ESPERIENZE
AT
N
E
ALI.
VR
PARTICOLARMENTE
CHE
CI
DA
COSE
DIVERSE
A
INTORNO
SON
A
PORTATE
QVELLE^
DALL'INDIE
REDI
FRANCESCO
SCRITTE
E
AL
IN
LETTERA
PADRE
REVERENDISSIMO
CHIRCHER
ATANASIO
SELl^
Aii
VNA
COMVsAGì^IU
NAVE.
Infegna
cijUa
DI
CIESf^.
MDCLXXI.
SIBI
SAPIENTIAiM
PROBANT,ET
RE
DVCVNTVR.
SED
MAIORVM
PVTANT
QVIA
AVT
ILEI
NOMINANTVR
DESIP
POSSE,
8.
EOS
HOC
FALLIT,
POSITO.NOM
VT
AVI
IPSI
PLVS
VOCANTVRs
MINORES
VERINI,
Lattaio
MO.
PECVDVM
NOMINE
FIERI
SAPIANT,
MAIORVM
ALIIS
AB
QVOD
€ap,
INVENTA
IVOICIO
VLLO
QVISINE
ADIMVNT,
MAIORES
QVIA
lik
Di"^in.
s.
Injlit,
DeVs
nobis
kecit;
ocia
haec
^
—
Namqve
Devs
ille
erit
mìki
:
semper
aram
iLLirs
Saepe
ovi'libvs
nostris
tener
agnvs
imbvet
ab
5
Ille
boves
errare
meas
vt
cernis
ipsvm
et
,
y
LVDEREj
QVAE
VELLEìM^
calamo
PERMISIT
AGRESTI.
m
REVERENDISSIMO
PADRE.
che
'ONORE
mi
avere
5
da
ficcome
tere
sì
fpcrato, coimprovvifo
ftato
mai
arrivandomi
?
ha
mi'
ancorché
ed
quelle
di
della
e
io
fieno
creda, che
non
figliuole
bensì
ma
d^
1' animo
della
vofi:ra
gentilezza,la quale
voftra
intenzione
un'amorevole
di
ha
darmi
a
profeguiprender cuore
fcrìvere
nello
quelle naturali olfervazioni
te
efperienze che negli anni^ addietro ho fated
alla giornata
paifatempo, vo
per mìo
animo,
re
alcuno*
"
contentezza;
,
mio
forfè
avuta
date
mi
,
merito
bontà,
che
lodi
ripieno
indicibile
una
noa
me
"
era
Ict-
voftre
d' inviarmi
fatto
e
di
farmi
,
ed
,
5
facendo
mente
,
;
mi
contuttociò
vi
confeffo
che
(
'olce-
,
folleticano
e
,
A
mi
lufingano;e
mo-.
ftrerrei
^ATVRaLI
ESTERIE^ZE
2
firerrei d' dlcr
privodd
bene dell'Intelletto,
d'effcre un
ruvidiffimo,
e
quaiì
per Io meno
infenfibileStoico; fé
o
lodi
queHe
ftrOj ciò è
tante
opre
Io
a
famofe
ne
ve
vengono
dire da un'uomo
buon
rendo
fé
le debite
per
fape^i
renderci di
grazie ficcome ve
che so, e
quellapiccolaparticella
cuore
vo-
.
e
ne
ve
,
par
IpdatOje
obbligato
i
paroleaccomodate
trovar
un
rinomi nadlTmio
refto
foffero
mi
da
mi
che
,
non
gratiiTime
ne
,
y
glio
va-
darmi
per Tavvifo, che vi è piaciuto
fatte in Roma,
delle due falutifcreefperienze
,
da
una
Voi
in
Cane
un
V altra dal
,
Macinini in un'uomo
che nata
nella tefla d' un
serpente indiano , dicono
Carlo
con
Signor
Pietra
quella
,
velenofiiEmo
certo
,
fia fomma
che
,
ed infallibilemedicina alle morfure
pofìenre,
di tutti quantiglianimali velenofi
Ma perchè
ben che giammainon jìpizia
Io *ueggio
.ì^ojhointellettofé l *v€r non lo tliullra
e
perchè so ancora
quanto dalla candidezza
,
»
\
dell'animo voftro
y
amata
fia la faldezza , ed il
ardire di
mi prenderò
queftovero
dirvi,che fon già alcuni anni,che ho cognizione
di quellapietra
5 e delle fuc virtù ia
bello di
,
diverfitempi ho fatto molti
CQn
50 de*quali
qui appreffo
1'efiefperimenti,
m^
ogni fincerità
tendo
FRA9rC£SC0
DI
tendo
di raccontarvi
miei medefimi
vedere
.
r onore
da
tutte
to
fatpiù"e pii volte mi anno
il
Ne
v'ingombridi maraviglia
di fcrvire in
partidel
le
gliocchi
che
da Voi
5
ho
uomini, che
que'grand'
cercando
,
è
io n* abbia
noto,
Mondo
i loro
con
tutti
corrono
pellegnnag^
di virtù-
portandomerci
e
quando vi arrivano
benigneaccolti che
che
Corte, alla quale
una
e
così
j
cognizione perchè vi
avuta
de 5
fecondo
,
d' altronde che
(entire , che
gi van
R£DK
fon
,
maniere
con
di
nella Città
renze
Fi-
,
gli antichi
confcfTano cfler rinati
deli-
duca
de'Feaci,e nel Serenifs.GranGofimo
Terzo, e neglialtri SereniiTimi
del Re
la reale cortefiiTimaaifabilità
Principi
ziofiflimiOrti
Alcinoo
i
Vi dico
fui terminar
che
dell*inverno
di
Corte
Tofrana^
di Pila, tre
del venerabile ordine di San Francefco
allora fi
Padri
1661,
ritornati dall'Indie
,
capitaronoalla
orientali
fin nell'anno
dunque,che
alle
tratteneva
cacce
volgarmentedetti Zoccolanti i qualida que*
ebbero
paefiavendo portate molte cunoliià
„
,
r
di farle vedere
onore
Terdinando
e
d'alcune
Secondo
di
,
al Serenifs. Granduca
eterna
fra r altre fecero
Pietre
,
che
moria;
megloriofa
pompofa moftra
,^ e
appunto,
A
z
come
Voi
mi
feri-
NATFRALÌ
EST"£RlEfJZE
4
fcrivetc
di
capo
da Orca
trovarfi nel
affermavano
5
da'
chiamati
e
da
serpentidefcritti
certi
Garzia
,
de
Cohras
Porcughefi
Cahelo ;
nelle
e
quanto V Indoftan ,
due vaftiffime Penifole di
di la dai
qua , e
nel Regno di
Gange , ma
particularmcnte
che
e
in
tutto
fervivano
cfperimento,
d' antidoto
poftc fui morfo delle
delle cerafte,e di tutti
vipere degliafpidi,
le
che o co' morfi
con
o
gli altri animali
Quam-sy, con
provato
ficuriflìmo
,
,
,
avvelenano
punture
tale
tia
di
che
a
tanta
e
,
e
E
così
quelle pietrecol
fi accollavano
dicevano
che
tutto
;
1
tre
al-
più che
la fimpa-
che
veleno
,
fubito,
alla ferita, fi
a
appiccavano
guifadi piccole
fino
fi fiaccavano
non
e
con
ài
miracolofa
quellatcnaciffimamente
coppette
rite
quante le fe-
tutte
frecce,o,
con
avvelenate:
armi
fu
e
fatte,o,
ancora
era
5
veleno fucciato
a
tanto
,
avcffcro ; ed
non
cadevano
allora,da fé niedefime fl:accandofi5
a
terra
lafciando 1'animale fano
,
mortifera
malizia 5 che
e
libero dalla
l'opprimeva
5 quindi
per
purgarledall'imbevuta velenofità affermavano
,
quc' buon
latte
munto
in molle
Padri
di
fino
3
,
effer neccffario lavarle col
frefco^ed
in
tanto, che
tutto
quellotenerle
1 veleno ri»
iJ quale^'
avcfferonello ft^flp
latte
yomitj^to
j
ì"ì F'RAÌstCSSCO
di bianco che è
gialloed
fra '1
MDI.
5
diventa d' un certo
colore
il verde : Ed acciocché di
,
quefto racconto
più pronta fede lor
fofle data, fi offerirono francamente di farne
tante
prove , quante a' più curiofi , e men
creduli foflero per eflere a piacere
5 rendendofi certi
che da qucflei Medici avrebbon
tutto
,
toccato
con
Galeno
,
mano
che
dille menzogna
non
quando nel- cap.
delie faculr. natur.
del
14.
fcriflc, che
fi
primo
trovano
lib.
cuni
al-
qualiattraggono il vele*
ra
in quellafte(Ta guifiiche la calamita tidare all'opra
il ferro. Senza
gio
alcuno indumedicamenti,
no
,
i
,
fu incontanente
di
diligenza
ordinato
,
che
fofle ufata
delle
Vipere: ed in quefto
il SignorVincenzio
mentre
Sandrini,uno
della Spezieria
del
degliefpertifllmi
operatori
trovar
Sereniflimo Granduca
avendo
più diligente
niente
quellepietre glifovvennc
riguardate
di tenerne
già lungo tempo alcune in cuftO"*'
ed avendole trovate
moftratc a que*
dia
e
che quelleerano
del-'
confeflarono,
Religiofi,
delle loro, e che forfè,
la ftefla generazione
,
,
5
anzi fcnza forfè , avrebbono
avute
le virtùi
medefimc.
Io
di
di color
queftcpietrene ho molte , e Covi
fimilQ a, quellodel paragone,
ncrg
lifce,
^
NATFRALI
ESTER/E^ZE
e luftre come
lifcc,
da
anno
alcune r anno
nere
,
rnezzo
e
anno
una
da
fé avcflero la vernice;alcune
macchia
bigia
;
parte una
due lebande 5 altrefon tutte
fenza macchia veruna
; ed altrenel
un
tutte
certo
bianco
colore
ed all'intorno fon cìnte (V
mavì
un
fudicio,
fcolorito:
La
me
maggior parte fon di figura
per appunto coquelladelle lenti,ve ne fono però alcune
le maggiori,che io
e delle prime'?
bislunghe;
abbia vedute
fon larghequanto un groiTo,
e
le minoii di poco non
arrivano alla grandezza
d'un quattrino.Ma grandi,o piccole
che elle
fieno,poco variano fra di loro nel pefo,
un
perchèle maggioriper Io più non paflano
danaio e diciotto grani e le minori pefano
danaio e fei grani : A quefti
un
giorniperò
ho veduta e provata una
che pefafei grane
ni
più d'un quarto d' oncia, ed è largapoco
più di un te itone ; ed acciocché Voi pofTute
delle mie con
la voftra,
confrontare la figura
nella Tav.
mando qui alcune difegnate
ne
ve
,
,
,
Prima
.
Non
fu la fortuna punto
favorevole a'
deuder/; imperocchéper
che fuor del folitomolto
cominciato
per ancora
ftior^da que^faflr
tra'
»
era
la
muni
co-
ftagione
,
fredda,non
do
aven-
le
Viperea fcappar
qualitutto T inverno
danno
FRANCESCO
DI
flanno
non
che
ne
acquattate 5
fc ne trovafle
REVL
fu
7
poffibile
per allora,
la quale foP.
una
pure
,
Te il cafo per quella
faccenda 5 che far fivolea:
fu determinato,
Laonde
che il giornofeguen^
fi metteffe la virtù delle
te
altri veleni,ed
con
molti
no
pietreal cimentp
queftofine fi radunaroV'
de* pilisavi, e de' più accreditati Fi^'^
a
Medici dello Studio di Fifa, defidce
lofofi,
rofi di veder per opra ciò che queiPadri con
,
paroledavano
ad intendere.
Tra' veleni
che
,
eleifero coftoro
dell'Olio
infufi nelle ferite ammazzano,
potentìifimo
lo
quel-
come
del Tabacco
ed
infilatoun' ago
unfero il refe per
addoppiato,
,
refe bianco
con
di quattro dita a traucrio^ quinlunghezza
di
con
pungendo la cofcia d'un galletto
queir
il refe inzuppato di olio,
ago, fecero paflarvi
di que'Religiofi
fubito da uno
fu poftafo«di quellefue pie-»
una
pra la ferita fanguinofa
conforme
che era ftato predetto,
tre, la quale,
la
e
vi fi
ciò non
ma
oftante,
appiccòtenacemente,
che fu lo fpazio
di un'ottavo
d'ora,il
paflato
cafcò morto,
del che que*
re*»
galletto
Religioli
ftarono così pienidi maraviglia.
Qome chi mai co fa incrcdtbil'videi
Ma
ti
,
ne
conteiC
tenendofi per ancora
ne
anii nella lo;© credenza
appagati
j
non
È
NATF'RAU
£SPERI£^ZE
eoi medefimo
oftinatifliml
^
col olio
,
refe ,
di
unto
vo
nuo-
di lor
avvelenarono
no
propriamache come.il
galletto,
la ferita di un'altro
brcviffimo tempo morì
nulla avendogli
,
virtù della pietra
il
giovato le predicate
,
primo in
che
sì
nuovo
,
sì ftrano
e
loro parve
a
che
,
efpeiienzala
che molte altre il giorqualefu poi cagione,
no
Te ne faceflero impcrGÌocchè
do
avenfeguente
dentro alla cofcia de (ha del
fatto paffar
ftciforefe col qualeera
terzo
quello
galletto
vollero
tentare
la
anco
terza
,
;
,
flato avvelenato
e
in opra la pietra,
Ron
di futura morte
ma
,
,
ir
il fecondo
morto
folo ei
la feconda volta
e
diede
non
meila
fcgno
di
lattia
maprcfente
rirlo
giudicato
opportuno fe-
ne
perchèfu
,
anco
con
una
fotto
lancetta
il
Tala deftra 5 e fu la feritache fanguinava
di olio di tabacco ,
ftillaronoalcune gocciole
fi
fubito appiccatavi
non
e
foprauna pietra
,
potè conofcere
minimo
,
che il veleno
gliavelie
tato
por-
detrimento
Solamente travaghò molto, e parve che aveffemolto male,
fcia
dopoché per la terza volta fu punto nella cofiniilracoli'ago infilatodi refe intinto',e
bene inzuppato
in quelmortaliflimo olio,ma
un
con
,
pQch'ore palfaronoche ei
nel folito e priftino
fuo vigore e
,
tutto
ciò
tornò
ri-
,
,
mattina
la
REDI.
