ESPERIENZE AT N E ALI. VR PARTICOLARMENTE CHE CI DA COSE DIVERSE A INTORNO SON A PORTATE QVELLE^ DALL'INDIE REDI FRANCESCO SCRITTE E AL IN LETTERA PADRE REVERENDISSIMO CHIRCHER ATANASIO SELl^ Aii VNA COMVsAGì^IU NAVE. Infegna cijUa DI CIESf^. MDCLXXI. SIBI SAPIENTIAiM PROBANT,ET RE DVCVNTVR. SED MAIORVM PVTANT QVIA AVT ILEI NOMINANTVR DESIP POSSE, 8. EOS HOC FALLIT, POSITO.NOM VT AVI IPSI PLVS VOCANTVRs MINORES VERINI, Lattaio MO. PECVDVM NOMINE FIERI SAPIANT, MAIORVM ALIIS AB QVOD €ap, INVENTA IVOICIO VLLO QVISINE ADIMVNT, MAIORES QVIA lik Di"^in. s. Injlit, DeVs nobis kecit; ocia haec ^ — Namqve Devs ille erit mìki : semper aram iLLirs Saepe ovi'libvs nostris tener agnvs imbvet ab 5 Ille boves errare meas vt cernis ipsvm et , y LVDEREj QVAE VELLEìM^ calamo PERMISIT AGRESTI. m REVERENDISSIMO PADRE. che 'ONORE mi avere 5 da ficcome tere sì fpcrato, coimprovvifo ftato mai arrivandomi ? ha mi' ancorché ed quelle di della e io fieno creda, che non figliuole bensì ma d^ 1' animo della vofi:ra gentilezza,la quale voftra intenzione un'amorevole di ha darmi a profeguiprender cuore fcrìvere nello quelle naturali olfervazioni te efperienze che negli anni^ addietro ho fated alla giornata paifatempo, vo per mìo animo, re alcuno* " contentezza; , mio forfè avuta date mi , merito bontà, che lodi ripieno indicibile una noa me " era Ict- voftre d' inviarmi fatto e di farmi , ed , 5 facendo mente , ; mi contuttociò vi confeffo che ( 'olce- , folleticano e , A mi lufingano;e mo-. ftrerrei ^ATVRaLI ESTERIE^ZE 2 firerrei d' dlcr privodd bene dell'Intelletto, d'effcre un ruvidiffimo, e quaiì per Io meno infenfibileStoico; fé o lodi queHe ftrOj ciò è tante opre Io a famofe ne ve vengono dire da un'uomo buon rendo fé le debite per fape^i renderci di grazie ficcome ve che so, e quellapiccolaparticella cuore vo- . e ne ve , par IpdatOje obbligato i paroleaccomodate trovar un rinomi nadlTmio refto foffero mi da mi che , non gratiiTime ne , y glio va- darmi per Tavvifo, che vi è piaciuto fatte in Roma, delle due falutifcreefperienze , da una Voi in Cane un V altra dal , Macinini in un'uomo che nata nella tefla d' un serpente indiano , dicono Carlo con Signor Pietra quella , velenofiiEmo certo , fia fomma che , ed infallibilemedicina alle morfure pofìenre, di tutti quantiglianimali velenofi Ma perchè ben che giammainon jìpizia Io *ueggio .ì^ojhointellettofé l *v€r non lo tliullra e perchè so ancora quanto dalla candidezza , » \ dell'animo voftro y amata fia la faldezza , ed il ardire di mi prenderò queftovero dirvi,che fon già alcuni anni,che ho cognizione di quellapietra 5 e delle fuc virtù ia bello di , diverfitempi ho fatto molti CQn 50 de*quali qui appreffo 1'efiefperimenti, m^ ogni fincerità tendo FRA9rC£SC0 DI tendo di raccontarvi miei medefimi vedere . r onore da tutte to fatpiù"e pii volte mi anno il Ne v'ingombridi maraviglia di fcrvire in partidel le gliocchi che da Voi 5 ho uomini, che que'grand' cercando , è io n* abbia noto, Mondo i loro con tutti corrono pellegnnag^ di virtù- portandomerci e quando vi arrivano benigneaccolti che che Corte, alla quale una e così j cognizione perchè vi avuta de 5 fecondo , d' altronde che (entire , che gi van R£DK fon , maniere con di nella Città renze Fi- , gli antichi confcfTano cfler rinati deli- duca de'Feaci,e nel Serenifs.GranGofimo Terzo, e neglialtri SereniiTimi del Re la reale cortefiiTimaaifabilità Principi ziofiflimiOrti Alcinoo i Vi dico fui terminar che dell*inverno di Corte Tofrana^ di Pila, tre del venerabile ordine di San Francefco allora fi Padri 1661, ritornati dall'Indie , capitaronoalla orientali fin nell'anno dunque,che alle tratteneva cacce volgarmentedetti Zoccolanti i qualida que* ebbero paefiavendo portate molte cunoliià „ , r di farle vedere onore Terdinando e d'alcune Secondo di , al Serenifs. Granduca eterna fra r altre fecero Pietre , che moria; megloriofa pompofa moftra ,^ e appunto, A z come Voi mi feri- NATFRALÌ EST"£RlEfJZE 4 fcrivetc di capo da Orca trovarfi nel affermavano 5 da' chiamati e da serpentidefcritti certi Garzia , de Cohras Porcughefi Cahelo ; nelle e quanto V Indoftan , due vaftiffime Penifole di di la dai qua , e nel Regno di Gange , ma particularmcnte che e in tutto fervivano cfperimento, d' antidoto poftc fui morfo delle delle cerafte,e di tutti vipere degliafpidi, le che o co' morfi con o gli altri animali Quam-sy, con provato ficuriflìmo , , , avvelenano punture tale tia di che a tanta e , e E così quelle pietrecol fi accollavano dicevano che tutto ; 1 tre al- più che la fimpa- che veleno , fubito, alla ferita, fi a appiccavano guifadi piccole fino fi fiaccavano non e con ài miracolofa quellatcnaciffimamente coppette rite quante le fe- tutte frecce,o, con avvelenate: armi fu e fatte,o, ancora era 5 veleno fucciato a tanto , avcffcro ; ed non cadevano allora,da fé niedefime fl:accandofi5 a terra lafciando 1'animale fano , mortifera malizia 5 che e libero dalla l'opprimeva 5 quindi per purgarledall'imbevuta velenofità affermavano , quc' buon latte munto in molle Padri di fino 3 , effer neccffario lavarle col frefco^ed in tanto, che tutto quellotenerle 1 veleno ri» iJ quale^' avcfferonello ft^flp latte yomitj^to j ì"ì F'RAÌstCSSCO di bianco che è gialloed fra '1 MDI. 5 diventa d' un certo colore il verde : Ed acciocché di , quefto racconto più pronta fede lor fofle data, fi offerirono francamente di farne tante prove , quante a' più curiofi , e men creduli foflero per eflere a piacere 5 rendendofi certi che da qucflei Medici avrebbon tutto , toccato con Galeno , mano che dille menzogna non quando nel- cap. delie faculr. natur. del 14. fcriflc, che fi primo trovano lib. cuni al- qualiattraggono il vele* ra in quellafte(Ta guifiiche la calamita tidare all'opra il ferro. Senza gio alcuno indumedicamenti, no , i , fu incontanente di diligenza ordinato , che fofle ufata delle Vipere: ed in quefto il SignorVincenzio mentre Sandrini,uno della Spezieria del degliefpertifllmi operatori trovar Sereniflimo Granduca avendo più diligente niente quellepietre glifovvennc riguardate di tenerne già lungo tempo alcune in cuftO"*' ed avendole trovate moftratc a que* dia e che quelleerano del-' confeflarono, Religiofi, delle loro, e che forfè, la ftefla generazione , , 5 anzi fcnza forfè , avrebbono avute le virtùi medefimc. Io di di color queftcpietrene ho molte , e Covi fimilQ a, quellodel paragone, ncrg lifce, ^ NATFRALI ESTER/E^ZE e luftre come lifcc, da anno alcune r anno nere , rnezzo e anno una da fé avcflero la vernice;alcune macchia bigia ; parte una due lebande 5 altrefon tutte fenza macchia veruna ; ed altrenel un tutte certo bianco colore ed all'intorno fon cìnte (V mavì un fudicio, fcolorito: La me maggior parte fon di figura per appunto coquelladelle lenti,ve ne fono però alcune le maggiori,che io e delle prime'? bislunghe; abbia vedute fon larghequanto un groiTo, e le minoii di poco non arrivano alla grandezza d'un quattrino.Ma grandi,o piccole che elle fieno,poco variano fra di loro nel pefo, un perchèle maggioriper Io più non paflano danaio e diciotto grani e le minori pefano danaio e fei grani : A quefti un giorniperò ho veduta e provata una che pefafei grane ni più d'un quarto d' oncia, ed è largapoco più di un te itone ; ed acciocché Voi pofTute delle mie con la voftra, confrontare la figura nella Tav. mando qui alcune difegnate ne ve , , , Prima . Non fu la fortuna punto favorevole a' deuder/; imperocchéper che fuor del folitomolto cominciato per ancora ftior^da que^faflr tra' » era la muni co- ftagione , fredda,non do aven- le Viperea fcappar qualitutto T inverno danno FRANCESCO DI flanno non che ne acquattate 5 fc ne trovafle REVL fu 7 poffibile per allora, la quale foP. una pure , Te il cafo per quella faccenda 5 che far fivolea: fu determinato, Laonde che il giornofeguen^ fi metteffe la virtù delle te altri veleni,ed con molti no pietreal cimentp queftofine fi radunaroV' de* pilisavi, e de' più accreditati Fi^'^ a Medici dello Studio di Fifa, defidce lofofi, rofi di veder per opra ciò che queiPadri con , paroledavano ad intendere. Tra' veleni che , eleifero coftoro dell'Olio infufi nelle ferite ammazzano, potentìifimo lo quel- come del Tabacco ed infilatoun' ago unfero il refe per addoppiato, , refe bianco con di quattro dita a traucrio^ quinlunghezza di con pungendo la cofcia d'un galletto queir il refe inzuppato di olio, ago, fecero paflarvi di que'Religiofi fubito da uno fu poftafo«di quellefue pie-» una pra la ferita fanguinofa conforme che era ftato predetto, tre, la quale, la e vi fi ciò non ma oftante, appiccòtenacemente, che fu lo fpazio di un'ottavo d'ora,il paflato cafcò morto, del che que* re*» galletto Religioli ftarono così pienidi maraviglia. Qome chi mai co fa incrcdtbil'videi Ma ti , ne conteiC tenendofi per ancora ne anii nella lo;© credenza appagati j non È NATF'RAU £SPERI£^ZE eoi medefimo oftinatifliml ^ col olio , refe , di unto vo nuo- di lor avvelenarono no propriamache come.il galletto, la ferita di un'altro brcviffimo tempo morì nulla avendogli , virtù della pietra il giovato le predicate , primo in che sì nuovo , sì ftrano e loro parve a che , efpeiienzala che molte altre il giorqualefu poi cagione, no Te ne faceflero impcrGÌocchè do avenfeguente dentro alla cofcia de (ha del fatto paffar ftciforefe col qualeera terzo quello galletto vollero tentare la anco terza , ; , flato avvelenato e in opra la pietra, Ron di futura morte ma , , ir il fecondo morto folo ei la feconda volta e diede non meila fcgno di lattia maprcfente rirlo giudicato opportuno fe- ne perchèfu , anco con una fotto lancetta il Tala deftra 5 e fu la feritache fanguinava di olio di tabacco , ftillaronoalcune gocciole fi fubito appiccatavi non e foprauna pietra , potè conofcere minimo , che il veleno gliavelie tato por- detrimento Solamente travaghò molto, e parve che aveffemolto male, fcia dopoché per la terza volta fu punto nella cofiniilracoli'ago infilatodi refe intinto',e bene inzuppato in quelmortaliflimo olio,ma un con , pQch'ore palfaronoche ei nel folito e priftino fuo vigore e , tutto ciò tornò ri- , , mattina la REDI. FRAJ^CESCO DI 9 de faltellando e cantando,diefcguente, divedere,che era più volonterofo di ci- mattina a barfi , di morire. che , legrez grand'alquelloavvenimento pr^jfero i fautori delle pietre, e sì e piacere tutti che baldanzofamenanimo riprefero Di , ne , '^tc, con iftantiflimafollccitudine addiinanda- e rono foflero che , diverfe forte fatte 5 il con portatialtri animah , e di che eiltndo flato la loro rono fucfcguito, moltiffime cfpe^ morte rarono rienze,le qualitutte evidentilfimamente dichiavalore che quelle avcano pietrenon " j ne virtù alcuna medicinale contro al velenofo perchènon di rado a ran^polioa pie del vero guifadi rigogliofo uol pullulare che il dubbio 5 quindiavvenne di tabacco olio Ma . , alcuni dubitarono , fé per (li animali foflero morti avventura non per tutti que- di mancanza piuttoRoper eflere ftada banda a banda le membra loro paffate te avendo la ferita coir ago e per confcguente T aver' appiccato due bocche ^ neccffario era due pietre e non una come femprefi era fatto ; ma fu tolta via ben tofto queftadifficultà dalla morte di alcuni galli in prima piagati e pofciafovrenuti e medicati con due pietre virtiì nelle pietre , ma 5 » , , , . . B Non è da dimenticare Non do ftati feriti in ftelTa parte ftcflb uno , capponi ed pietre ed all'altrono , 3 giuoco minuti e 5 credere , altre volte in diverfi in diverfi altri animaletti forfè e : quellodelle pietremorì prima dell' altro e quefto y alcune avvenne uccelli nella , ugual grandezza effendofi ad uno le applicate due alcuni momento efifen- ferita di con , il dirvi, che fuor farebbe non di quadrupe- di ragione il dalle pietre le bocche della ferita e proibitoa quellail far fangue, col far fangue V ufcita di qualcheparticele la y , ferrate che , di veleno il dovere era , la piùpreftamente morte , che fegiiiff ne , molte,efimiliprove ho fatte vedere in altri tempi a moltifTimi Valentuomini tra* qualipotreinominarvi alcuni Padri della voftra venerabiliifnna Compagnia di Giesù, ed in parAltre , ticulare il P. Antonio famofifsimo Veira Porrughefe il Padre cator Adamo Predi- Adamando 5 di profeffore celebre Erafno Vinci Scales Lettori 5 dì ed il Padre Matcrrlarica 5 il Padre Teologia " Anton e Michele di Filofona nei gnor CollegioFiorentino, e finalmente il SiMatteo Campani Virtuofo molto ben co- voftro nofciuto da tutti i Letterati del Mondo le pel- fue nobiliffime, ed utihfllmeinvenzioni. Niente^ KEVL FR/meECSO DI Niente, o poco infino a alle i i quiprovato avrei deli^ pietre le con doti mcnzcgnere fole efpericnze dell'olio del tabacco contro avefll ancora da delle vipere non follievo;€ molti morii giovamento,ne no al mio non ch"i potervifoggiugncre, i mortiferi a s'io , dire vera tano por- polFo* viva tcftimonian/a e co an- dere ren- voftra Padre pur della un patticLilarmente venerabiliffiniaCompagnia, chiamato il Padre Matracci,uomo e 5 favìo molto, fé dcir Indie e delle co- pratico e fagace in prcfenza del qualeda quegliadirati serpentelli furono morfi molti morte, non rimedio di , animali, che avendo nelle buon Padre vendo tate , da io ne di ho a alcuno, ne quellepietremcdefìme,, fede in Ed : m.fli aiuto trovato guarirein qualimoltillima avea tutti furono queltempo mentre ora nuovo con quel vi ilo fcri- viperepor. nelle noftre convicine pigliate te collinette,ne ho, dico, piùe piùvolmi fatte,e reiterate Tefperienze, per renderpiù certo di quello che già mi era cer- Napoli , e , tiffimo « nove di E tra Maggio fovvicne che 1'altre mi alla prefenzadi dottiffiinifeci mordere il dì -moici uomini da quatti^ vìpere che medicati coti quaitro quattro piccioni , pietremorirono dicci minuti dopo, che luroB 2 no ^JTVRaLI ESI^ERIBJ^ZE 12 il fimile ed a quafiavvenne de'quali cafcaron moraltri galletti, tre ti quattr' nello fpaziodi venti minuti o poco più; avvelenati no ; , il quarto, che fchiamazzando, e dibattenmorì dofi 5 erafi fatta fìaccar la pietra non , ma fé ore cinqu* paffate non tante prove, mie fidandomi non pietrene 5 di E . di più dopo le io della bontà del- quelledel Serenifs.Granduca mi(i in opera un* altra del Signor celebre pròGiovambatifta Cheluzzi ne , Dottor natagli feflbre di Medicina nella Città di Firenze , doda un Padre Domenicano dall'Indie; tornato ma anco queftala trovai, come tutte V altre, poviera , anzi mendica di ogni pere, virtù contro il veleno delle vie proprietà , quante ni • e contro Io aveva fte bcftiuole, affricaquellodeglifcorpioni ricevuto di frefco molte ài quefatte venire di Tunifi,e da me intorni dU^ già defcritte nelle mie ^fperìenxe gno Onde nel mefe di Giu: degli generazione infetti , feci pugnere a quattro di efì'cquattro terraiuoli nella parte più carnofa del piccioni loro il rimedio applicai pofcia ad onta delle qualimorirono pietre, petto tutti un delle , a i cioni pic- quattro nel tempo d'un ora ; ma dopo che fu ferito e medicato, cappone, fett'ore a morire indugiò j e diciotto ne dugiò in- che e non WATFRJLf ESPEKIE'^ZE 14 fono fiate olTervate; per lo più da me faranno forfè difa^ciradevoli, ancorché fieno per eflcr dette rozzamente ordine , ed alla rinfufa , e con verchiamente fenz' quafi fodigreffioni e mtikiplicate . fon certuni Vi tengon , che 5 Rondini ^ e che libro de cxc^ca^erit fua e da , fu il che Tertuniano ^ nel cora an- fine del , fi i'ios rurfusoculare de de' Rondinini pure la guarigione deglialtri volarih', non è cagionata e ; nidi delle Biondini , (ènza che ma aiuto di potràeffer manifcfto ad e cerati la- p^fìitentia dicendo, Hirando , dalla Celidonia 5 tempi gliocchi curano Rondinini fullos rwvit chelidoniay 5 effa con confermato fuo fin ne' noftri della Storia naturale,quando fc it i'erba Celidonia dalie fa trovata guadi de' e 5 che condo per veridico Diofcori^e nel libro fePh'nio nel libro ottavo, e nel vene refimoterzo fero , non fi ben sì dalla fola trova mai medicamento , ne' tura na- come ogniuno che voglia curiofità dì forar gentilmente o aver con ago lancetta da cavar le o con fangue gliocchi alRondini a o qual fi fia altro uccello , , , , . fatta la prova ne' colombi , nelle d'nell'oche , nell'anitre , e ne' galli galline , Io n' ho ludia , 9 veduti fpontancamentc avendogli gua- rire rire in di meno che UEDI. FRANCESCO DI è ore ventiquattr' , 15 mi fon' Cel- il detto di Cornelio verace corto ac- interdum fi n/ero ^xtrinfecuf in eo fiiffundatu iEius oculttm Uedity^t funguis njel columL-e? ^thil commodtm e fi qitam fanguine fo nel fedo libro » palumtì a^el finecaufAfit cttm hirtindmistnimgere : decine id harum aaes Uja:" exiri*ifìcws interpcfico tempore in *uel y » " knimequehirundinis . jìatumredeato antiqmtm hais fabula Vnde ettam ce- id ho ha cheli" aut e fi atit per parentes jacltis forfè donia reflituiquod per fé fanefat E Ariftotile nel da Cornelio Celfo V iiiìparò deglianimali , quarto libro della generazione 9 ^ . , e nel fello della Storia dare I Ciarlatani per ed . vedere a la potenza il valore de' loro antidoti , mangiano vono glifcorpionie i capi delle vipere e fi bedelle m.edcfime i fieli onde il femplice volgo che non fa che gii fcorpionie le fon velenofe non dendogli vevipere mangiate non 5 , , 5 5 , , , ne morire, ne da malattia eiferefo- prapprefiva immaginandofiil tutto eflere efletto di quegliantidoti : effetto de' quali crede fimilmente allora quando fi fan mordedalle viperefenza che ne ricevano danno ^ le 5 , ina ciò avviene anno dere perchèavanti del farfimorbcftiuole i denti ^ a quelle tagliato e J.