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PRIMO INTERVENTO DEGLI
INCENDI IN SALA OPERATORIA
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REGIONE LAZIO
PREVENZIONE GESTIONE
E
PRIMO INTERVENTO
DEGLI INCENDI
IN SALA OPERATORIA
REV.
DATA
1
01/07/2008
REDATTO
Giancarlo Brachetti
Marco Cuboni
Danilo Cappelli
Lorenzina Fiocchetti
Roberta Giustini
Silvano Necciari
Alberico Paoletti
Giuseppe Piscitelli
Laura Pintus
Roberto Quaglia
Michele Sacco
APPROVATO
Giuseppe Cimarello
Direttore Sanitario P.O.C.
Roberto Riccardi
Direttore SAIO
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SOMMARIO
Pagina
1. OGGETTO E SCOPO
3
2. CAMPO DI APPLICAZIONE
3
3. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
3
4. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
5
5. MATRICE DELLE RESPONSABILITA’
6
6. DEFINIZIONI E SIGLE
6
7. PREMESSA
8
7/1. Perché si potrebbe determinare un incendio in un Blocco Operatorio
8. RACCOMANDAZIONI GENERALI
8/1.Interventi da attuare al fine di ridurre il rischio di incendio
9. CARATTERISTICHE DEGLI IMPIANTI
8
10
10
12
9/1. Impianto di erogazione di gas medicali ed anestetici, aria compressa e sistema di
allontanamento dell’espirato
12
10. CARATTERISTICHE DEI DISPOSITIVI DELLE APPARECCHIATURE TECNICHE
13
11. SICUREZZA ANTINCENDIO
14
12. SEGNALETICA DI SICUREZZA
15
13. MODALITA’ OPERATIVE DI ALLERTAMENTO
16
13/1 Procedura Codice Giallo
16
13/2 Procedura Codice Rosso
17
14. ALLEGATI
21
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1. OGGETTO E SCOPO
OGGETTO:
Descrizione delle modalità di prevenzione e gestione di primo intervento di possibili
incendi presso il Blocco Operatorio Centrale del Presidio Ospedaliero di Belcolle.
SCOPO:
La procedura si applica in tutti quei casi in cui si possa verificare un incendio allo interno
del BOC e tende a fornire al personale che opera in sala operatoria una maggiore
informazione del rischio incendio, fornendo loro uno strumento atto ad uniformare le
azioni da intraprendere nel caso del verificarsi di tale evento.
2. CAMPO DI APPLICAZIONE
La procedura deve essere applicata:
•
A tutti i pazienti operati od operandi presenti in sala operatoria
•
A gli eventuali visitatori esterni (allievi, rappresentanti, ospiti)
•
Al personale chirurgico (chirurghi, anestesisti, infermieri e tecnici)
•
Al personale ausiliario
3. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
1. AAROI. Linee Guida per la definizione degli standard di sicurezza e di igiene
ambientale dei reparti operatori. Supplemento a Anestesista Rianimatore n. 9
Ottobre 2001.
2. Pirone M.G., Lombardi A., Trivellino R. Salute e sicurezza sul lavoro tra vincoli
normativi e responsabilità sociale delle imprese. Istituto Italiano di Medicina Sociale.
Settembre 2005.
3. UNI. Linee Guida per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro
(SGSL). Settembre 2001.
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4. SIQuAS-VRQ. Raccomandazioni sulla gestione del rischio clinico per la sicurezza dei
pazienti. Maggio 2006.
5. Papaleo B. Sicurezza e medicina del lavoro. Edizioni Medico Scientifiche, Torino
2005.
6. Dermico P., Tomaiuolo D., Tedeschi M.: La gestione della sicurezza nelle strutture
sanitarie. McGraw-Hill, Milano, 2003.
7. Del Vecchio M., Cosmi L.: Il Risk Management nelle aziende sanitarie. McGraw-Hill,
Milano, 2003.
