Sentieri ANNO IV - N. 1 - PRIMAVERA 2016 BOLLETTINO DELLE PARROCCHIE DI S. MARIA NASCENTE DI PIEVE DI CADORE E DI S. TOMMASO APOSTOLO DI POZZALE Piazza Tiziano 41, Pieve di Cadore (BL) Iscrizione Tribunale di Belluno n. 2/2013 • Direttore don Diego Soravia • Resp. ai sensi di legge don Lorenzo Sperti - Poste It. Spa, sped. in A.P., D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) art.1, c.2, NE/BL • Stampa Tip. Piave Srl (BL)Iscrizione Tribunale di Belluno n. 2/2013 • Poste It. Spa, sped. in A.P., D.L. 353/2003 (conv. in L. DIOCESI DI BELLUNO-FELTRE 27/2/04 n. 46) art.1, c.2, NE/BL • IL TUO VOLTO IO CERCO, SIGNORE “L’anima mia ha sete del Dio vivente; quando vedrò il suo volto?”. Quest’invocazione presente nel salmo.... l’abbiamo fatta nostra mentre salivavamo per via Arsenale e ci stavamo avvicinando alla Chiesa Arcidiaconale; era il 22 novembre dell’anno appena trascorso. Quel giorno, provenendo da tante Parrocchie del Cadore, abbiamo iniziato il Giubileo della Misericordia: un anno di riscoperta della tenerezza di Dio, della sua benevolenza e misericordia verso di noi e del nostro impegno ad essere comprensivi della fragilità presente in chi ci sta accanto. Non giudicare, non condannare, perdonare e donare: ecco le proposte concrete per rendere impegnativo il giubileo straordinario regalatoci da papa Francesco. **** Per poter donare bisogna prima avere; ecco allora la necessità di sentirci destinatari dell’amore di Dio : con lo sguardo fisso su Gesù e sul suo volto misericordioso, il Santo Padre ci invita a vivere un anno di grazia che dischiude per tutti noi e per l’umanità intera la porta della misericordi di Dio. Nella “pienezza del tempo” quando tutto era disposto secondo il suo pano di salvezza, Dio mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre. Gesù di Nazareth con la sua Parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio vero tutte le persone. Nel suo cuore non c’è zona d’ombra dove qualcuno possa sentirsi uno scarto! GIUBILEO della MISERICORDIA 2015-2016 **** Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con gli occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: é la via che unisce Dio a l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. Il Papa ci propone il Giubileo Straordinario della misericordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti. **** Cosa farò durante quest’anno? - terrò viva in me la serenità: so, per certo, di essere amato da Dio. - riscoprirò il sacramento della misericordia. la CONFESSIONE come momento di grande amore di Dio verso di me debole e fragile - guarderò il fratello e la sorella con occhi nuovi. - non chiederò a Dio di perdonarmi e poi negherò il perdono a chi mi ha fatto un torto. - insieme alla porta del giubileo Santuario del Cristo Apertura Venerdì 8.00 - 9.00 Sabato 8.00 - 11.00 CONFESSIONI in orario di apertura CHIESA C HIIIE H ESA GI GIUBILARE G IUB IU UBI BIIL LA L AR A RE “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri (Salmo 24) terrò aperta la porta del cuore mentre sono in casa, mentre lavoro con il collega, mentre guido con prudenza per strada, mentre terrò sotto controllo la lingua: quanto male infatti fanno le parole quando sono mosse da sentimenti di gelosia e invidia! - mi sentirò in cammino con la mia Comunità cristiana verso un cristianesimo più gioioso e coraggioso. don Diego 2 Sentieri Volete farmi felice? Leggete la Bibbia Lettera di Papa Francesco ai giovani Miei cari giovani amici, se voi vedeste la mia Bibbia, forse non ne sareste affatto colpiti. Direste: «Cosa? Questa è la Bibbia del Papa? Un libro così vecchio, così sciupato!». Potreste anche regalarmene una nuova, magari anche una da 1.000 euro: no, non la vorrei. Amo la mia vecchia Bibbia, quella che ha accompagnato metà della mia vita. Ha visto la mia gioia, è stata bagnata dalle mie lacrime: è il mio inestimabile tesoro. Vivo di lei e per niente al mondo la darei via. La Bibbia per i giovani, che avete appena aperto, mi piace molto: è così vivace, così ricca di testimonianze di santi, di giovani, che fa venir voglia di leggerla d’un fiato, dall’inizio fino all’ultima pagina. E poi…? Poi la nascondete, sparisce sul ripiano di una libreria, magari dietro, in terza fila, finendo per riempirsi di polvere. Finché un giorno i vostri figli la venderanno al mercatino dell’usato. No: questo non può essere! Voglio dirvi una cosa: oggi, ancor più che agli inizi della Chiesa, i cristiani sono perseguitati; qual è la ragione? Sono perseguitati perché portano una croce e danno testimonianza di Cristo; vengono condannati perché possiedono una Bibbia. Evidentemente la Bibbia è un libro estremamente pericoloso, così rischioso che in certi Paesi chi possiede una Bibbia viene trattato come se nascondesse nell’armadio bombe a mano! Mahatma Gandhi, che non era cristiano, una volta disse: «A voi cristiani è affidato un testo che ha in sé una quantità di dinamite sufficiente per far esplodere in mille pezzi la civiltà tutta intera, per mettere sottosopra il mondo e portare la pace in un pianeta devastato dalla guerra. Lo trattate però come se fosse semplicemente un’opera letteraria, niente di più». Che cosa tenete allora in mano? Un capolavoro letterario? Una raccolta di antiche e belle storie? In tal caso, bisognerebbe dire ai molti cristiani che si fanno incarcerare e torturare per la Bibbia: «Davvero stolti e poco avveduti siete stati: è solo un’opera letteraria!». No, con la Parola di Dio la luce è venuta nel mondo e mai più sarà spenta. Nella mia esortazione apostolica Evangelii gaudium ho scritto: «Noi non cerchiamo brancolando nel buio, né dobbiamo attendere LA COMUNITÀ IN FESTA - 1° MAGGIO, nel pomeriggio : PELLEGRINAGGIO ALLA CATTEDRALE DI BELLUNO per il GIUBILEO DELLA MISERICORDIA - SANTA MESSA DI PRIMA COMUNIONE: 8 MAGGIO ORE 10.30 - SACRAMENTO DELLA CRESIMA: 22 MAGGIO ORE 11.00 che Dio ci rivolga la parola, perché realmente “Dio ha parlato, non è più il grande sconosciuto, ma ha mostrato se stesso”. Accogliamo il sublime tesoro della Parola rivelata» (n. 175). Avete dunque tra le mani qualcosa di divino: un libro come fuoco, un libro nel quale Dio parla. Perciò ricordatevi: la Bibbia non è fatta per essere messa su uno scaffale, piuttosto è