Ì- ERI Eri EST iS IsTATìrRAL! Z E ben bene la tocca, il palato,e la ripulita gola, e lacerace quelleguaine de' denti,nelle qualilìagna che è certo un liquorgiallo, il veleno della vipera Altri,per far l'ifteffé prove inghiottifcono fenza molto perìcolo e . il folimato , r arfenico , e fimilicorrofivi; ma prima d|inghiottirgli foglionofconciamentc , colmare dello ftomaco il lacco di ni macchero- condici con paftuQii grandiflima 'di burro e quantità pofciaappena prcfoil corrofivo proccurano con ogni preftezza di rigettar , e d' altri , Più del vomito per mezzo fottile è r r afluzia di coloro inganno, di fuehi d' erbe e iftrani, la che , o , . e più fcaltrita za fora promettono , fculti con di fiidilli conofciuti caratteri , rendere non pelle , le carni così dure e che , trui alnoa falfate da ro, ferqualfifia di moda quaiftfia e o colpo di piftola, finmolto d^ffimil promefla fchetto; Vna non effer rotte, poflano fe a già1* Ariofto Rodomonte o che , . jflo notiziad erhét»e l'ho ceduta un V'enendo; 0 fids've tra-varne £he hollitscon %Ai S facefle la catta Ifabclla un elUra « e con apprejjo, ruta di ciprejjò» fuocoM legna framani inmantf indi premuta J^anda IDI FRANCESCO AlaniA Tre un REDI. 17 eh ihi/ì l?a£f^a liquor, d'ejjo ticorpo , in tal modo l indura fZfolte 3 che dd t a^^cura, e dalfuoco jerro, menti perchè così fatte medicine ed incantaper Io più dalle fate fi manipolavano 5 ventura quindiè che coloro i qualiquella vano aveE , incontrata di feriti, poter rimaner non detti fatati, qualiappunto negliantichi, ne' moderni tofcani romanzi cCfavoieegiafi erano e lerc flati Ferraù ed Orlando 5 vole fa- nelle e greche e latine Achille , Cigno , e tra' popoliorientali Ccneo 5 ed oggi ancora bi va vagando cosi fatta fuperdizione ^ ed io ebdel SignorGio: iMichcle VVant per mano lebio Erfurtefe quando tornò d' Egitto un nel quale fono libretto in lingua arabica vanità ; e 1 uiT alfcritte qucftee fomiglianti tro libro in linguaabiffina n* ho vcduro tra alcuni manufcritti Siriaci Arabici hg'zi e Caldei appreilb il ScreniffniiO Granduca mio ed ingcgnofa co^ Signore Sottile in vero ho detto è V aftuzia di quei rr^f^a^or:" me che promettono quelle e fimih bajc dalle è ilato ingannato; onde mi qualipilid' uno cade ora di racnell'animo contarvi improrvifamente , , , " , . , , , , , , , , , dove confiiìa la fraude megliodimoftrarla 5 ve C ne e ter per podito brevemente ; una ESTERìE'nZB t8 una flATrRÀLI iftorietta , la quale' voi udirete piacevole Degna di rifa e di compafsione , fono Eglinon in Firenze un' molti anni ancora di la da' monti abitava , onorato favellando Granduca che paffati nuto ve- , nel fuo meftierc Coftui , forfè ancor' abita e uomo to valente mol- e , di fabbricare Orologi: giorno col Serenillimo un fi lafciò di bocca di conofcappar fcere nel fuo paefemolt' uomini i qualiper virtÌ4o di parole o d* erbe o di pietreavca, , no la lor , propriapelletemperata d' archibufo 3 piftolae ^ cofa udita dire ciò e a botta di narrava non da infinite prove e riprovefatta manifeftifTimaagliocchi fuoi alcuni de' circoftanti a così vaSogghignarono na come , ma T e guardando propofta 5 dolcezza di verfo T altro , un fra fé mcdefimi cominciarono quel buon' uomo a 5 ridere della che dava fede ed a quefti queftefimplicità di remanzt e fole Sognid' infirmi:, S* accorfe egliben tofto che non folo a . , , ? fede preftato non ma quanto detto avea , che di piùtacitamente ne veniva beffato 5 onde fcorno grandiffimo a bottand reputandofelobor- era a 5 5 denti , varranno con , e un brontolando certo un non naturai fuo ia breve diife " fo che fra' piglio , ri* fchet-. glifchernitori ^liti, FR^mcESCo DI aiti la riprovata e , Redi, tp loro incredulità: Ne che fece venire tempo , foldato che fi vantava in Italia un , di palilo. Tue a guarì fpcfc d' eircr fatato ed o ( come impenetrabile volgarmente dicono ) fi gloriava d' elfcr* indurito e , lo , che icnza ghiacciato e , fi farebbe pollo timore a qualfifia piùbrava y e p ù per bcrfaL^ho orribil falva di mofchettate ; e tanto inftaare- domandò mente e folle fatta la frova, che e importunità perfeveranza , tanta con che 5 ne alla per fine fu efaudito 5 ed fronte rando il pericolo,con nulla egli , ficura e cu. di petColla offerfc il petto ignudoa Carlo del Scrcnillimo Granduca aiutantedi camera tofa 5 ed altieramente lo follecitava che , diritturadi , la alfparaife quellouna piftola c-lieteneva fine ; e giàflava il Cofla in mano per quello pietàdi per compiacergliquando la gencrofa che pigliaile volle la mira alla S. A. S. non il mibensì nor volta del petto ma per fargli , , 5 , , male che fofTe pcflibilela drizzale , fo la parte p:n carnofa delle nariche , le la furono ambedue dalla botta della piilc traverfo da psflate quel valente col danno banda foldato fenza ne la vergogna fé n'andò piedidella brigata, e con C banda a 2 ; pur due , ver- quali jxt laonde addio, fcampandofra tutto imbrodolato lato di faneue buon macKio fufo sì 4iia che mai 5 duro fcttimane due ^ATFRàLI ESTERIE^ZE 5 0 farfimedicare a , il noftro d'Orologi rcftò per allora conperò in fu la fua oftiiiazionc più lì fcorfe ; di ritornò , akri foldati , della ed uno furono che alcune compagnia di de' qualiera alabardiere in nuovo guardiaa piede T altro e , corazza della s^uiuóìà a cauallojll primo diceva di effcre il fatato 5 ilghiacciato ; il fecondo o il ciurmatore che , Moftrava fatta d' eilere la fatatura avea . l'alabardiere la deftra Tua cofcia fognata fermav che afcinquelivide ammaccature ftate imprefle da cinque colpi eilergli fcaricata in diftanza conveniente di piftola dalla corazza alla prefenzadi alcuni teftimoni 5 i qualinon folo confermavano il tut* di veduta di loro più bonario ma to uno , di , , deglialtri 5 e più dolce la verità del fatto doppie, e e trovato anco n* aveiTe voluto , ne 9 iìne di a perfuadcre fece fcommeffa trovò ticinque ven- fubito il rifcontro^- V avrebbe giocare, di fé e maggior fomma la perdeva fcnza riimperocchévenendofi alla prova mafe il povero ed ingannato alabardiere con le natiche malamente ferite dal colpo di un piccoloarchibufo ; il che veduto dallo fcal- fallo ; , trito sfacciatiflìmo ciurmatore volle cìautamenre "ì^rATrRALF ESPERIENZE %i al dottiflìmo Olao Bordi, Borrichio fanio- o neirVnivcrfità "li Coppenaghcn, profeflbre eglidi buona vogliaconcorrendo nella ib ed compiacque per confermar* fatto la , di participarmi uà' altro efperimento del Re di Danimarca nella corte e fon quefl' mi effe le fue parole cbe in un viglietto fcriffe Danu (^ ^orrvriegt Seremfsimus in ea tngenij Rex (^/ Sfiritus magnttudwe ut naturahmn re rum ejì Jìudiofus -opftdu pene onmuim ira accrrimus •(d/'caufarumearumdem indagator fentenza mia fi , , , ^ ? » » , ^ fion in raro €orpora human inimunia Jecancatam iììam ratìonem indurando a ut 3 ab iettiglobi plumbei(gr , fint folliate inq^Mf-itt cognituru tot miliianH?n hominum roero ne T'oconfentirent a tot indurfirn- tira "es pienoorc^ quihus exempla cnarrahantur; cxjeterum expertustandem €fì cv^od diu mente ante aftima-veratomnia illa fdalis Et ii(etqua^do-^ re anidra : (^ fìcttlis genisejjè in tei confrmationem (jaidam 4^ue ad €^xperi?nenta ad rem n.^entum ejì:, effro'vocarentubi tamen (§?'exceptiunculis (jmbufdam in^ptisprormffiigijs forumfìuhitiam i^;« (^ noaperteprodiderunt bilisaie in Septentrione Silltvfs JPt^arftli ne^otiator ìà rei neritatem ad ungmm (^ :egi fciret:, fuofi^ lufsit ^ nojintm fpargi gnifcaret per 'i.niuerfum fi millefuta0" inimimm exercitum pfofmffe fem " , » ^ " ^ , . " , tos Dì Redi. FKAncESco ifteius 23 fé^^e^ ccjfmosfjui ufumfme frat^de indmatum adnjerfus tciiis re (g^fcloprttm fermm:, illtm cupidum uiy dia nemo fé fecuni^e oflenderet dicAfvk tandem unus (^ alterffelucri gr «xv^caratlerihus circa collmn dijfofti nis nefcio quihns in fi experimenta armati pro'vecarttnt fucceijt induratorurrL^ uti Alarflius minus profperonam mribti"icultro fho immineret iam ahfctjjuro fmilti ttentium enim fi "vittetemeraria pro-mi ( parciturum mnuel?at ) fz;an( oflentatares ne ea quidempanc^ cultriattaBum firehant carmini^ pr^texcntesaures hi*sarmari nequijjje fidreliquum corpas nec uèubi ad c^teras rò partes dei'ent^m fujìinHert teiUS fidpudendafugactiltro fi ftikraxertmt ribalda è Baratteria di qiiedano» nien o quella che ufano i Santoni Dervigide tender allora quando vogliondare ad inTurchi modo facile profaizzadi faperc con re qualdi due eferciticonTbattenti fia per x'u vittdriofo Rianer Provveggano quegPingatitffS* , s o . " » " , , ., , 3 j • 5 , 5 . natoti quattro frecce di effe r una con ftrate a due a due ed incaftrano le , 1' altra 5 e così incale diftendono paralell fopraun guancialeed " debbon' effer tenute ambe con no r uno le mani che coc- in tal maniera diftefc fortemente xla due air altro per le punte uomini , che ftie- ad ogni oppofti $ quindi coppia J^ATVRAU ESnPEKlEJ^ZB Z4 coppiadelle frecce incaflratc efcrciti nemici de* due i nomi gono diftefe pon e , la quel- e , coppia la qualeda per fé niedeiìma motra vendofi di luogo andrà a cavalcar fopraV alche coppiaoppofta,farà il contraOTegno 5 , , r efercito di cui ella portar ha da riporta il nome la vittoria Egli è però neceffario , • da che gna fcdendofi in fu le calca- Turco un fia volte tre , , letto attentamente quel lungocapaolo deli'Alcorano Jafm cioè de' più femplici ftantemente uomo o tal frafcberìa metter Onde per nioftrar fallita mi fon grandiifima , farne tempi a ; e voluto ed per da di così e co- marla per conferco le mani nel fuoche che eli' era diverfi in trovato una molte , il fucceffo fu fcro mai fcakri meno volte la va proeflere ingaiinatoho fempre loro tentar non tener 5 titolat è in- che , credono Maomettani ardirebbon di . 1 . tutto per , niedefìmo me le frecce che le frecce non , fi mof- grandefcorno e de-i rifione di que^ lurchi i qualifi trovavano circofianze prefentie con tutte le requifite Ietto del bugiaravcan e riletto il capitolo diifimo Alcorano, ni alcuMa perchèvi erano luogo con , , 5 , Ponentini ver ^ che alTertivameme dicevano d' a- veduto riufcire queft' operazione'^n Le^ vante mi vante , REDI. FRANCESCO DI fecero follecito, 25 attento e a federare con- giuoco di mano avcffc potuto fard e preftamentene venni : in cognizione imperocchéeglifta in potere r come ingannoe '1 , d' iìi que' due uno fua il farle a furbo del pa fo e giuoco ; mi ed in effetto adde- pulitamente veniva poterono evidentemente di que' Dervigi Il perchè uno , . , 5 della mano, ftrandomi al come fatto, le frecce che tengono T una all' altra vogliafoprapporfi e quafiinfenfibllemovimen^o folo col , molti altri degli , confefTare, che fono inganni fine favio dere vemen fi rifolvctte francamente tutte queftetrappole , in ufo tra' Maomettani e a lli que, per pohtico di rendere i foldati de' periglicon più coraggiofie fprczzatori la ben perfuafa di una vittoria procertezza mefla dal loro falfo Profeta ; che fé poi non un e , fi verifica , fan Calafat come , nel avvenne 16 ad 16. Af- famofilfinìo e rinnegato greco ladron di mare che olhnrc ; il qualu no'\ r incantagion \à vitdelle frecce gliprediceffe toria fopra le Galere del Papa del Re di da lui Spagna e del Granduca di Tofcana incontrate verfo la punta di Sardigna fu dal Viilore di effe vinto e prefo con la tutta fi vefquadrade' fuoi vafcelli: Che fé non , , , , , , , , D rifica, -2 ESTERI 6 rifica dico , , per falvar la f^ATf^RALI E^Z.E ripicglù duttore Sea quel facrilcgo riputazione a maDcano non coloro . de' maravigltofi preftigi Saracini e degl'Idolatri cova fcmprcqualche manifattura 5 e non è raica ufaningannevole In fotto i fomma , nuova za bene molto ma , antica , fi come dal decimo raccogliere capitolo quarto può di Daniele , che riferifce la trulleria di que' buoni Sacerdoti di Belo i , al Re Ciro che a tutto Idolo il loro 5 mangiatore ed , dere qualifacevan creil popolo di Babilonia era un così bel eh' ogni giornotrangugiava quaranta {ci grandiantore traccanava e pecore di vino e con e quellacarne pure con bevanda trionfavano fcgretamenre e cjuella facevan buona cera faccrdoquei ghiotrillìmi ti in brigatacon le mogli gozzovigliando noi loro, e co' figliuoli E non Icgghiani in Plutarco, che ne' tempi d'Agideil p!;iovada' prcftigiatori le ipade erano ne inghiottite che un BaInfin Apuleo racconta, f fpartane nel porticodi Atene ingozzò una gattelhere molto fpadaappuntatiilima più lunga delle che un cert' altro Giocolare fpartane 5 e per di pochìfllmi fi cacciava quattrini ghiottornia ncli'anguinaglia uno fpicdeda porci e con , , 5 , , y . , , tutia REVI, FRA^CECSO DI 27 1'aila fc lo fala punta ^ e con ceva tutta ufcir iuori della collottola ; e quel che tutta vedcvalì più flupenclo, era bel un iiiorvido 5 e minute, e così prede, che olTa ne , a lafcivó , tutto così parea^ eh* Nojoio , e di" e' non . fleffo, me viticchia av- gentilcosì caprioletre trinciava e , egliavelie nervi farei rpiaceuole , fanciulletto licciutello , il quale ballava niente ed e quellofpi a Voi a e mente pari- dottilfjmo 5 ed eruditillìmo Padre, fé voleffi tutti i avvcnnnenti fimiglianti che giornalmente veggiamo per ie piazzene' circoli de' Cerretani e quegliche mentovati furono mente dagliantichi Scrittori e particolarnarrar , , , da Gentili 1 , Niccforo da e di favellarne mi porta Rabbi deir Idolatria al folamente avvenne feriver a me rimetto Moisè ne ? Grifoflomo della Storia Bizantina; ottavo do Gio; San al nel libro Gregora neil- un tralafcian- onde giudizio che , nel l'bro Maimonide capitoloundccimo vi quel che a' con tro con- venciabil ; voglio palfati e nieu nativo uomo di Mafagam in Affrica,e pofciaCittadino di Goa il quale avea portato nella Corte di curiofità pellegrine, le quaTolcana moke tra li fi uedeano alcuni pezzi di Tauarcarè che da noi è chiamato (^occo delleAiMi^^e Quei D 2 parti, ^ , JiATFRAL! ES^ERIE'NZE i8 che particulari da ftofano Acofta da Orta Garzia Clufio Carlo da da , , da Ignazio 5 fco Hrnandez fono 5 no Marti- da FranceAugcrio Cluzio tri da GuglielmoFifone, e da al, alle virtù di llo quen}olto ben noti : D'un' fono Voi a dotavalo queftofoprammenprerogativa altra valentuomo tovato , la calamita bievole amicizia di duro a , crederlo 5 niuna che, per molte o fé, e lui vicinanza che loro 5 così il Cocco giuratodel ferro,lo è nemico da cofe lo neceflìta a moftrandomi E : io fronte mi replicò accigliata cofa può efierc impoffibile * , ed invecchiata efiere foglion perchèfono al vcderfi , re fuggi- con cattiva una fcam- certa una anno di tra {caccia lontano la afiermando,che ficcome il ferro ed , delle Maldive za, da (lari fcrittiintorno Cocco e Chrt- , infolite ad ftimate udirfi, ufan- non o re, ve- cili diffi- le deboli perchè trapafl*ano o forze dell'umana eftimazione , ma confidcrare iì conofcono certiflìmc ed poi attentamente be agevoh a mettcrfi in opra, come egliavrebfatto ogni qual volta che a me fofle piaciuto di far efperienza della maravigliofa tù virdi quel preziofiflìmo lizie, Cocco, che è le dela parte più nobile de' tefori de* Monarchi e che indiani io glirifpofi, E perchè , , , ; tutto VlArrRAU ESPERIENZE sa tarìo delle due dita fuUe fà; laonde rifolvendomi fi qualifi reggeva io tener' a nidi mai gran paflione qiielgalantuomovi Cocco velie mo A^ada, ancorché non che la l'cl- con 5 accoilailc ii . Quefti però fi^no ingannivolontarj e " fi fiaol dire 5 come avviene o giuochidi mano: che non ancora ofiervati oftacoli non Accade bere a una di alta rato veridico me e , bibbia fta naturale aver poco ne più ne 5 inglefe, Litte- Boile Gentiluomo e fempre fama, dotto, diligente, meritevole d' con egri lede più (ubìì' la folita fua commenda- , bihfliina fincerità, che avendo ria Medici a' fetti ef- il corpo. racconta , fi^htiloro purgante delle non , punto moffo Ruberto rado medicina eh' ella gagliarde e , alcune di non . volta tal- Ma comprefi pocentiffim , polfanoprodurrei cagioninon data per ^ ^ del Verulamio , letto nella ftoche l' acc]uavite gallafopraT olio di mandorle dolci farne efperienzae trovò fempre,che a , le volquavite l'ac- , fcava al fondo foprad' cffa j , e quando ma i' olio in vece galleggiava òi te, acquavi- usò acquarzente fine;,trovò efìer vero fu Verulamio dal profferito fi avvide , o non fi curò di to quan- ,ilqualeo accennare che , non era necef' FRAJ^ Bl REDI, CESCO 51 necciTarìo, che T acquavitefoflè fìnl^fima, e da ogni minitna parricclla fepv^rata ci'acquofità Altri fiìiiiìi avvenimenti rifcr"ti dal dc-expcrìmentts qw^s trai tato ^ da ranno fnaedtaitfa- non :, dortiiTiiiioPadre Voi infallibiN 5 dal ^ flati letti 3 owà^ mente nel Bolle volentieri mi adengo rammemorarglr . Ne' fa^ei di Naturali neli' Accademia del del Cimenta fcritto ài e , qua per iiifuiioned' acdi piombo s'intorbidano inalba Ciò limpidezza . con verità rienza turali na- Fifa fua nativa è flato fcritto linceràmeate che no an- gli occhi proprj quel!' efpetc^ii" viva e certa poflbnopreilarne , con , offervato , albiccia , da Ma . che anco alcuni mefi T acqua ed intorbida di tutti coloro naja di volte Ne la ài " j juonianza re terme ed infinitivalcntuomirti , veduto di , perdepunto non e ^ ài fiumi pozzi 5 e che tra V acque quelladel condotto di folamente rson la Che ; ftillataa campana r altre acque tut:e to\v:2.vìQ fotcu protezione PrincipeCardinale de' Screniflnno fu Medici efperienzecompilati , con che in qua io ho di Pifa diventa grandiffimo ftupo- tante , tante e centi- darne fapreì in contrario : efperiaientato la colpaad altro che a qualche eilraneo non 5 anno e 5 folito mifchiamento cofe di ESTER'IEVZE S^ cofe tcrreftri che , ^ATrRALf abbia colà trapelare invifibil- cominciato dove forge (torre fi conferva la vena ro Ovvedi quclTacc^ua e può eflerfidato il cafo che quando fufatte V efpericnze ron degl'inalbamenti dcU* foflero fempre fiate poftein acque naturali opra acque ftillatea ca^ipana di piombo, le qualiacque nello ftillare avcflero pigliato pòchifTimo lale da quella e campana per confequenzaavellerò potuto folamentc rendere albe le non giàla puacque più impure ma rilfima del condotto di Fifa,la qualeacciocché mente a " , . , , , , fi faccia albiccia è di meftiere la tare vero va con acqua, che arricchita di le campane mefcolar- ne nello ftillarefi fia ben be- quel fale che fogliono fpudi piombo E per dire il , . chi far cotal pro^ vol(?ffe diligentemente fé uferà molte, e diverfe acque ftillatein j differenti ne troverà alcune per incampane , fufionc delle qualiV di acqua -del condotto Pifa intorbida mai , e ne troverà altre, che fubito fanno intorbidarla : Ed a quella così fattadifferenza può me cooperar molto (conon ho efpcrimentato ) non delle campane i e folo la diverfità co ,e2.iandioi gradidel fuola diverfa naturalezza de' fiori e dell* , , ma ancora ^rbe,chefi diftillano:Può cooperarvi fé R£7)L FRA^C£SCO DI SS fia la fé l'acqua dalla campana, o primache ftilli no quandodopo qualchegiorpure fc fia l'ultima, di continuo lavoro la campana è (tracca (per così dire ) sfruttata: fa altresì alcune e voice diifercnza la mav^giore, o qualcheftravagante minor d'acquaftillatain piombo,che quantità s'infonda foprala fuddetta acqua del condotto Pifa ancordi Pi-fa^ la qual' ché acqua del condotto ài inalbi ed imorbidi,non inalba peròmai, ne intorbida tanto , inalbano quanto ed dano intorbi- che da miiraltre acque naturali, ftate fino a qui provate, eccettuatane del fiume della Pefcia vai di Nievole dolce del è , de' Buonvifi molti non della Villa . del Nilo Mecca la , in fomigliante Palazzo Lucca fcorre nella gran parte 1' acqua nel prato d'una fontanella, clie fi trova le me a qua l'ac- bare qualencU' inalquelladi Fifa ficccr- in Tofcana è fimile molto che , no fo- me di monti gno pafTìlontano dal famofo Banomina riDel reilo l'acquetanto e Tacque del Pozzo della :. nelP Arabia teniitc , in tanta zione venera- intorbidano ( come vedere ) al paridi cfperienza da' Momctrani potuto per Csia acqua pofto ne' ho 5 qual- di viliifimaftniia. di naturali cffleiTo libro di Sa^^cii perienzcfi dice, che l'acquefuilate in vetro, Nello E fé fé fieno mifchiate Quefta ma ^ tutte è vera a e , bo piom- Ho . y in rena ftufa vetro , fatto ftillarela vitriuola orinali dì cappellodi col ftillatpin vafi di 1' acque in parietaria o ftillatein acque moltiflìme volte riefce tfperienza volendo generalmenteintendere di quante non con intorbidino-. non 5 vera tiATFRALI ESPEKIEJ^ZE S4 bocce vetro vetro d' ; a oro , bagno e ria ma- d' argento la del- nel cadcllo e , vetriat indi terra di vetrone che n' è ufcira,avendovi e pur l'acqua 5 infufo qualche poco d' acqua rofa ^ o un fempre è latte fu colta in diftiilate intorbidata , In un' orinale libbre di 5 quindiferrato roftrato , divenuta e di . giorno quattro pra la e di fiori di mortella d' acqua 5 orinali con vetro bo piomcome mifi fubito parietaria un che l'orinale col fiiocappello V accomodai nel fornello fo- feci ftillarT acqua , mantenendo finché la rietar il fuoco fempreeguale pa3 fofle totalmente afciutta , e quafiab- rena , e ne le differenze delle bruciata,e per diftinguere del mezzo primeacque, che ftillavano, da quelle da quelledel fine,mutai il recipiente e volte 5 ed in fine provandoquefti quattordici faggidi acqua, con acqua rofa fìilquattordici , lata a campana di piomboj tutti fubito inal- bar bareno di la reiterai di Aprile,e Onde : li refiduo 1 5 feci del mcfi: la efperienza Tale . Vedi: FRANCESCO DJ di Giugno Maggio, e ripod far' un* altra prova per Hìggiin quei quattordici d' argento col cappello di vetro boccia g!ifeci di riftillare a una e , niutando bagno maria il , raccolta volte otto e recipiente pur T acqua ma ne' primi fette recipienti fempre inalbò ed ultimo,la quadcir ottavo non già quellale , , , io la ci- ancorché inalbare, volle mai non d' acque ftilgenerazioni melifsa in queftiinallate in piombo La bamcatr è quafifimile alla parictaria ché ancor, faccia alle volte qualcheftrauaganza ; mentafli con diverfe . fono Vi tali erbe o già 1'vltime che di no tanta mifchiate , , con o , , ftillano nel recipicnrema , qualifon le folamente non mai folamcnte dell' opera non tro ve- bano, fé pure inalcipio quelle che nel prin- inalbano non faranno \w vali di jftiilate perocch imgrandiiiime; ftravaganze fanno rena a che , intorbidano non efficacia, e di le rifchiarano e , le tornano j nia io- forza, che tanta intorbidate acque tal natura, di a bella va proalla loro fare primieralimpidezza come appunto ftiol il fugo òÀ linione dell'ai^Tefloe molto e , , più l'aceto forte 5 e , l'aceto E m.a lliiiaco, 2 non 'J,ia giàio fpirkodi vitriuaio; E cjuelVuitiirìc Jtcquc fon più gagliarde nel produrre tanto quelrifchiadato pili co e raiuento, gagliardoil fuoquanto 5 che le ha fatte ftillarc Neiia bietola . falvia potrà verità,ma non quale,come egualmente ogni nella la parietaria1*acqva delho riferito intorbida fempre L'acque poi, che fi ftillanonel , cartello della fìufa di tanto orinali di con quella , . quanto cevtificarfi di uon"o la nel- e , orinali di con vetro , invetriata col pello capfogenerahiiente terra quafi tutte dico quafitutte, percheve glionointorbidare, fono alcune, che non dare ne foglioomai intorbiE di quelle che intorbidano, alcune fon le prime che ftillano alcune fon quelle che vetro , ; , , fiillano al di fon che .