FRAJ^CESCO
DI
9
de
faltellando e cantando,diefcguente,
divedere,che era più volonterofo di ci-
mattina
a
barfi
,
di morire.
che
,
legrez
grand'alquelloavvenimento pr^jfero
i fautori delle pietre,
e sì
e piacere
tutti che baldanzofamenanimo
riprefero
Di
,
ne
,
'^tc, con
iftantiflimafollccitudine addiinanda-
e
rono
foflero
che
,
diverfe forte
fatte
5 il
con
portatialtri
animah
,
e
di
che eiltndo flato
la loro
rono
fucfcguito,
moltiffime cfpe^
morte
rarono
rienze,le qualitutte evidentilfimamente dichiavalore
che quelle
avcano
pietrenon
"
j
ne
virtù alcuna
medicinale
contro
al velenofo
perchènon di rado a
ran^polioa pie del vero
guifadi rigogliofo
uol pullulare
che
il dubbio 5 quindiavvenne
di tabacco
olio
Ma
.
,
alcuni dubitarono
,
fé per
(li animali foflero morti
avventura
non
per
tutti que-
di
mancanza
piuttoRoper eflere ftada banda a banda
le membra
loro paffate
te
avendo
la ferita
coir ago
e
per confcguente
T aver' appiccato
due bocche ^ neccffario era
due pietre e non
una
come
femprefi era
fatto ; ma
fu tolta via ben tofto queftadifficultà dalla morte
di alcuni galli
in prima
piagati
e
pofciafovrenuti e medicati con due
pietre
virtiì nelle
pietre
,
ma
5
»
,
,
,
.
.
B
Non
è da dimenticare
Non
do
ftati feriti in
ftelTa parte
ftcflb
uno
,
capponi ed
pietre ed all'altrono
,
3
giuoco
minuti
e
5
credere
,
altre volte in diverfi
in diverfi altri animaletti
forfè
e
:
quellodelle pietremorì
prima dell' altro e quefto
y
alcune
avvenne
uccelli
nella
,
ugual grandezza
effendofi ad uno
le
applicate
due
alcuni
momento
efifen-
ferita di
con
,
il dirvi, che
fuor
farebbe
non
di
quadrupe-
di
ragione il
dalle
pietre le bocche
della ferita e proibitoa quellail far fangue,
col far fangue V ufcita di qualcheparticele
la
y
,
ferrate
che
,
di veleno
il dovere
era
,
la
piùpreftamente
morte
,
che
fegiiiff
ne
,
molte,efimiliprove ho fatte vedere
in altri tempi a moltifTimi Valentuomini
tra*
qualipotreinominarvi alcuni Padri della voftra
venerabiliifnna Compagnia di Giesù, ed in parAltre
,
ticulare il P. Antonio
famofifsimo
Veira
Porrughefe il Padre
cator
Adamo
Predi-
Adamando
5
di
profeffore
celebre
Erafno
Vinci
Scales
Lettori
5
dì
ed
il Padre
Matcrrlarica
5
il Padre
Teologia
"
Anton
e
Michele
di Filofona
nei
gnor
CollegioFiorentino, e finalmente il SiMatteo
Campani Virtuofo molto ben co-
voftro
nofciuto
da
tutti i Letterati del Mondo
le
pel-
fue nobiliffime,
ed utihfllmeinvenzioni.
Niente^
KEVL
FR/meECSO
DI
Niente, o poco infino
a
alle
i i
quiprovato avrei
deli^ pietre
le
con
doti
mcnzcgnere
fole efpericnze
dell'olio del tabacco
contro
avefll ancora
da
delle vipere non
follievo;€ molti
morii
giovamento,ne
no
al mio
non
ch"i
potervifoggiugncre,
i mortiferi
a
s'io
,
dire
vera
tano
por-
polFo*
viva tcftimonian/a
e
co
an-
dere
ren-
voftra
Padre pur della
un
patticLilarmente
venerabiliffiniaCompagnia, chiamato il
Padre
Matracci,uomo
e
5
favìo molto,
fé dcir Indie
e
delle co-
pratico e fagace in prcfenza
del qualeda quegliadirati serpentelli
furono
morfi
molti
morte,
non
rimedio
di
,
animali, che
avendo
nelle
buon
Padre
vendo
tate
,
da
io
ne
di
ho
a
alcuno, ne
quellepietremcdefìme,,
fede in
Ed
:
m.fli
aiuto
trovato
guarirein
qualimoltillima
avea
tutti furono
queltempo
mentre
ora
nuovo
con
quel
vi ilo fcri-
viperepor.
nelle noftre convicine
pigliate
te
collinette,ne ho, dico, piùe piùvolmi
fatte,e reiterate Tefperienze,
per renderpiù certo di quello che già mi era cer-
Napoli
,
e
,
tiffimo
«
nove
di
E
tra
Maggio
fovvicne che
1'altre mi
alla
prefenzadi
dottiffiinifeci mordere
il dì
-moici uomini
da
quatti^ vìpere
che medicati coti quaitro
quattro piccioni
,
pietremorirono dicci minuti dopo, che luroB
2
no
^JTVRaLI
ESI^ERIBJ^ZE
12
il fimile
ed
a
quafiavvenne
de'quali
cafcaron moraltri galletti,
tre
ti
quattr'
nello fpaziodi venti minuti
o
poco più;
avvelenati
no
;
,
il quarto, che fchiamazzando,
e dibattenmorì
dofi 5 erafi fatta fìaccar la pietra
non
,
ma
fé
ore
cinqu*
paffate
non
tante
prove,
mie
fidandomi
non
pietrene
5
di
E
.
di
più dopo
le
io della bontà del-
quelledel
Serenifs.Granduca
mi(i in opera un* altra del Signor
celebre pròGiovambatifta
Cheluzzi
ne
,
Dottor
natagli
feflbre di Medicina nella Città di Firenze , doda un Padre Domenicano
dall'Indie;
tornato
ma
anco
queftala trovai, come
tutte
V altre, poviera , anzi mendica di ogni
pere,
virtù contro
il veleno delle vie
proprietà
,
quante
ni
•
e
contro
Io
aveva
fte bcftiuole,
affricaquellodeglifcorpioni
ricevuto di frefco molte ài quefatte venire di Tunifi,e da me
intorni dU^
già defcritte nelle mie ^fperìenxe
gno
Onde nel mefe di Giu:
degli
generazione
infetti
,
feci pugnere a quattro di efì'cquattro
terraiuoli nella parte più carnofa del
piccioni
loro il rimedio
applicai
pofcia
ad onta
delle qualimorirono
pietre,
petto
tutti
un
delle
,
a
i
cioni
pic-
quattro nel tempo d'un ora ; ma
dopo che fu ferito e medicato,
cappone,
fett'ore a morire
indugiò
j
e
diciotto
ne
dugiò
in-
che
e
non
WATFRJLf
ESPEKIE'^ZE
14
fono fiate olTervate;
per lo più da me
faranno forfè difa^ciradevoli,
ancorché
fieno per eflcr dette rozzamente
ordine , ed alla rinfufa , e con
verchiamente
fenz'
quafi
fodigreffioni
e
mtikiplicate
.
fon certuni
Vi
tengon
,
che
5
Rondini
^
e
che
libro de
cxc^ca^erit
fua
e
da
,
fu
il che
Tertuniano
^
nel
cora
an-
fine del
,
fi
i'ios rurfusoculare de
de' Rondinini
pure la guarigione
deglialtri volarih', non è cagionata
e
;
nidi delle Biondini ,
(ènza
che
ma
aiuto
di
potràeffer manifcfto
ad
e
cerati
la-
p^fìitentia
dicendo, Hirando
,
dalla Celidonia
5
tempi
gliocchi
curano
Rondinini
fullos rwvit
chelidoniay
5
effa
con
confermato
fuo
fin ne' noftri
della Storia naturale,quando fc it
i'erba Celidonia
dalie
fa trovata
guadi de'
e
5
che
condo
per veridico Diofcori^e nel libro fePh'nio nel libro ottavo, e nel vene
refimoterzo
fero
,
non
fi
ben
sì dalla fola
trova
mai
medicamento
,
ne'
tura
na-
come
ogniuno che voglia
curiofità dì forar gentilmente
o
aver
con
ago
lancetta da cavar
le
o
con
fangue gliocchi alRondini
a
o
qual fi fia altro uccello
,
,
,
,
.
fatta la prova ne' colombi , nelle
d'nell'oche , nell'anitre , e ne' galli
galline
,
Io
n' ho
ludia
,
9
veduti fpontancamentc
avendogli
gua-
rire
rire in
di
meno
che
UEDI.
FRANCESCO
DI
è
ore
ventiquattr'
,
15
mi
fon'
Cel-
il detto di Cornelio
verace
corto
ac-
interdum fi
n/ero
^xtrinfecuf
in eo fiiffundatu
iEius oculttm Uedity^t funguis
njel columL-e?
^thil commodtm e fi qitam fanguine
fo nel fedo
libro
»
palumtì a^el
finecaufAfit cttm
hirtindmistnimgere : decine id
harum aaes
Uja:"
exiri*ifìcws
interpcfico
tempore
in
*uel
y
»
"
knimequehirundinis
.
jìatumredeato
antiqmtm
hais fabula
Vnde ettam
ce-
id ho ha cheli"
aut
e fi
atit per parentes
jacltis
forfè
donia reflituiquod per fé fanefat
E
Ariftotile nel
da
Cornelio
Celfo V iiiìparò
deglianimali ,
quarto libro della generazione
9
^
.
,
e
nel fello della Storia
dare
I Ciarlatani per
ed
.
vedere
a
la potenza
il valore de' loro antidoti ,
mangiano
vono
glifcorpionie i capi delle vipere e fi bedelle m.edcfime i fieli onde il femplice
volgo che non fa che gii fcorpionie le
fon velenofe
non
dendogli
vevipere mangiate non
5
,
,
5
5
,
,
,
ne
morire,
ne
da
malattia eiferefo-
prapprefiva immaginandofiil tutto eflere
efletto di quegliantidoti : effetto de' quali
crede fimilmente allora quando fi fan mordedalle viperefenza che ne ricevano danno ^
le
5
,
ina
ciò avviene
anno
dere
perchèavanti del farfimorbcftiuole i denti ^
a quelle
tagliato
e
J.Ì-
ERI Eri
EST
iS
IsTATìrRAL!
Z E
ben bene la tocca, il palato,e la
ripulita
gola, e lacerace quelleguaine de' denti,nelle qualilìagna
che è
certo
un
liquorgiallo,
il veleno della vipera
Altri,per far l'ifteffé prove inghiottifcono
fenza molto perìcolo
e
.
il folimato
,
r arfenico
,
e
fimilicorrofivi;
ma
prima d|inghiottirgli
foglionofconciamentc
,
colmare
dello ftomaco
il lacco
di
ni
macchero-
condici con
paftuQii
grandiflima
'di burro
e
quantità
pofciaappena prcfoil
corrofivo proccurano con ogni preftezza
di rigettar
,
e
d' altri
,
Più
del vomito
per mezzo
fottile è
r
r afluzia di coloro
inganno,
di fuehi d' erbe
e
iftrani,
la
che
,
o
,
.
e
più fcaltrita
za
fora
promettono
,
fculti con
di fiidilli
conofciuti caratteri , rendere
non
pelle
,
le carni così dure
e
che
,
trui
alnoa
falfate da
ro,
ferqualfifia
di moda quaiftfia
e
o
colpo di piftola,
finmolto d^ffimil promefla
fchetto; Vna non
effer rotte,
poflano
fe
a
già1* Ariofto
Rodomonte
o
che
,
.
jflo notiziad
erhét»e l'ho ceduta
un
V'enendo; 0
fids've tra-varne
£he hollitscon
%Ai
S
facefle la catta Ifabclla
un
elUra
«
e
con
apprejjo,
ruta
di ciprejjò»
fuocoM legna
framani
inmantf indi premuta
J^anda
IDI FRANCESCO
AlaniA
Tre
un
REDI.
17
eh ihi/ì
l?a£f^a
liquor,
d'ejjo
ticorpo , in tal modo l indura
fZfolte
3
che dd
t a^^cura,
e dalfuoco
jerro,
menti
perchè così fatte medicine ed incantaper Io più dalle fate fi manipolavano
5
ventura
quindiè che coloro i qualiquella
vano
aveE
,
incontrata di
feriti,
poter rimaner
non
detti fatati,
qualiappunto negliantichi,
ne' moderni
tofcani romanzi
cCfavoieegiafi
erano
e
lerc
flati Ferraù
ed
Orlando
5
vole
fa-
nelle
e
greche e latine Achille , Cigno , e
tra' popoliorientali
Ccneo
5 ed
oggi ancora
bi
va
vagando cosi fatta fuperdizione
^ ed io ebdel SignorGio: iMichcle VVant
per mano
lebio Erfurtefe
quando tornò d' Egitto un
nel quale fono
libretto in lingua arabica
vanità ; e 1 uiT alfcritte qucftee fomiglianti
tro
libro in linguaabiffina n* ho vcduro tra
alcuni manufcritti Siriaci Arabici
hg'zi e
Caldei appreilb
il ScreniffniiO Granduca
mio
ed ingcgnofa co^
Signore Sottile in vero
ho detto
è V aftuzia di quei rr^f^a^or:"
me
che promettono
quelle e fimih bajc dalle
è ilato ingannato; onde mi
qualipilid' uno
cade ora
di racnell'animo
contarvi
improrvifamente
,
,
,
"
,
.
,
,
,
,
,
,
,
,
,
dove
confiiìa la fraude
megliodimoftrarla
5
ve
C
ne
e
ter
per podito brevemente
;
una
ESTERìE'nZB
t8
una
flATrRÀLI
iftorietta , la quale'
voi udirete
piacevole
Degna di rifa e di compafsione
,
fono
Eglinon
in Firenze
un'
molti anni
ancora
di la da' monti
abitava ,
onorato
favellando
Granduca
che
paffati
nuto
ve-
,
nel fuo meftierc
Coftui
,
forfè ancor' abita
e
uomo
to
valente mol-
e
,
di fabbricare
Orologi:
giorno col Serenillimo
un
fi lafciò
di bocca di conofcappar
fcere nel fuo paefemolt' uomini
i qualiper
virtÌ4o di parole o d* erbe o di pietreavca,
,
no
la lor
,
propriapelletemperata
d' archibufo 3
piftolae
^
cofa udita dire
ciò
e
a
botta di
narrava
non
da infinite prove
e
riprovefatta manifeftifTimaagliocchi fuoi
alcuni de' circoftanti a così vaSogghignarono
na
come
,
ma
T
e guardando
propofta
5
dolcezza di
verfo T altro ,
un
fra fé mcdefimi
cominciarono
quel buon'
uomo
a
5
ridere della
che dava fede
ed a quefti
queftefimplicità
di remanzt
e fole
Sognid' infirmi:,
S* accorfe egliben tofto
che non
folo
a
.
