SUSSIDIO N. 60 EVANGELIARIO DELLA CHIESA TRIDENTINA EVANGELIARIO DELLA CHIESA TRIDENTINA A CURA DELL’UFFICIO LITURGICO DIOCESANO - TN N. 60 Vita Trentina Editrice Vita Trentina Editrice S.c.a.r.l. Via S. Giovanni Bosco, 5 - Trento Fotografie di G. Zotta (copertina) e F. Furlini Lettera di promulgazione Alla Chiesa di Dio che vive in Trento Grazia a voi e pace da Dio, nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo Rendo grazie alla divina Trinità per il privilegio che mi è concesso di presentare questo Evangeliario, predisposto in occasione del Grande Giubileo, per le celebrazioni nelle comunità, in modo che la Buona Novella possa risuonare con sempre maggior efficacia nei cuori e sia adeguatamente onorata. La parola di Dio, infatti, attua ciò che annuncia (Sap 9,1; Is 55,1s.), è viva ed efficace (Eb 4,12). Essa rivela il significato della creazione e diventa sacramento di salvezza (Es 20,1-17; Sal 119); interpella quelli che la sentono, affinché compiano una scelta per la loro vita (Mt 7,24-27; 13,23). Questo messaggio giunge a noi attraverso la Bibbia e la vivente tradizione della Chiesa, ma è anzitutto nei Vangeli che troviamo quanto Gesù “fece e insegnò, dal principio fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo” (Atti 1,1s.). Finito di stampare nel mese di luglio 2001 Nuove Arti Grafiche “Artigianelli” - Trento 28 L’Evangeliario sarà quindi una memoria quanto mai viva e attuale del Grande Giubileo dell’anno 2000 e della nostra evangelizzazione. Come Sant’ Agostino ricordava, “le parole di nostro Signore Gesù Cristo ci vogliono ricordare che esiste un unico traguardo al quale tendiamo, quando ci affatichiamo nelle svariate occupazioni di questo 1 mondo. Vi tendiamo mentre siamo pellegrini e non ancora stabili, in cammino e non ancora nella patria, nel desiderio e non ancora nell’appagamento. Ma dobbiamo tendervi senza svogliatezza e senza intermissione” (Discorso n. 103). Nutro la fondata speranza che questo volume, che raccoglie con dignità i testi dei Vangeli per le principali celebrazioni dell’anno liturgico, contribuisca alla maggiore conoscenza di Cristo Signore ed alla crescita della vita spirituale di ognuno, ne incentivi l’impegno di solidarietà e coerenza, ne illumini il cammino per una crescente fedeltà. E sono grato a quanti hanno collaborato per predisporne l’edizione. INDICE Lettera di promulgazione dell’Evangeliario della Chiesa Tridentina .......... pag. 7 Premesse .................................................................. » 3 Il trono dell’Evangeliario....................................... » 21 La teca preziosa ...................................................... » 25 Su tutti invoco la protezione di Maria, che conservava e meditava la parola di Dio nel suo cuore, e di San Vigilio, che diffuse tra noi con generosità apostolica il seme della vita. Prego perché, per loro intercessione, tutte le nostre comunità esperimentino la gioia del dono divino e siano aiutate a fare della propria condotta “un culto spirituale nel nome del Signore Gesù, rendendo in Lui grazie al Padre” (Rm 12,1; Col 3,12.17). Trento, Natale 1999 Prot. N. A67/99 + Luigi Bressan Arcivescovo 2 27 La Teca Preziosa, realizzata in metallo dorato (cornici e chiusure, in ottone dorato; copertine e dorso, in rame dorato), è larga mm. 310, alta mm. 378 e pesa gr. 2.300. I rameggi delle copertine e del dorso, i sigilli e le cornici dei medaglioni sono stati eseguiti a cesello e sbalzo. Tutti i medaglioni, realizzati in similoro, sono stati dorati con 3 micron di oro puro, quindi incisi in profondità per ricavare gli alveoli in cui contenere gli smalti policromi. L’Evangeliario, voluto dall’Arcivescovo Mons. Luigi Bressan e realizzato dall’Ufficio Liturgico Diocesano, è stato stampato dalle Nuove Arti Grafiche Artigianelli di Trento su carta Arco Print Edizioni gr. 120 della Cartiera Fedrigoni ed è stato rilegato dalla Legatoria Beber Fabio e Figlio di Trento. Si ringrazia Giuseppe Calzà per il prezioso coordinamento del lavoro ed il Credito Cooperativo Trentino per il dono del pregevole astuccio che protegge il libro sacro. Per garantire la miglior conservazione dell’Evangeliario si consiglia di tenerlo costantemente pulito con il panno e di custodirlo nel suo astuccio originale. 