* E , ed al fine dell' opera quelleche vengono fovente confervino può darli dagli orinali altre fon di quelle dagli orinali avviene coftantcmente il cafo che , tre al- : ftillano baffo del caftello , poftinel , mezzo che lo ficuati nell'alto tali acque non fteifo ordine 1' acqua d' un ; erba e in fia fempre intorbidata fé fi ma prova , di nuovo riftilli della fteffa forra di erba, non una Il fegua V effetto dell* intorbidamento perchè è difiiciliilimoT aflermare in generale cofa akuaa di certo intorno a quefti cosi fac. ne . ti B'^Z ESTERI 5» ^ATFRALI E mai ne giornie non v' ingialla quelfaporetanto taftidiofodi fca o , di nìandorlc amare ftallidi Venezia o vi fuol , 5 5 : noccioli di pe- fé ne* cri- Ma fuol penare due, ella indugia to molintorbidare, di Roma e giorniad più in que* bclliflimicriftalli tre pigliar che da qualche anzi Parigi; , in m qua fi fobbricano tempo fi potrebbequafiquafidire , che v* non inalbale punto ; tanto poco è 1*inalbamcnto , che ella vi piglia Verrà forfè tempo , nel do qualetal divcrfità non fi troverà vera, fecon. de' materiali, che fi uferà in Pifa.in nella fabbrica de' criftaili, la diverftà dell'arte , e Qual poi Parigi ed in Roma ciier poffala cagionedi tale inalbamento,io che venga da quelfale che per pie credo Venezia in . , , , , fuol fiorire su* vafi di criftallo, e che col fé glimangia; e glirode, glifpezza, tempo che nella di Ciò porrà accerrarfi ognuno, e fuddetta acqua di cannella ilillata fcioglier proporzionequalchepoco di quel fale farà conofceL'intorbidamento di quell'acqua falfa la comune eflfer re opinionedi coloro che fino a qui anno creduto,e credono, che zione i vafi di crifiallo non polfano cagionaralterain queiliquoriche in elfi vafi fi ripongono tale opinione farà confciupiii 5 E tanto con . , , ta REDI' FRA'NCESCO DI S9 falfa , quanto che alcune acque flillatea di piombo inalbano ne' vafi di cricampana ta ftallo di Pifa ftezza con 5 di cannella 5 ancorché tanta con non pre- quanta fuoi' intorbidarvi i' acqua ftillata. Si fabbrica poluere con vna falnitro raffinato, due partidi tre di fai di ed tarraro , quale dall'effettoche ché produce,fi chiama polveretonante, imperocmcfibne una piccolaporzione o in un di rame, ta cucchiaio in una o di lato paletta la altro metallo di qualilfia e pofi:a o palct'.a foprail lume d' una candela ovvero foprai carboni accefi quellapolveremuta colore appoco quindila uno fcopappoco pio fimile ad una botta di piftolao di modi fioridi zolfo ^ la una ^ 5 , 5 , , , , fchctto , la che fecondo mas^iore fi è minore o polvere: E pure talvolta che quellaftelfaftcìrifsimapolvere Gi.antità della che avviene 3 prima fia beniilimo riufcita alla prova non produrrelo fteffoeffetto vogliadi nuovo di nuovo dello fcoppio e pofciariprovata , poco , 3 torni di a nuovo a riprodurlocome , avvenne zo quandovolli farla vedere al Sig.Lorenta volMagalotti ; concioffiecofachè la prima anzi la polvere non fece effetto veruno me , fi come liquefece una cera 5 ma riprovata poi "NfArrRALl ESTERlEJiZS 4^ per la feconda portò beniflimo poi per la e , volta lì terza . ta voluna pure è Jnterveniito più "i'. durar fatica grandea far morir qualche male' aniA me a forza di come io dì- forz,adi morii di vipere,o a d' olio di tabacco Si danno , . viperaabbia forfe bevuto qualcheco(a o poco prima mangiato, bia afpra5 ruvida e -detergentela qualele abil palato e le fauci ; la bocca ripulito c-eva y molti cafi., o che la 5 , , o to , che ella abbia di frefco mordendo fuor delie fchizza- guainede* denti quelmortifero liquor giallo cLe dentro vi fi conferva;o che fia in tanta quelliquorgiallo poca Quantità efil fangue^opure che appena arrivi a toccare icndo copiofo abbia potuto penetrar tutto non infin colà, dove gliera di mcftiere per la debolezz del morfo dato alla sfoggita e che abbia fé non o non accarnato leggiermente abbia accarnaro di in luogo rado di vene e 5 :. 5 , , , arterie j 1 ferito animale fia dì flatura grande imperocchéla viperanon così facilmente una capra ammazza un gatto ancora ammazza un , un , più fé tanto e ed rion un' cavallo , colombo uomo , toro un una , pecora ella com' , un gallo, coniglio, ne Avviealtri piccoli animaletti poche volte che fanguinaiid , un ; , la DI FRA9rCESC0 REDI. 41 la ferita ritorna col , indietro e {piccia fangue che fiaggiunga che per avventura fuora il veleno;al , , che può cffere, non tutte biano vipereab- le di avvelenare ugualepoflanza efle fon nate^oronfecondo i paefi, ne' quali ma fiaarrivo,e brilianreil lo^ verfano, piùo meno tra ro di loro , Ed il mcdefiino adiviene dell'olio veleno . del tabacco^ imperocché non ognianimale effo avvelenato fi muore o per io meno , fé la feritanon arrivi a con tanra preftczza, con non care toc- qualchearteria di quelle, le piùfottili In oltre che non fon noverare tra di tabacco è a maniera non ogni olio di qualfif anzi che ve n'è di quello jcl.edi quamortifero, fi niun detrim^ento è cagione, e di ciò per efpequalchevena, o . rienz.ane fon certiflìmo io tra trovo Grandiffima differenza . '1 tabacco del Brafil , e quello che ci è portato dall'ifola dì San Criftolano : di loro poco differentieffettiproducono tra quellodi quellodi San Varina , Tcrranuova Martino, e quellodel e , Brafil; dell'Ifola di dell' Anguillancn ma Nicve,di s'allontana di quellodi San Crioperazioni flofano;ed il noflrale produceancor' effo gli effettifuoi dilferenti daglialtri, ancorché tutti in qucftoconcorrano di produrre un' olio molto dalle iindi quafi e cmpireumatico,puzzolefìti{rjfno, F pra- "^ATFRALr ESTERIB'HZE 4ii fetore praticabile Io Io che forfè ho . parlato ze raztroppo ofcurainente intorno a queftetante eifendo maceria pericoiofa di tabacco, ma cW i m intend'io chi pm che bizzarra ftravaudite di grazia , Jntendrm Ma " meffo Qjeft'oLo ganza d' ora . ammazza , nelle ferite in co pocagiona per Io meno o feitidiolìirimi accidenti ed j io conofco cert' la con guarifcono fola polveredi tabacco i tagli, tutte e le quelferite che ferite femplici da' macftri di Ed' il foprammcnCirugia fono chiamate 130. nini che 5 medicano e , , . Padre tovato Antonio Veira Gicfuita , che fpaziodi trentadue anni ha dimorato che in quelpacfe,per nel Brafil, mi riferifce, le ferite non è medicina più ufuale del fugo del tabacco frefco delle fogliedi qucft* e per lo , erba che ; E di gì'Indiani più Niccolò Monardes racconta, le le piaghefatte dalper curar frecce avvelenate de' Cannibali,fi fervono folamente di queftofugo, il quale non folo , refifte al veleno prcftezza fende rammargina e cjcatrizza le piaghe,e le didal fluflb del fanguc Sono te parimenalcuni altri, che mafticano ogni mattina a lo in€ digiunobuona quantitàdi tabacco meno alfcnza un minialo pregiudizio ghiottifcoao , ma con ancora , , , Redi: Fj^AKCESCo Bi 45 pure ogni fti!Iadel fuo nello ftomaolio , che in bocca fi prenda o , fi avvalli, radice di nojofe, è origine, co e meno apparente 5 di mortali e quellaguifaappunto in polvere che a che r ore fi tira fii pel infinitiuomini tutte da nafo fé fia pofto in bocca ad alcune beftiuole e particolarmente alle lucertole in un e fciagure quel tabacco la : , , , 5 fol le fa bafire , ed intirizzate le fteflapolveredi Direi che quella momento ammazza . facelTe lo fteffo giuocoalleferpi^ma tabacco conciollìecofachèper due voglioparlarne, m' è riufcitavera, anni continui tal'efperienza nel prefente fenza ritrovarne la ma anno ho potuto mai farne morire cagione non di quelledegli della fl:eflarazza ne pur vna anni paffati Affermo bene, che le mignat: te rinvoltate nel tabacco rizzato polvefanguifughe fi muo/ono non in poche ore per come polvere,ma cagionedi quellapolvere, bensì per cagione della poiTanza del tabacco.Quello che è più confiderabile,a chi fa fi è il vero olio modo di fabbricar quell' non , , , , , che e oggi in , le e nelle ftraniere contrade, tutte nofìrc ancora, molti uomini ficuramente, fenza pericolo pigianoper bocca il fum« , mo del tabacco,di cui così F 2, il pafattaaientc lato, nATFRAU ESPERIENZE 44 no partis' imbevoche polTonmaertrevolmente refpignerlo fuora e per gliocchi , e per gliorecchi e lato tutte e , le circonvicine , , in ciò il luflTotanf le narici ; ed per oltre fi un'ingegnofo modo, e faciliilìmodi far paflar quel fummo daV nella neve, per alcuni canaletti feppelliti qualieglidipoisbocca così gelato che non e porta invidia alla più fredda tramontana molti non contenti di prenderlo per bocca è avanzato , che rinvenuto anno , ; , novella con in vece , novello con e ftromento , mo empiono di quel fum- di fervizialc fi no però caldo le budella,e lo trovamolte malattie più contumaci a giovevole alla dogliacolica. in particularc 5 ed arte ma Farmi , ora che Voi mi , fè domandiare, fé for- che r artifizio , fi ufa in far 1*olio del tabacco produrre ed inneftarc in eflb poflfa , quellamicidiale violentiifima velenofità; o fé * doni qualcheftrana mefcolanza di pure gliela cofe velenofe , che per necelTicàentrino nell^ di queft' E olio queftavomanipolazione . flra iftanza mi raflfembra, che fia fondata fu quello, che intorno a ciò affermativamente fcrifTeun Valentuomo Franzefe in un fuo cu- del tabacco trattato clegantiffimo dedicato con molt^ ragione al nobiliifmio e rioib 5 ed , , dottjf-- lèS'PiniEiiZs vjrrvKÀii 4^ dubitato alcuni , perchèanno E partidell'America nelle che creduto e il tabacco , falfato da* mercanti coli'elleboro e ^ forbio perciòe , fatto ho dall'euforbio, cavar mia a fia coli*eu- ro dall'ellebo- e poftaV J olio 5 e dolo aven- te in diverfe maniere di fericfperimentato r ho fempretrovato privo di velcnofità Potrebbe nulladimeno qualche pcrfona troppo fcrupolofa replicarmi che ciò può effermi » 5 , avvenuto per io aver* non quelleneceifariecirimonie r elleboro fon tanto , fatto ufar che rammentate tutte nel coglier dagliAutori botanici,tra' qualiPlinio fcriffe.Hoc (^ reli- fi'primum enim ^Udte circmnfmhitu giofmscotlÌ£Ìtur dein quifuccijltms e fi »num fpe^lat @r precaid liceatfibi soh" concedentihusDijsfacere ^t tUTj Quefte fon bagattelle aqmU ajolatus fer"V(Uque credute da* noftri Antichi, fè fcritte foro in credito^ed in venerazione per mantenere 9 » » ^ la virtii deli'erbe anco non ri chi foffer cofe . Ma quandopur neceffarie, (il che elle fono fcrittedagliAuto"concederei) con tanta vere e , diverfità, di loro doveflero moderni ; , che io dar fede imperocchéPlinio comanda in che nel fapreia glierbajuoli 1*elleboro coglier non aquila Ci offervi il volo dell'- maniera quella , che nelle loro pre- diz FRjmCESCO Dì B.EDL 47 antichi dizioni r oflervavano gliAuguratori pel contrario,e Diofcoride vogliono che gli erbajuoli fi guardino e fi ab, che T aquilanon bian cura glicolga e non faccei-da ; Onde glivegga in quella qui per ofTcrvo che Plinio avendo copiato pafl'aggio quelladottrina da' Grecia non fece diftinzione, Tcofrafto , , , , che pur v' è ovvero , dal grande, al (py;\àT7?. (^vXcnTi^au ; confiderò il Salmafio quel cbfdr^ come *z"atqueaqmU njolams fi potrebbeleggerefer^ razio njatqne a^mU nueUtus^'mquel fcntimento d'O- fern^a.ed in quello rupes maxima di Terenzio Hem. firrva.£emmaéitnificauès^ En e , così farebbon d'accordo Plinio e 5 ,• Ma non ride Teofrafto,Diofcoper quefto chi , trafcurafle quelle le alpregiudicherebbe diligenze virtù deli' elleboro 5 avvengachè gliftefli Autori fi dichiarano che elle non lì fanno » di colui che di effo elleboro ma riguardo dee coglierloacciocché eglisfugga ogni pericolo in , , 5 ftia fcnza e 3 il che pure è di cattivo temenza vana una gurio au- ne immaginazio- . E^ cofii notiffima tra che quel gliScrittori, Tremola, Torpedine chiamato peiccmarino fé fia ovvero Torpiglia, , ^ e " toccato la mano, ftupida, renda mentita intor- ed il braccio di colui ES^ÉRlEJiZE 4» WATf^RALI colui 5 che Io tocca 5 ed io ne ho fatta la prova rità più d' una volta , per certificarmidi tal vedi certezza e per poterne favellarecon , fcicnza 5 e voglioraccostarvi , che alcuni pcla fcatori eflendoja mia requifizione andati al, uno pefcadi quellopefce,ne pigliarono vivo poco dopo che 1* ebbero e portatomelo prefo appena Io toccai e lo ftrinficon la , , , mano la mano e , così che '1 braccio , tuttta e faftidiofo, acuto afllittivo^ed fui neceflitato Io ftcffomi informicolare ad cominciò mi così tremore un E che , e la fpallacon con , dolore un nella punta del ritirarfubiro la a gomito, mano io ogni qualvolta continuar lungo tempo avveniva oftinaramente e ; leva vo- a che quanto più Fgliè ben vero fi avvicinava alla morte la torpedine tanto io fentiva il dolore,e 'I tremore meno ; anzi molte volte io non lo fentiva ; e quando ella fu quafi finitadi morire che pur campò ancora io poteva maneggiarla con ore tre ogni ficurezza e fenza faflidioveruno : che perciò fc alcuni ftieno in dubbio è maraviglia non della verità di quelloeffetto,e lo tengano toccarlo , . , , , , per una fatta r ma con favola avendone , non cfperienza le morte , con o efll per le avventura vive torpedini vicine al morire Non . , poflbgià Non o 5 RETiL FRANCESCO DI ftcfìa Scurezza la con fé fia il negare vero della I torpedineoperi ancora tutti dicono di pcfcatori Goftantemente e che 5 da la virtù che lontano * s V afta della foscina ella per mare affer- sì ; ed affermano le funi del'a rete per " 49 dal trapaffa cio alla mano^ ed al braccorpo della torpedine va, di cffi mi dicedel pefcatore uno ; ami che gran nieffa avendo in queftatorpedine bariglionementre con , vi verfava dentro ardirci non a le mani Sia com' , negarlo vafo di me ra- marina pierlo, fK^r emintorleggiermente, acqua femiva, ancorché memirfi un un anzi mi effer fi fento voglia; inclinato , crederlo ; ma fé non , alla mano non che tezza poffodir' altro con cerquando io avvicinava h torpedine fenza toccarla , e do quan- le mani in queiracqua parimenteteneva fentiva ne io non nella quale ella^nuotava minimo E pure può et ; travaglio pure un € fere, che quando la torpedineè in mare, che è vigorofa e tutta piena della prepria dalla vicinanza della morte virtùjnon diìTipata che fon ella produca tutti queglieffetti , da' pcfcatori mentovati lo^ della qualeio vi favelQuefta torpedine, fu prefail giorno 14. di Marzo 166^, , , , 5 * G Era ESTERìB^ZE 50 femmina Era libbre pefavaintorno e , "NATVRALÌ quindici alle Volli allora oflervare l'interna . delle fue vifcere ; cupazioni per le moire ocfi fnol e , come ma lo feci in fretta^ dire, alla groffolana ; Ve fcriverò ne allora quelio^che tutto brica fab- dimeno non- notai ne' mici fcartafacci . Gli occhi fon ftanno nella te pardita traverfe ali' e- piccolie , fuperiorevicini , {Iremo del corpo della torpedine Son' alzati fuor della calla , come lembo . due due anteriore malfatte La pugallozzole pilla Una è tonda ; imperocchéT iride è d'cava figura che una metà di effa è con- cornetti,o non tal . , e , l'altra è conveffa 5 ed entrando il conveflb nel concavo fi chiude la pupilla , L' umor criftallinoè rotondo , di fuftanza tenera . neir efterno I denti ti a una di dura nella bafe. larghi e falci La in due attaccate fottiliflima , undici nell'interno . fegatofi divide due tutto e affai aguzzi nella cftremità fono dell'altezza , II , e lobi fomiglian- inficme nella bafe da ftrettiflimaftrifcia . Pesò once. borfetta del fiele al lobo era deftro del affai grandeattaccata fegato Pesò fei . dramme* Crede Vliffe Aldrovando che , fiele il fiele impìaftrato in ftro corpo dezza il fiio timore vano il tremito la prova con 51 qualche membro v' introduca ma 3 REDI. FK£HCESCO DI la e torpi- accorfi eh' m era crederei fimilmcnte Vana . , del ho- 1* opinione di ro Plinio,e di Galeno ^i qualitenneche lo (leiTo fiele avelie virtùdi render flor 5 fcio,e fenza forze quelcorno dilleil noftro Boccaccio lo ftomaco mezzo Lo ftomaco ) cozzano fct^atofon fituatidi ed il budello. 5 è quale(come gliuomini. grande cosi che , meda la ne per la bocca della torpedipuò raggiparimenteè affai larga 5 d* un' mano del lobi i due Tra col ^ che j uomo rarfi facilmente in elio ftomaco , il qualeè carnofo, e rugofo. Tra Io ftomaco, e '1 budello v'è vn picciolo il tragetto , che può chiamarfi il piloro, qualefa due della lettera S angoli , formano la figura . Il budello appena fei dita traverfe chiocciola che , arriva alla internamente lunghezzadi fabbricato a fimilc alla fabbrica molto degl'indella teftinidel pefcepalombo e di altripefci de' cani della fpeziedelle razze, e fpezie 5 , , fimile in gran parte a i due inteftiniciechi dello ftruzzolo , e del coniglio e . In un© tra degliangoli G 2 lo ftomaco, e l'inteftino 'S^JT^RAU ESPERIENZE 54 « teffìno fi vede milza La fituato il pancreas che pesò due dramme , ellittica5 e , la milza gura di fi- era , la del pancreas era figura affaiirregolare, poichéverfo ì?^ milza è grof{b"e largo;e pofciajconuna lungaiailcM, ma avvicinandofi all'intefti'no va . Il cuore ed ha altri pefci , e ftaccato dal corpo da ogni vafo feparatolo effer vivo ad , di fect' ore 5 ed Dopo della torpedine ;. che hi . tinuò fanguignocon, io fpazio palpitare a e del il reflante torpedinedopo quellodegli fola auricula una V ebbi che , diffimile da è nom fcnza della corpo cuore 5 durò concinue a moilrar ftgnievidenper tre ore tiflìmi di moro, di fcnfo; e l'vlrirnomembro, e che gli perfe fu la coda 5 il che mi fa , •fovvenire, che, di molt* ore, ancora per in che la intirizzata, offervai, e qualche L'ovaje fon due lobi a' due fegato , del fi poco fegato '1 diaframma e . fituate tra elfo ciafcuna dcir In . movca da co- te immediatamen- attaccate , e torpedinemorta altra un' o- ferenti di difuova piùdi cinquanta grandezze: Dalle due ovaje fi fpicca- vaje fi vedcìfano no due canali , cUq terminano In uno di ne' due ovidutti erano quefti di pefo intorno grandi, fei ovidutti uova , aflai ad un* Qncia 1* uno, e ^ATFKAU ESTEWE^ZE 54 alle eftreiiìicà anteriori di torpedine tutto il corpo di fuftanza una da occnparo bianchiffima 5 le fibre della le fibrafa^irolle, quafon groilcquanto una gno groda penna di cicfia ^ 5 da' nervi corredate ion e è lanLiiigni e , da' vafi capi o le eftreniitàdi quelle fib-e toccano àt\ to, la pelleòtì dorfo e petunite nifieme formano due corpi, tutte e i quanuiiculijchefi fienojdifigura o falcata, li . I , due alle inufculi libbre tre e , allora che arrivarono pefatiunitamente Mi in circa mezza . parve mufculi queftidue corpi o falcati nf.deffe, piiiche in t^erun'altra pane, la virtù dolorifica della torpedine, arma non difco di raffermarlo forfè ni' ingannai : e credo già che nV ingannafli nell'offervaNon che la fuddetta virtù fi fa fentir più vire gorofa allora quando la torpedine prefa e in , , 5 , ftretta di volere Nel fé mano fa forza fcontorcendofi fguizzare. Brafil nafcc un frutto d' un' albero, linguadel paefe Araticu^il quale è foaviffimo al gufto,e di nutrimento devole loE pure tra le fpezie : degliAraticù che è di péflimonutrimento, trova ne una, e Yelenofo^onde chi in quelpacfe ufaf* chiamato fé la con in , indifferentemente e feas^adiftiazioneco^ , tali DI FR^^CESCO RED/. frutti, potrebbecon tali ingannato tonò, e e 5 moko luo danno Fifone Guglielmo . 