fatta per essere tenuta in mano, per essere letta spesso, ogni giorno, sia da soli sia in compagnia. Del resto in compagnia fate sport, andate a fare shopping; perché allora non leggere insieme, in due, in tre o in quattro, la Bibbia? Magari all’aperto, immersi nella natura, nel bosco, in riva al mare, la sera al lume di una candela… farete un’esperienza potente e sconvolgente. O forse avete paura di apparire ridicoli di fronte agli altri? Leggete con attenzione. Non rimanete in superficie, come si fa con un fumetto! La Parola di Dio non la si può semplicemente scorrere con lo sguardo! Domandatevi piuttosto: «Cosa dice questo al mio cuore? Attraverso queste parole, Dio mi sta parlando? Sta forse suscitando il mio anelito, la mia sete profonda? Cosa devo fare?». Solo così la Parola di Dio potrà dispiegare tutta la sua forza; solo così la nostra vita potrà trasformarsi, diventando piena e bella. Voglio confidarvi come leggo la mia vecchia Bibbia: spesso la prendo, la leggo per un po’, poi la metto in disparte e mi lascio guardare dal Signore. Non sono io a guardare Lui, ma Lui guarda me: Dio è davvero lì, presente. Così mi lascio osservare da Lui e sento — e non è certo sentimentalismo —, percepisco nel più profondo ciò che il Signore mi dice. A volte non parla: e allora non sento niente, solo vuoto, vuoto, vuoto… Ma, paziente, rimango là e lo attendo così, leggendo e pregando. Prego seduto, perché mi fa male stare in ginocchio. Talvolta, pregando, persino mi addormento, ma non fa niente: sono come un figlio vicino a suo padre, e questo è ciò che conta. Volete farmi felice? Leggete la Bibbia. PAPA FRANCESCO (tratto da www.laciviltacattolica.it) ANAGRAFE DI PIEVE Sentieri 3 GIUNTI AL TRAGUARDO DELL’ETERNITA’ 19. CIOTTI LIBERALE, di anni 89, morto a Pieve il 2 dicembre. 23. BOCCINGER GIORGINA, di anni 73, morta a Sottocastello il 31 dicembre. Il funerale a Sappada il 2 gennaio 2015. 2016 5. TABACCHI ELVIRA ved. MEREU, di anni 101, morta a Pieve il 27 febbraio. Hanno cominciato a vivere con il Sacramento del Battesimo 9. DI LANDRO GAIA, di Andrea e di Sonaggere Silvia, nata a Treviso il I° maggio 2015 e battezzata a Pieve il 27 dicembre. 2016 20. GHIRALDO ELDA, di anni 86, morta a Pieve il 18 dicembre. 21. TABACCHI BRUNA, di anni 90, morta a Forno di Zoldo il 23 dicembre e sepolta a Pieve. 22. MUIA ROCCO, di anni 83, morto improvvisamene a Pieve il 27 dicembre. 1. TABACCHI BARNABA, di anni 90, morto a Pieve il 9 gennaio. 2. ARIESTI ROSA, vedova Pavanello, di anni 82, morta a Pieve il 13 gennaio. 3. SCARPARO MARIA FIORELLA di anni 85, morta a Pieve il 19 gennaio. 4. DA CORTE DELIO, di anni 67, morto a Belluno il 28 gennaio. 1. BACCHETTI GABRIELE di Paolo e di Milena Mina Plaito, , nato a Belluno il 28.08 e battezzato in Pieve il 7 febbraio. ANAGRAFE DI POZZALE GIUNTI AL TRAGUARDO DELL’ETERNITA’ 4. LONGIARU’ FAUSTINA, di anni 99, morta a Padova il 27 novembre e sepolta a Pozzale. 5. GIOVANNI BATTISTA DA FORNO PANIZZA di anni 92, morto il 29 dicembre all’ospedale di Pieve e sepolto a Pozzale. 2016 1. DE MARTIN PIERINA coniug. MELI di anni 63 , morta a Pieve il 2 febbraio. “Non procedere dove il sentiero è già segnato. Vai invece dove il sentiero non c’è e lascia una traccia”. (Mahatma Ghandi) 4 Sentieri LE NOSTRE SACRE FAMIGLIE Nel gioioso clima natalizio molte famiglie hanno accolto l’invito di trovarsi in Chiesa per ringraziare il Signore del dono della vita coniugale e per chiedere la protezione della Sacra Famiglia di Nazareth sul loro cammino quotidiano. Se fossimo anche noi cultori dell’umiltà! Se imparassimo a considerarci servi della felicità degli altri, collaboratori dell’unico progetto di gioia che la famiglia è chiamata a realizzare secondo Dio. È necessario, per fare questo, mutare le nostre categorie, perché, diversamente da quello che si crede, l’umiltà non è la virtù che abita nel cuore dei deboli, ma la qualità interiore che brilla nelle anime forti, in coloro che non hanno paura della verità di Dio e di se stessi, che si lasciano portare dal vento dello Spirito, l’unico capace di aprire strade nuove solo per chi si lascia sradicare dalle proprie sicurezze. Senza l’umiltà – il sostantivo deriva da “humus” terra, l’umile è colui che si riconosce creatura plasmata da Dio e continuamente capace di essere rimodellata – le famiglie si disgregano e non si riesce a costruire nulla, ciascuno persegue la propria idea, senza trovare punti di accordo. L’umiltà, dono dello Spirito, conduce lo sposo ad ascoltare la sua sposa senza considerare inutile la parola che gli viene donata, ma anzi offrendo la sua con la volontà di far divenire le proprie parole, pur se talvolta discordanti, pietre che costruiscono la casa comune, mai muraglie di divisione e di disprezzo perché l’altro la pensa diversamente. Attraverso l’umiltà io scelgo di farmi plasmare dalle relazioni della vita familiare, plasmo e mi lascio lavorare nel cuore e nella mente, nei pensieri e nei sentimenti, perché nessuno è mai arrivato – anche questo è umiltà, non considerarsi mai arrivato! – sulla strada dell’amore. L’umiltà è verità. Se dico di non essere infallibile, che posso cadere nell’infedeltà, sbagliare a parlare sotto l’impulso dell’ira o della permalosità, confesso solo la verità di me stesso e mi offro all’altro/a senza maschere, in umiltà appunto, con quella creaturalità che è l’elemento costitutivo del mio essere. Ma sempre l’umiltà mi abilita a sognare con Dio, a collaborare con Lui che rinnova la mia giovinezza, che riveste di luce gioiosa i miei giorni. Più viviamo nell’umiltà e più il Signore ci usa perché “Egli resiste ai superbi, ma fa grazia agli umili” (1Pt 5,5). Giovani e valori: ci sono, eccome! Una mamma m’ha fatto leggere una lettera inviatale dal figlio diciottenne in occasione della Festa della Mamma; una lettera bella, interessante. La propongo ai lettori del bollettino perché si confermino nella convinzione che i giovani non sono poi così vuoti o superficiali come potrebbe sembrare. Al di là delle contestazioni o dei momenti di stanchezza essi portano in sé valori e atteggiamenti preziosi che lasciano ben sperare per il mondo degli adulti nei prossimi anni. A noi godere di queste parole e seguire i ragazzi con l’affetto, la vicinanza