Sentieri
ANNO IV - N. 1 - PRIMAVERA 2016
BOLLETTINO DELLE PARROCCHIE DI S. MARIA NASCENTE DI PIEVE DI CADORE
E DI S. TOMMASO APOSTOLO DI POZZALE
Piazza Tiziano 41, Pieve di Cadore (BL)
Iscrizione Tribunale di Belluno n. 2/2013 • Direttore don Diego Soravia • Resp. ai sensi di legge don Lorenzo
Sperti - Poste It. Spa, sped. in A.P., D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) art.1, c.2, NE/BL • Stampa
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DIOCESI DI BELLUNO-FELTRE
27/2/04 n. 46) art.1, c.2, NE/BL •
IL TUO VOLTO IO CERCO, SIGNORE
“L’anima mia ha sete del Dio vivente; quando vedrò il suo
volto?”. Quest’invocazione presente nel salmo.... l’abbiamo fatta
nostra mentre salivavamo per via
Arsenale e ci stavamo avvicinando alla Chiesa Arcidiaconale;
era il 22 novembre dell’anno appena trascorso.
Quel giorno, provenendo da tante
Parrocchie del Cadore, abbiamo
iniziato il Giubileo della Misericordia: un anno di riscoperta della
tenerezza di Dio, della sua benevolenza e misericordia verso di
noi e del nostro impegno ad essere
comprensivi della fragilità presente in chi ci sta accanto. Non
giudicare, non condannare, perdonare e donare: ecco le proposte
concrete per rendere impegnativo
il giubileo straordinario regalatoci
da papa Francesco.
****
Per poter donare bisogna prima
avere; ecco allora la necessità di
sentirci destinatari dell’amore di
Dio : con lo sguardo fisso su Gesù
e sul suo volto misericordioso, il
Santo Padre ci invita a vivere un
anno di grazia che dischiude per
tutti noi e per l’umanità intera la
porta della misericordi di Dio.
Nella “pienezza del tempo”
quando tutto era disposto secondo
il suo pano di salvezza, Dio
mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in
modo definitivo il suo amore. Chi
vede Lui vede il Padre. Gesù di
Nazareth con la sua Parola, con i
suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio
vero tutte le persone. Nel suo
cuore non c’è zona d’ombra dove
qualcuno possa sentirsi uno
scarto!
GIUBILEO
della
MISERICORDIA
2015-2016
****
Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di
ogni persona quando guarda con
gli occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita.
Misericordia: é la via che unisce
Dio a l’uomo, perché apre il cuore
alla speranza di essere amati per
sempre nonostante il limite del nostro peccato. Il Papa ci propone il
Giubileo Straordinario della misericordia come tempo favorevole
per la Chiesa, perché renda più
forte ed efficace la testimonianza
dei credenti.
****
Cosa farò
durante quest’anno?
- terrò viva in me la serenità: so,
per certo, di essere amato da Dio.
- riscoprirò il sacramento della misericordia. la CONFESSIONE
come momento di grande amore
di Dio verso di me debole e fragile
- guarderò il fratello e la sorella
con occhi nuovi.
- non chiederò a Dio di perdonarmi e poi negherò il perdono a
chi mi ha fatto un torto.
- insieme alla porta del giubileo
Santuario del Cristo
Apertura
Venerdì 8.00 - 9.00
Sabato 8.00 - 11.00
CONFESSIONI
in orario di apertura
CHIESA
C
HIIIE
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GIUBILARE
G
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UBI
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LA
L
AR
A
RE
“Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri (Salmo 24)
terrò aperta la porta del cuore
mentre sono in casa, mentre lavoro con il collega, mentre guido
con prudenza per strada, mentre
terrò sotto controllo la lingua:
quanto male infatti fanno le parole
quando sono mosse da sentimenti
di gelosia e invidia!
- mi sentirò in cammino con la
mia Comunità cristiana verso un
cristianesimo più gioioso e coraggioso.
don Diego
2
Sentieri
Volete farmi felice? Leggete la Bibbia
Lettera di Papa Francesco ai giovani
Miei cari giovani amici,
se voi
vedeste la mia Bibbia, forse non
ne sareste affatto colpiti. Direste:
«Cosa? Questa è la Bibbia del
Papa? Un libro così vecchio, così
sciupato!». Potreste anche regalarmene una nuova, magari anche
una da 1.000 euro: no, non la vorrei. Amo la mia vecchia Bibbia,
quella che ha accompagnato metà
della mia vita. Ha visto la mia
gioia, è stata bagnata dalle mie lacrime: è il mio inestimabile tesoro.
Vivo di lei e per niente al mondo
la darei via.
La Bibbia per i giovani, che avete
appena aperto, mi piace molto: è
così vivace, così ricca di testimonianze di santi, di giovani, che fa
venir voglia di leggerla d’un fiato,
dall’inizio fino all’ultima pagina.
E poi…? Poi la nascondete, sparisce sul ripiano di una libreria, magari dietro, in terza fila, finendo
per riempirsi di polvere. Finché un
giorno i vostri figli la venderanno
al mercatino dell’usato. No: questo non può essere!
Voglio dirvi una cosa: oggi,
ancor più che agli inizi della
Chiesa, i cristiani sono perseguitati; qual è la ragione? Sono perseguitati perché portano una croce
e danno testimonianza di Cristo;
vengono condannati perché possiedono una Bibbia. Evidentemente la Bibbia è un libro
estremamente pericoloso, così rischioso che in certi Paesi chi possiede una Bibbia viene trattato
come se nascondesse nell’armadio
bombe a mano!
Mahatma Gandhi, che non era
cristiano, una volta disse:
«A voi cristiani è affidato un testo
che ha in sé una quantità di dinamite sufficiente per far esplodere
in mille pezzi la civiltà tutta intera, per mettere sottosopra il
mondo e portare la pace in un pianeta devastato dalla guerra. Lo
trattate però come se fosse semplicemente un’opera letteraria,
niente di più».
Che cosa tenete allora in mano?
Un capolavoro letterario? Una
raccolta di antiche e belle storie?
In tal caso, bisognerebbe dire ai
molti cristiani che si fanno incarcerare e torturare per la Bibbia:
«Davvero stolti e poco avveduti
siete stati: è solo un’opera letteraria!». No, con la Parola di Dio la
luce è venuta nel mondo e mai più
sarà spenta.
Nella mia esortazione apostolica
Evangelii gaudium ho scritto:
«Noi non cerchiamo brancolando
nel buio, né dobbiamo attendere
LA COMUNITÀ
IN FESTA
- 1° MAGGIO, nel pomeriggio : PELLEGRINAGGIO ALLA
CATTEDRALE DI
BELLUNO
per il GIUBILEO
DELLA
MISERICORDIA
- SANTA MESSA
DI PRIMA
COMUNIONE:
8 MAGGIO ORE
10.30
- SACRAMENTO
DELLA CRESIMA:
22 MAGGIO
ORE 11.00
che Dio ci rivolga la parola, perché realmente “Dio ha parlato,
non è più il grande sconosciuto,
ma ha mostrato se stesso”. Accogliamo il sublime tesoro della Parola rivelata» (n. 175).