8. Vincent C. Clinical Risk Management; 2001 BMJ Books, London; Seconda edizione.
Documenti interni:
-
Raccomandazioni n° 9 – Risk Management. Unità Operativa Risk Management
Aziendale.
-
Piano di emergenza incendio. Servizio Prevenzione e Protezione – Direzione
Sanitaria.
-
Sicurezza per gli operatori nel Blocco
Viterbo.
Operatorio di A. Selbman – S.P.P. ASL
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4. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
1. T.U. del 06/03/2008
2. L. 26 luglio 1965, n. 966
3. D.P.R. 29 luglio 1982, n. 577
4. D.Lgs. 19 marzo 1996, n. 242
5. L. 30 novembre 1996, n. 609
6. D.M. 10 marzo 1998
7. D. 15 luglio 2003 n°388
8. D.Lgs. 8 marzo 2006, n. 139
9. L. 3 agosto 2007 n. 123
10. D.L. 15 novembre 2007
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5. MATRICE DELLE RESPONSABILITA’
DIFFUSIONE
DIREZIONE
SANITARIA
POC
SAIO
RESPONS.
BLOCCO
OPERATORIO
COORD.
B.O.C.
INFERMIERE
DI
SALA/ANEST.
R
R
R
R
R
C
C
R
R
C
C
C
APPLICAZIONE
ALLERTAMENTO
COORDINAMENTO
Direzione Sanitaria
Aziendale
C
C
C
AUSILIARI
O.S.S.
C
ALTRI PROF.
AFFERENTI AL
BLOCCO
C
C
R = RESPONSABILE
C = COLLABORATORI/COINVOLTI
6. DEFINIZIONI E SIGLE
Pericolo di incendio: proprietà o qualità intrinseca di determinati materiali o
attrezzature, oppure di metodologie e pratiche di lavoro o di utilizzo di un ambiente di
lavoro, che presentano il potenziale di causare un incendio;
Rischio di incendio: probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di accadimento di
un incendio e che si verifichino conseguenze dell’incendio sulle persone presenti;
Valutazione dei rischi di incendio: procedimento di valutazione dei rischi di incendio in
un luogo di lavoro, derivante dalle circostanze del verificarsi di un pericolo di incendio;
ASPP: Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione;
DPI: Dispositivi di Protezione Individuale;
Luogo di lavoro: i luoghi destinati a contenere posti di lavoro, ubicati all’interno
dell’azienda ovvero dell’unità produttiva, nonché ogni altro luogo nell’area della medesima
azienda ovvero unità produttiva comunque accessibile per il lavoro (T.U. art. 62);
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Non conformità (n.c.): difformità dagli standard adottati o mancato rispetto dei requisiti
legali, dei regolamenti, delle pratiche, delle procedure, delle istruzioni operative, dello
schema di sistema di gestione adottato;
Preposto: soggetto che ha la responsabilità della vigilanza e del controllo dell’operato di
altri lavoratori;
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS): persona, ovvero persone, eletta
o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della
salute e della sicurezza durante il lavoro, di seguito denominato rappresentante
per la sicurezza (T.U. art. 2);
Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP): Persona designata
dal datore di lavoro in possesso di attitudini e capacità adeguate. (T.U. art. 2);
Servizio di prevenzione e protezione dei rischi (SPP): insieme delle persone, sistemi
e mezzi esterni o interni all’azienda finalizzati all’attività di prevenzione e protezione dai
rischi professionali nell’azienda, ovvero unità produttiva. (T.U. art.2);
Valutazione del rischio (VDR): Valutazione globale della probabilità e della gravità del
danno in una situazione pericolosa. Obiettivo della valutazione è consentire di prendere
provvedimenti necessari a salvaguardare la sicurezza.