26 PREMESSE I. IMPORTANZA E USO DELL’EVANGELIARIO 1. CENTRALITÀ DELLA LETTURA DEL VANGELO NELLA LITURGIA DELLA PAROLA “Cristo Gesù, Sapienza di Dio e Verbo fatto carne, la sua parola i suoi gesti, la sua morte risurrezione e ascensione costituiscono il vertice della rivelazione di Dio, il quale dopo aver parlato molte volte e in molti modi ai Padri per mezzo dei Profeti, nella pienezza dei tempi ha parlato a noi nel Figlio che è Splendore della sua gloria e impronta della sua sostanza, per mezzo del quale egli ha creato l’universo e che ha costituito erede dei mondi (Eb 1, 1-2). Allo stesso modo il Vangelo che registra la parola di Cristo accolta e trasmessa dagli apostoli, le opere mirabili della sua vita e la sua Pasqua salvifica, costituisce il vertice di tutte le Scritture ispirate da Dio per il nostro ammaestramento e la nostra salvezza. L’importanza che il Vangelo gode tra tutte le Scritture è manifestata dal posto assegnato da sempre dalla Chiesa alla sua proclamazione nella liturgia e dai gesti di venerazione che tale proclamazione accompagnano. Il Vangelo è proclamato al culmine della liturgia della parola, portato in processione circondato da luci e incensi, preparato dalle letture e dai canti che precedono, ascoltato 3 in piedi, accolto con acclamazioni che manifestano la fede della Chiesa che si ha in esso una particolare presenza di Cristo che ancor oggi parla alla comunità dei suoi discepoli, e del suo mistero che attende di compiersi nelle sue membra”.1 All’ascolto del Vangelo l’assemblea vien preparata dalle altre letture, proclamate nel loro ordine tradizionale, prima cioè quelle dell’Antico Testamento e poi quelle del Nuovo”.2 Alla lettura del Vangelo si deve massimo rispetto; lo insegna la liturgia stessa, perchè la distingue dalle altre letture con particolari onori: sia da parte del ministro incaricato di proclamarla, che si prepara con la benedizione o con la preghiera; sia da parte dei fedeli, i quali con le acclamazioni riconoscono e professano che Cristo è presente e parla a loro, e ascoltano la lettura stando in piedi; sia per mezzo dei segni di venerazione che si rendono al libro dei Vangeli”.3 1 2 3 4 Prefazione in SORCI, P., Haec sunt verba sancta. Evangeliario delle Chiese d’Italia. Introduzione e indici, Palermo, Accetta Ed., 1989, p. 5. Premesse al Lezionario, parte I, cap. II, n. 13 in Lezionario domenicale e festivo I, 1, Città del Vaticano, EV, 1995. Principi e Norme per l’uso del Messale Romano, n. 35 in Messale Romano riformato a norma dei decreti del Concilio Ecumenico Vaticano II e promulgato da Papa Paolo VI, Città del Vaticano, EV, 1983. LA TECA PREZIOSA La Teca Preziosa dell’Evangeliario della Chiesa Tridentina per il grande Giubileo dell’Anno 2000 è stata realizzata da Mastro 7 - cav. Settimo Tamanini. Le figure rappresentano: (fronte) nel medaglione centrale, di forma ovoidale, Il Cristo crocifisso; nei quattro medaglioni laterali, di forma ovoidale, (dall’alto, a sinistra, in senso orario) i quattro profeti maggiori Isaia, Geremia, Daniele ed Ezechiele, che ne predissero l’evento; (verso) nel medaglione centrale, di forma ovoidale, Il Cristo risorto; nei quattro medaglioni laterali, di forma ovoidale, (dall’alto, a sinistra, in senso orario) i quattro evangelisti, Matteo, Giovanni, Luca e Marco, che ne proclamarono l’annuncio. Per raffigurare il Giardino dell’Eden e legare i medaglioni, l’Artista ha scelto il melograno, frutto antico e ricco di significanze. Il rameggio delle melagrane, che in forma ellittica origina dal basso e si eleva verso l’alto, è composto da diciotto frutti e, di questi, otto sono maturi ed aperti con i semi. I due medaglioni