55 maner ri- nien- albero, e il frutto nel libro quarto nel quinto della (loria naturale ; ina r perchèle figuredel ad così bene frutto corrifpondono non di elfi frutti donatomi uno SignorFrancefco correità del Antonio la dalMa- lafpinaMarchefe di Suvcro ^ perciòve ne mando turale qui la figuranella fua grandezzanade' femi inceri, inficnie con la figura e degliaperticon la loro anima nel mezzo 5 Tav; 6, queftofrutto della figurache vedrete temma difegnatadi fcorza per altro lifcia, pcftatad* alcune punte o fpinerade ottufe fi fo!]ee non pungenti le qualipochilfimo dal piano della fcorza il color della vano quale, in qucfrofrutto fecco, pende a color di ruggine mifio di nero ancorché quando è maturo to fofi-o macchiapenda a un gi*tilo è pieno in molti luc^hidi rolfo Entro d' un che in cesi glande di femi numero quefto,eh' io ui dcfcrivOjCeho numerati fino ciafcuno de* qualifemi è rinin cenfcttanta E' ^ , , , , , , , . , ) chiufo nella fua piopriacelletta fabbricata fiottili llmie membrane del pomo . Seno attaccate i femi dì za quafiaLafcordella figura , e del- 5"5' ESTERIE^^ZE "NATURALI delia grandezza delle mandorle alla follanza5 è il Q\X\ quanto e de' fcmi liiftraro^ delle zucche^ è lifcìo, , del fcme nella midolla eliictica figura , rimane di fuora Per chiaro ; aia giuggiolino bianco fudicio vido afpro,e rumembrantizze dure,le quali, pianodi effo gufcio, no penetra- per alcune follevandoiì dal di quello come di color e di deatro è per 1} eufció . che è bianco , da effe membranuzzc e intagliatoSe regolatamente tutto . una Fifone, potrete leggere qui appreffo un ne non la defcrizion del vi foddisfaceiTeinteramente battane da e , zione rela- della voPortughefe Padre gran Maeftro in Sacra Scrittura e Predicatore Eccellenìiffimo. , d Tor Tomo mmto (jue ha tres efpecrese]Ì€ de todas oue com^ a differenza fmelhantesdirey ilra Compagnia , , A pametra fé chamatt A^anm um"t'erfal amente fé chama com 0 nomc^ e/pCite que alfolut gmerkohe da mefma fyura^q'^ea quifé rtìoftra ordinariamented^ mmto 7nas corno mayor £randtza hum mellam mediano A cor de forahe "zerde d? amaretto com e/ìàmaduro ,(juindo mìjìura nome • 3 . * A cor por dentro he tra In-anco , da m-^fma forma femèntes » cor de tamara madi^ra foucas» e mnidas mas carne fella que na"n e dourado as . ^^x dc^ pintadas fecca Sa^i^ do f^mo . a modo das pecvidiS FRANCESCO DI te^tdesde' tallanzja , REDL 57 eheìroLome O /i.c'udo,ccm a 4t/^Ha c^ff"rezsji qualtamhtm fé atha " doce e tur e hum Tem tallo no rmo ». , en^ ^ » da , , naon (jual penetra mutto As ar^ore^s corno faon grandcs frefcasy foiLits àe t aranja mais gyojjds A madetra e efcuras do^tronco le-vs e pouco fili da;; affide pjuco pruizo todo 0 "Exafd ond^ trn ^iìfieejìaefpecie he eflimada naon A fegunda efpecie fé chama Aratici Pana com A arfgurafemelhantefSfafceiunto dos rios rvore tronco e falba pecjuena s de differente he tam O fiuto ternjenenofhtjaeos £arafime]os Tsftes^utedellofé fujìentan mata A terceira Heefpecie fé chama Araiicu Ape amente Jìa he rierdcdaeir comparai'elmelhotes fenicia naon femelhanzj^ JTutasdo mundo pofìocjue nenh^a dellas A fy^^ahe corno f"m a pintada» fotIhe fàltamhimas pontas faltdas para fora^, da pinhafé n;aon ?:om corno que as efcamas dt(iifh todas cm huna me fma cafca^oh pelamas jj^sìindo le unida, com ordina-* A grandezjt que fé coire %ia he corno a qtdfé mofira^ faon mni^ mas alguas As fementes to mayores faon negras com algua Ihs de dourado 0 cheirohe pouco e naon af fma ' • ftrnr a fé c^uefa fuflentae contigua da mefma grojjlini e duro rtfas da me^ por ijjò tranje £cmo e azsdo e 3 no cor carne a / . x ^ e » • e » s r . . , ^ , . , " 9 . . as , • ? ^ , . , . H fero. ESTERIEJJZE 58 tjy adura f.ero . dgt^ns factl- com .. mente de manjarhranco porzelanas daas » toda amarrila Partefe efla frutafMo meo negros huna faceti E : com ficare^arrida corno 'pontos em he 'N^ATFRALI dece e , corno ou frefquifsirm » do muito bran- de nàta com^ de azMcar E afsi fé come as colheres mejìura de huna pataca Dese fcandoa cafcade grojfiira iji ejìafrutaem P-ernambuco ( forque nunca melhcr ns Para:, onde nrfna mutto mas 'Bahia) .. , a Beribà O (e ehama fior e folhas dd frimaitronco e s fxondifferente naen tam a ra efpeciemas i.njl^i^ fermofas bem 'em^aon a fior:, defri^'O efion por^ue naon brado reno^ Diga que fé ijacn fé mudar com o terhe dignifsima de fr tranjplantada a florenzjt^ ed .io fperodi vedervi non folamcnte queft* infinitealtre nuove erbe albero, ma. ancora duca e imperocchéil Sereniflinio Granpellegrine; cn tem me o firnnome , " e . ^ , . , . , Cofìmo ficliodel tra Terzo^Ron Ferdinando ^tan le azioni il Prudente, numera al fuo più care che emulatore meno Real Genio i! le grazie la protezione con piecorrer con , , la liberalitàa i voti de' ProfeiTori delle e con feienze e , di glorie delle buone Ercole i Cedri non Arti : E fu la minore nella Grecia cosi cani delleEsperidi ^ tra fé tra 1'aver dagliorti le dd glorie le piantati tra- affrireSe- FKA^I DI RED-I. CESCO 5.9 fcnillìmo mio ancora Signorerifulge quelladi far nobilmente n^antener provvedutici'ogai di Firenze la pianra firaniera i giardini e di Picuriofo diletto^ non e già per un vano , 5 ^ per lo folo benefizio di coloro fcrivono le diverfe nature e fligano, che inve- ma , j prietà pro- e delle piante E' già cbe^rralafciate così lurighe' tempo, io ritorni al primo digrcffioni e principal filo del mìa ferivcre,e che con ogni affetto io vi preghi e vi Tupplichi di nuoa- voler vo, ibpraaltre beftie ferite dalle vipere eC della voftra Pietra dei pcrimeatar la natura re icrpentc Col?ra de Caheh .perchèfé dopo moifatte,toccherete eoa prove accuratamente . ,. , 5 , y mano, che oYìz fia veramente dotata virtìi da di tanta i morii e poter guarirele punture animali velenofi , farà neccflfario,. che dì slegli buon ^ io- coiifcffid' effermi infino cuore pietraeifer delle ch'io mi Ij?, e delle legittime 5 e quelle falfe e di me y ciTer tutte appreflfo ingannato,e la voflra ,- a qui buovo tro- adut fé per lo contrario voi rinverrete abbia vir-r la voftra Pietra non che anco ,. ti^ alcuna godremo unita:mente della gloria aerate ; E , di aver ta una ritrovata menzogna una ^ di e verità; che avere fvela- talvolta poteva effcr caH -sr ÉSTERIET^ZE 6o cz^oiìcdella niorfo d^lia che o ferito da di morte ^ATFRAU qualcheGalantuono vipera,o dal ferro avvelenato altro medicamento ogni la fpe- ricufando aveffe fondata , rabbiofo^ cane , catta di flia ranza in queftepietre le guarigione fon tutte dirla come io l'intendo, quali,per adulterate , , fé pure fono fiate chiamato di quel ferpente fattizie, o generate nella teda o de (fateloovvero (^ohra Cappelluto Serpente » clic non , potenza contro dell'olio del tabacco al veleno delia , e delle frecce di Macaffar ^ e fc di qualche d' aleffifarmaco fon dotate , al più al del Bantan forza , anno vipera ' , più fi può o concedere a' foli morfi contro vagliafolainenre quel fcrpcnre nella che , di , tefta del il nafcimento,che, avuto qualeanno fcrive nel capicosì fenza giuntadi favole tolo del ferpente Gen-to, della fua Flora Chinefe,il Padre Michele Eoim Giefuita appreffó del qualefìa della verità la fcàc ; perchè ho h\ quanto a me come vogliocredere no detto di fopra che queftenoihre pietrefie, , , , fatte confermata a mano da ; e molti mi tal credenza valentuomini che , vien per abitato nell'Indiedi qua,e di lungaetà anno là dal Gange, affermando, che elle fon lavorate da certi Solitari, o Eremiti indiani ido^ latri, cren "NATVPaU ESPERIENZE 61 itÀ tenace catifìcicndi^ lapidi s 3 provo fu obfeauijs ifqutnummi ?^redhtis^rM cxior fnira così Londre fs pcquena de cotr.?-^ picdra de cobra; llamafeefia^fiedra e ". alpunas manchas tiene echa de *va'ias confìcliones y contrah"izjnU los logu/csque fon hombres de culebras pemienies;, y los encantadores es : njenems m'ircud dt:oira la India : : Lianeas .. . en ^ue ay de Lm y centiksy id " cenerepojìmt Vn' altro Padre Gicne parla in eerte fue relazieni la (jui a s , j ad-vene nuliisaut tit s,3 , " » al^unas fé dizj o^ut^ fon nafen en, la cahezjide la cutebra pera ejias rt'erdes y efeuras en d (fen^erdad fon piedrasre d^ eftasartiferales nt y todas tienen U mi fina qt'.emoran De Dm en y » " t : , es :" Delle ri'irtud » vedute pietreverdi provate f ma dell'artifiziali mi fanno y ne /è con io non. che quefte,e virtù 7a mi 'y e che bitar ragionedu- molta . lio maì la fteOà virtù anno fortemente del lor valore dire, che ne Anzi (lo per rifolvo qua fi quafìa e Federe 5 quellefieno affattoprived'ogni quei loguffilenodella de noflri ciarlatani" o cantan ik^Kà raz.- banchi; conci of- facendo fiecofachèvadano pc'mercati dell'Indie, mcflra de' ferpcnti e cappelluti j gliportino al collo, calle braxrciaj. avviticchiati ma però afferma Garzia da Orto ) avendo prl( come Mia cavato loro tutti i denti, e fpo^t avendogli gliati REVL FRANCESCO DI ^3. d' ogni veleno : E può efiere ( ed è giiati che da -queiii in mia ferpenti, iinmaginazione) così fatta guifapreparati, fi facciano poi mordere, inedichino quellemorfure con Je piee dieno ad intendere per vera ia falfa virtù di eOfe Scmenres csbras èie idhtlojfcrive ere, e cosi . circumdei legnoferpcntino, capitolo cjmdam(^log^Ass appellant jerre jolent Circumfcrann ^ cineré us féfé Affero ente s Jltpememendie antes hac rar-^ne njenerandos fi p fanSiimQmce utuU m orrmes fvulgo pr^ebeant Circumeunt ijli regiones mtmere (gr non niiiliex ijscinuUtomm funountur hos fìv £efiant^ite pentes qt*os demulcere folent (^ dentihm ) "uul^ collo aprare ( priustamen exernptis eos ne nocere S"3 perfuaàentes fé incantafje pofsmt Ma bifognapure potràdir qualcuno,che fo quanon queftepietreabbiano una certa le, Garzù nel , o » , » » :, ^ . , , amicizia,o nimicizia col veleno; effe ed 3 vi fia il veleno , corrifpondenzavcdendofi fi appiccanotenacemente a non un fi attacchino , fi Non • ma foggiugnereche egliè elle fi - avvelenate non ftro corpo altro , che ed , a fieno liquorebagnate , può ÓÀ che , rite fequante lé negare, che non ncccffario di attaccano tutte di tra tutte ben , che fo ch^ chiaramente , attolFicace e le poi alle ferite partidel no- fanguemolli o dì quellaftcffa ragio, per ne , ESTERlEnZE "^4 ^AFFRALÌ Ji quale fi appiccanoi pancllini terra figliatae tutte quante l'altre maniere di bolo In fomma rimanilo fempre più llordiro di tante ehe giornahiìenmenzogne ne per 5 la , . , te fi fcrivono nìcdiaiàrenci , e che il dalle , e daglialtri più intorno nairano d' altre terre lontani , a e que' mare , conofciuti men paefinelle nort!?e contrade fon portati, poco importandofc 1 falfo o 1 vero fi racconti cofe inaudite e purché nuore quafiquafi uiiracoloie fi rapportino j immaginandofi ogni uomo cuo per qucfta via di renderfi più cospie piliragguardevolee d' eflere ftimavols^o to più dotto deglialtri dal femplicc che crede quefteba|e con quellaftefla fede, la quale i rozzi Caftellani ài Certaldo erecon de' carderon veri glieffettidella penna e boni moftrati loro da quel ribaldiifimo iagan, , , y 5 y , j mentovata «latore ione . chi E "^'a dal Boccaccio fé F Arioflo ebbe a nel Decimedire . kntan dalla fifapatria n^ede Cofeda quelche giàcu dea lontane che narrandole poinon fé gU crede, rimane ; E nt (ìimato biigìardo che 7 njolgo non glinfuol dar fde fiocco ^ Se mn li njede» e tocca chiare , e ftane » Mi rendo Mi che certo non da con la fchiettezza da Ùlvì chiamati che che lenti van e lo meno , ifcìocchi,coloro fede dar a comodo è così per o non ciò tutto a di vicfl riferito delle cofe qualinon e lui nelle Satire ufata ^ 5 Storico , aveflc fcrirto ^ Poeta avrebbe da £e y , que' paefi ne' , il gir pellegrinando per rinvenir delle co/c raccontate Vi dico per cofa cfpcrta le vera , la verità. . femofi dall'Affrica , medicamenti e dalle occidentali orientali, 7-ione recati in fra mano fon di di ranno mando, e me forfè troppa creduli fi biafime- , che, e , per mormoreranno ne , cfcla- gotfa, e poco troppo di proccuro di fmiriuirc , o una con fmcerità politica il credito togliere che retto anno valore niun Per • , mi tal mio riufciti ni zelanti grandeefpetta- con non , dall' Indie mi alla prova dire,diver fi uoniir e y Europa che molti , a invecchiata quelledroghe medicifiali, confentimento di moki do camminangrandiffimo j ma io per la via d' un-efperienza libera, e non loro, adattandole .rifponderò appaifionata, al ì\ììopnopofito con le paroledi quel nobilif- Autori, lo anno , , fimo ? Satirico vii Fiorentino . I Dttttéjttc VEKìEViZB ES 6iS Dptnctie tua io Cn chiede impsriofa T^cglia , 'ncel/ette le pa/loje al mio metta , piùla/corraeh'tituoccchtoT-ede ^ impaccie qitefte nojc fida ^ne/ìi W^ Chi j " ha n/ericànon La rvuol tenere C^A eh ^ATFRALÌ giàper s oggetto in prezip"jmlk gioje" fa gran di/petto ejjendo gli falfì 9 chi arreca dellea/ere » e lefita finacca » al paragoneillor difetto. Moftranda è però eh* io non Non fappia e non ficili provi giornalmenteche ì cfperienze più difno intore più fallaci fon quelle le quali y , , , alle coic medicinali fi fanno fachè grande una compagnia per più tutti lo fiate avviene fpeffe fi nafcerc re e uno i medicamenti ftcflb male e ; rof- darfi molte circoftanze poffan di luogo o di preparazione^ o di tempo, o d' altro le o y ad che ac- gioni; corpi differentida diflercnci ca- in che e , conciofficco- incertezza generale e * : ,. qualinon impedire 0 a ) le virtù delle medicine ben' offcrvate ficn valevoli mutare, ; o a Contuttociò fminui* do quan- di certi medicamenti, dopo molte prove, fatte con e rifatte non diligenza riprove , , , fi vede pur Nel mai effètto alcuno evidente , del lor fofpettare ragionevolmente numero di animale è quel!' quelli bifogna valore. col gufcio s REDI. FRAVtCBKO DI s-j che nel Brafcio,quafifimilc alla teftugginc* fil,e nella «uova Spagna è chiamato Taton^ J^rmadtlh deferìtco dal! e da gliSpagnuoli - » Oviedo, da Giovanni gio Lerio , dai Vormio , Martire,dal Gcfnero Pietro Mufeo dal Ckifio , alcuni,che DicoHO fcorza il fudore dal Nierember- dal Settala nel fuo e . della fua , da , o , ma digam- una gufcioprovoca coloro a bile no- che , potenteme il anno che un'oflìcino della fua e franz-erej mal da co- meflbne e polvereimpalpabile, nell* orecchie vale un capo di fpillo te infallibilmeneia guarifcc alla fordità, ridotto in quanto , contro è Tutto ; favola mera , che della GuglielmoFifone non virtù di quelloanimale, ma fe ciò che forfè da a , fcritto ne ed il Ximenes eglinon ne , aveva Raccontano diflfeparola fé rimi- ne il Monardes aveano modeftamente conofciuta confeflando , , che giammai fatta efperienza. alcvni altri, che un certo pe- fce de' mari del Brafil, che per efier fomiglianè ndla faccia alle donne, da gliSpagnnoli te PefieDonna , abbia V offa così pregne di chino virtù,che portare addoflb in maniera che tocimmcd/atamentc la carne viva,riftagnano ognipiùrovinofo Huffo di fanguc,che da qujldetto fivcglia vena,o trabocarteria precipitofamente I a chi , nÀTt^RMlI ESFBRIBN^S 6S di coftoros lo ferivano Oltre. U raccónto -Cibi . Autori, fra' qualiil-Padre molti ancora della Trinità fettimo Scalzo Carmelitano lippo Fi- nel libro de' Tuoi Via^^i orientalilunj^amen- favella fcguenti parole Fi /òall'Ifot alcune Siime a Amor m. mafsimsnjicmo /e-» dt S. Lorenzo mila parte orientaU deW Ajfrica Donne fichiamano da Tortughep Pefci ilualt per^ in pefc"L^ ihe dalla cintolain giùfi termnana. Som in molte cofe JJ ojjalorofirroono ftraordi nariamente freddeficchè piglrajfj fé ^léaUheduno dt ijuefìi non mentre uno fi glica^ua fanone, ofiiy fifermapelfreddoche il braccione filoti fangtie // riceve, ma njena ancora fi gelanella fiejfa neW arterr./^ ^Viceré dell'Indie fu una njolta ferito dal cerufico e quandonon n/ era piùrimedio per deute di la fia falme glifiMede nellemani pefce ed il fanguedell'arteria fifermòfu-quefio Ubero dal pericolok^ft'ojfa hito,e re fiono g:oliai mo-vimctì' molto per la cafiita^ed a reprimere ti carnali anzi rendonogliuomini impotenti e fèrdel corpo» in molte altrecofe njono per la falute lavorate di queft' offa,in diVarie corone duca verfi tempi fiiron donate al Ser^^niffimo Granin mio Signore,le qualimeffe da me te ne le con . f^ " " , . . » » :, . * un * * . ^ "? opera non mi anno mai della mentovata traffegno dato un minimo con- loro potenia di fta- £ST£RieNZ£ 70 (6 laghidel ne' vieni andiri";uorc, e ncgf* intrigati de' canali Tanguigni meandri lo la- e , Icio fiArrRAu , confidcrarc chi a fior di ha ragJQnc . poi ali*aprireuna vena, e far si col che il fan. dente,o coli*offa d'Ippopotamo* ne è imprefa,che poflafcaturire, gac non facilmentefi può far vedere credere agi' e che fono uomini di buona pnfla ma Indiani, non giàagliEuropei,fé perònon foffc qualche gannar la qualefi potrebbeindonnicciuola, femplice ta coir aprir la vena-, e pofcia due o tre difotto queirapertura legare ftretramenrc un perchè pezzetto di queldente, o di queirofl'a, cxftofto il fanguecefferebbe di fgorgarne; ma Quanto , , fimilmcntc " ferebbe mano, di fé il corpo ferita ; conviene tre , non e del dente di vi fofle della vena in modo gue il fan- che , la penetrare fino alfi mokiffima lode , e vera e fcorrere, poteffe non do vece ia appoggiatoun dito delfé legatovi fofle qualfifra o pezIcgno^o ài metallo, purchéftrignef Cavai marino zuolo fé in a di Onde voi, Padre Atanafio,che pofleden- quei denti,come libro della magnifico le riferitenel nobiChina illufl:rata , delle proprieaffermato cofa veruna tà riferbandovi faggiamentc di quegli a farlo, , avete quandone avcretc prefala fperienza . f^os Jknies RED/. FRANCESCO DI dentej huius fini malis MufiO cxhinojlro in terms ji nec tjuidem IcmuSjtjuont/n experimentum ijua/itatis dum fvmffmus (juod uhi fecerimus tnnc un"r^ mirifiche miclitgd" ^Kaiifatis ejuo(^ìieracicnem tam : » » htmus , Ncirifola (li,ed di in altre varie chiamati cjuacici Iguane Fifone rifcrifce, che anno certi ftef- trovano irinaci,e difonefti lucertoloni , Bra^ dionale, meri- partidell'America fettentrionalc fi e McfTico,nel nel Cuba, o raniarri a- de' qualiGuglielmo to molnon una pietra dura nello ftomaco e grollaper lo piii di gallina Altri però at quanto un' uovo fermano j cht la generino nel cervello ; e tra , , . cili Franccfco bevuta al Ximcncs pcfo di fa tcftimonianza dramma una in , che qualcheli* ri conveniente, fana mirabilmente i dolo* avendo virtù diuretica,di romper nefritici, la pietra quore , fone e d' aprirle confeifa di Il Pi* all'orma vie . av.rla provata. rembergio,1*Oviedo, il Gomara, il e Giovanni Io r ho verun frutto fto mio di Laet provata Il Nie- non non in molte ne fanno Vormio, menzione. ma occafioni, fenza immaginabile ; E di queal debbo l'obbligazione ne difinganno ne signorMarchefc pure Girolamo vorire Biffi, che, per fa- ebbe la mia curiofitàncll*efperienze, grado a J^JTFKALI ESTEKIEÌ^ZE 11 grado di donarini fc la trovai una di quellepietre . inutile; inutili/rimaconobbi Mti an^ un' altra famofa pietraprodottao nel nel ventre di certi ferpenti affric ani i o capo che nafcono in Moinbazza pacfc della cofta di Zanguebaf che tal ; e pure vien riferito, camento medie fperimcntato pietralia grandiflinio , le donne