n.7 ottobre 2004 mensile di intrattenimento intelligente 2 EDITORIALE bazar 10 2004 MAra Codalli Direttore arTistico [email protected] Eugenia ROmanelli Direttore responsabile Vera RIsi viceDirettore [email protected] bazar 10 2004 laboratori studenti la sapienza 3 R IS C H IO M O R T A L E , NE VALE LA PENA? Ogni gioco ha le sue regole? Non tutti. Certi giochi superano ogni limite. Sport talmente spericolati ed eccitanti da crea re dipe nden za. all’estremo che a volte mettono a rischio anche la vita di chi Sfide Giochi divertenti da morire? Si, perchè a volte si muore davvnon gioca. ero. Bungee Jumping: volare si può Il bungee jumping consiste nell’ effettuare un salto nel vuoto da ponti, gru, elicotteri o mongolfiere legati a un elastico. La forma di questo sport è il BASE JUMPING. Ci si getta da edifici, antenne , ponti e dirupi, ma senza l’elastico a fermare il volo. In questo più estrema jumper apre il paracadute solo all’ultimo momento quando il caso il margine scarica di adrenalina, un gesto di piena follia, che somma al rischio per non sfracellarsi è di appena due o tre secondi. Una tremenda di lasciarci la pelle quello di finire in galera. La sfida dentro la sfida infatti, quella di lanciarsi da luoghi speciali, simbolici, pericolo è, Eppure basta poco, una raffica di vento, un errore nel tempo sissimi o vietati, come la Statua della libertà o la Torre Eiffel. di apertura del paracadute e l’avventura si conclude in tragedia. I “jumper hanno tra i venti ei trent’anni d’ età. In maggioranza maschi, non s” mancano ultracinquantenni e giovanissimi. Per i campioni del conta solo l’espressione liberatoria dell’energia fisica, ma piuttosto brivido non la sua gestione e il suo allenamento. Succede che quelli che contraggono una specie di dipendenza. E’ il riflesso psicolog lo provano ico e probabilmente anche organico di un’esperienza limite, di pericolo e del rifiuto della normalità che crea troppi miti e nuovi una mistica del seguaci. 4 studenti la sapienza laboratori bazar 10 2004 Pazzi o temerari, esibizionisti o spiriti liberi, drogati di adrenalina o atleti preparati e consapevoli? A raccontarcelo sono loro. Alessandro quanti anni hai? 34. Perché pratichi il base jumping? Mi dà sensazioni ed emozioni uniche, forti. Sento l’ adrenalina nel mio corpo. E la cosa che mi scalda di più è quella di sentire il vento nelle orecchie. E’ come possedere un oggetto, sentire il proprio corpo. Da dove effettui i tuoi lanci? Dai ponti, dalle pareti, dalle antenne. Base, poi è una parola formata da queste quattro lettere, che racchiudono anche i viadotti. Esistono posti ufficiali, dov’è legale? Posti precisi non è che ce ne siano… Però è diffuso soprattutto nel Brento, in Trentino.... (Esiste un codice di autoregolamentazione per la pratica in sicurezza del BASE JUMPING sul territorio della provincia di Trento ai sensi dell’ articolo 1 della L.P. 12 Agosto 1996, n.5. N.d.r.). Certo lanciarsi da un palazzo entra maggiormente nell’ ambito dell’illegalità. Da una parete rocciosa la situazione è a rischio solo per te stesso...Quindi....è differente. Esiste un’associazione? Non esiste alcuna associazione. Si va alla ricerca di persone che come te amano praticare il Base, ma non ci sono associazioni... Anche se in Malesia c’è un appuntamento annuale durante il quale è consentito praticare il Base. In quella circostanza sembra un po’ di stare a una manifestazione sportiva con molte esibizioni. La tua prima volta è stata… Da un ponte. Poi ho cominciato anche a lanciarmi dai palazzi, fino ad arrivare alle mongolfiere. Che preparazione fisica occorre? Non serve una preparazione fisica specifica. E’ un po’ come il paracadute. Devi solamente imparare le tecniche del lancio, insomma interessarti specificatamente della tecnica del Base.” E se succede un incidente? E’ molto pericoloso, è vero, ma fa parte del gioco, e di solito chi si lancia sa esattamente a cosa va incontro. Lo so anche io, ma è un’emozione davvero straordinaria, irripetibile. Mi dà una forza interiore. Ma lo fai anche per soldi? C ‘è chi mette in evidenza il marchio dello sponsor, e quindi sotto si cela un interesse prettamente commerciale...” Intervista di Emanuele Rossi (hanno collaborato Mariangela Pagano, Caterina Rao e Ilaria Pinta) Parkour: da grande voglio fare l’uomo ragno… Di Daniela Terzino [email protected] E chi è stufo del grigiore metropolitano ma non vuole rinunciare al brivido del pericolo, sceglie paradisi naturali per tuffi mortali… Di Mariantonietta Tosi – Anna Recchia Ne parliamo con Alessandro Tramontano, spericolato tuffatore. Quando hai iniziato a praticare questo tipo di tuffi? Ho iniziato da piccolissimo; avevo 4 anni e quando andavamo al mare ero affascinato dai tuffi che facevano quelli più grandi di me. Un giorno uno di loro mi ha spinto e anche se non fu una mia scelta, lanciarmi mi piacque tantissimo. Eravamo al lido “la Marinella” a Sant’Agnello. Poi, a fare sul serio ho iniziato a 13-14 anni. In cosa consistono questi tuffi, come si svolgono? Ci sono diversi tipi di tuffi: quelli che si svolgono da altezze che possono variare dai 4 ai 15 metri in mare profondo oppure quelli che si fanno da 5-6 metri in acque basse, non più di sessanta centimetri. Ci sono anche diverse modalità di tuffo: in profonde il mio gruppo si tuffa a stile o a palla di cannone, cioè lanciando acque ci di testa e chiudendoci come una palla di cannone durante il tuffo, impattand o le acque con il dorso, in modo da sollevare una grossa quantità d’acqua….ovviamen te vince chi schizza più in alto! La cosa particolare è che nessuno di noi ha una preparazione adeguata in quello che facciamo ci affidiamo solo alla nostra esperienza. Un’altra alle spalle e caratteristica di questi tuffi è che, per raggiungere la cima degli scogli dai quali tuffarsi, bisogna arrampicarsi a mani nude su pareti scoscese e lisce e questo rende la cosa ancora più eccitante. Quali sono i luoghi più frequentati da chi pratica questo tipo di tuffi e quali sono i posti che frequenti tu abitualmente? I posti sono sempre gli stessi: la spiaggia di Puolo; lo” Scoglio del Principe”; la Marinella ; la”Campanella” sempre vicino Sorrento. Tutti posti che frequento indistintamente ad eccezione dello “Scoglio del Principe”. Ci sono delle ragazze che fanno questi tuffi? Certo, qualche anno fa ricordo una ragazza nel nostro gruppo, si chiama Marika, era veramente molto brava. Lo fate in luoghi nascosti? No, le persone, i bagnanti assistono spesso a quello che facciamo, anzi il più delle volte ci guardano ammirati! Ti sei mai fatto male durante questi tuffi o qualcuno dei tuoi amici ha mai rischiato la vita? Rischi sicuramente ce ne sono, soprattutto quando ci si tuffa in acque cadendo di testa, c’è un forte rischio di rompersi il collo o i denti e la basse dove, vertebrale…Da grosse altezze, se si cade male in acqua, c’è il rischiocolonna di procurarsi ematomi ed escoriazioni: l’acqua diventa cemento! Io, personalmente, ho rischiato solo una volta cadendo male in acque me la cavai, fortunatamente, con qualche escoriazione! Tra i miei amicibasse 40 cm…. nessuno ha mai riportato danni seri ma diverse persone hanno perso la vita “Scoglio del Principe” …. molte cose purtroppo non vengono dette.soprattutto dallo Nonostante tutto, tu continui a farlo… Sì. L’ultima volta è stata quest’estate, ma ero da solo, non con gli amici. tendo a fare questi tuffi in maniera solitaria non più in gruppo… tanto Ultimamente a me non succederà mai niente di grave, perché comunque sono più bravo degli altri! Cosa provi quando ti butti da quelle altezze? Provare per credere. E’ una sensazione di totale libertà! Non ci sono paracadu ti, non c’è elastico, non c’è nulla. Solo tu e il tuo bisogno irrefrenabile di andare su, di fare sempre meglio, di superare nuovi limiti. E’ come una droga. sempre più Ma la cosa più bella è la paura. La paura che si prova prima di saltare giù, è quella vivo. Poi, una volta giù capisci che, ancora una volta, ce l’hai fatta! Eche ti fa sentire ti senti forte! Perché sicuramente dietro tutto ciò è vero che c’è dell’esibizionismo, colpo, di piacere agli altri, di dimostrare (magari dopo una competizi la voglia di fare one di essere migliore degli altri) ma per me c’è qualcosa di più: ho acquistato maggiore sicurezza in me stesso. A pochi metri dall’asfalto, due paracadutisti a confronto Il parkour è uno sport dedicato agli amanti delle arti marziali, delle filosofie orientali e delle attività estreme. Il termine che lo contraddistingue è un neologismo che vuol dire percorso, e i traceur, che tradotto dal francese significa “quello che fa un tracciato”, sono i suoi sacerdoti. Nasce nelle periferie parigine circa sedici anni fa e il suo fondatore riconosciuto è David Belle. E’ l’arte dello spostamento in ambiente urbano e non può essere classificato esclusivamente come disciplina fisica. I percorsi di gara, forniti direttamente dall’urbanistica cittadina, impegnano i praticanti in arrampicate su muri e mirabolanti salti da tetti, grondaie, parapetti e ponti. Avvalendosi unicamente delle proprie mani e dell’ausilio del proprio coraggio (protezioni o altri generi di aiuti sono banditi), i “traceur” sfidano l’autocontrollo e la paura di superare impedimenti architettonici per conquistare la padronanza del corpo. Il Parkour ha conosciuto grande diffusione tra i giovani e, grazie all’ausilio della rete, (www.urbanfreeflow.com e Di Rodolfo Volpini Luca, 32 anni, svolge regolarmente attività aviolancistica presso l’Aeroporto di Guidonia. Rodolfo, 37 anni, è controllore del traffico aereo Enav spa. Rodolfo: secondo te perché spesso, nonostante alcuni principi di sicurezza che regolano l’attività di lancio come la quota minima per l’apertura, si va oltre il limite di sicurezza? Luca: chi si lancia oltre misura lo fa per provare emozioni forti ma con il tempo prevale l’assuefazione, e lo stato d’eccitazione si attenua. Quell’incredibile senso di piacere che ti rimane dopo una scarica di endorfine, purtroppo, dopo i primi lanci, si attenua, ci si fa l’abitudine e così qualcuno cerca sensazioni forti e rischia più del dovuto. Rodolfo: cosa intendi per rischiare più del dovuto? Luca: ritardare l’apertura del paracadute fino all’ultimo e talvolta anche oltre…. come purtroppo è accaduto. Considera che con i vecchi paracadute l’altezza limite era di circa 350 metri ma ora con i nuovi puoi arrivare sino a 150. Anche una frazione di secondo può costarti la vita o, se va bene, l’invalidità permanente. [email protected] bazar 10 2004 Roulette russa: occorrenti: una rivoltella, una vita Regole del gioco: : due giocato ri a turno premono il di una rivoltella puntata alla loro testa, dopo aver fattogrilletto casualmente il tamburo con un solo proiettile inserito, ruotare delle sei posizioni possibili. Il gioco continua fino a chein una uno dei due giocatori muore. Per saperne di più… Un tempo la roulette russa era impiegata come forma duello tra ufficiali e aristocratici della Russia zarista. di Negli U.S.A i tre casi eclatanti degli ultimi anni: a New York una ventitreenne, in attesa del secondo figlio, viene uccisa dal compagno perché si rifiuta di partecipare a questo gioco da lei definito sciocco e pericoloso; a Minneap olis un ventottenne, dopo aver suggerito una partita alla roulette russa, viene accusato di omicidio di terzo grado per la morte del cugino; a Jacksonville, Florida il pastore Melvyn Nurse per rendere il sermone particolarmente interessante illustra i sette peccati capitali facendo la roulette russa con una magnum caricata a salve ma il secondo peccato gli è 357 fatale, il rivestimento del proiettile si conficca nel cervello ucciden Il rischio, per alcuni aspetti eccitante, attraente e affascin dolo. viene inoltre riscoperto come richiamo mediatico e comeante, fonte di successo. E’ il caso del cantante Johnny Ace che attraverso il gioco della roulette russa svela tutto il potenzia le della morte come mossa di carriera, perdendo la vita a 25 anni alla vigilia di Natale del 1954. Non da meno è il caso del mago Derren Brown che nel suo reality show rischia davanti al pubblico. Gli ingredienti della roulette russail suicidio tutti: una pistola a sei colpi puntata alla tempia, un soloc’erano proiettile in canna, il grilletto premuto e tanta suspens sorte del mago che in base a suoi calcoli da sensitivoe per la riesce a individuare il colpo fatale. Roulette russa all’italiana di Giampiero Ranucci La roulette russa, gioco che sembra completamente all’ambiente italiano, in realtà ha le sue vittime anche estraneo nostro Paese. Una tragedia ha coinvolto un ventennenel romano, Michele, e nessuno lo ha mai saputo. Perché? Un amico di Michele, con un po’ di paura e ricordi confusi, prova a dire qualcosa... Quanti anni hai? R. 22 Dove abiti? R. Roma - Boccea Chi era il protagonista? R. MICHELE. 20 anni, abitava a Roma e studiava. Era un ragazzo simpatico, estroverso.. Dove si è svolto il gioco pericoloso? R. é successo a Roma. Erano in tre. Quando? R. 3 anni fa E’ stato un episodio isolato? R. Si, e le famiglie hanno fatto in modo che la cosa non avesse risonanza. Perchè scegliere di fare la ROULETTE RUSSA? R. E chi può dirlo, forse perchè erano 3 ragazzi abband onati a se stessi che in quel momento non erano completamente lucidi In che senso “abbandonati a se stessi”? R. non erano molto seguiti dalle famiglie Come hanno pensato di riunirsi? R. Stimolati dal rischio e dal brivido, dalla voglia di fare qualcosa di diverso ed emergere nel gruppo. Sai come hanno fatto a procurarsi una pistola? R .Chiedi troppo, non lo so Perchè l’accaduto è stato occultato? R. Da parte delle famiglie non rendere pubbliche queste notizie è anche un modo per far si che il dolore non riemerg quotidianamente, inoltre è difficile ammettere che queste a cose accadano a chi ci sia vicino. Surfer suicide Di Federica Taraborelli – Barbara Donati – Fabiana Iacoucci Pochi sanno che esiste una versione moderna della roulette russa, rivisitata e contestualizzata nell’ambito metropolitano: si chiama Skilarking (letteralmente “passatempo volante”) ed è una specie di sport estremo non riconosciuto, dove i praticanti vengono soprannominati “surfers suicide”, serfisti destinati al suicidio. Qui infatti non è l’onda ad essere cavalcata ma i treni metropolitani. Nessuna delle vittime proviene dai bassifondi: l’identikit del surfer rivela personalità estroverse, buoni voti a scuola ma tendenza alla ribellione; l’età dei praticanti sarebbe compresa tra i 14 e i 23 anni, alcuni provengono dagli ambienti dei graffitari e tra loro esiste un patto di silenzio. Non ci resta che ridere! In piena guerra fredda la delegazione del Congo, stato filo-comunista, si reca in Unione Sovietica in visita diplomatica. I delegati Africani vengono portati in giro per Mosca finché arrivano in un locale notturno dove alcune persone si stanno puntando una pistola alla tempia. Allora chiedono: “Gosa essere guello?”. “Questo è il nostro sport nazionale: la roulette russa! Si prende una pistola, si carica, tutti i colpi sono a salve meno uno”. I delegati rimangono affascinati dalla crudeltà del gioco e, terminata la visita, ritornano in Congo. Tempo dopo è la delegazione russa che si reca in Congo. Vengono anche loro portati in giro a vedere le bellezze locali e alla fine sono portati in una capanna. Il capo africano dice: “In guesta capanna noi tenere nostro sbort nazionale: la roulette del Congo!”. I delegati russi entrano dentro e strabuzzano gli occhi: la capanna è piena di donne nude bellissime. “Bello, ma come si gioca?”. “Dudde gueste donne fare bombini, ma solo una essere cannibale!!”. Contromano è meglio C’è un gioco in cui ciascuno deve superare se stesso e gli altri: chi beve più alcool, chi mangia più salsicce, chi tira più coca, chi corre in auto in maniera sfrenata, sono tutte situazioni in cui ci si porta oltre i limiti della razionalità. E naturalmente vince chi supera tutti gli altri nell’eccesso. un gioco con il quale spesso si mette in pericolo non solo la propria vita ma anche quella degli altri. Deve esserci un vincitore, altrimenti il gioco non ha senso. Nicolò Figus Diaz ha 24 anni e vive a Roma. Lavora presso un concessionario di automobili e ama definirsi un machinaro. Frequenta quartieri e locali della Roma “bene”. E’ iscritto alla facoltà di economia. Figus. Perché contromano? Probabilmente perchè per me tutto il mondo è pista, e in pista non esiste il contromano... è questione di traiettoria dell’automobile. Mi capita spesso, quindi, di andare contromano o anche in retromarcia... Ci racconti qualche episodio? La volta in cui mi sono divertito di più è stata ad Ecumenitza, il porto greco più caotico che abbia mai visto. Eravamo io, Charles e Sara, 16 ore insonni e un gran nervoso perchè non riuscivo a imboccare l’autostrada. Ho chiesto a Charles di guardare fuori dal tettuccio dove fosse l’imbocco. Lui mi indica una direzione. Ho seguito le sue indicazioni e ho imboccato la rampa contromano (bellissima...tutta tonda, tipo NY!!!). Dopo circa 300mt. ho fatto un testa coda mettendomi così nel senso giusto … e ho trascorso delle bellissime vacanze! E tutto ciò a quale velocità? Sui 160Km/h. Di solito...a tavoletta. Dipende dalla macchina. Quanto conta la passione per le auto... La passione è per i motori in generale. Ho fatto anche delle bellissime gare contromano in motorino... in generale direi che riguardo al contromano ci sono 3 motivi di fondo. Quali? n°1 perchè ho fretta. Non posso farmi un’ora di traffico quando basta imboccare un senso vietato e arrivo dove devo. N°2 La mia macchina ha 5 marce + la retro: ho il dovere di usarle tutte... e poi quando vai a 80km/h in retro è bellissimo. Appena tocchi il volante la macchina schizza! N°3 la velocità di incontro/scontro è raddoppiata e la manovra acquista più pathos. E non pensi che potresti farti male? No. Penso che chi ho di fronte si dovrebbe spostare perchè io non mi sposto. Perché? perchè io ho più fretta di lui. I componenti necessari per un “buon contromano”? Le curve, la macchina, qualcuno in auto che abbia paura di quello che sto per fare e a volte la musica. Quale tipo di musica? La registrazione della Mitzubishi Lanter Revolution 7 che sgasa a vuoto ai box durante un rally oppure qualche pezzo house...penso che tutto sta a quanto la battuta coordina il cambio marcia. Infatti l’house a 120bpm/min. è perfetta! E le droghe? Ne fai uso? Prendo tanti caffè al giorno e comincio a bere dalla mattina… mi basta. Hai una tua filosofia di vita? Vale quello che ho risposto a Sara quella volta in Grecia e che vorrei fosse scritto anche sulla mia tomba: me ne frega cazzo! I numeri di chi non ce la fa Di Alessandro Lamaro e Irene Buscemi l’indice di mortalità presenta il valore massimo nella guida contromano, con 6,7 morti ogni 100 incidenti, per scendere a 5,3 e 5,0 morti ogni 100 incidenti rispettivamente per eccesso di velocità e per attraversamento irregolare della strada da parte di pedoni. Incidenti a causa di una andatura contromano Numero: 6.329 Percentuale: 2,9 Morti: 421 (numero di morti per 100 incidenti) Feriti: 10.491 Indice di mortalità: 6,7 Statistiche dell’Anno2000 Conducenti responsabili di incidenti stradali secondo il sesso Totale incidenti nel 2000: 234.558 Percentuale maschile: 77,8 Percentuale femminile: 22,2 laboratori studenti la sapienza 5 Shock da immersione. Quando la sfida a superarsi sfocia in … stupidità Di Laura Piazza Per “rinfrescarsi le idee” qualcuno ha inventato un gioco nuovo: l’immersione da shock. Come giocare? Il gioco si svolge immergendo la testa nelle acque gelide di una di quelle vecchie fontane usate un tempo per abbeverare gli animali. Dopo essersi incappucciati a turno si cerca di rimanere più tempo sott’acqua. La difficoltà sta nel potersi tirare indietro essendo trattenuti con forza dal braccio di un amico o da un cappio legato ad un masso. Diventa leader chi supera gli altri, che viene premiato. Chi arriva per ultimo viene punito e è immerso interamente nella fontana, per più di un’ora. Quando giocare? Solo d’inverno, prerogativa essenziale perché l’acqua deve essere gelida. Viene praticato sempre dallo stesso gruppetto, perché invadere il loro campo è come rubare quelle emozioni che sono soltanto loro. Perché giocare? Lo sfuggire alle responsabilità della vita è la loro motivazione. La cosa eccitante è uscire fuori dai canoni e la voglia di sfidare il destino li porta a ripetere il gioco. 6 studenti la sapienza laboratori bazar 10 2004 [email protected] Cosa dice la scienza. Gli ultimi sviluppi della ricerca scien tifica sul tema dell’eccitazione. Di Enza Tempone La dott.ssa Annalisa Pascucci, psichiatra ser.t. Appia Antica Roma “C”, un ormone creato dai surreni e indispensabile nel nostro organismo distretto XI, spiega che l’adrenalina è più svariati aspetti, attività costruttiva o distruttiva, dell’adattamento perché è l’ormone dell’attività sotto i suoi dell’individuo all’ambiente esterno e viene solo stimolata per far fronte a queste situazioni ma non ne è la causa. ma il fattore psicologico, la situazione mentale. Sempre all’interno dei Non è l’adrenalina che spinge all’azione soggetti si può trovare una motivazione dell’esaltazione fisica dovuta a una alterazione primissima nella struttura madre al momento del concepimento. Non è nulla di genetico!E’ solo formativa del bimbo in relazione con la uno “STOP” della formazione del bimbo. Il prof. Renato Cavallaro, docente di Sociologia presso la facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università La Sapienza di Roma spiega: “il gioco è sempre una battaglia addomest icata in cui lo scontro con l’altro è necessario per guadagnarsi il riconoscimento e l’affermazione di se stessi. L’individuo per sua natura tende a considerare la forza e il coraggio come elementi di potenza che utilizza per affermare se stesso all’interno di un gruppo. Il ruolo del gruppo riconoscimento, si misura e si scontra con l’altro per determinare la è determinante, il soggetto ne cerca il propria posizione; questo atteggiamento trova un riscontro nella legge del più forte, dove all’interno del branco il capo dimostra di essere tale e si colloca al vertice di una gerarchia. La ricerca ostinata del pericolo è anche la conseguenza di una socializzaz ione mal riuscita, che può provocare un disagio mentale nell’individuo. In tali circostanze la famiglia invece di offrire un supporto, spesso pratica una socializzazione mal controllata: si trova a far fronte a nuovi strumenti, a ragazzi hanno una certa padronanza. Un fattore che aggrava la situazione lei sconosciuti con i quali, invece, i importanza al valore della vita e del tempo. Sembra di avvertire un senso è che in età giovane si attribuisce poca di invincibilità ma nella maggior parte dei casi dietro queste azioni si nascondono forti disagi, e soprattutto per praticare azioni pericolose bisogna aver assunto eccitanti o droghe per abbassare il livello di coscienza”. “La società oggi sviluppa comportamenti standardizzati e siamo avvolti possiamo liberarci. I valori trasmessi dalla produzione di comunicazioneda un pacchetto di regole da cui non mentale da tutti, per cui film e romanzi rispecchiano l’immagine dell’eroe sono assimilati e rappresentati a livello e per coloro che mettono a rischio la propria vita sembra quasi di vivere uno spicchio di eroismo”. Il prof. la facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università La SapienzaBruno Mazzara, docente di psicologia presso di questi fenomeni con la società della comunicazione e i nuovi valoridi Roma, spiega così la stretta connessione diffusi dal progresso del nostro tempo. VOGLIO UNA VITA MALEDUCATA DI QUELLE VITE FATTE FATTE COSI’ VOGLIO UNA VITA CHE SE NE FREGA CHE SE NE FREGA DI TUTTO SI’ VOGLIO UNA VITA CHE NON E’ MAI TARDI DI QUELLE CHE NON DORMO MAI VOGLIO UNA VITA DI QUELLE CHE NON SI SA MAI E POI CI TROVEREMO COME LE STAR A BERE DEL WHISKY AL ROXY BAR O FORSE NON C’INCONTREREMO MAI OGNUNO A RINCORRERE I SUOI GUAI OGNUNO COL SUO VIAGGIO OGNUNO DIVERSO E OGNUNO IN FONDO PERSO DENTRO I CAZZI SUOI VOGLIO UNA VITA SPERICOLATA VOGLIO UNA VITA COME QUELLE DEI FILM VOGLIO UNA VITA ESAGERATA VOGLIO UNA VITA COME STEVE MCQUEEN VOGLIO UNA VITA CHE NON E’ MAI TARDI DI QUELLE CHE NON DORMI MAI VOGLIO UNA VITA, LA VOGLIO PIENA DI GUAI E POI CI TROVEREMO COME LE STAR A BERE DEL WHISKY AL ROXY BAR OPPURE NON C’INCONTREREMO MAI OGNUNO A RINCORRERE I SUOI GUAI OGNUNO COL SUO VIAGGIO OGNUNO DIVERSO E OGNUNO IN FONDO PERSO DENTRO I CAZZI SUOI VOGLIO UNA VITA MALEDUCATA DI QUELLE VITE FATTE FATTE COSI’ VOGLIO UNA VITA CHE SE NE FREGA CHE SE NE FREGA DI TUTTO SI’ VOGLIO UNA VITA CHE NON E’ MAI TARDI DI QUELLE CHE NON DORMI MAI VOGLIO UNA VITA VEDRAI CHE VITA VEDRAI E POI CI TROVEREMO COME LE STAR A BERE DEL WHISKY AL ROXY BAR OPPURE NON C’INCONTREREMO MAI OGNUNO A RINCORRERE I SUOI GUAI OGNUNO COL SUO VIAGGIO OGNUNO DIVERSO E OGNUNO IN FONDO PERSO DENTRO I CAZZI SUOI SITOGRAFIA: www.mancolicani.com/mancodalmondo/ 1999-roulette.html www.ilcorriere.it www.news200.libero.it/webmagazine/ wmz38.html www.drivemagazine.net/ace.html www.repubblica.it/cinema_recensioni/intacto/ intacto/intacto.html www.web.genie.it/utenti/m/m.mal www.dizionariodelgioco.org www.arcobaleno.net/sport/ bungeejumping.htm www.geocities.com/yosemite/rapids/1583/ bungee.htm www.clarence.com/contents/sport/speciali/ 001025jumping www.larepubblica.it/ondine/cronaca/jumping/ mistero/mistero.html www.comunicatori.net/giromondoindex.htm www.baseitalia.com/ autoregolamentazione.htm www.waytrend.net/root/parole_libro_1166.html di Valeria Bartolini con la collaborazione di: GRUPPO FONTI: Silvia Imperoli Massimo Maioli Cristina Iorio Concetta Zaccaglino Riccardo Parrinello Federica Festino Francesca Settembrino GRUPPO RICERCA: Scarpaleggia Daniele Alessandro D’Andrea Raffaella Ferro Emanuele Siciliano Donatella Fiorentino Lorenzo Tempestini Adele Ferrarelli M.Grazia Forcellino Manuela Intrieri Ilaria Desantis Federica Giuntella Annalisa Nati Claudia Patti Bianca Pomo Viviana Milone Viviana Pulignano Francesca Perna Roberto Martufi Film belli … da morire Sballo, eccitazione e adrenalina! Un cocktail perfetto non solo per giochi belli da morire, ma anche per l’intrattenimento personale su una comoda poltrona! Il Cacciatore (di Michael Cimino, 1978): c’è la più appassionante roulette russa che sia mai stata simulata in un film. I protagonisti vengono catturati dai Vietcong e sono costretti a giocare alla roulette russa tra di loro (mentre i brutali carcerieri scommettono su chi sopravvivrà). Fast&Furious (Rob Cohen, 2001): adrenalina e testosterone si amalgamano all’odore di benzina e al protossido d’azoto in una miscela decisamente esplosiva (con macchine truccate e la febbre della corsa) The Matrix (Andy e Larry Wachowski, 1999): un inesperto Neo si cimenta (anche se virtualmente) in un bel salto da un palazzo all’altro… Chi invece si vuole informare sulla “non-cultura dello sballo” può trovare interessante leggere il libro “Il popolo della notte – discoteche, ecstasy e alcol: nuove solitudini o buio da illuminare?” di Carlo Climati. “Uno strano fenomeno sta caratterizzando, da alcuni anni a questa parte, le nuove generazioni di giovani: la vita di notte. Moltissimi ragazzi amano vivere di notte. Frequentano locali, pub, discoteche, rave... Oppure si divertono a partecipare a giochi pericolosi, come le folli corse in moto o in automobile. Altri trascorrono ore e ore di fronte a un computer, per navigare su internet o dialogare in chat. Altri ancora sono schiavi della prostituzione o della pornografia, oppure sono affascinati dal satanismo, dalle feste di Halloween e dalle visite ai cimiteri. Ma che cosa accade realmente in questo mondo della notte? Perché tanti ragazzi si rifugiano nella non-cultura dello sballo, della droga e dell’alcool? Che cosa li spinge a rischiare la vita con giochi pericolosi?” Questo libro, ben documentato, vuole rappresentare un viaggio alla scoperta del “popolo della notte”. L’autore analizza tutti i fenomeni della notte: il consumo di ecstasy, il ballo, le cubiste, le varie trasgressioni, le stragi del sabato sera... Manifestazioni, tutte queste, di una notte più inquietante: la “notte delle coscienze”, quel buio interiore che porta a vivere all’insegna dell’egoismo e dell’indifferenza. Un saggio che invita fortemente a sostituire la non-cultura del vuoto con l’impegno personale e la riscoperta dei volti degli altri, illuminando il buio della notte con una luce nuova. Al termine del libro c’è anche un dizionarietto con le parole della notte. Un adeguato sottofondo musicale a questa lettura? la famosissima canzone “VITA SPERICOLATA” tratta dall’album Rewind di Vasco Rossi. GRUPPO INTERVISTE: Rossella Savarese Sara Spigarelli Valentina Perrucci Carolina Visca Giuliana Palmeri Federica Pitrone Lina Gambuti Ambra Vestri Sei uno studente, liceale o universitario? Vuoi scrivere e collaborare con noi? Hai dubbi, critiche o complimenti da farci, delle novità da segnalarci? SCRIVI A: [email protected] bazar 10 2004 3-4-5-6 28 Marco Begani – LEGGERE 9-10-11 29 Claudio Amendola Studenti la Sapienza Roma - LABORATORI – Rischio mortale, ne vale la pena? 12 Roberto Pisoni - VISIONI – Thriller story nella città di quarzo Alessandro Benvenuti – VISIONI (IN PILLOLE) - Il nostro lato ridicolo 13 Giuseppe Mottola – VIDEOGIOCANDO – Transumanesimo: capacità all’ennesima potenza 14 Caterina Gonnelli - ONDE – La tele la faccio io 15 Giulia Baldi - SINTONIE – Tutti giù dal letto! 16-17 Carla Antolini - SCENE – Attori immobili in scene vuote 18 Carla Antolini - SCENE – Tempus et corpus 19 Enrico Lo Verso – SCENE (SALMONI) – Quando si dice grazie 21 Fabio Murru - SUONI – (RECENSIONI) – Esplorazioni musicali 22 Pietro D’Ottavio – SUONI – Dallo show kolossal al festival autoprodotto 23 Marcello Amoruso - SUONI (FUMETTI) – La coscienza americana in una strip – LEGGERE (RILEGGERE) – Prode prodiere Nancy Brilli – LEGGERE 30 (BRILLETTURE) – L’odore 31 Andrea Lisi - NOTTE – The 32 No Future, top dj in Emilia Amoruso 33 –Marcello NOTTE – Fetish fantasy 34 Claudio Coccoluto – NOTTE (NOTTETEMPO) – Musica, e basta 36-37 Chiara Spegni – GUSTI – Legumi! 38-39 Chiara Tacconi – GUSTI – Sapore semplice e raro Eva Buiatti - GUSTI 40 (MANGIA COME LEGGI) – Un caldo gallego sotto la pioggia in autunno 42 Lorella Scacco - ARTI – arte a quattro mani 43 Luca Beatrice – ARTI – Classici e dissacratori 44 Marzia di Mento – ARTI – Scoprire la vita di una volta 46 Pan Sonic Luca Carboni – ARTI – (SKIZZI) 47 Andrea Mugnaini – VIAGGI – Corsica, terra di frontiera 48 Agnese Ananasso – ESSERE – Diversamente intelligenti 26-27 Ciro Bertini - LEGGERE – (RECENSIONI) - Un amore di ellepi Premilli – AVERE 49 Giulia – Clever shopping Ananasso – HI-TECH 50 Agnese – Una discoteca in casa. Legalmente e senza spendere una fortuna. 51 Oliva Muratore – ARCHITETTURE – La fotografia racconta le forme Bianchini – PICCOLI 52 Matteo – E’ l’ora dei Teletubbies! Cammarano – SPORT 53 Valerio – Curling, pietre che scivolano sul ghiaccio – Stile intimista e fatica Gianuario - SUONI 24 Fabrizio – L’epico minimalismo dei Alberto Traversi - NOTTE – Lo stilista + cool? Quello che apre un locale tutto suo! SOMMARIO 7 54 Angelita Peyretti – SCIOCCHINA – Domanda di lavoro 55 Valeria Cecilia – CORSI – Sushi! Mica solo pesce… 56 Giuliano – Cangiano FENOMENI – Si lotta ballando Cecilia – NET – 57 Valeria Babelteka.org, liberi di sapere Dolara – NOI – Riga, 58 Guido stella del Nord 59 Franco Andreucci – LORO – Junk food 60 Cristiana Scoppa – MIGRAZIONI – Notizie/non notizie dal Medio Oriente Premilli – GENDER 61 Giulia – Sessualità. Si cresce. Morcellini – CORTEI – 62 Mario Il Presidente messo al Moore [email protected] bazar 10 2004 visioni di roberto pisoni 9 Thriller story nella città di quarzo Il nuovo film di Michael Mann rompe con il respiro ampio e vertiginoso del suo trittico Heat/Insider/Alì. Per la durata contenuta (solo due ore) e per la scelta dell’unità di ambien tazione (una notte in taxi a Los Angeles), Collateral impone alla storia una gabbia severa e attiva, un lavoro di purificazione spazial compressione temporale assai sorprendente in un regista chee e di strutture narrative articolate e l’aura epica. Il plot è ridotto ama le Max/Jamie Foxx, tassista che sogna una ditta indipendente, all’osso: è trascinato in un tour sanguinario da Vincent/Tom Cruise, killer su commissione che deve eliminare in poche ore cinque testimo ni chiave di un processo contro un boss della droga. Il thriller è da sempre la struttura che misura la pressione e l’energia del cinema di Mann, è il genere in cui ha origine il stile (Strade violente) e attraverso il quale, negli anni novanta suo è giunto alla maturità registica. Collateral apre una terza via (Heat), e opera una sorta di sintesi: rinnova la ricerca d’intensità realistica della prima fase della sua carriera e preserva i principi di dilatazione astratta della seconda. Guidato da questa ambizione parado ssale, il film si srotola con un ritmo bizzarro in cui coabitano diverse velocità. All’inizio, il flusso tranquillo della notte di un tassista scandito da una dosata mescolanza di ripetizione, improvvisazioè e sorpresa: con il primo cliente, una giovane procuratrice (Jada ne Pinketts Smith) lo scambio è intimo, la scena toccante. Poi irrompe Vincent, il secondo cliente e Mann raddoppia la scena preced Lunga discussione all’interno del taxi in cui i personaggi si ente. uno è un manipolatore crudele e raffinato, l’altro un ingenusvelano: facilmente manipolabile. Pausa, il film si sospende brutalm o ente: mentre Max attende Vincent dopo un appuntamento, un corpo piomba sul taxi. La prima vittima. Parte allora il movimento centrale, la complessa relazione padron servo tra i due protagonisti e la lunga cavalcata omicida. Tutto e/ il film fluttua tra questi estremi: la ballata lounge e notturna nei meandri profondi di Los Angeles - la city in tutti i suoi sobbor anfratti, restituiti in maniera sublime dal supporto digitale ghi e regia di Mann - e il ritorno alla meccanica del genere thrillere dalla con le sue improvvise velocizzazioni spettacolari. La grande forza del film sta nel rifiuto da parte del regista di concentrarsi sulla relazione “predatoria” tra Vincent e Max. ricavarne una semplice metafora della lotta di classe e invecePoteva vacillare i limiti che separano il buon borghese afroamericanofa wasp sociopatico uscito da un romanzo di Bret Easton Ellis. dal Per Michael Mann il film si riassume essenzialmente in un “C’è più ricerca visiva in cinque minuti di Collateral che in tutti gli altri film visti all’ultimo festival di Venezia…” (uno spettatore anonimo) problema di messa in spazio del racconto. Nella prima parte del film l’abitacolo del taxi è l’unica location del balletto vampiresco: in primo piano, a destra dell’inquadratura, Max guida guardando quasi nell’obbiettivo, dietro, a sinistra, Vincent conduce la danza. La regia gioca con gli effetti di simmetria che sfruttano le potenzialità della profondità di campo e così organizza i rapporti di potere. E’ solo quando si slega una volta per tutte dal suo taxi che Max rompe la relazione dominatore/dominato e comincia a “guidare” il film. Allora l’ultimo terzo di Collateral si allarga ed esplode, con la formidabile scena della discoteca e quella, splendida, nell’ufficio di Jada Pinketts Smith che riprende il meccanismo hitchcockiano de La finestra sul cortile. In queste scene, già pagine classiche del cinema d’azione, Mann sfrutta le risorse del suo cinema “acquario”, iperformale, trasformando ciascuna inquadratura in un bagno di luci, superfici, ombre semoventi e riflessi pronti a ribaltare il corso dell’azione. Nel lungo inseguimento finale in metro, Max e Vincent si ritrovano faccia a faccia, immobili e spossati. Ammirevole è lo sfruttamento da parte di Mann di un racconto classico d’oppressione e di dualità vampiresca, utilizzando quasi esclusivamente le risorse del luogo, la molteplicità degli spazi chiusi e desolanti di una Los Angeles fantasma. Collateral non ridimensiona affatto l’estensione fiume degli ultimi film di Mann, né costituisce una battuta d’arresto. E’ semplicemente una favola dalla corrucciata morale darwiniana e dallo stile inimitabile di un regista nel pieno della sua maturità. 