Affollamento: numero massimo ipotizzabile di lavoratori ed utenti presenti in una zona;
Luogo sicuro: luogo dove le persone possono essere al sicuro dagli effetti dell’incendio,
in attesa di soccorsi;
Percorso protetto: percorso protetto da incendi che possono svilupparsi in altre zone
dell’edificio (corridoio o scale);
Via di uscita: percorso senza ostacoli che consente agli occupanti di evacuare la zona
interessata dall’incendio;
Planimetria: pianta della struttura con indicazione del posizionamento dei mezzi
antincendio, delle vie di fuga. La planimetria deve essere ben visibile e posta in più luoghi
“strategici”;
Evento: ogni accadimento che ha causato danno, o ne aveva la potenzialità nei riguardi di
un paziente, visitatori o operatore, ovvero ogni evento che riguarda il malfunzionamento, il
danneggiamento o la perdita di attrezzatura o proprietà ovvero ogni evento che potrebbe
dar luogo a contenzioso;
Evento indesiderato: ogni evento che si spera non avvenga.
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7. PREMESSA
La gestione della salute e della sicurezza sul lavoro costituisce parte integrante della
gestione generale di una Azienda.
Un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (denominato SGSL) integra
obiettivi e politiche nella progettazione e nella gestione dei sistemi di lavoro e di
produzione di beni o servizi.
Questo sistema definisce le modalità per individuare, all’interno della struttura
organizzativa Aziendale, le responsabilità, le procedure, i processi e le risorse per la
realizzazione della politica Aziendale di prevenzione, nel rispetto delle norme di salute e di
sicurezza vigenti.
Gli incendi in un Blocco Operatorio sono un rischio prevenibile, sono rari ma non
impossibili, tuttavia anche se rari, questi possono avere conseguenze gravi come la morte
del paziente, lesioni al personale, danni alle attrezzature.
Inoltre, considerando che l’intervento chirurgico è una situazione già instabile per suo
conto, sarà necessario tenere ben presente che, la sua interruzione, in casi estremi, può
determinare la morte del paziente, ed arrecare un danno sociale, per la mancata
funzionalità della struttura sanitaria.
Il rischio incendio è sempre in agguato e questo a causa sia della quantità di materiale
combustibile e di attrezzature elettromedicali presenti, che per la presenza di persone che
non godono della piena efficienza.
A tutto questo ne consegue la considerazione che, le sale operatorie sono strutture ad
alto rischio incendio.
Si rende pertanto necessario l’istituirsi di una strategia per definire i compiti, stabilire le
modalità e gli strumenti necessari al fine di salvaguardare la sicurezza delle persone,
minimizzare i danni materiali, prevenire gli aspetti evolutivi dell’incidente e ripristinare
rapidamente le normali condizioni di servizio e di sicurezza all’interno della struttura.
7/1. Perché si potrebbe determinare un incendio in un Blocco Operatorio
Il fuoco è il risultato di una reazione chimica in cui i tre componenti principali sono:
•
il comburente o ossidante
•
il combustibile
•
l’innesco
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IL TRIANGOLO DEL FUOCO
COMBUSTIBILE
COMBURENTE
INNESCO
IL FUOCO SI GENERA SOLO SE SONO PRESENTI TUTTI
I TRE ELEMENTI
Il combustibile:
• materassini
• telini
• camici
• garze
• capelli
• tubi tracheali
• tessuti umani
• sostanze chimiche volatili
• prodotti infiammabili
Il comburente o ossidante:
• atmosfera ricca di ossigeno
• ossido nitrico
L’ innesco:
• bisturi elettrici
• laser
• fonti di luce a fibre ottiche
• defibrillatori
• apparecchiature elettromedicali in genere
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8. RACCOMANDAZIONI GENERALI
8/1. Interventi da attuare al fine di ridurre il rischio di incendio
1. Evitare il ristagno di liquidi infiammabili usati durante la preparazione del sito