centrali sono orlati da ventotto foglie di acanto ciascuno, mentre gli otto medaglioni laterali ne contengono venti ciascuno. Sul dorso, ove è ripreso il motivo del melograno, sono stati impressi, in basso, Il Sigillo di S. Vigilio e, in alto, una rielaborazione del logo del Grande Giubileo dell’Anno 2000. L’Artista, nella disposizione a canna d’organo delle lettere della parola IUBIILAEUM ha voluto rappresentare il canto dell’umanità nella quale è entrato Dio fattosi Uomo. 25 2. L’EVANGELIARIO, IL PRIMO TRA I LIBRI LITURGICI “I libri, dai quali si desumono le letture della parola di Dio, devono, unitamente ai ministri, ai gesti rituali, ai luoghi e ad altri particolari suscitare negli ascoltatori il senso della presenza di Dio che parla al suo popolo. Si deve quindi procurare che anche i libri, essendo nell’azione liturgica segni e simboli di realtà superiori, siano davvero degni, decorosi e belli”.4 “Poichè l’annunzio del Vangelo costituisce sempre l’apice della Liturgia della Parola, la tradizione liturgica sia orientale che occidentale ha sempre fatto una certa distinzione fra i libri delle letture. Il libro dei Vangeli veniva infatti preparato e ornato con la massima cura, ed era oggetto di venerazione più di ogni altro libro destinato alle letture. E’ quindi molto opportuno che anche attualmente nelle cattedrali e almeno nelle parrocchie e chiese più grandi e più frequentate ci sia un Evangeliario splendidamente ornato, distinto dall’altro libro delle letture. Non senza ragione lo stesso Evangeliario vien consegnato al diacono nella sua ordinazione, e nell’ordinazione episcopale viene posto e tenuto aperto sul capo dell’eletto”.5 4 5 24 Premesse al Lezionario, parte I, cap. II, n. 35 in Lezionario domenicale e festivo I, 1, Città del Vaticano, EV, 1995. Premesse al Lezionario, parte I, cap. II, n. 36. 5 “Si raccomanda l’antica consuetudine di pubblicare in edizione separata il volume per i Vangeli e quello per le altre letture dell’Antico e del Nuovo Testamento”.6 Fin dall’antichità i libri liturgici sono stati confezionati con arte, decorati con materiali preziosi e circondati di onori. Percorso analogo a quello verificatosi per i vasi sacri e la croce gloriosa. Infatti il messale e il rituale, eredi dell’antico Sacramentario riportano le sante parole con le quali il sommo sacerdote Cristo Signore attualizza, mediante il ministero dei sacerdoti, l’Eucaristia e i sacramenti. I lezionari contengono la Parola di Dio. Gli antifonari raccolgono i salmi con i quali Cristo e la Chiesa elevano al Padre il perenne canto di lode e la supplica incessante. Tali contenuti domandano dignità e splendore anche nelle teche che li conservano per destare nei fedeli venerazione dei santi misteri. Ciò vale soprattutto per il libro dei Vangeli; questo è la parola del Signore, egli stesso parla qui. L’Evangeliario assurge, anche nella sua materialità, ad oggetto simbolico, significativo della invisibile presenza di Cristo Maestro. Come tale riceve atti di venerazione: è elevato in alto durante la processione, presentato allo sguardo devoto dei fedeli, circondato da ceri e dall’incenso. 6 6 Premesse al Lezionario, parte II, cap. VI, n.113. l’intronizzazione dei Vangeli viene ripresa nei due ultimi Concili, il Vaticano I e II.30 L’attuale Cerimoniale dei Vescovi prevede l’intronizzazione dei Vangeli nella celebrazione del Sinodo diocesano.31 Data la riscoperta da parte del Concilio Vat. II della speciale presenza del Signore nella sua Parola,32 e la valorizzazione di liturgie della Parola anche fuori della Messa, si ritiene conveniente l’uso del segno dell’Evangeliario esposto sul suo trono, soprattutto nelle più solenni celebrazioni della Parola, quali le “stazioni” di Avvento e Quaresima. Non solo quindi nelle grandi assisi della Chiesa universale, ma anche nelle più umili celebrazioni della parrocchia l’Evangeliario sul trono può esprimere la presenza del Cristo Maestro, che oggi continua a rivolgere