10 di roberto pisoni visioni bazar 10 2004 [email protected] Il codice del reale Intervista a Michael Mann Qualcuno lo ha definito il più grande regista americano vivente, eppure il nome di Michael Mann non stimola la stessa reverenza che la critica nutre per Scorsese, Coppola, De Palma o perfino per il controverso Spielberg. Più defilato dai media, meno cinefilo dei suoi celebri coetanei, ha alle spalle una carriera poco abbagliante ma di coerenza granitica. Dopo aver studiato alla London Film School, Mann ha realizzato documentari e spot pubblicitari, prima di diventare sceneggiatore per la televisione, soprattutto per la serie Starsky e Hutch. Nel 1979 firma la sua prima regia, il telefilm The Jericho Mile, un dramma ambientato nell’universo carcerario, e continua nel registro del poliziesco con Strade Violente (1981), primo lungometraggio, interpretato da James Caan. Gira poi La fortezza, abile melange tra atmosfere fantastiche e film di guerra, per tornare di nuovo al piccolo schermo. Diventa celebre come autore e produttore di una serie culto, Miami Vice, che lancia Don Johnson. Forte del successo, Mann è il primo regista a familiarizzare con l’universo malsano dello scrittore Thomas Harris, adattando nel 1986 il romanzo Red Dragon. In Manhunter il dottor Hannibal Lecter appare al cinema per la prima volta con i tratti di Brian Cox. Lo stile depurato e glaciale del film affascina pubblico e critica. Dopo una nuova stagione televisiva - L.A. Takedown nel 1989, Drug Wars: the Camarena Story nel 1990 che gli vale un Emmy Award - e una deviazione nell’affresco storico (L’ultimo dei Mohicani nel 1992), il regista, riconosciuto finalmente come uno dei talenti più innovativi degli anni ottanta, torna al suo primo amore, il thriller poliziesco, orchestrando il faccia a faccia tra due attori-monumento, Robert De Niro e Al Pacino, in Heat. La brillante direzione degli attori e l’attenzione suprema alla costruzione dello spazio visivo escono rafforzati anche nei due film tratti dalla cronaca e dalla storia recente: Insider (2000) e Alì (2002). In settembre Mann ha finalmente presentato Collateral a Venezia, dove lo abbiamo incontrato. Collateral più che un thriller sembra una sinfonia visiva per una grande città: Los Angeles…Ho letto che è stato ispirato dal libro di Mike Davis, “La città di quarzo”… Sì, ho letto il libro di Davis, solo una trentina di pagine però…(ride). Più che La Città di Quarzo, che è un libro notevole, mi ha influenzato la mia percezione della città. In genere la Los Angeles che si vede al cinema è Malibu: le palme, la spiaggia, il mare. A me piaceva mostrare invece la City, i luoghi che conosco: Commerce, Wilmington, South Central, East L.A. Los Angeles conta diciassette milioni di abitanti ed è, sia etnicamente sia sociologicamente, molto composita e complessa. E’ una città orizzontale, una metropoli infinita, dove però ti può capitare di incontrare dei coyote che attraversano la strada, come succede nel film e come è capitato anche a me. E’ la città del futuro e ne ho voluto mostrare la straordinaria ricchezza. Per ogni scena ho cercato il background adatto o in contrasto con quello che succede. Come mai la decisione di concentrare tutta la storia in una notte? Sapevo che tipo di film avrei fatto ancora prima di trovare la sceneggiatura. Volevo intensità dalla storia e che si svolgesse in un arco di tempo limitato. Mi interessava questa costrizione temporale che rende il compito della regia analogo a quello del pilota al volante di un auto da competizione, una compressione tale per cui ogni singolo gesto ha una risonanza inaspettata. Poi volevo tornare al film di genere, dopo l’attualità di Alì e Insider. Quali “valori aggiunti” le ha dato, in termini di linguaggio, l’uso del digitale? La pellicola non registra ciò che gli occhi possono vedere di notte, per questo motivo sono passato al digitale ad alta definizione: per vedere di notte, per vedere tutto quello che si vede a occhio nudo. La Viper FilmStream, la telecamera che ho usato più frequentemente, consente di avere una profondità di campo e dei colori che la pellicola non può darti. Di notte le luci della strada e il cielo di Los Angeles sono unici, volevo restituire la loro bellezza e la loro ruvidezza. Quella corrosione al lavoro caratteristica della città che potevo cogliere soltanto con il digitale. Nei suoi film c’è un fortissimo realismo nei dettagli, ma questo realismo sembra condurre a un’astrazione totale dello spazio e del tempo… Ogni volta che affronto un progetto devo partire dalla realtà. Faccio sempre molte ricerche sui luoghi, i personaggi, il lavoro che fanno. Il personaggio di Vincent è ispirato a una serie di criminali veri… Poi una volta che questi dati reali mi convincono, mi sento libero di modificarli, variarli, ricrearli. Una cosa è certa però: i miei film devono molto di più a ricerche sociologiche o criminologiche che ad altri film. bazar 10 2004 [email protected] visioni di roberto pisoni 11 La lunga guerra sul set di Spartacus A pochi mesi dall’uscita americana giunge anche in Italia la nuova edizione in due dischi di Spartacus, il kolossal storico-mitologico di Stanley Kubrick. Il film è stato restaurato minuziosamente (è presente addirittura una traccia italiana in DTS 5.1) e offre una strepitosa quantità di extra (tra gli altri i commenti audio del produttore e attore Kirk Douglas, di Peter Ustinov, dello scrittore Howard Fast, del produttore Edward Lewis, l’analisi scena per scena dello sceneggiatore Dalton Trumbo, lo storyboard originale del designer Saul Bass, i disegni di Stanley Kubrick). Attraverso le diverse voci e i torrenziali racconti dei testimoni diretti è possibile finalmente ricostruire, una volta per tutte, la sofferta gestazione e la burrascosa realizzazione del film che Kubrick non amava includere nella sua filmografia. L’idea di trasferire sul grande schermo Spartacus, il romanzo di Howard Fast risale al 1957. Kirk Douglas, che aveva letto la sceneggiatura di Ben Hur, voleva interpretarne la parte principale. Il regista William Wyler (con cui l’attore aveva già girato Detective Story nel 1951), gli propose il ruolo di Messala, il “traditore”, che Douglas rifiutò sdegnosamente, lasciando campo libero a Stephen Boyd. Alla fine dell’anno, Edward Lewis, il produttore delegato che lavorava per la società di produzione di Douglas, la Byrna, gli sottopose il romanzo Spartacus. Esaltato, l’attore ne opzionò i diritti e lo propose alla United Artists, casa di produzione che si era arricchita anche grazie alla sua interpretazione ne I Vichinghi, 1958, che Douglas aveva anche coprodotto. La United Artists rifiutò il progetto, sostenendo di avere in produzione una sceneggiatura pressoché identica, The Gladiators con Yul Brynner. Il film, che doveva essere diretto da Martin Ritt, non vedrà mai la luce. Furioso, Douglas sottopose allora il progetto alla Universal, che accettò con la pretesa di avere una sceneggiatura più completa, un cast prestigioso e di imporre il regista. Douglas affidò la scrittura della sceneggiatura allo scrittore del libro, Howard Fast ma il risultato fu un vero disastro (secondo le parole di Kirk) e l’incarico venne girato a Dalton Trumbo. Quest’ultimo, ancora sulla lista nera “anti-comunista” del senatore McCarthy, non poteva firmare il film a suo nome e lavorò sotto lo pseudonimo di Sam Jackson durante tutta la produzione di Spartacus. Douglas completò rapidamente il casting e strinse i contratti con Laurence Olivier (con cui aveva già girato Il Discepolo del Diavolo nel 1959), Charles Laughton e Peter Ustinov. Al contrario, trovare l’interprete femminile fu un problema quasi insormontabile. Dopo il rifiuto o la defezione di Ingrid Bergman, Elsa Martinelli e Jean Simmons, la scelta cadde su una perfetta sconosciuta di origini tedesche, Sabina Bethmann. Anche per il regista ci fu indecisione, così vennero snocciolati i nomi di David Lean e Martin Ritt, finché la Universal non impose Anthony Mann. rapporto con Anthony Mann. Le riprese cominciarono il 27 gennaio 1959. Molto presto, Douglas ruppe ogni ancora nel montaggio finale figurano Mann da girate scene Alcune silurato. venne regista il febbraio, 13 Venerdì di nome Stanley Kubrick, (la miniera iniziale e la scuola dei gladiatori). Lo rimpiazzò un “giovane figlio di puttana”ando nel 1957 Orizzonti di interpret e do producen lanciare, a ito contribu allora trentaduenne, che Douglas aveva dalla più quotata Jean Simmons. Gloria. La produzione si riorganizzò e l’attrice Sabina Bethmann venne sostituita con attori-registi che avevano fare che a aveva tto innanzitu , tesissima e situazion una gestire a trovò si Kubrick Douglas per l’inesperienza del le loro idee sulla messa in scena. Soprattutto Laurence Olivier si lamentò con , invece, chiese a Ustinov di Laughton Mann. di partenza la zione giovane regista, rimpiangendo in continua diverse per la macchina riscrivere alcuni dialoghi, mentre Douglas proponeva sistematicamente delle posizioni operata, Tony Curtis si essere dovette s Simmon Jean oni: interruzi continue ebbe tournage il più In da presa. da un virus. Girato colpito venne Douglas Kirk e tennis a partita una durante Achille di danneggiò il tendine schermi americani sugli esce s Spartacu finale), battaglia della scena la in 167 giorni (6 settimane soltanto per montaggio finale suo nel film il e riconobb non il 7 ottobre 1960. Kubrick, allora sotto contratto con Douglas, herà mai: d’ora in poi dimentic non che lezione una impara a esperienz questa da regista Il minuti. di 184 s sia un buon successo al esigerà per contratto di avere il final cut su tutti i suoi film. Nonostante Spartacu seconda volta al cinema una uscirà film Il ne. produzio di costi folli dei botteghino non riuscirà mai a rientrare ta la splendida sequenza del nel 1991, con una versione più lunga di 14 minuti. In particolare è stata reintegra era andato perduto: Tony corteggiamento omosessuale tra Olivier e Curtis. Il suono della scena originale è stata “imitata” da Anthony Curtis si è ridoppiato, mentre la voce di Laurence Olivier, ormai scomparso, “Spartacus si è rubato tre anni mente: sarcastica o dichiarat ha Douglas Hopkins. Nel suo libro di memorie Kirk contro gli eserciti romani”. della mia vita, molto tempo in più di quello impiegato dallo schiavo Spartaco per combattere 23,90 l, Universa dischi, 2 s, Spartacu DVD 12 di alessandro benvenuti visioni.in pillole bazar 10 2004 [email protected] www Il nostro lato ridicolo o a tollerare meglio Pur diventando sempre più intollerante, riesc così non riesco + a e lio, meg do qualsiasi cosa accada. La compren prendere posizione su nulla… Viaggiavo. Ascoltavo distrattamente per radio una canzone di Lucio Battisti. Il testo era di Panella, il paroliere della sua seconda stagione d’autore. Così ho pensato che una volta liberatosi di Mogol, il povero Lucio, prima che la sua vita finisse prematuramente, in effetti aveva ricominciato a vivere; a divertirsi, a giocare con la musica con una libertà gioiosa, quasi pericolosa. Non so quanto ci sia di vero in questa mia impressione - non conoscendo niente dei loro rapporti umani e professionali - ma all’improvviso il celebrato Mogol mi è apparso come un catenaccio, un dolore di testa, un cibo indigesto, un limite insopportabile. E molte di quelle canzoni che hanno fatto da colonna sonora alla mia gioventù mi si sono seccate sui rami. E i sentimenti che parevano rappresentare con tanta poetica precisione i nostri stati d’animo di allora, mi sono parsi dei calcoli matematici e insinceri costruiti a tavolino per infinocchiarci. Secondo me Mogol non è ciò che ci è sempre sembrato. Naturalmente è solo un pensiero mio... Ma tu guarda però cosa succede ad ascoltare distrattamente la radio. Anni fa ebbi dei problemi analoghi con Dio, (fra i due, penso che sarà più facile per me sbarazzarmi di Mogol!). Era il 20 agosto. Erano le 10,30. Ritornando da Subiaco, una volta passato il casello autostradale di Lunghezza (Roma est) ho sentito il bisogno di fermarmi accostandomi alla massicciata del piazzale. Alla radio parlavano di temi astronomici. Allora ho pensato che il sole è una immensa palla di benzina che brucia consumando se stessa piano piano. Fra 4 miliardi di anni il sole a un tratto morirà. Nel farlo si gonfierà fino all’orbita di Giove e uno spasmo celeste brucerà , tutto ciò che troverà sul suo cammino. E Buster Keaton, i Beatles Mozart, Beethoven, Leonardo da Vinci, sarà come non fossero si mai esistiti, perché nessuno potrà più ricordarli. L’eternità non no addice all’uomo. E vedevo quelli che, pagato il pedaggio, passava pestando sull’acceleratore per guadagnare la corsia di sinistra prima Che della macchina successiva. Non si volevano far fregare insomma. . Megane t Renaul della o corsa, Opel della quello se ne stesse dietro Ognuno, viaggiando, si raccontava una storia e sorpassava gli altri con uno scopo preciso. Chissà chi si crede di essere la gente. E poidi guardavo il sole. La nostra fonte di vita. La nostra pila con tanto data di scadenza. E ho pensato che magari un piantino me lo potevo E anche fare. Poi, l’indomani avrei ricominciato a non pensarci più. e. avrei visto le figlie crescere sperando per loro ogni bene possibil ne Ma mi fa tenerezza. Mi fanno tenerezza le nostre presunzioni. Se avessi il potere forse ammazzerei un bel po’ di gente. Lo farei perché, farei non so come, qualcuno mi ha instillato un senso di giustizia. Lo credendo di essere nel giusto. Ammazzerei quel tre per cento di zerei imbecilli che ci sono fra i cristiani e fra i mussulmani. Poi ammaz gli imbecilli ebrei. Per gli indù non ho una posizione precisa. Penso o però che loro non li toccherei. Li terrei d’occhio lo stesso, ma all’inizi mi dedicherei più a quelli che ho detto. E Poi ho fatto un respiro profondo. Sto invecchiando. E’ normale. meglio e tollerar a riesco ante, intoller più sempre pur diventando di qualsiasi cosa accada. Mi sembra di essere maggiormente in grado comprenderla, e perciò non riesco più a prendere posizione su nulla. il Ma non mi sto anestetizzando. Rido di più. E delle tragedie vedo più sempre destino il e guardar basta : ridicolo è lato ridicolo. L’uomo e televisivo che si è scelto. Ho avuto pietà per quelle povere creatur L’ho di Beslan. Ho tenuto i giornali che raccontavano le loro storie. a fatto perché sento il bisogno di rileggerle fra un po’. C’è qualcos di incredibilmente osceno fra i loro poveri destini e la complicata semplicità che ha portato quella storia a finire com’è, purtroppo, finita. Ma io che ci posso fare? Posso farmi i complimenti perchénei finalmente il tiggì mi ha fatto piangere? Ho cercato di calarmi sogni di chi è sopravvissuto e ho avuto paura. Solo questo posso onestamente dire. Tutti quelli che condannano (o quasi) mi fanno che schifo comunque e nel loro piccolo puzzano di letame come quelli sono vorrebbero puzzassero più di loro. A tal proposito, visto che io guardi si fatto ancora l’avesse non chi , cinema di quello che parla le Dogville. Non è tanto la forma, che di per se è geniale, ma sono parole. Splendide nel descrivere chi realmente siamo. [email protected] bazar 10 2004 videogiocando di giuseppe mottola 13 Nelle trame degli sparatutto e dei giochi di ruolo fantascientifici c’è un’overdose di pessimismo che stroncherebbe chiunque: invasioni aliene, intrighi di potere, società implose, economie collassate, IA impazzite. E i giocatori sono chiamati a risolvere la situazione impersonando super-uomini dotati di impianti neurali e innesti bionici. Avete mai voluto essere come loro? Allora siete sulla buona via per diventare transumanisti. Il Transumanesimo è un movimento culturale che incoraggia il potenziamento degli esseri umani attraverso la tecnologia. L’eroe di Deus Ex 2 o di System Shock è un abbozzo di ciò che i transumanisti chiamano post-umano, un uomo potenziato (trans-umano) che ha spinto ai limiti il proprio auto-accrescimento: ha capacità intellettuali e fisiche straordinarie, non invecchia, non s’ammala e non muore. I potenziamenti dei protagonisti di sparatutto e gdr sci-fi sono alcuni fra i mezzi che i transumanisti ritengono necessari per diventare post-umani: nanotecnologia molecolare, ingegneria genetica, interfacce neurali, strumenti avanzati per gestire le informazioni e innesti bionici. Ma mentre nei videogiochi questo accrescimento ha fini distruttivi (uccidere meglio) per i transumanisti ha fini costruttivi (il benessere dell’umanità). Alcuni frutti positivi e negativi di queste tecnologie sono ben mostrati in Alpha Centauri: vasche di clonazione, fabbriche di operai genetici, nanoreplicatori, bombe quantiche, matrici telepatiche, computer senzienti. Già, computer senzienti. Secondo alcuni i primi postumani saranno proprio delle Intelligenze Artificiali. Avremo dei super fratellini al silicio? Forse... Per saperne di più basta puntare su http://transhumanism.org/ index.php/WTA/languages/C49. T R A N S U M A NESIMO: ca pacità all’e nn es imboay po teRenz aè Metà Super-uom o, me tà co w de lla te: il protagonista dei videogiochi sci-fi, presagio di ciò che sarem o Il Lato Oscuro La rappresentazione a tinte fosche del futuro trans-umano in titoli come Deus Ex e System Shock è una “tara” che i hanno ereditato dalla letteratura sci-fi, in particolare davideogiochi Gibson, il padre del cyberpunk. Nel mondo raccontato daiWilliam memorabili “Neuromante” e “Johnny Mnemonic” le person suoi e possono ampliare le proprie facoltà mentali, immagazzinare dati nel proprio cervello usandolo come un hard disk e rendere trans-umano il proprio corpo: la tecnologia del prossim permette, ad esempio, di sfidare le leggi della natura e o secolo di allungare la vita a dismisura, di rendere i propri arti delle armi grazie a lame retrattili sottocutanee, di sostituire gli occhi con ben più efficaci visori a infrarossi. I passi da gigante che la biotecn ologia sta compiendo in questa direzione rendono plausibili i raccon ti di Gibson e alimentano le speranze del movimento Transum anista per un miglioramento sensibile della vita. Ma il futuro (pre?)vi sto dallo scrittore americano è ben diverso da quello auspica to dai transumanisti: la tecnologia è ancora a portata di pochi l’ibridazione fra carne e silicio genera mostri (uomini simili e macchine e macchine che iniziano a pensare come uomini) a . Gibson (come Philip K. Dick prima di lui) ci avvisa dei pericoli nascos uno sviluppo tecnologico che, senza etica e asservito alla ti in profitto, rischia di diventare una gabbia che offre all’uom legge del cyberspazio e la realtà virtuale, una sola libertà: quella o, con il di potersi credere altrove. I game designer hanno trovato nel Transumanesimo terreno fertile per sviluppare le trame dei giochi, d’altronde biotecnologie, innesti bionici e incrementatori di prestazione sono talmente in voga in questi anni da rendere inevitabile la loro presenza. Nella fortunata saga horror di Resident Evil una grossa casa farmaceutica, la Umbrella Corporation, conducendo esperimenti genetici per creare i soldati perfetti diffonde un virus letale che scatena un’orda di creature ibride e zombi; il destino del mondo è nelle mani del protagonista, costretto a combattere contro questi nemici quasi transumani. In Anarchy Online i transumani siamo noi: ci possiamo potenziare con innesti sottocutanei, nano-teconologie e poteri psichici. Ambientato in un mondo cyberpunk chiamato Rubi-Ka, questo MMORPG sci-fi sfrutta scenari alla Philip Dick anziché riproporre la solita ambientazione fantasy, un regalo agli amanti di Blade Runner. In Deus Ex 2 vestiamo i panni di Alex Denton, agente che combatte il terrorismo con armi e impianti genetici, i Bio-Mod, che posti in certe parti del corpo aumentano le sue prestazioni e gli permettono di fronteggiare ogni tipo di situazione. Per ora questi sono solo giochi, ma un domani tutti noi potremo compiere azioni inimmaginabili con un chip nascosto sotto la pelle. 14 di caterina gonnelli onde bazar 10 2004 [email protected] orizzonti di Hot Bird esotico: gli Voglia di vacanze rientro” di cui tutti parlano è stato traumatico? Inutile nascondersi dietro la “sindrome da foto www.oltremara.com Il ritorno dalle a della bre e ottobre. Non rimane che buttarsi nel marasm e che immancabile, ogni anno si ripresenta tra settem i canali in chiaro si numero più Sempre ferie. ere conosc non pare ista, general tv satellitare, che, a dispetto della tv nel nostro Paese esistono più di tre milioni di parabole e a pagamento orientali, soprattutto se consideriamoache nto, che in teoria dovrebbero garantire una certa pagame quelli su o trerem adibite alla loro ricezione. Ci concen nte numero di Bazar, le risate nei programmi precede un in ato accenn qualità dei programmi anche se, come Sono 4 i bouquet asiatici a pagamento: ammi”. “melodr mitici ai grazie utto “free”certo non mancano, sopratt Hot Bird. Zee Tv è affiancato dalla satellite dal ssi trasme k Networ Asia Zee Tv, Ary Digital, Pehla e Dish merito è di Bollywood, l’instancabile Il issimi. musicat e issimi colorat film la rete tematica Zee Cinema che snoccio nel numero di pellicole prodotte. In od Hollywo o superat ente ampiam tempo macchina cinematografica che ha da nista è la comunità indiana protago dove , Punjabi Alpha ETC t, bouque stesso arrivo anche un terzo canale nello al successo della canzone grazie tale occiden pubblico al nota regione i, di lingua panjabi e i suoi bellissimi turbant è il bouquet formato da Pehla to. ascolta e ballato o abbiam tutti vita nella “Panjabi Music”che almeno una volta alle discipline sportive o dedicat Sport ten e Tv Geo Tv, Sony quali i tra numerosissimi canali ben confezionati news dell’ultima ora. delle amanti gli per n Televisio Dehli New capitale dalla asiatiche e al cricket e direttamente k, con sei canali Networ Dish Dan mentre sportiva ne vocazio con urdu lingua in Ary Digital è invece il primo canale nto. Se gli ttenime all’intra fino cinema al sport dallo , mazione all’infor musica in lingua tamil e cingalese spazia dalla aumentano ogni canali questi a no abbona si che esh Banglad del e i cingales immigrati nepalesi, pakistani, indiani, sono certo da meno. anno, gli italiani, affascinati dalla cultura e dai costumi indiani, non LA TELE LA FACCIO IO Le tv esotiche in lingua panjabi e cingalese ci seducono con colori e suoni. E su Music Box la musica la decidiamo noi, come un vecchio juke box. Mentre i lettori incalliti si ritrovano su Cult. A ciascuno la sua tele. Music Box Italia: il juke box del nuovo millennio Per chi si sente un po’ Zorro e vuole lasciare la propria firma o semplicemente ama l’interattività ecco un canale che fa per voi: Music Box Italia, da tempo diffuso in Europa soprattutto dell’Est, in India e in Israele e ora approdato nel nostro Paese. Si tratta di un nuovo canale satellitare di intrattenimento visibile in chiaro e sullo Sky Box al numero 821, che 24 ore su 24, trasmette videoclip scelti in tempo reale dai telespettatori. Veloce, diretto, è l’erede del vecchio juke box dei nostri genitori: al posto della monetina un sms o una telefonatina, e nell’arco di un minuto si accede al proprio videoclip preferito scelto da una lista perennemente visibile sullo schermo. Attraverso la selezione del videoclip ognuno diventa protagonista e responsabile del successo di un cantante che nel giro di poco tempo può salire in vetta alla classifica dei brani e relativi video più scelti oppure precipitare agli ultimi posti. L’archivio di Music Box possiede attualmente oltre 20.000 videoclip e contiene brani in oltre 15 lingue e generi. Niente presentatori, niente pubblicità ma solo tanta, tanta musica. Vi pare poco? Leggere in tv: “Cult” e il magico mondo dei libri Le nuove generazioni non leggono, non approfondiscono, divorano notizie senza ricordare, consumano e gettano: a sentire sociologi e intellettuali il caro vecchio libro, fatto di carta e inchiostro, rischia l’estinzione. Tutta colpa della tv, dicono, e in buona parte di internet. E invece, proprio dal mondo dello schermo, arriva la smentita: Cult Network Italia dedica uno spazio a libri, scrittori, editori e personalità di rilievo della cultura italiana e internazionale per soddisfare curiosità e sete di sapere che la tv in chiaro sembra ignorare. Una finestra sulla contemporaneità che individua gli scrittori di oggi come i narratori del nostro tempo. E’ proprio vero che non si finisce mai di imparare! [email protected] bazar 10 2004 sintonie di giulia baldi 15 Tutti giù dal letto! Comincia alle 7 del mattino una delle trasmissioni radiofoniche più energiche del momento. Per curiosare con ironia tra fatti e misfatti. A sera invece ci si rilassa tra arte e lounge music. Platinissima www.deejay.it La mattina presto siamo tutti ancora assonnati, troppo pigri e poco lucidi. Tutti tranne Platinette! Avete mai provato a sintonizzarvi su Radio Deejay dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 9? Sarete trascinati giù dal letto dall’energia della bionda più amata d’Italia, e dalla sua capacità di informare e destare le coscienze con allegria e ironia. “Platinissima” infatti è una trasmissione dal taglio giornalistico. Notizie, approfondimenti, interviste e l’immancabile parere del pubblico sono alla base di questo programma in equilibrio tra attualità e varietà, durante il quale si smascherano tutte le cattive abitudini degli Italiani, a partire dalla peggiore e più diffusa: “si fa ma non si dice”. Chi vuole partecipare attivamente a Platinissima può farlo mandando il proprio contributo con una e-mail all’indirizzo [email protected]. Giù dal letto!!! Generazione Cockta il www.rai.it Gli amanti dei trend più bizz arri si saranno certo acc sono tornate di grande attu alità, riproposte tout cou orti che negli ultimi anni musiche anni ‘ 50 e ‘ 60 rt o remixate, alcune lega te ai riti del cocktail. Si asc spesso al cinema, in tele oltano sempre più che rivelano uno spiccatovisione e naturalmente alla radio. Sono musiche fanno parte di colonne songusto per le atmosfere esotiche, e che spesso lounge, attorno a cui è sort ore di film e telefilm di culto. E’ parte del feno sono difficilmente reperibil o un vero e proprio movimento. I dischi, peròmeno qualche anno ricercatissimi sul mercato. Ma il mondo è pieno di sorprese, leastening, incluse canzon e selezioni di lounge, exotica, kitch groovin’ ed: da Radio Rai. La trasmission i strane e incredibili, si possono ascoltare anc easy he su da Francesco Adinolfi, critie si chiama Ultrasuoni Cocktail, ed è ideata e con musicali di Alias, il settima co musicale e responsabile di Ultrasuoni (le pag dotta nale ine culturale del Manifest esperti dell’argomento: è anche l’autore di “Mondo o), nonché uno dei massimi e manie della Generazione Exo tica Suo ni, visioni Cocktail”, libro uscito per la storia e ricostruisce la Einaudi che ripercor musica, del cinema e delltrama della lounge culture nei diversi ambiti dell re a a lette ratura. La sua infinita pas preparazione, e la simpati sione, l’impareggiabile un programma cult per ca conduzione fanno di Ultrasuoni Cocktail da ascoltare in pieno relagli amanti del genere, ma anche un programma intramontabili atmosfere, x solo per gustare un po’ di quelle affascinanti consumato…) anziché dalseppure dal nostro divano (comodo ma ormai e un po’ Ultrasuoni Cocktail. Rad bordo di una piscina hollywoodiana. io 2 Rai. Ogni sera, dal lune 20.00. dì al venerdì, dalle 19.30 alle Con Francesco Adinolfi. A cura di Federica Trippan era. Regia di Luca Cucche tti. Invito all’arte e urb an s to r ie s www.radio24.it Una interessante e Sole 24Ore è dedica onda ogni sabato dalta all’arte. E’ “Invito all’arte”, condo utile trasmissione di Radio24-Il tta da Adriana Fracch le 20. 30 alle 21.00, e sul sito file audio delle tras ia. Va in della all’arte” si possonomissioni passate, archiviati in ordine radio è anche possibile trovare i cro approfondimenti critavere tante informazioni sugli appunt nologico. Ascoltando “Invito culturali in qualche ici, curiosità e anticipazioni su mostreamenti d’arte in corso, ma anche anche da musei e modo connesse al mondo dell’arte. ed esposizioni future e iniziative e degli artisti. Una sedi espositive internazionali. In sintesNon mancano, poi, notizie utili finestra che inevita dal design all’archite bilmente si apre anci una finestra sul mondo dell’arte Ha avuto in qualche ttura. Insomma, ciò che di più bello he sul mondo delle arti applicate, mo do a che fare con l’architettura ci circonda. storia e l’attualità del e in onda tutta l’estate le grandi città, un’altra trasmissione l’urbanistica, o meglio, con la di Radio24-Il Sole 24O della radio, ma solo . Anche in questo caso le puntate pas re andata fino sate son alla prima settimana di storie dalle città”. Ide questo mese. Il titoo disponibili sul sito ata con inte lo era”Urban. Eventi lligenza da Alessand sensibilità, ha affront e ro canzoni”, “le città delato temi come “le città alla moda”, Agostinelli e da lui condotta con mobilità cittadina”. divertimento”; ma anche “Le città “le città universitarie”, “I luoghi delle e il Medioevo, “I cen ascoltatori/cittadini Agostinelli ci ha raccontato di aver risc tri storici”, “La concreti e raccontanverso programmi che discutono app ontrato il profondo interesse degli rofo o in nd ma itam nie ent ra e diff di usa Perciò, speriamo che tem la trasmissione primciò che ci sta intorno. Siamo certi chei e problemi a o poi riprenda. è così. 16 di carla romana antolini scene bazar 10 2004 [email protected] Attori immobili in scene vuote Nel tempo dell’abbondanza (di immagini e notiz Massimiliano Civica propone la sottrazione. Su un palco spoglie) io i protagonisti sono il racconto e l’immaginazione dello spettatore . In un oggi che abbonda di immagini e notizie, che sovrabbonda di sensazionale e di cose “da non perdere”, si ama molto un lavoro che sulla sottrazione di enfasi, immagini ed emozioni provocate da sovrappo gioca uomini recitano tre testi del teatro del terrore di fine ottocento, tre storiesizioni di diversi linguaggi. Nel “Grand Gugniol” di Massimiliano Civica quattro che hanno come protagon iste delle donne. Qui il teatro è presente immaginare ciò che non c’è. Lo spettatore deve vedere con la mente delle donne, quando in scena ci sono solo uomini, deve ricostruire per farci e deve vivere personalissime emozioni, perché gli attori non ci concedo delle storie no nulla se non il piacere del racconto. Anche le braccia degli attori sono spesso conserte o poste dietro la schiena, mentre la scena è completa mente vuota. In un oggi dove è protagon ista la fretta, il pensiero in movimento, la trasversalità e la multimedialità, Massimiliano Civica ci comunica il desiderio pure nel loro bisogno di amore o di odio. Lo spettatore diviene protagon di essenzialità e di immobilità, di storie chiare e di psicologie non contorte, ista e rivive le storie di donne che cercano una qualità alta della vita, che chiedono ai loro uomini un’attenzione ai dettagli dello stare insieme. conosciuto un uomo che le fa battere il cuore e proprio quella vecchiaNe “L’artiglio” una donna ha sposato un despota che non la lascia vivere, ha già casa decrepita abitata dal marito e dal suocero la porterà alla liberazione. Una scala fradicia della cantina sarà fatale per il marito, e se anche la donna carcerata farà di tutto per essere dopo molto tempo abbracciata da lo sapeva, lo fa scendere per avvicinarsi alla liberazione. In “Passa la ronda” una una guardia carcerari a, ma questa, di fronte alla paura di essere punita, ucciderla. Ne “Il ritorno” il gioco del dover immaginare si raddoppia. Infatti una donna che ha perso il marito giovane lo attende ogni sera finirà per non sia mai morto. Da ormai dieci anni al castello si replica la farsa dell’attes e finge che o ritorno con la complici tà di alcuni amici che pensano così di dare sollievo al dolore della donna, ma anno dopo anno i complici diminuiscono, stanchi, spaventa ti o morti. Gli attori che raccontano le storie dando vita a immobili dialoghi sono i bravi Andrea Cosentino, Mirko Feliziani, Antonio Taglierini I testi utilizzati fanno parte del fondo “Sainati” della Biblioteca Nazional e Daniele Timpano. e Burcardo di Roma, e sono gli originali copioni manoscritti utilizzati dalla Compagnia Sainati, unica compagnia italiana di Grand Guignol operante in Italia agli inizi del ‘900. Compagnia Civica-Cosentino-Feliziani-Tagliarini-Timpano Grand Guignol di Massimiliano Civica, con Andrea Cosentino, Mirko Pontedera (Pi). Generazione Pontedera Festival. Fondazione PontederFeliziani, Antonio Tagliarini, Daniele Timpano a Teatro, Via Manzoni 22. 