Avete dunque tra le mani qualcosa di divino: un libro come
fuoco, un libro nel quale Dio
parla. Perciò ricordatevi: la Bibbia
non è fatta per essere messa su
uno scaffale, piuttosto è fatta per
essere tenuta in mano, per essere
letta spesso, ogni giorno, sia da
soli sia in compagnia. Del resto in
compagnia fate sport, andate a
fare shopping; perché allora non
leggere insieme, in due, in tre o in
quattro, la Bibbia? Magari all’aperto, immersi nella natura, nel
bosco, in riva al mare, la sera al
lume di una candela… farete
un’esperienza potente e sconvolgente. O forse avete paura di apparire ridicoli di fronte agli altri?
Leggete con attenzione. Non rimanete in superficie, come si fa
con un fumetto! La Parola di Dio
non la si può semplicemente scorrere con lo sguardo! Domandatevi
piuttosto: «Cosa dice questo al
mio cuore? Attraverso queste parole, Dio mi sta parlando? Sta
forse suscitando il mio anelito, la
mia sete profonda? Cosa devo
fare?». Solo così la Parola di Dio
potrà dispiegare tutta la sua forza;
solo così la nostra vita potrà trasformarsi, diventando piena e
bella.
Voglio confidarvi come leggo la
mia vecchia Bibbia: spesso la
prendo, la leggo per un po’, poi la
metto in disparte e mi lascio guardare dal Signore. Non sono io a
guardare Lui, ma Lui guarda me:
Dio è davvero lì, presente. Così mi
lascio osservare da Lui e sento —
e non è certo sentimentalismo —,
percepisco nel più profondo ciò
che il Signore mi dice.
A volte non parla: e allora non
sento niente, solo vuoto, vuoto,
vuoto… Ma, paziente, rimango là
e lo attendo così, leggendo e pregando. Prego seduto, perché mi fa
male stare in ginocchio. Talvolta,
pregando, persino mi addormento,
ma non fa niente: sono come un figlio vicino a suo padre, e questo è
ciò che conta. Volete farmi felice?
Leggete la Bibbia.
PAPA FRANCESCO
(tratto da www.laciviltacattolica.it)
ANAGRAFE DI PIEVE
Sentieri
3
GIUNTI AL TRAGUARDO
DELL’ETERNITA’
19. CIOTTI LIBERALE, di anni
89, morto a Pieve il 2 dicembre.
23. BOCCINGER GIORGINA,
di anni 73, morta a Sottocastello il
31 dicembre. Il funerale a Sappada il 2 gennaio 2015.
2016
5. TABACCHI ELVIRA ved.
MEREU, di anni 101, morta a
Pieve il 27 febbraio.
Hanno cominciato a vivere
con il Sacramento
del Battesimo
9. DI LANDRO GAIA, di Andrea e di Sonaggere Silvia, nata a
Treviso il I° maggio 2015 e battezzata a Pieve il 27 dicembre.
2016
20. GHIRALDO ELDA, di anni
86, morta a Pieve il 18 dicembre.
21. TABACCHI BRUNA, di
anni 90, morta a Forno di Zoldo il
23 dicembre e sepolta a Pieve.
22. MUIA ROCCO, di anni 83,
morto improvvisamene a Pieve il
27 dicembre.
1. TABACCHI BARNABA, di
anni 90, morto a Pieve il 9 gennaio.
2. ARIESTI ROSA, vedova Pavanello, di anni 82, morta a Pieve
il 13 gennaio.
3. SCARPARO MARIA FIORELLA di anni 85, morta a Pieve
il 19 gennaio.
4. DA CORTE DELIO, di anni
67, morto a Belluno il 28 gennaio.
1. BACCHETTI GABRIELE di
Paolo e di Milena Mina Plaito, ,
nato a Belluno il 28.08 e battezzato in Pieve il 7 febbraio.
ANAGRAFE DI POZZALE
GIUNTI AL TRAGUARDO
DELL’ETERNITA’
4. LONGIARU’ FAUSTINA, di
anni 99, morta a Padova il 27 novembre e sepolta a Pozzale.
5. GIOVANNI BATTISTA DA
FORNO PANIZZA di anni 92,
morto il 29 dicembre all’ospedale di
Pieve e sepolto a Pozzale.
2016
1. DE MARTIN PIERINA coniug.
MELI di anni 63 , morta a Pieve il 2
febbraio.
“Non procedere
dove il sentiero
è già segnato.
Vai invece
dove il sentiero
non c’è
e lascia
una traccia”.
(Mahatma Ghandi)
4
Sentieri
LE NOSTRE SACRE FAMIGLIE
Nel gioioso clima natalizio molte famiglie hanno accolto l’invito di trovarsi in Chiesa per ringraziare il
Signore del dono della vita coniugale
e per chiedere la protezione della
Sacra Famiglia di Nazareth sul loro
cammino quotidiano.
Se fossimo anche noi cultori dell’umiltà! Se imparassimo a considerarci servi della felicità degli altri,
collaboratori dell’unico progetto di
gioia che la famiglia è chiamata a realizzare secondo Dio. È necessario,
per fare questo, mutare le nostre categorie, perché, diversamente da
quello che si crede, l’umiltà non è la
virtù che abita nel cuore dei deboli,
ma la qualità interiore che brilla nelle
anime forti, in coloro che non hanno
paura della verità di Dio e di se stessi,
che si lasciano portare dal vento dello
Spirito, l’unico capace di aprire
strade nuove solo per chi si lascia sradicare dalle proprie sicurezze.
Senza l’umiltà – il sostantivo deriva
da “humus” terra, l’umile è colui che
si riconosce creatura plasmata da Dio
e continuamente capace di essere rimodellata – le famiglie si disgregano
e non si riesce a costruire nulla, ciascuno persegue la propria idea, senza
trovare punti di accordo. L’umiltà,
dono dello Spirito, conduce lo sposo
ad ascoltare la sua sposa senza considerare inutile la parola che gli viene
donata, ma anzi offrendo la sua con
la volontà di far divenire le proprie
parole, pur se talvolta discordanti,
pietre che costruiscono la casa comune, mai muraglie di divisione e di
disprezzo perché l’altro la pensa diversamente.
Attraverso l’umiltà io
scelgo di farmi plasmare
dalle relazioni della vita
familiare, plasmo e mi lascio lavorare nel cuore e
nella mente, nei pensieri e
nei sentimenti, perché
nessuno è mai arrivato –
anche questo è umiltà,
non considerarsi mai arrivato! – sulla strada dell’amore. L’umiltà è verità.
Se dico di non essere infallibile, che posso cadere
nell’infedeltà, sbagliare a
parlare sotto l’impulso
dell’ira o della permalosità, confesso solo la verità di me stesso e mi
offro all’altro/a senza maschere, in umiltà appunto,
con quella creaturalità che è l’elemento costitutivo del mio essere. Ma
sempre l’umiltà mi abilita a sognare
con Dio, a collaborare con Lui che
rinnova la mia giovinezza, che riveste
di luce gioiosa i miei giorni. Più viviamo nell’umiltà e più il Signore ci
usa perché “Egli resiste ai superbi,
ma fa grazia agli umili” (1Pt 5,5).