alla sua Chiesa la Parola della salvezza.33 30 31 32 33 idem, pp. 15-19: Dopo quattrocentotrentun anni, l’8 dicembre 1869, gli Evangeli furono riportati sul trono conciliare. Caerimoniale Episcoporum, nn. 1172 e 1174. SC 7: “giacchè è Lui che parla quando nella Chiesa si leggono le sacre Scritture”. Vi è una certa analogia tra il culto eucaristico e la celebrazione della Parola: come lo sviluppo del culto eucaristico fuori dalla Messa, tipico del secondo millennio, si è espresso nell’uso dell’ostensorio esposto sul trono, così - fatte le debite distinzioni dogmatiche, teologiche e liturgiche - il senso della presenza del Signore nella celebrazione della Parola anche fuori della Messa, riproposta dal Concilio Vaticano II, potrebbe trovare nell’Evangeliario esposto sul suo trono una efficace espressione. 23 sto”.27 Nei Concili successivi questo ricco simbolismo liturgico viene abbandonato; il suo posto è preso dal trono papale nei concili occidentali e dal trono imperiale in quelli orientali. 28 Ad eccezione del Concilio di Ferrara, 29 28 29 22 collocato il venerando Evangelo, il quale poco mancò che non gridasse ai santi vescovi: giudicate secondo giustizia, decidete fra i santi Evangelisti e i clamori di Nestorio”. Così egli scrisse all’Imperatore Teodosio II. Anche un altro presidente di Concilio, Tarasio di Costantinopoli, riferì a papa Adriano sulla presenza del trono con gli Evangeli nel Niceno II (787). “Essendoci seduti tutti, costituimmo presidente Cristo. Fu deposto infatti nel sacro seggio il santo Evangelo che a tutti noi convenuti, uomini sacri, diceva: giudicate secondo giustizia: Decidete fra la Chiesa di Dio e la attuale novità (l’iconoclastia)”. Il posto del trono era dunque in coerenza con la profonda attitudine dell’età patristica, e medievale anche, a identificare Cristo con l’Evangelo, sì da far scrivere ad Amelano, come in sintesi, Evangelium Christus est. I testi di Cirillo e Tarasio chiariscono l’altro, stereotipato, degli atti dei Concili di Calcedonia (451), del III di Costantinopoli (680-681), del II di Nicea (787): “posto nel mezzo il santissimo e intemerato Evangelo”... idem, p. 22: Il posto che l’Imperatore occupa nell’arte e nei concili orientali è preso dal trono papale in quelli latini e nella relativa iconografia. E’ stato un danno forse assai grave che tra orientali e occidentali sia lentamente scomparsa la coscienza del significato degli Evangeli intronizzati fino al punto da interrompere la tradizione della presidenza conciliare data a Cristo, che si era mantenuta quanto meno da Efeso al IV Costantinopolitano. idem, p. 13: con il 28 febbraio 870 si chiudeva la serie dei Concili orientali e si rompeva anche, con l’unità dei cristiani, la tradizione degli Evangeli intronizzati, almeno sino all’8 gennaio 1439, quando convenientemente riapparvero nella cattedrale di Ferrara richiamati di certo dalla presenza dei greci in quel Concilio. La testimonianza di un metropolita, nei suoi termini, si ricollega a quella di S. Cirillo. “Nel mezzo del tempio, fra i due ceri, davanti alla sacra mensa, era posto un trono bellissimo, adornatissimo e parato di un velo aureo, nel quale si assise il grande e giusto giudice il Signore nostro Gesù Cristo, cioè il santo Evangelo, avendo ai lati le teste dei santi apostoli Pietro e Paolo davanti alle quali ardevano ceri”. Entrando nell’aula conciliare del duomo di Ferrara si restava presi soprattutto dalla presenza del trono con gli Evangeli, essendovi disposti ai lati da una parte quello del Papa con gli altri dell’Imperatore di Germania e dei Cardinali e dall’altra quello di Giovanni VIII Paleologo con gli altri del Patriarca di Costantinopoli Giuseppe II e di altri orientali. Esso esercita un ruolo rituale più esteso rispetto al servizio pur principale di offrire le pericopi per la proclamazione solenne del Vangelo. Per questo è oggetto di una straordinaria cura, soprattutto nella copertina, riccamente ornata con materiali e pietre preziose; su di essa si delinea tutto un contenuto telogico relativo alla Parola di Dio mediante la rappresentazione della morte e risurrezione di Cristo, e la raffigurazione dei quattro profeti maggiori e degli evangelisti, secondo una regola universale della tradizione sia orientale che occidentale. 