7 ottobre. Tel. 058755720 Chicche dal RomaeuropaFestival Al festival Romaeuropa il nuovo spetta colo di Emma Dante, la giovane regista siciliana che si è rapid amente affermata nella scena nazionale con MPalermu e Carnezzeria prima e Medea poi, interpretata da Iaia Forte. Qui, in questo Vita mia la giovane regista torna a lavorare con il suo gruppo di giovani attori siciliani. Una madre guarda con occhi dolci e tristi i tre figli che ha di fronte insegnandogli che prezioso. Ma anche la vita fugge, e non la vita è il bene più restare e chi deve invece partire. La vitasi sa bene a chi è dato un letto e qui diviene centrale il disperatoè una corsa intorno a il più possibile questo ultimo giro prima tentativo di ritardare della morte. Tra i figli interpretati da Enzo Di Michele, Giacomo Piazza chi sarà il prescelto? Anche la madr Guarnieri e Alessio non ha alcun potere. Tutto è immobile: e (Ersilia Lombardo) conforto e rimorsi, e anche quell’ultimogesti, ricordi, parole di respiro di pulsazione del cuore che si ripete all’infinito. Vita mia. Testo e regia di Emma Dante, con Enzo di Michele, Giacomo Guarneri, Ersilia Lombardo, Aless Roma. Romaeuropa Festival. Villa Mediio Piazza. dei Monti, 1. Dal 27 al 31 ottob ci. piazza Trinità re. Tel. 800795525 – www.romaeuropa.net Contro il pregiudizio in giardino zen l’autore e regista sino-americano Ping Su un palcoscenico trasformato Chong sa mostrarci la diversità come una ricchezza cui non dobbiamo né possiamo rinunciare. “Undesirable elements” è definito uno spettacolo stimolante e coraggioso che propone un interessante contraddittorio sul tema dell’immigrazione che ribalta pregiudizi e stereotipi di cui spesso neanche ci accorgiamo. Il noto regista teatrale, coreografo e creatore di video e installazioni è in scena con una statunitense del midwest e una del sud, un’iraniana e una libanese. Le storie personali di questi emigranti si intrecciano e si confondono, e dal confronto scaturisce una sorprendente condivisione di valori e percorsi, una nuova disposizione all’ascolto e alla comprensione reciproca. In inglese con sottotitoli in italiano, lo spettacolo in prima nazionale incuriosisce perché l’ideatore è stato a lungo uno dei principali interpreti di Meredith Monk e perché il tema del pregiudizio è ancora da denunciare con tutta la forza dell’arte. Undesirable elements di Ping Chong e Talvin Wilks, con Ping Chong, Angel Gardner, Leyla Modirzadeh, Tania Salmen e Tek Tomlinson. Roma. Romaeuropa Festival. Teatro Palladium Università Roma Tre. piazza Bartolomeo Roman 8. Dal 15 al 17 ottobre, ore 21.00. Info 800 795525. www.romaeuropa.net Sempre al Romaeuropa Festival i Motu performance video ispirata a Pier Paolo s presentano una Pasolini. Scegliendo la prospettiva di un’auto da corsa, i Motu un tragitto spaziale e ideale nell’immagin s hanno inventato ripercorrere l’universo percettivo marg e in movimento per la visione e l’opera di Pasolini. Il grupp inale che ha segnato o riminese si sofferma su strade di passaggio, zone di accumulo rifiuti materiali e umani che la città tenta e d’abbandono dei rimangono nella sua orbita, incubi estran di espellere ma che Schema di Viaggio si percorrono le terre ei eppur familiari. In Paese fa finta di non vedere, deserti custodi nessuno che il Bel e post-industriali, nuove periferie che tutti diti da mostri edilizi più notare, facilmente rimosse da perce attraversiamo senza Schema di Viaggio. Performance video zione e coscienza. di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò. Roma. Romaeuropa Festival. Teatro Bartolomeo Romano 8. 30 e 31 ottob Palladium. piazza re. Tel. 800795525 – www.romaeuropa.net [email protected] bazar 10 2004 scene di carla romana antolini 17 Phaedra’s love: dolore e desiderio Una tragedia sanguinolenta sulle note dei Massive Attack Come per sfondamento le azioni si avvicinano sempre di più al pubblico ineluttabilmente partecipe al gioco attori che palesano l’artificio di relazioni tra i protagodegli nisti, tra sopraffazione e ambiguità. In una scatola bianca Fabrizio Arcuri mette in scena il Phaedra’s love di Sarah Kane, autrice che ci ha lasciato pochi testi che indagan le ineluttabili voragini del dolore e del desiderio. o In quest’operazione, dove il testo è rispettato integralmente colpisce la capacità del regista della romana Accade , mia degli Artefatti, che si confronta con un testo e con nuovi attori (i Numeriprimi di Parma), di riuscire a rimand la ricerca espressiva e linguistica del testo inglese are immaginari complessi e ricercati che guardano con tragedia senechiana come al grand guignol, ma anche alla ben nota necessità di sangue e violenza che apparti alla all’oggi. Ippolito, (ben interpretato da Fabrizio Croci,ene tutta la fiacca e la non curanza di chi rimane a guardare in che gli succede intorno) apre lo spettacolo tra pacche ciò tti di patatine, giochi elettronici, televisione e una masturbazion consumata con noia in un calzino usato. Potentementee fragile è Fedra che mostra da subito il suo insano amore per il figliastro, rivelato dalla luminosità dei sorrisi della brava Simonetta Checchia. In un imponente abito elisabettiano è debole, quasi psicopatica, non smette mai di tormen tarsi i capelli arricciandoseli e non si interessa della figlia Strofe non quando il rapporto diviene la contesa delle attenzi se oni di Ippolito. Tutti i personaggi sono pronti a dare consigl i su come agire e come vivere. Anche il medico (Anton luigi Gozzi) che visita Ippolito più che fare una diagno catturato nel suo ruolo di sapiente da guanti antisett si, e borsa professionale, vomita giudizi. Strofe (France ici Zagaglia come una modella di Vanessa Beecroft) incitasca la madre a lasciar stare Ippolito, e il prete (lo stesso Gozzi) andando a trovare il giovane già incarcerato per pentire, preferirà assaggiare il suo sesso, sottomettendofarlo suo potere più che al peccato contro la religione. E persi al rapido sorriso con una leggerezza da fiction si manife un le tragiche conseguenze dei moralismi di ieri e di oggi.stano Pareti bianche cadono dall’alto restringendo lo spazio scenico tra musiche dei Massive Attack e Nick Cave, mentre la tragedia si consuma nella morte di tutti i protagonisti. Si impicca Fedra, dopo aver palesato il desiderio verso Ippolito in un rapporto orale. E solo suo arriva la prima emozione di Ippolito che annuncia “ce qui volevano di momenti così”. Finisce a ridosso del pubblicne o la scena in cui la tragedia diviene più sanguinolenta, dove Teseo (Rocco Antonio Bucarello) uccide entrambi i figli e si recide la gola con una lametta che sparge sangue molte bambole, cadute dall’alto, con cui il re attuatra le una fisicissima battaglia. Phaedra’s Love di Sarah Kane. Con Simonetta Checch ia, Fabrizio Croci, Antonluigi Gozzi, Francesca Zagaglia. Regia di Fabrizio Arcuri Bologna. Cassero. Via Don Minzoni 18. 3 e 4 ottobre . Tel. 0516494416 Per scoprire ancora i monumenti di Roma Purtroppo solo fino al 2 ottobre per il romano Festival Esplor/Azioni, Costa, sulle Terrazze dei Mercati di Traiano, Iaia Forte darà vita diretto da Gioia a una delle voci emblematiche di Roma: la scrittrice Elsa Morante. Ogni creazione proposta dal festival è infatti legata a Roma. Ogni appuntamento permette di “esplorar la guida degli attori, all’interno di un evento unico, costruito per la e” un luogo con rassegna. Esplor/ azioni risponde inoltre a una volontà del teatro contemporaneo: cercare nuovi modi del racconto teatrale. E’ la risposta a un desiderio degli artisti, in altri spazi dall’assenza di confini fra loro, l’opera e il pubblico. In questa quinta suggestionati edizione gli artisti restituiranno vita a personaggi del passato che, in forme diverse, luogo scelto per la rappresentazione, aprendosi alle parole e all’anima hanno abitato il di grandi figure dell’arte e della letteratura. Attraverso schegge della “Storia” Iaia Forte ricostruirà la visione che ella aveva della città eterna. Nelle pagine della Morante, le passeggiate di Ida nel ghetto, veder Roma con gli occhi di un tenente tedesco, o, ancora, ammirare in una folata di vento Piazza del Popolo, Piazza Venezia, Via Veneto, il Navona, San Pietro, sono l’occasione per scoprire una seconda città Gianicolo, Piazza dentro la prima e ammirare con nuovo sguardo le strade, le piazze, le proporzioni e i colori di pietre che richiamano alla loro ombra il mondo intero. Iaia Forte – Elsa Morante Roma. Esplor/azioni. Terrazze dei Mercati di Traiano, via IV Novemb re 94. Fino al 2 ottobre. Tel. 0677591443 18 di carla romana antolini scene bazar 10 2004 [email protected] Crown of Creation Tempus et corpus riosa La quotidianità del vivere, il tempo che fugge, la misteire dei scand lo e orità interi a nostr inconciliabilità tra la della ento letam comp e sublim , minuti. E poi il corpo creazione. Tra danze e nuove tecnologie video. Il teatro è uno strumento sensibile con cui prendere atto di trasformazioni che avvengono nel tessuto sociale. Succede a Torino fino al 7 ottobre con la rassegna La via del mito - dall’India all’Europa. A dare corpo e voce al mito, a interpretarlo con modalità e discipline differenti, sono tre spettacoli appositamente creati per l’Espace. A ottobre Raphael Bianco, coreografo e danzatore di origine indiana, firma le coreografie di Crown of creation (dal 3 al 7 ottobre), spettacolo in prima assoluta che esplora l’idea indiana del corpo come momento finale e assoluto della creazione, intrecciando la danza alle nuove tecnologie video. Crown of creation è la definizione che il filosofo indiano Sree Aurobindo dà del corpo umano, ovvero corona, completamento sublime della creazione. A differenza della visione occidentale giudaico-cristiana, il corpo in India è concepito ancora oggi (almeno per gli indù) come veicolo privilegiato per raggiungere il trascendente ed entrare in contatto con l’essenza più segreta dell’universo. E’ da questa dimensione corporea che Bianco affronta il tema della rassegna La via del Mito – dall’India all’Europa, evitando di portare in scena folcloristicamente danze indiane e costumi, tanto meno musiche tradizionali, che spesso non si prestano a un lavoro contemporaneo, poiché troppo vincolanti e legate a manifestazioni tradizionali del costume e della religione indù. Bianco lavora, dunque, su corpo, mito e violenza. E se mentre per il corpo e per la violenza il discorso è apparentemente più semplice, poiché sono presenti oggi come nell’antichità, il mito o meglio una meditazione sul mito e la poesia in tutte le sue forme diviene il nucleo più interessante di questo progetto. La via del Mito – dall’India all’Europa. Espace. Via Mantova 38, Torino. Fino al 7 ottobre. Tel. 0112386067 Danza und Tanz italiana e la danza tedesca ad ottobre sarà al Teatro del Campo Il festival Danza und Tanz che mette da cinque anni a confronto la danza e la danza, dopo aver abitato a Roma il Teatro Vascello e il Furio teatro il per Barbarico, nuovo spazio nato da un edilizia postindustriale pensato serata “Beziehungsweise” per due danzatori e “Ueber die Bewegung” Camillo. Qui il 4 e 5 ottobre il gruppo berlinese Blicke propone nella stessa Tanztheather l’antica arte del movimento giapponese Kinomichi. I del e tradizion alla unisce che gruppo un è Blicke un assolo in prima nazionale. attraverso un teatro fatto di piccole storie che s’intrecciano nel temi ricorrenti delle loro ultime creazioni affrontano la quotidianità del vivere che organizzano la rassegna. Travirovesce con Memoria Zero romane ie compagn contesto coreografico. Nello stesso spazio a seguire anche le due interrogano sui significati della parola stile. In circostanze speciali si che propongono in prima assoluta Appuntamenti in Nero, indagini di musica e danzastili, determinato dalle scelte quasi imposte dal frastagliamento e dalla altri gli tutti di e negazion e somma cibile, irriconos (l’oggi) si formerà uno stile Come liberarsi dei fili per diventare elettrici”; “ZUPPILIA - Come poliedricità della realtà contemporanea. Sono tre appuntamenti : “O’WATT -forma scomposta di quattro danze concrete”. I Sistemi Dinamici in izione crescere in altezza ignorando l’acustica” ; “VIBRASLAP - Compos il corpo rimane il luogo di attraversamento e sconfinamento per Altamente Instabili propongono Tonine, dove in quattro diversi paesaggi particolari ossessioni; corpi soggetti alla mobilità precaria cui li proprie delle spazio lo abitano corpi Quattro reale. nario popolare di visioni l’immagi ab, sostiene gli ambienti abitati dalla danza, interviene Surya.L dei originale a elettronic partitura La spinge una naturale condizione di spaesamento. esperienza viva. Le immagini in movimento di Riot aperta, amente dichiarat fia sull’aleatorietà strutturale che rimane una scelta, per una coreogra corpo del senso di appartenenza, per abbandonarlo, il anche privano generation video, raccolgono i corpi, costruiscono l’ambiente della danza ma e. autonom visioni di fatto solitario ambiente un di perso nelle logiche emotive Dal 4 ottobre al 9 ottobre ore 21,30 Tel. 0697616026 Danza und Tanz, Teatro del Campo Barbarico. Via Anicio Paolino, 27 Roma. Tempus fugit Dal Festival D’Avignone arriva a Roma con Il Romaeuropa Festival anche Tempus fugit di Sidi Larbi Cherkaoui. Il tempo è, come dimostra il titolo, il tema principale del nuovo lavoro del regista e coreografo marocchino che si è rivelato lo scorso anno al pubblico romano con Foi. Qual è il nostro rapporto con il tempo? Ogni cultura interpreta e concepisce questo dimensione apparentemente universale in modo diverso. Cherkaoui, partendo dalla sua personale esperienza di confine fra due civiltà distanti (è belga ma di origini marocchine), ci racconta come l’esperienza temporale partecipi della nostra concezione del mondo. Dieci danzatori in scena ci rivelano un misterioso orologio a volte dissonante e inconciliabile con una realtà interiore che ci fa apparire estranea e irriducibile. Sidi Larbi Cherkaoui e i danzatori de Les Ballets C. de la B. utilizzano i loro corpi come un nuovo strumento per conoscere il tempo: un tempo che vive sempre diacronicamente, scandito da ripetizioni, misure ed emozioni che definiscono la sua forma e lo trasformano in ricordo di attimi perduti. Tempus Fugit. Ideazione regia e coreografia di Sidi Larbi Cherkaoui. Romaeuropa festival. Teatro Argentina. largo di Torre Argentina 1, Roma. Dal 7 al 10 ottobre. Tel. 800795525 – www.romaeuropa.net [email protected] bazar 10 2004 scene.salmoni di enrico lo verso 19 Quando si dice grazie Riconoscere un maestro, un amico, una guida, un com pagno. E sapergli dire grazie per quanto ci ha rega lato. Cara Eugenia, la voglia di ricordare, l’amore per un Maestro, un amico, un ai Giardini della Filarmonica. Non conoscevo (lo ammetto) compagno è stata la molla di uno spettacolo a Roma, teatro pensando di vedere qualcos’altro. Credevo che avrei Pino Passalacqua. Come al solito sono andato a in sostegno del CIAI (Centro Italiano Aiuti all’Infanzia) cheassistito a una serata di favole per bambini lette da attori patrocinava la manifestazione. Ma la maggior parte di coloro che erano lì testimoniavano l’amicizia, l’affetto, la ricono scenza a una di quelle, sempre più rare, persone in grado di dare tanto a chi gli sta vicino. Senza fare clamore, strepiti insegnante di recitazione. Sono sempre tante e diverse le ragion , senza sopraffare, prevaricare. Uno scrittore, regista, i che spingono a salire su un palcoscenico. Qualcuno, quella sera, sarà anche salito in cerca della ennesima passere sembrato di vedere negli artisti che lo hanno ricord lla e occasione di essere notato. Ma quello che mi è di riconoscere un maestro. Credo che la forza più grande ato era l’orgoglio di definirsi allievi. Il piacere e l’umiltà suoi allievi di Accademia (Nazionale d’Arte Drammatica) quando sei su quelle tavole provenga dall’umiltà. Alcuni dei hanno letto una cosa molto bella, scritta da loro, sul senso e il modo di stare in scena. Iniziava con un fortissimo NOI. dell’ IO. L’importanza di passarsi la palla. Probabilmente da Affermavano l’importanza del Noi contro l’egemonia Lo spettacolo, più che una performance era una piacevole queste idee derivava la loro forza e serenità sulla scena. ovviamente pezzi recitati da artisti che erano stati vicino a serata tra amici con canzoni, musiche, filmati, danza e Stasio, Rigillo, Sofia Ricci, e tanti altri. E abbiamo riso conPino Passalacqua. Abbiamo visto Rubini, Diberti, Di Franca Valeri, che con il suo stile inconfondibile (tra parentgli aneddoti e l’improbabile romanesco di Gregoretti e con esi: è la più citata nelle scuole di recitazione) ha riportato l’attenzione sull’infanzia. Caro Enrico, ancora grazie delle tue parole, rendono me e il giornale su cui scriviamo più ricco. Di quello che racconti più di tutti mi tocca il tuo sguardo amoroso sul sentimento della gratitu dine. Anche per me la gratitudine è un sentimento importante. Oltre che utile. Mi pare un modo profondo di è piaciuta o ci ha giovato, un modo per farla rivivere sempretrattenere dentro di sé un’esperienza che ci è servita, ci . Forse è proprio attraverso la gratitudine che si diventa completamente eredi delle cose, padroni e custodi di un qualco vicende. Credo anch’io come te che il NOI sia più forte dell’IOsa che poteva esaurirsi e invece si traduce in nuove perché l’unione fa la forza e in squadra si possono compensare . Ma non in un senso morale o gerarchico, piuttosto tante singolari mancanze. Credo che saper dire “grazie” è prima di tutto un atto di intelligenza e di senso storico: è la capacità di comprendere che mantenere in piedi un archivio di conoscenze ed esperienze ci rende più ricchi e meno soli. E’ un po’ come preferire la generosità al narcisismo. Ha senso! [email protected] bazar 10 2004 suoni.recensioni di fabio murru 21 ali sic mu ni zio ra plo Es si mette nuovamente in gioco percorrendo i che Sono quelle proposte da Bjork, esplorazioni di Keith Jarrett sui tasti del sentieri impervi della vocalità. Ma anche le oggi più innovative che mai. suo piano e quelle di alcune star del blues anni ’70, Suoni per ogni tempo. Muddy Waters/dvd Keith Jarrett The Out Of Towners Ecm Records Nell’estate del 2001 al Teatro dell’Opera di Monaco si esibisce sul palcoscenico un trio da leggenda. 20 anni di attività insieme e di continua esplorazione musicale nel mondo del jazz, creatività e classicità jazzistica al servizio dell’arte. Lo straordinario trio in questione, composto dal leader Keith Jarrett al piano, Gary Peacock al basso e Jack DeJohnette alla batteria, decide solo ora di pubblicare quel concerto di 3 anni fa. Un disco eccellente per una performance di primo piano in cui va segnalata prima di tutto la strepitosa versione di I Love You eseguita in assolo al piano da Jarrett e poi la vibrante e bellissima versione blues lunga ben 18 minuti di The Out Of Towners che dà anche il titolo al disco. Il concerto continua alternando pagine di storia del jazz tra l’antico e il moderno e finisce con una straordinaria interpretazione di It’s All In The Game suonata in assolo da Jarrett, cosa che non faceva da molto tempo, e che lascia senza fiato per intensità e dolcezza di suono. Ennesimo capolavoro intimista del genio di Jarrett e nuova conferma, se mai ce ne fosse ancora bisogno, dell’alchimia perfetta che regna tra i tre artisti. Bjork Medulla Universal Gemiti, lamenti, dolore, sofferenza, piacere. L’animo umano scandagliato in lungo e largo. Bjork ci offre quanto ha di più intimo, il suo midollo e tutto quello che vi è dentro. Da qui, dal midollo, nasce anche il titolo del quinto album solista dell’artista islandese, Medulla. Difficile parlare di questo nuovo lavoro di Bjork che abbandona quasi completamente il pop sperimentale e alieno di Homogenic e Vespertine, i suoi consueti arrangiamenti elettronici, mettendosi in gioco ancora una volta senza compromessi, con un coraggio e una sensibilità senza pari, fuori dalle mode e dal suo passato, donandoci un lavoro ostico e duro. Cori di ispirazione classica, parti vocali in islandese drum machine viventi e la voce protagonista assoluta che invade lo spazio della ritmica e della melodia aprendo nuovi orizzonti, lasciandoci spesso senza fiato, come nel brano capolavoro di assoluta bellezza Oceania. Una personalità unica, vero patrimonio della scena musicale, Bjork sceglie con cura anche i suoi compagni di viaggio: Mike Patton, Robert Wyatt e la straordinaria Tagaq per portarci con lei in un viaggio destinato a chi sa aprirsi con abbandono totale a nuove esperienze musicali. Messin’ With the Blues BMG Da vedere e ascoltare tutto d’un fiato il dvd che registra uno dei momenti magici della musica blues durante il fantastico conce rto che si tenne nell’ormai lontano 28 giugn o del 1974 presso il Montreux Jazz Festival in Svizzera. Un concerto leggendario per gli amanti del blues, che qui videro esibir si alcune delle più brillanti stelle del panorama blues di Chicago di quei tempi: Muddy Waters, blues man considerato da molti tra i più influenti del secolo scorso, Buddy Guy, straordinario interprete di blues elettrico e incredibile cantante soul nonché vero istrion del palco, e l’eccezionale interprete blues e Junior Wells. Ad arricchire la spettacolari dell’evento anche il basso di Bill Wyman,tà il pianoforte di Pinetop Perkins, la batteria di Dallas Taylor e la chitarra di Terry Taylo Immagini di un’epoca lontana per una r. musica senza tempo suonata da alcuni dei suoi figli più sensibili in un crescendo che emoziona. Una preziosità da custodire con cura. Fabio Caucino Immagini da sopra il cielo R & G Zedde iera di autore Dopo una lunga e brillante carr la piemontese e interprete nell’area della scuo icista di qualità, e ligure di chansonnier e mus gruppo degli gia fondatore dell’interessantepubblico la Animanegra, arriva al grande la pubblicazione musica di Fabio Caucino con il Cielo. Il Caucio, dell’album Immagini Da Sopra chiamare questo il nome con cui ama farsiinteressante il cantautore, realizza un album che ricorda il e melodicamente molto bello come alcune Paolo Conte prima maniera cosi la. Caucino si atmosfere alla Vinicio Caposse le musiche del occupa di scrivere sia i testi sia piacevole e suo disco ottenendo un lavoro nello splendido misurato che trova il suo apicefotografia del brano Disarmante. Splendida o di sentimenti. suo Piemonte, nebbioso e caric praticamente Un bel lavoro, che costituisce re e lascia il suo disco d’esordio come auto musica italiana ben sperare per il futuro della d’autore. Le conseguenze dell’amore Radiofandango racconta Dal bel film di Paolo Sorrentino, che aliamo una una storia di umana solitudine, segn sa e molto colonna sonora interessante, inten d Theory variegata che viaggia da Scary Worl ta di Ornella di Lali Puna a Rossetto e Cioccola di musica Vanoni passando per un certo tipo sound a volte elettronica minimalista tedesca. Un la qua e là freddo, quasi asettico, ma che scivo viole e violini, in inaspettate e vibranti melodie di rendere. che riescono ad emozionare e sorpnna sonora è Perfettamente legata al film, la colo che firma la un bel lavoro di Pasquale Catalano eppe Sasso. musica e la orchestra insieme a Gius 22 di pietro d,ottavio suoni bazar 10 2004 [email protected] Dallo show kolossal al festival autoprodotto Mentre a Genova parte il nuovo show di uno degli sonnier più anticonformisti della storia musicale italiana, da Bologna si snoda chan un festiv al autoprodotto da uno dei gruppi di punta della controcultura italiana. Zero Ricomincio da… Zero. Anzi da 260mila. Tanti sono stati gli spettatori Zero, ha chiamato a raccolta in soli 5 concerti negli stadi quest’estate,che Renato Fiacchini, in arte dal San Siro di Milano al Bentegodi di Verona, dal Franchi a Firenze all’Olimpico (due volte) di Roma. Un successo imponente, iniziato negli anni Settanta e che raramente ha conosciuto battute di arresto . Un concerto che prende spunto dalle ultime canzoni del recente album Cattura, prima fra tutte A Braccia Aperte, per poi riaprire quell’enorme scrigno fitto di capolavori scolpiti nell’immaginario collettiv o che vanno da Il carrozzone a Spalle al muro, passando per Madame, Triangolo, No Mamma No, anni Renato veste i panni dello chansonnier che con grande gusto Il Cielo, Mi vendo… Da alcuni pietre miliari, avvolgendo tutti i frammenti sullo scheletro di un recitalrilegge in chiave orchestrale le sue che “cattura” masse sconfinate di zerofolli. Uno show kolossal, sempre arricchito da schegge di danza e di teatro, ma senza mai perdere il filo del discorso anticonformista di quel Renato Zero che prima che presto iniziò a cantare di fronte alle masse sotto ai tendoni di Zerolan esordiva al FolkStudio e è una vera e propria maschera dello spettacolo, un totem della canzon dia. E ormai il Re dei sorcini e d’autore che riesce nella rara acrobazia di coniugare musica di qualità e grandissimi numeri. Il nuovo tour, “Il sogno continua”, promette di polverizzare nuovamente ogni record, ed è il più lungo in assolut o tra quelli annunciati che si snoderanno nei palasport di tutta Italia. E allora… tre, due, uno…Z ero: il concer to va a incominciare. LE DATE: 16 Genova, Mazdapalace; 18 Milano, Filaforum; 21 Torino, Mazda palace ; 26 Padova, Palasport; 30 Pesaro, Palasport; 2/11 Roma, Palalottomatica; 5/11 Firenze Palamaguti; 16 Eboli (Sa), Palasele; 19 Caserta, Palamaggiò; 21 Barletta , Palasport; 11/11 Bologna, Calabria, Palapentimele; 26 Palermo, Palasport; 28 Acireale (Ct), Palasp , Paladisfida; 24 Reggio ort. INFO: 0276113055 RADICI NEL CEMENTO 2, Padova, Sottosopra TANIA MARIA 1, 2 Milano, Blue Note JOE ZAWINUL 5, 6, 7, 8, 9, 10 Milano, Blue Note FRANCESCO GUCCINI 8 Torino, Mazdapalace; 15 Firenze, Palasport FIORELLA MANNOIA 16 Padova Palazzetto dello Sport; 18 Firenze, teatro Saschall; 21 Roma, Palalottomatica; 23 Bari, teatro Team; 28 Torino, teatro Colosseo PROZAC+ 21 Milano, Rolling Stone PATTI SMITH 27 Roma, Auditorium Parco della Musica ANASTACIA 28 Milano, Forum DIANA KRALL 28 Milano, teatro Smeraldo MAROON5 28 Milano, Alcatraz Zufest dotto. Si chiama Dopo i dischi e i concerti autoprodotti, ecco il festival autopro re in tre città presenta per Zu dagli ato organizz biennale mento appunta Zufest, e 500 dischi 6 all’attivo Zu, romani I colpiti. hanno li più che suoni i italiane di musicali gruppi dei uno sono attività, di anni 5 in mondo il tutto in concerti prestigio di azioni collabor di anche forti italiana, ultura” “controc della punta dei Fugazi. come quelle con The Ex, Damo Suzuki dei Can, Guy Picciotto cd nuovo un a o lavorand stanno Zu gli ”, “Radiale album l’ultimo dopo E preso ha Zufest del L’idea Dalek. hop hip esi newyork ai insieme to compos i confini della corpo da un paio di anni, ma solo stavolta la kermesse varcaZu in tutte e tre le degli i Complic Milano. e Bologna a anche sbarca e capitale un autentico sono primi I on. Gustafss Mats e Bolt g Lightnin i saranno i occasion iati solo come caso: i Sonic Youth hanno deciso di aprire in incognita (annunc io del “special guest”) il loro ultimo tour americano. Una sorta di passagg adesso quello testimone: i Sonic Youth hanno poi spiegato che i Bolt sono giovane band che loro erano negli ‘80, cioè l’ultima frontiera del suono. La sinfonie intricate di americana è infatti rumore ed emozione, dance floor fury .eBrian Chippendale lavatrici scricchiolanti, furia dissonante e velocità inaudita anche se (batteria) e Brian Gibson (basso) suonano insieme dal 1995, Youth è un filo all’epoca dividevano la scena con altri musicisti. Quello dei Sonic band di noise-rock conduttore che porta anche a Mats Gustafsson: la più nota europeo. L’artista, tra i sta incidendo un intero album di cover del sassofonistaun suono e un attitudine più in vista degli ultimi anni nella scena free-jazz, vanta punk che lo ha fatto accostare al miglior John Zorn. 18) LE DATE: 8, Bologna (TPO), 9 Roma (Acquario Romano), 10 Milano (Cox INFO: 3204092413 [email protected] bazar 10 2004 suoni di marcello amoruso 23 Stile intimista e fatica Roma, avamposto della canzone d’autore emergente. Filippo Gatti, Pinomarino e Riccardo Sinigallia nuovi rappresentanti di quella scenai impegnata, cupa e intimista che ha da sempre contraddistinto il migliore cantautorato nazionale Sarà la bellezza monumentale di Roma e la suadente malinco nia che traspira dal Tevere. Sarà il fascino delle luci gialle e il vuoto candore delle sbiadite periferie notturne, fatto è che lo spirito intimistico e passionale che in genere emerge dalla figura di un cantautore ha sempre trovato terreno fertile nella città eterna. Qualcuno ha cantato i suoi luoghi, la sua storia: grande e piccola. Per altri, le strade della città sono state una via di passaggio, uno dei tanti possibili transiti in cui riflettere le proprie emozioni. Così è per Filippo Gatti, Pinomarino e Riccardo Sinigallia, che proprio da Roma rilanciano quello stile personalissimo, impegna to e intimista, che è sempre stato un marchio indelebile per molti cantautori italiani del passato. Artisti la cui musica nasce prima di tutto dalle parole, dall’opportunità di diffondere Selezioni elettroniche al Roma Europa festival Per questo mese, il Roma Europa Festival presenterà tre importanti appuntamenti di musica elettronica. Si comincia il 6, al Palladium, con Thomas Knak alias Opiate, che vanta una precedente collaborazione con Bjork. Bassi avvolgenti e sezioni acustiche, questo il set che il dj di Copenaghen, considerato un pioniere del sound glitch-dub, metterà in scena. Il 16 ottobre, al Brancaleone, serata dedicata alla Kompakt Night, storica etichetta di Colonia che ha avviato le sperimentazioni dell’electromusic. A onorare la causa l’emissario Reinhard Voight, Superpitcher, e le selezioni visuali della Ddg, nota video crew romana. Il 20 ottobre si esibiranno sul palco del blasonato Auditorium Dj Spooky e Pansonic. Paul D. Miller (aka Dj Spooky) è un artista concettuale, scrittore e musicista che vive e lavora a New York. Per l’occasione presenterà Rebirth of a Nation, remake sonoro del capolavoro del cinema muto di D.W. Griffith, Birth of a Nation, icona contraddittoria e celebrativa dell’America. A seguire i Pan Sonic, il duo finlandese formato nel 1994 da Ilpo Vaisanen e Mika Vainio. Affermatisi nella scena techno sperimentale con un’inconfondibile tocco minimalista, il loro sound è molto legato all’interazione con oggetti e situazioni reali. Per info sulle location: www.romaeuropa.net FESTIVAL sensi piuttosto che estetizzare tecnologie, esibire virtuosismi tecnici o inscenare stucchevoli ammiccamenti. Tutti e tre vantano una lunga e faticosa carriera alle spalle, un successo sudato, teso all’inesorabile accoglimento di un raffinato pubblico. Filippo Gatti dopo tre cd realizzati con la precedente band, Eletrojoyce, decide di continuare da solo il suo percorso artistico, e nel 2003 celebra l’esordio solista con Tutto sta per cambiare (Sony). Pinomarino, raffinato pianista, trascorre i primi anni nel sottosuolo musicale romano, lavorando in teatro e per strada, ma anche come riparatore di pianoforti. Giunge finalmente, nel 2001, al primo contratto discografico (Nun). Con la stessa etichetta è arrivato al secondo atto l’anno scorso, con Non bastano i fiori. Per Riccardo Sinigallia la via al successo non è stata più semplice. Dopo aver conosciuto Francesco Zampaglione e David Nerattini, nascono i “6 suoi ex”, inizio anni Novanta. La prima collaborazione che consacra la sua abilità compositiva è quella con Max Gazzè nel disco La Favola di Adamo ed Eva, di cui cura la produzione artistica. Collabora anche con Niccolò Fabi e Frankie Hi nrg, con lui gira Quelli che benpensano e Autodafè. Quindi arriva l’esperienza poco felice con i Tiromancino, sollecitato da Francesco (fratello di Federico Zampagliene) ad aiutare il progetto ormai privo di vitalità. Nasce così La descrizione di un attimo (2001), ma dopo il successo il gruppo si spacca; Riccardo, Laura Arzilli e Francesco decidono di concentrarsi sul disco omonimo che uscirà due anni dopo. Purtroppo il loro stile intimo, raccolto, introspettivo e in alcuni casi cupo non è stato largamente gradito da emittenti radiotelevisive e grande distribuzione, imperniate sui consensi di un pubblico assuefatto dalla costante proliferazione di agende patinate, dove l’ottimismo si spreca e il pianto, quando c’è, è solo di facciata. Per una maggiore visibilità si consigliano: www.filippogatti.it; www.pinomarino.org; www.riccardordosinigallia.it. Il tour europeo della Jon Spencer Blues Explosion approda il 12 ottobre al Rainbow di Milano La Jon Spencer Blues Explosion, la band formata insieme al chitarrista Judah Bauer e al batterista Russel Simins, verrà a Milano il 12 ottobre a presentare il nuovo album, Damage, uscito il 27 settembre scorso per la Mute Records. Newyorchese, Jon Spencer è una figura controversa e ambigua dell’immaginario blues. Da sempre accusato di aver preso troppo da mostri sacri quali Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Elvis e i Rolling Stones, per spiegare la sua musica ha usato queste parole: “il blues suonato da un punk”. Riff blues strampalati, chitarre messe a loop e un’incalzante sezione ritmica si incrociano sul palco in un clangore di grosso impatto. Rainbow, via Cassiodoro 5, Milano. Info: 0248001988 TOUR 24 di fabrizio gianuario suoni bazar 10 2004 [email protected] e elettronico. Forse la più E’ sicuramente una delle formazioni più estreme del concettualismo minimalche da diversi anni si è reso Vainio, Mika di musicale nota, e questo grazie soprattutto all’energico attivismo llazione sonora. protagonista di numerosi e importanti progetti musicali, spesso ai confini dell’insta , i Pan Sonic, che Väisänen Ilpo e finlandes del e Vainio di appunto, zione, collabora dalla Nati nel 1993 un noto marchio con ia omonim lampante una di via per A una di nome hanno dovuto decurtare il loro presentare il loro ultimo aziendale (precedentemente si chiamavano Panasonic), sono ora in tour per o “durata”, è un progetto epico lavoro discografico. Kesto, il cui termine può essere tradotto con “forza” musicale che si prepara a di oltre quatto ore di musica inedita raccolta in quattro cd. Un nuovo capitolo. Come si rende possibile, entrare tra gli esperimenti più massimalisti che il gruppo abbia mai realizzato si possa pensare, dal infatti, coniugare gigantismo e minimalismo? Forse è più semplice di quanto E’ il suono in tutta la sua momento che ciò che muove la musica del duo finlandese è la musica stessa. ta e si ricompone in libertà che prepotentemente si isola e si estende per un tempo infinito. Si frammenle. Non esiste infatti struttura limite alcun ha non ente, teoricam che, un gioco combinatorio e aleatorio di stampo minimale. forma musicale o struttura compositiva atta a contenere il concettualismo musicale di mondi sonori, ma non Esistono delle ‘leggi’ di trasformazione, di trasmutazione e di esplorazione nze, possono condurre esistono composizioni o canzoni. Leggi che, se portate fino alle estreme conseguesi ritrova imbrigliata in tatore dell’ascol ne l’attenzio quali dei o all’intern appunto ad universi pan-sonici, si sovrappongono fino un reticolo musicale senza fine. Universi in cui l’idea di suono e il suono stesso sembra trasformarsi in un a rendersi indistinguibili l’una dall’altro, e all’interno dei quali il musicista di vita propria. E se ‘tutto’ ordinatore passivo di ciò che, contestualmente all’intenzionalità creatrice, vive breviario musicale. E è suono, ecco allora che il gigantismo di Kesto si riduce a niente più che a un piccolo più di quattro ore di poco in nandosi confezio e, minimal da questa prospettiva l’epica può tornare a farsi o a costituire eterni musica. Nulla in confronto all’universo di frequenze che continuamente si intreccian mondi sonori. il 15 Torino, il 16 Catania, Le tappe live dei Pan Sonic, in tour in Italia per tutto il mese di ottobre, toccano il 19 Napoli, il 20 Roma , il 22 Marghera e il 23 Bologna. www.mute.com/mute/news/tour.htm#Psonic nic So Pan dei, un o Kesto lism ima min o pic L’e cui corposità la tto proge ntare prese per Il duo finlandese in tour ne (4 cd per 4 ore di musica) esprime al meglio la loro capacità di esplorazio di mondi sonori Sono diverse le formazioni, ai confini dell’elettronica o in essa pienamente coinvolte, che sono in tour in Italia nel mese di ottobre. Tra queste segnaliamo i To Rococo Rot (prima foto a destra), in concerto il 1 ottobre a Brescia al Free Muzik, il 2 ottobre a Bologna al Covo, il 3 ottobre a Milano ai Magazzini Generali, il 6 ottobre a Roma al Circolo degli Artisti e il 7 ottobre a Torino all’Hiroshima. La formazione berlinese, che si distingue per un’elettronica ordinata e cristallina, con una cifra marcatamente melodica, ha recentemente pubblicato il suo ultimo disco Hotel Morgen (Domino). E’ il quinto lavoro discografico, che segue l’omonimo disco di esordio del 1996 pubblicato con la Kitty Yo, e gli album del ’97 Veiculo, del ‘99 The Amateur View e del 2001 Music is a Hungry Ghost editi dalla City Slang. Tutti dischi piacevoli, che mettono ben in risalto le radici teutoniche del gruppo che, seppur senza sfondare il muro dell’assoluta genialità, ha sempre mantenuto una preziosa dignità musicale, dovuta alla sapiente ricerca di fertili sonorità disegnate spesso su impianti musicali di tipo modulare. Richie Hawtin (seconda foto a destra), anche conosciuto con il suo pseudonimo Platikman, è di scena il 23 al capannone del petrolchimico di Marghera all’interno del Festival Internazionale di Musica Elettronica della Biennale di Venezia (www.labiennale.org/it/musica). Con lui si esibiscono sempre il 23 i Frame – progetto di Davide Mastropaolo e Leandro Sorrentino che sono tra i fondatori di Avatar_41°, un consorzio di arti elettroniche costituito da musicisti, videomakers ed etichette indipendenti – e Mass, al secolo Mario Masullo. Da segnalare infine le date che l’austriaco Christian Fennesz(terza foto a destra) terrà il 12 a Reggio Emilia e il 13 a Milano al Piccolo Teatro Studio. 