Giovani e valori: ci sono, eccome!
Una mamma m’ha fatto leggere
una lettera inviatale dal figlio diciottenne in occasione della Festa
della Mamma; una lettera bella, interessante. La propongo ai lettori
del bollettino perché si confermino
nella convinzione che i giovani
non sono poi così vuoti o superficiali come potrebbe sembrare.
Al di là delle contestazioni o dei
momenti di stanchezza essi portano in sé valori e atteggiamenti
preziosi che lasciano ben sperare
per il mondo degli adulti nei prossimi anni. A noi godere di queste
parole e seguire i ragazzi con l’affetto, la vicinanza e la preghiera.
Cara mamma,
come vedi non mi sono
dimenticati di farti gli auguri e di
scriverti una lettera a cui, come mi
ripeti sempre, tieni molto. La Festa
della Mamma serve a ricordare ai
figli che possono contare sempre
su una persona molto importante:
la persona che ci ha messi al
mondo.
In quest’anno sono molto cambiato; mi sono reso conto che la
vita non é sempre semplice come
la vedevo la bambino; sono cambiate tante cose in me e mi rendo
conto d’avervi dato parecchie delusioni sia scolastiche sia comportamentali.
Vorrei sapere anch’io le cause di
questo mio cambiamento repentino
ma più ci penso più non trovo risposte. stando in città ho imparato,
forse, a far affidamento solo su me
stesso autogestendomi; questo
forse ha sottratto in me l’esigenza
di trovare sempre supporto in te.
Ma devo dirti la verità: nessuno
come te é capace di darmi il sorriso, di rendermi felice nei momenti tristi.
Mamma: tante volte se non sentissi la tua voce per telefono mentre mi trovo qui in città, mi sentirei
morire ed ho bisogno di te adesso
e per tutti i giorni che verranno.
Spero che i tuoi sforzi per farmi
raggiungere un risultato siano ripagati; io ci sto provando a mettercela tutta anche con le mie mille
difficoltà perché ho imparato che
una cosa fondamentale della vita é
la riconoscenza e io sono riconoscente per tutto quello che stai facendo per me.
Grazie per avermi fatto crescere
e grazie per avermi fatto la persona che sono.
Ti voglio bene.
Sentieri
Per conoscere
un po’ di più san Luca
I vangeli delle domeniche del nuovo
anno liturgico saranno tratti dal vangelo di S. Luca. Non è certo il più
usato nella tradizione pastorale della
Chiesa; e neppure è il più noto; il primato è sotto questo profilo di S. Matteo; terzo poi nell’ordine canonico. E
tuttavia esso appare per molti aspetti
privilegiato. È il più lungo di tutti i
Vangeli (oltre 19 mila parole greche),
è quello che ha maggiormente nutrito
l’iconografia cristiana, al punto che
una tradizione antica ha addirittura
raccomandato l’immagine di Luca
quale pittore egli
stesso.
Pensiamo a tale
proposito soprattutto ai capitoli
dell’infanzia, alle
immagini dunque
della Annunciazione, del presepio, della presentazione
al
tempio, di Gesù
dodicenne con i
dottori nel tempio; tutte queste
immagini, esclusive di Luca, grazie
all’iconografia relativa
hanno una parte
importante nella Baggio Foto Studio
storia della pietà
cristiana. Ma pensiamo anche ad altre
pagine esclusive di Luca: la cena di
Emmaus, l’ascensione del Signore, o
il gesto di “Veronica”; esso è all’origine di tutta la tradizione iconografica relativa al volto di Gesù. È stato
detto, con formula breve, che il vangelo di Luca è “il più bello” (Renan).
In ogni caso, esso appare come
quello più vicino alla sensibilità moderna. Non ci si può tuttavia limitare,
ovviamente, ad un apprezzamento di
carattere estetico. Il privilegio del
Vangelo di Luca riguarda anche e soprattutto i contenuti. Esso è il vangelo
della gioia, della misericordia, degli
umili e dei poveri; sono questi gli
aspetti che hanno suggerito a Dante
la felice definizione di Luca quale
“scriba mansuetudinis Christi”: ermeneuta e narratore della “mitezza”
del Cristo. Luca accorda un’attenzione decisamente spiccata alla misericordia.
La qualifica è soprattutto giustificata
dalle tre parabole della misericordia
esclusive di Luca: la pecora smarrita,
la dracma perduta e il figlio prodigo
(cap. 15): la triplice gioia dei protagonisti dei quadretti offre un’immagine di straordinaria efficacia della
gioia di Dio stesso a fronte di ogni
peccatore che si pente. Di quella
gioia in cielo è riflesso la gioia di
Gesù sulla terra, che riceve i peccatori e mangia con loro. Anche nella
parabola del buon samaritano la
punta è nella notazione che egli, passando accanto al malcapitato lo vide
e n’ebbe compassione (10, 33).
Il vangelo tutto è definito come annuncio della misericordia nelle parole
del sacerdote Zaccaria (inno del Benedictus): egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato
della sua santa alleanza (1, 72). Gesù
è la tenerezza di Dio fatta carne. Egli
ci comunica con l’intera vita, con il
suo insegnamento e i segni di guarigione nel corpo e nello spirito, come
Dio ha tanto amato e ama il mondo.
Gesù rivela il volto del Padre con
cuore di madre, pieno di misericordia
e compassione.
Basti pensare all’abbraccio del
padre che vede da lontano il figlio
che torna a casa dopo aver sperperato
la sua eredità, gli corre incontro, gli
si getta al collo e lo abbraccia teneramente colmo di gioia. Gesù non solo
5
comunica tenerezza ma è capace di
accoglierla. Si lascia amare teneramente (e anche pubblicamente) da
donne che non godono fama di santità, come l’anonima peccatrice di cui
parla Luca al cap. 7.
Non interrompe il pianto di quella
donna, non le dice “adesso basta”, lascia che pianga tutte le sue lacrime,
che gli asciughi i piedi con i suoi lunghi capelli, che glieli baci e cosparga
di profumo… Il fariseo che lo aveva
invitato a pranzo e i suoi ospiti restano allibiti e sgomenti davanti a
questa scena che sappiamo come va
a finire: non solo Gesù prende le difese ma elogia quella donna contrapponendo il suo atteggiamento a
quello del fariseo.
Ma, prima di tutte
queste figure ed
episodi di misericordia, il programma
della
misericordia
di
Gesù nel Vangelo
lucano è annunciato con il dis c o r s o
programmatico
nella sinagoga di
Nazaret: “Lo Spirito del Signore è
su di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a
portare ai poveri il
lieto annuncio, a
proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la
vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia
del Signore” (4, 18-19).
don Michele Favret
(articolo tratto da L’Azione, settimanale della
Diocesi di Vittorio Veneto)
CHE IO MI ACCETTI
Signore, riconciliami con me
stesso. Come potrei incontrare e
amare gli altri se non mi incontro
e non mi amo più?
Signore, tu che mi ami così come
sono e non come mi sogno, aiutami
ad accettare la mia condizione
di uomo, limitato
ma chiamato a superarsi.