3. USO LITURGICO DELL’EVANGELIARIO NELLA LITURGIA DOMENICALE E FESTIVA “L’Evangeliario dovrà essere normalmente utilizzato nelle domeniche e nelle principali feste dell’anno liturgico e si dovrà dare risalto al segno della processione, con la quale il diacono e i ministranti si recano all’ambone per la proclamazione del Vangelo”.7 “Sopra l’altare si può collocare il libro dei Vangeli, distinto dal libro delle altre letture, a meno che non venga portato nella processione d’ingresso”.8 7 8 Comitato Centrale del grande Giubileo dell’Anno Duemila, Benedetto il Signore nei secoli. Celebrazioni e preghiere per l’Anno Santo, Roma, S. Paolo Ed., 1999, p. 91. Principi e norme per l’uso del Messale Romano, n. 79. 7 “Tra i riti della Liturgia della Parola si deve tener presente la venerazione dovuta alla lettura del Vangelo. Dove è a disposizione l’Evangeliario, portato processionalmente dal diacono o dal lettore durante i riti iniziali, è molto opportuno che il diacono o, in sua mancanza, un presbitero, prenda l’Evangeliario stesso dall’altare, e preceduto da ministranti con ceri e incenso, lo porti all’ambone. I fedeli stanno in piedi, acclamano il Signore e fanno atto di venerazione al libro dei Vangeli.”9 “Come Cristo, Verbo incarnato è la parola ultima e definitiva del Padre, così il Vangelo, che di quella parola è il principale testimone, si trova sempre a conclusione della proclamazione delle Scritture. La proclamazione è preceduta da una solenne processione dell’Evangeliario con lumi, incensi e acclamazioni, che in Oriente, come in Occidente vuole rappresentare l’ingresso di Cristo nel mondo”.10 Dopo la seconda lettura, mentre si dispone la processione al Vangelo, se è necessario, si dovrà togliere dall’ambone il lezionario per consentire che vi si possa porre comodamente l’Evangeliario. Il lezionario è portato da un ministrante sulla credenza. Nella solenne celebrazione pontificale il diacono, conclusa la proclamazione del Vangelo, mentre l’assemblea acclama nuovamente “Alleluia”, si reca alla sede presentando 9 10 8 Premesse al Lezionario, parte I, cap. II, n. 17. Introduzione all’Evangeliario, in SORCI, P., Haec sunt verba sancta, p. 23. IL TRONO DELL’EVANGELIARIO L’Evangeliario, secondo l’antica tradizione liturgica e figurativa, è spesso posto sul trono, a richiamare la presenza del “Kyrios”, nell’atto del suo divino magistero. Tale simbolo ha la sua origine nell’etimasìa,26 il trono preparato per il ritorno glorioso del Signore e per il suo giudizio. Ben presto sul trono compare la croce gemmata o il prezioso codice dei Vangeli, oppure tutti e due insieme. L’intronizzazione dei Vangeli è testimoniata anche nella liturgia dei primi otto Concili ecumenici della Chiesa indivisa, secondo le parole dei Padri: “Noi costituimmo Cristo presidente” e “Il Santo Sinodo diede la presidenza a Cri26 27 DI MAIO, ROMEO, Il libro del Vangelo nei Concili ecumenici, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1963, p. 20: E’ noto che il trono per sé, anche in ambiente precristiano e non cristiano, indicò la maestà o l’autorità divina, e chi vi sedeva ne era rivestito. Dal V secolo e probabilmente dal IV, la figurazione del trono vuoto (etimasia) in Italia prima e dopo in Oriente e altrove ancora significò l’attesa del giudizio di Cristo. Il trono Gli era preparato, poteva venire dunque. Etimasia (in greco) (interpretando il salmo 9, 9) è la preparazione del trono divino. idem, p. 20: “Noi costituimmo Cristo presidente” e “Il Santo Sinodo diede la presidenza a Cristo”. Queste dichiarazioni di due Padri conciliari, Cirillo e Tarasio, sono fondamentali per cogliere il significato del trono con gli