e la preghiera. Cara mamma, come vedi non mi sono dimenticati di farti gli auguri e di scriverti una lettera a cui, come mi ripeti sempre, tieni molto. La Festa della Mamma serve a ricordare ai figli che possono contare sempre su una persona molto importante: la persona che ci ha messi al mondo. In quest’anno sono molto cambiato; mi sono reso conto che la vita non é sempre semplice come la vedevo la bambino; sono cambiate tante cose in me e mi rendo conto d’avervi dato parecchie delusioni sia scolastiche sia comportamentali. Vorrei sapere anch’io le cause di questo mio cambiamento repentino ma più ci penso più non trovo risposte. stando in città ho imparato, forse, a far affidamento solo su me stesso autogestendomi; questo forse ha sottratto in me l’esigenza di trovare sempre supporto in te. Ma devo dirti la verità: nessuno come te é capace di darmi il sorriso, di rendermi felice nei momenti tristi. Mamma: tante volte se non sentissi la tua voce per telefono mentre mi trovo qui in città, mi sentirei morire ed ho bisogno di te adesso e per tutti i giorni che verranno. Spero che i tuoi sforzi per farmi raggiungere un risultato siano ripagati; io ci sto provando a mettercela tutta anche con le mie mille difficoltà perché ho imparato che una cosa fondamentale della vita é la riconoscenza e io sono riconoscente per tutto quello che stai facendo per me. Grazie per avermi fatto crescere e grazie per avermi fatto la persona che sono. Ti voglio bene. Sentieri Per conoscere un po’ di più san Luca I vangeli delle domeniche del nuovo anno liturgico saranno tratti dal vangelo di S. Luca. Non è certo il più usato nella tradizione pastorale della Chiesa; e neppure è il più noto; il primato è sotto questo profilo di S. Matteo; terzo poi nell’ordine canonico. E tuttavia esso appare per molti aspetti privilegiato. È il più lungo di tutti i Vangeli (oltre 19 mila parole greche), è quello che ha maggiormente nutrito l’iconografia cristiana, al punto che una tradizione antica ha addirittura raccomandato l’immagine di Luca quale pittore egli stesso. Pensiamo a tale proposito soprattutto ai capitoli dell’infanzia, alle immagini dunque della Annunciazione, del presepio, della presentazione al tempio, di Gesù dodicenne con i dottori nel tempio; tutte queste immagini, esclusive di Luca, grazie all’iconografia relativa hanno una parte importante nella Baggio Foto Studio storia della pietà cristiana. Ma pensiamo anche ad altre pagine esclusive di Luca: la cena di Emmaus, l’ascensione del Signore, o il gesto di “Veronica”; esso è all’origine di tutta la tradizione iconografica relativa al volto di Gesù. È stato detto, con formula breve, che il vangelo di Luca è “il più bello” (Renan). In ogni caso, esso appare come quello più vicino alla sensibilità moderna. Non ci si può tuttavia limitare, ovviamente, ad un apprezzamento di carattere estetico. Il privilegio del Vangelo di Luca riguarda anche e soprattutto i contenuti. Esso è il vangelo della gioia, della misericordia, degli umili e dei poveri; sono questi gli aspetti che hanno suggerito a Dante la felice definizione di Luca quale “scriba mansuetudinis Christi”: ermeneuta e narratore della “mitezza” del Cristo. Luca accorda un’attenzione decisamente spiccata alla misericordia. La qualifica è soprattutto giustificata dalle tre parabole della misericordia esclusive di Luca: la pecora smarrita, la dracma perduta e il figlio prodigo (cap. 15): la triplice gioia dei protagonisti dei quadretti offre un’immagine di straordinaria efficacia della gioia di Dio stesso a fronte di ogni peccatore che si pente. Di quella gioia in cielo è riflesso la gioia di Gesù sulla terra, che riceve i peccatori e mangia con loro. Anche nella parabola del buon samaritano la punta è nella notazione che egli, passando accanto al malcapitato lo vide e n’ebbe compassione (10, 33). Il vangelo tutto è definito come annuncio della misericordia nelle parole del sacerdote Zaccaria (inno del Benedictus): egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza (1, 72). Gesù è la tenerezza di Dio fatta carne. Egli ci comunica con l’intera vita, con il suo insegnamento e i segni di guarigione nel corpo e nello spirito, come Dio ha tanto amato e ama il mondo. Gesù rivela il volto del Padre con cuore di madre, pieno di misericordia e compassione. Basti pensare all’abbraccio del padre che vede da lontano il figlio che torna a casa dopo aver sperperato la sua eredità, gli corre incontro, gli si getta al collo e lo abbraccia teneramente colmo di gioia. Gesù non solo 5 comunica tenerezza ma è capace di accoglierla. Si lascia amare teneramente (e anche pubblicamente) da donne che non godono fama di santità, come l’anonima peccatrice di cui parla Luca al cap. 7. Non interrompe il pianto di quella donna, non le dice “adesso basta”, lascia che pianga tutte le sue lacrime, che gli asciughi i piedi con i suoi lunghi capelli, che glieli baci e cosparga di profumo… Il fariseo che lo aveva invitato a pranzo e i suoi ospiti restano allibiti e sgomenti davanti a questa scena che sappiamo come va a finire: non solo Gesù prende le difese ma elogia quella donna contrapponendo il suo atteggiamento a quello del fariseo. Ma, prima di tutte queste figure ed episodi di misericordia, il programma della misericordia di Gesù nel Vangelo lucano è annunciato con il dis c o r s o programmatico nella sinagoga di Nazaret: “Lo Spirito del Signore è su di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore” (4, 18-19). don Michele Favret (articolo tratto da L’Azione, settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto) CHE IO MI ACCETTI Signore, riconciliami con me stesso. Come potrei incontrare e amare gli altri se non mi incontro e non mi amo più? Signore, tu che mi ami così come sono e non come mi sogno, aiutami ad accettare la mia condizione di uomo, limitato ma chiamato a superarsi. Insegnami a vivere con le mie ombre e le mie luci, con le mie dolcezze e le mie collere, i miei sorrisi e le mie lacrime, il mio, passato e il mio presente. Amen.. 6 FEBBRAIO IN COMUNITÀ Sentieri Ricordare gli avvenimenti vissuti in Parrocchia nei mesi scorsi non è semplice cronaca o nostalgico ricordo del passato ma è un’occasione per rivivere alcuni momenti significativi