26 di ciro bertini leggere.recensioni bazar 10 2004 [email protected] IMPERDIBILE La stravagante epopea di Augusten per padre un matematico A volte capita. Di avere una madre convinta che un giorno diventerà una poetessa di grido e degenera “da banale odio alcolizzato la cui aspirazione è abitare vicino a una discarica. Logico, quando la situazione in maniera non a potenziale duplice omicidio”, venire affidati a uno psichiatra che interpreta la propria professione Dottor Finch è una specie esattamente ortodossa. E’ quanto accade ad Augusten in età prepuberale. In effetti, la casa del con l’unica limitazione di comune popolata da pazienti, ex pazienti, familiari, che entrano ed escono a loro piacimento, sistemi per curare di una stanza inaccessibile: il Masturbatorium dove il medico-guru, anziché raccogliersi a escogitare delle sue eccentricità: sorprendente più la certo è non questa E onanistica. attività sfrenata una espleta l’anima, nell’osservazione dei che pensare altrimenti della lettura dei fondi del cesso, quando Finch coinvolge i suoi adepti perché il dottore già, Ah divina? volontà della ione rappresentaz una forma loro nella propri escrementi, ravvisando di Augusten – prima di è, per sovrappiù, cattolico. Conseguentemente le figlie – Hope e Natalie, compagne di avventure trattasse di un oracolo. affrontare una qualsiasi decisione interrogano la Bibbia aprendone una pagina a caso, come si della madre. Sorpresa: è Poi c’è l’amore, debordante. Un giorno Augusten torna a casa e scorge una testa tra le gambe dopo essersi confessato una donna. Stupore: è la moglie del prete. Del resto, alle prime avvisaglie di desiderio erotico, osservando la sua omosessuale a un ex paziente molto più vecchio di lui, Augusten ne viene praticamente violentato, le famiglie normali ammira che motivi di insieme questo per Dev’essere altro. qualcun a capitasse se come volta” “prima sia sempre una cinepresa dei serial, che il suo sogno da grande è diventare una star televisiva e che immagina che “ci del mio viso”. puntata su ogni mio movimento, pronta a zoomare su un primo piano per catturare l’espressione romanzo letteralmente Cari lettori, se giunti sin qui ipotizzate con fastidio che vi sia stato svelato troppo di questo episodi stravaganti straordinario, sappiate invece che ci siamo limitati a costruire un medley tra alcuni dei numerosi di cui è costellato. suo, lo sapevamo da un Che le famiglie felici si somigliassero tutte, mentre ogni famiglia infelice lo fosse a modo carico di spiattellarci pezzo. Non fosse bastata l’esperienza personale, circa un secolo fa Lev Tolstoj si era fatto sia quella naturale questa realtà di fatto sottoforma aforistica. Da questo punto di vista le famiglie di Augusten, brevi capitoli attraverso descritta un’epopea, è sua la realtà, In ene. approfittars sembrano che quella putativa, annientato viene , parossistici livelli raggiunge protagonista del emozionale dolore il dall’andamento omogeneo: quando lezione di Augusten, con l’arma della distaccata ironia. Per fortuna un’epopea liberatoria. Infatti, la consolante quanto che sia possibile non è tanto che di ogni cosa - anche delle esperienze più traumatiche - si possa sorriderne, identità. E allora, se adattarsi ad ogni circostanza che la vita ci impone non rinunciando alla propria irredimibile capita, è possibile venirne fuori. Correndo con le forbici in mano – Augusten Burroughs (Alet. 318 pp., 17 euro) Colonna sonora: THE STREETS A grand don’t come free UN AMORE DI ELLEPI Dedicato agli irriducibili del vinile “Celo, celo, manca!”. Impossibile non accorgersi di questa a chicca: una variopinta miscellanea composta da trecentocinquant secolo del venti anni dagli vanno che dischi di e copertin scorso agli anni duemila. Copertine che raffigurano con le loro ma immagini non solo la storia della musica e dell’arte grafica, anche i mutamenti del costume, del sentire comune, delle forme del della comunicazione. La selezione dichiaratamente arbitraria curatore – Antonio Gaudino - riesce efficacemente a contemperare più la necessità di non trascurare i dischi degli artisti la significativi delle varie epoche con quella di rappresentare te, quest’ar di one espressi di modi dei e possibil ampia più gamma a così popular. Sì, perché un tempo la funzione della copertin te era quella di acchiappare l’attenzione del potenziale acquiren che vagava tra le pile dei dischi di un negozio: allora poteva capitare d’imbattersi in un’immagine dall’impatto così trascinante da spingere all’acquisto a scatola chiusa. Un tempo ne, in cui non esistevano i videoclip come mezzo di promozio certo, ma soprattutto in cui il compact disc non aveva ancora soppiantato il vecchio trentatré giri. Si tratta di un problema le di dimensioni dell’involucro. Fate la prova: rigiratevi tra e mani un qualsiasi lp per ammirarne l’immagine di copertina poi subito dopo compiete la stessa operazione con un cd. Volete mettere? Un libro curioso, nostalgico e divertente (si può fare il gioco del “celo, manca” con gli amici), arricchito da note esaustive che aiutano a contestualizzare le immagini. LP COVER – Antonio Gaudino (Electa. 384 pp., 19 euro) Colonna sonora: CAETANO VELOSO A foreign sound [email protected] bazar 10 2004 leggere.recensioni di ciro bertini 27 TALENT SCOUTING Una casa editrice si trasforma in campo giochi per scrittori allenati Che un nuovo spettro si aggiri per l’Europa, al grido di scrittori Liberi e Audaci di tutto il mondo unitevi? Il loro manifesto lo ha redatto la neonata casa editrice romana Playground. Recita così: “Playground è il campo giochi, ma soprattutto lo spazio dove i bambini e i ragazzi statunitensi imparano a praticare uno sport […] si gioca e si combatte, e soprattutto le squadre si formano e si sciolgono con rapidità e secondo logiche impreviste […] il fine del gioco è garantire le migliori, nel senso di più intense, intelligenti e originali, rappresentazioni di storie, incubi, vite, ossessioni, gusti e disgusti gay”. Perciò, siamo andati ai bordi del campo e li abbiamo osservati giocare. Il primo team ad esibirsi è stato Bloody Europe! sottotitolo Racconti, appunti, cartoline dall’europa gay – con ventisei giovani giocatori di cui tre stranier i (il più noto l’Alan Warner di “Rave girl”). A risultar e maggiormente convincenti sono state le prove di più ampio respiro, piuttosto che le fugaci apparizioni, che, in alcuni casi, sono sembrate comparsate quasi controvoglia. Piena di sostanza, anche se tutta giocata con le finte, l’azione di Elena Stancanelli, di cui è da sottoscrivere la frase: “io se potessi insegnare qualcosa, insegnerei a dimenticare le differenze, tutte”. Altrettanto efficaci le performance di Mario Desiati e Rossana Campo. Di notevole intensità evocativa il tour de force di Melania Mazzucco a marcare quell’anima errante di Annemarie Schwarzenbach. Da segnalare, per la carica emotiva, la cartolina spedita da Renzo Paris a Dario Bellezza, che nell’allineare i ricordi del bel gioco dei tempi che furono fa i conti con l’aridit à di quello presente. Insomma: risultato complessivamente positivo, ma solo grazie alle abili giocate individuali di qualcuno dei giocatori fatti scendere in campo. Con Pazzo di Vincent si viene catapultati in atmosfer e molto più maledette. Anzitutto gli anni ’80 e la comparsa del flagello AIDS (di cui Hervé Guibert è morto a 36 anni nel ’91). Poi l’amore disperato, vissuto come ossessione distruttiva. Che altro non è che quello che l’autore sente per Vincent, giovane tossico che vagheggia desideri eterosessuali, in perenne fuga da se stesso, dalla vita e quindi anche dall’amore di Guibert. Il libro si apre con la morte di Vincent, tra il ridicolo e il patetico: in preda a svariati tipi di eccesso cade dal terzo piano, si rialza rifiutando i soccorsi, decede due giorni dopo per un’emorragia interna. Il dolore di Guibert è inconsolabile, solo che lui scrive e, per giunta, molto bene. Naturale che cerchi di liberarsene trasferendolo su carta. Quindi, con una trovata originale, decide di trascrivere a ritroso le pagine del diario amoroso. Tra brandelli di amore lirico e rabbia vendicativa, Roland Barthes e Marguerite Duras, trova spazio persino l’estetica del buco reciproco come forma massima d’unione tra individui (“ancora più intimo dell’atto sessuale, di una violenza e di una complicità insensate”). A ricondurci verso una giocosità ironica, a tratti folle ma sempre bramosa di vita, ci pensa Un chilogrammo di esplosiv o e un vagone di cocaina, raccolta di racconti brevi del russo trentenne Vadim Kalinin. Tanto per capirci, citando due nomi della recente produzione russa, qui siamo dalle parti delle storie surreali di Pelevin e della rappresentazione operata da Bolmat di una gioventù disillusa e spregiudicata. Di suo, Kalinin aggiunge un paio di ingredienti niente male al filone che pare persino banale fare discendere da Gogol’: l’omosessualità e, talvolta, l’ebraismo. Una felice immaginazione, incipit brucianti e rapidità di esecuzione. E, miracolo, riusciamo a intravedere qualcosa della misteriosa Russia, almeno di quella cittadina, complici metafore irriverenti (“Noi, in qualche modo siamo tutti camerieri […] Sai qual è il vero problema? Noi non capiamo dove e a chi portiamo i nostri maledetti piatti”) e sprazzi di lucidissimo realismo (“Nella polizia lavorano persone rozze, incattivite dai salari bassi. Nel paese regna il caos più completo. Oggi la polizia non ha alternative, deve sparare contro tutto ciò che si muove”). Bloody Europe! – Aa. Vv. (Playground. 168 pp., 12,50 euro) Pazzo di Vincent – Hervé Guibert (Playground. 76 pp., 8 euro) Un chilogrammo di esplosivo e un vagone di cocaina – Vadim Kalinin (Playground. 88 pp., 9 euro) Colonna sonora: THE SMITHS The Meat Is Murder OLD FASHION Pulsioni individuali e regole sociali Chi voglia misurarsi con uno dei più impenetrabil i misteri della storia della letteratura è servito: si metta comodo, stacchi il cellulare per un paio d’ore e s’immerga nella lettura di questo racconto d’una cinquantina di pagine dell’autore di Moby Dick. Chi è Bartleby? Di lui sappiamo poco o niente, fin dall’inizio; e le cose non chiuso il libro, quando non potremo fare a meno miglioreranno granché di elaborare congetture attorno al significato della sua presenza nel mondo. La mancanza di descrizioni fisiche, oltre a impedirci di attribuirgli una maschera seppur immaginaria, non ci permette di indivi duarne l’età. Allo stesso modo nulla è dato sapere circa il suo passato, prima del suo ingresso in scena: da dove provenga, il contesto familiare, quali lavori abbia svolto. Perciò, nonostante la sua flemma, è come se Bartleby facesse irruzione nella storia, narrata da un anziano avvocato titolare di uno studio nella Wall Street del 1850. Assunto in qualità di copista, Bartleby s’immerge immediatamente nel lavoro, dimostrandosi dipend ente solerte. L’avvocato non può che esserne soddisfatto. Solo che, del tutto inaspettatamente, alla richiesta di ricontrollare i docume nti ricopiati assieme ai colleghi, risponde: “Avrei preferenza di no” - nella traduzione di Gianni Celati, in originale: “I would prefer not to” – lasciando attoniti gli astanti. Alle pressioni affinché modifichi atteggiamento o chiarisca le proprie intenzioni, replica serafico ma determinato come un mulo: “Avrei preferenza di no”. L’avvocato, presa in considerazione l’intera gamma delle possibili reazioni – dal padron ale licenziamento in tronco alla filantropica comprensione umana – si risolv e per passarci sopra, confidando nell’eccezionalità del comportament o dello scrivano. Inutile dire che di lì a poco, sarà tutto un susseguirsi di “Avrei preferenza di no” da parte di Bartleby, pronunciati con un’ost inazione via via sempre più irriducibile. Gradualmente, la sua divent a una presenza assurda nell’ambito dell’ufficio legale - inane, tutto il giorno a fissare un muro – quanto inamovibile: non abbandona il suo posto in ufficio nemmeno quando l’avvocato vende l’immobile. Una presenza resa scandalosa, per i canoni della convivenza civile, non tanto dalle impossibilità comunicative (essendo l’unica risposta che è possibile ottenere “Avrei preferenza di no”) quanto dal rifiuto di Bartleby, individuo “borderline”, di accettare una qualsivoglia forma di soccor so da Insomma, qualunque interpretazione si sia inclin parte del prossimo. i a dare alla parabola di questo personaggio – e la somma reticenza di Melville, svariate ne consente nessuna in particolare autorizzando ne, da qui la sua grandezza - Bartleby rappresenta l’inconciliabilità tra pulsioni individuali e regole sociali. Bartleby lo scrivano – Herman Melville (Feltr inelli Colonna sonora: DIANA KRALL The girl in the other . 112 pp., 5,68 euro) room UNA PROVOCAZIONE POSITIVA Pensare leggendo L’elemento più provocatorio di questo libro – considerati i tempi e il fatto che non è stato scritto da un fanatico sostenitore della teoria che questo sia il migliore dei mondi possibili – risiede nel titolo Perché ce la faremo. In effetti, quella lanciata dall’autore a tutti noi, è una sfida a non considerarci semplici comparse di una rappresentazione manovrat a da poteri forti, anche perché, dopo una deriva inarrestabile, la trama prevede – magari con un finale pirotecnico - la distruzione del pianeta su cui viviamo. Accettare la sfida significa sentirsi sempre meno parte della massa e sempre più singoli individui responsabili delle loro scelte. Già, perché la massa chiede al mercato “sesso e cazzate” e alla politica “utopie impossibili (più sanità e meno tasse, lavorare meno e guadagnare di più)”. La reazione consiste nel far crescere questi bisogni: il mercato attraverso la pubblicità, la politica con le false promesse. In questo modo si originan o delle “spirali involutive”. Appare persino ovvio che a spezzare questa catena non possa che essere la gente, una volta resa consapevole che non resta molto tempo: “il punto di non ritorno è stato individuato nell’anno 2020. Se entro tale data non verranno prese decisioni che regolamentino le attività umane trovando una sintonia con le esigenze dell’ecosistema, potremmo incorrer e in stravolgimenti ambientali non più controllabili”. Marco Roveda ci racconta tutto questo con un linguaggio confidenziale, da natante sulla nostra stessa barca. dati sullo stato di salute dell’ambiente non è per terroriz Se sciorina zarci, ma per spingerci a darci una mossa. Non esita nemmeno a rivelarc i che lui ci aveva provato a realizzarsi attraverso l’accumulo di denaro, ma, imprenditore di successo, si accorse di non essere felice. Persona pratica, evita toni da guru. Certo: afferma che senza valori e ideali, non si può essere felici. Intanto ci ha fornito una dimostrazione pratica: Fattoria Scaldasole, azienda che opera nel settore alimentare, è diventata la prima in Italia nel comparto biologico. E con l’associazione LifeGate diffonde i principi dell’eco sostenibilità e dell’equosolidarietà. Naturalmente, speriamo di farcela. Perché ce la faremo – Marco Roveda (Ponte alle Grazie. 154 pp., 10 euro) Colonna sonora: CAT STEVENS Tea for tillerman 28 di marco begani leggere.fumetti bazar 10 2004 [email protected] Qualcosa sta cambiando. Il lutto e il dolore che hanno paralizzato il mondo e l’America da tre anni si risvegli ma la faccia del nemico non è più soltanto quellaano, del Saraceno barbuto e crudele; secondo alcuni, l’effetto boomerang della politica di guerra degli Stati Uniti si confonde sempre di più con il viso pulito dei suoi attori in giacca, cravatta e bandierina. Mentre Michael Moore scrolla il mondo e l’assopita coscienza americana con suo Farenheit 9/11, altri protagonisti della comunicazion il e sondano nel profondo l’identità americana. Art Spiege lman è uno di loro. E non ha bisogno di presentazioni. Insigni to del Premio Pulitzer per il suo Maus (pubblicato in Italia La coscienza americana in una strip Art Spiegelman non disegna più da tempo. Preferis ce scrivere per il New Yorker. Poi arrivano l’11 settemb re e la cric ca di Bush. E allora la rabbia esplode tra i tratti di una matita… da Einaudi), è un narratore così capace e sensibile ha raccontato l’Olocausto in vignette dalla disarm che semplicità, ha riflettuto sull’identità di un popolo ante , ha commosso e insegnato (ha cioè lasciato un segno) . Ha utilizzato un tratto che ha le radici nella storia fumetto (Krazy Kat di Harriman, per esempio) e ne del ha fatto un simbolo, un percorso scelto anche da Marjan Satrapi per il suo Persepolis (Sperling e Kupfer Editori)e . Da qualche tempo Spiegelman non disegnava più, aveva abbandonato il territorio che l’aveva reso celebre e scriveva per il New Yorker. Poi, un giorno, a pochi isolati, da casa sua, l’inferno dell’11 settembre. "Non pensavo che i dirottamenti dell’11 settem sarebbero stati a loro volta dirottati dalla cricca bre Bush, che li ha ridotti a un manifesto di guerra di l’arruolamento… Quando il governo ha messo in motoper sua dispotica modalità da Grande Fratello e ha schian la tato l’America contro un’avventura coloniale in Iraq – mentre faceva molto poco per rendere l’America davvero più sicura, a parte confiscare i taglia-unghie negli aeropo – tutta la rabbia che avevo represso dopo le elezion rti i del 2000 e la paranoia che avevo a stento soffocato dopo gli attentati, sono tornate a farsi sentire". (Traduzione tratta dalla news on line ICV2.com). ROMICS La capitale accoglie la quarta edizione di Romics, dal 7 al 10 ottobre presso la sede della Fiera di Roma in via Cristoforo Colombo 291. Quest’anno novità succose, oltre alla ricca partecipazione di espositori e al nutrito calendario promessi: sotto la direzione artistica di Luca Raffaelli e il sostegno di Fiera Roma e Castelli Animati prende il via "L’Università del fumetto" , seminario accademico con credito formativo riconosciuto dall’Ateneo romano. Attraverso la collaborazione del Dipartimento di Sociologia e Comunicazione della Facoltà di Scienze della Comunicazione e del Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo della Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università "La Sapienza" di Roma, verranno imbastite lezioni riguardanti la storia, la tecnica e il linguaggio del fumetto e del cinema d’animazione, affiancate da incontri e interviste con alcuni autori. Tra i nomi che incontreremo: Alberto Abruzzese, Sergio Brancato, Stefano Cristante e Gino Frezza. In quest’occasione, biglietto ridotto per gli studenti universitari. Aspirate a volare in Giappone per l’edizione 2005 dell’Annual World Cosplay Summit? Fatevi avanti, perché la selezione italiana avviene proprio qui al Romics sotto gli occhi di una giuria di Nagoya. Ospite d’onore di quest’anno sarà Vittorio Giardino. http://www.romics.it Così Spiegelman ha ripreso i pennelli in mano, per creare, strato su strato, l’eccezionale album In the Shadow of No Towers, pubblicato dalla Pantheon Books negli USA in settembre, contemporaneamente a Gran Bretag na, Francia, Spagna, Olanda e Italia. "Non ho mai avuto l’intenzione di fare il fumettista politico" chiarisce l’autore che applica lo spesso tratto espressionista e le grandi, tavole tipiche di inizio novecento (anche allora il cuore dell’Occidente era scosso dai dubbi) alle contraddizioni degli ultimi anni di guerra e menzogne. Il risultato è un racconto che, come in Maus, vede intrecciate in modo indissolubile la storia della collettività e la storia person Spiegelman sembra così ricordarci che, macinata ale: retorica dei media e nascosta dietro ai bavagli dalla palloncini della propaganda, si svolge una tragedia die ai cui in realtà siamo gli imbambolati protagonisti. ART SPIEGELMAN, L’Ombra delle Torri, Torino, Einaudi 2004 Frankfurt Book Fair La Frankfurt Book Fair 2004 apre i battenti il 6 ottobre. Dedicat aa tutto quello che il libro può essere, da volume in carta a support digitale, ospita come sempre una sezione fumetti ricchissima o ‘Fascination Comics’: 80 espositori provenienti da dodici Paesiintitolata del Mondo, forum, dibattiti e incontri con gli autori , una ‘Manga Sunday tutta dedicata al fumetto giapponese, e una partecipazione italiana ’ d’eccezione: Sandra Federici e Andrea Marchesini della rivista Africa e Mediterraneo presenteranno 40 storie africane a fumettiitaliana intorno al tema ‘(Violazione dei) diritti umani’, e insieme all’autore cameru nese Christophe Ngalle Edimo discuteranno del ruolo educativo di medium come il fumetto. Inoltre, premiazione per il ‘Comic of un the Year’ – neanche a dirlo – alla grandissima Marjane Satrapi per Persepo Applausi per loro, applausi per una fiera dagli occhi aperti. Fino lis. ottobre. Programma, orari e tutto quello che cercate sull’ottim al 10 o sito: http://frankfurt-book-fair.com [email protected] bazar 10 2004 leggere.rileggere di claudio amendola 29 Prode prodiere timo Avrei voluto dirvi quanto mi è piaciuto l’ul Ma to. iona emoz ha mi to quan libro che ho letto… co… stavolta non ci ries mia skipper, il Prode prodiere. Così mi ha chiamato fino a oggi Eugenia, la Bazar, e per me era un onore, comandante del mio viaggio nelle recensioni di libri per perché il prodiere in un equipaggio ha un ruolo fondamentale. più la rotta, è in balia Ma questo mese il prodiere ha perso il vento, non trova mi è piaciuto il libro quanto dire voluto avrei Vi rotta. è delle onde e la bussola mi ha emozionato. quanto e o commoss ha mi quanto O, PATRICI di Walter Veltroni SENZA profondamente ha Quanto mio. il è non che paese un Quanto vicino mi ha fatto sentire re figlio ora che un toccato le corde della mia paternità e quanto mi ha fatto risenti padre non ce lo ho più. e a scrivere una Ma sono settimane che guardo lo schermo del computer senza riuscir iva. ripetit , sciocca banale, sia non che riga che potevo fare l’ho E allora mi sa che me so’ giocato la dote, nel senso che quello la lista per la manco scrive’ a più riesco nu io visto, s’è fatto e chi s’è visto spesa. Ammaino la vela, mi tolgo la cerata e, a nuoto, ritorno a riva. Buon vento a tutti. Caro Claudio, vacanze, il freddo è un periodo strano, questo. Dev’essere il rientro dalle sce a farci sentire diminui te nosamen vertigi che luce la e pioggia la improvviso, astienici, esangui. sei l’unico, non sentirti Anche tanti dei miei marinai (ho altri prodi prodieri, non ati e faccio un po’ affatic sono sca!) gigante addosso il peso di una responsabilità difficoltà a tenerli su. volte mi sento un po’ sola Ma quel che è davvero peggio è che anche io sono stanca e a e guidare, di essere forte e nella consapevolezza di non poter smettere mai di reggere o di una nave. prestante, proprio in quanto ho accettato il ruolo di capitan la tua debolezza con ando confess me, a amore tanto così con affidi e fidi Ma se tu ti dono. E provare, il irti restitu e stesso lo fare voglio io anche tanta semplicità, per raddrizzarti e muscoli i usare che invece mi: mostrar a anche solo per un attimo, Posso? . insieme ci riposar per te a tirarti in piedi, mi distendo accanto E per chi vuole una pausa, c’è ancora posto accanto a noi… Come comincia… do per una strada “Un giorno della mia vita, uno qualunque, passan Vernice colorata di Buenos Aires ho visto una scritta su un muro. cio, te amo. su una superficie senz’anima. Quattro parole: «Patri i, di vedere nt’ann cinqua quasi in to, capita mai era mi Non Papa». nato immagi ho E . figlio un a padre un da to dedica un graffito quella scritta. storie che possano aver prodotto il gesto di a appesa al In quella terra malinconica e triste, con l’anim atto così semplice. tempo, tutto sembra epico e grande. Anche ungiorno su un muro…” Diciassette lettere scritte da qualcuno, unverso i,propri Storie d’amore tra padri e figli, di padri te faticoso. figli, in una terra dal tragico passato e dal presen Senza Patricio – di Walter Veltroni. Edizioni Rizzoli 124 pag. 9,50. 30 di nancy brilli leggere.brilletture bazar 10 2004 [email protected] L’odore E’ un certo odore, un odore che non dimentichi… Una volta che l’hai sentito, dopo lo rivuoi. E lo cerchi… Ad esempio puoi stare seduta a terra su uno scalino in curva che scende verso una radio nascosta. Righe sottili corrono verso un infinito vicino, porte chiuse a bloccare il suono che esce, il suono che entra. Strizzato il culo in un nero di pelle costosa, freddo finto di aria condizionata, faccia bianca e stanca, rossetto. Siete mai stati dietro le quinte, in un teatro? C’è un odore che non te lo dimentichi, che ti ci affezioni, che lo rivuoi. Ingmar Bergman lo conosce, e ne parla. E parla pure d’amore, e di arrabbiature, e di cinema e di tanto altro, e tutto alto, tutto pieno, tutto interessante. Leggetevi LANTERNA MAGICA. E’ bello. …e per entrare nell’atmosfera “A dodici anni ebbi l’occasione di accompagnare un musicista che suonava la celesta di Strindberg... sera dopo sera assistetti, nascosto nella torre del proscenio, al matrimo dietro le quinte nel Sogno nio tra l’avvocato e la Figlia. Era la prima volta che sperimentavo la magia del teatro. L’Avvocato teneva una tra il pollice e l’indice. La torceva, la raddrizzava e la faceva a pezzi. Non c’era nessunaforcina per capelli vedevo! L’ufficiale stava dietro la porta delle quinte e aspettava di fare il suo ingresso. forcina ma io la avanti a guardarsi le scarpe, le mani dietro la schiena, schiarendosi la gola senza fare Se ne stava chino in rumore: una persona normalissima. Poi la porta si apre e lui avanza sulla scena illuminata. Cambia, si trasform a: è l’Ufficiale”. Uno stralcio tratto da Lanterna Magica, di Ingmar Bergman Lanterna magica, di Ingmar Bergman. Edizione Gli Elefanti Saggi. 9,30. bazar 10 2004 [email protected] notte.SUD di marcello amoruso 31 Ritual the club, una tendenza girovaga. Il fetish a portata di locale, filosofia dell’harddancing, performance splatter e l’obbligatorio travestimento In diretta connessione con il Torture Garden di Londra Ritual e Silvia nel ‘99 danno vita a quello che fu il , dj primo evento Ritual the club, l’esordio del fetish a Roma: o forse l’inizio di una forma dichiarata di esserlo. In confluiscono il precedente movimento dark/gothic esso amanti di pratiche sessuali alternative: due scenee gli già visibilmente diffuse a Roma. La scelta musicale è palesemente orientata – dicono gli organizzatori – alla “filosofia dell’hard dancin electroclash e frastuoni techno-industrial nei momenti g”, clou. Costanti i set di body performance estreme, spesso con rinomati artisti della scena fetish londinese. Ospiti di casa gli Skoid, crew di Torbellamonaca che inscenano set di body art a tinte splatter, con espliciti riferimenti alla sottomissione sessuale del corpo, o meglio, di alcune sue parti. Obbligatorio il dresscode, assoluto il rifiuto di abiti casual. Qui il fetish assume una forma originaria, che non circuisce un movente prioritariamente sessuale, piuttosto indugia sull’aspetto erotico che la fantasia riconosce nelle cose. Al Ritual The Club, fetish non deve necessariame intendersi come calze autoreggenti, collant, scollatunte top, latex, leather o quant’altro; fetish è più semplicemenre, l’ostentazione sessuata o androgina di una qualsiate si fantasia: che sia un fumetto, un anima giappo nese, un desiderio infantile poco importa. Il Ritual non l’espressione di un solo rituale piuttosto la composizione è di tanti quanti sono i personaggi interpretati dai frequen tatori. Al primo sguardo si è presi da una pulsione sessua le molto forte scatenata da trasparenti nudità e dalla e gommosa perfezione degli indumenti. Un attimo lucida è totale confusione. Difficile distinguere gli uomini dopo dalle donne, i corpi da maschere e travestimenti. Quanto raccontato difficilmente accadrà in un’unic notte, perché, come qualsiasi rituale che si rispettia tutto avviene senza forzature: si tratta di un copion , e a braccio che tutti possono recitare rispettandone essenz a e ruoli, fuori da forzature. Per info sui prossimi eventi: www.ritualtheclub.com Fetish fantasy Post Romantic Empire porta Sascha Ring a Roma Il Post Romantic Empire ha scelto di partire dal Supper Club per inaugurare la nuova stagione musicale con una serata-evento che porterà nel locale le dita esperte del dj berlinese Apparat (al secolo Sascha Ring), il 13 ottobre. Progetto internazionale attento ai temi e motivi dell’estetica romantica nella produzione artistica contemporanea, PRE non disattende le aspettative e per l’occasione chiama Apparat, il quale, con buone probabilità, non avrà mai pensato di poter essere identificato come un post romantico, ma di certo con questo fa i conti visti l’amore e la cura con cui lavora i suoni. Nato in una piccola città tra le montagne del sud est della Germania, Sascha Ring ha avviato i primi maneggi di dischi all’inizio degli anni Novanta. Da allora ha attraversato diversi stili musicali, dalla gabber alla techno più dura, prima di passare alle atmosfere visionarie e ingegnose della sound art, dove il calcolo matematico e l’estetizzazione dei livelli di processamento del suono divengono più importanti delle 7 note: ciò che prevale è il design virtuale che il suono assume. Se non altro, Sascha Ring ha anche un cuore, e a quelle forme algoritmiche riesce a intrecciare intense melodie. Apprezzato musicista internazionale, collabora al progetto Moderat con Modeselektor (il musicista elettronico preferito dai Radiohead), è producer per Ellen Allien e per la sua BPitch Control, e con T.Raumschmiere gestisce la Shitkatapult, etichetta di musica elettronica ampiamente acclamata. Per info: http: //www.apparat.net; www.postromantic.com. 13 ottobre, via de’ Nari 14, Roma. Infoline 0668807207 A Giarre l’arte sa di vino Scatta l’ora wine-bar anche a Giarre e nasce Le figure: 130 di vini siciliani da sorseggiare etichette scaldata da pietra lavica natu tra note jazz e teatro in un’atmosfera rale . Idea to in perfetto stile wine figure è il nuovissimo locale di Giarre, che nel giro di poc -bar, Le diventato punto di riferimento o tempo è per artis ti e frequentatori provenienti dal vicino capoluogo etneo. La prog ram maz ione artistica prevede innanzitutto concerti jazz di rinomati maestri di Catania ma anche blues, teatro e cab e non solo, aret . Uno spa zio interamente in pietra lavica e ferro battuto, intercal ato da guiz zi etnici. In stile liberty, invece, i salottini in cui è pos esclusivamente siciliani. “Sesibile gustare circa 130 etichette di vini nza esa gera re troppo con il prezzo”, assicura Giovanni, il factotum Le Figure, Via Calderai 14 – enologo del locale. Giarre (Ct). Info: 348888811 1 32 di alberto traversi notte.NORD bazar 10 2004 [email protected] Lo hanno fatto Dolce e Gabbana, Armani, Cavalli... Dopo aver vestito i corpi,non è ora vestono spazi, divani, poltrone e tavoli, e chi non cena da Armani Nobu abbastanza … Armani style. Per irrecuperabili fashion victims! Robert De Niro, Sylvester Stallone, Renée Simonsen, Linda Carol Alt: sembra il cast di un film sulla storia delle passerelle celebri, Evangelista, si fa per dire, l’elenco degli invitati a una delle mitiche feste di Gianni in realtà è solo, il decennio d’oro, quello