chirurgico;
2. Verificare la presenza di residui di tinture, soluzioni e fasciature che possono contenere
sostanze altamente infiammabili come il fenolo, il collodio o benzoile;
3. Coprire i capelli, la barba, i baffi, le sopracciglia, se vicini al sito chirurgico, con gelatina
chirurgica idrosolubile in modo da renderli ignifughi;
4. Posizionare i telini solo quando i possibili liquidi infiammabili utilizzati si sono asciugati;
5. Tenere separate le incisioni del collo e del capo dalle atmosfere ricche di ossigeno e dai
vapori infiammabili intrappolati sotto i teli utilizzando telini finestrati;
6. Connettere tutti i cavi delle apparecchiature elettromedicali prima di accendere le fonti;
7. Conservare gli elettrodi del bisturi elettrico in una custodia separata quando non sono
in uso;
8. Possibilmente utilizzare per l’emostasi un cauterio monopolare e non bipolare;
9. Porre il laser in stand-by quando non è in uso;
10. Attivare le unità ( bisturi elettrici, laser) solo quando la punta è nel campo visivo
dell’operatore quando si utilizzano apparecchiature endoscopiche o il microscopio;
11. L’operatore che utilizza il bisturi elettrico o il laser deve essere anche quello che lo
attiva (anche se con ordine vocale);
12. Nella chirurgia orofaringea eliminare sistematicamente i residui di gas dall’orofaringe;
13. Usare tubi endotracheali appropriatamente resistenti durante la chirurgia delle alte vie
aeree;
14. Non utilizzare il bisturi elettrico durante interventi di tracheotomia;
15. Non appoggiare eventuali fonti luminose accese su materiali infiammabili;
16. Durante le fasi di sanitizzazione e comunque durante i periodi di sospensione
dell’attività operatoria le apparecchiature devono essere scollegate dalla alimentazione
elettrica o di altro genere (es. gas medicali).
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1) Norme generali
•
Usare un ossimetro portatile per monitorare l’ossimetria del paziente;
•
Minimizzare il rischio di mescolanza tra O2 ed NO2 e la sua stagnazione sotto i telini.
2) Precauzioni da adottare durante la chirurgia con laser
•
Durante gli interventi sulle basse vie aeree, mantenere nel campo di visione la punta
del laser e verificare che l’endoscopio od il tubo tracheale non tocchino il laser prima di
attivare il laser stesso;
•
Usare tubi tracheali appropriatamente resistenti al laser durante la chirurgia delle alte
vie aeree;
•
Seguire le istruzioni del produttore riguardanti la resistenza del laser, riempire la cuffia
con soluzione fisiologica per prevenire un incendio, rimpiazzare immediatamente il tubo
se è stato inavvertitamente danneggiato.
3) Precauzioni da adottare nel corso della chirurgia orofaringea
•
Eseguire l’aspirazione quanto più vicino possibile a potenziali fughe di gas per
rimuovere i gas dall’orofaringe di un paziente intubato;
•
Fare attenzione alle eventuali perdite di O2 o di O2/NO2 nei pressi del sito chirurgico e
sotto i telini, specialmente nella chirurgia del capo-collo;
•
Controllare l’effettiva necessità di usare O2 al 100% per via nasale (se possibile usare
ossigeno al 30%);
•
Se possibile, eliminare l’uso di ossigeno supplementare almeno un minuto prima di
attivare il bisturi elettrico o del laser nella chirurgia del capo-collo;
•
Rimuovere costantemente, per aspirazione, i gas intrappolati durante somministrazione
“aperta” di ossigeno della chirurgia del capo-collo.
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9. CARATTERISTICHE DEGLI IMPIANTI
9/1 Impianto di erogazione di gas medicali ed anestetici, aria compressa e
sistema di allontanamento dell’espirato
In ogni sala operatoria il sistema di erogazione dei gas medicali dovrebbe garantire una
pressione di 4-5 atmosfere, con manometri a vista inseriti nel circuito. Tale pressione
dovrebbe rimanere costante ed assicurare un flusso di 20 L/min per ciascuna presa.