della nostra piccola storia locale. E’, inoltre, una buona occasione per condividere con chi vive ai margini della Parrocchia quanto ha reso solenne e importante il tratto di strada a cui sarebbe stato bello vedere anche la loro presenza. Abbiamo iniziato con la FESTA DELLA CANDELORA il 2 febbraio: il ricordo delle belle celebrazioni natalizie ci ha visti, con le candele accese, lodare il Signore per la sua presenza che è luce sul nostro cammino spesso segnato da zone d’ombra. Quaranta giorni dopo il Natale abbiamo chiesto al Signore che il presepio - magistralmente realizzato da Ciotti Osvaldo e dai suoi valenti collaboratori, i canti , sempre ben curati e eseguiti dal nostro Coro Parrocchiale, i numerosi auguri scambiati in occasione del nuovo anno non siano riposti in un angolo della nostra vita come vengono messe nel sottoscala le statuine del presepio. Questo Gesù che abbiamo adorato , cantato e ammirato continua ad essere presenza luminosa per la nostra vita. *** Nella prima domenica di febbraio abbiamo celebrato la GIORNATA DELLA VITA con la presenza, in chiesa, d’un bel gruppo di genitori con i loro piccoli nati nell’anno appena trascorso. Si sono fatti sentire questi piccoli, con le loro vocine e hanno reso più significativa la nostra Messa animata dal Coro Parrocchiale. A rendere più significativa la celebrazione ci ha pensato Gabriele Bacchetti che ha ricevuto il Battesimo. il grande sacramento che c’inserisce nella vita cristiana. La celebrazione s’é conclusa con l’offerta delle primule ai parrocchiani. Con questo contributo il nostro gruppo di Aiuto alla Vita sostiene alcune famiglie in difficoltà mentre vedono i loro piccoli crescere e affacciarsi alla vita. *** Pochi giorni dopo eccoci nuovamente in Chiesa per celebrare L’INIZIO DELLA QUARESIMA con le ceneri sulle nostre teste. Quest’anno la Quaresima richiede una maggior partecipazione e consapevolezza perché siamo nel bel mezzo dell’Anno Santo, anno straordinario della Misericordia. Ai presentì il Parroco ha indicato alcune scelte impegnative per rendere significativo il tempo che corre. *** Il giorno dopo, l’11 febbraio, abbiamo celebrato la GIORNATA MONDIALE DEL MALATO presso la residenza “Marmarole”, là dove soggiornano tati anziani. La nostra preghiera ha ricevuto una forte carica di grazia mentre tanti anziani ricevevano il sacramento dell’Unzione dei Malati. Al Personale , agli Addetti all’Assistenza e ai Parenti dei Degenti il celebrante ha ricordato il miracolo di Cana : Gesù che, sollecitato da sua Madre, compie quel famoso miracolo dell’acqua trasformata in vino, Anche noi siamo chiamati ad interessarci positivamente di chi ci sta accanto, delle sue debolezze e povertà “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5): era questo il motto del nostro appuntamento accanti ai malati e agli anziani. Ha fatto piacere vedere un bel gruppo di Parrocchiani presenti a quest’appuntamento annuale accanto agli anziani. Uno dei possibili impegno per l’Anno santo é quello di essere accanto a chi fa fatica anche solo per portare il cucchiaio vicino alla bocca. Abbiamo concluso la celebrazione invocando maria, Salute degli Infermi: “al tuo cuore di Madre affidiamo la nostra vita: illuminati dalla fede, possiamo sentire la vicinanza di Cristo che cammina al nostro fianco, caricato della croce e ci aiuta a svelare il senso delle nostre sofferenze”. *** Infine altro grande appuntamento comunitario l’abbiamo vissuto domenica 14 febbraio, al pomeriggio presso il SANTUARIO DEL CRISTO con la celebrazione del “NOSTRO GIUBILEO”. E’ venuta a farci compagnia anche la neve che non ha impedito la partecipazione di diversi fedeli delle Parrocchie del nostro Comune e anche di Perarolo. Una celebrazione “coi fiocchi” a detta dei partecipanti perché abbiamo pregato, abbiamo varcato la nostra “porta santa”, abbiamo accolto le provocazioni della parola di Dio e le riflessioni di papa Francesco sul cuore grande e misericordioso di Dio nei nostri confronti. Molto sentito é stato l’omaggio dell’incenso all’immagine di Cristo dipinto dalla Bottega di Tiziano e che, nei secoli passati, era utilizzata come porticina del tabernacolo della chiesa arcidiaconale precedente all’attuale. Sentieri 7 Il segno di croce fatto davanti a quell’immagine sacra non sarà facilmente dimenticato da chi ha scelto di essere presente nel nostro Santuario. Nelle domeniche seguenti anche tutte le altre Parrocchie della Forania vivranno l’identico momento di fede e si uniranno a tutti coloro che, in un’opera di generosità, aiuteranno le popolazioni della Siria - in particolare i cittadini di Aleppo - a ricevere un po’ d’acqua come sollievo per la loro martoriata storia di violenza. A quest’iniziativa si aggiunge anche la partecipazione dei cittadini con un invito dell’Amministrazione Comunale, possono contribuire con una loro personale offerta facendo un bonifico presso le banche. FAMMI STRADA SIGNORE, conducimi tu lungo il cammino che da sempre hai pensato per me! Sono passi duri, faticosi ... spesso mi lasciano senza forze, sfiduciato e disorientato. Proprio in quei momenti Signore, fammi strada e stringimi forte la mano, invitami a guardare le Tue meraviglie, a toccare con mano il tuo Amore. Fammi strada Signore, e la tua strada sia la mia, per sempre. Luca Rubin Le foto sono di Tommaso Albrizio e fissano alcuni momenti del “nostro Giubileo”: l’abbiamo vissuto. sotto la neve, nella prima domenica di Quaresima. Le altre Parrocchie del Cadore hanno vissuto la stessa esperienza nelle successive domeniche quaresimali. 