degli anni’80. Oggi qualcosa è cambiato Versace. Correva . La moda tira un po’meno e la crisi incalza anche nel settore privilegiato del bel vestire. Ma i rapporti tra notte e prêt-à-porter non accennano a diminuire anzi registran stilisti, un interesse trasversale, quasi parallelo, nel portare avanti o, da parte degli delle collezioni progetti che includono discoteche, bar e ristorantiinsieme al design moda!). I primi sono stati Domenico Dolce e Stefano Gabbana (ovviamente alla ma solo in veste di soci, sul Post Garage, un locale che, grazie a mettere le mani, in breve tempo discoteca di grido. Dal giugno 1998, proprio lì si a loro, è diventato dei più divertenti post-sfilata della griffe milanese. Oggi, abbando sono svolti alcuni nate le quote e la direzione artistica dello spazio, la coppia siciliana punta molto sul angolo attrezzato all’interno del loro negozio di corso Venezia 15. Bar Martini, un nero: da quello patinato delle sedute in pelle a forma di cubo, a Dentro domina il colonne e del bancone, illuminato da un lampadario scenograficoquello lucido delle ravviva l’ambiente. Il clima è comunque austero, ideale per lunch dache a suo modo aperitivi pre-serata. A poca distanza, sempre intorno ai confini di una piccola cucina e zona nota in tutto il mondo come quadrilatero della moda (un rettangolo i cui lati coincido vie dello shopping meneghino, via Montenapoleone, corso Venezia, no con grandi via della Spiga e via Manzoni) sorge il megastore di Armani, un mall del lusso che compren de negozi di abbigliamento, elettronica, dolci, suppellettili per la casa e fiori, tutti legati in qualche modo al marchio di Re Giorgio. In mezzo a cotanto lusso, non potevano dedicate al ristoro e al divertimento notturno. C’è l’Emporio Armani mancare zone Café, elegante american bar con entrata in via Crocerossa, il rinomato ristorante giappon ese Armani Nobu, con entrata in via Pisoni e, sempre in via Pisoni, il nuovissimo Armani Privé. Qui 270 metri quadrati ospitano un banco bar, sedute comode e avvolgen ti, la consolle per il dj e una piccola pista per ballare. Sulle pareti si affacciano oblò circolari, scanditi da bacchettine di legno di ispirazione giapponese, così come di derivazio è anche il pavimento tipo tatami. Ben lontano dal minimalismo zen ne giapponese che caratterizza l’ambiente Armani, il Just Cavalli Café, café ispirato al mondo di Roberto lui aperto qualche mese fa, punta tutto, o quasi, sul camouflage di derivazio Cavalli, da ne animale, un must che ha reso famose nel mondo le collezioni dello stilista. La conosciuta della Torre Branca, storico edificio milanese alto ben 108 location è quella metri, costruito nel 1933 dietro progetto del grande architetto Giò Ponti. Tra cristalli, arredi luce curatissimi, spiccano frequentazioni eleganti, sexy e un po’osé preziosi e punti com’è d’altronde lo stile del suo fondatore. Post Garage via Castello, 5 Legnano. Bar Martini, corso Venezia 15, Milano. Armani Nobu e Armani Privè, via Pisoni 1, Milano. Just Cavalli Café, viale Luigi Camoens, c/o Torre Branca Milano. ? l coo + ta lis sti o L Quello che apre un locale tutto suo! Siamo a Paderno Dugnano, a due passi da Milano: è qui che ha da poco aperto il Nausicaa Show Restaurant Music Hall, locale interessante per struttura e programmazione. L’arredamento si allontana dai canoni urbani per trovare il calore di un arredo classico dove, accanto ad affreschi neo romantici, trovano posto complementi in legno e colori della terra: rossi, verdi di bosco, blu, ocra e oro. Il locale è aperto soltanto per il fine settimana, ma è soprattutto la domenica che attira il pubblico più trendy. Merito di Paolo Pignotti e del suo Aperitmico: un happy-hour con dj a base di hip hop, lounge, happy house e r’n’b. Buone nuove arrivano anche dal bergamasco, precisamente da Dalmine dove è da poco sorta La Contrada. L’idea dello staff è quella di ricostruire un antico borgo paesano, ed effettivamente varcata la soglia d’ingresso l’impressione è quella di viaggiare nel tempo e nello spazio: dal ventunesimo al ventesimo secolo, dalle luci dell’autostrada a quelle fioche e morbide di lampioni in ferro battuto. Archi, capitelli, ringhiere lavorate e un immenso trompel’oeil raffigurante un borgo medievale fanno il resto. Nausicaa Show Restaurant Music Hall, via Tirano, 14. Paderno Dugnano, Milano La Contrada, via Friuli, 29. Dalmine. Bergamo. [email protected] bazar 10 2004 The No Future, top dj in Emilia Siete tra i mondani very cool a cui piace ballare quella specie di pop omogeneizzato con forti dosi di ritmo e alienato da sogghigni punkettari che imperversa in tutti i club che contano dell’universo? E allora leggete qui! Amate quel miscuglio di Cameo, Talkin Heads, Jazoo, New Gang of Four, Prince, Moroder, Kraftwerk, Section 25, 23 Skidoo, Order, Clash, Suicide, Martha and the Muffins, Cure..., che da un paio d’anni detta legge nel circuito dell’underground più hipe saldando abilmen e dilettevole, vestito avanguardistico e appeal commerciale, te utile sensibilità, con cari saluti all’idea di un orientamento pionieri “senso” e musica da ballo e però tanta soddisfazione nel sapersi tra gli stico della cinici e ironici di un revivalismo obbligato, senza via d’uscita estimatori ?! Bene. Ci sono un paio di appuntamenti notturni nel mese che viene, che vi offriranno anche l’occasione di mare il discorso trito e ritrito del “fa fico perchè ricorda gli annibuttare al toccare le note ben più desolanti di un precoce ritorno della ‘80”, per acid che, compromettendosi con i tempi spuri della battuta stagione grezza e corposa hip popettara, puzza di ancora più precoce neo big beat. Senza la sguaiatezza festaiola di 7 anni fa però, perchè c’è molto meno da stare allegri di questi tempi! Direttamente dalla Gomma Records di Monaco, quasi privé sofisticato della GiGOLo, l’ammiraglia teutonica della Dance di tendenz a, il 7 approda al Maffia di Reggio Emilia mister Headman, al secolo Rob Insinna, un album e una manciata di singoli all’attivo lo svizzero tra cui quel “So then” premiato dal Jockey Slut di inizio 2004 come miglior mese. Cos’è Jockey Slut?! Ahiahiai!! ‘E la rivista di dance culturepezzo del più lunga di tutte le altre su cos’è “attuale” o meno in questo che la sa Cito testualmente, per orientarvi sulla piega verosimile che momento. serata nel “club dei club OFF” italiani: “’So then’, possiedeprenderà la un giro di basso molto Clash con Jam, qualche synth anni ‘80 e una chitarra rock, il tutto mescolato a formare un motivo dance di classe”. Ma dobbiamo aspettarci una mitragliata di disco-punk alla Dfa/Rapture/Output? Si e no, perchè, sempre secondo l’autorevole bibbia del clubbarolo informa to, lo svizzero Headman è fondamentalmente un Party Animal più manhattan Type, è più warm, feelgood and istant, più disco. che un cool Capitoo? Ivan Smagghe E invece che suonerà il 31 in un luogo di Bologna ancora da definire, chi è? Ma come?! E’ il selezionatore dell’anno già residente al mitico Pulp di Parigi, membro con Arnaud Rebotini del duo alfiere del revival acid Black strobe, che oltre a incidere super come Turbo, Output e Tigersushi, ha remixato tutto il per labels remixabile del “nuovo e figo”. Andatevi a prendere le compilation prodotte nel 2004 Death Disco e Suck my deck, dal titolo emblematico come il nome della sua serata parigina How to kill a dj. Avrete un ritratto un dj che non prende più sul serio la maniera tradizionalecompleto di (vedi confezionatore di tappeti ritmici per lo sballo di massa) di esserlo, puzza di esaurimento delle possibilità di pura innovazione che sente e evoca la morte della discoteca; che punta su una voracedella dance per sfuggire all’empasse di una crisi di prospettive. Il suo soundsensualità è pieno di riferimenti all’electro pop irrobustiti da divagazioni funky-h ouse. Ma in questa ondata di contaminazioni non c’è traccia del sperimentale delle simili esperienze new wave e post punk carattere non tanto per l’insistenza sulla comunicabilità dei pezzi, ma anni ‘80, e si plagia per nostalgia e/o disillusione. La scena alternativa perchè qui rappresenta il main stream rivestendo i panni degli archetipi della combin azione arty, ovvero i protagonisti del postmodernismo musicale fa, ma senza pretendere la sospensione d’incredulità, di 25 anni Il divertimento è assicurato perchè la scaletta è piena di dissacrando. atmosfere e pose in cui riconoscersi, di già sentito che fa tornare in mente canzoni piaciute tanto nel passato, di una immediatezza condita di eleganz a che appaga sia la voglia di essere coinvolto senza tante storie, che il bisogno di sentirsi comunque “avanti”. Il francesino Cut copy ospitato delle compilation di Smagghe, si fa molte domande sul futuro in una “futures” ma già sa che molto è deciso dal gioco tra l’essere nella sua tagliata” oppure un “copione”, un copy cat. Dilemma epocaleuna “copia Per sapere dove metterà i dischi a Bologna Ivan Smaggh !! e consultate www.geocities.com/italy-gig-list. notte di andrea lisi 33 34 di claudio coccoluto notte.nottetempo bazar 10 2004 [email protected] Qualche effluvio… al resto pensateci voi Musica come benzina per muoversi. Musica come alfabeto per comunicare. Musica come chimica per l’ebbrezza. Musica come un abbraccio sulla pelle, una vacanza della mente, un momento di comunione, un atto di seduzione. Questo mese basta così. Basto così. A T S A B E , A C MUSI A 36 di chiara spegni gusti bazar 10 2004 [email protected] us libanese Carne dei poveri, i legumi impazzano, da Oriente ad Occidente. Dall’humm in ogni classico un tano rappresen legumi di base a piatti i tofu, al bisi e risi dai alla ribollita, dei tavole sulle specie sta, trasformi una soia, cucina. La star a livello internazionale è la tutto. con sposano si piselli e fagioli mentre ni, vegetaria foto www.oltremara.com Legum i ! I ceci di Cicerone Dopo la soia e i fagioli, sono i legumi più coltivati del mondo. Fra i primi alimenti consumati dall’essere umano, erano molto diffusi tra i romani. Basta pensare al celebre poeta Cicerone: il suo nome di famiglia deriva dai “ciceri”, i ceci. Molto amati in India e nei Paesi del Medio Oriente, sono presenti in molte preparazioni di ricette delle cucine regionali italiane, dal Piemonte alla Sicilia. Il purè di ceci, l’hummus, è un piatto tipico libanese, molto amato da vegetariani e non: va bene con tutto, spalmato sul pane o insieme a carne o verdure. Basta passare nel mixer i ceci cotti, cumino, aglio, olio, succo di limone e peperoncino a piacere. Se c’è, aggiungere un cucchiaio di tahina, la pasta di semi di sesamo. Fave, un po’ demodé Originarie della Persia, queste leguminose erano molto comuni nella Grecia antica, dove, oltre ad essere impiegate nei riti funebri, avevano una funzione particolare: servivano per conferire un voto favorevole o negativo nell’elezione dei magistrati (colore chiaro o scuro della buccia). Utilizzate anche dai romani, sempre per celebrare i morti e nei riti di purificazione in genere venivano mangiate crude con formaggi e salumi. Alimento fondamentale durante il Medioevo e poi nel Rinascimento, cadono in disgrazia con l’arrivo dall’America dei fagioli. I bisi veneziani Le prime coltivazioni di piselli risalgono al neolitico e, da allora, i baccelli verdi sono stati sempre utilizzati. Impiegati da greci e romani, riscuotono grande successo alla corte del re Sole, in Francia. L’antico piatto di risi e bisi (risotto con piselli) della Serenissima Repubblica di Venezia veniva tradizionalmente offerto ogni anno al Doge il 25 aprile nella ricorrenza del patrono S. Marco: per 4 persone 250 gr di piselli teneri e dolci, 250 gr di riso vialone nano, 60 gr di burro, 50 gr di pancetta, 1 cipolla, prezzemolo, sale, pepe e parmigiano; soffriggere cipolla e pancetta con mezza dose di burro, aggiungere i piselli e poi il riso, mescolando e aggiungendo ogni tanto un po’ di brodo. A fine cottura cospargere il risotto con il trito di prezzemolo, spegnere il fuoco e lasciar mantecare qualche minuto con sale, pepe, l’altra metà del burro e parmigiano. Y ione vegetariana: il tofu La soia e una pass anni in Oriente, è il legume più impiegato nel mondo. Conosciuto da almeno 4.000 il La sua presenza in Cina sarebbe documentata dal 3.000 AC. Tra i suoi derivati: tofu, diluiti; il latte, che si ottiene dai semi macerati a lungo in acqua, poi frullati e soia bollita il formaggio vegetale; la carne; la lecitina; l’olio; la salsa; il temphe, navigatori e fermentata grazie a un fungo; germogli; pane e pasta. Scoperta dai XIX secolo, olandesi e portoghesi nel XV secolo, la soia riesce a diffondersi solo nel in Asia coltivata essere ad comincia e dall’Asia ioni importaz le no aumenta quando to uno considera veniva grande”, “fagiolo cioè tou”, “ta cinese in soia, e Africa. La cereale dei 5 cereali sacri, insieme a miglio, frumento, orzo e riso, anche se poi sarebbe non era. Il tofu invece, una sorta di formaggio vegetale a base di soia, di arti stato creato da Li An, un monaco vissuto in Cina duemila anni fa esperto arriva in alchimistiche. Il tofu arriva in Corea e in Tailandia, non tocca l’India ma Altre Occidente. Tofu è un termine giapponese che significa “carne senza ossa”. ed. informazioni nel libro “Il tofu e la cucina vegetariana” di Giuliana Lomazzi, euro. 7,9 Nuove, Tecniche latinoamericani gli egizi li offrivano agli I fagioli, famosigiorno, insieme al riso, mentre Gli Inca li mangiavano ogni crudi”, dei. Un proverbio dice che in Messico “nemmeno i topi mangiano i fagioli zuppa di perché c’è sempre nei paraggi una olla (una pentola di coccio) con una e Portogallo, fagioli sul fuoco. Alimento basilare nella cucina di Sud America, Spagna piatto si chiamano frijol negro in spagnolo o feijao in portoghese. In Brasile il di nazionale è la feijoada, dove i tipici fagioli neri sono immersi in uno stufato y Cristianos, carne, che si gusta spesso nel weekend. A Cuba invece il piatto Moros o oggi è il piatto di capodanno, a base di riso e fagioli. I tipi di fagioli che conosciam di fonte un’ottima rivelano si e rica, dell’Ame scoperta la con solo Europa arrivano in secolo. XVI nel e pestilenz e carestie di causa a denutrite ni proteine per le popolazio i tempi Una Befana d’altr na è quella di preparare la Torta del giorno della Befana: Un’antica usanza marchigia si nasconde un dolce con frutta secca e candita, cannella e rum, dove nell’impasto La un grande fagiolo secco. Chi lo troverà sarà il re o la regina della giornata. d’orzo, Befana delle origini, nel mondo contadino di una volta, lasciava caramelle Lei in cambio castagne bollite e nocciole e ai bambini cattivi cipolle e carbone vero. Con del casa. di tavolo sul fave di zuppa una o fagioli e pasta di piatto riceveva un ente. vino rosso naturalm Fu sc bazar 10 2004 [email protected] Le lenticchie portafortuna gusti di chiara spegni 37 Qualche guida in inglese Tracce di lenticchie sono state rinvenute in alcune tombe risalenti al periodo neolitico in Siria e Turchia. La parola lenticchia deriva dal latino lens, termine che ha poi identificato anche le lenti ottiche, del tutto simili nella forma alla leguminosa. Regine nella cucina indiana, dove non manca mai la zuppa di dal (lenticchia), sono diffuse in grande varietà, intere e spezzate, verdi, gialle, marroni e arancioni. Sono famose anche nella Bibbia: per un piatto di lenticchie Esaù vende la primogenitura al fratello Giacobbe. Spesso preferite ad altri legumi per le piccole dimensioni, a parità di peso sono in numero maggiore, e mangiare lenticchie nel primo giorno dell’anno dovrebbe far guadagnare lo stesso numero di monete d’oro. Curiosità varie I lupini, consumati in genere durante le carestie, sono oggi considerati in Italia e Grecia come uno snack, mentre impazzano in Bolivia e Perù. In Africa e Asia a volte sono utilizzati per fare un surrogato del caffè. Le arachidi, originarie dell’America Latina, vengono chiamate noccioline americane e dopo i piselli sono i semi più ricchi di proteine. Abbinate a pasta, pollo e insalate, sono spesso utilizzate nella cucina creativa; l’olio è impiegato per le fritture, mentre il burro di noccioline è la nutella dei bambini americani. Yin e yang Basta aprire un manuale come “Macrobiotica. Ricette classiche”, ed. Demetra, 5,16 euro, per scoprire alcune qualità dei cibi. Ci sono quelli yin, che contengono più potassio, hanno un sapore acido, amaro, molto dolce o aromatico e un alto grado di acidità. Quelli yang contengono più sodio, hanno un sapore salato e un alto grado di alcalinità. Le lenticchie sono cibi yang, mentre i piselli sono cibi ying. Nelle stagioni calde è meglio privilegiare i cibi yin, in quelle fredde i cibi yang. Vegetariani e non, in Usa è più facile trovare guide specializzate in particolari ingredienti. Su www.amazon.com abbondano titoli anche sui legumi. Un must in materia è “The Bean Bible: a Legumaniac’s guide to Lentils, Peas, and every edible bean on the planet!” di Aliza Green, a 13,27 $; per mangiare fagioli a colazione, pranzo e cena “The Bean Gourmet presents: The little Bean Cookbook” di Tom Chasuk, per 12,95 $; “Lean bean cuisine: over 100 tasty meatless recipes from around the world” di Jay Solomon, 1,50$; per 6,64$ c’è anche “The Bean book”, in un virtuale viaggio nelle cucine del globo, di Roy F. Guste padre e figlio; studiato per i principianti in cucina “Romancing the Bean: essentials for creating vegetarian bean dishes”, per 5,78 $; poi “Beans, Lentils and Tofu Gourmet” di Rose Robert, 13,27$; “More easy beans” di Trish Ross e Jacquie Trafford, 6,34 $; “Boutique Bean Pot: exciting bean varieties in superb new recipes” di Kathleen Mayes e Sandra Gottfried promette ricette creative. Un piatto contadino La ribollita è una preparazione tipica toscana, ottenuta ripassando in forno una zuppa di verdura, indimenticabile quando gli ingredienti arrivano direttamente dall’orto di casa. Ottima come piatto jolly invernale per i vegetariani, senza sale è indicata per chi ha problemi di pressione alta. La zuppa più usata è quella di fagioli cannellini e cavolo nero, ma si può fare con qualsiasi minestra di verdura. Ingredienti: 400 gr di cannellini secchi, verza e cavolo nero 400 gr, due coste di sedano, due carote, due cipolle, 400 gr pomodori, un porro, uno spicchio d’aglio, timo, un bicchiere di olio di oliva, pane raffermo a fette 400 gr, sale e pepe. Ammollare i fagioli cannellini per 12 ore in acqua fredda; una volta scolati aggiungere il timo e l’aglio con la buccia e far bollire il tutto a fuoco lento per due ore, salando i fagioli poco prima della fine della cottura; tagliare a rondelle sedano, carote e parte bianca del porro, a strisce le foglie di verza e di cavolo nero, a filetti i pomodori; passate al passaverdura 3⁄4 dei fagioli e aggiungerli al brodo di cottura; rosolare la cipolla con 3⁄4 di olio e cuocere con la verdura per dieci minuti a fuoco lento, poi aggiungere pomodoro, verza, cavolo, timo, sale, pepe e infine il passato di fagioli con il brodo; cuocere altri 60 minuti, poi versare i fagioli interi lasciandoli amalgamare dieci minuti; distribuire a strati la zuppa e le fette di pane insaporite con olio, pepe e cipolla in una teglia; infornare in un tegame di terracotta per 30 minuti a 170° e lasciare riposare per dieci minuti prima di servire. uori fa freddo. Dentro ci calda una zuppa… Legumi a volontà, da gustare anche con gli occhi, nel volume “Zuppe”, salate e dolci, di Roland Durand, con le fotografie di Sophie Tramier, Fabbri ed., 26 euro; supereconomiche le guide di Anne Wilson “Zuppe da tutto il mondo” e “Zuppe rapide”, ed. Gribaudo a 1,60 euro; nella collana “i manuali della buona tavola” ed. Hobby & Work “Le minestre”, a 7.90 euro; stesso titolo per un altro ricettario ed. Vallardi, di Orietta Sala, a 9,30 euro; nella collana “cucinare oggi” ed. De Vecchi, c’è il manuale su “Le minestre e le zuppe”, a 6,50 euro; promette bene “Ricette mondiali di zuppe e minestre” di Rosario Buonassisi per Mondadori, 20 euro; più specifico “I legumi” della biblioteca culinaria, per conoscerli, prepararli e cucinarli con le ricette dei grandi cuochi, a 28,50 euro; un classico è “500 ricette di legumi” di Alba Allotta, per un’alimentazione sana e naturale, ed. Newton & Compton a 11,50 euro. Avviso ai viaggiatori: una buona corba (zuppa) in Turchia d’inverno è d’obbligo. A Instanbul un locale da provare anche in inverno, proprio per la zuppa del giorno, è il Sarimsak, in Haviar Sok. 38/1, a Cihangir; tel. (0212) 2937656, aperto dalle 10 alle 23.30, la domenica chiuso. Riso basmati con lenticchie rosse decorticate, servito con peperoni al curry o melanzane allo yogurt, oppure un orzotto al posto del solito risotto; poi ceci agli odori, saltati con aglio e aromi; cannellini all’uccelletta, con pomodoro e salvia; crocchette di fagioli o lenticchie (non fritte ma al forno); zuppa di fave e cicoria; spezzato di piselli e carciofi; minestre di ceci e farro. Nel circolo Arci, nel centro di Padova, il ristorante vegetariano Luna nuova cambia spesso il menu, è a buon mercato e per questo è molto frequentato da universitari, sposando la buona cucina a prodotti genuini, per il 90% biologici. Claudio Friscione e Franco Levorato ai fornelli offrono al cliente la possibilità di scegliere diverse combinazioni di piatti, conditi solo con olio extravergine e mai fritti: due pietanze a 7,90 euro; tre pietanze a 8,80 euro; cinque pietanze a 9,90 euro, escluso antipasto (2,50 euro), coperto (1,30 euro) e bevande. Sono tante le ricette che valgono l’assaggio, come i tortini di miglio con verdure di stagione saltate a parte con formaggio grattugiato, cous cous con ceci e vari sughi o ragoût vegetali. C’è sempre la pasta e la pizza, con farine integrali. Per entrare basta essere socio Arci: la tessera annuale costa 10 euro. Luna nuova è aperto a pranzo dalle 12.30 alle 14 e a cena dalle 19.30 alle 24, ma la cucina chiude alle 22. è vicino al Duomo, in via San Gregorio Barbarigo 12; Tel. 0498758907; chiuso domenica e lunedì. 38 di chiara tacconi gusti bazar 10 2004 [email protected] Terme Località Madonna Assunta, Pigna (Imperia). Tel. 0184 241046 Chiuso il mercoledì Spesa media 30 euro I fagioli di Pigna, insieme a quelli di Badalucco e di Conio, sono una felice riscoperta ligure: crescono nei terrazzamenti, sui terreni più in alto, e si può quindi immaginare quanto siano rari. Nel ristorante annesso all’albergo che accoglie gli ospiti dello stabilimento termale, il menu (variabile a seconda della stagione) offre questi piccoli capolavori della natura. Capra con fagioli bianchi di Pigna è uno dei piatti forti del locale, insieme a tagliolini, ravioli di magro, coniglio alla ligure, stoccafisso accomodato e, per concludere, dolci della casa. Il canto del maggio Località Penna Alta 30 d, Terranuova Bracciolini (Arezzo). Tel. 055 9705147 Chiuso il lunedì e il martedì Spesa media 34 euro Il fagiolo zolfino (così chiamato per il colore giallo come lo zolfo) è diventato un po’ il simbolo dei legumi rari e buonissimi e la sua fama non è esagerata. La sua zona di produzio ne è il Pratomagno, sulle colline aretine, ed è qui, a Terranova Bracciolini, che merita andare a cercarli. Il canto del Maggio è un delizioso ristorante nell’antico borgo di Penna Alta, dove i prodotti tipici vengono trasform ati in golose proposte gastronomiche. Un piatto di fagioli zolfini conditi con un filo d’olio di queste terre è davvero un’esperienza da provare, magari insieme ai moscardini al Chianti; dal menu segnaliamo anche papparde lle, cinghiale e lepre quando è stagione di caccia, e il peposo alla fornacina, senza dimenticare i dolci fatti in casa. Da Pompeo Sapore semplice e raro Stavano per sparire. Finché contadini, gourmet e ristoratori non li hanno salvati. Ecco dove assaggiare alcuni dei legumi più rari (e più buoni). Vico al Piano 14, Foggia. Tel. 0881 724640 Chiuso la domenica Spesa media 28 euro Nelle campagne foggiane si coltiva un legume tenero e saporito, che non ha bisogno né di concime né di trattamenti. La fava di Carpino, ad esempio, una delle varietà più apprezzate della regione, viene cucinata con le erbe o gustata come semplice contorno, abbinata magari a vini rosati del luogo. Anche in pieno centro storico, in questo ristorante accogliente e molto frequentato, è possibile gustare le prelibatezze della campagna come il mitico legume di Carpino. Cicorie con purè di fave e minestra di fave sono due dei piatti che più ne esaltano il sapore, ma sarebbe un peccato non assaggiare anche l’agnello al forno con patate e funghi o i piatti di mare. Il tutto innaffiato da vini della regione. Design Q Square Via Sottoriva 15, Verona. Tel 045597120, prenotazione cena 335 8130293 Sempre aperto, solo al sera Tipo di cucina fusion Specialità del locale gamberoni lardellati su crema di lenticchie Spesa media 30 euro vino incluso Dolci da fornitori di fiducia Vino consigliato degustazione champagne al bicchiere Piatti dietetici insalate per vegetariani Particolarità mercoledì sera massaggi shatsu Numero coperti 70 Carte di credito Mastercard, Visa Musica venerdì sera DJ (elettronica, house), domenica sera live jazz Gentilezza personale ottima Sale fumatori no Servizi per disabili no Illuminazione soffusa Tradizionale Perbacco Via Montechiaro 26, Villa San Secondo (Asti). Tel. 0141905525 Chiuso il mercoledì e giovedì Tipo di cucina regionale Specialità del locale girello di vitello al sale con macedonia di verdure Spesa media 30 euro Dolci della casa Vino consigliato del Monferrato Piatti dietetici no Particolarità angolo enoteca con vendita Numero coperti 35 Carte di credito tutte Musica no Gentilezza personale ottima Sale fumatori no Servizi per disabili sì Illuminazione diffusa Etnico La Maison Espana Via Montegani 68, Milano. Tel. 0289540234 Chiuso lunedì e martedì, aperto solo la sera Tipo di cucina spagnola Specialità del locale paella Spesa media 32 euro Dolci della casa Vino consigliato dalla carta Piatti dietetici vegetariani Particolarità spettacoli di flamencos e sevillana Numero coperti 200 Carte di credito tutte Musica dal vivo e dj set Gentilezza personale buona Sale fumatori no Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa bazar 10 2004 [email protected] gusti di chiara tacconi 39 i e Italiani all’estero Un brindisi “critico” nei centri Fra le tante fiere e mostre che hanno per protag sociali il vino, questa si distingue per l’originalità dell’idea: riunire piccolonista i produttori e parlare di temi “scabrosi” come il prezzo sorgente o i consum Libertà/Critical Wine - Fiera dei particolari e nascei. Si chiama Terra e dalla filosofia di Luigi Veronelli, mostro sacro dell’enogastronomia, che oltre vini e ristoranti d’Italia nelle guide che portan il suo a recensire i migliori nome non si stanca mai di ripensare al modo di fare cultura attravoerso la tavola. Per ogni dettaglio vi rimandiamo alla pagina Fenomeni di questo numero. Eat & go Enoteca Boccondivino Piazza del Garigliano 3, Città di Castello (Perugia). Tel. 0758523152 Chiuso lunedì e martedì Tipo di cucina taverna – wine bar Specialità del locale tagliere di salumi umbri e toscani Spesa media 25 euro Dolci fatti in casa Vino consigliato soprattutto umbri Piatti dietetici no Particolarità bruschette e spuntini fino a tardi Numero coperti 120 Carte di credito tutte Musica sì Gentilezza personale buona Sale fumatori no Servizi per disabili sì Illuminazione soffusa La Caneva al ristorante Canaletto Castello 5490, Venezia. Tel. 0415212661 Sempre aperto (ristorante aperto a pranzo e cena, enoteca solo a cena) Tipo di cucina tradizionale, con ottimi piatti di pesce Specialità del locale “squaquaciò” di mare in cocotte con polenta filante Spesa media 70 euro Dolci fatti in casa Vino ottima cantina Piatti dietetici no Particolarità di fronte alla casa del pittore Canaletto Numero coperti 100 Carte di credito tutte Musica no Gentilezza personale ottima Sale fumatori sì Servizi per disabili no Illuminazione soffusa Un concentrato di stile italiano? Provate a Londra, a Notting Hill, all’angolo fra Westbourne Grove e Portobello Road. Entrate nel Negozio Classica e vi sentirete in un’ambasciata italiana del gusto. La ristorazione italiana all’estero troppo spesso è nelle mani di improvvisatori che propinano improbabili spaghetti alla bolognese e pizza senza un filo di mozzarella. O, all’estremo, è relegata in ristoranti carissimi e inaccessibili legati alla fortuna di uno chef. Allora ecco l’idea nuova: aprire un “negozio” dove tutto, dal design al caffè, rappresenta il meglio dello stile italiano. Classica, azienda nata da una costola della prestigiosa casa vinicola Avignonesi, distribuisce vini, prodotti tipici e artigianato di eccellente qualità. E ha pensato di creare uno spazio suggestivo dove acquistare prodotti e bottiglie, ma anche assaggiare vino al bicchiere, magari nell’area lounge arredata con poltrone e luci basse, gustando creazioni gastronomiche tutte italiane inventate dallo chef Lucio Pompili. Questo di Londra è solo il primo Negozio Classica, presto sarà riproposto anche in altre città del mondo, con lo stesso stile fortemente improntato agli anni Cinquanta, lo stesso menu e la stessa cura per l’ospite. http://www.classica.it/ londra/neg-lon.htm. 40 di eva buiatti gusti.mangia come leggi bazar 10 2004 Libri da mangiare e piatti da leggere da tutti i Paesi del mondo per occasioni [email protected] diverse caldo gallego sotto la pioggia in autunno Un “Aveva bisogno di sapori profondi, lontani, come un latte materno recuperato abbondante, troppo dalla memoria del palato, e si cucinò un caldo gallego, troppo a contemplarla come un sostanzioso, e dopo aver tolto la pentola dal fuoco rimase ia” . vaso chiuso di Pandora dal quale non poteva uscire che malincon , Marzo 2001. M. Vasquez Montalban, Il fratellino, Universale Economica Feltrinelli da rosticciana, Mettete a bagno la sera prima 300 gr. di fagioli cannellini e procuratevi un quarto di cavolo verza, due costole di maiale pentola alta da brodo 200 gr. di manzo da lesso, una salsiccia ben pepata, un etto di pancetta, una cipolla, un chilo scarso di patate. In una spellata e disfatta, fate un soffritto di cipolla a cui aggiungerete, quando la cipolla sarà ben cotta e trasparente, la pancetta a dadini e la salsiccia sono salate), la che lascerete indorare. Aggiungete adesso acqua abbondante (circa 2 litri), un po’ di sale grosso (attenti: salsiccia e pancetta e a tocchi non troppo rosticciana, il manzo e i fagioli. Coprite fino a che non prende il bollore. Intanto tagliate a striscioline il cavolo verza tanto la schiuma con piccoli le patate sbucciate, e aggiungete il tutto alla zuppa. Aggiustate di sale e lasciate bollire a fuoco basso, levando ogni e mezzo). Scolate con la la schiumarola, fino a che i fagioli insieme a tutto il resto saranno ben cotti, meglio di più che di meno (ci vorrà un’ora alla zuppa e prima schiumarola una parte dei fagioli e delle patate e passateli con un po’ del brodo nel frullatore. Aggiungete di nuovo il frullato coccio. di ciotole in o minestra da piatti in caldo ben Servite tritato. prezzemolo di e fresco nero pepe di di servire spolverate E’ un piatto tosto da autunno umido e da freddo nelle ossa, adatto a tutti quelli che lavorano all’aperto: operai edili, archeologi medievalisti (che scavano a volte in posti freddissimi), mannequins che d’autunno presentano la collezione di primavera, e tassisti con il riscaldamento rotto, ragazze impegnate a ridipingere da sole il proprio appartamento con vernici a calce fredde e casa da lontani senegalesi gradino, un su seduti suonare da fisarmonica la con rom bambini stufetta, senza bagnate, giornalai che hanno rinunciato alle usanze mussulmane. Serve a scacciare quel primo pizzicore alla gola e quel piccolo freddo dell’anima sul che parte dallo stomaco quando le giornate diventano corte e ci capita, tornando a casa, di inciampare con i piedi bagnati primo gradino perché già la luce del giorno non c’è più. Se riuscirete a raccogliere un gruppetto di queste persone infreddolite, piatto anche semplicemente spargendo la voce, potete offrire loro il caldo gallego insieme a crostini di pane fritto e un bel il caldo di formaggi, da mangiare partendo dal più dolce e finendo con il gorgonzola. Vino rosso corposo, mi raccomando. Se vi avanza potrete benissimo mangiarvelo il giorno dopo nel velo dei ricordi, con la coscienza tranquilla per avere compiuto un’opera di bene. Soprattutto, non buttatelo nella tazza del gabinetto come Montalban fa fare al suo personaggio Carvalho. Agile libretto della serie Carvalho, cara a tutti gli estimatori di Montalban. Costretto dalle poche pagine e dalla tipologia del racconto breve, qui il nostro Manuel è un po’ più essenziale del solito: nel bene e nel male, perché il suo barocchismo estasia alcuni e sazia altri fino all’indigestione. Per i pochi che ancora non conoscono l’autore, questo libretto è un buon modo di decidere se il suo tono dolcepiccante, il suo cinismo etico, il suo sbattere in faccia a ogni rigo l’ironia catalana come un patrimonio genetico ci si confanno, e ne vogliamo sapere di più. Per chi ama il buon cibo, è una finestra aperta su mondi culinari sconfinati, sconosciuti e a volte impossibili descritti, o meglio evocati, da un passionale ghiottone. Se siete a dieta (del corpo o della mente), è meglio che non leggiate Montalban. Se c’ è un libro che vi piace, con un personaggio che mangia con gusto, e vi siete sempre domandati che sapore avrebbe il suo piatto, scrivete a: [email protected] Troverete prossimo la ricetta sul numero di Bazar! 42 di lorella scacco arti bazar 10 2004 nicartacea su cui ma osupe attr qu a e Art rficie la ono divid si che Artisti [email protected] dipingere, altri che si concentrano sui prodotti da di supermercato. E poi c’è chi lavora sulla frequenza un’onda sonora. Arte come esplorazione. Sol Le Witt – Mimmo Paladino La mostra nasce dall’incontro dei due maestri avvenuto a Roma nel 2002. La loro collaborazione ha dato vita a una serie di 24 opere su carta realizzate a quattro mani. Ogni artista è intervenuto solo su una metà della superficie cartacea, la quale è stata poi ultimata dall’altro autore. Si è trattato di una sorta di sfida per i due artisti che lavorano in maniera diametralmente opposta ma che ha dato vita ad una serie di opere davvero originali e uniche. Il rigore delle forme geometriche del pittore americano si è infatti accostato alla liricità delle immagini di Paladino. La mostra approda a Roma dopo la prestigiosa tappa presso la Estorick Collection di Londra. Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Viale delle Belle Arti 131, Roma, tel. 06322981 fax 063221579, e-mail: [email protected] , [email protected], orari: mart-dom 8,30-19,30, lun. chiuso. Dal 6 ottobre al 5 dicembre. Doppler Che cos’è l’effetto doppler? È la variazione della frequenza di un’onda sonora o luminosa emessa da una sorgente in moto rispetto al fruitore. E cosa ha in comune con le due artiste Kristine Alksne e Sandrine Nicoletta? Si tratta di un concetto spaziale che interessa le loro ricerche ed emerge nelle loro opere tanto da sceglierlo come titolo delle loro mostre personali in simultanea. Alla giovanissima artista lettone piace far nascere i suoi lavori negli interstizi degli spazi, utilizzando materiali già presenti nel luogo che ricompone o nella natura circostante. L’italiana Sandrine Nicoletta , classe 1970, è interessata invece all’idea dell’equilibrio, sia in senso fisico sia spirituale. L’acrobata è così una figura che spesso ritorna nelle sue rappresentazioni e nelle sue performance. “Doppler” è un progetto espositivo curato da Laura Garbarino. Galleria Autori Cambi, via di San Martino ai Monti 21 a/b, Roma, tel. 06 47824613, [email protected], orari: lunedì - venerdì 11.30 - 19.30, sabato su appuntamento, dal 7 ottobre al 27 novembre. Spread in Prato E’ alla sua terza edizione la manifestazione SPREAD IN PRATO che presenta una selezione di opere fotografiche e una sezione di film d’artista esposti in luoghi non convenzionali, come fabbriche, uffici, negozi e cinema della città toscana. Questo percorso espositivo si incentra sul tema del corpo, visto in senso fisico e materico ma anche sociale e culturale, e si attua specialmente attraverso il mezzo fotografico. Tra gli italiani, segnaliamo i dettagli fotografici di Italo Zuffi; i ritratti di bagnanti su una spiaggia affollata di Sissi e le masse di individui che emigrano di Armin Linke. Gli altri artisti invitati sono: Takuma Nakahira, Carmelo Nicosia, Philip-Lorca di Corcia, Isaac Julien, Tomoko Yoneda, Rosa Rossa, Adi Nes, Gil Marco Shani, Rona Yefman, Michal Chelbin, Yumita Hiro, Michelangelo Consani, Donatella Di Cicco. Un gruppo di autori internazionali è stato scelto per film di forte impatto visivo, come gli olandesi Jeroen De Rijke e Willem De Rooij, il canadese Mark Lewis, i cinesi Yang Fu Dong e Zhang Peili. La manifestazione propone quest’anno anche un altro mezzo comunicativo: la cartolina, ideata e realizzata rispettivamente dal Gruppo A12, da Connie Dekker e Luca Malgari. Il curatore del progetto è Pier Luigi Tazzi. Spread In Prato, varie sedi, info: tel. 3474536136 e-mail [email protected]. Dal 16 ottobre al 25 novembre. Olafur Eliasson e il consumo contestato Si tratta di un progetto speciale site-specific quello che Olafur Eliasson ha ideato per il Palazzo delle Papesse. Dopo la straordinaria installazione alla Tate Modern di Londra (The Weather Project, visitata da più di un milione di spettatori), l’artista danese torna a lavorare sul tema della luce con un’opera inedita che utilizza le proiezioni di luce emesse da sette vetri specchianti e rotanti. Il museo senese inaugura e ospita contemporaneamente anche la mostra Ipermercati dell’arte. Il consumo contestato, a cura di Omar Calabrese, che riunisce i risultati di quella produzione artistica influenzata dagli oggetti del supermercato e dal loro packaging. Il percorso espositivo inizia dalle più storiche rappresentazioni pop e iperrealiste per approdare alle più recenti esperienze artistiche, come il trash e il post-human. Tre le sedi ad accogliere la mostra: il Palazzo Pubblico (Il consumo rappresentato), Santa Maria della Scala (Il consumo ironizzato) e il Palazzo delle Papesse (Il consumo contestato), dove saranno esposte opere di: Giovanni Albanese, Jan Albers, Anette Baldauf & Katharina Weingartner, Vittorio Brocadello, Jiri Cernicky, collectif_fact, Minerva Cuevas, Kristof Kintera, Lucia Koch, Zwelethu Mthethwa, Olaf Nicolai, Erwin Olaf, Guillaume Paris, Gabriele Picco, Tom Sachs, Denis Santachiara, Eliezer Sonnenschein, Dan Steinhilber, Jeanne Susplugas, Ricky Swallow, Oliviero Toscani, vedovamazzei, Rhonda Weppler. Nello spazio sotterraneo della ex-Banca d’Italia si apre poi l’ottava edizione del progetto Caveau con un’opera di Petulia Mattioli e Russel Mills intitolata Hold. Palazzo delle Papesse, Via di Città 126, 53100 Siena, tel. 057722071, fax 057742039, www.papesse.org, [email protected] . Dal 9 Ottobre 2004 al 9 Gennaio 2005. bazar 10 2004 [email protected] arti di luca beatrice 43 Classici e dissacratori La scultura di Medardo Rosso, la genialità di Franz Kline, la trasgressione di Terry Richardson, le atmo sfere visionarie della psichedelia, i raffinati fumetti di Scozzari. Medardo Rosso La GAM di Torino apre la stagione con la bella mostra dedicata a Medardo Rosso, uno dei protagonisti della scultur tra fine ‘800 e inizi ‘900, qui allestita con spirito minimale a superare la conclamata inadeguatezza dello spazio. In bilicoa tra i due secoli Rosso seppe guardare alla grande tradizione classica assimilando la lezione di Rodin e, allo stesso tempo , si propose come uno dei pochi scultori proiettati verso l’avanguardia, relazionandosi con i Futuristi, con Cézanne e Picasso. Alcune opere di questa completa retrospettiva provengono da musei e collezioni giapponesi e americane, dunque inedite in Italia. Medardo Rosso. Le origini della scultura moderna, GAM, via Magenta 31, Torino, fino al 28 novembre 2004, tel. 0115629911 www.gamtorino.it orario: martedì- domenica 919, giovedì 9-23, chiuso lunedì. ingresso 5,50 – 3. Filippo Scozzari Franz Kline Anche il Castello di Rivoli si dà al classico per celebrare il ventesimo compleanno. Con una mostra d’eccezione perché Franz Kline in Europa si è visto davvero poco. Protagonista dell’Espressionismo astratto americano, Kline è noto soprattutto per le grandi opere gestuali in bianco e nero oppure attraversate da grandi campiture di colore nei quadri più tardi. Oltre cento lavori, di cui una buona parte dedicati al periodo realista degli anni ’40, testimoniano la genialità del pittore scomparso a New York nel 1962. Occasione storica per riscoprire un artista, forse non celebre come Pollock o Rothko, cui si devono alcuni momenti di straordinaria intensità. Franz Kline, Castello di Rivoli, piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (TO), 20 ottobre 2004-30 gennaio 2005. tel. 0119562220 www.castellodirivoli.org orario: martedì-giovedì 10-17; venerdì-domenica 10-21, chiuso lunedì. Ingresso 6,50-4,50 Kaleidoscope Una mostra dedicata ad uno degli ultimi grandi movimenti d’avanguardia del ‘900, la psichedelia. Un movimento filosofico, legato alla scoperta dei mondi interiori, al viaggio e all’espansione della coscienza, che si è riverberato, con esiti sorprendenti nel mondo della creazione artistica, lasciandovi un segno indelebile. Amsterdam, Londra e San Francisco tra 1964 e 1974 furono i punti cardinali della psichedelia, raccontata attraverso manifesti d’epoca, fotografie, musiche, film più una giornata dedicata a Jimi Hendrix. Curatori di questa rassegna visionaria due autentici guru: Enzo Gentile e Matteo Guarnaccia. Kaleidoscope. 1964-1974. Suoni e visioni della psichedelia. Sala ex Poste di Palazzo dei Pio, Carpi (MO). 17 settembre - 17 ottobre 2004. orario: giovedì, sabato, festivi 10-12.30, 15.3019. ingresso gratuito. Mondo Bizzarro è da un decennio il luogo di culto bolognese per gli appassionati di stranezze, erotismo, grafica d’autore, pittura e cinema di serie B. Prima solo libreria e videoteca, poi spazio espositivo, da oggi raddoppia e apre anche a Roma, a due passi dal Macro. Dopo aver inaugurato con Pin Ups and Down, group show al femminile, Mondo Bizzarro presenta la retrospettiva di Filippo Scozzari, mostro sacro del fumetto italiano, compagno di avventure di Pazienza, Liberatore nel movimento del ’77. Un caratteraccio (nella sua autobiografia Prima pagare… poi ricordare edita da Castelvecchi ne ha veramente per tutti) ma anche un disegnatore raffinatissimo. Filippo Scozzari, Mondo Bizzarro Gallery, via Reggio Emilia 32 c/d, Roma. 2 ottobre – 4 novembre 2004, tel. 06-44247451 www.mondobizzarro.net/gallery orario: lunedì-sabato 12-20, chiuso domenica e festivi. Ingresso libero. ardson Terry Rich re tra moda, hard core fotografo più trasgressivo e dissacrato Arriva in Italia il cresciuto a Hollywood, ha realizzato e arte. Terry Richardson, newyorkese come Saint-Laurent, Gucci, Costume chi mar per rie licita le campagne pubb Sisley con uno stile inconfondibile, National, dal ’97 cura l’immagine della , Dazed and Confused, Vogue) (i-D a mod pubblica su prestigiose riviste di ei internazionali. Al glamour mus e e e di recente ha esposto in gallerie d’artdi chi si è formato sulla strada. E’ za tatez sfron la con patinato risponde ice d’arte che ha pubblicato di recente Damiani Editore, una nuova casa editr a pubblicare oggi la summa erotica se, cine Out of Red sulla nuova fotografia in edizione limitata (solo 2.000 copie), di Richardson. Kibosh oltre 300 foto di 350 (www.damianieditore.it) A acquistabile on line al prezzo speciale enza a Bologna tra design, fotografia e L’Inde Le Palais, ultimo locale di tendHarvey Keitel e Vincent Gallo padrini libri rari, grande festa per l’apertura, ). d’eccezione (o compagni di sbronze?Palais, via dei Musei 6 Bologna tel. Terry Richardson, Kibosh, L’Inde Le 44 di marzia di mento arti bazar 10 2004 [email protected] ta vol una di vita la rire op Sc d’epoca tini solda Teche ad altezza bambino per mostrare della e giocattoli antichi, un baraccone con gli strumenti delle ane camp transumanza, dalle tagliole per i lupi alle pecore. Musei che raccontano un’antica quotidianità. Altre migrazioni: il museo della transumanza Aperto nel 1998 con un finanziamento dell’Unione Europea, il Museo della Transumanza di Villetta Barrea (AQ), nel cuore del Parco Nazionale, espone oggetti legati allo spostamento periodico delle greggi dall’Abruzzo alla Puglia, la transumanza appunto, pratica molto antica oggi quasi completamente scomparsa, oltre alla produzione della lana e del latte, alle forme di equipaggiamento dei pastori e all’organizzazione di ricoveri temporanei o stabili. Allestito in un fabbricato rurale del XIX secolo, il “Baraccone”, tra gli strumenti più interessanti conserva campane, attrezzi per la tosatura delle pecore, marchi, tagliole per lupi, supportati da esaurienti e colorati pannelli illustrativi. Aperto fino ad oggi solo nei periodi di maggior flusso turistico, ora si spera di riuscire a garantirne l’apertura almeno per i fine settimana. Il museo, indubbiamente molto piccolo e fin troppo specifico, è encomiabile per la cura e l’attenzione con cui è stato allestito, oltre che per il livello scientifico e la passione di chi lo gestisce. Museo della Transumanza, Comune di Villetta Barrea (AQ), via provinciale. Tel. 086489324 oppure 3403174515. E- mail: [email protected] Aperto fine settimana e festività dalle 16.30 alle 19.30 (visite guidate 17.30-18.30) Biglietti: 2 , visita guidata 3 , gratuito per bambini di meno di 10 anni, gruppi 1.50 euro A Villetta Barrea, nel Centro Operativo del Servizio Educazione (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise), è allestita la mostra archeologica “Tra guardie e ladri... ritessiamo i costumi dei Safini”, aperta fino al 6 gennaio 2005 (tel. 086489102). o del Giocattolo e del Bambino Riapre il Muse al 1960. ad “altezza bambino” e una collezione di circa duemila balocchi dal 1700 Sessantacinque vetrine locali di un ex orfanotrofio aperto a Stiamo parlando di uno dei musei più grandi in Europa. E’ allestito nei Martino. San di oratorio vicino dal , Martinitt” “dei chiamato 1528, nel Milano del settecento fino all’era E’ possibile scegliere tra un percorso storico, dal giocattolo artigianale e soldatini”, “Pinocchio e “Bambole come dimenti approfon con tematico, percorso un e onica, dell’elettr siana” completa di arredi “Deamici scolastica un’aula ricostruita inoltre stata E’ Teatro”. e “Circo legno”, il proiezione, la sala ludoteca, sala la i, audiovisiv supporti visitatori dei ne disposizio a Sono a. dell’epoc delle età e degli interessi visite guidate su prenotazione (minimo 20 persone) differenziate a seconda private e di compleanno, e feste a oltre mento, aggiorna di corsi li, seminaria attività Inoltre specifici. laboratori per l’invenzione e la costruzione di giocattoli. 85 Museo del Giocattolo e del Bambino, Via Pitteri 56 Milano. Tel. 02264115 [email protected] lgiocattol museode alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00. Ingresso: dal martedì alla domenica (lunedì su prenotazione) dalle 9.30 60 anni, convenzioni); gruppi con i sopra anziani anni, 14 ai 5 dai (bambini 3 ridotto , 5 intero Biglietto: i 5 anni e per tutti i bambini la visita guidata 4 , museo più laboratorio 8 (circa 3 ore). Gratuito sotto festivi. i e a domenic Bookshop, accesso e servizi per disabili museo con vista sul Al cinemaristruttura zione del Cinema Trevi, Sala Alberto Durante i lavori di Sordi, vicino a Fontana di Trevi, a Roma, è stata rinvenuta un’insula romana di età imperiale, costituita da un caseggiato organizzato in più unità e affacciato su un’antica strada, il vicus Caprarius. I materiali raccolti durante lo scavo sono esposti nell’area museale annessa al sito, insieme ai mosaici policromi, alle statue e alle decorazioni marmoree. Una lunga vetrata rende visibile l’area archeologica anche dalla sala cinematografica. La “Città dell’Acqua”. Vicolo del Puttarello 25, Roma Tel. 3397786192 (visite guidate su prenotazione) Aperto dal martedì alla domenica dalle 11.00 alle 15.00. Chiuso il lunedì, il 1 gennaio e il 25 dicembre. Biglietti: 2 , ridotto 1 (dai 18 ai 25 anni, insegnanti), gratuito (studenti universitari, minori di 18 e maggiori di 65 anni). “Mio Dio, si potrebbe sempre andare al museo!” Nel lungo racconto dell’Assomoir, Zola si ferma per qualche pagina (pp. 82-86) per una riflessione colta sulla funzione del museo, per raccontare, con occhio spietato, la visita di un’anomala comitiva per le sale del museo del Louvre di Parigi. Così un gruppo di operai, lavandaie, ricamatrici dei sobborg Parigi fine ottocento si trova per la prima volta ad attraversare le salehi della di un museo, sentendosi fuori posto ed essendo sbeffeggiato da tutti i visitatori abituali e dai custodi. “ ... Doveva essersi diffusa la voce che una comitiva di nozze stava visitando il Louvre: pittori accorrevano con la bocca spalancata nel riso, curiosi mettevano a sedere sulle poltroncine per assistere comodamente allasi mentre i custodi a labbra strette trattenevano a fatica qualche battutaccsfilata, ia.” Non sembra estremamente attuale – Sono poi così cambiate le cose? E. Zola, Assomoir, pp. 492, traduzione di F. Bruno. 9,55 46 di luca carboni arti.skizzi bazar 10 2004 [email protected] bazar 10 2004 [email protected] viaggi di andrea mugnaini 47 5 cose da non perdere 1. 2. 3. 4. 5. Le scogliere di Bonifacio Il mare trasparente della spiaggia di Santa Giulia La valle della Restonica Percorrere la GR 20 (tutta o in parte) La roccia rossa delle Calanches Corsica, terra di frontiera Un po’ di Francia, un pizzico di Genova, qualche spru zzata di Sardegna e tanta influenza araba. Spirito ribelle, acq ue cris tallin sembrano portare alla fine del mondo. Da percorre e e strade che re a piedi. Da vedere foto di andrea mugnaini Non è più Italia, non può considerarsi completamente Francia. Ha cristallino e aspri sentieri di montagna da percorrere per raggiungere splendide spiagge di sabbia bianca bagnate da un mare vette isolate. Si parla una lingua che è un dialetto unico: basato in origine sul latino è stato contaminato, con il tempo, da influenz E’ una terra di forti contrasti la Corsica. Nella cultura e nello spirito e genovesi, francesi, sarde e arabe. dei suoi abitanti indipendenti e ribelli. Contrasti che ritroviamo anche nel paesaggio, nei colori e nei luoghi: mare e montagn a poca distanza uno dall’altro, in una regione che è poco più vasta della a, blu e verde, cittadine affollate e paesi isolati. Tutto nostra Umbria. Nel nord dell’isola, in un fazzoletto di terra, convivono placidamente Saint-Florent, elegante località di villeggiat cui pietre bianche e verdi si integrano alla perfezione nella fertile regione ura, la chiesa romanica di San Michele a Murato, le del Nebbio, e il Désert des Agriates, luogo isolato e disabitato ma tutt’altro che desertico che nasconde al suo interno la Aggrappate alla roccia granitica, le case di Corte, capitale storica dellaspiaggia di Saleccia, una delle più belle della Corsica. Corsica indipendente, si trovano a pochi chilometri dalla verdissima valle della Restonica. Percorsa dall’omonimo fiume e circonda freddissimo bagno d’acqua dolce. Da qui andando verso est, superate ta da pini larici è il luogo ideale per immergersi in un spettacolo mozzafiato fatto di torri di guardia, una spiaggia di ciottoli le montagne, si apre alla vista il golfo di Porto con uno si trovano poco più a sud, si colorano delle mille gradazioni del rossoe alberi di eucalipti. Al tramonto le Calanches di Piana, che nei suoi pinnacoli e nelle sue grotte. Proseguendo ancora verso sud, arriverete alla Plage d’Arone attraverso una strada che sembra Lo spirito battagliero della Corsica è un destino segnato fin dai tempi porti alla fine del mondo. dei tempi. Nei resti preistorici di Filitosa dominano i menhir, alcuni dei quali con raffigurazioni di facce di uomini che combattuta ogni giorno a Bonifacio tra il vento impetuoso e le rocce impugnano spade e pugnali. La stessa battaglia che viene onde del mare, che ha creato le affascinanti scogliere a picco sul marecalcaree. Ed è proprio l’azione erosiva del vento, insieme alle di Bonifacio. A piedi? La GR 20 16 tappe e 200 chilometri da percorrere a piedi, da Calenza na fino a Conça. Questa in sintesi è la GR 20, la Grande Randon sentiero a lunga percorrenza al tempo stesso bellissimo e impegn née, un si snoda tra foreste incontaminate, laghetti di montagna, cascate, ativo che attraversa tutta la Corsica da nord a sud. Bellissimo perché valli rigogliose, pareti di roccia di duro granito, toccando tutte più importanti cime dell’isola (dai 2.700 metri del Monte le Cinto fino ai 1.500 del Col de Bavella, passando per il Monte Monte Rotondo); il tutto a due passi dal mare con un panoram Oro a unico nel suo genere. Impegnativo perché i posti per rifornire il sono molti, per il notevole dislivello fatto di ardue salite e si non l’indispensabile guida topografica, abbigliamento adatto a ripide discese, per la durata del percorso. Mai mettersi in cammino senza tutte le condizioni atmosferiche, riserve sufficienti di cibo e acqua. Acquisti I sapori della gastronomia sono uno dei prodotti tipici di questa regione. I pastori nelle loro case sparse sulle montagne creano vere e proprie delizie per il palato. Primo fra tutti il brocciu, formaggio fatto con latte di capra e pecora che rientra tra gli ingredienti di numerosi piatti corsi. Dai maiali selvatici che vivono in semi-libertà cibandosi di ghiande, si producono salumi tradizionali come prosciutti, salami e salsicce. La castagna è un’altra protagonista della cucina regionale: con essa vengono realizzate farina, marmellate, minestre, frittelle e persino una birra. Ottima anche la produzione di vini come quelli di Patrimonio. Anche l’artigianato sta vivendo una nuova stagione di sviluppo, visto che molti turisti apprezzano prodotti inizialmente pensati come manufatti di uso comune più che come souvenir. Tra i ricordi da mettere in valigia ci sono pipe in radica, oggetti in ceramica come piatti, vasi, brocche e coltelli a serramanico. Ristoranti Stella d’Oro,7 Rue Doria, Bonifacio tel. 0033 4 95730363 Bistrot du Port, quai des Martyrs, Bastia, tel. 0033 4 95321983 Coltelli L’atelier du Couteau, Port Charles Ornano, Ajaccio tel. 0033 4 95101652 Artigianato Corsic’arte, 16 rue Roi de Rome, Ajaccio, tel. 0033 4 95211180 Prodotti Corsi Chez Annie, 5 Rue Clémenceau, Calvi, tel. 0033 4 95654967 Parchi naturali Parc Naturel Régional de Corse, 2 rue Major Lambroschini, Ajaccio tel. 0033 4 95517910 Salumi A la charcuterie Moracchini, 1 Av de la République, Corte, tel. 0033 4 95462298 Risorse internet http://www.visit-corsica.com sito dell’Agenzia per il turismo della Corsica http://www.parc-naturel-corse.com sito ufficiale del parco regionale della Corsica dove potete trovare utili informazioni sulla GR20 e non solo http://www.allerencorse.com Informazioni pratiche, visita virtuale e buona selezione di alloggi http://www.corse-boutique.com prodotti tipici della Corsica da acquistare online 48 di agnese ananasso essere bazar 10 2004 te men sage erlli ivte Din nti Non tutti sviluppano le stesse abilità. La difficoltà di leggere, scrivere o fare di conto a volte è un muro invalicabile per un bambino, e lo fa sentire diverso. Un disagio che però quasi mai è una incapacità, basti pensare ad Einstein... Cos’è la dislessia La dislessia e’ una difficoltà che riguarda la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente. In Italia la dislessia è poco conosciuta, benché riguardi almeno 1.500.000 persone. Le difficoltà cominciano a rilevarsi verso i 4 o 5 anni quando il bambino riesce a leggere e scrivere solo impegnando al massimo le sue capacità, non lo fa automaticamente e quindi deve ricorrere a una sorta di trucchi per riuscirci, così si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. Questo continuo esercizio nell’utilizzo di strumenti “inusuali” rende i bambini dislessici particolarmente vivaci e creativi. E se fosse genetico? L’equipe del prof. Marco Battaglia della facoltà di Psicologia del San Raffaele di Milano, studiando un gruppo di 12 famiglie di bambini italiani affetti da dislessia ha rilevato che il disturbo è dovuto a un’alterazione del cromosoma 15 ma la malattia è molto complessa e, come ha affermato lo stesso Battaglia, sono tanti e troppi i fattori ambientali e genetici che aumentano la possibilità che la patologia si manifesti. [email protected] E=mc² è la formula che riassume il senso della vita di Einstein, la formula che esprime la teoria della relatività ristretta (per distinguerla dalla estesa, non solidamente provata) che hai rivoluzionato le leggi dell’elettromagnetismo e che costituisce il presupposto della possibilità di ottenere reazioni dalle fissioni atomiche per la generazione di energia nucleare. Einstein è passato alla storia come la quinta essenza della genialità, anche se a scuola era considerato una frana, tanto da credere che fosse dislessico. Il fatto è che lui poteva viaggiare senza passaporto nel paese dei numeri ma non in quello delle lettere. Aveva sviluppato un tipo di abilità che non poteva essere applicata in altri campi. La sua non era dislessia, era semmai “distrazione”. Come lui esistono bambini o adulti che sviluppano certi tipi di intelligenza piuttosto che altri. Il punto sta nel riconoscere dove inizia il disagio e come intervenire. Gli stimoli giusti soltanto un disturbo Alle volte vengono chiamati dislessici bambini che non lo sono affatto e che magari hanno o a turbe della sviluppo di specifici disturbi altri ad associato emotivo tipo di generico transitorio con difficoltà carenze sociali e verificate siano si cui in caso nel amiliare lazionale-f condotta. Si parla così di disagio affettivo-re di apprendimento ambientali che, in ambito familiare e non, producono manifestazioni riscontrabili nelle difficoltàioni di sofferenza manifestaz evidenti invece sono d’ansia disturbi I seguito. in produrle possano che o si presume di persone non legate alla separazione dalle persone affettivamente significative come i genitori, e alla presenza o dei diritti comune vivere del regole le violando condotta della disturbi familiari. Altri bambini invece manifestano non momentaneo. degli altri. Se tale comportamento è abituale può nascondere un disagio profondo del bambino, con comportamenti Si possono inoltre verificare disturbi dell’identità di genere, ossia il rifiuto del proprio sesso disturbi nervosi (tic), avere possono bambini Altri eccessivi. risultare da evidenti tanto conformi a quello opposto limitato di vocaboli della minzione (orinazione involontaria), del linguaggio (balbuzie, farfugliamento, numero viene restituita dai utilizzati) e dell’attività motoria. In questo caso si hanno due estremi: quando a un bambino cose e persone, egli tenderà genitori un’immagine di sé “ingombrante”, in grado cioè di danneggiare coi movimentiritardi nella deambulazione, a oltre riporterà e circostante mondo col relazione di difficoltà ad essere goffo, ad avere con difficoltà a difficoltà nei movimenti che richiedono coordinazione. Al contrario può accadere che i bambini e a scuola. fissare l’attenzione arrivino a una iperattività e impulsività eccessiva, specialmente in gruppo Che fare avvenire la rilevazione Proprio per l’età in cui si manifestano i primi sintomi (4-6 anni), i luoghi dove dovrebbe i primi a dover assistere dei sintomi e la cura dei disturbi sono la casa e la scuola, quindi genitori e insegnanti sono scelgono e applicano e aiutare i bambini con difficoltà, patologiche o transitorie che siano. In genere, gli studenti ento trovano le procedure per risolvere problemi difficili e nuovi, mentre gli studenti con difficoltà di apprendim lezioni, non le durante appreso hanno che strategie le scolastiche difficoltà nel portare nella vita fuori delle mura gli ultimi studi riescono a generalizzarle a meno che qualcuno non spieghi loro il metodo per farlo. Secondo con gli obiettivi da compiuti, per essere efficace l’insegnamento di strategie deve seguire un processo coerente ione diretta e poi dimostraz una dandone strategie le presenta te L’insegnan studi. di raggiungere e con il ciclo giusta tra quelle acquisite, aiutando gli studenti nelle esercitazioni offrendo loro l’opportunità di scegliere la strategia e dalla coscienza del di applicarla. Gli allievi verbalizzano e prendono atto di volta in volta delle scelte compiute attività mentale, progresso traggono forza e fiducia. Viene così sviluppata la capacità di riflettere sulla propria ed efficace nel proprio di controllarla e arrivare a capire che non ha capito. Imparando ad avere un ruolo attivo i problemi, sono più risolvere di capacità proprie nelle fiducia apprendimento, gli studenti imparano ad avere di essere degli inetti, di disposti a provare ad applicare le nozioni acquisite in contesti nuovi, abbandonando l’idea nuovi. problemi di risoluzione la per altri dagli dipendere dover di e sempre sbagliare far altro che fidarsi degli I genitori, da parte loro, una volta che uno specialista ha rilevato il problema, non possono guida introduttiva per Una bambino. del disturbi dei avvisati mente esperti e degli insegnanti, che vanno opportuna i genitori è reperibile sul sito internet www.guidagenitori.it Le parole per dirlo. Piccolo vademecum per capire. Dislessia: difficoltà a riconoscere e comprendere i segni associati alla parola. incerto, Disgrafia: disturbo della scrittura nella riproduzione dei segni alfabetici e numerici con tracciato irregolare. E’ una difficoltà che riguarda la scrittura ma non il contenuto. affetto si Disortografia: è una difficoltà che riguarda il contenuto della scrittura. In genere nel soggettogiusto rispettando posto al collocarli a e alfabetici segni i tutti usando parole le scrivere a difficoltà riscontrano le regole ortografiche. Il disturbo specifico Discalculia: difficoltà del calcolo in uno sviluppo normale e in assenza di disturbi affettivi. invece è presente anche se il bambino è stato opportunamente stimolato. Help on line www.aid.it Il sito dell’Associazione Italiana Dislessia Onlus www.psicopedagogika.it Un sito completo sulle difficoltà dei bambini dislessia e della www.ceis.rn.it Il sito del laboratorio permanente per il trattamento e la prevenzione della disgrafia con sede a Rimini www.dislessia.it il sito dell’Associazione Italiana disturbi da Deficit di Attenzione e bazar 10 2004 [email protected] avere di giulia premilli 49 Clever shopping Divertimento erotico assicurato e anonimo. 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Trasgressivo e innovatore, ha deciso la risposta di qualità catena di ristoranti di alta cucina che sia al fast food. re i polsi al Una scommessa impertinente che fa trema e fuggi” Mc magnate americano del panino “scappa dilagando in Donald’s. Perché il cuoco catalano sta già con la catena di mezza Europa, ha già sperimentato l’idea stringendo i tempi alberghi spagnola Nh Hotels, e oggi sta qualche mese per sbarcare in Italia. Pare infatti che fra e e Siena punti apriranno a Roma, Torino, Milano, Firenzi baffi. Per un pasto ristoro fast good a prezzi da far leccare no più di 15-20 completo, assicura Ferran, non ci vorran certificati di euro. E il menù offrirà fra gli altri: hamburgere panini con vitello, insalate con dadi di fegato di anatra ellate e paté. Ma salvia e pinoli con aggiunta di cipolle caram anche una delizia: non finisce qui, la cucina di Ferran offre Il fatto che i ravioli ripieni in brodo. Cosa hanno di unico? trova all’interno. Per fuori sono freddi mentre il brodo caldo si sul palato per far assaporarli si appoggiano delicatamente colare dolcemente il liquido in bocca. Occhio quindi a Ferran in Italia! Via Sms: dai tarocchi all’esame del sangue Dall’effimero al sociale, Tim si sta organizzando per offrire una vasta gamma di servizi ai propri utenti via Sms. E lo fa lanciando i servizi di informazione sanitaria via Sms. Mandando un Sms gratuito al numero 40154 potranno essere chiariti tutti i dubbi in campo medico (occhio però perchè se è gratuito l’invio, la ricezione della risposta ammonta a 30,98 centesimi di Euro iva inclusa). Si possono richiedere informazioni relative a: analisi del sangue, farmaci (come indicazioni terapeutiche, composizione, ticket, prezzo), chiarimenti su vocaboli medici oppure indicazioni sulle strutture sanitarie pubbliche o private. Ma il top, Tim l’ha raggiunto con i servizi sul “mondo delle stelle” (dal sacro al profano!) che quotidianamente possono essere inviati sul telefonino. Il più banale? L’oroscopo fatto espressamente da Banko e Paolo Fox, e c’è anche l’opzione Ching! Inoltre per gli insicuri è attivo il calcolo del bioritmo quotidiano per sapere se sarà una giornata da dimenticare o no. I più tecnologici? I tarocchi via Mms. Ma il più strepitoso è il Bioeroscopo, una sorta di lettura del bioritmo di coppia dal quale desumere le modalità e tempi per un frizzante “rapporto” di coppia. 50 di agnese ananasso hi-tech bazar 10 2004 [email protected] Farsi una discoteca in casa. Legalmente e senza Come scaricare il pezzo sp en de re un a fo rt un a prefe rito dalla rete, in quattro Rinunciare a una cena fuori per comprare un cd. A questo siamo arrivati in Italia, a dover scegliere come spendere quei 20 euro. Ascoltare musica è diventato un lusso, non solo per appassionati e collezionisti ma per chiunque. Stavolta però non è tutta colpa dell’euro… passi 1. Innanzitutto bisogna cliccare sul sito web che vende musica legalmente e assicurarsi di possedere il programma adatto al downloading, ad esempio Windows Media Player. In caso di dubbio esistono siti che controllano la configurazione del computer durante il processo,come il sito del Dr. Downloading. 2. Dopo la configurazione si devono acquistare dei crediti, ossia decidere, in base alle alternative che offre il sito, se acquistare singoli brani, il cui prezzo va da meno di un euro a un euro e mezzo circa, o stipulare un abbonamento semestrale o annuale per scaricare tutta la musica desiderata (da 50 a 80 euro circa). In genere si paga con carta di credito ma da alcuni siti, come quello della Coca Cola si può pagare anche via SMS col telefonino. La cifra da pagare appare sul display. 3. A questo punto si sceglie dal catalogo artista e brano. Certi siti consentono di ascoltarlo gratuitamente per una trentina di secondi, oppure di scaricarlo sul computer a pagamento. Con una connessione a banda larga il tutto prende poco più di un minuto. 