gravide con per far partorir la preftezza e fenza dolori quando anco foflc morta, ad una creatura legandola pietra delle cofce della parturicntc; avvertenza con però di levarla via fiibitodopo il parto, perchè eli*è cocontinuandofi a tener vela legata, sì rebbe grandela forza di qiiefta pietra che tire- Cora 5 , , , , fé fuor del corpo fcere della donna ; Vicn quante le vicreduta parimente tutte a miracolosa per bere nel tempo fifmo ; mandar via le febbri data della declinazione del a paro{^ i dolori colici, e per guarire per ifcacciar via dall'animo ogni malinconia, ancorché e folle cagionata dalla ne del Mondo ipocondria al Screnifiìmo Granduca piùfine,e più folcn. Ne ìu donata Ferdinando una Secondo sferica, e di peSignore,ed era di figura (b intorno a cinque once, la qualeè fiata da me femprein vano; provata, ed efperimcntata Ed è pietra e comper di fupra bernoccoluta, pofta mio REDI, FRANCESCO DI 75 l'una poflad' infinitesfoglie (bprappofte nltra gli pietredella refcica deche nell'Indie orien" quell'altre, ammoni negliftomachi de' garrim fono come , uonmii, tali fi aJI- e trovano le delie pecore , de' cervi , de' daini , ed in altri animali ruminanti domcftici , e falvatici ; ^ neir Indie occidentali E vigogne,delie tariie, fon Je qualitutte le ftomachi pur delnegli de' guanachie de' pachi , da noi chiamate tre Pie- 5 Bezaar che Colui la donò la , . teneva volle sccompagnark fiima e -griandiffima la fcguente fcrittura. con Tara ejìapieHray fi efiìme que fi cono/ca dire it qtùfiinjAÌor»fu ^ìrtud, y d ymdo (omc^ della ^« primevo lugarlUmafi^. fi d€ij£ ufitr m ejìafiedra por(u0iesPeàvA de Cchra de J^omdizjn ^^ cahezji otros hazA C*'^^fi come ^^ in , » » * » . en ci » di las culeiras^ que ay 'uenìre en Màmlpa- mui raras, y pledras finefias de mucho n,alor/ y ejjano fi allariaalla ejfi las Indias En -por 0 de cen Tardaos que njalen poco menos"(jue "Tatacas por fèrcada Pardao cen que por otro ncmkre fi llama XerafinfeteRealesy medio de menos » , , ^ piata: Otras mas piedrashai d* efias pi^ttenha s tienen la mifma ^'irfud 9nas qu'e^'aien menos £n Suropa no fé que hayamas que duas^ y cJla cktlas Efia K cs una . ^ , ESTERlEtZZB 74 ^ATFRALI amente £pa pedratiene frimer fZ'irtad para ha^ zer e fin dolor/ e partr las mtigere?con facilitad ha^e que la crianzji cn fé e the aunque féa muerta el n.'entre Para efiofi dehe It^ar una en pisr^ . na wusla 0 , » menos de un palmo del collo para cima de la parte de dientro/ peritunto cm? ta^ u"uiere fiali do^j CYianz^ fi deije quitar lueg»;, porque la Madre tcndrà peltgr en fi uri'iere difiuido eflo:, de a'tda porquele hard puroar todas las » entrane has . efiapedrapara doloresde^colica^ y la qual» €S maranjillofifia efiadotenzja" para quitar de calentura». procede fii fi de^e tornar en agua y de frio fi denje tornar en n;in"fse quanfiprocede do la raiz^de la dolenzja fipuede no fi fiabe toSir^ve mar , , agisa,parque de fi*natmalezjies caliente, de fio y fimpredarà ht*en effeEla^ aunque proceda El moda de tornarla es malienda paquttade a que-^ mar en . etra fa pedra que facilmente pedra^ fi ha^ fif"pra maiada con agua a njinOyy defipues fi he^ve camo atro ccntra-ponzonha, qualqufer , " Strnje mas para todos los doloresdel n^entrt^ de indigefiion procedidcs ep0 y njentofitad y fi igealacon la pedrade puerco efpmo y fi to^ , en ;" • ma come del mifmcfmoda en agua. Sir^e mar para quitar todas lasfibre s tomandofi dichoen agua en la declinAzion^y hazjmas efia fudar^ ' Sir^ SiYrue de flezj" mus cdrazpn , a* mecficam^nti creduta chi E .. fi torno in- raccontano moderni^ anno per io di Momba?a pietra rienti, lo ha quanto no intor- fuor apportare alic partuài pcfo da coloro , che che xiW utilità5 che s' avvede:» non coftui della fua narra che origineda qualchenovelletta fcrirta, da alcuno degliantichi creduliiìimi piùavuta Scrittori 75 toda melancolia,y tripara quitar hen^'idaen wino aÌ£uado, I favolofi trovati e REDI. FR^mCESCO DI tolto fognarono,e fcriffero le virtù della Pietra Aetites dice il Vormio, che anch' ; aquilina dicatum teflatur partmentthus eglifé le crede Plmius (^ Galenus non rejragante €xperteniu^ / fcetumin ijsreti^ fniflro namcjne irachioalligatus Inoh net (\Ucead ahorturn funt prodirues uteri bricitatem Temporepartusfniflro pmori alligata cuius experienminuit ac partum Acceleraty dolor es in hac urbe feci adhihitatenia fede ttam fepius o'zi colinnhwimagnitupar*vultts £ft enim (Jeodes dine ho^ mah in cafbus cuius effeclum dcferatis matrona neflce feptus"z;iderunt Sed ubi partus Obfèr^^ai^'itnam^ excideritfattm amonyendus ^ , » » » . " • " ce » . : ijue Valeriolatam excedat ni fus , n^ehementertraJnereut , mature remo'ueatur » ute- una ferente reeo efuod» Fonfòni huberti coniugi tradens Upidemfemori aUigatumeia* ijU£ olplirvioni I K i pfamatrice extincia ejì » accidit^Valentia , » , t"I affralì ESPEKìB'NZB 7^ fon cocccdrilli dell'Indie deferirti da Niccolò Monardes y da I Caimani ron da Giacomo Nello ftomaco Fifone akri molti Bonzio di , una gran , fce il Monardes i , tenuto gran un glielmo Gue da quefteBeftic (Ìi ciottoli di quantità effe inghiottiti jVi?' fW/ per quanto fi trova da • 5 fu- ; conto fiume riferiAa gli di color!):, che: da gì Indiani per fertiizjo Sfagnmli:"e la febbrequi(rtana cenciopiecafachè armo do applican : , ed aW altra delle all'una que*ciottoli, la quartana o s alleggerifce mente grandeiempieeejja il è di ciò fbg-giirgne il calore di ejpt s net Monardes tie anno perche efperienzjt grande do^ve 'Tjeni'va chi me ne doni due di ef~ naviglio, medio rip» ft*medicato^un Adonaco il qualecon quejìo la in tre» o quattroaccej/ibni rimxp liberodaldue rc^'olte in un^^ y ed ie gliho pro-vati febbre e fanciulla quartanaria pare che non fentatanta alle tempie ma caldo mentre nori^ glitien legati che fa le e cejjata la quartana : Jslon fi quello da quiacanti Se il Monardes aper feguire veffe continuato a fcrivere la ftoria di' quefta due di , ^ , " , , y :, , i , aveffe voluto fcrivere la verità , avrebbe potuto riferire la m' immagino, che fanciulla , o queftomedicamento da me piùvolte folamentc nelle fenza profitto non efperimentato eziandio nella pietra febbri quartane " ma vanità di delle 7^^ gura, e zagro , ESTERIE'RZE ^ATVKALI di color di penne, è fimiliflimad Boz-fafcia nera fé non in quanto ha una quellaparte, nella quale il capo han , nel jBraiìJ e , Nafce . e collo lì unifce al fi chiama HAmo^ dicono efler queftiil primo, che fia (lato portato America, e vivo in Europa i Porcughefi, che I Gentili di . abitano in le quel- affermano,che la rafchiatura deliparti ^ unghie, e del becco bevuta è uno de più potenticontravveleni del mondo 5 e che le Toffa anno e ftcfla, penne, "0 la carne gran virtù per guarire molte Io non ho per ancora ne Contuttociò fperodi E e diverfe infirnìità » fatta la fpcrienza. far quanto prima. poterla oiferueròminutamente quanto primaancora un' altro animale quadrupede che venuto , pochigiorniù , dal Brafil,vive neVmedefimi ed è quellofleffo, che da Gugliel;serragli; mo co , Fifone fu chiamato Capykàr/ty Por^ ovyero di fiume tenzione ^ e V oflCerveròcon particuUreat, abbia perchèparmi,che Guglielmo molte cofe necelfariea dirfinel detralafciate fcriyerlo ., lor coda gli.elefantinella piccola alcuni peli, o per dir megho ferole nere. trafparentidi materia quafioffea ma pieghevoli Se tra queftefecole nere fé flc trovi quaU Anno , • , REDI. FRANCESCO DI ' 75 è tenuta delle bianche in gran c|nalchcduna e parricLilarmen pregioneir Indie orientali, , nell'Imperiodi Siam, e trovandofi talvolta dove fi di Zeilan nell'Hoia degliElefanti , chi bian- di parimentemaggior quantità queftefetole bianche , delle qualique'popoli fc ne fervono per guarire dalla fordità, tenendone un pezzetto a gaifadi tafta nel forame , trova dell' orecchie Credono . eziandio chi che , porta al braccio reftì libero dalle manigliodi effe fetole vertiginile qualipiù non dal-i pofìaricever nocumento infette,e peftilenziofe ufato lungo temche anno po un , ritorninole non l'arie maremmane, alcuni Conofco , quellomedicamento, fomminiftrato Don Antonio Morera acuto pili / Laonde della Canonico Cattedrale di Goa, ma non anno ftata b dell' udito , perfezione provato gnor dal si- mi mai ne racquilo anno nato fento incli- queftorimedio fia come e vainutile, glialtri foprammentovati Ed in vero «ella fua ho : Filippo Pigafetta fanti defòriziorredel Congo parlandodegliEledelle fetole della lor di quel Regno, a credere, che anco , e coda, fi contenta di che elle fono affermare, a appreffo quegliAifricani fo-^ perchè fono ufate negliornamenti in gran prezzo lamente degliuo;nini,e , delle donne. Il NJ7VRAU ESTERIE^^ZE Sp il Antonio Don fopraddetro mi Morera del Malnbar montagne certi uccelli neriffimi^ fiiiìili a' corvi aifermaya,che abitano n^lìc de' qualifi trovan -ventriglio di diverfa figura, moke colore, e pietruzzole nel mezche legatein piombo zo jo applicate lor della fronte fimano mcontanentc ogni doda qual fi vogliacagione, di tefta nato di quel paefe che che perciò dagliEremiti ci'Eufopa nel 5 , 5 , mercanzia, fon vendute fanno ne che ; ed egli , prezzo rigorofiifimo due apprefio di fé,ne faceva un gran legarea ne avca Avvenne conto in capo . che fui eia forprefo per termine lafciai perfuadere da pochigiorni , una eiTo ad una applicarmi fuddettc pietre,* l'emicraniapiùodima che nata a folitamia emicrania j di creanza, e di civiltà, mi onde delle così btll' e mai volle fare il Tuo corfo delle con grandedi quel maraviglia ventiquattr'ore il qualev.olea pofciaindurmi a buon' uomo credere»o che io era il più sfortunato di tutti gliuomini, o che i dolori di tefta degli di quedella ftefla natura non eranp Europei, gli che tormìentano gliabitatori dell'Afia ; fé quellepietre non Imperocché(foggiugneva) ra avcflcro avuta qualchemirabil virtù* la Natu, , ; che non opera mai in vano , ne fenza qualche FRANCESCO DI 7?£7"/. fine particulare qualche non pafsò a 1 le avrebbe fatte , nafcerc ne' 8 di quegliuccelli5 quindi ventrigli rammentarmi virtii della Pict:a la Chelidonia,che fecondo Diofcoride fecondo , Aleffandro TralIiaiìO^ e Apollonioappreffo condo che 5 rifcrifce l'Autor fe^ del libro delle attribuito a. Galeno, fi trova ne' Incantagioni de' rondinini ; e la virtù parimente ventrigli della Pietra Alettoria che pur nafce negli ftomachi de' galli della quale; Plinio,AleEin-rias njocAnt in ijenmculis gaìlmaceQmmin^entas Mtlonem. cryftalli rpecie» fd"£i(luiLfis jna^nitudme €rotonienjèm JmJJÌ. ufnm in certamiml/us m^iElum * 5 ri'ideri a.wlmit Soliqo ; ViciorJlJtloomnium, tradnur qu^ olinjit^lecl"hia^ufus E . certamitìum :, crtftdllina, ffecie fah^modo, qui lapis "uentYÌculis in'uenitm ceorum pr^liannhm Ed . un Poeta m " gdlma^ ut dtcunt copiatOrdi Solino. aptt4S » » » im gdlorum in njentre lapillus Eft(^ Alecloì Z/t fdha cryfiaìli fpeci^^puonannhus aptus. » Io me ne rifidentro ì\ mio 5 e cuore con lui a perfuadcre che quellepietre che nafcevano in que' ventrigli ma non elle vi fi trovavano, ma perchèerano (late in prida elfi uccelli,i quali cran non inghiottite le foli ad aver quellanaturalezza d' inghiorcir U pie- cercai ogni piacevolezza di fargli con toccar mano e di , , , NJTF%iU ESTEIUENZS ^z che F ma pietre, F altre ancora higo/avano necellr domeflictii fpezìedi y vaticlTÌ; Ed effettivamente fo gilde feci nate vedere quante faie poctógiorniappreC- i=n molti ^ molti; e trigli ven- differenti generazioni di volatili, e dì nelle Gru, le qaali avcana^ ne ve fpeziulnTente una grandiflima" quantità.fiffblini lb" Che le Gra ingozzino qtiefii , accennò addurne la^ cagione EliarrOye voile amo afferiBando,che h Grir,:quando nef dell'Autunni il-mare paffir voglron" per in Affrica,. rnghiottonO' queftepietre and^rfene {txvcyx loro e e yV le quagli* per cìho tempo^ , , ? zavorra per 1* impeto contro- de' venti . fi'cTOHuerfiotJ » E' frivolo? y z giudizioil Atro» niio^ Efiano,-conciofllecofachè la Gru. te E una non fola anno ma pietruzza, ingliiot- non molte , e molte;, è credibile che ella:le 5 cagioneddla ne di ,• zavorra,; mentre nel continuamente inghiorta per la reggiamo,che tutti gli ventriglie^ domeftichi, e che non volano, come ed in parr anitre,1* oche, i galli, le galline,ticularc gliftruzzoli, d* uno nel ventrigHa de' uccelii ricordo dì libbra mcfcoJate con mi quali averne trovate di pezzuolL più dì ferro y e tre di ? rame Rèdi: FRANCESCO DJ Clic le Gru poi , accortiiTimi viatico del , per fi cibino di a na Samuel tura, e Bociarto la le del pairaggio ^ coia re ma- jX)fToa tanto ftra- bitò che rcìl'Lerozoico,du- , foile ^^^s-vo y©ce il dovclTe jI alo animali dcJIe quali non pietre., fc nei teilo d" Hiiano 4? che fono fugo "di nutrimenro^ parve trar Sy di ferie- crror U cena» ii^nificantc che leggere«Ti i!,-7jvov " vale quello,che nofì effer cagxon dei fmio y come fendo forfè cacciatore " credeva the foffe vero -quandoalcune ciic ^ fentinclla all'altre ^ m fol \xn un gano piede e , che delle Gru dormono , fanno elle ftieno coli*altro follevato foftenle teiiga fvegliate : ferire il Bociarto Elidnus faflo,acciocché Grues cpfm JtacjHe Uplhs n^^rare » dicit«? » ^^^ SfiTTPoy, xal 't^^'J' 7rf% n;"tdendt4m An \(jLlBo?oLq ^ i^fJLoL 7càv^ éiv'i(juùv ne Ì€i7rvcvle£Ì dehiAt ^ìvttvovìproprerfemnum hus prò : rag prò L(H- ejjè prò cocna fz^aldeahfuydurn Sid njcluitforte AElianns lapide Crtà^ T/)rari vcn fclum ut n^cntum trarffi'clat e'-uo^ fakurra fint fed ^ ui mari trajefìo^ Gmttus enìm pillcs eli la s : a " fcmnum ejua r adone dtximus anendt'm infern^iantChe le Gru dimorino talvolta in la fece vedefol piedeè cofa veriffima, re e un ad min " » . Chicchibio cola nel cuoco a Currado pian di Pcretola La « fé Gianfieliazzi non mente Boc- il N Jr FRALI ESPEKIE^ZE »4 Boccaccio faflb in un lo non che in ma ; elle quel tempo piede,i quell'altro voglionmai credere facciano tcftimonianza Plinio gano ten- ri cacciato- ancorché " Solino , , ne co Plutar- quando pur anco'foffe veriffimo che propofito le Gru anno vero a nel goza o portare quel faffo nel ventriglio, zo j File,e Zcze E : , \r£iì di la dai tanto con mare fcoiriodo di doverlo tri pofciarivomitare .''quaflche neglialpaefinon foflero per trovar pietre E' in. nondimeno gcgnofiffima la correzione del Bo- contuttociò lafcerei il tefto d" Elia- ciarto, ma ne* Tuoi puri ed antichi termini : E fé io avcfll il prurito, fi coconi' oggi foventement ftuma, di far dire agliAutori antichi quello, no che , ne fogniaronoaffermerei meno , che FAm~ ragionefi feruì della voce ch^vp-:i" // cibo, imperocchéforfè avea cofignifcante nofciuto che gliuccelli mangiano le pictruzrire ze, percheelle feivon loro per far ben digeramente chiail che poi è fiato detto piti il cibo da' noftri da' Moderni, e fpczialmente Arcadcm.ici del Cimento, da GuglìemìOArveo, Corncho i qualitcjigono da Tommafo e tio con moira , 5 , , che'^:ì nello digeftione faccia in gran delU parte, fì:omaco fi ajuriper ovveto triturazione 5 e uccellifi degli che zo mez- quelle pietruzze fieno ESTEniEJ^ZE ^(S della fementa pò VtJTVKAU che fivcgquellaguifa , ia , Fifa intorno settembre, ed mezzo a air ottobre, nel d^iia {ementa qual tempo, , intorno è il che farebbe non di nelle campagne gion comparireogai anno pio princire, i! di- errore che le gru compariffcro ve in Tofcana, doelle vcrihcano il detto di Teocrito d yt^a, o^ cioè U ùù^"T^ov r che gru /'aratro feouita quand'elle vengofl : di settembre imperoe^ d' e , tobre ot- nel noiliro cri uccelli di ne' campi,che terreno è paefe,comefanno molti alpailb5elle fi pofano per lo pie ^ fi feminano e razzolando facendovi gran guafto, fi di que* femi che vi trovano , e che le gru fi fcrivono molti , però , pafcanodi van iltricando nu- Non . fole biade , fi molti Autori , ma eziandio d' erbe di bacherozzoe pafturano , come li 5 r come mi efperienza di efie trovai lin^ 5 avea ad ha il gozzo un' altra pieno di infegnato Ad gna pieno di grami. fave Va-iiltra ; nel , s' eran e d* erba ventriglio gran quantità che mi parve trifoglio Due ; di fcarafaggi^ ed alcune pafciute di lombrichi cinata ma- alnc altre gozzo d' un' altra trovai quattro piccoletelline di mare, due lucertole, di leccio ; e nel ventriglio ^ cinqueghiande ; Nei d* m' ^Ura vidi alcune chioccioline e4 ^ tur- un FRANCESCO DI B,EDf. 87 effa tante moft'erba^y e tra p'jche pefatediligememente arrivarona t razze di paifo non effcndo mai alle dye once e d«ir altre faddcttc arri-ie pietrede' vei"rFÌgli 2i\ pefo di fette,drarrvme Qùe-vate o otto turbme con , , , ; fte oflèrv^zioniiperò Je feci del mcfe di Feb-' ivel qua! tempo bra/o e di Marza partitedi Aftrica comparifconoin le grit ,• 7 Tofcana- per ritornarfene in^ Tracia, ed in Scitia : Ed è cofa ctiriofa. pi fapcrecon quanta puntuali- i giorni' queiliuccelli'oCTervina ognj anno della loro e om par fa;nel nollro pa^fe; L' anso tà i66j, ie prime 166^, a' 1669.^ aj tteflo'mcfe di Fifa fi videro^ campagne gru- a' 10. di Febbrajo ;- V amio' L' anna 3^4.. pur di Fc,bbrajo ; nelle 17. ; Hirundo ^ fcmpa ^ DvvI che lóqct. a' 15. della fi può argomentare ^ molta ragionez dire (^ gras cuflodtertmt tempuf adu/entfits fto^'kjusDmtfni, Noa' mn rmtis paptdiés x fiiidt Éa però akuno ìamentc,e le re !?'anno- il Profeta? ebbe che €ora e penfi,che le rondini (o^ ftabilitàdi gru- otfervJno quella- nella lor lurtr variano che venuta ,, ma X oflèrvano an-^ glialtri Dccelli di pafio^e folamcnfretta 6 afqualche poco, a impediti, da^ venti,, che regnano, dal freddo della ftagione di ~ dal caldo,* da' que'paefi , o quali qualiil partono deflero di NATFRAII £STERlEfJZ£ ss a I • Pifa Tanno Febbrajo L' primiGrotti,che fi vei66j. fu il giorno 7. a* comparvero 18. dello Iteffomefe L*anno 166^/. a' 17. r anno I 16 jq, a' 15. pur di Febbrajo e che da Cicerone furon detti Piatele^, Palettoni, . 