,
,
?
fede
preftato
non
ma
quanto detto avea
,
che di piùtacitamente ne veniva beffato 5 onde
fcorno grandiffimo
a
bottand
reputandofelobor-
era
a
5
5
denti
,
varranno
con
,
e
un
brontolando
certo
un
non
naturai fuo
ia breve
diife
"
fo che fra'
piglio
,
ri*
fchet-.
glifchernitori
^liti,
FR^mcESCo
DI
aiti
la
riprovata
e
,
Redi,
tp
loro incredulità: Ne
che fece venire
tempo
,
foldato
che fi vantava
in Italia un
,
di
palilo.
Tue
a
guarì
fpcfc
d' eircr fatato
ed
o
( come
impenetrabile
volgarmente
dicono ) fi gloriava
d' elfcr* indurito
e
,
lo
,
che icnza
ghiacciato e
,
fi farebbe pollo
timore
a
qualfifia
piùbrava y e p ù
per bcrfaL^ho
orribil falva di mofchettate ; e tanto
inftaare-
domandò
mente
e
folle fatta la frova,
che
e
importunità
perfeveranza
,
tanta
con
che
5
ne
alla per fine fu efaudito 5 ed
fronte
rando il pericolo,con
nulla
egli
,
ficura
e
cu.
di petColla
offerfc il petto ignudoa Carlo
del Scrcnillimo Granduca
aiutantedi camera
tofa
5
ed altieramente
lo follecitava che
,
diritturadi
,
la
alfparaife
quellouna piftola c-lieteneva
fine ; e giàflava il Cofla
in mano
per quello
pietàdi
per compiacergliquando la gencrofa
che pigliaile
volle
la mira
alla
S. A. S. non
il mibensì
nor
volta del petto
ma
per fargli
,
,
5
,
,
male
che fofTe
pcflibilela
drizzale
,
fo la parte p:n carnofa delle nariche , le
la furono ambedue
dalla botta della piilc
traverfo
da
psflate
quel valente
col
danno
banda
foldato fenza
ne
la vergogna
fé n'andò
piedidella brigata,
e
con
C
banda
a
2
;
pur due
,
ver-
quali
jxt
laonde
addio,
fcampandofra
tutto
imbrodolato
lato di faneue
buon
macKio
fufo sì
4iia
che mai
5
duro
fcttimane
due
^ATFRàLI
ESTERIE^ZE
5 0
farfimedicare
a
,
il noftro
d'Orologi rcftò per allora conperò in fu la fua oftiiiazionc più
lì fcorfe
;
di
ritornò
,
akri foldati ,
della
ed
uno
furono
che
alcune
compagnia di
de' qualiera alabardiere
in
nuovo
guardiaa piede
T altro
e
,
corazza
della s^uiuóìà
a cauallojll
primo diceva di effcre
il fatato
5
ilghiacciato
; il fecondo
o
il ciurmatore
che
,
Moftrava
fatta
d' eilere
la fatatura
avea
.
l'alabardiere la deftra Tua cofcia fognata
fermav
che afcinquelivide ammaccature
ftate imprefle
da cinque colpi
eilergli
fcaricata in diftanza conveniente
di piftola
dalla corazza
alla prefenzadi alcuni teftimoni 5 i qualinon
folo confermavano
il tut*
di veduta
di loro più bonario
ma
to
uno
,
di
,
,
deglialtri
5
e
più dolce
la verità del fatto
doppie, e
e
trovato
anco
n* aveiTe voluto
,
ne
9
iìne di
a
perfuadcre
fece fcommeffa
trovò
ticinque
ven-
fubito il rifcontro^-
V avrebbe
giocare,
di
fé
e
maggior fomma
la perdeva fcnza
riimperocchévenendofi alla prova
mafe il povero
ed ingannato
alabardiere con
le natiche malamente
ferite dal colpo di un
piccoloarchibufo ; il che veduto dallo fcal-
fallo
;
,
trito sfacciatiflìmo
ciurmatore
volle cìautamenre
"ì^rATrRALF
ESPERIENZE
%i
al dottiflìmo Olao
Bordi,
Borrichio fanio-
o
neirVnivcrfità "li Coppenaghcn,
profeflbre
eglidi buona vogliaconcorrendo nella
ib
ed
compiacque per confermar*
fatto
la , di participarmi
uà' altro efperimento
del Re di Danimarca
nella corte
e fon quefl'
mi
effe le fue parole cbe in un
viglietto
fcriffe
Danu
(^ ^orrvriegt
Seremfsimus
in ea tngenij
Rex
(^/ Sfiritus
magnttudwe ut
naturahmn
re rum
ejì
Jìudiofus
-opftdu
pene onmuim
ira
accrrimus
•(d/'caufarumearumdem
indagator
fentenza
mia
fi
,
,
,
^
?
»
»
,
^
fion
in
raro
€orpora human
inimunia
Jecancatam iììam ratìonem indurando
a
ut
3
ab iettiglobi
plumbei(gr
,
fint folliate
inq^Mf-itt
cognituru
tot miliianH?n hominum
roero
ne
T'oconfentirent
a
tot indurfirn- tira
"es
pienoorc^
quihus
exempla
cnarrahantur; cxjeterum expertustandem €fì cv^od
diu mente
ante
aftima-veratomnia illa fdalis
Et ii(etqua^do-^
re anidra :
(^ fìcttlis
genisejjè
in tei confrmationem
(jaidam
4^ue ad €^xperi?nenta
ad rem
n.^entum
ejì:,
effro'vocarentubi tamen
(§?'exceptiunculis
(jmbufdam
in^ptisprormffiigijs
forumfìuhitiam
i^;« (^ noaperteprodiderunt
bilisaie in Septentrione
Silltvfs
JPt^arftli
ne^otiator
ìà rei neritatem ad ungmm
(^ :egi
fciret:,
fuofi^
lufsit
^ nojintm
fpargi
gnifcaret
per 'i.niuerfum
fi millefuta0" inimimm exercitum pfofmffe
fem
"
,
»
^
"
^
,
.
"
,
tos
Dì
Redi.
FKAncESco
ifteius
23
fé^^e^
ccjfmosfjui
ufumfme frat^de
indmatum adnjerfus
tciiis
re
(g^fcloprttm
fermm:,
illtm cupidum
uiy dia nemo
fé fecuni^e
oflenderet
dicAfvk tandem unus
(^ alterffelucri gr «xv^caratlerihus
circa collmn dijfofti
nis nefcio
quihns
in fi experimenta
armati
pro'vecarttnt fucceijt
induratorurrL^
uti Alarflius
minus profperonam
mribti"icultro fho immineret iam ahfctjjuro
fmilti
ttentium
enim fi "vittetemeraria pro-mi
( parciturum
mnuel?at ) fz;an( oflentatares
ne
ea
quidempanc^
cultriattaBum firehant
carmini^
pr^texcntesaures
hi*sarmari nequijjje
fidreliquum
corpas nec uèubi ad c^teras
rò
partes dei'ent^m fujìinHert
teiUS
fidpudendafugactiltro
fi ftikraxertmt
ribalda è
Baratteria di qiiedano»
nien
o
quella che ufano i Santoni
Dervigide
tender
allora quando vogliondare ad inTurchi
modo
facile profaizzadi faperc
con
re
qualdi due eferciticonTbattenti fia per x'u
vittdriofo
Rianer
Provveggano quegPingatitffS*
,
s
o
.
"
»
"
,
,
.,
,
3
j
•
5
,
5
.
natoti quattro frecce
di effe r una
con
ftrate
a
due
a
due
ed incaftrano le
,
1' altra 5 e così incale diftendono paralell
fopraun guancialeed
"
debbon' effer tenute
ambe
con
no
r
uno
le mani
che
coc-
in tal maniera
diftefc
fortemente
xla due
air altro
per le punte
uomini , che ftie-
ad ogni
oppofti
$ quindi
coppia
J^ATVRAU
ESnPEKlEJ^ZB
Z4
coppiadelle
frecce incaflratc
efcrciti nemici
de* due
i nomi
gono
diftefe pon
e
,
la
quel-
e
,
coppia la qualeda per fé niedeiìma motra
vendofi di luogo andrà a cavalcar fopraV alche
coppiaoppofta,farà il contraOTegno
5
,
,
r efercito di cui ella
portar
ha da riporta il nome
la vittoria
Egli è però neceffario ,
•
da
che
gna
fcdendofi in fu le calca-
Turco
un
fia
volte
tre
,
,
letto
attentamente
quel lungocapaolo deli'Alcorano
Jafm cioè
de'
più femplici
ftantemente
uomo
o
tal frafcberìa
metter
Onde
per nioftrar
fallita mi fon
grandiifima
,
farne
tempi a
; e
voluto
ed
per
da
di
così
e
co-
marla
per conferco
le mani nel fuoche
che
eli'
era
diverfi
in
trovato
una
molte
,
il fucceffo fu
fcro mai
fcakri
meno
volte la va
proeflere ingaiinatoho fempre
loro
tentar
non
tener
5
titolat
è in-
che
,
credono
Maomettani
ardirebbon di
.
1
.
tutto
per
,
niedefìmo
me
le frecce
che
le frecce
non
,
fi mof-
grandefcorno e de-i
rifione di que^ lurchi
i qualifi trovavano
circofianze
prefentie con tutte le requifite
Ietto
del bugiaravcan
e riletto il capitolo
diifimo Alcorano,
ni
alcuMa
perchèvi erano
luogo con
,
,
5
,
Ponentini
ver
^
che
alTertivameme
dicevano d' a-
veduto riufcire queft'
operazione'^n Le^
vante
mi
vante
,
REDI.
FRANCESCO
DI
fecero follecito,
25
attento
e
a
federare
con-
giuoco di mano
avcffc potuto fard
e
preftamentene venni
:
in cognizione
imperocchéeglifta in potere
r
come
ingannoe
'1
,
d'
iìi que' due
uno
fua
il farle a
furbo
del pa fo
e
giuoco
;
mi
ed
in effetto adde-
pulitamente
veniva
poterono evidentemente
di que' Dervigi
Il perchè uno
,
.
,
5
della mano,
ftrandomi al
come
fatto,
le frecce
che tengono
T una
all' altra
vogliafoprapporfi
e
quafiinfenfibllemovimen^o
folo
col
,
molti
altri
degli
,
confefTare, che
fono
inganni
fine favio
dere
vemen
fi rifolvctte francamente
tutte
queftetrappole
,
in ufo
tra' Maomettani
e
a
lli
que,
per
pohtico di rendere i foldati
de' periglicon
più coraggiofie fprczzatori
la ben perfuafa
di una
vittoria procertezza
mefla dal loro falfo Profeta ; che fé poi non
un
e
,
fi verifica ,
fan Calafat
come
,
nel
avvenne
16
ad
16.
Af-
famofilfinìo
e
rinnegato
greco
ladron di mare
che
olhnrc
; il qualu no'\
r incantagion
\à vitdelle frecce gliprediceffe
toria
fopra le Galere del Papa del Re di
da lui
Spagna e del Granduca di Tofcana
incontrate verfo la punta di Sardigna fu dal
Viilore di effe vinto e prefo con
la
tutta
fi vefquadrade' fuoi vafcelli: Che fé non
,
,
,
,
,
,
,
,
D
rifica,
-2
ESTERI
6
rifica dico
,
,
per falvar la
f^ATf^RALI
E^Z.E
ripicglù
duttore
Sea
quel facrilcgo
riputazione
a
maDcano
non
coloro
.
de'
maravigltofi
preftigi
Saracini
e
degl'Idolatri cova fcmprcqualche
manifattura 5 e non
è raica ufaningannevole
In
fotto i
fomma
,
nuova
za
bene
molto
ma
,
antica
,
fi
come
dal decimo
raccogliere
capitolo
quarto
può
di Daniele , che riferifce la trulleria di que'
buoni
Sacerdoti di Belo
i
,
al Re
Ciro
che
a
tutto
Idolo
il loro
5
mangiatore
ed
,
dere
qualifacevan creil popolo di Babilonia
era
un
così bel
eh'
ogni giornotrangugiava
quaranta
{ci grandiantore
traccanava
e
pecore
di vino
e
con
e
quellacarne
pure con
bevanda
trionfavano fcgretamenre e
cjuella
facevan buona cera
faccrdoquei ghiotrillìmi
ti
in brigatacon
le mogli
gozzovigliando
noi
loro, e co' figliuoli E non
Icgghiani
in Plutarco, che ne' tempi d'Agideil p!;iovada' prcftigiatori
le ipade
erano
ne
inghiottite
che un BaInfin Apuleo racconta,
f
fpartane
nel porticodi Atene
ingozzò una
gattelhere
molto
fpadaappuntatiilima
più lunga delle
che un
cert' altro Giocolare
fpartane
5 e
per
di pochìfllmi
fi cacciava
quattrini
ghiottornia
ncli'anguinaglia
uno
fpicdeda porci e con
,
,
5
,
,
y
.
,
,
tutia
REVI,
FRA^CECSO
DI
27
1'aila fc lo fala punta ^ e con
ceva
tutta
ufcir iuori della collottola ; e quel che
tutta
vedcvalì
più flupenclo,
era
bel
un
iiiorvido 5
e
minute,
e
così
prede, che
olTa
ne
,
a
lafcivó ,
tutto
così
parea^ eh*
Nojoio , e di"
e'
non
.
fleffo,
me
viticchia
av-
gentilcosì
caprioletre
trinciava
e
,
egliavelie nervi
farei
rpiaceuole
,
fanciulletto
licciutello , il quale
ballava
niente
ed e
quellofpi
a
Voi
a
e
mente
pari-
dottilfjmo 5 ed eruditillìmo Padre, fé
voleffi tutti i
avvcnnnenti
fimiglianti
che giornalmente
veggiamo per ie piazzene'
circoli de' Cerretani
e
quegliche mentovati
furono
mente
dagliantichi Scrittori e particolarnarrar
,
,
,
da
Gentili
1
,
Niccforo
da
e
di favellarne mi
porta Rabbi
deir Idolatria al
folamente
avvenne
feriver
a
me
rimetto
Moisè
ne
?