4. A questo punto il gioco è fatto perché una volta salvato, il brano può essere ascoltato dal computer o scaricato su un cd o in un lettore Mp3, stando bene attenti però a non trasgredire le norme del contratto accettato all’inizio, infatti alcune canzoni non possono essere trasferite più di due o tre volte su cd e la quantità varia di volta in volta a discrezione del fornitore. Questo per arginare, almeno in parte, il fenomeno della pirateria. Ma quanto mi costi Anche con la vecchia moneta il prezzo di un cd si aggirava intorno alle 36 mila lire. Sono anni ormai che la musica si fa pagare cara. ce la fa a rinunciare al suo momento di relax musicale ricorre E chi non a mezzi più economici, aiutato anche dalla tecnologia, dall’avvento di Internet file-sharing (condivisione on line), dei masterizzatori, dei lettori , del Mp3, dei software per scaricare musica (e film) sempre più veloci da installar e e da usare. Napster&Co. Dopo un periodo di relativa “anarchia” nel Web – correvano gli Napster e Music Net (i due siti da cui scaricare gratuitamenteanni di musica a go-go) – oggi sia la condivisione che l’acquisto on line è regolam entato, ed esistono veri e propri negozi musicali virtuali, che possono avere il loro corrispettivo “reale”. Oggi Napster e MusicNet o meno non esistono più in Europa, per contro è sbarcato nel Vecchio continente Music Store di Apple, già attivo in Francia, Gran Bretagna e iTunes, il German ia e che passerà il confine italiano forse alla fine dell’anno. Basta www.apple.com/itunes, scaricare il software e scegliere tra andare su gli 800 titoli del catalogo i brani preferiti a meno di un euro ciascuno. In Italia intanto si può scaricare musica da MSN Music Club (Microsoft), www.musicclub.msn.it, rifornito da OD2, una compagnia di distribu musica digitale fondata da Peter Gabriel. Però non ci sono tantissi zione di mi titoli, circa 350, e il prezzo varia a seconda del brano scelto. Poi c’è il mitico Vitaminic, da cui, cliccando su www.vitaminic.it e pagando un canone annuale di 80 euro si può scaricare, oltre a tutta che si desidera, anche l’Mp3, sempre incluso nel prezzo. Chi la musica usa in casa ha anche la possibilità di scaricare la musica da un sito Fastweb dedicato, collegandosi dalla home page. Altri siti cliccatissimi sono www.me omodus.com, www.winmix.com, www.kazaa.com, che mettono canzoni e software, anche se alle volte c’è da fare un po’ di a disposizione “coda”. Andando oltre confine troviamo anche il sito della bevanda più del mondo, la Coca-Cola www.mycokemusic.com, quest’anno famosa uno dei siti tecnologicamente più all’avanguardia in materia di downloading. Quello che pesa sul prezzo del cd sono i costi di produzione, promozione e distribuzione. Prendiamo ad esempio un album di tre tracce con copertina a colori e un progetto grafico minimo. Per inciderlo occorre una giornata di registrazione e una di postproduzione. Supponendo che venda almeno 100.000 copie e considerando che quello che costa più di tutto è il cosiddetto master, ossia il primo cd, i costi di produzione ammontano a circa due euro e mezzo, quelli di distribuzione a un euro, di promozione a due euro. Il prezzo di costo dovrebbe essere di 5,5 euro. Pur ammettendo che il prezzo salga per tasse e diritti SIAE e una parte sia valore aggiunto per l’industria stessa,un prezzo di 20 euro resta comunque ingiustificato. Allora, se non si può proprio rinunciare al rito dell’acquisto del cd in negozio, occhio alle offerte. Cd nel banco frigo IBM e Caliel Global Entertainment rispondono al caro musica con My Emotion, i chioschi forniti da Ibm e installati in supermercati, pub, centri commerciali e discoteche per comporre il proprio cd personalizzato, scegliendo tra i 200.000 brani (presto arriveranno a 500.000) archiviati in un server centrale messo a disposizione da IBM, col consenso di BMG, EMI e Universal. Il prezzo varia da 1,20 euro a 1,5 euro a secondo della canzone scelta. Si possono anche comporre dediche e copertine personalizzate. Il concerto me lo porto a casa Hanno iniziato gli Elio e le Storie Tese e sta già diventando la nuova moda: vendere all’uscita dei concerti i cd appena masterizzati del concerto stesso, a circa 10 euro. Non solo una strategia di marketing ma anche il mezzo più efficace per lasciare il segno, per far arrivare il messaggio, soprattutto per gruppi “particolari” come gli Elio e le Storie Tese. Il guadagno è importante ma dargli un senso lo è ancor di più. muratore @bazarweb.info Carlo Scarpa in foto bazar 10 2004 L’architetto Carlo Scarpa (1906 – 1978) è forse esponente della generazione dei così detti archit l’ultimo per i quali la comunicazione dei propri progetti etti disegnatori, di architettura era deputata alla matita e ai colori, senza avere con le tecnologie digitali né con la fotografia. E’ alcun rapporto nota la diffidenza di Scarpa per la capacità dell’interpretazione fotogr afica di entrare in competizione con le concezioni spazia li dell’architetto. E’ altrettanto vero, però, che il controllo della luce, colori, il contrasto tra materiali differenti, il gioco l’uso dei di riflessi delle superfici hanno reso le architetture di Scarpa i soggetti forse più fotografati del Novecento. Una interessante mostra,Carlo Scarpa nella fotogr afia. Racconti di architettura, propone una lettura dell’opera di Carlo Scarpa attraverso i diversi occhi di fotografi europei che si sono misurati con la rappresentazione dei capolavori dell’architet a partire dagli anni Cinquanta sino ad oggi. L’espos to veneziano, izione presenta opere inedite di interpreti della fotogr afia italiana contemporanea, fra i quali Gianni Berengo Gardin Gabriele Basilico, Daniel Boudinet, Stefan Buzas , Aldo Ballo, , Guido Guidi, Luigi Ghirri, Pino Guidolotti, Ferruccio Leiss, Paolo Roiter. Le fotografie sviluppano un percorso visivo Monti, Fulvio alcune realizzazioni chiave di Carlo Scarpa, ponen intorno ad do a confronto architetture di oliva muratore 51 molteplici punti di vista, realizzati in tempi diversi da oltre trenta differenti fotografi: da vere e proprie icone come la tomba Brion a S. Vito d’Altivole o la Gipsoteca Canoviana, ad opere dimenticate come le case veneziane degli anni Quaranta. Sarà presentata in mostra anche la multivisione con sonoro “Spazio, tempo, luce” incentrata sul Museo di Castelvecchio, realizzata dal progettistafotografo olandese Arno Hammacher nel 1981 su incarico di Licisco Magagnato. In mostra anche gli “occhi” di Carlo Scarpa: piccoli capolavori di disegno, prospettive schizzate a margine dei fogli di lavoro. Attraverso questi, l’architetto veneziano calibrava l’immagine dell’architettura che andava componendo sul foglio. Vere e proprie “fotografie con la matita”, questi straordinari schizzi registrano il punto di vista dall’architetto in funzione dell’ideale fruitore. Fotografie e disegni saranno esposti al pubblico con un allestimento studiato per l’occasione da Umberto Riva, uno dei più sensibili fra gli eredi ideali dell’opera di Carlo Scarpa. E in sinergia con la mostra di Carlo Scarpa anche la IV edizione del Corso sull’Architettura Scarpiana “Carlo Scarpa e la Fotografia”, a cura di Italo Zannier, che si terrà tra il 5 ed il 9 ottobre 2004 nella medesima sede della mostra. Carlo Scarpa nella fotografia. Racconti di architettura (19542004), Museo Palladio Palazzo Barbaran da Porto, Vicenza. Aperta fino al 9 gennaio 2005, per informazioni: C.I.S.A. Andrea Palladio, tel. 0444323014, fax 0444322869, www.cisapalladio.org. La fotografia racconta le forme Un viaggio nell’architettura di Carlo Scarpa attraverso alcuni tra i maggiori fotografi europei. Testimone di cambiamenti La maratona dell’architettura E’ promossa dall’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia, a conclusione delle manifestazioni per la Settimana internazionale dell’Architettura ed in contemporanea con altre capitali Europee (Parigi, Madrid, Varsavia). L’evento, aperto a tutti, si svolgerà lungo un percorso di circa 6 Km che, partendo dall’Acquario Romano Casa dell’Architettura, toccherà alcuni monumenti dell’architettura moderna ubicati nel quartiere Esquilino – S. Giovanni. Maratona dell’Architettura, seconda edizione, Roma – 17 ottobre 2004 Info: 0697604590 - Piazza Manfredo Fanti, 47. Pagine di formazione Con l’intento di evidenziare l’evoluzione della formazione culturale, tecnica, scientifica, artistica dell’architetto, l’autore ha analizzato i principali cambiamenti verificatisi nelle attività didattiche ed artistiche delle istituzioni formative e professionali: dai cantieri delle cattedrali alle botteghe medievali e rinascimentali, dalle Universitates all’Academie di Colbert, dalle scuole gesuitiche alla divulgazione illuministica, dagli ateliers della École des-Beaux-Arts alle accademie riformate, dalle associazioni culturali e formative, come il Werkbund, alle Scuole superiori di architettura fino alla nascita della facoltà di architettura di Roma. La formazione dell’architetto, di Alessandro Castagnaro, 2004, Liguori La Nona Mostra Internazionale di Architettura, diretta da Kurt W. Forster, affronta i cambiamenti in atto nell’architettura contemporanea, sia nel campo della teoria e della pratica progettuale, sia nell’uso delle nuove tecnologie costruttive. Il percorso espositivo di METAMORPH ipotizza la figura del visitatore come testimone di questi cambiamenti che, sfuggendo alle tradizionali prospettive interpretative, giustificano in modo sempre più evidente un aperto e innovativo confronto con l’evoluzione degli organismi viventi e le loro capacità di trasformazione. Dalla mostra si percepisce che l’architettura di oggi ha ampliato in modo consistente i propri recinti disciplinari. Il suo nuovo ruolo è quello di catalizzare grandi esperienze sociali e culturali a scala internazionale, che si manifestano soprattutto in relazione alle modificazioni delle strutture urbane e del paesaggio. Lo spazio architettonico è così inteso nella sua capacità di vivere i mutamenti odierni: i nuovi materiali accolgono e sottolineano gli effetti atmosferici, la percezione dell’architettura si apre a una concezione dinamica del tempo e la vita pubblica negli edifici assume caratteri più centrati sull’evoluzione dell’ambiente. IX Mostra Internazionale di Architettura METAMORPH – Biennale di Venezia Giardini della Biennale e Arsenale – Venezia. fino al 7 novembre 2004. 52 di matteo bianchini piccoli bazar 10 2004 [email protected] E’ L’ORA DEI TELETUBBIES! Chi sono Tinky Winky, Dipsy, Laa-Laa e Po? Quattro personaggi, molto amici tra loro e molto vicini al mondo dei bambini e con numerose qualità che grandi e piccoli si divertiranno a scoprire insieme! Conosciamo i nuovi amici I Teletubbies sono quattro piccoli abitanti di un pianeta felice; hanno uno schermo televisivo sul pancino con il quale entrano in contatto con i bambini della terra. Il più grande di loro è Tinky Winky, molto gentile ed educato. Indossa una tuta viola e ama cantare la sua canzone preferita quando danza e fa le capriole. È in ottimi rapporti con tutti, ma la simpatia più forte è per la piccola Po. Il secondo è Dipsy, in tuta verde e con la pelle scura. Ordinato e fiero del proprio stile, è l’anima allegra e scherzosa del gruppo. Passa anche molto tempo da solo, a riflettere e sognare. Laa-Laa, la bimba in giallo, rappresenta la felicità e la spensieratezza; corre felice giocando a palla e facendo capriole per i prati. È molto legata ai suoi amici, specie a Dipsy, ed è sempre curiosa di sapere cosa fanno. La sua filastrocca laalaali è pura espressione di gioia. Po è la più piccola, riconoscibile per il vestito rosso e l’entusiasmo e lo stupore che la accompagnano in ogni sua avventura; manifesta la sua felicità saltellando. Po è animata da una grande voglia di scoprire il mondo, sia quando esplora la natura col suo monopattino, sia quando curiosa fra gli strani aggeggi tecnologici della loro casetta. Vivono tutti insieme a Noo-Noo, un simpatico aspirapolvere che raccoglie le briciole di toast lasciate in terra dai quattro amici. Qualche volta è un po’ pedante, ma i Teletubbies sanno allegramente tenergli testa. Il magico mondo di Teletubbyland Tinky Winky, Dipsy, Laa-Laa, Po e l’aspirapolvere vivono su una verde collina, in una casetta avveniristica e piena di luminose meraviglie tecnologiche. Preferiscono però correre nei prati, sempre accompagnati da un sole benevolo e sorridente, da animaletti divertenti e da suoni e voci dalle rime magiche. Anche gli amici un po’ prepotenti, il Leone e l’Orso, non sono mai una minaccia per i piccoli Teletubbies. La curiosità per gli aspetti della vita e la voglia di comunicare con i nostri bambini li spingono a collegarsi con i loro monitor sul pianeta terra. Ognuno muove i primi piccoli passi nella vita secondo il proprio carattere, ma condivide le sue scoperte e le sue emozioni con gli amici. Vivono insieme tante avventure aiutandosi nei momenti di bisogno, rispettandosi e incoraggiandosi. Le ore serene della giornata sono scandite quindi dal formarsi di una personalità insieme alla capacità di vivere con gli altri, e di capirli; dall’amore per la natura e per gli animali unita alla confidenza con gli strumenti informatici; soprattutto dall’esperienza del gioco che li fa acquisire nuove capacità di giudizio e di comportamento. BAMBINI IN MOVIMENTO La cultura imperante e seducente dei videogame, insieme alla mancanz per il libero gioco, stanno contribuendo a modificare il modo di giocarea di spazi dei bambini, vissuto sempre meno in attività socializzanti e di stimolo al movimen to. La teologa tedesca Dorothee Sölle alla domanda “Come spiegherebbe a un bambino che cos’è la felicità?” rispose: “Non glielo spiegherei. Gli darei un pallone per farlo giocare”. E’ proprio il movimento che ci apre la mente, ci rende curiosi e ci aiuta liberamente un pensiero, costringendoci quasi a guardare il mondo da a esprimere un’altra angolazione. Nella realtà di oggi dove il gioco dei bambini spesso viene relegato nel immobilismo del mondo virtuale, dei giocattoli industriali da “consum seducente are” secondo le loro regole, una palla è uno strumento straordinario per creare nuove movimento, per aiutare a correggere il portamento e sviluppare armonicaforme di mente il corpo. Antonio Maone, medico dello sport, che ha realizzato diversi modelli per le esigenze dei bambini, ci accompagna a conoscere la realtà dei di palla pensati bambini di oggi nel loro rapporto con il movimento e il gioco, fornendoci tante indicazio ni pratiche e suggerendo gli esercizi da fare, illustrati con immagini efficaci. Antonio Maone , BAMBINI IN MOVIMENTO Ed. SONDA 2004 pp. 240 formato 15x21 brossura 14.50 Chi c’è dietro Teletubbyland? Dietro l’apparente semplicità di ogni puntata si cela un lungo e serio lavoro di esperti della BBC, in collaborazione con educatori, genitori e bambini. Teletubbies è un prodotto televisivo concepito e sviluppato attorno ai bambini di età pre-scolare come occasione di divertimento ed apprendimento. Grande attenzione è posta al linguaggio, che deve essere compreso da tutti ed essere in grado di trasmettere al bambino quella fiducia che predispone ad imparare. Anche le storie sono raccontate in modo da generare contestualmente confidenza e stupore, toccando temi in cui il bambino si riconosce; riuscendo a prevedere la fine, i piccoli spettatori sviluppano le capacità critiche e di relazione fra cose e situazioni diverse. Teletubbies è un modo divertente e intelligente di stare davanti alla TV, che per venti minuti si trasforma nella finestra magica delle mille sorprese, delle mille possibilità della fantasia. bazar 10 2004 [email protected] CURLING sport di valerio cammarano 53 Pietre che scivolano su ghiaccio Saper maneggiare la scopa. E’ questa l’abilità strategica per vincere al curling. Roba da casalinghi? Niente affatto! Accanto agli sport minori come il tiro con l’arco o la scherma, esistono anche gli sport minimi. Quelli che vengono praticati da quattro gatti in aree del paese molto circoscritte e, quando va bene, sono circondati da scetticismo, mentre quando va male – cioè quasi sempre – sono oggetto di derisione. Tra questi c’è sicuramente il curling. Come tutte le discipline, merita rispetto, se non altro perché chi lo pratica ci mette impegno e passione. Oltretutto, si tratta di uno sport antico, che in altre nazioni, come il Canada o la Scozia, vanta milioni di seguaci. E dal 1998 è anche uno sport olimpico. Lo scopo è lo stesso del gioco delle bocce: obiettivo è fare arrivare un oggetto – una pallina per le bocce, un disco di pietra (detto stone) di 20 chili circa per il curling – il più vicino possibile a un punto prestabilito. La particolarità di questa disciplina nata in Scozia circa 500 anni fa è che per aiutare lo scorrimento del disco, i giocatori si impegnano a “spazzolare” il ghiaccio o, meglio, a scaldarlo con uno strumento detto scopa per allungare il tragitto dello stone o migliorarne la traiettoria. Il campo è lungo 45 metri, largo 4,5 e alle due estremità ha disegnati quattro cerchi concentrici che segnano il punto di arrivo del disco e sono detti house (casa). Detto così può sembrare una cosa elementare. Ma non lo è affatto. Non solo perché calcolare la traiettoria e la potenza del lancio non è facile, ma anche perché gli avversari possono a loro volta usare la scopa per far scivolare lo stone avversario oltre il campo da gioco. In Italia non è facilissimo trovare luoghi dove praticare questa curiosa, divertente e poco costosa disciplina. La maggior parte degli impianti, com’è ovvio, si trovano a nord. Le culle del curling sono il Veneto – in particolare Cortina d’Ampezzo – e il Trentino (Valle di Cembra e Altopiano di Pinè). Uno dei posti più belli dove dedicarsi al curling è sicuramente il Lago Santo, in Emilia, quando la superficie è ghiacciata. Il curling, che, come detto, è disciplina olimpica dal 1998, è uno sport che fa parte della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio, sul sito della quale (www.fisg.it) è possibile trovare l’elenco delle società presso le quali praticarlo. Evento BAZAR del mese: mondiali di ciclismo Verona capitale mondiale del ciclismo Ottobre è un mese caldissimo per lo sport italiano. Sono appena partiti o sono in partenza i campionati della maggior parte delle discipline, dal calcio al basket alla pallavolo all’hockey e via elencando. E proprio quando gli altri cominciano a giocare, i ciclisti si concedono un lungo (e meritato) riposo. A questo punto qualcuno potrebbe (giustamente) chiedersi perché ne parliamo. Il motivo è presto detto: prima del letargo invernale, i faticatori del pedale si concederanno ai tifosi in quello che è uno degli appuntamenti clou della stagione, vale a dire i Campionati del Mondo. Che quest’anno si svolgono a Verona tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Occasione d’oro per vedere all’opera i migliori ciclisti e le migliori cicliste del mondo (senior e junior) sugli splendidi percorsi disegnati per le prove su strada e per quelle a cronometro. Soprattutto queste ultime potranno contare sul ricco scenario del Lago di Garda, con la cittadina di Bardolino a fare da punto di partenza e arrivo. Per questo appuntamento, Verona e dintorni hanno deciso di fare le cose in grande. Dal 1° al 3 ottobre per le vie del centro sono previste sfilate ed esibizioni storiche, il 2 ottobre è in programma uno spettacolo di piazza con accesso libero, mentre domenica 3 ottobre una festa con tanto di concerto jazz chiude i Mondiali. VERONA-BARDOLINO MONDIALI DI CICLISMO PROGRAMMA GARE Lunedì 27 settembre Cronometro Junior Donne Cronometro U23 Uomini Martedì 28 settembre Cronometro Junior Uomini Cronometro Elite Donne Mercoledì 29 settembre Cronometro Elite Uomini Venerdì 1 ottobre Junior Donne U23 Uomini Sabato 2 ottobre Junior Uomini Elite Donne Domenica 3 ottobre Elite Uomini Quando il gioco si fa serio A proposito di sport minori o minimi, un’altra disciplina che prima delle ultime Olimpiadi molti consideravano alla stregua di un passatempo per originali, la ginnastica ritmica, ha conquistato centinaia di migliaia di fan. Che forse, da Atene a Pechino, ne dimenticheranno presto anche l’esistenza. Ma che, se ne sentiranno parlare, penseranno con rispetto e ammirazione ai quattro scriccioli – Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Fabrizia D’Ottavio, Daniela Masseroni – che sulle pedane greche hanno dato dimostrazione pratica della verità dell’assunto secondo cui non c’è niente di più serio del gioco. Le quattro ragazze d’argento della ritmica azzurra – e le altre anonime che a questa disciplina si dedicano – giocano con palle, bastoni, corde, cerchi e nastri. Il che, come dicevamo, può sembrare un puerile passatempo per originali. Mentre in realtà è una delle attività sportive più difficili da praticare. Lanciare un cerchio in aria e riprenderlo al volo con un piede dopo avere fatto un paio di capriole, il tutto a ritmo di musica, può sembrare assurdo (anche se, quanto a utilità, non c’è molta differenza con il prendere a racchettate un pallina su un campo da tennis o dare calci a un pallone in uno stadio), ma richiede una coordinazione mostruosa, una visione laterale degna di un’aquila, un senso delle misure e delle distanze impressionante. Se vedendo le imprese di Santoni e compagne ad Atene le vostre figlie (o voi stesse) vi siete innamorate di questa disciplina che, a livello agonistico, è rigorosamente preclusa agli uomini, sappiate che queste doti si acquisiscono solo con ore e ore e ore di allenamenti massacranti. Se tra le vostre qualità non ci sono la disciplina, il senso del gruppo, la determinazione, lo spirito di sacrificio, non tentate nemmeno. Anche e soprattutto perché le soddisfazioni che questo sport può dare a livello puramente amatoriale sono pochissime. È uno di quei casi in cui un divertimento (minimo) arriva solo dopo anni di apprendistato e fatica. In Italia ci sono parecchie palestre nelle quali è possibile praticare questa spettacolare disciplina. L’elenco completo lo trovate sul sito della Federazione Ginnastica d’Italia (FGI) all’indirizzo www.federginnastica.it. GINNASTICA RITMICA 54 di angelita peyretti sciocchina bazar 10 2004 [email protected] “i vicini” disegno di marco begani Domanda di lavoro Carta e penna, ora scrivo il mio curriculum vitae e glielo mando. Pare facile… Egregio Signor Parlodoppio, uhm, troppo antiquato, oggi si punta a essere diretti, informali, casual! Caro Enzo, come va vecchio sporcaccione? No, poi pensa che voglia ricattarlo… Beh, lasciamolo provvisoriamente, adesso andiamo al sodo… uh, perfetto! Andiamo al sodo… mah, forse così è un po’ troppo casual. Dunque, ora mi devo presentare, bene: molto piacere, io sono sciocchina… no, e come può saperlo, è gente che non legge! E come si fa in questi casi? Cioè io so chi è lui, ma lui che ne sa di chi sono io? Forse dovrei metterla qui la firma… No, prima gli giro intorno e poi gli sparo là il nome. Dunque: laureata… Uff, manca il soggetto… Come faccio a dirgli chi sono senza dirgli chi sono? Io, laureata… laureata-mi in biologia marina con una tesi sulla s.s.d.d. (sindrome schizofrenica dei delfini da acqua park), toh, ciapa lì, non so se mi spiego… Poveraccio, mi sa che questo se la beve… uhm, che esista davvero una s.s.d.d.? No, impossibile, lo rassicurerò in qualche modo, glielo metto tra parentesi (non si allarmi per i poveri delfini, si è trovata la cura con certe alghe…) E questo è chiarito, andiamo avanti, Le chiedo, no, meglio domandare, le domando… e che gli domando adesso? Le domando scusa. Scusa?! Penserà che gli abbia fatto qualcosa! Più rapido, incisivo: mi scuso per il disturbo… un po’ perentorio. Le chiedo umilmente scusa se mi permetto di importunare con le mie inutili parole una persona tanto impegnata quale lei è … un po’ servile? No, andrà benissimo, è gente a cui piace vedere tutte le elle maiuscole, Lei, inviarLe, disturbarLa… Adesso è il momento di parlare di lavoro: Oso rivolgermi direttamente a lei perché la cugina Sandra conosce uno che le porta quasi sempre il pranzo, e insieme al pranzo (anch’io adoro le acciughe, specie se già spinate) domani le recapiterà questa mia. Andrà bene questo riferimento? Ma sì, così vede che ho tante conoscenze. Al massimo tolgo l’ammiccamento alle acciughe, anche se certe pennellate alle volte sono decisive. Avanti, non sono ancora arrivata al punto, come faccio adesso? Mi sembra sfacciato… mettiamoci un ebbene: ebbene, rompo gli indugi… bello! Le scrivo per proporle la mia disponibilità… no, sembra che glielo faccia cadere dall’alto, volevo sottoporle la mia disponibilità… uhm, mi pare che strida un po’, sottoporle la mia… la mia persona! Ecco sì, la mia persona (mi calpesti pure, non sentirò nulla), perché sono convinta che ciò che fate lì… là… ciò che fate ivi. Uff, calma, sembra facile ma è un lavoraccio, bisogna che costruisca un raffinatissimo reticolo di messaggi subliminali per farlo cadere in trappola. Riprendiamo: Mi spinge, anzi, Mi sottende, wow, la convinzione, di più, la persuasione, non basta, una vera e propria fede nel fatto che le vostre attività… ma che fanno questi? Uhm, vediamo un po’ le pagine gialle, com’è che si chiamano questi? Ah sì, Spectre, già sentiti da qualche parte… qui dice “Contattaci, per il tuo benessere”, capirai… “I problemi più delicati con la massima discrezione”, mah, faranno creme antiemorroidali. Beh, che gentili, prima ti inchiappettano e poi ti curano, anche questa non mi è nuova… Riprendiamo: ritengo che le vostre svariate e benefiche attività coincidano proprio con le caratteristiche… anzi, con le qualità della mia formazione e della mia personalità… troppo freddo, ci vuole più trasporto, e della mia dinamica, multisfaccettata e mutevole personalità…d’altronde se si occupano di culi, una certa flessibilità è d’obbligo… della mia melliflua personalità. Allego il mio curriculum vitae, meglio la sola sigla, dà un effetto dimestichezza, il mio V.C., perché lo esamini e ci trovi qualche ragione per darmi un qualsiasi lavoro… no, non deve vedere che sono disposta a tutto, o finirà che mi sfrutteranno! Se vuole può anche sputarci sopra tanto non è che ci tenga…Ma che mi prende? Allora, rivediamo: Allego il mio…tho, ma cos’ho scritto? V.C.! ma tu guarda la sciocchina che sono, il mio WC, tanto sempre vicino al culo si trova, perché lo esamini a fondo in cerca di elementi di affinità con le vostre salutari e filantropiche attività. Benissimo, ora ci vuole una chiosa efficace, e se ci riesco fra le righe ci infilo un ultimo accorato appello: La saluto, no, troppo confidenziale, qui ci vuole un dignitoso distacco, Addio… un po’ tragico. Le porgo i miei più cari e sentiti saluti, manifestandole un tenero affetto che sento già crescere in petto, e la prego, la imploro, Gentile Signore, Sua Santità, (c’è chi ha osato un Sire) di mettersi una mano sul cuore, se ne ha uno, c’ho tre gatte di ventidue chili l’una da sfamare, faccia qualcosa prima che mi divorino, se vuole mi sputi, tanto gliel’ho già detto, io non me la prendo, e poi io anche se le emorroidi non le ho mai avute personalmente, io in quanto giovane laureata di culi da riparare me ne intendo un pochetto, e comunque di questi tempi da quelle parti son dolori per tutti, creda. Mi inginocchio, con rispettosa subordinazione, baciamo le mani. Sciocchina. [email protected] bazar 10 2004 corsi di valeria cecilia 55 Sushi! Mica solo pesce… Sui banchi a scoprire che il sushi è anche di carne, che truccarsi può essere un’arte, che l’equilibrio s’impara studiando acrobaz ia, che il futu ro è nello sviluppo sostenibile. Ogni corso è una scoperta. Il manager di programmi comunitari e globali Fino al 15 ottobre ci si può iscrivere alla nuova edizione del GMP, Corso postlaurea di formazione avanzato in Europrogettazione, organizzato Centro Interuniversitario di Ricerca Per lo Sviluppo sostenibile, dell’Università La Sapienza di Roma. Il Corso intensivo di dieci giornate è riservato a 35 partecipanti e si rivolge a chi è interessato ad approfondire le tematiche dei programmi comunitari e delle forme di finanziamento a gestione diretta promosse dalla Commissione Europea, in particolare i programmi per le relazioni esterne con i paesi terzi. Costo iscrizione: Euro 2.000. Le date: 19 – 23 ottobre (I° modulo - Progettazione) e 9 – 13 novembre 2004 (II° modulo – Gestione) Info: www.cirps-continuum.it - cecilia.chiape [email protected] CIRPS, tel. 067092079 A scuola di trucco: per bellezza, salute o arte Chi non vorrebbe conoscere i trucchi di un bravo visagis ta per migliorare la propria pelle, intensificare lo sguard sorriso… Alcuni primi trucchi per l’auto maquillage o e far brillare il on line, sul sito www.esteticamente.it/html/viso_ si possono trovare c’è a disposizione di tutti i lettori una piccola guida e_corpo.html, dove al trucco. Altrimenti si può andare alla Making Beauty Academy di Milano che organizza ogni anno corsi di trucco per tutti i gusti, dal sempl trucco correttivo, fotografico o artistico. I corsi hannoice maquillage, al durata annuale e semestrale e poi ci sono quelli brevi. Nel mese di ottobre inizia il corso annuale di trucco (frequenza tutti i giorni dalle 9 alle rateizzabile, che comprendono tassa d’iscrizione, 13, costo 3590, tassa d’esame, dispense, testi e rilascio di attestato (è escluso il materiale trucco) e poi partono le lezioni di maquillage e abbellimento per principianti (costo totale 790 euro). Per informazioni www.mbacademy.it. Tel 028698 4516 Stage di acrobatica per attori e artisti di strada Stage intensivo di acrobatica e training fisico celebre Nicole Kehrberger, performer, acrobata condotto dalla e danzatrice che vanta collaborazioni con Le Theatre Du Soleil, Anton io Latella, e che ha insegnato presso molte scuole di circo interna zionali. Lo stage verte su esercizi di improvvisazione teatral acrobatica, sospensioni, lavoro con le funi e le tele, e, tecniche di musica. Il lavoro di Nicole Kehrberger si articola su training con la ballo energetico, teatro e danza, ricerca dell’eq livelli differenti, uilibrio precario. Dal 4 al 29 ottobre 2004, 5 volte a settimana, 4 ore Il corso è destinato ad attori, professionisti e al giorno. non, acrobati e artisti di strada. Le lezioni si tengono presso il Circolo Via casilina vecchia 42 (Piazza Lodi - S.Giovanni) degli Artisti, Roma. Tel. 0661662490 – 3332584332. [email protected] Corso di cucina giapponese e sushi A Firenze l’associazione culturale giapponese Lailac (termine che sta ad indicare un fiore ma che se trascritto in ideogrammi kaji significa “gente che viene a divertirsi”) organizza un corso di cucina e lezioni di sushi. L’insegnante, rigorosamente giapponese, è Hiromy Sasaski. I due corsi spiegano la preparazione di pietanze tipiche nipponiche semplici e fatte di ingredienti naturali. Si inizia con un piatto caratteristico come la “Zuppa di miso”, a base di fagioli di soia, che si può arricchire con il tofu (formaggio di soia) o con le alghe, e che in genere è il piatto di accompagno del riso e delle verdure. In aula si prepara poi lo “Yaki tori”, spiedini di pollo con salsa di soia cotti alla griglia. Ma le maggiori sorprese arrivano durante le lezioni di sushi, che, ci spiega Errie, una delle responsabili dell’associazione, tutti credono essere una pietanza a base solo di pesce crudo. Il termine sushi in realtà indica il “riso condito con aceto”, che poi si unisce ad altri ingredienti per fare delle pietanze complesse. Si usa spesso con i filetti di pesce crudo (ed ecco il sushi di pesce) ma anche con la carne fatta a involtini o con le verdure. Il corso di cucina generico si svolge in 5 incontri, ogni giovedì dal 21 ottobre 2004 al 17 febbraio 2005, costo totale 89 euro. Il corso di sushi prevede invece tre lezioni: 13, 27 ottobre e 10 novembre e costa 120 euro.Per informazioni www.lailac.it/corsi-sapori.html, tel 055702870 fenomeni bazar 10 2004 Si lotta ballando 56 di GIULIANO CANGIANO [email protected] E si grida no alla guerra, ma con arte. Ecco cosa accade nei centri sociali d’Italia. Tra vino, musica, dibattiti, feste e cortei. non lascia spazio, se non Vacanze terminate, gitani dell’ultimo momento rientrati in ufficio pronti ad un altro tour de force lavorativo che allora? Che fare? Beh, ad fino E bianca… settimana prossima alla fino almeno pause-relax altre ad porta, fuori scappatelle per fugaci siete nel posto giusto per trovare valide alternative a picnic plurifamiliari o a bigami lumi di candela clandestini... la bella stagione è di nuovo Iniziamo subito con una reprise per palati stanchi di tracannare litri di birra gelata o beveroni anti-afa: passata la prima edizione impegnati socialmente flûte e calici in offre la ce l’occasione e terra nostra della fermenti genuini i tempo di assaporare e vini in mostra, vignaioli contadina, agricoltura e planetarie “sensibilità tratta: si cosa di Ecco WINE. CRITICAL / libertà e terra romana di del francese Foire Sull’impronta altro”. molto e poesia musiche, convegni, produttori, i con incontri assaggi, vitivinicole, aziende stands di un nuovo rapporto des Particuliers, comincia a prendere piede in Italia questo sensibile evento auto-gestito con lo scopo di proporre estimatori la qualità agli conoscere far di possibilità la note meno e più vinicole case a l’altro tra offrendo nsumatore, produttore-co in esame sbarca dei propri prodotti, e inoltre di dibattere temi inerenti terra e ambiente, equità e sostenibilità del consumo. L’edizione locali del Forte storici negli Roma a approdare poi per Cannaregio) 1105/a bandita zona sociale (Centro ottobre 2 sabato a Venezia che, per l’accessibile dazio vetro di calice un di dotato venga all’entrata visitatore ogni che previsto E’ Ottobre. 