● sistema doppio per riduzione della pressione dei gas medicali per ogni gas;
● sistema allarme esaurimento gas medicali per ogni gas;
● sistema allarme aumento pressione gas medicali per ogni gas;
● impianti per vuoto (almeno due prese);
● impianti per aria compressa alta pressione (almeno 2 prese per sala operatoria 8 atm.);
● impianti per aria compressa bassa pressione 4 atm.
● impianti per ossigeno;
● impianti per protossido;
● sistema allontanamento dell’espirato direttamente collegato alle apparecchiature.
Interventi e procedure
1. Minimizzare il rischio di incendio durante l’uso di attrezzature elettromedicali e laser
chirurgici;
2. Utilizzare sempre in modo prudente ed appropriato l’ossigeno;
3. Ridurre l’utilizzo di soluzioni a base di alcool e di altri liquidi infiammabili.
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10. CARATTERISTICHE DEI DISPOSITIVI E DELLE
APPARECCHIATURE TECNICHE
I dispositivi e/o le apparecchiature tecniche presenti nel gruppo operatorio devono
rispettare le caratteristiche tecnologico-strumentali di sicurezza previste dalle normative
specifiche riguardanti il loro impiego negli ambienti ospedalieri
(UNI EN 7372-9305 CEI 62-5).
Devono altresì essere effettuate manovre di controllo per eventuali perdite dalle
apparecchiature previste dalla circolare Ministero della Sanità n. 5 del 1989.
(Per dispositivi e/o apparecchiature tecniche si vogliono intendere tutte quelle attrezzature
di servizio indispensabili a garantire la funzionalità del gruppo).
Le apparecchiature elettromedicali devono rispondere a quanto evidenziato dal D. Lgs.
46/97 e successive modifiche.
Le stesse costruite secondo le norme emesse dal CT 62 del CEI rispondono alla regola
dell’arte.
Il numero di apparecchiature utilizzate non può essere limitato durante l’attività
operatoria, ovviamente le apparecchiature non indispensabili per l’attività operatoria in
essere non debbono stare nella sala operatoria.
● Le apparecchiature sono affidate ai coordinatori/caposala dei reparti operatori, questo
operatore è tenuto ad accertarsi che le apparecchiature siano sempre efficienti ed in
sicurezza.
E’ loro responsabilità a provvedere a tutte le operazioni indicate nel manuale rilasciato dal
costruttore che deve essere conservato all’interno del reparto operatorio. Tutte le attività
vanno registrate su apposito registro.
● Le apparecchiature elettromedicali devono essere dotate di scheda di identificazione,
tale scheda deve possibilmente far parte della stessa apparecchiatura e comunque deve
essere all’interno del reparto operatorio.
Su questa scheda viene identificato il tipo, il modello, il numero di inventario e l’impiego
cui è destinata l’apparecchiatura.
Si devono annotare l’avvenuta verifica di sicurezza, nonché le procedure che l’utente deve
osservare in caso di guasto e/o in caso di emergenza (DPR547/55 e norma CEI 64-4).
● Le apparecchiature inoltre devono essere sottoposte a manutenzione preventiva, tale
manutenzione non deve essere in contrasto con quanto riportato nel libretto delle
istruzioni fornito dal costruttore.
L’avvenuta manutenzione preventiva va documentata e conservata.
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11. SICUREZZA ANTINCENDIO
● ai sensi del D.M. 16.2.82 gli “ospedali, case di cura e simili con oltre 25 posti letto” sono
tra le attività per le quali è obbligatorio il possesso del Certificato di Prevenzione Incendi
(C.P.I.);
● ai sensi del D.M. 10.3.1998, Allegato IX, gli “ospedali, case di cura e case di ricovero per
anziani” sono tra le attività a rischio di incendio elevato;
E’ necessario che la struttura in cui è ubicato il reparto operatorio sia in possesso del
(C.P.I.) oppure del Nulla Osta Provvisorio (N.O.P.).