Grifoflomo
della Storia Bizantina;
ottavo
do
Gio;
San
al
nel libro
Gregora neil-
un
tralafcian-
onde
giudizio che
,
nel l'bro
Maimonide
capitoloundccimo
vi quel che a'
con
tro
con-
venciabil
;
voglio
palfati
e
nieu
nativo
uomo
di
Mafagam in Affrica,e pofciaCittadino di
Goa
il quale avea
portato nella Corte di
curiofità pellegrine,
le quaTolcana moke
tra
li
fi uedeano alcuni pezzi di Tauarcarè che
da noi è chiamato (^occo
delleAiMi^^e
Quei
D
2
parti,
^
,
JiATFRAL!
ES^ERIE'NZE
i8
che
particulari
da
ftofano Acofta
da Orta
Garzia
Clufio
Carlo
da
da
,
,
da
Ignazio
5
fco Hrnandez
fono
5
no
Marti-
da FranceAugcrio Cluzio
tri
da GuglielmoFifone, e da al,
alle virtù di llo
quen}olto ben noti : D'un'
fono
Voi
a
dotavalo queftofoprammenprerogativa
altra
valentuomo
tovato
,
la calamita
bievole
amicizia
di
duro
a
,
crederlo 5
niuna
che, per
molte
o
fé, e
lui vicinanza
che
loro 5 così il Cocco
giuratodel ferro,lo
è nemico
da
cofe
lo neceflìta a
moftrandomi
E
:
io
fronte mi replicò
accigliata
cofa può efierc impoffibile
*
,
ed
invecchiata
efiere
foglion
perchèfono
al vcderfi ,
re
fuggi-
con
cattiva
una
fcam-
certa
una
anno
di
tra
{caccia lontano
la
afiermando,che ficcome
il ferro
ed
,
delle Maldive
za,
da
(lari fcrittiintorno
Cocco
e
Chrt-
,
infolite ad
ftimate
udirfi,
ufan-
non
o
re,
ve-
cili
diffi-
le deboli
perchè trapafl*ano
o
forze dell'umana eftimazione
,
ma
confidcrare
iì conofcono certiflìmc ed
poi attentamente
be
agevoh a mettcrfi in opra, come
egliavrebfatto ogni qual volta
che a me fofle piaciuto
di far efperienza
della maravigliofa
tù
virdi quel preziofiflìmo
lizie,
Cocco, che è le dela parte più nobile de' tefori de* Monarchi
e
che
indiani
io glirifpofi,
E perchè
,
,
,
;
tutto
VlArrRAU
ESPERIENZE
sa
tarìo delle due dita fuUe
fà; laonde rifolvendomi
fi
qualifi reggeva
io
tener'
a
nidi mai
gran
paflione
qiielgalantuomovi
Cocco
velie
mo
A^ada,
ancorché
non
che
la
l'cl-
con
5
accoilailc ii
.
Quefti però fi^no ingannivolontarj
e
"
fi fiaol dire 5
come
avviene
o
giuochidi
mano:
che
non
ancora
ofiervati oftacoli
non
Accade
bere
a
una
di alta
rato
veridico
me
e
,
bibbia
fta
naturale
aver
poco
ne
più
ne
5
inglefe, Litte-
Boile Gentiluomo
e fempre
fama, dotto, diligente,
meritevole d'
con
egri
lede
più (ubìì'
la folita fua commenda-
,
bihfliina fincerità, che avendo
ria
Medici
a'
fetti
ef-
il corpo.
racconta
,
fi^htiloro
purgante delle
non
,
punto moffo
Ruberto
rado
medicina
eh' ella
gagliarde e
,
alcune
di
non
.
volta
tal-
Ma
comprefi
pocentiffim
,
polfanoprodurrei
cagioninon
data
per
^
^
del
Verulamio
,
letto nella ftoche
l' acc]uavite
gallafopraT olio di mandorle dolci
farne efperienzae trovò fempre,che
a
,
le
volquavite
l'ac-
,
fcava al fondo
foprad'
cffa j
,
e
quando
ma
i' olio
in
vece
galleggiava
òi
te,
acquavi-
usò acquarzente
fine;,trovò efìer vero
fu
Verulamio
dal
profferito
fi avvide
,
o
non
fi curò
di
to
quan-
,ilqualeo
accennare
che
,
non
era
necef'
FRAJ^
Bl
REDI,
CESCO
51
necciTarìo, che T acquavitefoflè fìnl^fima,
e
da ogni minitna parricclla
fepv^rata
ci'acquofità
Altri fiìiiiìi
avvenimenti
rifcr"ti dal
dc-expcrìmentts
qw^s
trai tato
^
da
ranno
fnaedtaitfa-
non
:,
dortiiTiiiioPadre
Voi
infallibiN
5
dal
^
flati letti 3 owà^
mente
nel
Bolle
volentieri mi
adengo
rammemorarglr
.
Ne' fa^ei di Naturali
neli' Accademia
del
del Cimenta
fcritto
ài
e
,
qua
per iiifuiioned' acdi piombo s'intorbidano
inalba
Ciò
limpidezza
.
con
verità
rienza
turali
na-
Fifa
fua
nativa
è flato fcritto
linceràmeate
che
no
an-
gli occhi proprj quel!'
efpetc^ii"
viva
e
certa
poflbnopreilarne
,
con
,
offervato ,
albiccia
,
da
Ma
.
che
anco
alcuni mefi
T acqua
ed intorbida
di tutti coloro
naja di volte
Ne
la
ài
"
j
juonianza
re
terme
ed infinitivalcntuomirti
,
veduto
di
,
perdepunto
non
e
^
ài fiumi
pozzi 5 e che tra V acque
quelladel condotto di
folamente
rson
la
Che
;
ftillataa campana
r altre acque
tut:e
to\v:2.vìQ
fotcu
protezione
PrincipeCardinale de'
Screniflnno
fu
Medici
efperienzecompilati
,
con
che
in qua io ho
di Pifa diventa
grandiffimo
ftupo-
tante
,
tante
e
centi-
darne
fapreì
in contrario
:
efperiaientato
la colpaad altro che a qualche
eilraneo
non
5
anno
e
5
folito mifchiamento
cofe
di
ESTER'IEVZE
S^
cofe tcrreftri che
,
^ATrRALf
abbia
colà
trapelare
invifibil-
cominciato
dove
forge (torre
fi conferva la vena
ro
Ovvedi quclTacc^ua
e
può eflerfidato il cafo che quando fufatte V efpericnze
ron
degl'inalbamenti dcU*
foflero fempre fiate poftein
acque naturali
opra acque ftillatea ca^ipana di piombo, le
qualiacque nello ftillare avcflero pigliato
pòchifTimo lale da quella
e
campana
per confequenzaavellerò potuto folamentc rendere
albe le
non
giàla puacque più impure ma
rilfima del condotto
di Fifa,la qualeacciocché
mente
a
"
,
.
,
,
,
,
fi faccia albiccia è di meftiere
la
tare
vero
va
con
acqua,
che
arricchita di
le
campane
mefcolar-
ne
nello ftillarefi fia ben be-
quel fale che fogliono
fpudi piombo
E per dire il
,
.
chi
far cotal pro^
vol(?ffe
diligentemente
fé uferà molte, e diverfe
acque ftillatein
j
differenti ne troverà alcune per incampane
,
fufionc delle qualiV
di
acqua -del condotto
Pifa
intorbida mai , e ne troverà altre,
che fubito fanno intorbidarla : Ed a quella
così fattadifferenza può
me
cooperar molto (conon
ho
efpcrimentato
) non
delle campane
i
e
folo la diverfità
co
,e2.iandioi gradidel fuola diverfa naturalezza de' fiori e dell*
,
,
ma
ancora
^rbe,chefi diftillano:Può cooperarvi
fé
R£7)L
FRA^C£SCO
DI
SS
fia la
fé l'acqua
dalla campana, o
primache ftilli
no
quandodopo qualchegiorpure fc fia l'ultima,
di continuo lavoro la campana è (tracca (per
così dire )
sfruttata: fa altresì alcune
e
voice
diifercnza la mav^giore, o
qualcheftravagante
minor
d'acquaftillatain piombo,che
quantità
s'infonda foprala fuddetta acqua del condotto
Pifa ancordi Pi-fa^ la qual'
ché
acqua del condotto ài
inalbi ed imorbidi,non
inalba peròmai, ne
intorbida
tanto
,
inalbano
quanto
ed
dano
intorbi-
che da
miiraltre acque naturali,
ftate fino a qui provate, eccettuatane
del fiume della Pefcia
vai di Nievole
dolce
del
è
,
de' Buonvifi
molti
non
della Villa
.
del Nilo
Mecca
la
,
in
fomigliante
Palazzo
Lucca
fcorre nella
gran parte 1' acqua
nel prato
d'una fontanella, clie fi trova
le
me
a
qua
l'ac-
bare
qualencU' inalquelladi Fifa ficccr-
in Tofcana
è fimile molto
che
,
no
fo-
me
di
monti
gno
pafTìlontano dal famofo Banomina
riDel reilo l'acquetanto
e
Tacque del Pozzo della
:.
nelP Arabia
teniitc
,
in
tanta
zione
venera-
intorbidano ( come
vedere ) al paridi
cfperienza
da' Momctrani
potuto per
Csia acqua
pofto ne'
ho
5
qual-
di viliifimaftniia.
di naturali cffleiTo libro di Sa^^cii
perienzcfi dice, che l'acquefuilate in vetro,
Nello
E
fé
fé fieno mifchiate
Quefta
ma
^
tutte
è
vera
a
e
,
bo
piom-
Ho
.
y in
rena
ftufa
vetro
,
fatto ftillarela vitriuola
orinali dì
cappellodi
col
ftillatpin vafi di
1' acque
in
parietaria
o
ftillatein
acque
moltiflìme volte riefce
tfperienza
volendo generalmenteintendere di
quante
non
con
intorbidino-.
non
5
vera
tiATFRALI
ESPEKIEJ^ZE
S4
bocce
vetro
vetro
d'
;
a
oro
,
bagno
e
ria
ma-
d' argento
la
del-
nel cadcllo
e
,
vetriat
indi terra
di vetrone
che n' è ufcira,avendovi
e
pur l'acqua
5
infufo qualche poco
d' acqua rofa ^ o
un
fempre è
latte
fu colta
in
diftiilate
intorbidata ,
In
un'
orinale
libbre di
5
quindiferrato
roftrato
,
divenuta
e
di
.
giorno quattro
pra la
e
di fiori di mortella
d' acqua
5
orinali
con
vetro
bo
piomcome
mifi
fubito
parietaria
un
che
l'orinale col fiiocappello
V accomodai
nel fornello fo-
feci ftillarT acqua , mantenendo
finché la rietar
il fuoco fempreeguale
pa3
fofle totalmente afciutta , e quafiab-
rena
,
e
ne
le differenze delle
bruciata,e per diftinguere
del mezzo
primeacque, che ftillavano, da quelle
da quelledel fine,mutai il recipiente
e
volte 5 ed in fine provandoquefti
quattordici
faggidi acqua, con acqua rofa fìilquattordici
,
lata
a
campana
di
piomboj
tutti fubito inal-
bar
bareno
di
la reiterai di
Aprile,e
Onde
:
li refiduo
1 5
feci del mcfi:
la
efperienza
Tale
.
Vedi:
FRANCESCO
DJ
di Giugno
Maggio, e
ripod
far' un* altra prova
per
Hìggiin
quei quattordici
d' argento col cappello di vetro
boccia
g!ifeci
di
riftillare a
una
e
,
niutando
bagno maria
il
,
raccolta
volte
otto
e
recipiente
pur T acqua
ma
ne' primi fette recipienti
fempre inalbò
ed ultimo,la quadcir ottavo
non
già quellale
,
,
,
io la ci-
ancorché
inalbare,
volle mai
non
d' acque ftilgenerazioni
melifsa in queftiinallate in piombo
La
bamcatr è quafifimile alla parictaria
ché
ancor,
faccia alle volte qualcheftrauaganza
;
mentafli
con
diverfe
.
fono
Vi
tali erbe
o
già 1'vltime
che
di
no
tanta
mifchiate
,
,
con
o
,
,
ftillano nel
recipicnrema
,
qualifon
le
folamente
non
mai
folamcnte
dell' opera
non
tro
ve-
bano,
fé pure inalcipio
quelle che nel prin-
inalbano
non
faranno
\w vali di
jftiilate
perocch
imgrandiiiime;
ftravaganze
fanno
rena
a
che
,
intorbidano
non
efficacia,
e
di
le rifchiarano
e
,
le
tornano
j
nia
io-
forza, che
tanta
intorbidate
acque
tal natura,
di
a
bella va
proalla loro
fare
primieralimpidezza come
appunto ftiol
il fugo òÀ linione
dell'ai^Tefloe molto
e
,
,
più l'aceto
forte 5
e
,
l'aceto
E
m.a
lliiiaco,
2
non
'J,ia
giàio fpirkodi vitriuaio; E cjuelVuitiirìc
Jtcquc
fon più gagliarde
nel produrre
tanto
quelrifchiadato pili
co
e
raiuento,
gagliardoil fuoquanto
5
che le ha fatte ftillarc Neiia bietola
.
falvia potrà
verità,ma
non
quale,come
egualmente
ogni
nella
la
parietaria1*acqva delho riferito intorbida fempre
L'acque poi, che fi ftillanonel
,
cartello della fìufa
di
tanto
orinali di
con
quella
,
.
quanto
cevtificarfi
di
uon"o
la
nel-
e
,
orinali di
con
vetro
,
invetriata col pello
capfogenerahiiente
terra
quafi tutte
dico quafitutte, percheve
glionointorbidare,
fono alcune, che non
dare
ne
foglioomai intorbiE di quelle
che intorbidano,
alcune fon
le prime che ftillano alcune fon quelle che
vetro
,
;
,
,
fiillano al
di
fon
che
.*
E
,
ed
al fine dell' opera
quelleche
vengono
fovente
confervino
può darli
dagli orinali
altre fon di quelle
dagli orinali
avviene
coftantcmente
il cafo
che
,
tre
al-
:
ftillano
baffo del caftello ,
poftinel
,
mezzo
che
lo
ficuati nell'alto
tali acque
non
fteifo ordine
1' acqua
d'
un
;
erba
e
in
fia fempre intorbidata
fé fi
ma
prova
,
di nuovo
riftilli
della fteffa forra di erba, non
una
Il
fegua V effetto dell* intorbidamento
perchè è difiiciliilimoT aflermare in generale
cofa akuaa
di certo
intorno a quefti
cosi fac.
ne
.
ti
B'^Z
ESTERI
5»
^ATFRALI
E
mai ne
giornie non v' ingialla
quelfaporetanto taftidiofodi
fca
o
,
di nìandorlc amare
ftallidi Venezia
o
vi fuol
,
5
5
:
noccioli di pe-
fé ne* cri-
Ma
fuol penare due,
ella indugia
to
molintorbidare,
di Roma
e
giorniad
più in que* bclliflimicriftalli
tre
pigliar
che da
qualche
anzi
Parigi;
,
in
m
qua fi fobbricano
tempo
fi potrebbequafiquafidire , che
v*
non
inalbale punto ; tanto
poco è 1*inalbamcnto ,
che ella vi piglia Verrà forfè tempo , nel
do
qualetal divcrfità non fi troverà vera, fecon.
de' materiali,
che
fi uferà in Pifa.in
nella fabbrica de' criftaili,
la diverftà dell'arte ,
e
Qual poi
Parigi ed in Roma
ciier poffala cagionedi tale inalbamento,io
che venga da quelfale che
per pie credo
Venezia
in
.