1^58. anno . , da e L' anno Plinio Tlate^j comparifcon più tardi i66j, fi videro la prima volta a' 20. di Marzo 1669. a' L' • i56.8. a' 14. V anno r anno E i6jo, a' 24. dello M' accorgo , che fon troppo 1, 2 fteffo mefe . • anno di quefte e firnili lungo nel far menzione le riferberò ad occafione onde bagattelle 5 nella quale favellando della più opportuna forfè che non le accennerò tutte digeftione forte d' uccelli anno il ventriglio fabbricato , , , della fteflarobuftezza anzi che ve ne della ftefla maniera ; fono alcune razze, che lo anno , e differentedall'altre ; e queftc,tra le quali fono i ghiott Tarabufi,non coftumano troppo d' inle pietre ajutarla digeftione. , per Non voglioora trafcurar di avvertire finfcorceramentc uno a queftoptopofito sbaglio fo ne' Saggidi Naturali efperienze dell' Accademia del Cimento a carte vi qui26"), Si trova fcritro Mirabile è U forzjtcon U cjuale^ . f oper^ la dellegalline àigejiione 5 e deW amtrc^ le , le auali imleccAte con fparnteda RED/. FRANCESCO DI tioiin gp di crijìallo mAjpcct^ falline , -capoAi ve parecchi * ed apertii .al fcle entrigli tunica rilucente U d una^ parevano federati Quak 'u e dura col microfuom fi conobbe non o Uro "z , » ah ejfer che un polMer*z^am.ento fintfdi cnjiallo Dove fu detto fm(i"ed tmvdpiéik di crijlallo dovea dirli con tnafsicce falline dt cnfìallo ijote con Imperocché ie falline fi macinano di criftallo mafficce non palline ci vuoin parecchi fi po]verÌ2Lzano ina ore le ne di molti il tempo an« "c molti giorni ed , , . , , , , fetrimane \ ma bricate fable vote e , alla lucerna fi ftritolano in poche ore di molte co * Mi fimili palline vote fovviene, cbc cH cjucfte feci inghiottir 'quattro della quale Jc ventriglio ne ridotte tutte fei inghiottir in ad una trovai minuzzoli nel gallina, fci ore dopo Avendone fatte . ad pacate che , cappone le tiofuron cinqu*crealo feci amn-azzaic, e tritolate nel ventriglio In un picvai tutte ei un . fé ongroffo fltitolarono quattro in meno io AàtQ tro di quatcr'orc:\ Ma avendone quatdue altri piccionaitre per ciafcheduno a ne tre ore, groffidopo che T ebbero tenute nel qua]tempo mangiarono ma non bevvero, glitrovai nel glifeci fpararc,eal primo picciofiC 5 , M gozzo £S-F£K/£J"rZ£ 9^ J^lATrtULI intera confcryatafi vota pallina j.del* che erano calate nel ventriglio akre due fi erano la" terza il era niaae fìritolate^ co tenuta fana, e fi era pienad' un liquorbianfimileal latte liquido, e non con rapprcfo Al faporemifia e di acido e di amaro fecondo fi erano" rotte piccionedue palline nei ventriglio in minuti pezzetti^ e V altre due^ gozzo le tre una , ,. . , che %'ano rimafe per ancora intere , fi vedepfene di migliomacinato , e di quel erano^ fuddetto liquorbianco z. Tali avvenimenti verificana quello, che fi ra-cconta ne' fopracitar cioè che ne ^ef"Saggidi naturali efperièKzc, dell' anitre e dellegalline trilli fifitptro-vate falle di tvetro di eerta materia bianca fimile ripiene 0,1latterapprefi entratafviper un piccoltfsimo fero Donde poflafcaturircqueftocosì fatto liquor bianco crederci io per me che foffe fprcda quelle infinitepapille le ^ vialifon nruto" fituate in quella di parte interna dell*cfofago tutti gliuccelli la qualeè attaccata alla bocca del ventriglio canto fuperiore più Io 3 e €rcderci, quanto che in altre fimiliefperienze Jio portomente, che le pallmepiene{blamente di tal liquore fcnz' altra raiflura di cibo fc ho trovate femprcnella becca fuperiore del di ci^ ventriglio 5 e T altre che cran piene , e , . , ,, , , , bo, DI bo FRAi^CESCO REDI. 9 : di terna liquorbianco V ho trouatc nell'incavità di eflb ventriglio Se poi a quello liquorbianco fc ne mefcoli quakuii è facile altro, che gJicomunichi T amarezza, e , . il iiccome conjjctturarlo^ facile il rinvenire è Io tengo che la diqual fia il fuo ufizio ta, ne' ventrigli degliuccelli non fia fatg^ftioi^e dalla trituraziototalmente ne, e perfezionata alcuni anno come voluto, ina che dopo di ciTa ci vogliaancora meftruo me un per feril n tare, diflbl e convertire vere affottigliatc che in chilo ; e credo cibo -di già macinato le pictruzzeinghiottite dagliuccelli,e raggirate . 5 :» , 5 dalla forza de' mufculi funzione ed ho che , quellache offervato5 che i denti ^ farebbono ad alcuni pefci e particolar alle locufte marine, le qualifi nucofe darete le inghiottifcoiio intere-, crifcono di ha "bbricato la natura facciano altra non i demi , nella cavitò io del- Degno, e utiliflimo è da leggerai il dortiilìmo Progymnafma queftopropofito flomaco; in de nutricatiorte ftritto da y dunque palline Le tolano ma io Cornelio di criftailo vote . fi fcrf- poche ore ne' ventrigli degliuccelli, maflìcce,le quali,coni' giàle palline in non diceva tingane Tommafo , , vogliono un avanti che tempo di molte pofianocfler M 2 fct- rotai mente ri- ^ATVKALÌ ESTEKìEI^ZE. 9i ridotte in Avendo ad un cap^ dato polvere di criftallo-mafllcee eiaj"one quattro palline fcuna delle q^uali pefavaotto grani ed eraii di quelledi cui fé ne fuol far vezzriyovverà trovai nel vencorone triglio ;, dopa dodici ore gliele ? , fané 5 ed fcnza che intere ne , meno aveffero perduto il luftro ; il.foro però- pel fi fogliono infilareera piequale,q^ueile. palline no^ dii cibo' macinato .. ftcflb appunto, cappone, che ne avea lo fpaziadi ventriglio Lo altro, cappone ^ che ad avvenne un* altro altre quattro neE In unT ventiquattrore. tenute avea. ingozzatoquattro la del- fuddette otta mafficcCj e le avea tenute palline giorni le.ritrovai pure intere ma però perdutoil luftro e fi vedeano fgraf, aveano 5? , fiate5 nicra. e fininuite-di mole e (graffiate ,, mole Nella, ftefia ma- ^ fininu-itenotabilmente- di ritrovai quattr'altre pure in un cappone Tedici giorni ammazzato dopo , che T avca che inghiottite gallina, \ ed altre quattro in una le avea nel ventriglio^ tenute trenta giorni.. Imbeccai un cappone con centa palCnedi diciaffetfore la riiichiucriftallo' e a malfi^cccj, fi irt una of. ore gabbi» Su le vcntiquattr' ne ,". ne fcrvaÌ5ckie Alle dieci ore avea ancora molte della mattina nel gozzo. feguenteil goz- zo 'NATVRAU ESPERIEJiZE 94 gàio(1*iiii cappone dopo averle quindici gior« III prima ingozzate. Prefi due d\ quelle zucchette o gocciole, di vetro le qualirorre temperato nell'acqua, 5 lor parte vanno minima tutte qualfifia te quanfiftritoiano in polvere, o per dir meglio, ci fecol fuoco le lor codette e pofcia Tagliai ciTc gocciole due anitre doniea inghittire in . , fticheper veder V effetto, che avcflero prodotto, fe per fortuna fi foffcro flritolatc ne' lor ventrigli Paflati, che furon dodici giorni . feci ammazzar una di che trovai la anitre, e quell* folamente pcrdudodici altri giorni il luftro onde indugiai co la feconda anitra nel ventriglio à far morir trovai pur la gocciola lo della c|ualc intera nelnei che avea fteflb modo trovsco cjuella della prima curioE venendomi ventriglio fità di provare fé queftìdue vetri avcfiero intera,e gocciola avca ; , , , perdutola con virtù dello ftritolarfi m* , 1'efperienza che , ì confervata avcano rotti imperocchéavendogli con accori! le , darono antanaglie fubito in minuzzoli. un' inghiottire Feci cappone ; ad gocciola Paflato , che fu il termine giorniIo ^etro altra intero,« feci ammazzare, e avendolo pofcia rotto un di ranta quail trovai con tana- le DI EEDI. FRJ^CESCQ pj andò tutro' m palverejficcome andò ta^naglie parimenrein polvereun' altra gocciola che ottanta giornicontinui era ftata nel ventriglio " di un' altro- cappone. Pefat due gocciole e 3 pcfatele mifi ne! di dwe capponi5: quindidopo trenta gozzo giorni auendoglimorti rutt' a due vkii le conobbi y. che e ripefando'Ie gocciok fané di efle era (caduta due grani e mezzo una dal primo-pefoy e l*altra era fceraara tre ni gray , y fatta,e ri"tta mofe volte 5 e fempre è tornato il ca4o dehpefo ài due grani e mezzo fino-a tre , o poco piùs F ho tal prova E : avendo- che le gocciole follerò diligenza dello ftelTo pefo, avanti ch^ dà* tutte Gfualì capponi foflero inghiottiteSe Voi vorrete di di quefte gocciole minuta aver contezza u"ro ;. ,. vetro temperate le leggere Gemifliano malico r de' loro cufiofi effèttipotrete fifichedel Signor Speculazioni e MontaBari famofo nello Studio di frazioni Profèffor Mate-» Bologna e k DimoFificoaìatematichc del Signor co Canoni- Donato " Roffetù celebre Filofofo nell'Vni- ?erfità Pifana. delle col fuoco una ftemperata fuddctte gocciole, la qualepcfava danari, tre ad un la feci inghiottire Dopo cappone : Avendo . . quattro ESTEKlEJiZE 9^ ^ATVKALI glifeci tirare il collo,e r»pcquattro giorni fando la gocciolaiii'avddi che era calata ^ nel quattro grani5 onde la rimili di nuovo d' un' altro cappone ainmazzatolo e gozzo , fei giorni la gocciola fcemata era appreflfo , che Dal grani.; nove fi può in gran parte, \\\ tutto non argomentare , quanto ileno , piiidure le goccioletemperate, che Je ftemfé perate . diamanti grezzi,che per quinpiccoli dici ftari nel ventriglio giornicontinui erano Sei d* un' anitra de] Cairo jdi non ifcemarono punto Due larono capcfo topaziin fci giorninon quafi^xxviio Sette palledi piombo . . da che piflola, tutte infieme pelavano otto nari da- nel fced* una ventriglio gallina in cinquant' marono Altre ore nove grani fettepalledi piombo di jfimilpefo in fettanr fcemarono dodici grani ngili ore Altre pallefinel ventriglio in quatpure d* una gallina tro fcemarono due denari,e le medefime giorni rimdTe di nuovo nel gozzo d' un' altra gallina in quattro giorni calarono un grano meno e mezzo, . . di due danari . Boemia diverfe die Vn pezzetto danaro di diafprodi corché ane pefavaun mezzoi" fia flato lungo tampo nel ventriglio di anitre,e galli d'India,non è galline, , fìui FRANCESCO DI {caduto mai «, flò e tenuto punto ^7 Vn pcfo primiero da una na galliporfidoinghiottito due mesi nei ventriglio non re- dal di pezzetto REDI. fuo . Effendo confumato . morto uno mcfi prima era di venuto ftruzzolo,clic otto nello ftomaco molte Barberia^fe glitrovarono affricane di monete fi eran finite di che arabiche, vi rame fulle ;. qualinon affatto le lettere confumar ftate coniate erano Due . di legno rodio, che pcfavanoin tutto palline in un venti grani fcemarono cappone otto fjraninel tempo di fei giorni Quattro perle infieme pcfavano fcaramazze che tutte dodici granì,nel ventriglio d'unpicciongrofdi pcfo quattro graniin vent' oio fccmaron altre perle,che E otto re pefavantrenta ^ d'un altro piccionefimi-: grani,nel ventriglio de le, in due giornifcemarono venti granii Onfi può vedere, che bel guadagno infegni, . , no che coloro danno ad intendere che le , , ritornino ali anda piccioni tico perleinghiottite crefcano Q\ prezzo loio fplendore e Ma palliamoad altro meridionale nafcono ragnidi Ncir America che alcuni di clii,per così rterminata grofiezza, nferto del Padre Hufebio Nierenibergio agguaglia delle colom" la grandezzadell'uova . , . , N be, bc, ed tri NJTFRAU ES^ERIE^ZE ^S di altri quella fon vene un cedro l mezzo neir America pure AV meridionale nelle partidel Perù, del Cile, e raafSmc nel Biàlii nelle Capitanie di Pernambucco, di Tae diParaiba, i qualifon vclenofifllmaraca, di un' arancia mi, e pafTanola gioffezza .• Qucfti di Pernambucco dorate e fofciie^ in oro, di anno tanta unghiedure virtù, die legate T , in argento ,: col folo ovvero tatto guarJicon fubito,quafiper miracolo, qua!fi fia più tormentofo dolor di denti : Ed il Zaeuro fa Portughefe averle provate felicifllmo fuceefTo cor al credere reffiimonianza mdubitata di racconto del Zacuto; rei Vor» non ma fatte voglionpermettere l'efperienze te alcune di quel!' unghieportate nella Cor- lo me con da di Tofcana mi qualinon d*aver è meno ca Don mai dato fiata trovata " le Morera, veruno contradegno virtù,che ne queftamaravigliofa anno me Rinoceronte^ onde Vormio Antonio favio è da che nel fuo Mufeo ne denti del Olao giudicarfi fchiettamente con- fatta la prova Fernnt dotoresfédate dentem hunc dolentidenti afplicatum fefsò di non averne . :" * (^mdtamen^ Raccontano dum expertusfum del fud« del fangue maraviglie non . i dolor colici, detto Rinoceronte nel guarire nello REDI. FRJÌ^C£SCO £"1 99 nel prònec^ffari fiori alle doiinc i flufll di fanguc ftagnare nello € , foliti^e i vocarc virtù tra di loro contrarie.) infufa la pelle"ii quefioanimale ( che pur fon due che Dicono neir acqua ^ poftia bc^^tane la decozione^ lungamente € bollita per tre giornicontinui . , fia medicina di languidezza cagione , flomaco che ha che e ama tutta illmamente E che delle virtìidel da mai te li lo -crede faciottenerfi, fo indurmici,pernon chè io ; ma valevoli "]ual{i a fatte molte averne egli che e , difendere il fìa veleno r* cuore , pure io e fi non ca predi- male quelloftcifo ani- di corno prove: e non la vira ne ho e effetto, fpecialmcnpioni Scor'1 veleno delle Vipere,e degli veduto contro un minimo di Tunifi Ne alcuno delle corna ho meno . veduto to effet- della granbcflia contro mal caduco, quantunque che Cornua ctdtate, go il vol- Ed grandemented'cffere ingannato, nelle cofc pella fua fperanza legri fi dice non tra fi fa alper cjual il cibo , e fon tormentati . parlodopo ne patifco- coloro, che per inappetenza difficili ad e a che , o , aborrifcono da continua ;. coloro d'emorroidi,ed dolori no ficuriflìma a feriva Ciao '1 Vormio, jor* epr'/epf/tm infunipollent ad^'erjus aniSeftemhris fi arca kjlerìdas imfrtmis N 2 ^^' ESPE?JB\^2B ICO FRALI nST mAxìniL^ capia:ur(^ mdiEistm y«/Wtam ulentfirn m ijenerem (ijj* ferri folce face n^egetum Tal condizione però,che fi debbano ufare le della granbeftia intorno al ammazzata corna di Settembre vien comunemennon te principio gliono voapprovata, anzi vi fon certuni, i quali che folamente fien buone quelleche cafcano .* Ed altri ipontaneamente ogni anno fi riftringono a dire, pia fuperftiziofamente mal , , " s , , che la virtù confifta nel '1 malcaduco contro deftro corno , folamente eiTendone aftatto privo il finiflro . Quefia differenza trai deflroyel finiftro credo che fia fondata fu quellafavola corno, recitata da Teofrafto uel libro animiU deglt che dove fi dice clie fin credutiin^idiojìy il cervio quando gli cade il corno deftro lo iiafconde fotto terra perchènon vuole, che goderedelle fue maravigliof gliuomini poffan li j , y virtudi ^ Nelle mie intorno Efferim^? alla £e;^cr azione accennai degì^ Infitti efìcr menzogna, che ii cervio aveffe queftainvidiofa naturalezza d'occultare y quelcorno che il finiftroei j imperecchètanto glilafcia in di fortuna , la dove altro penfiero prendcrfene j E quello ", abbandono a glicafcano fenza me ne nefizio be- fon mol- to ESTERiEfJZE toi ^ATV%ALl Mceftanecisfe^^elucoredituraDiattée. fu pur Menalo Quella parimentedel Monte da' Greci , e da' Latini : mi ricordo , che dal dottifllE mi fu ed cruditifTimo Signor Cammelli nio , le con d* corna fatto vedere oro defcritta, e medagliedel Screniffimo to Granduca Cofimo^un medaglionegreco battuda' Pergameniin onore lia di Severo e di Giunel rovefcio del qualeera un* Ercole che 5 le tra , , , afferrata ima teneva un'altro Ercole fixnileho del Screniffimo Medici in una cervia ^ ed per le corna veduto nello Studio Cardinal Leopoldode' Principe di Maflìmiano, battuta da' Prufien- Medagliad'oro ed in un' altra di Macrino (\ , e ri vaMa perchè {lamparadal Triftano Tempre e diverfi fono ftati i capricci degli Artefici perciò Rei rovefcio d* un Medaglione di Eliogahalo battuto da' Germini ( che pur è tra le fuddette Medaglieantiche del Serenilfimo Granduca) fi vede coniato un'Ercole . 5 5 5 ma un conofce ehe tien per le corna non una cervia, cervio , che tale manifeflamcnte fi rial membro Gli antichi genitale. Poeti greci e latini , fcriflcro le cervie che le corna, furon imitati dal PiCirarca al Scnecto con dc- , gentilmente 158. Fna REDI, FRAnC£9C0 DI l'ariacandida [oprat cerava f^erdc ni appar^s^ dtie ri^'iere all'ombra Fra Lc-vanda 7 SqU E evia duo con dopo alla da i Petrarca loj corna d un d oro alloro acerba fìagiorbe uq' " altro Poeta . to- fcano nella cervia della Fata Falilrena. */fton che pax "he i ijelm a caccia Z/ten dopo " , irrhi» tma £hramando cercete a Jlrana» p^argltabbia alla traccia, che Jlanc^je come Anelando riccrvra allafontana y Jì4a luigli a entro fall rvifto le braccia» umana fa-velia formar fapendo occhialmen Con gli con gliatti^ e co''mugiti che là difènda e che t ani, Trega:, credei tra le piti "uaghe fere Fera mai piùgentil troncar fipojfct» ha nere ertine le ciglia e le pupille macchia rojfa Stanca la fpoglia e (gualche ^e ^ s ^m a " : " Ma Son piùeh altromirabilia nuedere in leile lucid offa, della fronte Son tuttii rami dtllecorna grandi piùfn or" che t Oriente mandi. Più di qucfto Poeta furono avveduti il Bojardo,e 1 Berni, i qualifinfero,che foffc il cervio di Morgafemmina jnafchio, e na, non Del che avendo Volte il k giorno. corna d' oio, le mutava fei nATFRAU ESPERIENZE 104 Ala cefa gt'interre fpe il dir€» '/fn dt quella fua dolceno-velU nuo'T^a, E 'Tel ruerde frateun » ire T'ejfgon intorno l'ertatenerella. Pafcendo La fuabeltànon potrei riferire Fiera non cer-vd a quella fi giammaifimile y E^liera dellafatadel teforo Grandi ha le corna» e hede e tutte d'oro * Men conddcrato , niato e . è fti- accorto meno bro degliVberti, che nel fecondo liDitumondo, contro quel che fi narra Fazio del in certi antichi Atti ài Sant' che fofìe femmina maginò^ Euftachio,s'im- quelcervo j ilquale quel santifTimo uomo. In quello tempo di^^entòcrijìiano Con lafua donna» e cu"fgU Euflazjà Per un miracol tnoltobello e frano» che cacciandouna cernya tra lo fazjo Dellefuecorna» "^ide dentro nn Criflo» Per cut fofìenne poimartirio.^e ftrazjo. Non è però da tacerfijcheGiulio Cefare Scaligero ed il Gunrero affermano cirerfi talvolta veduta qualchecervia femmina con le corna fn favola,ovvero Ma ciò o fu ; cofa moftruofa,e molto lontana diillefolite, consuete leggidella natura e Nel numero apparve a ^ , 5 . di quellecervie moftruofe potè forfè elfer quella, FRJKCESeO DI KE3!. animale quella( Te però qucli' è fi vede le con cervia ) una , che io$ nel rovcfcio d' corna Medagliadi Salonìna mogliedi GaJicno qual medagliafu mentovata inprìma da Trifìano , la , vanni Gio- le. pofciadal signorEzechie- e rivcritifTiQ-'O amico, nella Spanemio,mio za una delle fue nobih'lTinie td , ferfazioni de ter* crudiciilime Dif- (^ ufitmmtfìnatumanfrtepantia che di tal Medaglia no antiquorum Il giudizio, dato quellidue gran Litterati può venir » * , molto me fatta,che detta anno, la da corroborato le corna Medagliaòi che tre della cervia nclia fud- Salonina (on corriffimi rami del lunghezza tronco da confiJerazione una , piccolee non , fituaciper non pofti principalema , in foggia pari fu la cima di elfo tronco d' un fon malfatte, e tridente;ed in fomma da una ra Natuabbozzare, quafiper ifcherzo, ferenti dal propriofcopo;e fon molto diferrante del da quelle , tefte de* cervi che fi miran fu le coniate mafchi, e maflìmamente nel ro- che fi conferva Medagliadi Filippo, del Serenit le Medaglie di bronzo tra Cofimo Terzo fimo Granduca tra e quelle nel rovcda Vberto Goizio fcio eziandio ftampate da' dcile Medagliebattute digliVeleti vefcio di una , , Cauluniati , e dagliAgirineificcome , O ancort tra tra quelledi , ed in un' altra del Duca d' Arcfcot in ta battu- una dagliEfefini, e di Cefonia, e Caligala, di onore Triftano in Giovanni da i Daldiani in VljtTFKAU MS'PEniE^ZE l©r tra le quel- di medaglia una leno Ga- . Suppoftoiunquc per abbiano mafchi perc effe che 5 , e quando e' rami gni anno 5 le fenz.