Evangeli nel Concilio. idem, p. 10: Le prime testimonianze letterarie sugli Evangeli in trono si riferiscono al concilio di Efeso (431) e sono estremamente indicative della loro significazione antieresiale. “... deposto nel mezzo del trono il santo Evangelo che ci mostrava Cristo stesso presente”. Questa annotazione della lettera del Sinodo degli Imperatori già di per sé esprime energicamente la singolare posizione del trono e la sua funzione. Tuttavia essa può essere completata dalle parole di S. Cirillo d’Alessandria, che presiedette il Concilio. “Allora certo il santo Sinodo non senza difficoltà fu radunato nella santa chiesa detta di Maria, e costituì suo membro anzi come suo capo Cristo; infatti sul santo trono fu 21 l’Evangeliario aperto al Vescovo, il quale lo bacia e pronuncia a voce sommessa le parole “Per evangelica dicta...”. Quindi l’Evangeliario viene collocato sulla credenza.11 4. LA CONSEGNA DELL’EVANGELIARIO L’Evangeliario, oltre che per la proclamazione del Vangelo, viene valorizzato con altri significati liturgici: è imposto aperto sul capo dell’eletto nell’ordinazione episcopale,12 è consegnato nei riti esplicativi dell’ordinazione del vescovo e del diacono.13 Poiché è consegnato ai ministri ordinati in quanto ad essi compete la proclamazione liturgica del Vangelo, conviene che l’Evangeliario sia posto sul feretro nelle esequie dei vescovi, presbiteri e diaconi.14 5. L’INTRONIZZAZIONE DELL’EVANGELIARIO Un uso particolarmente solenne dell’Evangeliario si ha nel Concilio ecumenico, nei Concili plenari e provinciali, nel Sinodo diocesano e in altre analoghe convocazioni ecclesiali. 11 12 Trono usato in Cattedrale a Trento per la celebrazione del Mandato Giubilare (7 gennaio 2001) 20 13 14 Caerimoniale Episcoporum, n. 141. Caerimoniale Episcoporum, n. 574. Caerimoniale Episcoporum, n. 512. Cf. anche Caerimoniale Episcoporum, n. 824. 9 Qui l’Evangeliario viene posto su un “trono” in mezzo al presbiterio e di lì presiede l’assemblea quale segno di Cristo Maestro.15 Il rito dell’intronizzazione ha luogo nel momento culminante della liturgia della Parola. L’Evangeliario, portato nella processione d’ingresso, è collocato - come di solito sulla mensa dell’altare. Durante il canto dell’Alleluia viene prelevato dall’altare e portato solennemente all’ambone per la proclamazione del Vangelo; conclusa la lettura, l’Evangeliario è posto sul “trono” in mezzo al presbiterio o in altra posizione ben visibile, dal quale presiede l’assemblea liturgica.16 La liturgia del grande Giubileo del 2000 presenta l’intronizzazione dell’Evangeliario. Nel rito di apertura dell’anno giubilare, infatti, si prevede “la collocazione dell’Evangeliario su un tronetto o in un altro luogo adatto, dove rimarrà in permanenza durante l’intero anno giubilare”.17 Tale rito è significativo anche in altre celebrazioni, particolarmente incentrate sull’ascolto della Parola di Dio, come le “Stazioni” di Avvento e Quaresima. 15 16 17 10 Caerimoniale Episcoporum, nn. 1172 e 1174. Ibidem. COMITATO CENTRALE DEL GRANDE GIUBILEO DELL’ANNO DUEMILA, Benedetto il Signore nei secoli. Celebrazioni e preghiere per l’Anno Santo, Roma, S. Paolo Ed., 1999, p. 91. 19 “Questa cura e questa devozione esprimono al pari del gesto di Maria di Betania che sparse trecento denari di nardo purissimo per ungere il corpo di Gesù, il desiderio ardente che il Cristo resti vivo anche nel nostro tempo con la sua parola di vita eterna, di cui nulla è più prezioso per gli uomini, pellegrini di speranza”.25 Accogliendolo con gioia nelle nostre parrocchie e comunità religiose, ci faccia sentire la presenza del Signore, vivo e operante nelle azioni liturgiche ed apra i nostri cuori al soffio dello Spirito Santo che ha ispirato e rende attuale ed efficace la Parola contenuta nelle sacre pagine. Ed i fedeli, alimentati dalla Parola di Cristo Gesù, unico Salvatore dell’uomo, diventino annunziatori forti e miti della “Buona Novella del Regno” nelle nostre valli trentine. 