Per il reparto operatorio sono obbligatori i seguenti punti:
Riduzione della probabilità d’insorgenza di un incendio ponendo particolare
attenzione ai seguenti aspetti:
●
●
●
●
●
●
deposito ed utilizzo di materiali infiammabili e facilmente combustibili;
utilizzo di fonti di calore;
impianti ed apparecchi elettrici (conforme alle indicazioni fornite dalla norma CEI 64-8);
presenza di fumatori;
lavori di manutenzione e di ristrutturazione;
rifiuti e scarti combustibili.
Garanzia dell’efficienza dei sistemi di protezione antincendio sottoponendo a
sorveglianza, manutenzione programmata e controllo periodico dell’efficacia:
● le vie d’uscita e le relative porte;
● le attrezzature per l’estinzione degli incendi;
● i sistemi di rilevazione ed allarme antincendio.
Informazione e formazione adeguata dei lavoratori sui rischi d’incendio
curando in particolare:
●
●
●
●
l’informazione antincendio;
la formazione antincendio;
le esercitazioni antincendio;
le istruzioni scritte sulle misure antincendio.
Predisposizione del piano di emergenza
Deve essere redatto un piano di evacuazione e di intervento che tenga conto dei rischi
d’incendio in funzione dei rischi specifici presenti nel reparto operatorio.
Designazione degli addetti al servizio antincendio ed alle emergenze
Il datore di lavoro nomina gli addetti all’interno della propria azienda tenendo conto delle
caratteristiche psico-fisiche e delle capacità dei dipendenti stessi.
Formazione specifica per gli incaricati della gestione della prevenzione incendi
E’ necessario che tale personale sia istruito attraverso il corso specifico previsto dalla
norma e consegua l’attestato di idoneità rilasciato dal Comando dei Vigili del Fuoco.
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12. SEGNALETICA DI SICUREZZA
La normativa sulla Segnaletica è contenuta nel D.Lgs. 14.8.1996 n. 493.
Al fine di ridurre i rischi presenti nel luogo di lavoro è necessario utilizzare la segnaletica di
sicurezza allo scopo di:
● avvertire le persone interessate della presenza del rischio;
● vietare comportamenti che possono causare pericolo;
● prescrivere determinati comportamenti;
● dare indicazioni sulle vie di fuga ed i mezzi di soccorso o di salvataggio;
● fornire altre indicazioni di sicurezza.
Per i reparti operatori – in conformità a quanto può emergere dalla valutazione dei rischi –
dovranno essere usati cartelli di dimensioni e colore così come previsti dal decreto ed
indicanti:
● divieto di fumo;
● divieto di accesso alle persone non autorizzate;
● sostanze corrosive;
● sostanze nocive od irritanti;
● raggi laser;
● radiazioni;
● rischio biologico;
● obbligo dei dispositivi individuali di protezione;
● vie ed uscite di emergenza;
● attrezzature antincendio.
La segnaletica va adottata, inoltre, sui recipienti e le tubazioni visibili che contengono
sostanze o preparati pericolosi purché utilizzati per un determinato periodo di tempo ed in
una determinata quantità; detta segnaletica può essere costituita da etichette riportate sui
contenitori ovvero da cartelli d’avvertimento: entrambi devono essere in posizione visibile.
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13. MODALITA’ OPERATIVE ALLERTAMENTO
•
Individuazione del focolaio di incendio
•
Classificazione del livello di emergenza
-
Emergenza limitata (allertamento giallo)
-
Emergenza estesa (allertamento rosso)
13.1 ALLERTAMENTO GIALLO
Situazione controllabile dal personale interno o dalla squadra di emergenza
1. Chiamare la squadra di emergenza fornendo:
-
Nome e qualifica
-
Luogo da cui si chiama e numero di telefono
-
Tipo di incendio
-
Ubicazione precisa dello stesso
-
Materiali coinvolti
2. Solo se si è in grado intervenire sul focolaio con i mezzi di estinzione o
mezzi di soffocamento (coperta ecc.)