,
,
,
,
fuol fiorire su*
vafi di
criftallo,
e
che
col
fé glimangia;
e
glirode, glifpezza,
tempo
che nella
di Ciò porrà accerrarfi ognuno,
e
fuddetta acqua
di cannella
ilillata
fcioglier
proporzionequalchepoco di quel fale
farà conofceL'intorbidamento di quell'acqua
falfa la comune
eflfer
re
opinionedi coloro
che fino a qui anno
creduto,e credono, che
zione
i vafi di crifiallo non
polfano
cagionaralterain queiliquoriche in elfi vafi fi ripongono
tale opinione
farà confciupiii
5 E tanto
con
.
,
,
ta
REDI'
FRA'NCESCO
DI
S9
falfa , quanto
che alcune acque flillatea
di piombo inalbano
ne' vafi di cricampana
ta
ftallo di Pifa
ftezza
con
5
di cannella
5
ancorché
tanta
con
non
pre-
quanta fuoi' intorbidarvi i' acqua
ftillata.
Si fabbrica
poluere con
vna
falnitro raffinato, due
partidi
tre
di fai di
ed
tarraro
,
quale dall'effettoche
ché
produce,fi chiama polveretonante, imperocmcfibne una
piccolaporzione o in un
di rame,
ta
cucchiaio
in una
o di lato
paletta
la
altro metallo
di qualilfia
e pofi:a
o
palct'.a
foprail lume d' una candela ovvero
foprai carboni accefi quellapolveremuta
colore appoco
quindila uno fcopappoco
pio fimile ad una botta di piftolao di modi fioridi zolfo ^ la
una
^
5
,
5
,
,
,
,
fchctto
,
la
che
fecondo
mas^iore
fi è
minore
o
polvere: E pure talvolta
che
quellaftelfaftcìrifsimapolvere
Gi.antità della
che
avviene
3
prima fia beniilimo riufcita alla prova
non
produrrelo fteffoeffetto
vogliadi nuovo
di nuovo
dello fcoppio e pofciariprovata
,
poco
,
3
torni di
a
nuovo
a
riprodurlocome
,
avvenne
zo
quandovolli farla vedere al Sig.Lorenta
volMagalotti
; concioffiecofachè la prima
anzi
la polvere non
fece effetto veruno
me
,
fi
come
liquefece
una
cera
5
ma
riprovata
poi
"NfArrRALl
ESTERlEJiZS
4^
per la feconda
portò beniflimo
poi
per la
e
,
volta lì
terza
.
ta
voluna
pure è Jnterveniito più "i'.
durar fatica grandea far morir qualche
male'
aniA
me
a
forza di
come
io dì-
forz,adi morii di vipere,o
a
d' olio di tabacco
Si danno
,
.
viperaabbia forfe
bevuto qualcheco(a
o
poco prima mangiato,
bia
afpra5 ruvida e -detergentela qualele abil palato e le fauci ;
la bocca
ripulito
c-eva
y
molti cafi.,
o
che la
5
,
,
o
to
,
che ella abbia di frefco mordendo
fuor delie
fchizza-
guainede* denti quelmortifero
liquor
giallo cLe dentro vi fi conferva;o che
fia in tanta
quelliquorgiallo
poca Quantità
efil fangue^opure
che appena arrivi a toccare
icndo copiofo
abbia potuto penetrar tutto
non
infin colà, dove gliera di mcftiere per la debolezz
del morfo dato alla sfoggita e che
abbia fé non
o
non
accarnato
leggiermente
abbia accarnaro
di
in luogo rado di vene
e
5
:.
5
,
,
,
arterie
j
1 ferito animale
fia dì
flatura
grande
imperocchéla viperanon
così
facilmente
una
capra
ammazza
un
gatto
ancora
ammazza
un
,
un
,
più fé
tanto
e
ed
rion
un'
cavallo ,
colombo
uomo
,
toro
un
una
,
pecora
ella
com'
,
un
gallo,
coniglio,
ne
Avviealtri piccoli
animaletti
poche volte che fanguinaiid
,
un
;
,
la
DI
FRA9rCESC0
REDI.
41
la ferita
ritorna col
,
indietro e {piccia
fangue
che fiaggiunga che per avventura
fuora il veleno;al
,
,
che
può cffere,
non
tutte
biano
vipereab-
le
di avvelenare
ugualepoflanza
efle fon nate^oronfecondo i paefi,
ne' quali
ma
fiaarrivo,e brilianreil lo^
verfano,
piùo meno
tra
ro
di loro
,
Ed il mcdefiino adiviene dell'olio
veleno
.
del tabacco^ imperocché
non
ognianimale
effo avvelenato fi muore
o
per io meno
,
fé la feritanon
arrivi a
con
tanra preftczza,
con
non
care
toc-
qualchearteria di quelle,
le piùfottili In oltre
che non
fon noverare
tra
di tabacco è
a maniera
non
ogni olio di qualfif
anzi che ve n'è di quello
jcl.edi quamortifero,
fi niun detrim^ento è cagione,
e di ciò per efpequalchevena,
o
.
rienz.ane
fon certiflìmo
io
tra
trovo
Grandiffima differenza
.
'1 tabacco
del
Brafil ,
e
quello
che ci è portato dall'ifola dì San Criftolano :
di loro
poco differentieffettiproducono tra
quellodi
quellodi
San
Varina
,
Tcrranuova
Martino, e
quellodel
e
,
Brafil;
dell'Ifola di
dell' Anguillancn
ma
Nicve,di
s'allontana
di quellodi San Crioperazioni
flofano;ed il noflrale produceancor' effo gli
effettifuoi dilferenti daglialtri,
ancorché tutti
in qucftoconcorrano
di produrre
un' olio
molto
dalle
iindi quafi
e
cmpireumatico,puzzolefìti{rjfno,
F
pra-
"^ATFRALr
ESTERIB'HZE
4ii
fetore
praticabile
Io Io che forfè ho
.
parlato
ze
raztroppo ofcurainente intorno a queftetante
eifendo maceria pericoiofa
di tabacco, ma
cW i m intend'io
chi pm
che bizzarra ftravaudite di grazia
,
Jntendrm
Ma
"
meffo
Qjeft'oLo
ganza
d' ora
.
ammazza
,
nelle ferite in co
pocagiona
per Io meno
o
feitidiolìirimi
accidenti
ed
j
io
conofco
cert'
la
con
guarifcono
fola polveredi tabacco i tagli,
tutte
e
le
quelferite che ferite femplici
da' macftri di
Ed' il foprammcnCirugia fono chiamate
130.
nini
che
5
medicano
e
,
,
.
Padre
tovato
Antonio
Veira
Gicfuita
,
che
fpaziodi trentadue anni ha dimorato
che in quelpacfe,per
nel Brafil,
mi riferifce,
le ferite non
è medicina più ufuale del fugo
del tabacco frefco
delle fogliedi qucft*
e
per lo
,
erba
che
;
E
di
gì'Indiani
più Niccolò
Monardes
racconta,
le
le piaghefatte dalper curar
frecce avvelenate de' Cannibali,fi fervono
folamente di queftofugo, il quale non
folo
,
refifte al veleno
prcftezza
fende
rammargina e cjcatrizza le piaghe,e le didal fluflb del fanguc
Sono
te
parimenalcuni altri,
che mafticano ogni mattina a
lo in€
digiunobuona quantitàdi tabacco
meno
alfcnza un minialo pregiudizio
ghiottifcoao
,
ma
con
ancora
,
,
,
Redi:
Fj^AKCESCo
Bi
45
pure ogni fti!Iadel fuo
nello ftomaolio , che in bocca fi prenda
o
,
fi avvalli,
radice di nojofe,
è origine,
co
e
meno
apparente 5
di mortali
e
quellaguifaappunto
in polvere che a
che
r ore
fi tira fii pel
infinitiuomini
tutte
da
nafo
fé fia pofto in bocca
ad alcune beftiuole e particolarmente
alle lucertole in un
e
fciagure
quel tabacco
la
:
,
,
,
5
fol
le fa bafire , ed intirizzate le
fteflapolveredi
Direi che quella
momento
ammazza
.
facelTe lo fteffo giuocoalleferpi^ma
tabacco
conciollìecofachèper due
voglioparlarne,
m' è riufcitavera,
anni continui tal'efperienza
nel prefente
fenza ritrovarne la
ma
anno
ho potuto mai farne morire
cagione non
di quelledegli
della fl:eflarazza
ne
pur vna
anni paffati
Affermo bene, che le mignat:
te
rinvoltate nel tabacco
rizzato
polvefanguifughe
fi muo/ono
non
in poche ore
per
come
polvere,ma
cagionedi quellapolvere,
bensì per cagione della poiTanza
del tabacco.Quello che è più confiderabile,a chi fa
fi è
il vero
olio
modo
di fabbricar quell'
non
,
,
,
,
,
che
e
oggi
in
,
le
e nelle ftraniere contrade,
tutte
nofìrc ancora,
molti uomini
ficuramente,
fenza pericolo pigianoper bocca il fum«
,
mo
del
tabacco,di
cui così
F
2,
il pafattaaientc
lato,
nATFRAU
ESPERIENZE
44
no
partis' imbevoche polTonmaertrevolmente
refpignerlo
fuora e per gliocchi , e per gliorecchi
e
lato
tutte
e
,
le circonvicine
,
,
in ciò il luflTotanf
le narici ; ed
per
oltre fi
un'ingegnofo
modo, e faciliilìmodi far paflar
quel fummo
daV
nella neve,
per alcuni canaletti feppelliti
qualieglidipoisbocca così gelato che non
e
porta invidia alla più fredda tramontana
molti non
contenti di prenderlo
per bocca
è
avanzato
,
che
rinvenuto
anno
,
;
,
novella
con
in
vece
,
novello
con
e
ftromento
,
mo
empiono di quel fum-
di fervizialc fi
no
però caldo le budella,e lo trovamolte malattie più contumaci
a
giovevole
alla dogliacolica.
in particularc
5
ed
arte
ma
Farmi
,
ora
che Voi
mi
,
fè
domandiare, fé for-
che
r artifizio
,
fi ufa in far 1*olio del tabacco
produrre ed inneftarc in eflb
poflfa
,
quellamicidiale violentiifima velenofità; o fé
*
doni qualcheftrana mefcolanza di
pure gliela
cofe velenofe , che per necelTicàentrino nell^
di queft'
E
olio
queftavomanipolazione
.
flra iftanza mi raflfembra, che fia fondata fu
quello, che intorno a ciò affermativamente
fcrifTeun
Valentuomo
Franzefe in
un
fuo
cu-
del tabacco
trattato
clegantiffimo
dedicato con molt^ ragione
al nobiliifmio e
rioib 5 ed
,
,
dottjf--
lèS'PiniEiiZs vjrrvKÀii
4^
dubitato alcuni ,
perchèanno
E
partidell'America
nelle
che
creduto
e
il tabacco
,
falfato da* mercanti coli'elleboro
e
^
forbio
perciòe
,
fatto
ho
dall'euforbio,
cavar
mia
a
fia
coli*eu-
ro
dall'ellebo-
e
poftaV
J
olio 5
e
dolo
aven-
te
in diverfe maniere di fericfperimentato
r ho fempretrovato
privo di velcnofità
Potrebbe nulladimeno qualche
pcrfona
troppo
fcrupolofa
replicarmi che ciò può effermi
»
5
,
avvenuto
per
io
aver*
non
quelleneceifariecirimonie
r elleboro fon
tanto
,
fatto ufar
che
rammentate
tutte
nel
coglier
dagliAutori
botanici,tra' qualiPlinio fcriffe.Hoc
(^
reli-
fi'primum enim ^Udte
circmnfmhitu
giofmscotlÌ£Ìtur
dein quifuccijltms
e fi
»num
fpe^lat @r precaid liceatfibi
soh"
concedentihusDijsfacere
^t
tUTj
Quefte fon bagattelle
aqmU ajolatus
fer"V(Uque
credute da* noftri Antichi,
fè
fcritte foro
in credito^ed in venerazione
per mantenere
9
»
»
^
la virtii deli'erbe
anco
non
ri
chi
foffer cofe
.
Ma
quandopur
neceffarie, (il che
elle fono fcrittedagliAuto"concederei)
con
tanta
vere
e
,
diverfità,
di loro doveflero
moderni
;
,
che
io
dar fede
imperocchéPlinio
comanda
in
che
nel
fapreia
glierbajuoli
1*elleboro
coglier
non
aquila
Ci offervi il volo dell'-
maniera
quella
,
che nelle loro pre-
diz
FRjmCESCO
Dì
B.EDL
47
antichi
dizioni r oflervavano gliAuguratori
pel contrario,e Diofcoride vogliono
che gli erbajuoli
fi guardino e fi ab,
che T aquilanon
bian cura
glicolga e non
faccei-da ;
Onde
glivegga in quella
qui per
ofTcrvo
che Plinio avendo copiato
pafl'aggio
quelladottrina da' Grecia non fece diftinzione,
Tcofrafto
,
,
,
,
che pur v' è
ovvero
,
dal
grande,
al (py;\àT7?.