* ma ; corni fen- fon Tofcana in cervi ^rocards. infallibilmente o- corna cominciano e mettono due mettono in Francia I cervi buttano nafcono , le non e Fnfniy ed , nafcono Quefti tali . chiamati 5 che i foli cervi da faè ora , corna pel prim'anao bensì nel fecondo za le vero gettarle poco a po do- di Marzo I primia fpoprincipio fono i graffie ben pafciutiimperocché gliarfene i deboli e magri indugianotalvolta fino a mezzo Aprile Giovanni Gerardo Vofil . ; , 5 : fiojHtlterzo avvenga accade in come vuole che ciò libro dell*Idolatria, di Verno/ tempo ho detto. Credono tovato Voifio attaccate te alla molti 5 e , che le tra corna cfll il Quanto conofcerlo offervar la tefta di ma non no fie- folamen- cilmen s'ingannino potràfa- avrà chiunque un foprammen- de* cervi all'offo della tefta, pelle: in Tofcana ma ceryo , curiofitàdi dove potràvedere , REDI. FKAKCESCO DI 107 che il cranio s* innalza in due dere , ze eminen- aire quattro dita travcrfe , fullc qualiemi-^ unite , ed attacfon così tenacemente neiize cate le fi rende che corna , poternelefvellere per forza è il tempo le otto cominciano a fpuntanotenere pclofefino a tanto , re che e , dicci deglialberi , dir così per fpunrarfuora e pclofc e , " le dute ca- re, matu- nuove 5 e fi nianren^-on fon finitedi ere Tee, che , indurite fono totalmente fuccede in poco il cervo comincia clic fon giorni , vecchie,e corna loro maturità cafcano. o , , della determinato ne fpontaneamente Dopo ; il impcfllbile quafi e quando pure , il che più di tre mcfi ; Ed allora le corna^ a' tronchi a fregar ed a' roveti , e fa cadere ne quellapelle,che le copriva: E per di Luglio lo più,trai fine di Giugno, e la metà dure le corna tutti quantianno e spogliate Ed in vero è cofa degna di gran: il confidcrare diflima maraviglia, come ogni a ftracci , , , gran mole : tempo rinafca , di rami fulla fronte di sì breve in anno Quindi è fta in dubbio muti fé ogni anno parte negativa 3 che il mali qucftianiVo^o fopraccitato che il pofìaelTer vero le Sed . O corna fi anno 2 crefca sì e :. , ed inclina quMef » vo cer- alla ò\ct Volilo , il f^ATFlRALI MSPEniE^ZE io8 altquidacceditrams Voffio, primifexennij ^jhor* St id modo d^cidunt (gr renafcunti^r (jiiotAmiis , ^ comperai hahcnt pò » audio eqitidsr/ , ìtfifmponamqtis inter j brenjiculoadeo tempo^ ?nolh cornua tanrec folida enafci duraquc admiranda maxima natuTti ut , non ijspedcm (ìrucre cutn •fare ^^enatcres tam :, . K^lioqui magis inclinetrnimus^ ut credami eo cor- decidi^ nicela fé a-vtdfa eoque e£c coaia *-u€ro ramo/a lecuni^ qu^c in priorum ad internjallo non nifiannorum alicfptot Jiicce^èrmt eam magnitudinem^ dmtiem per^'cwjfc^ S' ingannaperò il Vofllo ganna e tanto più s' innvKt » rcpermntur non cjUtìe feda menatei'ihMSt7 » : fponte^ natura , » » » . , , quanto , che fé le cadeffe- non corna che a' cervi farebbe impoffibije ogni anno clic poteflero crcfccre di rami, conciofficcofachè quando elle fon di già totalmente indurite, fe le vene, e F arterie che per efperdcndofi non no anfcorrevano,quandoerano tenere, fufficientcnutrimento fanguigno abile a far multiplicare in rami come poterle potrei IO , , , facilmente moftrarc bo con evidenza , ma lo rifer- ad occafione degno di nel libro più opportuna : In tanto è Ehano leggerfì,a queftopropofito, dodicefimo deglianimali al capitolo diciotteiimo Il numero . de* rami, o varia palchi fecon- do io per riverenza di quello Filofofo volentieri Io crederei, grandiffimo cadute le fc cc corna Ed ; te che anco nel piùforoflervato, le delde* bofchi, non che nell'aperto meno folamenabitano a ftuoIÌ5non campagne, avefli non le mofche le ma , zanzare tri i tafani , ed al- , fimiliimprontiirimi infetti, che Le fe de' fon tenere corna ed grandi appctitofi di fo fé corna fanno varie re manie- al palato Non molto guftofe gelatine gli antichi ebbero qucfto coftume di . gola : So ) bene che le ( preifoGaleno furono tenere nella fo medicamento attribuito a Catanefe e , di fi può defcrizione di da Antioco da durite in- corna in ufo come colico,che Faccio delle tacer per vizio della medicina, de Delle . dure, fecche,e limate, ne men- compongono ne , diverfi manicaretti . dtliziofc nelle cuochi i volano fer- per leggereapquel famo- Afclcpiadc fu fcolare di Filcni- fu creduto invenzio Andromaco Scribomo Largo il quale Seriaverlo imparato a gran , bonio prezzo Plinio confefsò da ancora di certa una ne McdichcfTa Affiicaaa fece menzione, ficcome Aleffandrino Niccolò e Empirico, Quando il cervo ha le corna tenere : cello Mar. fé , rafente e particularmente glifieno tagliate, quel- REDI. FRJNCMSCe DI 1 1 1 eh* è alla bafc o quella corona, ceppo di effe il fanguein zampilli con ae tanta fpiccia corna, l'animale il più delle volte fé oftinazioncjchc Tuoi morire 5 E quel fanguefi congela,e ne fi rappigliaficcome ogni altro fangue che dall' arterie de cervi e fgorghidalle vene , , , , , fo come, il che fu negato non , le , fecondato pofciada Galeno da Ariftoti- nel libro , che i coftumidell'animo corrtffondono al temperamento del corpoy e dall' Autore chiunque fi , fia , del libro delt utilttàdella refptrazjone tribuito at^ falfamente Giovanni del Galeno. feconda nell' Epiftola Oratone libro riferifce per racconto , Diatrichftein , che in poche ore fecondo Adamo trovato morto con tor a un una ferito nelle cervo corna di fu nere te- freccia avvelenata dall' Impera- Ridolfo Secondo Oratone foggiugnc . Ma da La^leum quelche poi enitn humore^n^ . docmt nos [anguimHifocrMes iflumgermamm effe credcfle , che fi raccoglieche eflb Oratone foffero irrigate le corna de' cervi non tenere , , da' canali il che, come fanguigni ho niollra- , anzi moki , e falfo falfiflimoj che fi dirama. molti fono i canali del fangue, de* cervi quando fon tenere no , per le corna nutrimento fufficiente un per SI finedi portarvi farle 10 di fopra,è ES-PERIEJ^ZB Ili farle crefcere , fa molto ciò fTATFRALI fecondo il loro bifognoT E to propoli per 1' opinionedi i qualitengono trovarfi a que* Valentuomini nel fanguc diverfità di fuftanze abili , re nutri- a le diverfe partidel corpo deglianimali : Fa molto a propostoancora per 1'opinione dd dottjffimo Girolamo Barbati,il quale nel libro de fanguine(^ tms fero^a forza di ragioni di cfpericnzcftima, che le parti e ricevano il mitrimento {pcrmatiche per lo folo mezzo de* condotti fanguigni ; e che tal » , , fia altro, che \\ fiero del fanche fcorroQuefti condotti fanguigni* gue de' cervi, vanno no poco appoco apper le corna fcccandofi , fecondo, che e perdcndofi, nutrimento non . effe finifcon di corna fi e crefcere, re, du- tanno fccche. e {ìa caftrato Se un cervo giovane,che abbi^ mcfle le corna, non in vita fua Se fia caftrato le mette non ancora mai . per un vo cer- perdefubito la vii tu del mutarle ogni anno, confèrva femprc quelle e fteffecorna, le qualiavea quando fu caftrafuron pili veridici Ariftotile, in quefto t0 5 Ed armato di corna, Plinio,e Sohno, di quelloche fi folfe nel fecondo libro della Caccia Baftifiao a quidelle corna piano Op- vcrf. 194. de' cervi :. men- tre, tre di meno credulità di 1 1 3 ad altro non pofiofar paffar* della femplicc non maravigliarmi i qualifcrivono quegliAutori di prima di REVf. FRANCESCO DI , , , che di Goa ne' contorni le de' buoi cerna , de* caftroni , quando cafcano in terra mctdiventano le radici a guifadi cavoli ton e difle qualicon pianteanimate grandifllma fvclte di fìcultà fi fvclgonodal terreno ; e In Goa nuovo ; ripullulanoe multiplicano fcrive il Padre Eufcbio Nicrembcrgio infùla, Jt cornua alitjuando jacuermt radues dearfumru» terra, defyunttnedulU eius m JiUplwima quafi hoc modo ntenta fodtjp^a (^ frotuberante lum fubdmm innitente Jladixeius ^Braff/'^ Jtrnultcsfummss mtlis eli tìuius caufeexamen 9"^attira myflas ^ Itcetmula omm mi feretorjìt y uC^fc qui rem hanc ad fluporem tempore ftiertnt {éf admtrati fuermt»qui tamen caufam njeram immoram qucdfiam ufijuc fcrmareturnemo adhuc (omparuit^nam (^/ Terra tn cmni ilio firn w^y njaldc faxofa. fa ejiyittcjue (gr lapido ad radtcem ufque cornua CiCterts loctsoryjnihus tir pari (^ dctruncaù queant apud Goanes nullo illicfernet quidetn^ etfì paHo id fieri potefinam e , , , , , , » » tn » » . . » " , , , con cum ex- , » / ahtecla t/^mèn adci refècentur , funt ut fa'cunda lieo repalltdare (^" augefiereincipicintIo , credeva quefta fandonia,ma ti- , non • contuttociò volli P ^14 li KATrRALl ESPEKIEJ^ZE Antonio il Sì^ncrDon interrogarne della Cattedrale Canonico di Morera il Goa , quale cffcr veramente favola inventata una rilpofe, Tinfaziabilclibidine di quelle per lignificare mi 5 femmine orientali , le piantate che avendo volta una fovra le tefte de' lor mariti corna , fapevanocontinuamente mantcnervele radicate. fu data alla Società Reale Vna fimil rifpofta di Londra, dal Cavalier Filiberto Vernati Reildente in Batavia nella Giava maggiore . ^luel fondament y a il at* rapport touchant ce D, (gr frennent ractne q"^et on dit quc les cornes ^w'ellescrotjfent Rep.En m^ enaupres de Goa ^ , 9 amis fé prit a rirt^ querant de cela un de mes ratlleriequ* on fait une (^ me dit que e' ejioit o ^ i que les femmes de Goa font la luxure E pure il dottiamo Tortu^aispane atix " adonnees fon a , nella centuria quarta delle Medichenaturali 5 afferma di Pietro Borelli Oflervazioni fuc aver prj veduto in diverfe corna 5 Europa,con dice gliocchi di caftrcni , bufoli,le qualifi Corrma^ , erano e fuoi prodi huoi^ o di radicate nel egliairOiTerv.52. (^ buki'a Tìdi :"quteradicesin terra etiam terreno (Z'er-vccwa eoerant sUt . , cornu Lmfchotti Sia la verità della fede appiantabile mi fento da crederlo di lui, che io non prcffo ad altro. cosi facilmente 3 ed intanto pafferò . Che DI KEDI: FRJJf CESCO ì 1 5 cuni i noftri antichi ufaflero i nidi di al- Che Medicina,è cofa Era di Cappa^ uccelli per fervizio della notirtlma,facendone menzione leno badocia, Andromaco, ed Afcìepiade appreflb che fé ne fervilferoper cibo, non Ma : parmì di averlo mai lerro ne udito ne , contare rac- zione invenftimo, che (ìa un' ingcgnofa delia fola gola de' Mv^derni,avida fem; e pre delle novità quanto ói fono alcuni 5 Vi , che più fono tanto ci fono lontano più. uccelletti in pregio portate divcrfi molto non . il dalle rondinini quaU, neglifcogli lungheflo nidi, piccoli di Coccincina, fanno i loro mare di color bianchiccio molto mile , e di marcria dalla colla di peicc , da quelle rupi fon ftrappati diiìl- non i qualinidi vcndtiti a cariiTimo farcbprezzo per nobilitare i conviti,che vili fc non folennità reputati bono , e di poca , foifero conditi di che E veramente uno mettono è queftaiirana iaibandigione, tendent inappetitofafé da cuoco , condizionata ; venga macllrevolmente de' modi del condizionarla fi è , che in molle in que'nidi, buon brodo dì' che cgiino cappone, o di vitelia, fino a tanto cfì'o invincidifcano , e rinvengano ; quindiin brodo glicuocono e con formaggio, , e varie manie P burro pofciacon a ie di , con gli fpezicrie rcga- ESTERlEt^ZE il"f Ed regalano^ in fino 97 affralì qui io non avrei che ridire Ma quando vogliono che quefta vivanda fia un ficuro medicamento e potentiflimo, i quah col Petroniano Poper coloro lieno mtjui puero^ ncque puelUbena fua njendere in aqua non fojfunt,' lorumque inguinahahent fon ncccflìtatocol Poeta Peruginoa dire, a ; , , , !Bajd eh ai^anxjL in wer quanteno'vdU mai fa^'ole» ^tiante 9 carote dtjjèr , » Stando al fuoco le ^'ccchiarelle a Jìlar . fi Troppo coloro,che infingano in così quefto medicamento fatto avventura mi non la prova, r anno fatta come fi rifidano 5 e fé per ne farfede , poflfon prcftano alcuni in fimile occafionc . Ci certo vicn portato dall'Indie occidentali un che dagliSpagnuoli mato è chiaaromato , Pimienta de Chapa perchè nafce ^ di montagne Ciapa, che nuova Spagna eflcrc r Aniomo Clufio concorra molta con ; e una delle otto fotto l'Audienza noverate la nella è non Alcuni . nelic Provincie di Guaiimato credu- anno di Diofcoride ; ma ragionepare, che Carlo non fapcndoeglidonde a vi noi difcorrendo fé per fortuna pofia venga 5 va cflerc il garofanodi Plinio 5 ed al Clufio aderifce Giovanni Parchinfone nel fuo Teatro Bota- il ni ES'TÈniEtfZE vano della loro fon racchiufi in r uno VtATVtALÌ matrice alcune dalF altro fcme dentro la , quale feparano cafelle, che fottililfime membrane con la loro Quefti femi , ficcoine ancora matrice, al guflofi fentono aromatici con . mcfcolanza quando di diverfi (i mafticano , concio^Eecofachè fapori; fi fa notabilmente fapor delle aoccole men quindiquellode* garofani, tiifefto il dù ma- ginepro ^ fenfìbiiequello del pepe nero, affai del pepe, fi meno e fa fcntire il fapore della cannella : Hgli è di che ne ho apprcffo però vero di coccole piaminute, e fpezie, , non fi fente ne poco , ne ben si in me un' altra nelle quali punto ìi fapordel» primo luogo quello ginepro ma del garofano feconda fpeziemi fu qiiefta ; e donata dal SignorDottor Giovanni Pagni Lettore , di medicina nello Audio dì Pifa ; quindi mi fu fatta vedere dopo qualchetempo dal SignorDottor Pietro Nati diligentiilim delie piante,e delle della natura inveftigatore loro virtudi la prima ij^ezicche ha Ma fapordi gineprofu portata in qucda Corte dal SignorDon Vria prefentemcnte Franccdo dalla Nuova tornato Spagna dove ha lungo Nella abitato : que Nuova Spagna duntempo noverano queftopepe di Ciapa fra gi'in^ ancora ; , , ere- R£DL FRAJfeESCe BI 119 di più Io celebraal mal contro HO fpccialc per medicamento cecità che da' Grecaduco ci contro a e quella fu detta diu,xvp6ei;e da' Latini de' fecoli più baffi^ma ferena. Che eglipofiaparticipare del ginepro del ^,arofadi tutte le proprietà dei Cioccolattcje greJicnti :" 5 5 . , del pepe , e della cannella al di buona voglia5 ma contro no , alla gotta fcre»a che foiìe d' intero contro 5 niente che malcaduco,e ardirei d' affermare non dolo giovamento avenin divcrfi Suggettiefperimentato lunga* credo però Non fcnza profitto : e 5 j , così quefti anzi fon giudicio, in ufaro , a e cui dan tempo ci fia moderazione con recano un certo di finocchio della nome opportuno a molte feme , a China, predicandolo infirmità, ma io chio le virtù del finocche di poco trapaffa noftrale , deglianici , de' dauci , e del trovo , cumino ne a aucte della China tav. perchè da in qua tempo vedcrfi nelle noftrc contrade 5 e Voi E : comincia nella pre- . Dalla China Bon poffaportar , luogo a fatti mali di parere, che vaglia bilmente notaconfortar la tefta , e lo llomaco a fé vi confento , 2, poco fatta menzione nel voftro libro perciòne mando qu la quale,codifegnata* figura illuftrata, la me J^ATV^ALl ESTERlEVrZE Ilo d' una potrete vedere è fatta in foggia razzi di color lionato,ed ogni della di otto racchiude in fé un feme lifcio, e luftro razzo me di color lionato pur piccolaanima una re cffa ne che il fuo ne , , nel , trovafi qual fcme molto ha non gufcio: fapoi razzi Ma i fémi , fon di fache contengono della fteila, diffimile al noftro finocchio molto pore non dolce ancorché , di mefcolanza la piantache lo acuto tanto non fapored' anici produca,non ho che qual- con , Qual fia ; potuto per rinvenirla ancora . nel Vormio Olao libro fecondo del diciottefimo del capitolo fuo Mufeo feguitando , ta racconopinionedi Francefco Ximcnes in che il legno del SaiVofraffo tenuto la molle per otto giorninell' acqua di mare 1* , , fa divenire dolce , e buona a bere Acjuam :. mArinatn dalcem reddere, dice il Vormio 'va'uit Ximenes Francifcus ver oEltdisum macerarunt . dfer- , bore AjfuUsex hoc arin aqua Jalfa tum j Quando fotuiaptam ohttnnerunt io non leffila prima volta quellatal cofa così giovane,che mi fentiifida crederla, era derla, cree pilificurezza non pure, per poter con dulcem j @r . , mi libbra mifi a d'acquadi farne la prova mare , ed in una otto giorni. infufi,per una FRAl'ICESCO DJ mezz' unn mente; oncia di KEDI. i safTafra/Totagliato fottil- quell'acquanon ma i a voJIc perderene punto della Tua falfedinc,ancorché pocvo, ne faccffi conrijiuar pofcia V i.'ifullonefino a io giorni "ed in altre quantitàdel safsafrairo venti , la del Oceano mar del Ximcncs raddoppiafli prove forre L' acque addolcite ne' furono . tempi quelledel da quello legno5 ma JVlediterranco le quali ne fatta la. ho con vogliono oggi giorno raddolcirfi; prova, non , Ikcome ne meno fi raddolciftoco faniofe le lalfe del Tettuccio dei Bagnuolo. e acque , Giovanni tivo Lopez,Pigneiro Portugheie,nadi Campomaior nel]' Alcnteco foggior» nando ne' paefidi Mongalo e d'Angos^che situati nel Zanguebar fon bagnati dal iìumc Cuama nelle rive di qucdo fiume queltrovò la dell'Inventore fu poi radice, che dal nome femprc chiamata Raiz^ de Juan Lopcz^ Iwciro: , 5 , Mi vien che riferito, fia radice d' un' Io, che fa le foglienel colore, e ai bucci- nella ra figu- fimiliflìme a corché quelleòt\ Melo cotogno, analquantopiù grandi co' fiori bianchi, alcuni !iì\\ de* qualiroffeggiano comezzo fiore nafcc Dal quegli del zalferano , nel xnt . bottoncino groiio quanto macuratofi al caldo, fi fccca un i.n in ecce fine, e rhe , icre- ESVFKìE^ZE ìli cadendone pola "KATVKALI niolci minutifTimi fcmi 3 La . di color radice è cirrino faporc molto amara ta lopra COR acqua pefo di e ^ una mezza ne' morfi Vogliono . che macina- pietra e bevuta al dramma, ed applicata rimente pauna , nelle punture e , del giudizio a mali degliani- vclenofi 5 liberi infallibilmente dal veleno. Credono eziandio che macinata , e bcvutone il fuddetto vino con , pelo nelP accezione delle quartane eftingua delle febbri terzane,, e totalmente il lor fuoco, che proibifca e mai Dicono che ancora più non (i riaccenda ad ogni maniera di ferite le faldi m applicata ore vcntiquattr* j e che la fcmplice polverefottilifTimapoftanelle piaghevecchie le rifani con Le fìeflevirtù anzi molto più gran facilità * , ^ , dicono efficaci, chiamata Sofala v che abbia altra radice certa una Radice della Mamtjue^ìa, qualefi coglie in Affrica nel e :" ; ed d'urr paefedel è certo Chetevi radice una rra Manique gialla e gnola amaro- , frutice,che non fa , to, frut- ne fiore,ma con lunghe,flretre,e foglie fottili, s* abbarbica, ed inerpica su raglie, per le mune fu per folamente e e non i ramucelli glialberi a guifadell'citerà ; in ufo le fono fìeffi . ma cora anradici,, Confeffo la mia fortuna,imperocchéavendo fatti con ca po- queae " FRANCESCO DI fte due famofc radici molti non perimenti, mi ftimo Onde proprietà; e rifervato il "]ualeavendo , ilro libro de le il Padre donato come in natura triplici ancor* buone conofcc* a brate cele- tanto avveduto, uomo d' Al^ielda , ci quefteradi- dì alcune , predicòfolaracnte che dato Sebailiano Voftra Reverenza a et replicati e , mai anno 123 effetto delle loro minimo un re REVI. fi rifcrifcenel mdpìet.-^ rerum per vo- le fente , il , no purché le ferite fiepiccoiiifimeperchè quelle io confenco femplici, e ho grandi non ore, vcntiquattr* , , mai trovato rammarperfettamente che e faldìno in che , "zmino radice di La radice bianca , Queijo, o legnofa di , alTaporata pugne detta COSI per e , mordica effere (lata di Chcggio,è verun* la che odore , lingua ^ trovata d;i una fu e tal un Indian d'di Portuglicfe, e Diego Cheggio figliuolo per prima che i Portughefi poco di coftui perdeiìero e trattamento, per rigiro torno Malacca Nafce nel Regno di Cambaja in, , . di alla Città fettanta Ed è titimalo leghein radice di . Baflain lontana da Oca per la p?rte del Nort; il frutice lattifero, conìe circa un Produce più larghedell'Hfula le fogliepiù lunghe magna, , e verdi per la par- dì te ^AtrRAL! ESI'ERIE'^ZB 142 ma bianche mira verfo fopra 5 banda, che pelofcda quella e ^ la terra ; fa il fior ftimata la migliore e queflarazza è in che lo fa bianco non imperocché quella 5 che non pregio Dicono per cofa certa le barbe di queftofrutice fono in ufo, tutte folamente quellerivolte a tramontana ma che guardanoa mezzo giorno, pcrcJièquelle, rollo e , , , . , fon velcnofe , mortifere e Le buone anno . che così ammirabile , proprietà le beva con le portiaddofTo-, o dramma vino al pefo di mezza una fiere velcnofe,e àMc chiunque acqua, o con è ircuro le dal- morfure. loro E i cini e più gravi^e piùviletargici, gliapopletici a morte ricuperanofubito la parola e occhi lìa lor fé negliangolid-cgli la fanità meflb un poco d' acqua nella, qualefia iìatiì la polveredr quelle radici infufa, e macerata Cofc belle,in vero, e pellegrine, ma nuove, , , ^ * che ricfcon •alla prova, mi che tutte come è addivenuto io abbia r affetto prego falfe, quando fé ne \ÌQnc fovcntemcnte, an?jfempre, Nulladimeno : può efferc , prefo errore Voftra j onde Reverenza con a tutto voler plicarne re- gliefperimentì per benefizio univerftelladelia fale; già che queftaradice è quella nel libro dc^ fatta menzione quale avete tn- delle una ÌTATP^AU ERI EVI ZB EST 125 ^ufU rende qualichiamata degliuomini immortale Ginfeng quantunque V altra , che è detta ; e abbia non , la vita gore vi- tanto da poter donare 1*immortalità "cir è non delcosì valorofa,che tutto '1tempo la di meno fenvita ci può fare ftar fani, e allegrile za ribrezzo di malattie pienaquellagran caldaja il fiocero Doa^e Medea rifi^je della r[jscchtaja. Per ca^'arh di mun forfè in quelleftefle diede di morfo quell* .erbe E Forfè di cosi fatte . era delle favole,quando d' un antico Glauco povenne e ch'egliera, difangofopcfcatorello, teftimonia Ovicome improvvifaraente, vero, dio, di uno del mare Son quegliDij di abitano ne' fon- . libri de' Chincfi di fimili bo- pienii riofe novellette 5 Padre che , Martino e fo inrender non Martini , nel fuo Atlante affermare d' avergli quafiche veridici : efperìenza il come , glia vo- vati fempretro- Si ita fé (è ruidi adeo^ue haheAtj nefue emm fides ipp coram auclores (juos in pjs ^tu fìnicos fitfenes hèfce po così eglidice ^ docomferij raro inm^enijalUces y per res :" » aver Xansi je i raccontato , che 5 3 nella Provincia di pozzidi fuoco, mcdivinniera qualifenza fpcfafi può cucinare ogni mafi trovano certi DI FRAISI CESCO nicra di vivanda iij quelche più imporca ù e 5 REDI. arde,e non quel benedetto fuoco non confuma i legni, fi può benawenturofamcne è che , portare in qual fi fia paefepiù lontano ferrato in qualchecannello purché fia tenuto tc le Se * , ^ d' Olanda poderofeflotte d' Inghilterra di Portugallocaricaffcro di tal mercanzia oltre il comobeate loro 5 imperocché do , e j y ineftimabilc , che ne ritrarrebbono nelle in Europa, portandola lunghiilmie navigazioni, imbuondato, ogniuna uorrebbc provvederfcne e ogni pericolo particolarmente per isfuggirc d^ncendio, la dove legnamefi fanno non di ma pietre, di to tut- le fabbriche. è lo fcrivcre , che menzogna fiume d'^Onan fcorre un certo nella provfrrcfa Non minor pefcanoalcuni pefcirodi, col fanguc de* qualichiunques'ugnc, o fi fpalmale piante de piedi,può francamente camminar fopra di di bagnarfi, ne ne l'acque,fenza pericolo vato Invenzion più ficura n' ha ritro: fommergerfi ccrt' Ofte d'Inghiltermodernamente un ra machina di legnofimile il qualecon una di quattro ferro da galera ad una'ancora o da quattro bariglioni retta pienid'aria marre, che ftanno a fior d'. in modo contrappefati fon veduti,fa il giuocodi pafacqua, e non feggiar in cui fi , , , ES'TEUìEJ^ZE 128 ^ATVtALI co' pieGi fbpra il piccolIagod' Lslingfeggiar due migliadà Londra ; e fchcrzando a ton fuol vantarfi 5 calma di glidarebbe il da Dovre che che e fmaccati^Iìcno^ fpianaro, di andarfcne paffopafio Cales puichè aveffe qua! mare cuore infino di Macelleria,ovvero in tempo a vafcellctto di - , conferva in che evento , il burrafca. a improvvifamentefi gettaffe Scrivono ancora gli Auiori Chine fi che di Xensi vi fono due iìumi uno nella provincia 1'altro lo i qualimenano detto Chiemo e reggono acque così pure" e leggieriche non fufceUuzzo di pa-* nimimo wn a gallane meno mare , , 5 5 Dio buono ! e chi rorrà mai ridurfia glia credere , che ne^le rive del lago nominato . Talpe fé fia battuto ievi incontanente una fi folqualchetamburo ti terribil tempcftadi fiot" imperuofiaccompagnata ili,e da baleni; Io per Gueiiehno Britone a re della Filippidefacendo ebbe a che , nel libro fclìo menzione , fontana me da tuoni, da fulmilo lafcerci credc^- d' una ta cer- dire . quidicifisarte E\f'^ pcitensriy^biffhyfca ^ms rt-ncurfus a£at Tel cju.