Insegnami a vivere con le mie
ombre e le mie luci, con le mie dolcezze e le mie collere, i miei sorrisi
e le mie lacrime, il mio, passato
e il mio presente. Amen..
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FEBBRAIO IN COMUNITÀ
Sentieri
Ricordare gli avvenimenti vissuti in Parrocchia nei
mesi scorsi non è semplice cronaca o nostalgico ricordo del passato ma è un’occasione per rivivere alcuni momenti significativi della nostra piccola storia
locale. E’, inoltre, una buona occasione per condividere con chi vive ai margini della Parrocchia quanto
ha reso solenne e importante il tratto di strada a cui
sarebbe stato bello vedere anche la loro presenza.
Abbiamo iniziato con la FESTA DELLA CANDELORA il 2 febbraio: il ricordo delle belle
celebrazioni natalizie ci ha visti, con le candele accese, lodare il Signore per la sua presenza che è luce
sul nostro cammino spesso segnato da zone d’ombra. Quaranta giorni dopo il Natale abbiamo chiesto
al Signore che il presepio - magistralmente realizzato
da Ciotti Osvaldo e dai suoi valenti collaboratori, i
canti , sempre ben curati e eseguiti dal nostro Coro
Parrocchiale, i numerosi auguri scambiati in occasione del nuovo anno non siano riposti in un angolo
della nostra vita come vengono messe nel sottoscala
le statuine del presepio. Questo Gesù che abbiamo
adorato , cantato e ammirato continua ad essere presenza luminosa per la nostra vita.
***
Nella prima domenica di febbraio abbiamo celebrato la GIORNATA DELLA VITA con la
presenza, in chiesa, d’un bel gruppo di genitori con i
loro piccoli nati nell’anno appena trascorso. Si sono
fatti sentire questi piccoli, con le loro vocine e hanno
reso più significativa la nostra Messa animata dal
Coro Parrocchiale. A rendere più significativa la celebrazione ci ha pensato Gabriele Bacchetti che ha
ricevuto il Battesimo. il grande sacramento che c’inserisce nella vita cristiana. La celebrazione s’é conclusa con l’offerta delle primule ai parrocchiani. Con
questo contributo il nostro gruppo di Aiuto alla Vita
sostiene alcune famiglie in difficoltà mentre vedono
i loro piccoli crescere e affacciarsi alla vita.
***
Pochi giorni dopo eccoci nuovamente in Chiesa per
celebrare L’INIZIO DELLA QUARESIMA
con le ceneri sulle nostre teste. Quest’anno la Quaresima richiede una maggior partecipazione e consapevolezza perché siamo nel bel mezzo dell’Anno
Santo, anno straordinario della Misericordia. Ai presentì il Parroco ha indicato alcune scelte impegnative per rendere significativo il tempo che corre.
***
Il giorno dopo, l’11 febbraio, abbiamo celebrato la
GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
presso la residenza “Marmarole”, là dove soggiornano tati anziani. La nostra preghiera ha ricevuto una
forte carica di grazia mentre tanti anziani ricevevano
il sacramento dell’Unzione dei Malati. Al Personale
, agli Addetti all’Assistenza e ai Parenti dei Degenti
il celebrante ha ricordato il miracolo di Cana : Gesù
che, sollecitato da sua Madre, compie quel famoso
miracolo dell’acqua trasformata in vino, Anche noi
siamo chiamati ad interessarci positivamente di chi ci
sta accanto, delle sue debolezze e povertà “Qualsiasi
cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5): era questo il motto del
nostro appuntamento accanti ai malati e agli anziani.
Ha fatto piacere vedere un bel gruppo di Parrocchiani
presenti a quest’appuntamento annuale accanto agli
anziani. Uno dei possibili impegno per l’Anno santo
é quello di essere accanto a chi fa fatica anche solo
per portare il cucchiaio vicino alla bocca.
Abbiamo concluso la celebrazione invocando maria,
Salute degli Infermi: “al tuo cuore di Madre affidiamo la nostra vita: illuminati dalla fede, possiamo
sentire la vicinanza di Cristo che cammina al nostro
fianco, caricato della croce e ci aiuta a svelare il
senso delle nostre sofferenze”.
***
Infine altro grande appuntamento comunitario l’abbiamo vissuto domenica 14 febbraio, al pomeriggio
presso il SANTUARIO DEL CRISTO con
la celebrazione del “NOSTRO GIUBILEO”. E’ venuta a farci compagnia anche la neve
che non ha impedito la partecipazione di diversi fedeli delle Parrocchie del nostro Comune e anche di
Perarolo. Una celebrazione “coi fiocchi” a detta dei
partecipanti perché abbiamo pregato, abbiamo varcato la nostra
“porta santa”, abbiamo accolto le
provocazioni della parola di Dio e
le riflessioni di papa Francesco sul
cuore grande e misericordioso di
Dio nei nostri confronti. Molto
sentito é stato l’omaggio dell’incenso all’immagine di Cristo dipinto dalla Bottega di Tiziano e
che, nei secoli passati, era utilizzata come porticina del tabernacolo della chiesa arcidiaconale
precedente all’attuale.
Sentieri
7
Il segno di croce fatto davanti a
quell’immagine sacra non sarà facilmente dimenticato da chi ha
scelto di essere presente nel nostro
Santuario. Nelle domeniche seguenti anche tutte le altre Parrocchie della Forania vivranno
l’identico momento di fede e si
uniranno a tutti coloro che, in
un’opera di generosità, aiuteranno
le popolazioni della Siria - in particolare i cittadini di Aleppo - a ricevere un po’ d’acqua come
sollievo per la loro martoriata storia di violenza. A quest’iniziativa
si aggiunge anche la partecipazione dei cittadini con un invito
dell’Amministrazione Comunale,
possono contribuire con una loro
personale offerta facendo un bonifico presso le banche.
FAMMI STRADA
SIGNORE,
conducimi tu lungo il cammino che da sempre hai pensato per me!
Sono passi duri, faticosi ...
spesso mi lasciano senza forze,
sfiduciato
e disorientato.
Proprio in quei momenti Signore, fammi strada e stringimi forte la mano,
invitami a guardare
le Tue meraviglie,
a toccare con mano
il tuo Amore.
Fammi strada Signore,
e la tua strada sia la mia,
per sempre.
Luca Rubin
Le foto sono di Tommaso Albrizio e fissano alcuni momenti del “nostro Giubileo”: l’abbiamo vissuto. sotto la neve, nella prima domenica di Quaresima.
Le altre Parrocchie del Cadore hanno vissuto la stessa esperienza nelle successive domeniche quaresimali.
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Sentieri
Otto precauzioni per difendere il tuo matrimonio
Quella che inizia come un'amicizia innocente si trasforma facilmente in un'interferenza nella
coppia.
È sempre più evidente che la nostra società è particolarmente
ostile nei confronti del matrimonio. C'è chi si sposa senza dare
importanza all'impegno dell'esclusività e della fedeltà.