8 Sentieri Otto precauzioni per difendere il tuo matrimonio Quella che inizia come un'amicizia innocente si trasforma facilmente in un'interferenza nella coppia. È sempre più evidente che la nostra società è particolarmente ostile nei confronti del matrimonio. C'è chi si sposa senza dare importanza all'impegno dell'esclusività e della fedeltà. Per questo, ha senso moltiplicare le precauzioni per difendere il matrimonio, cosa proposta da Jill Savage, fondatrice negli Stati Uniti di Hearts at Home, un servizio che esorta le madri a dedicarsi "a tempo pieno" alla casa e alla famiglia. UN'AMICIZIA INNOCENTE Jill fa un esempio. "Un padre del nostro vicinato è diventato il mio miglior amico", le diceva una giovane madre. "Andiamo con i bambini al parco, a fare spese, cuciniamo anche insieme una volta al mese. È una grande persona". "È evidente che questa donna non aveva idea del pericolo in sito in questa situazione apparentemente in offensiva", ha scritto la Savage in un articolo. "La storia è sempre la stessa: il coniuge infedele ha sviluppato una relazione che è iniziata come un' amicizia innocente, con qualcuno con cui poter parlare, qualcuno che ascoltava, che si preoccupava". PIANTARE UNA PALIZZATA DI PROTEZIONE "Dobbiamo piantare una palizzata di protezione intorno al nostro matrimonio, ovvero prendere in anticipo decisioni che tengano lontana la tentazione e rendano il matrimonio una priorità", ha raccomandato Jill come consulente familiare e matrimoniale. In concreto, raccomanda 8 precauzioni per difendere la relazione. l. COMPI SCELTE SAGGE Evita di trascorrere del tempo superfluo con qualcuno del sesso opposto. Ad esempio, se cerchi un allenatore personale in palestra, scegli una persona del tuo stesso sesso. 2. CONDIVIDI SAGGIAMENTE Se un giorno ti rendi conto che stai condividendo con qualcuno segreti e intimità su di te e sul tuo matrimonio che non hai condiviso con il/la tuo/a sposo/a, è un segnale di allarme. Anche un legame emotivo con qualcuno, pur non arrivando a diventare sessuale, può danneggiare molto la relazione. 3. CERCA DI STARE IN LUOGHI PUBBLICI Fai il proposito di non darti appuntamento da sola/o con qualcuno dell'altro sesso. Se un/a amico/a ti invita a mangiare o ad accompagnarlo/a, fa' che venga una terza persona. Non esitare a spiegargli/le, se serve, che hai deciso così con il tuo coniuge. Può servire a dare l'esempio. 4. NON ESSERE INGENUO/A La maggior parte della gente che finisce per avere una relazione non voleva averla; l'infedeltà inizia come una relazione innocente che alla fine raggiunge una profondità emotiva che attraversa la linea della fedeltà. 5. AUMENTA IL TUO "INVESTIMENTO" IN CASA I matrimoni forti si ottengono passando del tempo insieme, ridendo insieme, giocando insieme. Se non hai appuntamenti con il tuo partner, pianifica già appuntamenti per i prossimi mesi e fa' che trascorrere del tempo insieme sia una priorità. 6. FA' ATTENZIONE A CIÒ CHE PENSI Se pensi tutto il giorno ai difetti del tuo coniuge, se il tempo che dedichi a pen sare a lui/lei si concentra su mancanze e rimproveri, è facile che qualsiasi altra persona possa sembrarti migliore e ti attiri. Scrivi una lista dei punti forti che ti hanno attratto inizialmente nel tuo partner. Sostieni, incoraggia, appoggia e diminuisci le critiche. 7. NON GIOCARE A PARAGONARE Tutti abbiamo comportamenti sbagliati, manie ed errori. È ingannevole paragonare tuo/a marito/moglie a un nuovo conoscente, perché non vediamo il nuovo arrivato nel mondo reale, in quello della condivisione del tetto, di curare i bambini alle tre del mattino, di far quadrare i conti ... 8. CERCA AIUTO Cercare aiuto è un segno di forza, non di debolezza. Cerca aiuto chi è disposto a combattere, è un primo passo di forza. Ricorri ai Sacramenti, mantieniti saldo nella tua fede, cerca un sacerdote o un terapeuta familiare cristiano, un buon consigliere .. . Ti daranno una prospettiva serena per stabilire nuove strategie per proteggere e difendere il tuo matrimonio. Sentieri Sette consigli per educare tuo figlio Un papà racconta Sul frigorifero di casa, mio padre un giorno appese un foglio con questa citazione: "Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno di voi e la stima che voi avete di loro; più di mille raccomandazioni soffocanti, saranno aiutati dai gesti che videro in casa: gli affetti semplici, certi ed espressi con pudore, la stima vicendevole, il senso della misura, il dominio delle passioni, il gusto per le cose belle e l'arte, la forza anche di sorridere." Firmato Sant'Ambrogio. Ogni volta che aprivo il frigo l'occhio mi cadeva sempre su una o due parole. E anche se ero distratto, non potevo non fare i conti con quanto era scritto su quel foglietto che ingialliva col passare degli anni, ma che imperterrito restava lì. Come se Sant'Ambrogio continuasse a dirmi "guarda che queste parole le ho preparate per te: valevano quando le ho scritte, valgono ora e varranno per sempre". Oggi mi appresto a diventare padre e per la prima volta rileggo queste righe con "un occhio nuovo". Un senso di impotenza, misto a timore, pervadono il mio cuore. Sarò un buon padre? Saprò accompagnare mio figlio nella strada che è stata preparata per lui? E poi che ne sarà di lui? La sfida sta per cominciare. Ed essere dentro la compagnia della Chiesa, con un grande alleato come Sant'Ambrogio non può che rendere più gustoso e avvincente l'inizio di questo cammino. Desidero quindi condividere con tutti voi il testo che va a completare la citazione. E' un estratto dai "Sette dialoghi con Ambrogio, Vescovo di Milano " (Centro Ambrosiano, 1996). l. L'educazione dei figli è impresa per adulti disposti ad una dedizione che dimentica se stessa: ne sono capaci marito e moglie che si amano abbastanza da non mendicare altrove l'affetto necessario. 2. Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno: non sognate per loro i vostri desideri. Basterà che sappiano amare il bene e guardarsi dal male e che abbiano in orrore la menzogna. 3. Non pretendete dunque di disegnare il loro futuro; siate fieri piuttosto che vadano incontro al domani con slancio anche quando sembrerà che si dimentichino di voi. 4. Non incoraggiate ingenue fantasie di grandezza, ma se Dio li chiama a qualcosa di bello e di grande, non siate voi la zavorra che impedisce di volare. 5. Non arrogatevi il diritto di prendere decisioni al loro posto, ma aiutateli a capire che decidere bisogna, e non si spaventino se ciò che amano richiede fatica e fa qualche volta soffrire: è insopportabile una vita vissuta per niente. 6. Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno di voi e la stima 9 che voi avete di loro; più di mille raccomandazioni soffocanti, saranno aiutati dai gesti che videro in casa: gli affetti semplici, certi ed espressi con pudore, la stima vicendevole, il senso della misura, il dominio delle passioni, il gusto per le cose belle e l'arte, la forza anche di sorridere. E tutti i discorsi sulla carità non mi insegneranno di più del gesto di mia madre che fa posto in casa per un vagabondo affamato: e non trovo gesto migliore per dire la fierezza di essere uomo di quando mio padre si fece avanti a prendere le difese di un uomo ingiustamente accusato. 