(^vXcnTi^au
;
confiderò il Salmafio quel cbfdr^
come
*z"atqueaqmU njolams fi potrebbeleggerefer^
razio
njatqne a^mU nueUtus^'mquel fcntimento d'O-
fern^a.ed in quello
rupes maxima
di Terenzio
Hem.
firrva.£emmaéitnificauès^
En
e
,
così farebbon d'accordo
Plinio
e
5
,•
Ma
non
ride
Teofrafto,Diofcoper quefto chi
,
trafcurafle quelle
le
alpregiudicherebbe
diligenze
virtù deli' elleboro 5 avvengachè
gliftefli
Autori fi dichiarano
che elle non
lì fanno
»
di colui che
di effo elleboro
ma
riguardo
dee coglierloacciocché eglisfugga
ogni pericolo
in
,
,
5
ftia fcnza
e
3
il che
pure è
di cattivo
temenza
vana
una
gurio
au-
ne
immaginazio-
.
E^ cofii notiffima tra
che quel
gliScrittori,
Tremola, Torpedine
chiamato
peiccmarino
fé fia
ovvero
Torpiglia,
,
^
e
"
toccato
la mano,
ftupida,
renda
mentita
intor-
ed il braccio di
colui
ES^ÉRlEJiZE
4»
WATf^RALI
colui 5 che Io tocca 5 ed io ne ho fatta la prova
rità
più d' una volta , per certificarmidi tal vedi
certezza
e
per
poterne favellarecon
,
fcicnza 5 e voglioraccostarvi , che alcuni pcla
fcatori eflendoja mia requifizione
andati al,
uno
pefcadi quellopefce,ne pigliarono
vivo poco dopo che 1* ebbero
e
portatomelo
prefo appena Io toccai e lo ftrinficon la
,
,
,
mano
la
mano
e
,
così
che
'1 braccio
,
tuttta
e
faftidiofo,
acuto
afllittivo^ed
fui neceflitato
Io ftcffomi
informicolare
ad
cominciò
mi
così
tremore
un
E
che
,
e
la
fpallacon
con
,
dolore
un
nella punta del
ritirarfubiro la
a
gomito,
mano
io
ogni qualvolta
continuar
lungo tempo
avveniva
oftinaramente
e
;
leva
vo-
a
che quanto più
Fgliè ben vero
fi avvicinava alla morte
la torpedine
tanto
io fentiva il dolore,e 'I tremore
meno
; anzi
molte volte io non
lo fentiva ; e quando ella
fu quafi
finitadi morire
che pur campò ancora
io poteva maneggiarla
con
ore
tre
ogni
ficurezza e fenza faflidioveruno
: che perciò
fc alcuni ftieno in dubbio
è maraviglia
non
della verità di quelloeffetto,e lo tengano
toccarlo
,
.
,
,
,
,
per una
fatta r
ma
con
favola
avendone
,
non
cfperienza
le
morte
,
con
o
efll per
le
avventura
vive
torpedini
vicine al morire
Non
.
,
poflbgià
Non
o
5
RETiL
FRANCESCO
DI
ftcfìa Scurezza
la
con
fé fia il
negare
vero
della
I
torpedineoperi ancora
tutti dicono di
pcfcatori
Goftantemente
e
che
5
da
la virtù
che
lontano
*
s
V afta della foscina ella
per
mare
affer-
sì ; ed affermano
le funi del'a rete
per
"
49
dal
trapaffa
cio
alla mano^
ed al braccorpo della torpedine
va,
di cffi mi dicedel pefcatore
uno
; ami
che
gran
nieffa
avendo
in
queftatorpedine
bariglionementre
con
,
vi
verfava dentro
ardirci
non
a
le mani
Sia com'
,
negarlo
vafo di
me
ra-
marina
pierlo,
fK^r emintorleggiermente,
acqua
femiva, ancorché
memirfi
un
un
anzi
mi
effer fi
fento
voglia;
inclinato
,
crederlo ; ma
fé non
,
alla
mano
non
che
tezza
poffodir' altro con cerquando io avvicinava h
torpedine fenza toccarla
,
e
do
quan-
le mani in queiracqua
parimenteteneva
fentiva ne
io non
nella quale ella^nuotava
minimo
E pure può et
;
travaglio
pure un
€
fere, che quando la torpedineè in mare,
che è vigorofa e tutta
piena della prepria
dalla vicinanza della morte
virtùjnon diìTipata
che fon
ella produca tutti queglieffetti
,
da' pcfcatori
mentovati
lo^
della qualeio vi favelQuefta torpedine,
fu prefail giorno 14. di Marzo
166^,
,
,
,
5
*
G
Era
ESTERìB^ZE
50
femmina
Era
libbre
pefavaintorno
e
,
"NATVRALÌ
quindici
alle
Volli allora oflervare l'interna
.
delle fue vifcere ;
cupazioni
per le moire ocfi fnol
e ,
come
ma
lo feci in fretta^
dire, alla groffolana
;
Ve
fcriverò
ne
allora
quelio^che
tutto
brica
fab-
dimeno
non-
notai ne' mici
fcartafacci
.
Gli
occhi fon
ftanno nella te
pardita traverfe ali' e-
piccolie
,
fuperiorevicini
,
{Iremo
del corpo della torpedine
Son' alzati fuor della calla , come
lembo
.
due
due
anteriore
malfatte
La pugallozzole
pilla
Una
è tonda ; imperocchéT iride è d'cava
figura che una metà di effa è con-
cornetti,o
non
tal
.
,
e
,
l'altra è
conveffa
5
ed
entrando
il
conveflb nel concavo
fi chiude la pupilla
,
L' umor
criftallinoè rotondo , di fuftanza tenera
.
neir efterno
I denti
ti
a
una
di dura
nella bafe.
larghi
e
falci
La
in due
attaccate
fottiliflima
,
undici
nell'interno
.
fegatofi divide
due
tutto
e
affai aguzzi nella cftremità
fono
dell'altezza ,
II
,
e
lobi
fomiglian-
inficme nella bafe da
ftrettiflimaftrifcia
.
Pesò
once.
borfetta del fiele
al lobo
era
deftro del
affai grandeattaccata
fegato
Pesò
fei
.
dramme*
Crede Vliffe Aldrovando
che
,
fiele
il
fiele impìaftrato
in
ftro corpo
dezza
il fiio timore
vano
il tremito
la prova
con
51
qualche membro
v' introduca
ma
3
REDI.
FK£HCESCO
DI
la
e
torpi-
accorfi eh'
m
era
crederei
fimilmcnte
Vana
.
,
del ho-
1* opinione
di
ro
Plinio,e di Galeno ^i qualitenneche lo (leiTo fiele avelie virtùdi render flor
5
fcio,e
fenza forze
quelcorno
dilleil noftro Boccaccio
lo ftomaco
mezzo
Lo
ftomaco
) cozzano
fct^atofon fituatidi
ed il budello.
5
è
quale(come
gliuomini.
grande
cosi
che
,
meda
la
ne
per la bocca della torpedipuò raggiparimenteè affai larga
5
d* un'
mano
del
lobi
i due
Tra
col
^
che
j
uomo
rarfi facilmente
in
elio ftomaco
,
il
qualeè
carnofo, e rugofo.
Tra Io ftomaco, e '1 budello v'è vn picciolo
il
tragetto , che può chiamarfi il piloro,
qualefa
due
della lettera S
angoli
,
formano
la
figura
.
Il budello appena
fei dita traverfe
chiocciola
che
,
arriva alla
internamente
lunghezzadi
fabbricato
a
fimilc alla fabbrica
molto
degl'indella
teftinidel pefcepalombo e di altripefci
de' cani
della fpeziedelle razze,
e
fpezie
5
,
,
fimile in
gran parte a i due inteftiniciechi
dello ftruzzolo , e del coniglio
e
.
In
un©
tra
degliangoli
G
2
lo ftomaco, e l'inteftino
'S^JT^RAU
ESPERIENZE
54
«
teffìno fi vede
milza
La
fituato il pancreas
che pesò due dramme
,
ellittica5
e
,
la milza
gura
di fi-
era
,
la
del pancreas era
figura
affaiirregolare,
poichéverfo ì?^ milza è grof{b"e largo;e pofciajconuna lungaiailcM,
ma
avvicinandofi all'intefti'no
va
.
Il
cuore
ed ha
altri pefci
,
e
ftaccato dal corpo
da ogni vafo
feparatolo
effer vivo
ad
,
di fect' ore
5
ed
Dopo
della torpedine
;.
che
hi
.
tinuò
fanguignocon,
io fpazio
palpitare
a
e
del
il reflante
torpedinedopo
quellodegli
fola auricula
una
V ebbi
che
,
diffimile da
è
nom
fcnza
della
corpo
cuore
5
durò
concinue a moilrar
ftgnievidenper tre ore
tiflìmi di moro,
di fcnfo; e l'vlrirnomembro,
e
che gli perfe fu la coda 5 il che mi fa
,
•fovvenire, che,
di molt* ore,
ancora
per
in
che la
intirizzata,
offervai,
e
qualche
L'ovaje fon due
lobi
a' due
fegato
,
del
fi
poco
fegato
'1 diaframma
e
.
fituate tra
elfo
ciafcuna dcir
In
.
movca
da
co-
te
immediatamen-
attaccate
,
e
torpedinemorta
altra
un'
o-
ferenti
di difuova
piùdi cinquanta
grandezze: Dalle due ovaje fi fpicca-
vaje fi vedcìfano
no
due canali , cUq terminano
In
uno
di
ne' due
ovidutti erano
quefti
di pefo intorno
grandi,
fei
ovidutti
uova
,
aflai
ad un* Qncia 1* uno,
e
^ATFKAU
ESTEWE^ZE
54
alle eftreiiìicà
anteriori di
torpedine
tutto
il corpo di
fuftanza
una
da
occnparo
bianchiffima 5 le fibre della le
fibrafa^irolle,
quafon groilcquanto una
gno
groda penna di cicfia
^
5
da' nervi
corredate
ion
e
è
lanLiiigni
e
,
da' vafi
capi o le eftreniitàdi quelle
fib-e toccano
àt\ to,
la pelleòtì dorfo
e
petunite nifieme formano
due corpi,
tutte
e
i quanuiiculijchefi fienojdifigura
o
falcata,
li
.
I
,
due
alle
inufculi
libbre
tre
e
,
allora che
arrivarono
pefatiunitamente
Mi
in circa
mezza
.
parve
mufculi
queftidue corpi o
falcati nf.deffe,
piiiche in t^erun'altra pane,
la virtù dolorifica della torpedine,
arma
non
difco di raffermarlo
forfè ni' ingannai
:
e
credo già che nV ingannafli
nell'offervaNon
che la fuddetta virtù fi fa fentir più vire
gorofa allora quando la torpedine
prefa e
in
,
,
5
,
ftretta
di volere
Nel
fé
mano
fa forza fcontorcendofi
fguizzare.
Brafil nafcc
un
frutto d' un' albero,
linguadel paefe Araticu^il quale
è foaviffimo al gufto,e di nutrimento
devole
loE pure tra le fpezie
:
degliAraticù
che è di péflimonutrimento,
trova
ne
una,
e
Yelenofo^onde chi in quelpacfe ufaf*
chiamato
fé
la
con
in
,
indifferentemente
e feas^adiftiazioneco^
,
tali
DI
FR^^CESCO
RED/.
frutti,
potrebbecon
tali
ingannato
tonò,
e
e
5
moko
luo
danno
Fifone
Guglielmo
.
55
maner
ri-
nien-
albero, e il frutto nel libro quarto
nel quinto della (loria naturale ; ina
r
perchèle figuredel
ad
così bene
frutto
corrifpondono
non
di elfi frutti donatomi
uno
SignorFrancefco
correità del
Antonio
la
dalMa-
lafpinaMarchefe di Suvcro ^ perciòve ne
mando
turale
qui la figuranella fua grandezzanade' femi inceri,
inficnie con
la figura
e
degliaperticon la loro anima nel mezzo
5
Tav;
6,
queftofrutto della figurache vedrete
temma
difegnatadi fcorza per altro lifcia,
pcftatad* alcune punte o fpinerade ottufe
fi fo!]ee
non
pungenti le qualipochilfimo
dal piano della fcorza
il color della
vano
quale, in qucfrofrutto fecco, pende a color
di ruggine mifio di nero
ancorché quando
è maturo
to
fofi-o macchiapenda a un gi*tilo
è pieno
in molti luc^hidi rolfo
Entro
d' un
che in
cesi glande di femi
numero
quefto,eh' io ui dcfcrivOjCeho numerati fino
ciafcuno de* qualifemi è rinin cenfcttanta
E'
^
,
,
,
,
,
,
,
.
,
)
chiufo nella fua
piopriacelletta fabbricata
fiottili
llmie membrane
del
pomo
.
Seno
attaccate
i femi
dì
za
quafiaLafcordella figura
,
e
del-
5"5' ESTERIE^^ZE
"NATURALI
delia grandezza delle mandorle
alla follanza5 è
il Q\X\ quanto
e
de' fcmi
liiftraro^
delle
zucche^
è
lifcìo,
,
del fcme
nella midolla
eliictica
figura
,
rimane
di fuora
Per
chiaro ; aia
giuggiolino
bianco fudicio
vido
afpro,e rumembrantizze
dure,le quali,
pianodi effo gufcio,
no
penetra-
per alcune
follevandoiì dal
di
quello
come
di color
e
di deatro è
per
1} eufció
.
che è bianco
,
da effe membranuzzc
e
intagliatoSe
regolatamente
tutto
.
una
Fifone, potrete leggere
qui appreffo
un
ne
non
la defcrizion del
vi foddisfaceiTeinteramente
battane da
e
,
zione
rela-
della voPortughefe
Padre
gran Maeftro in Sacra Scrittura
e Predicatore Eccellenìiffimo.
,
d
Tor
Tomo
mmto
(jue ha tres efpecrese]Ì€
de todas oue com^
a
differenza
fmelhantesdirey
ilra
Compagnia
,
,
A pametra
fé chamatt A^anm
um"t'erfal
amente
fé chama com 0 nomc^
e/pCite
que alfolut
gmerkohe da mefma fyura^q'^ea quifé rtìoftra
ordinariamented^ mmto
7nas
corno
mayor £randtza
hum mellam mediano
A cor de forahe "zerde
d? amaretto
com
e/ìàmaduro ,(juindo
mìjìura
nome
•
3
.
*
A
cor
por dentro he
tra
In-anco
,
da m-^fma
forma
femèntes
»
cor
de
tamara
madi^ra
foucas» e mnidas
mas
carne
fella
que
na"n
e
dourado
as
.