24 e 23 22, il Prenestino di 5 euro potrà riempire a piacimento durante tutta la manifestazione per degustare ottimi vini di tutta Italia. Forte Prenestino, via Federico Delpino 189 zona Centocelle - ROMA Collettivo Informale Terra e libertà /Criticalwine www.criticalwine.org Link: C.S.O.A. Forte Prenestino www.forteprenestino.net approfittare di Chi invece non può aspettare fino alla terza decade per dare spazio alla propria voglia di centro sociale può benissimo si fa portavoce di noi Acrobax Autogestito Occupato Laboratorio Il . metropolitano precariato del festival il 2.0, EMPO INCONTROT ipotesi da agenzie per lavoratori del terzo millennio, dipendenti solo da occupazioncine sottopagate e pure in nero o nella migliore delle coscienza dei prendere per quant’altro e musica ione, autorganizzaz dibattiti, incontri, di quattroggiorni una offre ci e il lavoro interinale, bel paese le lotte del impegnato popolo il Ormai conquiste. e drammi disagi, lotte, esperienze, confrontare per e cambiano tempi che egida dell’imbandanato le fa ballando, che la terra scotta sotto i piedi e abiurando la voglia che verrebbe di farsi, da soli, sotto la fulgidaleggete) al 2 ottobre (per mentre passato (già settembre 30 dal incontra si volta questa e cammino, segnato lui da il premiér seguendo fortuna siete ancora in tempo) per cospirare di giustezza. LOA Acrobax, in Via della vasca navale, 6 - ROMA www.acrobax.org Link: e degli artisti contro Si sta preparando inoltre, sempre su territorio romano, (monogeografica questa uscita!!) una giornata internazional un corale diniego artisti in unirsi e raccogliersi vedrà mese questo di 23 Il scorso. giugno 30 del riuscita ben quella di scia sulla la guerra, adesioni all’indirizzo artistico di provenienza internazionale. Aggiornamenti continui su www.bloggersperlapace.org e ricezione proposte e bero.it. ntroguerre@li zione tragicamente Giorno 18 festeggerebbe trent’anni il Leoncavallo di Milano se non fosse che, per l’ennesima volta, un’amministra Watteau, che dal via di industriale ex quella un’area, di destino sul sindacare di e grossa voce la fare di deciso ha priva di lungimiranza distinto. Si decide in sempre è si milanese Sociale Centro il cui per attività e numerosissim le ospitare di modo avuto ha 94 settembre Ma la festa intanto ci sarà, queste settimane sullo sgombero, sarebbe un peccato ripristinare lo status quo di dismissione e abbandono. importante. traguardo un sono anni perché i 30 Centro Sociale Leoncavallo, via Watteau 7. [email protected] bazar 10 2004 net di valeria cecilia 57 Babelteka.org, liberi di sapere E’ nato il primo nodo italiano di scambio gratuit o di opere. E’ basato sul free software e ha l’ambizione di cre are mol to “traffico di libri” lungo tutto il territorio nazionale. «Fin dal periodo di Reagan, la maggiore scarsi non riguarda l’innovazione tecnica, ma piuttosto tà degli Stati Uniti insieme per il bene pubblico. Non ha alcun senso la volontà di lavorare spese della seconda», Richard Stallman, ideato incoraggiare la prima a Si apre con questa frase la porta (home page)re del free software. della prima “biblioteca pubblica distribuita”, un sistema di prestito gratui to di libri, dischi, film. Una libreria dove possono trovar posto tante raccolte domestiche lasciate piene di polvere, vecchie collezioni lettera rie del nonno, libri che abbiamo comprato ma che non amiamo o libri che invece amiamo a tal punto da voleri far leggere a tutto il mondo ci hanno deluso, doppie copie di cd ricevuti in . E ancora dischi che regalo, vecchi moovie: insomma su babelteka.org si può mettere, e trovar e, di tutto. L’uso della banca dati è semplice, ci si iscrive, segna e si depositano, (o si chiedono), le opere. Tutto ndo il proprio indirizzo, gratuitamente. L’unico serio accorgimento da mantenere durante l’uso di babelteka è il rispetto per gli altri. L’idea di questa biblioteca pubblica on line nasce persone: “traduttori, programmatori, progettisti,ad opera di una rete di la propria competenza ha contribuito alla messa sociologi, ognuno con racconta Rattus, uno dei responsabili del progeton line di babelteka”, to, che ha prestato le sue doppie competenze sociologiche e inform è nata da delle libere chiacchierate su temi quali atiche. “Babelteka telestreet, il free software” dice Rattus. Il codice il bookcrossing, le di programmazione che è stato usato per strutturare il data base infatti è stato preso dal progetto californiano “Distributed Library Project” ( w w w. t h o u g h t c r i m e . o r g / software/dlp/), padre di tutte le biblioteche pubbliche on line. La versione di casa nostra rispetto a quella americana, incentrata su tante piccole comunità locali, vorrebbe che DLP riuscisse ad avere un quadro della distribuzione delle opere sul territorio nazionale. Ciò potrebbe determinare nel corso del tempo il costituirsi di cataloghi capienti da divenire appetibili per bibliofili, studiosi e collezionisti, fino a rendere Babelteka una novità significativa nell’offerta di servizi pubblici di questo genere. “Il nostro scopo dice Rattus, è di creare un servizio di pubblica utilità. Se Babelteka venisse clonata, non ci dispiacerebbe minimamente, anzi c’è da augurarselo”. Manga fai da te Nel bazar di Maria si trova di tutto, basta che sia made in Japan…. Tutte le cose più impensate sui manga sono su http://ilbazar dimari.altervista.org/index.html: istruzioni fai-da-te, storie di censure, sigle, fotomontaggi, racconti e leggende giapponesi, ma anche corsi di cucina orientali, trame, fanfiction, fanart, cosplay, canzoni, videogiochi. Tutto questo e altro su questo sito amatoriale realizzato e gestito per intero da una ragazza di 22 anni appassionata di cartoni animati giapponesi da quando ne aveva 15. Ma il bello di questo sito è che è arricchito con il contributo di tutti gli utenti. Presto ci sarà una nuova sezione dedicata al J rock e J pop, la musica moderna giapponese. Sicilia on line Per conoscere tutti gli eventi, soprattutto quelli alternativi www.siciliantagonista.org è il nuovo contenitore promozionale di eventi, manifestazioni, festival, concerti e tutto ciò che riguarda la Sicilia. Siciliantagonista.org ha l’ambizione di creare una fitta rete di contatti e di appuntamenti siciliani “alternativi” per fare in modo che siano visibili e consultabili in modo veloce, attraverso un semplice click. Scrivi anche tu, senza censura Censurati.It è un sito interattivo che dà voce alle notizie di solito non divulgate. Puoi scrivere anche tu…. www.censurati.it è un sito di rivendicazione sul diritto d’opinione. Un portale che offre un servizio completo di informazione interattiva che tratta temi di attualità, politica, cinema, hackeraggio, mobbing, libri, con un approccio che vuole smascherare le bugie. Si legge sul manifesto del sito: “Censurati.it è nato per farti sapere quello che non ti vogliono dire. Per evitare quindi il piattume in cui rischi di cadere, collabora anche tu, se senti di poter esprimere verità scomode. Nessuno ti metterà un bavaglio!” 58 di guido dolara noi bazar 10 2004 [email protected] Riga, stella del Nord La capitale della Lettonia è una delle metropoli dell’Unione europea più lontane e più povere. Più vicina a Mosca che a Bruxelles, è tutta proiettata verso l’Europa, e guarda con diffidenza alla Russia ex colonizzatrice. Il legame più stretto è con la Scandinavia, da cui la separa solo un breve tratto di mare. Città dell’est col cuore ad ovest. Situata a pochi chilometri dal confine tra Ue e Russia, Riga è geografic storicamente più vicina a Mosca che a Bruxelles e alle capitali dell’Euroamente e Il suo futuro è però assolutamente proteso verso l’occidente e verso pa occidentale. l’Europa. Grazie a questo entusiasmo la città sta vivendo una rinascita e un boom culturale ed economico, proponendosi come una delle metropoli più promettenti della nuova Europa e come nuova capitale del Mar Baltico. Il suo fascino e la sua attrazione nascono soprattutto dalla posizion e geografica e geopolitica, crocevia di culture. Riga è prima di tutto una capitale dell’Euro affacciata sul Mar Baltico e da sempre centro di scambi tra Scandina pa del nord, via e mondo slavo. Un breve tratto di mare di circa 400 kilometri separa Riga da Stoccolm a. Fino al 1991 i due paesi erano divisi dalla cortina di ferro. Oggi gli scandinavi consider ano Riga e i paesi baltici il ”cortile di casa propria”. Gli investimenti dai paesi nordici sono visibili ovunque: il panorama di Riga è dominato dall’elegante grande magazzino finlandese Stockmann e dall’albergo giovani comprano vestiti dal negozio norvegese Dressman. La linea norvegese Reval. I aerea nazionale, Air Baltic, è di proprietà delle linee aeree scandinave SAS, mentre la principal telecomunicazioni, Lattelekom, ha come principale investitore straniero e impresa di il colosso svedesefinlandese TeliaSonera. Riga è anche indubbiamente una capitale centro-europea, come Praga somiglia soprattutto dal punto di vista architettonico. Come la Cecoslov o Varsavia, a cui acchia e la Polonia, la Lettonia ha vissuto un periodo di indipendenza e prosperità nel periodo tra le due guerre mondiali e di quel periodo rimane soprattutto l’architettura, bellissim i edifici residenziali in stile Jungendstil (Liberty o stile floreale in italiano). Inoltre, come Praga sta vivendo una rinascita grazie alla fine della dominazione sovietica e Varsavia la città . C’è da dire che con il nome di (come si scrive in caratteri cirillici) importante nel panorama culturale russo, visto che oltre il 40% dei suoila città è un centro abitanti sono di madrelingua russa. Le relazioni tra lettoni e russi sono spesso tese e i due gruppi nazionali vivono vite separate. L’influenza russa è vista con sospetto, anche se i rapporti commerciali con la Russia sono necessari e la musica e la televisione russe continua no a essere omnipresenti. In futuro, la familarità con la Russia potrà diventare un vantaggio per Riga, possibile punto di incontro tra l’Europa e il suo più grande vicino dell’Est. continuano a essere visti come un problema piuttosto che una opportun Per adesso i russi Al centro di questo crocevia di culture, i Lettoni sono un piccolo popolo ità. mezzo di persone, nemmeno il 60% della popolazione del loro stato, circa 1 milione e per il resto composto prevalentemente da russi. Raramente indipendenti durante la loro storia, i lettoni sono un popolo orgoglioso della propria lingua e della propria individualità e sono la vera anima di questa capitale baltica. Per visitarla L’ industria del turismo sta diventando importante per la città di Riga. principale è che la città è indubbiamente bella, grazie al fiume, ai pontiLa sua forza restaurata e quasi intonsa dalla guerre. Riga è una meta di gite di fine all’architettura la regione circostante, a cominciare da lituani ed estoni che la visitanosettimana da tutta per fare spese, da russi che vengono a trovare parenti fino a scandinavi che cercano turismo culturale, per non parlare di alcol e sigarette a basso prezzo. Anche il turismo dal sempre più visibile e la città offre una buona infrastruttura di alberghi,resto d’Europa si fa e locali notturni. La lingua inglese è usata piuttosto comunemente daiostelli, ristoranti, caffè giovani al di sotto dei 30 anni. Altrimenti, russo o lettone sono le uniche possibilità per comunic Esiste però anche il fenomeno del turismo sessuale, attratto dai numeros are. i locali a luci rosse, controllati dalla mafia locale. Il mondo della prostituzione in Lettonia è violento, pericoloso e poco regolamentato. La maggior parte delle ragazze che condizione di semi schiavitù, fatto ignorato dai gruppi di turisti occidentci lavorano sono in ali tutti al maschile che frequentano i bordelli. Il modo migliore per ottenere informazioni specifiche su Riga è utilizzare in your pocket”, bimestrale che si trova nella maggior parte dei giornalai la guida ”Riga gratuitamente online su www.inyourpocket.com. Altrimenti, i due classici, o consultare del turismo giovanile, Lonely Planet e Rough Guide, hanno sezioni su Riga nelle loro guide dei paesi baltici. Per arrivare a Riga utilizzando opzioni Low Cost si può utilizzare Ryanair (www.ryanair.com), che va a Riga da Londra, Francoforte e Tampere Altrimenti, Air Baltic (www.airbaltic.com) vola a Riga a basso prezzo in Finlandia. paesi europei compresa Milano. Per chi preferisce arrivare via mare,dalla maggior parte dei la rotta più comune è Stoccolma-Riga. COME ARRIVARE [email protected] Facile schierarsi contro McDonald’s e Coca-Cola, simboli di una cultura americana che non piace alle sinistre nel mondo. Bisogna distinguere. Tanto per cominciare, sul piano del gusto: la Pepsi-Cperò con i suoi aromi di agrumi, è più buona della Coca-Cola, che ha ola, forte componente di cannella. E ancora: una bistecca alla fiorentinuna aè più buona di un hamburger, ma, forse, un hamburger con le patatine fritte McDonald’s è più buono di una minestra in scatola Campb Il terreno di discussione, è chiaro, non è questo. Le proteste controell’s. McDonald’s e Coca-Cola (contro la Coca-Cola protestava sul suo quotidiano anche il PCI negli anni ’50) nascono dall’accusa di considerarle responsabili di arroganti operazioni commerciali e industriali, che hanno come risultato perdite di identità culturali locali. In poche parole, le considerano agenti della globalizzazione. E gli americani? Al di là dei gruppetti radicali europeizzanti antiglobalizzazione, che atteggiamento tiene il pubblico americano verso due dei simboli più vistosi del suo modo di vita? In primo luogo, mangia da McDonald’s e beve Coca-Cola magari senza entusias ma con la stessa naturalezza con cui noi andiamo in pizzeria. E, mo, bisogna aggiungere, raggiungendo cifre di consumo spaventose (nel mondo, circa 47 milioni di persone al giorno mangiano McDonald’s). C’erano , una volta, delle differenze fra Burger King, che cuoce sulla griglia, McDonald’s, che cuoce sulla piastra. Ma alla fine, è il fast food il e punto, non i singoli ristoranti. E le catene (le numerosissime catene) di fast food sono ormai una parte del panorama culturale americano. Certo anche in questi angolini simbolici si svolge una parte della costruzi dell’identità e dobbiamo riflettere sul fatto che, quando la Francia one criticato la politica americana e si è ripetuto un capitolo del tradizioha rapporto di amore-odio tra americani e francesi, gli americani più nale americani hanno proposto di chiamare le patatine fritte Liberty fries invece che French fries. In America, dove la Coca-Cola ha aperto ad Atlanta una specie di museo con visita guidata alla fabbrica (simile, del resto, a quello della Guinness a Dublino), i consumi di soft drinks nei fast food non sembrano in pericolo. Ci sono, tuttavia, una serie di segnali su cui vale la pena discutere. Contro la Coca-Cola, sono sempre più vivaci le proteste a proposito della sua politica industriale. Atteggiamenti antisindacali, discriminazioni, scarso interesse per le risorse naturali, inquinamento prodotto dai suoi impianti di imbottigliamento dall’India alla Colomb ia, dall’Africa alla vecchia Europa sono tra le principali critiche che vengono mosse. Le bevande in sé non sembrano in discussione. Inle questo senso, la Coca-Cola è equiparata a qualunque altro gigante industriale che gode di una posizione di semimonopolio. I suoi critici costituiscono uno schieramento più ampio dei soli no-global: di esso fanno parte anche sindacalisti, movimenti per i diritti civili, ambien Per McDonald’s, la cosa è più complessa perché alle polemiche talisti. del genere precedente, se ne aggiungono altre due: una è la contrapposizione culturale e il revival – anche nel fast food – di cucine etniche. L’altra, più seria, si accompagna alla convinzione che McDonald’s sia responsabile (sia fra i responsabili) di una delle malattie sociali più serie d’America, l’obesità. Sono in corso una serie di cause legali contro McDonald’s intentate da bambini obesi e dai loro genitori obesi che si basano sul fatto che il cibo offerto dal gigante del fast food è un cibo ipercalorico, grasso, che trasuda colesterolo e che nei ristoran McDonald’s non solo non si suggerisce nessuna cautela alimentare, ti ma si incoraggia il consumo. Ora, anche qui c’è da distinguere: da parte c’è la lobby degli avvocati, alla ricerca di azioni legali collettiv una contro grandi compagnie (come contro le compagnie del tabacco) e che possano produrre sentenze lucrose. E di questo, riparleremo. Dall’altra, c’è il problema generale del junk food (del cibo spazzat caramelline, merendine, gelatoni, sciroppi, grassi e farinacei offerti ura): porzioni gigantesche che non si risolve facendo la guerra a McDonin ald’s. E’ un problema di cultura alimentare, e ci vorranno decenni per trovare una soluzione. Junk Food bazar 10 2004 loro di franco andreucci 59 Ketchup, hamburger, patatine fritte, maionese, senape a volontà e tanta Coca Cola. Da una parte. Dall’altra ambientalisti, sindacalisti, obesi furibondi e avvocati a caccia di cause lucrose. Fotografia di Karen Summer 60 di cristiana scoppa migrazioni bazar 10 2004 [email protected] Notizie/non notizie dal Medio Oriente Esteri. Kuwait: nuovi progetti per lo sviluppo e diritti politici anche alle donne o (DWpress) – Kuwait City – Il primo ministro kuwaitian Sheikh Sabah al-Ahmad Al Sabah ha reso note le intenzioni del governo di cercare, ora che il Paese è libero da minacce altrui, una partenza per il risveglio e lo sviluppo economico sulle basi di alcuni progetti organizzati. Oltre la costruzione di un porto commerciale e la ristrutturazione di quelli già esistenti, Al Sabah ha chiesto l’aiuto di alcune società di Singapore anche per edificare un aeroporto che possa contenere almeno 20 milioni di passeggeri l’anno. Ma la notizia più “calda” è l’intenzion e del governo di stanziare nuove leggi per dare finalmente a tutte le donne diritti politici finora inesistenti. Numero 167/168 del 24/25 settembre 2004 C’è una piccola agenzia stampa – DW Press – che da una decina d’anni trasforma in “lanci” e “notizie” imprese, problemi, successi, eventi che vedono le donne protagoniste. Uno sguardo diverso su quel mondo islamico di cui tanto si sente parlare in questi giorni, ma di regola in modo superficiale. E’ possibile, una volta tanto, entrare in profondità in quel mondo parlando di cose che quasi mai trovano spazio sulle pagine dei giornali? Bazar ci ha provato Esteri/1. Iran: giro di vite sui diritti delle donne del Festival di Teatro (DWpress) - Teheran - Il direttore di Teheran in una nota stampa diffusa ieri ha invitato le attrici e le compagnie teatrali a rispettare il codice di abbigliamento e di comportamento islamico. “Le attrici che si presenteranno in scena o in qualsiasi altro momento del Festival teatrale con abiti aderenti, senza il tradizionale hijab, o con un trucco pesante, non potranno essere premiate”. La direzione del festival ha anche vietato incontri diretti tra uomini e donne fuori dal palcoscenico, aggiungendo che nel caso di eventuali insubordinazioni la cerimonia finale della premiazione sarà sospesa. Ricordiamo che risale a quindici giorni fa l’arresto del direttore della Casa del Cinema di Teheran, perchè durante una festa, alcuni dei partecipanti non avevano rispettato il codice islamico d’abbigliamento e si erano viste donne stringere la mano agli uomini. Numero 172 del 30 settembre 2004 Esteri/1. India: una moschea per sole donne (DWpress) – Tamil Nadu - Un gruppo di donne musulmane (Wlulm) della città indiana ha deciso di costruire la propria moschea. La decisione di questo consiglio cittadino di donne (una jamat al femminile) sarebbe dovuta alla mancanza di rappresentazione nella comunità. Secondo la Commissione degli Affari Pubblici, tutta maschile, le donne hanno il diritto di pregare nelle moschee, ma in posti separati. Non è concepibile una moschea di donne. I jamats, connessi alla moschea, giudicano i casi delle famiglie della comunità, inclusa la violenza domestica. A eccezione del caso del jamat femminile non è permesso alle donne esserne membri o presentare i loro casi. Numero 171 del 29 settembre 2004 DWpress, tel.: 0667605796 tel-fax: 0667605049. [email protected] - www.mclink.it/n/dwpress PER SAPERNE DI + Esteri/2. USA - Giornalista turca liberata racconta la sua prigionia in carcere (DWpress) - New York – Una giornalista turca, liberata dopo diversi giorni di prigionia in carcere, ha pubblicato un duro e toccante resoconto di questa sua terribile esperienza. “I primi carcerieri – racconta - sono stati i meno feroci. Si erano presentati come membri di Ansar al-Islam, il gruppo fondamentalista che sotto Saddam Hussein era riuscito a stabilire un’enclave in zona curda e che per gli Stati Uniti è collegato ad Al Qaeda. Anche se parlavano turco, sostenevano di essere arabi sunniti e non turcomanni sciiti. Io, avevo dalla mia sia il fatto di essere musulmana sia di poter parlare con alcuni dei carcerieri nella nostra lingua comune, il turco, anche se per i sequestratori ero una donna troppo indipendente. Fin dal primo momento mi hanno obbligato a indossare una lunga tunica e il velo, non volevano vedermi in maglietta e pantaloni. Una volta accertato che io e gli altri ostaggi eravamo giornalisti, l’emiro aveva deciso di liberarci, ma quella notte stessa morì sotto un bombardamento americano. Fummo allora ceduti ad altri gruppi e l’ultimo, in particolare, fu il più violento. Amavano torturarci senza motivo. Spesso si mettevano le dita davanti alla gola per farci segno che saremmo stati sgozzati. Una volta mi hanno messo una kefiah bianca e rossa attorno alla testa legata così stretta da farmi temere di diventare cieca. Poi cominciarono a picchiarmi con una cintura piena di chiodi. ‘Il tuo amico ha confessato tutto, sei pronta a confessare anche tu?’, urlavano i carcerieri. A un certo punto, mentre ero sdraiata a terra dolorante, qualcuno mi scostò il velo davanti agli occhi e vidi le scarpe e la giacca del mio collega. Nella stanza entròun giovane che mi disse: ‘Il tuo amico è stato ucciso, tu sei libera’. Così, fui prelevata e dopo un po’ di giri in macchina mi lasciarono davanti alla sede del Fronte turcomanno iracheno a Mosul. Numero 169 del 27 settembre 2004 [email protected] bazar 10 2004 Sessualità. Si cresce Il parroco e la trans: chi vuole si faccia avanti! Sandra Alvino, presidente dell’associazion (candidata per Forza Italia nel consiglio e Italiana Transessuali, di quartiere 5 del comune di Firenze per le ultime elezioni amministr ative e non eletta) da poco ha contattato Don Santoro (il prete Piagge di fiorentine). Il parroco non nuov dei poveri delle o all’accoglienza le ha messo a disposizione un ambiente della sua Alvino continui il suo lavoro di sostegno parrocchia affinché La presidente infatti si era ritrovata senzaalle persone transessuali. momento della sua candidatura con Forz “casa” proprio al vista “sfrattare” dalla Casa del Popolo il a Italia in quanto si è dell’associazione. La stessa Alvino inoltr Progresso l’allora sede e, nell’ultimo mese ha chiesto al presidente della Regione Toscana per creare una bozza di vitalizio da prese Martini un colloquio ntare al Ministro per le Pari Opportunità a beneficio delle perso ne transessuali con problemi di salute. Studio lesbo Partendo dal presupposto che è sempre bene migliorare, il centro Ricerche di Neurosci conoscere per enze di Torino sta svolgendo una ricerca sul mondo omosessua collaborazione con il dott. Alessandro Celle le femminile in rino del CNR di Pisa, autore del libro “Eros e Cervello”. Lo scopo è raccogliere informazioni su alcun relativi alla scelta del partner e confrontar i parametri e le risposte secondo l’orientamento sessuale, omosessuale ed etero soggetti disposti a partecipare a tale studi sessuale. Si ricercano o. Le informazioni saranno raccolte e utilizzate Chi è interessato può mettersi in contatto in modo anonimo. 0118171483, e chiedere della dottoressacon il numero Olga Sassu. No global? Si grazie! gender di giulia premilli 61 Una maratona cinematografica sull’universo gender ma anche un forum sociale europeo sui diritti civili di gay e lesbiche. E poi ricerche scientifiche sull’orientamento sess e solidarietà. Perché tutto serve. uale Gender vs realtà Anche il centro di Documentazione del Cassero di Bologna partecip in rivolt: realtà vs Gender manifestazione organizzata dal Festivala a Women MilanOltre 2004 (dal 17 settembre al 15 ottobre). Prendono posto nel ricco palinsesto (tra teatro e danza) anche una lunga maratona di film a tema gender tratti dalla filmografia che va dagli anni ‘30 agli ‘80. Come spiega Luca Scarlini nella present manifestazione l’anima del festival si avvale del “gender, che è parola azione della e di recente adozione, che in primo luogo accoglie in sé tutto quello complessa che appartiene all’identità, alla rappresentazione di sé nel mondo, per quanto concern e la sessualità, che di ciò è ovviamente un carattere primario”. Da segnalare: dal 2/10 al Teatro Leonardo GENDER IN ACTIO IN UNA NOTTE, la maratona cinematografica di MilanOltre N: TUTTO in collaborazione con Centro di Documentazione Il Cassero e Gender Bender (Bologn al 10/10 al Teatro dell’Elfo Dixie Fun Dance Theatre (Usa) THE a) e dal 8/10 WOMAN WINS (Vince la più magra), creato e interpretato da THINNEST Dixie FunLee Shulman . Inoltre: il 2 e il 3 ottobre al Teatro Strehler RWANDA 94 (BELG IO), Une tentative de réparation symbolique envers les morts, à l’usage des vivants 13/10 al 15/10 al Teatro dell’Elfo Julie Dossavi in F.I.V.E. coreogr e inoltre dal e Gérard Gourdot con Julie Dossavi .Info: Ticketone c/o Spazio afia Julie Dossavi Oberdan, v.le V.Veneto 1, tel. 02392261, www.ticketone.it tel. 02716791 - 022668 1166. Si scaldano i motori per il Forum Sociale Europeo che si svolgerà a Londra Il terzo incontro no global vede accreditate centinaia di associazioni. I temi dal 14 al 17 ottobre. in discussione: guerra e pace, democrazia e diritti fondamentali (tra i quali diritti umani delle persone lesbiche e gay) giustizia sociale e solidarietà: contro le privatizzazioni e per disabili; diritti civili per e delle donne (includere speaker sulle disuguaglianze riguardanti donne, i diritti del lavoro, sociali lavori, lavoratori neri e migranti), globalizzazione liberista e giustizia global, contro razzismo, discrimin azione, estrema destra: per uguaglianza e diversità (con seminari sul tema dell’oppressione di gay e lesbiche), crisi ambientali, contro il liberismo e per società sostenibili. 62 di mario morcellini cortei bazar 10 2004 Tutti i colpi di Michael Moore vanno a segno. Eppure manca il colpo del KO. E l’impressione marginale che permane è che il potere, visto da vicino, fa ribrezzo Mettiamo subito le cose in chiaro: Michael Moore è bravo e il suo di Fahrenheit 9/11 è bello. Altrimenti questa potrebbe sembrare l’orazione Marco Antonio. Se c’è da discutere, infatti, è solo sui motivi dell’efficacia del documentario e sull’applicazione delle qualità del regista, visto anche il clamore, non del tutto atteso, suscitato dall’uscita del film. Un clamore legato in qualche misura al concetto di rivelazione, ma in maniera un po’ più profonda rispetto alla semplice scoperta di un fatto prima ignorato, senza tuttavia arrivare al blasfemo. Perché, a dirla tutta, il documentario di Moore non aggiunge molto di nuovo a quello che già si sapeva, o che almeno sapevano i critici di Bush, che non sono la minoranza e neppure silenziosi. Si sapeva già che il Presidente americano non ha una faccia intelligente e le sue espressioni sfiorano il catatonico anche nelle normali logico tenue e qualche incongruenza. La principale è il divario che c’è fra le due principali accuse che vengono mosse: l’incapacità e la diabolici del progetto che viene ricostruito. Il diavolo non sarà brutto come tà lo si dipinge, questo è vero, ma neanche ci riesce di immaginarlo così stupido. C’è insomma nella tesi di Moore qualcosa di martellante e precostituito la rende meno credibile e talvolta sfiora il miracolo, perché tale sarebbe,che rendere per contrasto meno antipatico (simpatico non è possibile, in di franchezza) il bersaglio della critica. Anche cinematograficamente si tutta l’eco di quel cinema un po’ radical in cui il Presidente e il suo clan trova sono sempre colpevoli, con una spruzzata di “impero del male” che contribui all’identificazione dei personaggi ma un po’ lede l’attendibilità sce ragionamenti. C’è anche un po’ di televisione, televisione che conoscia dei Il documentario sembra un misto di Tv7 (quello buono, come si mo. faceva una volta), di telestreet (sembra simile l’impianto ideologico: ti piazzo una telecamera in fronte e tutti capiranno da sé chi è il “cattivo”) e di “striscia notizia” (per la filosofia di fondo, ispirata alla distruzione burlesca dell’alonla e che circonda “il potere”). In qualche momento Michael Moore di essere Kubrick (ricordate Orizzonti di gloria, ma soprattutto il pensa Stranamore?), però, anche se lui probabilmente non lo conosce, Dottor finisce almeno una volta per somigliare a Valerio Staffelli, quando si piazza davanti al Congresso per convincere i deputati a mandare in guerra anche i loro figli. In quel momento tutti gli italiani si saranno aspettati l’apparizione di un grande tapiro d’oro. Le opere “a tesi” però sono così: hanno pregi (per chi le condivide) e difetti (per chi non è d’accordo). Moore lo sa e va dritto al suo scopo, lavorando per accumulo, scendendo nei gironi di quest’ambiente infetto e non esitando a “usare” immagini e persone. E questo va bene, fa parte del gioco ed è la forza dirompente del film. Però c’è qualcosa, d’impalpabile forse, che sembra mancare. Non è tanto la compostezza critica, l’approfondimento analitico, che non sarebbero intonati a un lavoro “militante”, quanto lo stupore forse vero e il rispetto di fronte alla realtà. La persistenza dell’attacco, la lettura termini “buoni” contro “cattivi” non sempre aiuta a capire, non sempre in argomenti si vedono meglio se vengono sfiancati nell’esibizione. Pignolerigli Peli nell’uovo? Sì, forse. Ma che bisogno avrebbe Moore di un applauso e? più? E forse la ricerca degli ulteriori spunti di riflessione che un lavoro in così denso naturalmente offre, è un complimento migliore. In modo particolare, un’impressione marginale, fra quelle, copiose, il film lascia, ci sembra degna d’attenzione. Pare giunto alla fase di che “non ritorno” l’affievolimento della distanza fra società e apparato dirigenzi che la governa. A pensarlo prima, sembrava un fenomeno legato ale miglioramento progressivo della democrazia, auspicabile, anzi necessari al o. Ma a viverne i riflessi attuali, qualche dubbio viene. Moore non è il tipo che ti aiuta a entrare negli argomenti in modo calmo e riflessivo: il suo - quello di uno che “la sa lunga” e ti dà le “dritte” giuste “senza peli fare lingua” - è affabulatorio e giustamente aggressivo. Ma è quello che sulla non si vede, nel film, a inquietare di più. Non si vede la distanza, la mediazio Il potere viene visto sempre da vicino, schiacciato, senza prospettiva. ne. ribrezzo. Ribrezzo e basta. Sarebbe curioso immaginare come concepir E fa Moore un documentario su Kerry. Non è in questione qui la politica di ebbe ma il decadimento della qualità della politica (sul quale anche in Italia Bush, scherza affatto) e un potenziale abbassamento del livello della critica. non si Senza arrivare obbligatoriamente a lamentare il solito “declino della cultura”, operazione che peraltro serve a poco, basta invocare un po’ d’attenzi one: se si frugano i cestini della spazzatura, nessuno è in salvo, né il Kennedy che apre la pratica Vietnam e forse chiude quella Monroe, né il Clinton dagli appetiti sessuali sbrigliati escono indenni. La macchina da presa di Moore è troppo vicina all’obiettivo, naturalmente in senso anche figurato, e così sottolinea la difficoltà a costruire oggi nuovi miti, buoni o cattivi che siano. Se è più difficile che la marcia di un Hitler sia senza ostacoli, neanche è vero che Ghandi, come sostiene la pubblicità di una compagn ia di telecomunicazioni, sarebbe oggi il faro del mondo. La mitologia politica, quella pessima ma anche quella buona, non riesce ad attecchire se creano zone d’ombra o di credulità. Solo, bisogna conoscere qual è il non si grano e quale il loglio. Questa frenesia che ci percuote - in cui subito arriva un tizio qualunque, con foto e prove che rivelano tutto, con il video che al di là di ogni raccapriccio, con l’informazione che va dimenticandomostra ruolo di mediatore e interprete - non ci aiuta. Ma in questo mondoil suo che corre, in cui tutto è vero e tutto è falsificabile (che Popper ci perdoni… qualcosa si perde e qualcosa anche si guadagna. Si perde la “distanza), ” dalle cose, quella che forse ce le fa vedere meglio, ma si guadagna, se non la verità (non illudiamoci), almeno una consapevolezza: nella costruzio ne dello spazio pubblico il gioco ormai avviene a carte scoperte, chi governa non può più farlo puntando sull’ignoranza dei “governati”, o non tenendo conto di ciò che essi pensano. E allora, mille di questi Moore. IlmePsresosidaleM nteoore occasioni pubbliche, senza dover andare a rovistare nel sacco dei “fuori onda” che, con pettini e ciprie intorno al viso, in parte legittimano il suo fare attonito, che invece forse viene da più lontano. Bush si muove, parla ci e agisce come una persona mediocre e, nel frattempo, un po’ tutti eravamo accorti che non è un grande statista; non basta parlare come John Wayne, mettersi il giubbetto da aviatore o dichiarare una guerra la col sopracciglio lievemente inarcato. Così come sapevamo già che sua elezione non è stata un esempio di limpidezza, né comparirà in un manuale sulla democrazia perfetta; sapevamo anche, ahimè, che la guerra di è una questione sporca e brutta (e ogni giorno che passa lo sappiamo più), che gli affari, in generale, finiscono per comparire dietro molti ideali, se si ha la forza e la giusta impudenza per grattare sotto la superficie, un po’ in tutti i campi, non solo su quello di battaglia. Lo sapevamo, tutto questo, ma c’è bisogno che ogni tanto qualcuno ce lo ricordi, perché queste consapevolezze incrociate finiscono per formare una patina, come una crosta, che aiuta a sopportare forse, ma alla lunga avvilisce nell’indifferenza e nel cinismo le nostre capacità di interpretazione e di critica della realtà. lo Se quindi Fahrenheit 9/11 aggiunge poco alle nostre conoscenze, aggiunge bene, meglio ancora, fa bene ad aggiungerlo. la Il suo scoop principale è che l’amministrazione Bush, col capo in testa e fanfara, dopo un periodo di ozioso raccoglimento, atterrita dalla necessità di governare, ha accolto l’attacco alle torri gemelle come un’occasione “d’oro” per tirar fuori la sua vera anima: che risulta nel film quella di uno spietato e cinico comitato d’affari. Secondo Moore quest’accolita di facce di bronzo falsifica i certificati, nasconde i fatti che gli dispiacciono, passaa il tempo a imbellettarsi e manda i ragazzi americani, e non solo quelli, sparacchiare in giro per il mondo, molto meno a caso di quanto sembri anche ai critici più smaliziati. I colpi di Moore vanno quasi tutti a segno. Inducono a riflessioni quantomeno inquietanti le immagini di Bush che riceve all’orecchio la notizia dell’attacco kamikaze mentre è in visita a una scuola. Il capo dell’Impero non trova di meglio che sfogliare un abbecedario e assumere un’aria banalmente smarrita, come un burattino ti senza fili che aspetta Mangiafuoco. Riflessioni ancora più inquietan insorgono di fronte alla storia dei legami del Presidente, e degli affaristi che lo attorniano, con il petrolio saudita, da cui proviene l’intimità nei confronti della famiglia Bin Laden e del suo entourage. Provengono anche, nell’ordito del documentario, legittime domande sull’atteggiamento, a dir poco altalenante, nei confronti del mondo islamico e dell’Arabia Saudita. Ma dobbiamo leggere simpaticamente questa storia come un remake di Red e Toby - che, come si sa, per Walt Disney sono “nemiciamici” come vuole la natura - altrimenti la logica condurrebbe a sospettare che Bush stesso abbia mandato i kamikaze oppure li abbia coperti, oppure “a potesse sapere qualcosa. È questo il guaio, purtroppo, di tutte le accuse valanga”: nella tempesta dei colpi si può intravedere qualunque disegno. I colpi, qualcuno anche poderoso, vanno a segno, dicevamo, ma il colpo del KO non sembra arrivare. Sia perché nella fitta sassaiola qualche volta il lanciatore può nascondere la mano, sia perché la dinamica incalzante del racconto, sempre alla ricerca di qualcosa di ancora più infame che inchiodi finalmente l’orco alle sue malefatte, finisce per produrre un filo [email protected] (Ha collaborato Giovambattista Fatelli) [email protected] bazar 10 2004 gerenza 63 HANNO COLLABORATO IN QUESTO NUMERO DI BAZAR: BAZAR Via Bradano 30, 00199 Roma [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE - Eugenia Romanelli VICEDIRETTORE - Vera Risi DIRETTORE ARTISTICO - Mara Codalli Claudio Amendola Marcello Amoruso Agnese Ananasso Franco Andreucci Carla Romana Antolini Giulia Baldi Luca Beatrice Marco Begani Alessandro Benvenuti Ciro Bertini Matteo Bianchini Nancy Brilli Eva Buiatti Valerio Cammarano Giuliano Cangiano Luca Carboni Valeria Cecilia Claudio Coccoluto Marzia Di Mento Guido Dolora Pietro D’Ottavio Fabrizio Gianuario Caterina Gonnelli Andrea Lisi Enrico Lo Verso Mario Morcellini Andrea Mugnaini Oliva Muratore Fabio Murru Angelita Peyretti Roberto Pisoni Giulia Premilli Lorella Scacco Cristiana Scoppa Chiara Spegni Studenti La Sapienza Chiara Tacconi Alberto Traversi