Per questo, ha senso moltiplicare
le precauzioni per difendere il matrimonio, cosa proposta da Jill Savage, fondatrice negli Stati Uniti
di Hearts at Home, un servizio che
esorta le madri a dedicarsi "a
tempo pieno" alla casa e alla famiglia.
UN'AMICIZIA INNOCENTE
Jill fa un esempio. "Un padre del
nostro vicinato è diventato il mio
miglior amico", le diceva una giovane madre. "Andiamo con i bambini al parco, a fare spese,
cuciniamo anche insieme una
volta al mese. È una grande persona".
"È evidente che questa donna non
aveva idea del pericolo in sito in
questa situazione apparentemente
in offensiva", ha scritto la Savage
in un articolo. "La storia è sempre
la stessa: il coniuge infedele ha
sviluppato una relazione che è iniziata come un' amicizia innocente,
con qualcuno con cui poter parlare, qualcuno che ascoltava, che
si preoccupava".
PIANTARE UNA PALIZZATA
DI PROTEZIONE
"Dobbiamo piantare una palizzata di protezione intorno al nostro matrimonio, ovvero prendere
in anticipo decisioni che tengano
lontana la tentazione e rendano il
matrimonio una priorità", ha raccomandato Jill come consulente
familiare e matrimoniale.
In concreto, raccomanda 8 precauzioni per difendere la relazione.
l. COMPI SCELTE SAGGE
Evita di trascorrere del tempo superfluo con qualcuno del sesso opposto. Ad esempio, se cerchi un
allenatore personale in palestra,
scegli una persona del tuo stesso
sesso.
2. CONDIVIDI SAGGIAMENTE
Se un giorno ti rendi conto che stai
condividendo con qualcuno segreti e intimità su di te e sul tuo
matrimonio che non hai condiviso
con il/la tuo/a sposo/a, è un segnale di allarme. Anche un legame
emotivo con qualcuno, pur non arrivando a diventare sessuale, può
danneggiare molto la relazione.
3. CERCA DI STARE
IN LUOGHI PUBBLICI
Fai il proposito di non darti appuntamento da sola/o con qualcuno dell'altro sesso.
Se un/a amico/a ti invita a mangiare o ad accompagnarlo/a, fa'
che venga una terza persona. Non
esitare a spiegargli/le, se serve,
che hai deciso così con il tuo coniuge. Può servire a dare l'esempio.
4. NON ESSERE INGENUO/A
La maggior parte della gente che
finisce per avere una relazione
non voleva averla; l'infedeltà inizia come una relazione innocente
che alla fine raggiunge una profondità emotiva che attraversa la
linea della fedeltà.
5. AUMENTA IL TUO
"INVESTIMENTO" IN CASA
I matrimoni forti si ottengono passando del tempo insieme, ridendo
insieme, giocando insieme. Se non
hai appuntamenti con il tuo partner, pianifica già appuntamenti
per i prossimi mesi e fa' che trascorrere del tempo insieme sia una
priorità.
6. FA' ATTENZIONE A CIÒ
CHE PENSI
Se pensi tutto il giorno ai difetti
del tuo coniuge, se il tempo che
dedichi a pen sare a lui/lei si concentra su mancanze e rimproveri,
è facile che qualsiasi altra persona
possa sembrarti migliore e ti attiri.
Scrivi una lista dei punti forti che
ti hanno attratto inizialmente nel
tuo partner. Sostieni, incoraggia,
appoggia e diminuisci le critiche.
7. NON GIOCARE A PARAGONARE
Tutti abbiamo comportamenti sbagliati, manie ed errori. È ingannevole paragonare tuo/a marito/moglie a un nuovo conoscente,
perché non vediamo il nuovo arrivato nel mondo reale, in quello
della condivisione del tetto, di curare i bambini alle tre del mattino,
di far quadrare i conti ...
8. CERCA AIUTO
Cercare aiuto è un segno di forza,
non di debolezza. Cerca aiuto chi
è disposto a combattere, è un
primo passo di forza. Ricorri ai
Sacramenti, mantieniti saldo nella
tua fede, cerca un sacerdote o un
terapeuta familiare cristiano, un
buon consigliere .. . Ti daranno
una prospettiva serena per stabilire nuove strategie per proteggere
e difendere il tuo matrimonio.
Sentieri
Sette consigli per educare tuo figlio
Un papà racconta
Sul frigorifero di casa, mio padre
un giorno appese un foglio con questa citazione: "Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno di
voi e la stima che voi avete di loro;
più di mille raccomandazioni soffocanti, saranno aiutati dai gesti che
videro in casa: gli affetti semplici,
certi ed espressi con pudore, la
stima vicendevole, il senso della misura, il dominio delle passioni, il
gusto per le cose belle e l'arte, la
forza anche di sorridere." Firmato
Sant'Ambrogio.
Ogni volta che aprivo il frigo l'occhio mi cadeva sempre su una o due
parole. E anche se ero distratto, non
potevo non fare i conti con quanto
era scritto su quel foglietto che ingialliva col passare degli anni, ma
che imperterrito restava lì.
Come se Sant'Ambrogio continuasse a dirmi "guarda che queste
parole le ho preparate per te: valevano quando le ho scritte, valgono
ora e varranno per sempre".
Oggi mi appresto a diventare padre
e per la prima volta rileggo queste
righe con "un occhio nuovo". Un
senso di impotenza, misto a timore,
pervadono il mio cuore. Sarò un
buon padre? Saprò accompagnare
mio figlio nella strada che è stata
preparata per lui? E poi che ne sarà
di lui?
La sfida sta per cominciare.
Ed essere dentro la compagnia della
Chiesa, con un grande alleato come
Sant'Ambrogio non può che rendere
più gustoso e avvincente l'inizio di
questo cammino.
Desidero quindi condividere con
tutti voi il testo che va a completare
la citazione.
E' un estratto dai "Sette dialoghi
con Ambrogio, Vescovo di Milano "
(Centro Ambrosiano, 1996).
l. L'educazione dei figli è impresa
per adulti disposti ad una dedizione
che dimentica
se stessa: ne sono capaci marito e
moglie che si amano abbastanza da
non mendicare altrove l'affetto necessario.
2. Il bene dei vostri figli sarà quello
che sceglieranno: non sognate per
loro i vostri desideri. Basterà che
sappiano amare il bene e guardarsi
dal male e che abbiano in orrore la
menzogna.
3. Non pretendete dunque di disegnare il loro futuro; siate fieri piuttosto che vadano incontro al domani
con slancio anche quando sembrerà
che si dimentichino di voi.
4. Non incoraggiate ingenue fantasie di grandezza, ma se Dio li
chiama a qualcosa di bello e di
grande, non siate voi la zavorra che
impedisce di volare.
5. Non arrogatevi il diritto di prendere decisioni al loro posto, ma aiutateli a capire che decidere bisogna,
e non si spaventino se ciò che
amano richiede fatica e fa qualche
volta soffrire: è insopportabile una
vita vissuta per niente.