^^x
dc^
pintadas
fecca Sa^i^
do f^mo
.
a
modo das
pecvidiS
FRANCESCO
DI
te^tdesde' tallanzja
,
REDL
57
eheìroLome
O
/i.c'udo,ccm
a
4t/^Ha
c^ff"rezsji
qualtamhtm fé atha
"
doce
e tur e
hum
Tem
tallo no
rmo
».
,
en^
^
»
da
,
,
naon
(jual
penetra mutto
As ar^ore^s
corno
faon grandcs frefcasy foiLits
àe t aranja mais gyojjds
A madetra
e efcuras
do^tronco le-vs e pouco fili
da;; affide pjuco pruizo
todo 0 "Exafd ond^
trn
^iìfieejìaefpecie
he eflimada
naon
A fegunda
efpecie
fé chama Aratici Pana com
A
arfgurafemelhantefSfafceiunto dos rios
rvore
tronco
e falba
pecjuena s de differente
he tam
O fiuto
ternjenenofhtjaeos £arafime]os
Tsftes^utedellofé fujìentan
mata
A terceira
Heefpecie
fé chama Araiicu Ape
amente
Jìa he rierdcdaeir
comparai'elmelhotes
fenicia
naon
femelhanzj^
JTutasdo mundo pofìocjue
nenh^a dellas
A fy^^ahe corno
f"m
a pintada»
fotIhe fàltamhimas pontas faltdas
para fora^,
da pinhafé n;aon
?:om
corno
que as efcamas
dt(iifh
todas cm
huna me fma cafca^oh pelamas
jj^sìindo
le
unida, com
ordina-*
A grandezjt
que fé coire
%ia he corno a qtdfé mofira^
faon mni^
mas
alguas
As fementes
to mayores
faon negras com algua
Ihs de dourado
0 cheirohe pouco e naon
af
fma
'
•
ftrnr
a fé
c^uefa fuflentae contigua
da mefma grojjlini
e duro
rtfas da me^
por ijjò
tranje
£cmo
e
azsdo
e
3
no
cor
carne
a
/
.
x
^
e
»
•
e
»
s
r
.
.
,
^
,
.
,
"
9
.
.
as
,
•
?
^
,
.
,
.
H
fero.
ESTERIEJJZE
58
tjy adura
f.ero
.
dgt^ns
factl-
com
..
mente
de manjarhranco
porzelanas
daas
»
toda amarrila
Partefe
efla
frutafMo meo
negros
huna faceti
E
:
com
ficare^arrida corno
'pontos
em
he
'N^ATFRALI
dece
e
,
corno
ou
frefquifsirm
»
do
muito bran-
de
nàta
com^
de azMcar
E afsi
fé come as colheres
mejìura
de huna pataca
Dese
fcandoa cafcade grojfiira
iji
ejìafrutaem P-ernambuco ( forque nunca
melhcr ns Para:, onde nrfna
mutto
mas
'Bahia)
..
,
a
Beribà
O
(e ehama
fior e folhas
dd frimaitronco
e
s
fxondifferente
naen
tam
a
ra
efpeciemas
i.njl^i^
fermofas
bem 'em^aon
a fior:,
defri^'O
efion
por^ue naon
brado
reno^
Diga que fé ijacn fé mudar com o terhe dignifsima
de fr tranjplantada
a florenzjt^
ed .io fperodi vedervi non
folamcnte queft*
infinitealtre nuove
erbe
albero, ma. ancora
duca
e
imperocchéil Sereniflinio Granpellegrine;
cn
tem
me
o
firnnome
,
"
e
.
^
,
.
,
.
,
Cofìmo
ficliodel
tra
Terzo^Ron
Ferdinando
^tan
le azioni
il Prudente, numera
al fuo
più care
che
emulatore
meno
Real
Genio
i!
le grazie
la protezione
con
piecorrer con
,
,
la liberalitàa i voti de' ProfeiTori delle
e
con
feienze
e
,
di
glorie
delle buone
Ercole
i Cedri
non
Arti
:
E
fu la minore
nella Grecia
cosi
cani delleEsperidi
^
tra
fé
tra
1'aver
dagliorti
le
dd
glorie
le
piantati
tra-
affrireSe-
FKA^I
DI
RED-I.
CESCO
5.9
fcnillìmo mio
ancora
Signorerifulge
quelladi
far
nobilmente
n^antener
provvedutici'ogai
di Firenze
la
pianra firaniera i giardini
e di Picuriofo diletto^
non
e
già per un vano
,
5
^
per lo folo benefizio di coloro
fcrivono le diverfe nature
e
fligano,
che inve-
ma
,
j
prietà
pro-
e
delle
piante
E' già
cbe^rralafciate
così
lurighe'
tempo,
io ritorni al primo
digrcffioni
e
principal
filo del mìa ferivcre,e che con
ogni affetto
io vi preghi e vi Tupplichi
di nuoa- voler
vo,
ibpraaltre beftie ferite dalle vipere eC
della voftra Pietra dei
pcrimeatar la natura
re
icrpentc Col?ra de Caheh
.perchèfé dopo moifatte,toccherete eoa
prove accuratamente
.
,.
,
5
,
y
mano,
che
oYìz fia
veramente
dotata
virtìi da
di
tanta
i morii
e
poter guarirele punture
animali velenofi , farà neccflfario,.
che dì
slegli
buon
^
io- coiifcffid' effermi infino
cuore
pietraeifer delle
ch'io mi
Ij?, e delle legittime
5 e quelle
falfe e
di me y ciTer tutte
appreflfo
ingannato,e
la voflra
,-
a
qui
buovo
tro-
adut
fé per lo contrario voi rinverrete
abbia vir-r
la voftra Pietra non
che anco
,.
ti^ alcuna
godremo unita:mente della gloria
aerate
;
E
,
di
aver
ta
una
ritrovata
menzogna
una
^
di
e
verità;
che
avere
fvela-
talvolta poteva effcr
caH
-sr
ÉSTERIET^ZE
6o
cz^oiìcdella
niorfo d^lia
che
o
ferito da
di
morte
^ATFRAU
qualcheGalantuono
vipera,o
dal
ferro avvelenato
altro medicamento
ogni
la fpe-
ricufando
aveffe fondata
,
rabbiofo^
cane
,
catta
di flia
ranza
in queftepietre le
guarigione
fon tutte
dirla come
io l'intendo,
quali,per
adulterate ,
,
fé pure fono fiate
chiamato
di quel ferpente
fattizie,
o
generate nella teda
o
de (fateloovvero
(^ohra
Cappelluto
Serpente
»
clic
non
,
potenza contro
dell'olio del tabacco
al veleno delia
,
e
delle frecce
di Macaffar ^ e fc di qualche
d' aleffifarmaco fon dotate , al più al
del Bantan
forza
,
anno
vipera
'
,
più fi può
o
concedere
a' foli morfi
contro
vagliafolainenre
quel fcrpcnre nella
che
,
di
,
tefta del
il nafcimento,che,
avuto
qualeanno
fcrive nel capicosì fenza giuntadi favole
tolo
del ferpente
Gen-to, della fua Flora Chinefe,il Padre Michele Eoim Giefuita appreffó del qualefìa della verità la fcàc ; perchè
ho
h\ quanto a me
come
vogliocredere
no
detto di fopra che queftenoihre pietrefie,
,
,
,
fatte
confermata
a
mano
da
;
e
molti
mi
tal credenza
valentuomini
che
,
vien
per
abitato nell'Indiedi qua,e di
lungaetà anno
là dal Gange, affermando,
che elle fon lavorate
da
certi Solitari,
o
Eremiti indiani ido^
latri,
cren
"NATVPaU
ESPERIENZE
61
itÀ tenace
catifìcicndi^
lapidi
s
3
provo fu
obfeauijs
ifqutnummi
?^redhtis^rM
cxior
fnira così
Londre
fs
pcquena
de cotr.?-^
picdra
de cobra;
llamafeefia^fiedra
e
".
alpunas manchas
tiene
echa de *va'ias confìcliones
y contrah"izjnU los logu/csque fon hombres
de culebras
pemienies;,
y los encantadores
es
:
njenems
m'ircud dt:oira
la India :
:
Lianeas
..
.
en
^ue ay
de Lm
y
centiksy
id
"
cenerepojìmt Vn' altro Padre Gicne
parla in eerte fue relazieni
la
(jui
a
s
,
j
ad-vene
nuliisaut
tit
s,3
,
"
»
al^unas
fé dizj o^ut^
fon
nafen en, la cahezjide la cutebra pera ejias
rt'erdes y efeuras en
d (fen^erdad fon piedrasre
d^ eftasartiferales
nt
y todas tienen U mi fina
qt'.emoran
De
Dm
en
y
»
"
t
:
,
es
:"
Delle
ri'irtud
»
vedute
pietreverdi
provate f ma
dell'artifiziali
mi fanno
y
ne
/è
con
io
non.
che
quefte,e
virtù
7a
mi
'y
e
che
bitar
ragionedu-
molta
.
lio maì
la fteOà virtù
anno
fortemente del lor valore
dire, che
ne
Anzi
(lo per
rifolvo qua fi quafìa e Federe 5
quellefieno affattoprived'ogni
quei loguffilenodella
de noflri ciarlatani"
o
cantan
ik^Kà
raz.-
banchi; conci of-
facendo
fiecofachèvadano pc'mercati dell'Indie,
mcflra de' ferpcnti
e
cappelluti
j
gliportino
al collo, calle braxrciaj.
avviticchiati
ma
però
afferma Garzia da Orto ) avendo prl( come
Mia
cavato
loro tutti i denti,
e
fpo^t
avendogli
gliati
REVL
FRANCESCO
DI
^3.
d' ogni veleno :
E può efiere ( ed è
giiati
che da -queiii
in
mia
ferpenti,
iinmaginazione)
così fatta guifapreparati,
fi facciano poi mordere,
inedichino quellemorfure con
Je piee
dieno ad intendere per vera ia falfa
virtù di eOfe
Scmenres csbras èie idhtlojfcrive
ere,
e
cosi
.
circumdei legnoferpcntino,
capitolo
cjmdam(^log^Ass
appellant
jerre
jolent
Circumfcrann
^ cineré us féfé Affero ente s
Jltpememendie antes
hac rar-^ne njenerandos fi p fanSiimQmce
utuU
m
orrmes
fvulgo
pr^ebeant Circumeunt ijli
regiones
mtmere
(gr non niiiliex ijscinuUtomm
funountur
hos fìv
£efiant^ite
pentes qt*os demulcere folent (^
dentihm ) "uul^
collo aprare ( priustamen
exernptis
eos
ne
nocere
S"3 perfuaàentes
fé incantafje
pofsmt
Ma
bifognapure potràdir qualcuno,che
fo quanon
queftepietreabbiano una certa
le,
Garzù
nel
,
o
»
,
»
»
:,
^
.
,
,
amicizia,o nimicizia col veleno;
effe
ed
3
vi fia
il veleno
,
corrifpondenzavcdendofi
fi appiccanotenacemente
a
non
un
fi attacchino
,
fi
Non
•
ma
foggiugnereche
egliè
elle fi
-
avvelenate
non
ftro corpo
altro
,
che
ed
,
a
fieno
liquorebagnate
,
può
ÓÀ
che
,
rite
fequante lé
negare, che non
ncccffario di
attaccano
tutte
di
tra
tutte
ben
,
che
fo ch^
chiaramente
,
attolFicace
e
le
poi
alle ferite
partidel
no-
fanguemolli o dì
quellaftcffa ragio,
per
ne
,
ESTERlEnZE
"^4
^AFFRALÌ
Ji
quale fi appiccanoi pancllini
terra
figliatae tutte quante l'altre maniere
di bolo
In fomma
rimanilo fempre più
llordiro di tante
ehe giornahiìenmenzogne
ne
per
5
la
,
.
,
te
fi fcrivono
nìcdiaiàrenci
,
e
che
il
dalle
,
e
daglialtri più
intorno
nairano
d' altre
terre
lontani
,
a
e
que'
mare
,
conofciuti
men
paefinelle nort!?e contrade fon portati,
poco
importandofc 1 falfo o 1 vero fi racconti
cofe
inaudite
e
purché nuore
quafiquafi
uiiracoloie fi rapportino
j immaginandofi
ogni
uomo
cuo
per qucfta via di renderfi più cospie
piliragguardevolee d' eflere ftimavols^o
to
più dotto deglialtri dal femplicc
che crede quefteba|e con
quellaftefla fede,
la quale i rozzi Caftellani ài Certaldo erecon
de' carderon veri glieffettidella penna
e
boni
moftrati loro da quel ribaldiifimo iagan,
,
,
y
5
y
,
j
mentovata
«latore
ione
.
chi
E
"^'a
dal Boccaccio
fé F Arioflo ebbe
a
nel Decimedire
.
kntan dalla fifapatria
n^ede
Cofeda quelche giàcu dea lontane
che narrandole poinon fé gU crede,
rimane ;
E
nt
(ìimato
biigìardo
che 7 njolgo
non
glinfuol dar fde
fiocco
^
Se
mn
li
njede»
e
tocca
chiare
,
e
ftane
»
Mi
rendo
Mi
che
certo
non
da
con
la fchiettezza da
Ùlvì
chiamati
che
che
lenti
van
e
lo
meno
,
ifcìocchi,coloro
fede
dar
a
comodo
è così
per
o
non
ciò
tutto
a
di
vicfl riferito delle cofe
qualinon
e
lui nelle Satire ufata
^
5
Storico
,
aveflc fcrirto ^
Poeta
avrebbe
da
£e
y
,
que' paefi
ne'
,
il gir pellegrinando
per rinvenir delle co/c raccontate
Vi dico per cofa cfpcrta
le vera
,
la verità.
.
femofi
dall'Affrica ,
medicamenti
e dalle occidentali
orientali,
7-ione recati in
fra
mano
fon
di
di
ranno
mando,
e
me
forfè troppa
creduli fi biafime-
,
che,
e
,
per
mormoreranno
ne
,
cfcla-
gotfa, e poco
troppo
di
proccuro di fmiriuirc , o
una
con
fmcerità
politica
il credito
togliere
che
retto
anno
valore
niun
Per
•
,
mi
tal mio
riufciti
ni zelanti
grandeefpetta-
con
non
,
dall' Indie
mi
alla prova
dire,diver fi uoniir
e
y
Europa
che molti
,
a
invecchiata
quelledroghe medicifiali,
confentimento
di
moki
do
camminangrandiffimo
j ma
io per la via d' un-efperienza
libera, e
non
loro, adattandole
.rifponderò
appaifionata,
al ì\ììopnopofito con le paroledi quel nobilif-
Autori, lo
anno
,
,
fimo
?