7. I vostri figli abitino la vostra casa con quel sano trovarsi bene che ti mette a tuo agio e ti incoraggia anche ad uscire di casa, perché ti mette dentro la fiducia in Dio e il gusto di vivere bene. Sempre pronti e generosi Anche, quest’anno, nella notte di Natale, abbiamo apprezzato il calore e la simpatia dei nostri Alpini che ci hanno atteso, per un brindisi e un augurio, sul sagrato della Chiesa. 10 Sentieri DOMENICA DA VIVERE 1. Preparati con la mente e il cuore al “giorno del Signore": eviterai di banalizzarlo. 2. Non anteporre nessuno e nulla alla Messa festiva: la domenica è molto di più del riposo sindacale o scolastico. L’APERTURA DELL’ANNO SANTO Era la domenica di Cristo Re, verso la fine di novembre del 2015 quando siamo stati invitati a vivere le proposte di papa Francesco con il dono dell’Anno Santo. L’abbiamo fatto partendo dal piazzale di Tai fino alla Chiesa Arcidiaconale pregando e riflettendo sulla misericordia di Dio nei nostri confronti. Quante porte saremo capaci di aprire per andare incontro al nostro prossimo? Sarà questo l’impegno per i prossimo mesi. 3. Dà del tempo ai tuoi familiari e amici: è squallido ricorrere a loro solo nel momento del bisogno! 4. Ritagliati qualche pausa di tranquillità fisica e interiore: non si può vivere sempre di fretta! Ricerca il silenzio, il contatto con la natura per rientrare in te stesso. 5. Cerca di disintossicare la tua mente: togli i pensieri invadenti e aggressivi. La Parola del Signore, la preghiera fiduciosa possono esserti di grande aiuto. 6. Non affidare questo giorno alla regia dei canali televisivi ed evita di spenderlo in mille attività. Non lasciarti «drogare» o uccidere dalla routine dei giorni feriali. 7. Resisti al fascino della trasgressione nel bere, nello spendere... Non sono i vestiti, gli appuntamenti, i risultati sportivi che aiutano a fare festa! 8. Partecipa, qualche volta, alle iniziative della tua Parrocchia. L’ andare sempre altrove non è garanzia di felicità. 9. Ricordati che la domenica è il primo e non I’ultimo giorno della settimana: se è un giorno fiacco e convenzionale, come saranno i giorni seguenti? 10. Porta nella vita della settimana quanto ricevi in dono alla Messa: soprattutto la serenità del cuore, la capacità critica e l'impegno del servizio. L’orologio Dì qualcosa di carino alla persona che ami. Adesso. Celebravano i 50 anni di matrimonio. Erano felici circondati da figli e nipoti. Al marito fu chiesto quale fosse il segreto di un matrimonio cosí duraturo. Il vecchio signore chiuse un attimo gli occhi e poi, come ripescando nella memoria un ricordo lontano, raccontò. "Lucia, mia moglie, era l'unica ragazza con cui fossi mai uscito. Ero cresciuto in un orfanatrofio e avevo sempre lavorato duro per ottenere quel poco che avevo. Non avevo mai avuto tempo per uscire con le ragazze, finché Lucia non mi conquistò. Prima ancora di rendermi conto di quello che stava accadendo, l'avevo chiesta in moglie. Eravamo cosí giovani, tutti e due. Il giorno delle nozze, dopo la cerimonia in chiesa, il padre di Lucia mi prese in disparte e mi diede in mano un pacchettino. Disse: "Con questo regalo, non ti servirà altro per un matrimonio felice". Nella scatola c'era un grosso orologio d' oro. Lo sollevai con cautela. Mentre lo osservavo da vicino, notai un' incisione sul quadrante: era un' esortazione molto saggia e l'avrei vista tutte le volte che avessi controllato l'ora". L'anziano signore sorrise e mostrò il suo vecchio orologio. C'erano delle parole un po' svanite, ma ancora leggibili sul quadrante. Quelle parole recavano in sé il segreto di un matrimonio felice. Erano le seguenti: "Dì qualcosa di carino a Lucia". Sentieri SPUNTI Dl RIFLESSIONE PER IL NUOVO ANNO (MA È ANCORA "NUOVO"?) Il paradosso del nostro tempo nella storia è che abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse, autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti. Spendiamo di più, ma abbiamo meno, comperiamo di più, ma godiamo meno. Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole, piu comodità, ma meno tempo. Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso, più conoscenza, ma meno giudizio, più esperti, e ancor più problemi, più medicine, ma meno benessere. Beviamo troppo, fumiamo troppo, spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo, facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi, vediamo troppa TV, e preghiamo di rado. della moralità a perdere, delle relazioni di una notte,dei corpi sovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto dal rallegrarti al calmarti, all'ucciderti. E’ un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina e niente in magazzino. Ricordati di spendere del tempo con i tuoi cari ora, perché non saranno con te per sempre. Ricordati di dire una parola gentile a qualcuno che ti guarda dal basso in soggezione, perché quella piccola persona presto crescerà e lascerà il tuo fianco. Ricordati di dare un caloroso abbraccio alla persona che ti sta a fianco, perché è l'unico tesoro che 11 puoi dare con il cuore e non costa nulla. Ricordati di dire “vi amo” ai tuoi cari, ma soprattutto pensalo. Un bacio e un abbraccio possono curare ferite che vengono dal profondo dell'anima. Ricordati di tenerle le mani e godi di questi momenti perché un giorno quella persona non sarà più lì. Dedica tempo all’amore, dedica tempo alla conversazione, e dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente. E RICORDA SEMPRE: la vita non si misura da quanti respiri facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro. QUELLI ERANO GIORNI Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà ma ridotto i nostri valori. Parliamo troppo, amiamo troppo poco e odiamo troppo spesso. Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere, ma non come vivere. Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni. Siamo andati e tornati dalla Luna, ma non riusciamo ad attraversare la strada per incontrare un nuovo vicino di casa. Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno. Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori. Abbiamo pulito l’aria, ma inquinato l’anima. Abbiamo dominato l’atomo, ma non i pregiudizi. Scriviamo di più, ma impariamo meno. Planifichiamo di più, ma realizziamo meno. Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare. Costruiamo computer più grandi per contenere più informazioni, per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno. Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta, grandi uomini e piccoli caratteri, ricchi profitti e povere relazioni. Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa e getta, Davanti ad una foto come questa ci si deve soffermare e riflettere sui particolari: dalla donna che porta l’acqua con il caratteristico “thampedòn”, ai bambini accovacciati sulla destra. La didascalia c’informa che siamo davanti alla casa natale di Tiziano nel 1900 circa. Anche l’edificio ha subito tante trasformazioni da come lo vediamo noi, oggi. Non ci sono più le indicazioni, sulla destra: “barbitonsore” e “borgata Arsenale”. Due lampioni, sull’angolo della casa, ci dicono del progresso che cominciava a diffondersi con l’arrivo dell’energia elettrica. Fa impressione la bassa statuta della donna con i secchi dell’acqua come pure é im- pressionante la curvatura della sua schiena. No si sarà mica messa in posa con un po’ di civetteria femminile? “Fratelli e sorelle carissimi, con lo sguardo fisso su Gesù e sul suo volto misericordioso, il Santo Padre ci invita a vivere un anno di grazia che dischiude per tutti noi e per l’umanità intera la porta della misericordia di Dio”. 12 Sentieri CAMPANE A FESTA PER L’ECUMENISMO Giovedì 21 gennaio scorso, un festoso scampanio, insolito alle 20.30, ha scosso la calma serale di Pieve di Cadore. Molti paesani devono essersi chiesti cosa indicasse. Quel suono invitava i fedeli delle varie chiese cristiane a una celebrazione comunitaria nell'ambito della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Pur nell'esiguità delle presenze, nel corteo con cui si è aperta la celebrazione, officiata da don Pierluigi Larese membro del gruppo ecumenico diocesano, era un cristiano ortodosso a reggere il cero pasquale, QUERCIA SECOLARE ( poesia dedicata a tutti i nonni ) Così forte che nemmeno il vento può scalfire... Così alta da poter sfiorare il cielo con il dito... Così imponente da proteggere i fiori sparsi nelle tue radici... Così essenziale da essere sempre presente, in qualsiasi situazione... Così generosa da aiutare i suoi fiori quando stanno perdendo i loro petali. Questo è quello che sei, nonna per me. Questo è quello che pensano i tuoi fiori di te mentre li proteggi da un’altra tempesta, con i tuoi folti rami... Questo è quello che sei..., il punto di riferimento, l’albero che la pioggia, il vento e l’uomo non potranno mai scalfire. Sai, non ci vuole molto ad essere un albero, ma ci vuole forza per resistere nel tempo... nonostante tutto. Grazie per avermelo insegnato. Ti voglio bene. Tuo nipote simbolo di Cristo luce del mondo, mentre una cristiana valdese portava il sale, simbolo del sapore che la fede conferisce alla vita. Il libretto della celebrazione, predisposto quest'anno dal gruppo ecumenico della Lettonia, è stato riprodotto dall'Arcidiacono in abbondanza di copie. Grazie a questo ausilio, tutti insieme abbiamo lodato Dio col canto; tutti insieme lo abbiamo pregato di riunirei in un solo corpo; tutti insieme abbia, poi ascoltato l'omelia di don Pierluigi, che ha illustrato e antiche origini delle nostre divisioni e le loro cause, nonché la volontà di superarle espressa dalle varie chiese: la divisione è uno scandalo che contravviene nettamente alla raccomandazione di amarci e restare uniti lasciataci da Cristo prima della sua ascensione. L'officiante ci ha anche ricordato che, come papa Francesco ci ha detto, i martiri cristiani, di ogni tempo, a qualsiasi chiesa appartengano, sono nostri fratelli, scrive uno dei partecipanti. I partecipanti al rito, raccolti nei banchi del presbiterio, esprimevano tutti emozione e letizia. Sentieri La lettera del Vescovo eletto Renato Marangoni alla sua nuova chiesa di Belluno Feltre Alla Chiesa di Dio che è in Belluno-Feltre Eccomi! Mi presento con la trepidazione che mi accerchia per dare a tutti voi – Chiesa del Signore in Belluno-Feltre – il mio abbraccio di comunione. In questo momento inedito e inaspettato non nascondo di cercare accoglienza e comprensione. Posso confidarvi che mi sono sentito precedere da quel “sì” che, poi, ho cercato di dire con il cuore quando mi è stato comunicato che Papa Francesco mi chiamava ad essere Vescovo nella vostra Chiesa. C’è un’appartenenza di Grazia che precede, chiama e dà anche la fiducia di rispondere. Sono convinto che è un “sì” vicendevole – mio e di tutti voi – da vivere ogni giorno, un sì al Vangelo di Gesù, perché oggi si compia ancora, anche tramite noi. Condivido con voi questo mio sentire. Sono certo che è già arricchito dalla storia di fede della vostra e, ora, nostra Chiesa. A tutte le comunità ecclesiali esprimo la mia attesa di poterle incontrare nel nome del Signore Gesù, con il desiderio di conoscerle, di ascoltarle per poi aiutarci insieme. Siamo tutti “poca cosa” ma gli uni con gli altri, guidati dallo Spirito, possiamo essere «segno e strumento dell’intima comunione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (LG 1). Un pensiero di affetto e riconoscenza va al Vescovo Giuseppe. La gioia di succedergli sgorga dalla scia di fedeltà di cui la vita delle Chiese è intessuta. Il mio affettuoso saluto va a tutto il presbiterio, dal prete più giovane al prete più anziano, in particolare a chi si sente più solo o affaticato. Permettetemi un ulteriore sentimento, riguarda lo scenario stupendo delle vostre montagne che tanto ho ammirato e frequentato. Ora scopro che quel fascino anticipava la gioia e la fatica di camminare insieme, di esserci gli uni per gli altri, di salire insieme verso una speranza che non abbia fine e che sia per tutti, donne e uomini di qualsiasi appartenenza. Ci raccogliamo nella preghiera. La immagino simile al cammino del Buon Samaritano: insieme ci facciamo carico delle fatiche