25 18 Prefazione in SORCI, P., Haec sunt verba sancta, p. 6. 6. IL BACIO ALL’EVANGELIARIO L’Evangeliario posto sulla mensa dell’altare nei riti d’inizio viene venerato dal ministro insieme con l’altare. L’Evangeliario è baciato dal diacono o dal presbitero che ha proclamato il Vangelo; nella celebrazione della messa solenne stazionale viene pure portato al vescovo che lo accoglie alla cattedra e lo bacia. In particolari riti questo segno liturgico può venir esteso ai fedeli che si accostano a venerare il santo vangelo baciando l’Evangeliario. “Ancora nel 1700 a Vienna e a Tours il libro veniva presentato aperto ai singoli perchè lo baciassero. Nella liturgia copta ancor oggi l’Evangeliario viene baciato da tutti i fedeli”.18 18 Introduzione all’Evangeliario in SORCI, P., Haec sunt verba sancta, p. 24. 11 II. L’EVANGELIARIO DIOCESANO del 2000: STRUTTURA, COMPOSIZIONE E SIGNIFICATO 1. L’EVANGELIARIO DIOCESANO, MEMORIA DEL GRANDE GIUBILEO DEL 2000 Questo Evangeliario ha carattere diocesano ed è stato realizzato per essere segno del Giubileo del 2000. “Il Papa per primo varcherà la porta santa nella notte tra il 24 e il 25 dicembre 1999. Attraversandone la soglia mostrerà alla Chiesa e al mondo il Santo Vangelo, fonte di vita e di speranza per il terzo millennio che viene.”19 Lo stesso segno verrà valorizzato dai Vescovi per l’inaugurazione del Giubileo nelle diocesi.20 L’acquisto e l’uso dell’Evangeliario prezioso nelle liturgie parrocchiali diventa memoria dell’Anno Santo di grazia e misericordia; segno della riscoperta del valore della Parola di Dio, della necessità dell’annuncio del Vangelo per la nascita della fede, della reale presenza del Risorto quando viene proclamata la sua Parola (SC 7). danno dignità e prestigio all’azione liturgica. In continuità con questo spirito è importante promuovere sempre più una cultura dell’estetica liturgica, per sensibilizzare la comunità cristiana e ricercare i modi e gli strumenti più adeguati a esprimere il divino ineffabile dei riti liturgici. 7. I sacerdoti e i diaconi utilizzando l’Evangeliario nei sacri riti potranno educare i fedeli, mediante la catechesi liturgica e il modo stesso di celebrare la Parola, ad una profonda adorazione di Dio che parla al suo popolo, di Cristo risorto presente nell’assemblea convocata, dello Spirito Santo che apre i cuori alla comprensione delle Sacre Scritture. Così, con la mediazione dei riti e dei simboli la Chiesa si pone in un più fecondo atteggiamento di ascolto e di venerazione per accogliere con maggior efficacia la Parola divina e tradurla nelle opere, divenendo così “luce del mondo e sale della terra”. 8. 19 Incarnationis Mysterium, n. 8. 20 Ibidem, n. 6. 12 DAL SEGNO DELL’ EVANGELIARIO AL MISTERO DI CRISTO, MAESTRO INVISIBILE L’EVANGELIARIO, DONO D’AMORE DELLA CHIESA TRIDENTINA L’Evangeliario ora è affidato alla Chiesa Tridentina ed entra nelle nostre assemblee liturgiche “ornato di un manto regale”. 17 fedeli quando il Libro è posto aperto sul “trono”. In corrispondenza con le feste più solenni sono rappresentati i misteri della vita del Signore.24 6. L’EVANGELIARIO NELLA LITURGIA PARROCCHIALE DEL TERZO MILLENNIO L’Evangeliario non è solo un simbolo caratteristico del Grande Giubileo del 2000, ma deve continuare ad essere il segno dell’onore dovuto alla Parola del Signore quando viene proclamata solennemente nell’assemblea, al vertice della liturgia della Parola. Conviene che ogni parrocchia abbia l’Evangeliario, ne faccia un opportuno uso liturgico e lo conservi in luogo d’onore nella sagrestia. Così la celebrazione parrocchiale, almeno nelle solennità e nelle feste, può contare su un ulteriore segno liturgico che contribuisce a dare credito e importanza all’annuncio della Buona Novella, che permette più facilmente di comprendere la liturgia della Parola come vera e propria celebrazione dell’evento salvifico in grado di determinarsi ogni qual volta la Parola è proclamata e viene accolta dall’assemblea. La riforma liturgica del Concilio Vaticano II ha contribuito non poco a potenziare la sensibilità verso i valori che 24 16 Le immagini sono tolte in parte da un messale romano del 1747 usato nella Chiesa Tridentina, ora presso la Biblioteca Diocesana Rosmini, e in parte dai “quadri” di Gustavo Dorè in Santi Evangeli, Milano Treves editori, 1890. 