3. Isolare e rimuovere il materiale incendiato
4. Comunicare il fatto al coordinatore di sala
5. verifica dell’adeguatezza delle misure di sicurezza intraprese,ovvero
individuazione di eventuali ulteriori provvedimenti e misure necessarie atte
ad eliminare o ridurre i rischi residui di incendio
N.B. La squadra di Emergenza Incedi deve obbligatoriamente attenersi al Piano
di Emergenza Incendi Aziendale.
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13.2 ALLERTAMENTO ROSSO
Situazione non controllabile dalla squadra di emergenza e che richiede
l’intervento di forze esterne.
1. Non prendere iniziative di alcun genere;
2. Attenersi alle disposizioni impartite dal coordinatore della squadra di emergenza;
3. In caso di evacuazione mettere a disposizione la propria consulenza sulle particolari
caratteristiche dell’unità operativa;
4. Attivarsi seguendo la seguente procedura interna:
a) l’infermiere circolante (o di sala o fuoricampo) provvede ad avvicinare la forchetta
spostaletto o in alternativa la barelle della sala risveglio e la posiziona davanti alla
propria sala operatoria;
b) interruzione dell’intervento chirurgico (solo se indispensabile, verrà comunicato dal
coordinatore della squadra antincendio);
c) se possibile stabilizzare il paziente ed il sito chirurgico – chirurgo/anestesista;
d) la/lo strumentista provvede ad una medicazione di emergenza del sito chirurgico
(secondo quanto concordato con l’operatore) in genere coprendolo con pezze
laparatomiche e teli idrorepellenti;
e) l’infermiere di anestesia assiste l’anestesista e si adopera per il recupero e la
preservazione della cartella clinica e del registro operatorio che consegnerà nelle
mani del coordinatore del Blocco Operatorio solo al termine della procedura;
f) l’anestesista interrompe l’afflusso di gas medicali, disattiva l’apparecchio di
ventilazione e coordina il trasferimento del paziente presso il punto di raccolta
(come da piano aziendale), se necessario lo ventila con aria e pallone di ambu;
g) gli ausiliari assicurano un pronto acceso ai luoghi interessati dall’evento
posizionandosi sulle porte, evitando l’accesso agli intrusi;
h) il coordinatore della sala o chi per lui accoglie la squadra antincendio e comunica
eventuali fonti di maggior pericolo nei pressi del focolaio;
i) individuazione del personale ed altri presenti nei pressi del focolaio di incendio;
j) circoscrivere l’incendio chiudendo le porte e bloccando l’afflusso di gas e
disattivando l’impianto elettrico;
k) tutti collaborano alle operazioni per il raggiungimento del fine ultimo, impediscono
l’accesso agli ascensori, evitano situazioni di panico e non ostacolando il deflusso,
raggiungono il punto di raccolta secondo il piano antincendio aziendale;
l) avvertire il personale delle altre sale operatorie;
m) non fare uso degli ascensori.
N.B. La squadra di Emergenza Incedi deve obbligatoriamente attenersi al Piano
di Emergenza Incendi Aziendale.
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Direzione Sanitaria
Polo Ospedaliero Centrale
PREVENZIONE E GESTIONE DI
PRIMO INTERVENTO DEGLI
INCENDI IN SALA OPERATORIA
AQ.03
Rev. 01/2008
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B.O.C.
Ubicazione di: Idranti, Estintori ed Estintori a polvere
G
Estintore a polvere
Estintore CO2
Manichetta idrante
F
E
D
C
B
A
Ascensore
Scala Antincendio
A – B – C – D – E – F – G: Sala Operatorie
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Prevenzione e Gestione Incendi in sala operatoria