delle nostre famiglie e delle nostre comunità, di ogni persona anziana o in situazione di malattia, di disabilità, di ferita interiore o 13 negli affetti, di disoccupazione, di abbandono, di fragilità, di povertà. Ancor più motivati e sostenuti dal Giubileo della misericordia! Accanto a questa preghiera mi viene spontaneo osare un invito: affidiamoci alle “nuove generazioni”, al loro intuito, alle loro abilità, alle loro inquietudini, al loro sguardo, all’aspirazione più profonda che le abita. Possiamo sperare solo con loro! Il mio pensiero si rivolge, inoltre, a tutte le Istituzioni presenti e operanti nel territorio della Diocesi. Insieme potremo collaborare, con sincerità e rispetto, per un di più di bene, di giustizia e di misericordia. Con l’animo riconoscente alla Chiesa di Padova di cui sono figlio ammirato, eccomi a te, Chiesa di Belluno-Feltre! Il nostro arrivederci lo poniamo accanto alle parole rassicuranti di Gesù: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15,16). don Renato Marangoni Padova, 10 febbraio 2016 IN ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO Uno dei momenti più significativi del Giubileo celebrato nel nostro Santuario del Cristo é incentrato nell’ascolto della Parola di Dio: Egli ci comunica tutto il suo interesse per la nostra riuscita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l'uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. Ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell'agire del Padre. 14 Sentieri Lunga vita agli sposi IEN A NANA Sta ceto canaja, sta ceto e jen ka, ché ades te fas nana pe del to papà. Te ciantarei iò la nina nana, parchè non l'è ca la to mama. Stasera, fiolet, eia no l'è, l'è désta a comprate balok e bebè. E ades che te sos indormenzà, puose anca dite la verità: tristeza e dolor i à pasà sta porta, parché la mama incuoi l'è morta. Ma l'è desta onde se duia e ride e mai se laora o se fa fadie Par l'arcobalen, iò ignante e 'po tu, se tiraron 'na di in lasù. Nella Messa domenicale del 21 febbraio abbiamo pregato con Canaider Mario e Tina Zandegiacomo nel loro cinquantesimo anni di vita coniugale. Il Vangelo di quella domenica quaresimale presentava Gesù nella sua splendente trasfigurazione; nella preghiera abbiamo chiesto al Signore per questi sposi una continua trasfigurazione in tutte le componenti della vita coniugale. La famiglia é “chiesa domestica” quando prega, quando aiuta, quando educa, quando incontra: lo abbiamo chiesto, con fiducia, al Signore, Dio della vita. E pescaron pe de ela 'ntel ziel, biscote inte ai rù de lat e de miel. E coraron pai prà dutte d'or, che i sa de carefe e parfuma de amor. VIENI A NANNA Sta' quieto, birbante, stai quieto e vieni qua, che adesso fai la nanna col tuo papà. Ti canterò io la ninna nanna, perché non c'è qua la tua mamma. Stasera, figliolo, lei non c'è, è andata a comprarti giocattoli e bambolotti. E adesso che sei addormentato, posso anche dirti la verità: tristezza e dolore hanno varcato questa porta perché la mamma oggi è morta. Ma è andata dove si gioca e si ride e mai si lavora o si fanno fatiche. Per l'arcobaleno, prima io e poi tu, ci arrampicheremo un giorno fm lassù. E pescheremo con lei nel cielo biscotti dentro ai ruscelli di latte e miele E correremo per i prati tutti d'oro cha hanno il sapore delle carezze e profumano d'amore. Alessandro Sepulcri Sentieri Nell’ultimo sabato del mese a Sottocastello 15 A Sottocastello è molto apprezzata dai frequentatori la tombola paesana che si tiene nella sala dell’ex cooperativa, data in gestione dal Comune, ogni ultimo sabato del mese ormai da più di cinque anni. E’ un’interessante occasione per stare insieme. Durante la serata, nell’intervallo del gioco, come si vede dalla foto, si gustano torte, biscotti e dolci vari offerti dalle generose signore del paese. Il Gruppo Volontari per Sottocastello è orgoglioso anche di organizzare, ogni tanto, sempre nella stessa stanza, una cena a base di patate e formaggio, polenta e “renghe” o altri piatti tradizionali; durante la cena si parla anche delle varie donazioni che il Gruppo elargisce con il ricavato della Sagra di san Lorenzo, una sagra che vivacizza tutto il paese per più giorni. Il Direttivo è capeggiato da Ciotti Osvaldo che, insieme ai collaboratori gestisce la generosità dei partecipanti con il sostegno di alcune iniziative e realtà sociali. come significativo segno di fiducia nel futuro del paese. Il Gruppo è ben affiatato e ricco di iniziative ma è anche aperto all’ingresso di altri soci per rendere sempre più significativa la vitalità del paese: è segno di saggezza riuscire a produrre in proprio ciò che non arriva dall’esterno; ecco allora il ritrovarsi in tanti, condividere momenti di allegria ma anche di solidarietà, scoprire che non si vive solo accanto agli altri ma anche per gli altri donando generosamente il sorE’ interessante ad esempio il conriso, la simpatia e anche qualcosa di concreto. Ogni ultimo sabato del tributo che elargiscono per ogni mese la porta è aperta per quanti vogliono sentirsi parte viva della Coneonato di Sottocastello: 200 euro munità. della corona presso il monuLA GIORNATA DELLA MEMORIA mento, era presente Sopracolle Lucio, uno degli ultimi testiAlla fine di gennaio, anche conda guerra mondiale con i moni di allora, mentre Enzo quest’anno, abbiamo celebrato campi di concentramento. Nei Soravia, presidente del Gruppo la “Giornata della Memoria” ri- due momenti significativi, la Internati, era “andato avanti” cordando la tragedia della se- Santa messa e la deposizione qualche settimana prima. La presenza di alcune Classi di Alunni ha permesso alla nostra Sindaca di ricordare i tragici fatti del passato ma anche la necessità di essere costruttori di pace nel nostro ambiente di vita. A quest’invito è seguita, da parte dell’arcidiacono, la recita della preghiera di san Francesco d’Assisi “Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace...”. Questo valore, la pace, non riguarda solo la convivenza non facile tra gli stati ma coinvolge la vita feriale d’ogni giorno e ci coinvolge tutti; è un impegno a cui tutti siamo e dobbiamo sentirci coinvolti. 16 Sentieri Papa Francesco c’invita a riflettere per ritrovare, ogni giorno, il gusto della vita