6. Più dei vostri consigli li aiuterà
la stima che hanno di voi e la stima
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che voi avete di loro; più di mille
raccomandazioni soffocanti, saranno aiutati dai gesti che videro in
casa: gli affetti semplici, certi ed
espressi con pudore, la stima vicendevole, il senso della misura, il dominio delle passioni, il gusto per le
cose belle e l'arte, la forza anche di
sorridere. E tutti i discorsi sulla carità non mi insegneranno di più del
gesto di mia madre che fa posto in
casa per un vagabondo affamato:
e non trovo gesto migliore per dire
la fierezza di essere uomo di
quando mio padre si fece avanti a
prendere le difese di un uomo ingiustamente accusato.
7. I vostri figli abitino la vostra casa
con quel sano trovarsi bene che ti
mette a tuo agio e ti incoraggia
anche ad uscire di casa, perché ti
mette dentro la fiducia in Dio e il
gusto di vivere bene.
Sempre pronti e generosi
Anche, quest’anno, nella notte di Natale, abbiamo apprezzato
il calore e la simpatia dei nostri Alpini che ci hanno atteso, per
un brindisi e un augurio, sul sagrato della Chiesa.
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Sentieri
DOMENICA
DA VIVERE
1. Preparati con la mente e il cuore
al “giorno del Signore": eviterai
di banalizzarlo.
2. Non anteporre nessuno e nulla
alla Messa festiva: la domenica è
molto di più del riposo sindacale
o scolastico.
L’APERTURA DELL’ANNO SANTO
Era la domenica di Cristo Re, verso la fine di novembre del 2015
quando siamo stati invitati a vivere le proposte di papa Francesco con
il dono dell’Anno Santo. L’abbiamo fatto partendo dal piazzale di Tai
fino alla Chiesa Arcidiaconale pregando e riflettendo sulla misericordia
di Dio nei nostri confronti.
Quante porte saremo capaci di aprire per andare incontro al nostro
prossimo? Sarà questo l’impegno per i prossimo mesi.
3. Dà del tempo ai tuoi familiari e
amici: è squallido ricorrere a loro
solo nel momento del bisogno!
4. Ritagliati qualche pausa di tranquillità fisica e interiore: non si
può vivere sempre di fretta! Ricerca il silenzio, il contatto con la
natura per rientrare in te stesso.
5. Cerca di disintossicare la tua
mente: togli i pensieri invadenti e
aggressivi. La Parola del Signore,
la preghiera fiduciosa possono esserti di grande aiuto.
6. Non affidare questo giorno alla
regia dei canali televisivi ed evita
di spenderlo in mille attività. Non
lasciarti «drogare» o uccidere
dalla routine dei giorni feriali.
7. Resisti al fascino della trasgressione nel bere, nello spendere...
Non sono i vestiti, gli appuntamenti, i risultati sportivi che aiutano a fare festa!
8. Partecipa, qualche volta, alle
iniziative della tua Parrocchia. L’
andare sempre altrove non è garanzia di felicità.
9. Ricordati che la domenica è il
primo e non I’ultimo giorno della
settimana: se è un giorno fiacco e
convenzionale, come saranno i
giorni seguenti?
10. Porta nella vita della settimana
quanto ricevi in dono alla Messa:
soprattutto la serenità del cuore, la
capacità critica e l'impegno del
servizio.
L’orologio
Dì qualcosa di carino alla persona che ami. Adesso.
Celebravano i 50 anni di matrimonio. Erano felici circondati da figli
e nipoti. Al marito fu chiesto quale fosse il segreto di un matrimonio
cosí duraturo.
Il vecchio signore chiuse un attimo gli occhi e poi, come ripescando
nella memoria un ricordo lontano, raccontò. "Lucia, mia moglie, era
l'unica ragazza con cui fossi mai uscito. Ero cresciuto in un orfanatrofio e avevo sempre lavorato duro per ottenere quel poco che avevo. Non
avevo mai avuto tempo per uscire con le ragazze, finché Lucia non mi
conquistò.
Prima ancora di rendermi conto di
quello che stava accadendo, l'avevo
chiesta in moglie. Eravamo cosí giovani, tutti e due. Il giorno delle nozze,
dopo la cerimonia in chiesa, il padre
di Lucia mi prese in disparte e mi
diede in mano un pacchettino.
Disse: "Con questo regalo, non ti
servirà altro per un matrimonio felice". Nella scatola c'era un grosso
orologio d' oro. Lo sollevai con cautela. Mentre lo osservavo da vicino,
notai un' incisione sul quadrante: era un' esortazione molto saggia e
l'avrei vista tutte le volte che avessi controllato l'ora".
L'anziano signore sorrise e mostrò il suo vecchio orologio. C'erano
delle parole un po' svanite, ma ancora leggibili
sul quadrante. Quelle parole recavano in sé il segreto di un matrimonio
felice.
Erano le seguenti: "Dì qualcosa di carino a Lucia".
Sentieri
SPUNTI Dl RIFLESSIONE PER IL NUOVO ANNO
(MA È ANCORA "NUOVO"?)
Il paradosso del nostro tempo
nella storia è che abbiamo edifici
sempre più alti, ma moralità più
basse, autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti.
Spendiamo di più, ma abbiamo
meno, comperiamo di più, ma godiamo meno. Abbiamo case più
grandi e famiglie più piccole, piu
comodità, ma meno tempo.
Abbiamo più istruzione, ma
meno buon senso, più conoscenza,
ma meno giudizio, più esperti, e
ancor più problemi, più medicine,
ma meno benessere. Beviamo
troppo, fumiamo troppo, spendiamo senza ritegno, ridiamo
troppo poco guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo, facciamo le ore piccole, ci alziamo
stanchi, vediamo troppa TV, e preghiamo di rado.
della moralità a perdere, delle relazioni di una notte,dei corpi sovrappeso e delle pillole che
possono farti fare di tutto dal rallegrarti al calmarti, all'ucciderti. E’
un tempo in cui ci sono tante cose
in vetrina e niente in magazzino.
Ricordati di spendere del tempo
con i tuoi cari ora, perché non saranno con te per sempre.
Ricordati di dire una parola gentile a qualcuno che ti guarda dal
basso in soggezione, perché
quella piccola persona presto crescerà e lascerà il tuo fianco.
Ricordati di dare un caloroso abbraccio alla persona che ti sta a
fianco, perché è l'unico tesoro che
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puoi dare con il cuore e non costa
nulla. Ricordati di dire “vi amo”
ai tuoi cari, ma soprattutto pensalo. Un bacio e un abbraccio
possono curare ferite che vengono
dal profondo dell'anima.
Ricordati di tenerle le mani e godi
di questi momenti perché un
giorno quella persona non sarà più
lì.
Dedica tempo all’amore,
dedica tempo alla conversazione,
e dedica tempo per condividere
i pensieri preziosi della tua mente.
E RICORDA SEMPRE:
la vita non si misura da quanti respiri facciamo, ma dai momenti
che ci tolgono il respiro.
QUELLI ERANO GIORNI
Abbiamo moltiplicato le nostre
proprietà ma ridotto i nostri valori.
Parliamo troppo, amiamo troppo
poco e odiamo troppo spesso. Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere, ma non come
vivere. Abbiamo aggiunto anni
alla vita, ma non vita agli anni.
