
turbo, va in pezzi dopo pochi chilometri perché
il lubrificante non sopporta le alte temperature
che si raggiungono al suo interno. Ma non basta: l’analisi evidenzia l’assenza di additivi: siamo quindi in presenza di un olio base, probabilmente rigenerato partendo da un olio esausto, del tutto inadatto a essere impiegato in un
motore, alla faccia della confezione che lo definisce «idoneo per tutte le auto benzina e diesel.
Assicura protezione contro l’usura».
SENZA ADDITIVI NON CE LA PUÒ FARE
C’è da chiedersi in che modo questo «lubrificante» protegga contro l’usura, visto che senza additivi l’olio non può svolgere efficacemente i compiti che gli sono affidati. Infatti, la
riduzione dell’attrito tra le parti in movimento
tra loro è solo il requisito di base, ma se ne
aggiungono molti altri, legati all’impiego specifico. In un motore, per esempio, l’olio deve
garantire la pulizia e la protezione contro gli
agenti aggressivi, come i sottoprodotti della
combustione che formano acidi; ed esso stesso non deve dar luogo a depositi nocivi. E
nemmeno danneggiare il catalizzatore o il filtro
antiparticolato se è bruciato nei cilindri e i residui sono trasportati dai gas di scarico.
La viscosità dell’olio deve poi variare il meno possibile al mutare della temperatura, per
garantire la corretta lubrificazione sia negli
avviamenti a freddo d’inverno sia nelle tirate
in autostrada d’estate. E il consumo di olio
deve essere minimo. Come se non bastasse,
la qualità dell’olio non deve peggiorare troppo
all’aumentare della percorrenza, fino al momento in cui è previsa la sostituzione. Alcune
RISULTATI DELL’ANALISI
Valori misurati
Valori normali
Viscosità 100°C (cSt) 6,63 min. 12,5 max. 16,3
Indice di viscosità
104 circa 120
Calcio (ppm)
17
minimo 1500
Fosforo (ppm)
6
minimo 400
NON MANTIENE LE PROMESSE
Il confronto con i valori tipici di un SAE 15W40 per motori a benzina non lascia dubbi:
la viscosità è quella di un SAE 20
e degli additivi ci sono solo tracce. Zero
detergenti, antiusura, anticorrosione.
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quattroruote lab Prodotti da bancarella
LEGGERE PER SCEGLIERE
L’attenta lettura del libretto
di istruzioni della vettura
è necessaria per scegliere
l’olio adatto alla propria auto.
SAE PER LA VISCOSITÀ
Nella foto, che riporta
l’etichetta di un olio di marca
multigrado, la sigla SAE 5W-40
rappresenta la gradazione
SAE della viscosità.
API E ACEA PER LA QUALITÀ
Api e Acea emettono specifiche
qualitative per gli oli: le sigle
devono essere compatibili con
quelle delle istruzioni dell’auto.
case automobilistiche, poi, chiedono all’olio
prestazioni speciali per garantire il corretto
funzionamento di motori particolarmente sollecitati o con peculiarità tecniche.
Gli additivi, quindi, sono da molti anni una
parte fondamentale dei lubrificanti: si tratta
di sostanze chimiche che, aggiunte all’olio,
ne migliorano le proprietà. Esistono additivi
antiusura, antiossidanti, anticorrosione, detergenti, miglioratori di viscosità eccetera.
OCCHIO ALLE SPECIFICHE
Stabilito che un olio deve svolgere diversi
compiti, resta il problema di come determinare
se è in grado di farlo. Per questo da molti anni
l’Api (American petroleum institute), l’Acea
(l’associazione delle Case europee) e singoli
costruttori emettono specifiche qualitative, in
continua evoluzione. Esse sono espresse con
sigle, oscure ai più (ma torneremo sull’argomento), che sono indicate nei libretti di uso e
manutenzione assieme alla gradazione SAE
dell’olio da usare. Così, basta verificare che
siano riportate sulla confezione del lubrificante
per essere certi di scegliere un prodotto adatto
all’auto. Sempreché non sia contraffatto. ••••
LAB DICE
ANCHE LE CASE CHIEDONO
Alcuni costruttori indicano
proprie specifiche che l’olio
deve rispettare per essere
usato nei loro modelli.
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Il risultato delle analisi cui abbiamo sottoposto l’olio «da bancarella»
non lascia dubbi: si tratta di un lubrificante di base, privo di additivi,
con viscosità corrispondente alla gradazione SAE 20. Versato nella coppa,
in breve tempo provocherebbe gravi danni al motore. È, quindi, un prodotto
inadeguato, come il buon senso avrebbe suggerito visti il prezzo ben più
basso del normale e la totale mancanza di indicazioni sul flacone.
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