^ccmvUxto rerum monftrum adwir abile fontts» lirealiacenfs ^ iiCjy proximus ri(\ubat aqitiXlapidem^qui St quacti^mte leti qmt'isafderotne ["'(^^^^^ Cuius ^ FRjmcEsco DI ^ 'Redi, '^-'J"rotinus in nimìos commixta h^ nimh$ grandine SolijitHr»(§^fuhitii mugiretonitribus^ther tenebris ^ c"tcts fé condenfare Co£Ìt.t*r» rei prtus ejfe adfànttefief(]Ue ':'^uijt*e fet ebani ^' lam m aliene (fuod res tllalateretut ante, Tantus corda fttspor tanta artus exta/ìf occttpat multif^iproba res i^era ta tamen tJ^ira/juidem , ' j '? eos » ' , , , lo E iafccrei des Rues Dar zefi ; 9 5 » * altresì credere che defcrivendo il a Franccfco to chiama- monte ci lafciò fcrittonelle Tue delizie Fran- ^res mont ce demie lieue de la eflla quelle on 'utilede "Bejfe » ./_" ^z'oidun lac de de grantagne fommet d^ une mon- (^ pres tjue au eflendue du quelon n a peti trowuer » le fondi gr ^ encore plusefjìvyaejì fortadmirabilea ijmr dedans on p peult hUi car fit on jette quelque pierre dts efd' auoir d'é tonnere tenirbien tofl ajfeurè loin de la efl ^on clairs pluyes(^/gresUs So'acÌs ronde [oh un creux abifms nomile owverture preffansfondsy aye fété trouier qu au precedente que pareti ^ ^ » , » 9 . . y ou " " on Non molto detti Autori , dilfimilfavola raccontano Chinefi d' un a i Cud- lagodella Provincia Peching) nel qualeaffermano, che Ce fu go tutta l'acquade! lagettata alcuna pietruzza, diventa di color di fangue5 E le in effo alberi che lago cafchino le io^liedi quegli di 5 R ali 1 air intorno in J^ArrR^LI £S^£E/£^:^£ 3o verdeggiano quellafi animate altrettante rondini quellaguifaappunto furon convertite in navi d Se e , full'acque Aftolfa , volami e del , le frondi fi fpar- Affricano mare ed in altrifomiglian- legnida guerra " conforme la dove difle. l'Ariofavoleggiò ;r ;r ".-i. ... A'^CìidéK^Jìolfi efèrcko infinita Uà in , che le navi di Enea y cangiaronoin ninfe marine fe da trafloi^iano , Li. .^j ^^\.^ Sfefd: ^Itfar fm' Ajfnchs .^ rammentando^comi fu ammonito : "Vecchioche glidti l'imprefa» santo non ,,.. £ Dd *Di Di » ter Pro^jenzjL » e tilito d' Acquamorta de" Saracino che P man prefi:, a-vean eletta gran turba fecenno'va ^ella ih*al mar gliparade manco inetta £"' una . £d anjendefi pieneambe le palme , guanto poteancapirdi *uarie fronde A lauri , a cedri tolte , a ^ì/ar ^ e a palme nell'onde ,e le gitth frimare dal del len dileti' alnìes O felici Grazia che Dio raro a* nmtali infonde^ che nacque miracoloO flupendo Di quelle come frcndi furnell'acque Crebberoin quantità fuord' ogni f ima e gra*vi. e lunghe e grojfe curni^e Siferon a^veano Le orerieeh'a tra'verfo prima Vienne , . » , ^ FRANCESCO DI Aiutaro Tutte in 131 in dure fpran^he tranji / in £rdjp , rimanendo E REDJ: innjer la acute ama di'Xfentaron ^ai^'i tratto un , tante differenti quaiitadt,^ j^^uante raccoltefurda i^arie piante Miracol fu ijeder le[rondi [pane Trodur fiìfte ^ake ndoA da gaUia/ che ^-vels» fu mirabtP anior, e farte, ahhia^ E remi aruean n quanialcun legno t arte ^on manci al Duca poichi a"T"efje rabbta alla "uentofa Di goijernarft che di Sardi,e dt Qorft remoti non ^«cchìrer» padron? penne(iebbe e piloti Io non mi ciiro anzi non voglio eC- Di ^ , , » ^ , , , fer nel di coloro numero quellametamorfofi vera Rondini Ne : Brante Autori o , , , da' lor frutti, Ibernia o da* tronchi adiacenti nell'jlfole ; Imperocché a dal Carlo Clufio , e , o dalle alla Scozia, baftanra una fu confutata fatta favola fodamente da di quelefeinplo o queiranitre dette Bernacle ti qualiper confentimento d* infinifon credute nafcere daglialberi le , coli' tura avven- di o , per tengon d* alberi in di foglie fi dica effer per mi in natura, poflibilc r oche che , da dottiflimo Antonio , molt' altri, e nel Deufingio R chiglie con- e all' così prlma" pofcia: tratta- cello 2 . 1 3 ESyERìE^ZE 2 tcllo de ^ATVRALÌ fottcis anferiktis . Iacopo V E nel libro delle antichità d' Ibernia di riferitii fentimcnti certuni , Varco dopo aver intorno alla di quegliuccelli prudentemente generazione mereri conclude : In rcc^u^e flenius fcruttnium , ^idetur mhtl corrivo Il Laonde : dejinio credere a pefcifquammofidi pcfchinocerti di zafferano 5 della China che ne' mari , farò mai non i T inverno qualitutto color abitano la primavera fopraggiugnendo fi vertono di piule fquamme ma gittate Y ali fé ne di penne e e difpiegando dove conde' monti alle bofcaglic volano neir acque 5 ma , j 5 , , tunno verfano tutto'! corfo della fiate, e dell'autornando di nuovo ; al fin del quale T antica figura guizzarnell*onde ripigliano dì pefcc: E febbene Voi, dottiffimo Padre, a illuftrata, nel libro della voftra China mo- di crederlo,io però fon ftrate apertamente che nell'interno del voftro cuod* opinione re , non mente lo crediate di far una folo che e , nobil moftra abbiate in dell' altezza della profondità voftra dottrina fpeculando e recitando le in vicendevole metamorfofi, cagionidi quella deir ingegno.voftro , e della , che ella foflc vera, e della natura confuete leggi evento , non le lontana dal- • Mi IJ4 Il nella nico Sig.GlufeppeOttavio Attavanti Canofe Fiorentino, n compiaccia di rivedere, U. prefentcOpera ci fono cofe contro S^Fede, li e buoni -coftumi,e referifca Luglio idyi. i^. Pucci Arclp. e Vie, Aleffdndro 'i Fior, Gen, j-,i Nel torno Data . a in-, prefcntelibro intitolato EfperJenzj dt^crficafinatt^raH del Signor Frame- fio Redi , ho i\on alla Fede pugnante mi^ che trovato, o letto, Cattolica, o cota coftu- a' buoni però Jo iliino degno deiJa luce (lampe, che è quanto pofforiferire a Illuftriffima , Agoflo e Reverendiflìma . le- le delV.S. Quefto di b\ 1571. Ona^vio Giufippe Atta^z'anti Canon Fior, " Jìampi^jjer^mgt érdinìfoUtiejjèr'^arjt Dmh gli1 1. Ago^o iS^i, Pucci Arcfp.eVie. Gen. Fior^ Alejf. Si , Il Sig.Avvocato AgoftinoColtellini fult. del S. Off. di Fiorenza, veda, "c. Qucfto di Fra II. Gi^: Paolo Agoflo e Con- riferifca, i^yi. V* Inq,di Fior, (jiulÌAnetti 155 di queftaLettera non fcguirando la ftrada battuta da glialtri, la maema ftra della fperìenza, è mai inciampatom non che polfaimpedirgli cofà la ftampa;della ^uale la giudicodegna;fpcrandoche non gli jfiaper apportar minor lode di quelche fiabbiano L* Autore , fatto r altre Tue erudite5 ed opere , e in fede "c» y Coltellini e CenC Confuti, A^^ji, Stante, "c. Si elaborate del S, Vfizjo . (lampiqueftodi 15. Ago- fto 1571. F, Gio: PaoloGtulianetti V. Matteo Fior. Injuifdì Mercati d'ordine del Screnifs.Gran Duca di Tofcana vcddc. INDICE v^^/lT' pi iJT? piJiC'*riBÌ"nl e"fb. non. 3 non '} ellsb is'ift obnnsqì iV^7{i%]^i^\ ri .).--D 'locjì '^- '?''rt"-^^ '^^\\ , inm iw* m^s^r^à^'i'O -I.-m,» n, cW^ •.*i\ò ,' INDICE COSE DELLE E NOTABILI, PIV* DJEGLI CITATI. AVTORI jBate 'Bourdelotcane Accademia ^4, Aceto 45. del Cimento 8^3 31. 55. ^o. l acque ja rijchiarar intorbi- date 3 5-, fipral'aliodi Acquarzjnte ^alle£^ia mandorle dolci 50, ti*acqua Acque naturali di-ventan torbide per infufonè di piombo^ i. Acquai a flillatct campana del condotto dt che 52. e Ttfa intorbida anch' trjpi, per-' Intorbida meno deli aùr^ acquar rali natu- 5?. Acquaidel Pczj:o della A^ecca mW Ardia 53. del fiume dAla H'èfcia diila^ Acqua del ^tlo ^^' ne' monti di Lucca ^s* fintede ^uon^'i/i Del qua del Tettuccio e del Tagmoio lai. " ^ ^ /I"? 12:8. jiumeChiemo e del fiume ài piomboiwn tutte ugualin dentane mente Acque fttllate fannointorbidarl*acque naturali32. H- Se in aajidt cri fiallo inalbano 39. Jicncon/èravate i e ^ S i^cqiia Jccjptadi' cam/ella fltUata fé Jìa,confer-vata'm.^ intorbida 57, di crijìalloj /« rz^ajì^t 't'afì nje^ :, ft tro a Accjuefluiate late in d' per infujlom acque iniorhid^no ma n^n tutte tro a/e pomb» Alcune 3 4. limpidagy. manne» y » di intorbidate 35. j t altre rifchiarar fm ejje d' acque per infwfione intorbida Jèmpre 34. 5". ruetra» piombo Acqua di melijja 3 5" ;, P. acque x di , d argento, in^ Jìillate Jalojia3 6". io. chiarar fa rij A^refìo Alcorano di bietola Adamando Adamo 55. 36*. a nyafìd' oro Acqua di paritariafìtllata df fld- l' acque intorbidate 3 5. 24.. Tr alitano 81.. Alejptndro di Diojcoride 116, A'momo Anacreonte- ^^ndr lor.. i lOi ornato 1 1 5. anitre negh occhi ferite Anitra del Cairo Antonio ^6, Dcufmojo 131. ^ t^^tcheleVinci T. c^ntorr T. Antonio Veira Smonto 14. Morera loi. i^potlodoro 8 1. Apollonio le. yp. 42. 80. \ io. 5(5". 5?8. il 4. . 119 del Araticàfruttò 54.'S "Brafil tany. figura Sua Araticù pana di tre 56' f^ezje 6". Araticà ape 5 7. " 16. lofio 6^. 130. IX 2» III. Arifiottle 15^ lop. ^rmadtglioe fue a^irtà 6j, 1 1 5. Afilepiadeno. Ar , ^y/'/^? 4. ^^« Cala fiat25.^ Ciucio 28. At^gerio ^i?//i? ^«r(?r ^^/ i/'yi? il. incantagioni B B£:r«^/^8^ vj^r^ì 151. ;\ tf\ .".\^ boccaccio 6^, ^ojardo103, ^crrichio , 'Branche della Trame forchi T/^^;'0/^ lor fabbrica e 55, Torpedine, 131. 'Brocards 106, ^Budellodella Torpedine e fua fabbrica 5i , Tuoi " e 113. loro 1 corna 14. fé mettalo » '' . le radicinel terreno # S 2 C4N 140 e lora pietre yj. CAimani, (Callimaco e i o i . 78. Caiy'iéra DaCarfania^vn^elenaticoW olia di calpaccoio, 12. £Ìtfcorjiioni affricani de la oja 125. Sua foglia tunj, 5. Cafcartlla le ràdici nel [è mettjxw CaJIrom e hro corna " » terreno Carlo Carlo 115, 114. Coja igi' 28. CIhJìo Carlo Adaonini £a"ual marino (fy. II^. 151. iz. 2. 6"^. €ebdofttafifi troad ne' nidi ddU a gliocchi 14^ gio'ue'-vole (^erafia 4, Cernei» e loro pietre 75. Cernei non nafcóndono il Cerfr^icafirati non Cernjiefémminenon mettono anno cornò le Cernji , e Cernete ^ e ' fi fia /v!^i^ ico, deffrp 11 corna i e corna ^on ferm-'ie femminemofirmfi rondini le i corna '2:» . 104, dt Sen.eri nelle medaglie " e di di Macrino : d' ElioJ^^Afsiìniano T"i Salomna: di ftfippo 105. Di 102. gahalo Di G alieno io 6". ?"-. 6 dt Ce fonia: Caigula, ydcti : de' Qoidoniati : degli icj» gliAgirimi GMiai di • De 142 tenere (^"rna al ceravo fé fem tagliate , [hotmorire Corna , fi nt^ iii. de' cerr^i fori irrigateda' canali fan- tenere £UÌ£KÌIII. Coma ntl de buoi terreno de e j 113. le radici caftrom fé mettano 114. Corrado Geftiero dy. Corte di Tofana 3. di Tofana fofmoTerzi} (Jrand^ùca 58. 5. 102. 105. Co fa 2S. a Crijlofano in Fifafannoiniorlidar t acqua Crifalli fMrtcatt di cannella jìtllata 57. in Roma in Parigi in Vene-Crifalli fabbricati " , zia;,e loro effeitt 37. 38. D del Rinocerontep8. DEnti Denti del fefcedonna de* caimani 77. d Denti de coccodrilli 6^, Denti Der-vipi de^ Turchi » Egitto77. e loro trufferia 23. 24. foperta 25. nellofìomaco uccelli come Digeflione degli » 84. rne ce- fifaccia 91. Diamanti nel uccelli^6. ventriglio degli Diajpro MS dì "Boemia- tkI ijentri^li" uccelli^6. IDiafpio de^li DiegoCheggio 12^. Dtofonds1 4. 47. 116". Dolor de' denti, e fuo rimedio 98*. Dolor colico e fm rimedio 44. y Rojptti 95^ Donato E 82 ELiano Elleboro non wfj^ nelleferite EftzfmoScales P. iE^m 84. Spiegato cirimonte nel ^ , t"//(? 85. ic8. coglierlo 46". le a'v-ve'ena i';^"7 46, io. "^/ Cappadocia 115, j£rii;t "P^y^ 126'. ^ri»^ Gmfèng ii6. intorno Efperienze aW acque flillate 3 r, jìnoaSj 57intorno Efpertenze me alle cojemedicinalifonfallacife 66, uccelli88. alla dige intorno degli filone Efperienzs 89. fino")j. intorno alla generatone io e. degtJnjetti Efperienze intorno alle corna Efpertenzs 57. Etéfihio ^ierembergio loi* Etirtpide de^ ceriJt 71, ^7. loi. 115. Ezechiele Sfammi9 105. FazJ9 14+ Vherti de^li FAzjo 104. Ferdinando Secondo Granduca di T^fcana3, Ferite occho depU de^li mente 1 uaellt gnaripom fpontanea- 4. L^ Fiele della Torpedine non produce impiaflrato torpidezza 51 ha n^irtù ^on , 5 contro dine la libi- I. File 84? della Trinità Filippo 78. Filippo 'l^t^afetta rP. Filenide Catanefe 1 1 ér8. e. FilibertoVernati 114. Finocchiodella (^hma1 1 9. Foghe di alberi con^'ertitein rondini 119, 150, Emandez^ 28.117. Franccfco ài Swuero 55. Antonio MalafpmaAdarcheje Francefco Francefco'Baccone Vcndamio 50, Tierni 103. Francefco Cammelli 102. Fraucnjc) des Hi"es ^^9» Francefco Francefco H^etrarca Francefco Vria 118, Ximenes Francefco Frecce di 102^ 6'], 71. 77. 120. 6q, Macajfar Fttfìmi"j6, Galeno 145 G GAfem Cfalli 5. 51. 75. t IO. I ri* elio di tah^cct) ammazjji'i fol'C 7. 8. ^* GéiHt morfidalle "i^ip€re 12. Gallme:, e cechi 14. galli d' India fmii negli Garofanodi Plinio da Orto 28. Garzja Gattimammoni Gemina 116, ano " e 6"5. 62. loro piet te jj. Aiontcmari pj. 6j, (jefnero Gutcoino Tonzio "]€. Gicvamh AtifaCheluz^ 12. GionanAtichele Wanslehio l'j» boccaccio 54. 84. (^iorvanni Gio-vanni Lem 6q. deLaefju Cratcne iii. Gtonjmni 105. 106'. Trijìano Gerardo V^fsio106, Gio'^anm S. Gioruanm Grififtomo 27. Gioruanm PagniiiS,de "Bamos i Giovanni 121. Lofez^Tigneiro Girolamo loj. ic8. ij^ Panhw 116. fine 'Barbati 112. Girolamo "Biffi 71. Giulio Cefar e Scaligero 104. uno /pieGitìcclareyche fi cacciattaneW angninagUa de da Porci G ornar a 26". 71. T grt^ 1^6 Gru 82. 87. dt che tertplepietre:, perchè in^hwttono e né" nojìn 85.86'.8 7. paefì fo comparifcono Ojfer^a- iltempo delia lorotenuta 87. punt'idmeme dt folel?iade Gru non fipafcono Tofcana 88. in Gront (Quando comparirono 1^, 55. 5(5.6'7.71. 76. 78* Guglielmo ^Fifone cAYa)Co 84. "Brttom 128. Guglielmo no Guanachi G unterò 9 e loro pietre 73. 104.. ri Hancùhan uccellodi del "Brajd 78. rapina I I'^^care "jj, VVareo Iacopo 152, Iguane71. sifahhrica dellerazjes dello InteR'tm cieco del pepe palombo;, loro fabbrica del coniglio e 5i frttzxplo htoìhidamentt deW acque naturali»e dellefiliate^ in 5 6, 3 I fino Ime e fua (linodella Torpedine» . , , . logM eremiti indiani d'i. 6^, Ippopotami 6"2, 6*5. 70. Lagé ? 147 L di n^ echino Lj£o Legno ài Soior Ltmone , e dt Laor e " £aYd.de' Leopoldo (ne mdLrarviglie129, e y Medici 51. arare fuofigofu rifchi 125. 102. l'accjue intorlidate 5 5, kanco, acido e amaro nel gozj^ degli uccelli Ltcjuor cnde paturifca 5,1. ^c^ i denti nelloJìomaco marine anno Locujìe ^i. Lorenz^ Magalotti 5p. » M Achina,j?ercamminar fopra /'acqua 127. Settata 6j. t^anjredi M Marcello P. iio. Empirico Martino Martini ìi6, tj^jatteo Campani io. tylJatteo Maria Medagliadi no ^ojardo103. Severo « di Giulia e 9 di M aerino» ^ Elio0 ahalo 102, , di Mifitmfa^ T"i Salonina, o no CaliguUe d: Ctpnia di G alief^'eleci, de' D aldiani degli Efefmt106. Degli de* Caufoniati inet degli Agir 105. dt Filippo 105. Di :, , ^ , :" P, Michele ^oim Aioisè Addtmomde tyìsonete 6 e, 6g, 27. duno nel ^'ent^iglio ajfrtcane T 2 Sttuz^iole 97. ?^/V^- Gng%rA Nksforo ?-7. des ^2. 6j.j6* Alejjmdrimiio^ uccelli Delle ^idi dc^lt 115. per ufo ddla Medtcma tondini della CoccmcinéC, e lara ruirtu 1 1(^. 115» 'Niccolò' Monar O Oche ferite negliocchi 14,. Olio di tabaccoanj^elena leferite f .40.42. 5^^»- dt tabacco e ijelemfo Prefiper 4 1 o£m olio qUAlfìfia Chi lo faccia bocca ammazjjtJ^i, ijelenofo 44. 45, . olio ài manétrle dolcipiù dell'ac^aarzsnte jo. gra-ue Olio d'elleboro e £ euforbia mtu^ tne^onelle ferite » e ruelenof^ 4^". Olao Torch t)vpiam Voìmio 2Z, 6^7.71. 75* pS. 9S". 120» 112. OJfa di pefe donna 6j, Ovidio 126. Otiedo ^7. 7 Di ca^val marino 6^", 70, le O'uaje della torpedine 52V p p Accio jinfiocff1 Tahi, € IO» loro fiftró 7Jo Palef- I50 Tlwoì^,^6.^j.51.75.81. 84.88. no. Tlutarco 16, polvere tonante 112.11(5' 84. 59. Torcellmo d' India,ferito dn Porco di fiume78. Pozii di fuocoii6, uno fcorpione 15. ii-j. R Moise RAhhi Radice di Maimonide 27. Lopez,'Tt^ueiroI21. Gto: D^//"j{ Mani q uè 112» fy. tanj, Di Caltimbe 125. Z"/"^"? Chèggio 121^ f(«-'6', 3. dell'America9J. K^^^;/ 1 4. /^; e corno 98.99. p/Zt? i giorni 8 7, dellafua 'tenuta OJjera^a Ruberto 'Bolle30. S 5. "jS. 'pjnnceronte ^ féoidenti , "]angue Rondine //". 5 Acerdoti di "Belo :, , :" i. e loro inganni 16. di natur,Efper.deWAccadJel Cimento31.35. Sai'gi ?Santonide'Turchie lortrufferia^comef aperta23.24,25. Sale^chefonfe/»' tntotlidare n^afdt criflailoyfa factjua dtcannellajstilatae l'acque filate a piombo ft 38,39, Salmafo47. Samuel Toctarto 83. 84. 85. , Sangue J5i di Sang'.ie S cev-vì 1 1 \, fi congela la fhl alt toglie fidine acqua marina affa f:affoncn 120. di Teocrito d'fefo 85. Scoltajìe da' ciarlatanily 12. Scorpioni affricani 99. ynangian Seribontà Largo iio,. d' Alnmda Scbafìiano 125. Gen-to 61, 60, capelluto Serpente Setole della coda degli 78. elefanti 60, 79. Stlio Italico ici\ Società B.ealedt Londra I Sofocle o I . Soldato:,che Soliniaio 114. ài fi njanta-va ejfer fatato19. da Ciarlatani inghiottito 20. 21, 16, o Solino Si. di Spirito 84. nyitrtuolo^6, ciechi 51. 82. 97. fmi due inteflim t acque di limone d agre[iofa rtfchiarar e S.rtizzsdo ^ Sn(fo 112. mi 0) e 5 hidate 55. T diri'erfc Pro^'incie^i. Sanale ferite fémplict ^2. i^mlefangutfughe, lucertole, le. lejtr^i 4 s In firnmazsia diacciato In 'vece di fer^iztale 44. mo 128. Taipe lago,e fuo mara'Z'iglic Tarahfi 88, fioolio7. TAhacco, e 40. 41. 42. Di C-» . : 15^ Tan^ 27^ Arcare Teofrdfto 47, Terenzio 47. Tertulliano 1 4, 84. 9?. Tommafì forndio uccelU de^li Topazimefsinel njentrigiiù Torpedine 47. fao ^54. V ^i()^ • de'lorfemi, taa^\ e foglie ÌorJì£,e VAìniglie 1 2. 5 . Fiacco Vderio 4 loi. deUà idiomi Ojjer-vano loro(venuta i ^2. feriti negli ^"j.Che di^entanpsfct occhigHAìifono 1 4. fpontmecimente J^ccelli tre 82. fconlepie inghiottì VeruUmio 3 o. e Vigogne» lor pietre 73* Vincenzio Sandrini 5. Vipera 4, (S*. 99. i"//^«a 1 5 Mangiatada* (Ciarlatani . // f4/5 c^^ mordendo rf^tr^ j amìnazsi 40^ mn F//^ Atd^orando 50. Vnghiede' ragnidi Pernamhmco 108, lod. Fi^/f;^ 107. f^ ^"^cchetre di n^etro Z acuto temperatein acqua i?4.95' p8. F I 98. ^ E.