Siamo andati e tornati dalla
Luna, ma non riusciamo ad attraversare la strada per incontrare un
nuovo vicino di casa. Abbiamo
conquistato lo spazio esterno, ma
non lo spazio interno. Abbiamo
creato cose più grandi, ma non migliori. Abbiamo pulito l’aria, ma
inquinato l’anima. Abbiamo dominato l’atomo, ma non i pregiudizi. Scriviamo di più, ma
impariamo meno. Planifichiamo
di più, ma realizziamo meno. Abbiamo imparato a sbrigarci, ma
non ad aspettare. Costruiamo
computer più grandi per contenere
più informazioni, per produrre più
copie che mai, ma comunichiamo
sempre meno.
Questi sono i tempi del fast food
e della digestione lenta, grandi uomini e piccoli caratteri, ricchi profitti e povere relazioni.
Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa e getta,
Davanti ad una foto come questa
ci si deve soffermare e riflettere
sui particolari: dalla donna che
porta l’acqua con il caratteristico
“thampedòn”, ai bambini accovacciati sulla destra. La didascalia
c’informa che siamo davanti alla
casa natale di Tiziano nel 1900
circa. Anche l’edificio ha subito
tante trasformazioni da come lo
vediamo noi, oggi.
Non ci sono più le indicazioni,
sulla destra: “barbitonsore” e
“borgata Arsenale”. Due lampioni,
sull’angolo della casa, ci dicono
del progresso che cominciava a
diffondersi con l’arrivo dell’energia elettrica. Fa impressione la
bassa statuta della donna con i
secchi dell’acqua come pure é im-
pressionante la curvatura della sua
schiena. No si sarà mica messa in
posa con un po’ di civetteria femminile?
“Fratelli e sorelle carissimi, con lo sguardo
fisso su Gesù e sul
suo volto misericordioso, il Santo Padre
ci invita a vivere un
anno di grazia che dischiude per tutti noi e
per l’umanità intera la
porta della misericordia di Dio”.
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Sentieri
CAMPANE A FESTA PER L’ECUMENISMO
Giovedì 21 gennaio scorso, un festoso scampanio, insolito alle
20.30, ha scosso la calma serale di
Pieve di Cadore. Molti paesani devono essersi chiesti cosa indicasse.
Quel suono invitava i fedeli delle
varie chiese cristiane a una celebrazione comunitaria nell'ambito della
settimana di preghiera per l'unità
dei cristiani.
Pur nell'esiguità delle presenze, nel
corteo con cui si è aperta la celebrazione, officiata da don Pierluigi
Larese membro del gruppo ecumenico diocesano, era un cristiano ortodosso a reggere il cero pasquale,
QUERCIA SECOLARE
( poesia dedicata a tutti i nonni )
Così forte
che nemmeno il vento
può scalfire...
Così alta da poter sfiorare
il cielo con il dito...
Così imponente da proteggere
i fiori sparsi nelle tue radici...
Così essenziale
da essere sempre presente,
in qualsiasi situazione...
Così generosa da aiutare
i suoi fiori quando stanno
perdendo i loro petali.
Questo è quello che sei,
nonna per me.
Questo è quello che pensano
i tuoi fiori di te
mentre li proteggi
da un’altra tempesta,
con i tuoi folti rami...
Questo è quello che sei...,
il punto di riferimento,
l’albero che la pioggia,
il vento e l’uomo
non potranno mai scalfire.
Sai, non ci vuole molto
ad essere un albero,
ma ci vuole forza
per resistere nel tempo...
nonostante tutto.
Grazie
per avermelo insegnato.
Ti voglio bene.
Tuo nipote
simbolo di Cristo luce del mondo,
mentre una cristiana valdese portava il sale, simbolo del sapore che
la fede conferisce alla vita.
Il libretto della celebrazione, predisposto quest'anno dal gruppo ecumenico della Lettonia, è stato
riprodotto dall'Arcidiacono in abbondanza di copie. Grazie a questo
ausilio, tutti insieme abbiamo lodato Dio col canto; tutti insieme lo
abbiamo pregato di riunirei in un
solo corpo; tutti insieme abbia, poi
ascoltato l'omelia di don Pierluigi,
che ha illustrato e antiche origini
delle nostre divisioni e le loro
cause, nonché la volontà di superarle espressa dalle varie chiese: la
divisione è uno scandalo che contravviene nettamente alla raccomandazione di amarci e restare uniti
lasciataci da Cristo prima della sua
ascensione.
L'officiante ci ha anche ricordato
che, come papa Francesco ci ha
detto, i martiri cristiani, di ogni
tempo, a qualsiasi chiesa appartengano, sono nostri fratelli, scrive uno
dei partecipanti. I partecipanti al
rito, raccolti nei banchi del presbiterio, esprimevano tutti emozione e
letizia.
Sentieri
La lettera del Vescovo eletto Renato Marangoni
alla sua nuova chiesa di Belluno Feltre
Alla Chiesa di Dio che è in
Belluno-Feltre
Eccomi!
Mi presento con la trepidazione che mi accerchia per
dare a tutti voi – Chiesa del Signore in Belluno-Feltre – il mio
abbraccio di comunione.
In questo momento inedito e
inaspettato non nascondo di
cercare accoglienza e comprensione.
Posso confidarvi che mi sono
sentito precedere da quel “sì”
che, poi, ho cercato di dire con
il cuore quando mi è stato comunicato che Papa Francesco
mi chiamava ad essere Vescovo nella vostra Chiesa.
C’è un’appartenenza di Grazia
che precede, chiama e dà
anche la fiducia di rispondere.
Sono convinto che è un “sì” vicendevole – mio e di tutti voi –
da vivere ogni giorno, un sì al
Vangelo di Gesù, perché oggi
si compia ancora, anche tramite noi.
Condivido con voi questo mio
sentire. Sono certo che è già
arricchito dalla storia di fede
della vostra e, ora, nostra
Chiesa.
A tutte le comunità ecclesiali
esprimo la mia attesa di poterle incontrare nel nome del
Signore Gesù, con il desiderio
di conoscerle, di ascoltarle per
poi aiutarci insieme. Siamo
tutti “poca cosa” ma gli uni
con gli altri, guidati dallo Spirito, possiamo essere «segno e
strumento dell’intima comunione con Dio e dell’unità di
tutto il genere umano» (LG 1).
Un pensiero di affetto e riconoscenza va al Vescovo Giuseppe. La gioia di succedergli
sgorga dalla scia di fedeltà di
cui la vita delle Chiese è intessuta. Il mio affettuoso saluto
va a tutto il presbiterio, dal
prete più giovane al prete più
anziano, in particolare a chi si
sente più solo o affaticato.
Permettetemi un ulteriore sentimento, riguarda lo scenario
stupendo delle vostre montagne che tanto ho ammirato e
frequentato. Ora scopro che
quel fascino anticipava la gioia
e la fatica di camminare insieme, di esserci gli uni per gli
altri, di salire insieme verso
una speranza che non abbia
fine e che sia per tutti, donne e
uomini di qualsiasi appartenenza.