2. L’EVANGELIARIO DIOCESANO, MEMORIA DEL 16° CENTENARIO DELLA MORTE DI S. VIGILIO L’Evangeliario, preparato appositamente per la Diocesi Tridentina, ricorda anche il 16° centenario della morte di san Vigilio ed è offerto per la liturgia soprattutto delle parrocchie. Fa pure memoria del recente giubileo dei Martiri Anauniesi. Nella “Peregrinatio Martyrum” avvenuta in Diocesi negli anni 1997-98 infatti il libro dei Vangeli precedeva l’urna con le reliquie, per invitare le nostre comunità cristiane ad accogliere nuovamente quel lieto Annunzio che, a prezzo del sangue dei martiri, ebbe nel Trentino il suo glorioso esordio.21 Consegnato dall’Arcivescovo ai decani nel pellegrinaggio giubilare alla Cattedrale nel corso dell’anno 2000, l’Evangeliario rimane nelle parrocchie il segno e l’impegno per la nuova evangelizzazione alle soglie del terzo millennio in continuità con la prima opera missionaria realizzata tra noi in modo paziente e instancabile dal santo vescovo Vigilio e dai martiri Sisinio, Martirio e Alessandro. 21 ARCIDIOCESI DI TRENTO, Sisinio, Martirio e Alessandro, pellegrini nella Diocesi Tridentina, Trento, Edizioni Diocesane, 1996, p. 9. 13 3. LA PREZIOSA TECA L’Evangeliario nelle due copertine della preziosa teca esprime il nucleo dell’annunzio apostolico, il “Kerigma”, espresso dall’apostolo Paolo in uno dei testi più antichi del Nuovo Testamento: “Vi rendo noto, fratelli, il Vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza. Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture” (1 Cor 15, 12a. 4-4). Per questo da una parte vi è il Cristo crocifisso con i quattro profeti maggiori, che ne predissero l’evento, e dall’altra il Cristo risorto con i quattro evangelisti, che ne proclamarono l’annunzio. Portando alto e mostrando l’Evangeliario ai fedeli il diacono manifesta visivamente il mistero del Cristo morto e risorto, cuore del messaggio evangelico.22 4. LA COMPOSIZIONE DELLE PERICOPI EVANGELICHE Fra i vari criteri di composizione, adottati nella storia della 22 14 La teca preziosa è stata realizzata dall’artista trentino Mastro 7, cav. Settimo Tamanini di Mattarello (TN). liturgia, si è scelto quello ritenuto più pratico per l’uso liturgico. L’Evangeliario presenta le pericopi evangeliche contenute nel lezionario della Messa secondo la successione delle celebrazioni dell’anno liturgico e con gli stessi caratteri tipografici usati nei lezionari. Così il diacono o il sacerdote trova nell’Evangeliario la pericope evangelica relativa al giorno liturgico come è nel normale lezionario; ciò ne facilita l’uso.23 L’Evangeliario contiene i Vangeli delle domeniche, solennità e feste per gli anni A.B.C.; riporta inoltre per intero i Vangeli del lezionario proprio della Chiesa Tridentina. Un indice liturgico permette di ricercare i Vangeli del Comune dei santi, delle messe rituali, per varie necessità, votive, dei defunti e della vigilia domenicale. 5. L’ICONOGRAFIA DELL’EVANGELIARIO Le pagine centrali dell’Evangeliario sono impreziosite dall’icona di Cristo Maestro e dall’“incipit” del Vangelo di Giovanni per richiamare l’attenzione e la devozione dei 23 Questa scelta si pone in continuità con una prassi liturgica diocesana, come è documentato dall’Evangeliario ancora in uso nel XVIII sec. nella nostra Chiesa locale. Cf. Evangelia totius anni tam in proprio de tempore quam in festis sanctorum ex praescripto missalis romani sacri Concilii Tridentini decreto restituti necnon Clementis VIII. et Urbani VIII. auctoritate recogniti, Romae, apud Salvioni, 1746, usato nella Chiesa Tridentina, ora presso la Biblioteca Diocesana Rosmini. 15