Ci raccogliamo nella preghiera. La immagino simile al
cammino del Buon Samaritano: insieme ci facciamo carico delle fatiche delle nostre
famiglie e delle nostre comunità, di ogni persona anziana
o in situazione di malattia, di
disabilità, di ferita interiore o
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negli affetti, di disoccupazione,
di abbandono, di fragilità, di
povertà. Ancor più motivati e
sostenuti dal Giubileo della
misericordia!
Accanto a questa preghiera mi
viene spontaneo osare un invito: affidiamoci alle “nuove
generazioni”, al loro intuito,
alle loro abilità, alle loro inquietudini, al loro sguardo, all’aspirazione più profonda che
le abita. Possiamo sperare solo
con loro!
Il mio pensiero si rivolge, inoltre, a tutte le Istituzioni presenti e operanti nel territorio
della Diocesi. Insieme potremo
collaborare, con sincerità e rispetto, per un di più di bene,
di giustizia e di misericordia.
Con l’animo riconoscente alla
Chiesa di Padova di cui sono
figlio ammirato, eccomi a te,
Chiesa di Belluno-Feltre!
Il nostro arrivederci lo poniamo accanto alle parole rassicuranti di Gesù: «Non voi
avete scelto me, ma io ho scelto
voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro
frutto rimanga» (Gv 15,16).
don Renato Marangoni
Padova, 10 febbraio 2016
IN ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Uno dei momenti più significativi del Giubileo celebrato nel nostro Santuario del Cristo é incentrato nell’ascolto della Parola di Dio: Egli ci comunica tutto il suo interesse
per la nostra riuscita.
Misericordia: è la via che unisce Dio e l'uomo, perché apre il cuore alla speranza di
essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. Ci sono momenti nei
quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell'agire del Padre.
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Sentieri
Lunga vita agli sposi
IEN A NANA
Sta ceto canaja, sta ceto e jen ka,
ché ades te fas nana pe del to papà.
Te ciantarei iò la nina nana,
parchè non l'è ca la to mama.
Stasera, fiolet, eia no l'è,
l'è désta a comprate balok e bebè.
E ades che te sos indormenzà,
puose anca dite la verità:
tristeza e dolor i à pasà sta porta,
parché la mama incuoi l'è morta.
Ma l'è desta onde se duia e ride
e mai se laora o se fa fadie
Par l'arcobalen, iò ignante e 'po tu,
se tiraron 'na di in lasù.
Nella Messa domenicale del 21 febbraio abbiamo pregato con Canaider Mario
e Tina Zandegiacomo nel loro cinquantesimo anni di vita coniugale. Il Vangelo
di quella domenica quaresimale presentava Gesù nella sua splendente trasfigurazione; nella preghiera abbiamo chiesto al Signore per questi sposi una
continua trasfigurazione in tutte le componenti della vita coniugale. La famiglia é “chiesa domestica” quando prega, quando aiuta, quando educa, quando
incontra: lo abbiamo chiesto, con fiducia, al Signore, Dio della vita.
E pescaron pe de ela 'ntel ziel,
biscote inte ai rù de lat e de miel.
E coraron pai prà dutte d'or,
che i sa de carefe e parfuma de amor.
VIENI A NANNA
Sta' quieto, birbante, stai quieto e
vieni qua, che adesso fai la nanna
col tuo papà.
Ti canterò io la ninna nanna,
perché non c'è qua la tua mamma.
Stasera, figliolo, lei non c'è,
è andata a comprarti giocattoli
e bambolotti.
E adesso che sei addormentato,
posso anche dirti la verità:
tristezza e dolore hanno varcato
questa porta perché la mamma
oggi è morta.
Ma è andata dove si gioca e si ride
e mai si lavora o si fanno fatiche.
Per l'arcobaleno, prima io e poi tu,
ci arrampicheremo un giorno fm
lassù.
E pescheremo con lei nel cielo
biscotti dentro ai ruscelli di latte
e miele
E correremo per i prati tutti d'oro
cha hanno il sapore delle carezze
e profumano d'amore.
Alessandro Sepulcri
Sentieri
Nell’ultimo sabato del mese a Sottocastello
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A Sottocastello è molto apprezzata dai frequentatori la tombola
paesana che si tiene nella sala dell’ex cooperativa, data in gestione
dal Comune, ogni ultimo sabato
del mese ormai da più di cinque
anni. E’ un’interessante occasione
per stare insieme. Durante la serata, nell’intervallo del gioco,
come si vede dalla foto, si gustano
torte, biscotti e dolci vari offerti
dalle generose signore del paese.
Il Gruppo Volontari per Sottocastello è orgoglioso anche di organizzare, ogni tanto, sempre nella
stessa stanza, una cena a base di
patate e formaggio, polenta e “renghe” o altri piatti tradizionali; durante la cena si parla anche delle
varie donazioni che il Gruppo
elargisce con il ricavato della
Sagra di san Lorenzo, una sagra
che vivacizza tutto il paese per più
giorni. Il Direttivo è capeggiato da
Ciotti Osvaldo che, insieme ai collaboratori gestisce la generosità
dei partecipanti con il sostegno di
alcune iniziative e realtà sociali.
come significativo segno di fiducia nel futuro del paese.
Il Gruppo è ben affiatato e ricco di iniziative ma è anche aperto all’ingresso di altri soci per rendere sempre più significativa la vitalità
del paese: è segno di saggezza riuscire a produrre in proprio ciò che non
arriva dall’esterno; ecco allora il ritrovarsi in tanti, condividere momenti di allegria ma anche di solidarietà, scoprire che non si vive solo
accanto
agli altri ma anche per gli altri donando generosamente il sorE’ interessante ad esempio il conriso,
la
simpatia
e anche qualcosa di concreto. Ogni ultimo sabato del
tributo che elargiscono per ogni
mese
la
porta
è
aperta
per quanti vogliono sentirsi parte viva della Coneonato di Sottocastello: 200 euro
munità.
della corona presso il monuLA GIORNATA DELLA MEMORIA
mento, era presente Sopracolle
Lucio, uno degli ultimi testiAlla fine di gennaio, anche conda guerra mondiale con i
moni
di allora, mentre Enzo
quest’anno, abbiamo celebrato campi di concentramento. Nei
Soravia,
presidente del Gruppo
la “Giornata della Memoria” ri- due momenti significativi, la
Internati,
era “andato avanti”
cordando la tragedia della se- Santa messa e la deposizione
qualche settimana prima.
La presenza di alcune Classi di
Alunni ha permesso alla nostra
Sindaca di ricordare i tragici
fatti del passato ma anche la
necessità di essere costruttori
di pace nel nostro ambiente di
vita. A quest’invito è seguita, da
parte dell’arcidiacono, la recita
della preghiera di san Francesco d’Assisi “Signore, fa’ di me
uno strumento della tua pace...”.
Questo valore, la pace, non riguarda solo la convivenza non
facile tra gli stati ma coinvolge
la vita feriale d’ogni giorno e ci
coinvolge tutti; è un impegno a
cui tutti siamo e dobbiamo sentirci coinvolti.
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Sentieri
Papa Francesco
c’invita a riflettere per ritrovare,
ogni giorno, il gusto della vita
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Sentieri n°1del2016 - ARCIDIACONATO del CADORE