Satirico
vii
Fiorentino
.
I
Dttttéjttc
VEKìEViZB
ES
6iS
Dptnctie tua
io
Cn
chiede
impsriofa
T^cglia
,
'ncel/ette
le pa/loje
al mio
metta
,
piùla/corraeh'tituoccchtoT-ede ^
impaccie qitefte
nojc
fida ^ne/ìi
W^
Chi
j
"
ha
n/ericànon
La
rvuol tenere
C^A
eh
^ATFRALÌ
giàper
s
oggetto
in prezip"jmlk
gioje"
fa gran di/petto
ejjendo
gli
falfì
9
chi
arreca
dellea/ere
»
e
lefita
finacca
»
al paragoneillor difetto.
Moftranda
è però eh* io non
Non
fappia e non
ficili
provi giornalmenteche ì cfperienze
più difno
intore
più fallaci fon quelle le quali
y
,
,
,
alle coic medicinali fi fanno
fachè
grande
una
compagnia per
più tutti
lo
fiate avviene
fpeffe
fi nafcerc
re
e
uno
i medicamenti
ftcflb male
e
;
rof-
darfi molte circoftanze
poffan
di luogo o di preparazione^
o
di tempo,
o
d' altro le
o
y
ad
che
ac-
gioni;
corpi differentida diflercnci ca-
in
che
e
,
conciofficco-
incertezza
generale
e
*
:
,.
qualinon
impedire 0 a
)
le virtù delle medicine
ben' offcrvate ficn valevoli
mutare,
;
o
a
Contuttociò
fminui*
do
quan-
di certi medicamenti, dopo molte prove,
fatte con
e rifatte non
diligenza
riprove
,
,
,
fi vede
pur
Nel
mai
effètto alcuno evidente
,
del lor
fofpettare
ragionevolmente
numero
di
animale
è quel!'
quelli
bifogna
valore.
col gufcio
s
REDI.
FRAVtCBKO
DI
s-j
che nel Brafcio,quafifimilc alla teftugginc*
fil,e nella «uova
Spagna è chiamato Taton^
J^rmadtlh deferìtco dal!
e da gliSpagnuoli
-
»
Oviedo, da
Giovanni
gio
Lerio
,
dai Vormio
,
Martire,dal Gcfnero
Pietro
Mufeo
dal Ckifio
,
alcuni,che
DicoHO
fcorza
il fudore
dal Nierember-
dal Settala nel fuo
e
.
della fua
,
da
,
o
,
ma
digam-
una
gufcioprovoca
coloro
a
bile
no-
che
,
potenteme
il
anno
che un'oflìcino della fua
e
franz-erej
mal
da
co-
meflbne
e
polvereimpalpabile,
nell* orecchie
vale
un
capo di fpillo
te
infallibilmeneia guarifcc
alla fordità,
ridotto in
quanto
,
contro
è
Tutto
;
favola
mera
,
che
della
GuglielmoFifone non
virtù di quelloanimale, ma
fe
ciò che
forfè da
a
,
fcritto ne
ed il Ximenes
eglinon
ne
,
aveva
Raccontano
diflfeparola
fé
rimi-
ne
il Monardes
aveano
modeftamente
conofciuta
confeflando
,
,
che
giammai fatta efperienza.
alcvni altri, che
un
certo
pe-
fce de' mari del Brafil, che per efier fomiglianè
ndla faccia alle donne, da gliSpagnnoli
te
PefieDonna , abbia V offa così pregne di
chino
virtù,che portare addoflb in maniera che tocimmcd/atamentc
la carne
viva,riftagnano
ognipiùrovinofo Huffo di fanguc,che da qujldetto
fivcglia
vena,o
trabocarteria precipitofamente
I
a
chi
,
nÀTt^RMlI
ESFBRIBN^S
6S
di coftoros lo ferivano
Oltre. U raccónto
-Cibi
.
Autori, fra' qualiil-Padre
molti
ancora
della
Trinità
fettimo
Scalzo
Carmelitano
lippo
Fi-
nel libro
de' Tuoi Via^^i orientalilunj^amen-
favella
fcguenti
parole Fi /òall'Ifot
alcune Siime
a
Amor
m.
mafsimsnjicmo
/e-»
dt S. Lorenzo mila parte orientaU deW Ajfrica
Donne
fichiamano da Tortughep
Pefci
ilualt
per^
in pefc"L^
ihe dalla cintolain giùfi termnana.
Som
in molte cofe
JJ ojjalorofirroono
ftraordi
nariamente freddeficchè
piglrajfj
fé ^léaUheduno
dt ijuefìi
non
mentre
uno
fi glica^ua fanone,
ofiiy
fifermapelfreddoche il braccione
filoti fangtie
//
riceve, ma
njena
ancora
fi gelanella fiejfa
neW arterr./^
^Viceré dell'Indie fu una njolta ferito
dal cerufico
e
quandonon n/ era piùrimedio per
deute di
la fia falme glifiMede nellemani
pefce ed il fanguedell'arteria fifermòfu-quefio
Ubero dal pericolok^ft'ojfa
hito,e re fiono
g:oliai mo-vimctì'
molto per la cafiita^ed
a
reprimere
ti carnali anzi rendonogliuomini impotenti
e fèrdel corpo»
in molte altrecofe
njono
per la falute
lavorate di queft'
offa,in diVarie corone
duca
verfi tempi fiiron donate al Ser^^niffimo Granin
mio Signore,le qualimeffe da me
te
ne
le
con
.
f^
"
"
,
.
.
»
»
:,
.
*
un
*
*
.
^
"?
opera
non
mi
anno
mai
della mentovata
traffegno
dato
un
minimo
con-
loro potenia di fta-
£ST£RieNZ£
70
(6
laghidel
ne'
vieni
andiri";uorc, e ncgf*
intrigati
de' canali Tanguigni
meandri
lo la-
e
,
Icio
fiArrRAu
,
confidcrarc
chi
a
fior di
ha
ragJQnc
.
poi ali*aprireuna vena, e far si col
che il fan.
dente,o coli*offa d'Ippopotamo*
ne
è imprefa,che
poflafcaturire,
gac non
facilmentefi può far vedere
credere agi'
e
che fono uomini di buona pnfla ma
Indiani,
non
giàagliEuropei,fé perònon foffc qualche
gannar
la qualefi potrebbeindonnicciuola,
femplice
ta
coir aprir
la vena-, e pofcia
due o tre difotto queirapertura legare
ftretramenrc un
perchè
pezzetto di queldente, o di queirofl'a,
cxftofto il fanguecefferebbe di fgorgarne;
ma
Quanto
,
,
fimilmcntc "
ferebbe
mano,
di
fé il corpo
ferita ;
conviene
tre
,
non
e
del dente
di
vi fofle
della
vena
in modo
gue
il fan-
che
,
la
penetrare fino alfi
mokiffima
lode , e vera
e
fcorrere,
poteffe
non
do
vece
ia
appoggiatoun dito delfé legatovi fofle qualfifra
o
pezIcgno^o ài metallo, purchéftrignef
Cavai marino
zuolo
fé in
a
di
Onde
voi, Padre Atanafio,che pofleden-
quei denti,come
libro della
magnifico
le
riferitenel nobiChina
illufl:rata
,
delle proprieaffermato cofa veruna
tà
riferbandovi faggiamentc
di quegli
a
farlo,
,
avete
quandone
avcretc
prefala fperienza
.
f^os
Jknies
RED/.
FRANCESCO
DI
dentej huius fini
malis
MufiO cxhinojlro
in
terms
ji
nec
tjuidem
IcmuSjtjuont/n
experimentum
ijua/itatis
dum fvmffmus (juod
uhi fecerimus
tnnc
un"r^
mirifiche
miclitgd"
^Kaiifatis
ejuo(^ìieracicnem tam
:
»
»
htmus
,
Ncirifola
(li,ed
di
in altre varie
chiamati
cjuacici
Iguane
Fifone rifcrifce,
che anno
certi ftef-
trovano
irinaci,e difonefti lucertoloni
,
Bra^
dionale,
meri-
partidell'America
fettentrionalc fi
e
McfTico,nel
nel
Cuba,
o
raniarri
a-
de'
qualiGuglielmo
to
molnon
una
pietra
dura nello ftomaco
e
grollaper lo piii
di gallina Altri però at
quanto un' uovo
fermano j cht la generino
nel cervello ; e tra
,
,
.
cili Franccfco
bevuta
al
Ximcncs
pcfo di
fa tcftimonianza
dramma
una
in
,
che
qualcheli*
ri
conveniente, fana mirabilmente i dolo*
avendo virtù diuretica,di romper
nefritici,
la
pietra
quore
,
fone
e
d' aprirle
confeifa di
Il Pi*
all'orma
vie
.
av.rla provata.
rembergio,1*Oviedo, il Gomara, il
e
Giovanni
Io r ho
verun
frutto
fto mio
di Laet
provata
Il Nie-
non
non
in molte
ne
fanno
Vormio,
menzione.
ma
occafioni,
fenza
immaginabile
; E di queal
debbo l'obbligazione
ne
difinganno
ne
signorMarchefc
pure
Girolamo
vorire
Biffi,
che, per fa-
ebbe
la mia curiofitàncll*efperienze,
grado
a
J^JTFKALI
ESTEKIEÌ^ZE
11
grado di
donarini
fc la trovai
una
di
quellepietre
.
inutile; inutili/rimaconobbi
Mti
an^
un' altra famofa
pietraprodottao nel
nel ventre
di certi ferpenti
affric
ani i
o
capo
che nafcono in Moinbazza
pacfc della cofta
di Zanguebaf
che tal
; e
pure vien riferito,
camento
medie fperimcntato
pietralia grandiflinio
,
le donne gravide
con
per far partorir
la
preftezza e fenza dolori quando anco
foflc morta,
ad una
creatura
legandola pietra
delle cofce della parturicntc;
avvertenza
con
però di levarla via fiibitodopo il parto, perchè
eli*è cocontinuandofi a tener vela legata,
sì
rebbe
grandela forza di qiiefta
pietra che tire-
Cora
5
,
,
,
,
fé fuor del corpo
fcere della donna ;
Vicn
quante le vicreduta parimente
tutte
a
miracolosa
per
bere
nel tempo
fifmo
;
mandar
via
le febbri data
della declinazione del
a
paro{^
i dolori colici,
e
per guarire
per ifcacciar via dall'animo ogni malinconia,
ancorché
e
folle cagionata
dalla
ne
del Mondo
ipocondria
al Screnifiìmo Granduca
piùfine,e più folcn.
Ne
ìu donata
Ferdinando
una
Secondo
sferica,
e di peSignore,ed era di figura
(b intorno a cinque once, la qualeè fiata da
me
femprein vano;
provata, ed efperimcntata
Ed è pietra
e comper di fupra bernoccoluta,
pofta
mio
REDI,
FRANCESCO
DI
75
l'una
poflad' infinitesfoglie
(bprappofte
nltra
gli
pietredella refcica deche nell'Indie orien"
quell'altre,
ammoni
negliftomachi de' garrim
fono
come
,
uonmii,
tali fi
aJI-
e
trovano
le
delie pecore , de' cervi , de' daini , ed in
altri animali ruminanti domcftici , e falvatici
;
^
neir Indie occidentali
E
vigogne,delie tariie,
fon
Je qualitutte
le
ftomachi pur delnegli
de' guanachie de' pachi
,
da
noi chiamate
tre
Pie-
5
Bezaar
che
Colui
la donò
la
,
.
teneva
volle sccompagnark
fiima
e
-griandiffima
la fcguente
fcrittura.
con
Tara
ejìapieHray fi efiìme
que fi cono/ca
dire it qtùfiinjAÌor»fu ^ìrtud, y d ymdo (omc^
della
^« primevo
lugarlUmafi^.
fi d€ij£ ufitr
m
ejìafiedra
por(u0iesPeàvA de Cchra de J^omdizjn
^^ cahezji
otros
hazA C*'^^fi
come
^^
in
,
»
»
*
»
.
en
ci
»
di las culeiras^
que ay
'uenìre
en
Màmlpa-
mui raras,
y
pledras
finefias
de mucho n,alor/ y ejjano fi allariaalla
ejfi
las Indias
En
-por
0
de cen
Tardaos
que njalen poco menos"(jue
"Tatacas por fèrcada Pardao
cen
que por otro
ncmkre fi llama XerafinfeteRealesy medio de
menos
»
,
,
^
piata:
Otras
mas
piedrashai d* efias
pi^ttenha
s
tienen la mifma ^'irfud
9nas
qu'e^'aien menos
£n
Suropa no fé que hayamas
que duas^ y cJla
cktlas
Efia
K
cs
una
.
^
,
ESTERlEtZZB
74
^ATFRALI
amente
£pa pedratiene frimer
fZ'irtad
para ha^
zer
e fin dolor/ e
partr las mtigere?con facilitad
ha^e que la crianzji
cn
fé e the aunque féa muerta
el n.'entre
Para
efiofi dehe It^ar
una
en
pisr^
.
na
wusla
0
,
»
menos
de
un
palmo del
collo para
cima de la parte de dientro/
peritunto cm? ta^
u"uiere fiali
do^j
CYianz^
fi deije quitar
lueg»;,
porque
la Madre
tcndrà peltgr
en
fi uri'iere difiuido
eflo:,
de a'tda
porquele hard puroar todas las
»
entrane
has
.
efiapedrapara doloresde^colica^
y
la qual»
€S
maranjillofifia
efiadotenzja"
para quitar
de calentura».
procede
fii
fi de^e tornar en agua y
de frio fi denje tornar en n;in"fse quanfiprocede
do
la raiz^de la dolenzja fipuede
no fi fiabe
toSir^ve
mar
,
,
agisa,parque de fi*natmalezjies caliente,
de fio
y fimpredarà ht*en effeEla^
aunque proceda
El moda de tornarla es malienda paquttade a
que-^
mar
en
.
etra
fa pedra que facilmente
pedra^
fi ha^ fif"pra
maiada con agua a njinOyy defipues
fi he^ve camo
atro ccntra-ponzonha,
qualqufer
,
"
Strnje
mas
para todos los doloresdel
n^entrt^
de indigefiion
procedidcs
ep0
y njentofitad
y
fi igealacon la pedrade puerco efpmo y fi to^
,
en
;"
•
ma
come
del
mifmcfmoda
en
agua.
Sir^e mar para quitar
todas lasfibre
s tomandofi
dichoen agua en la declinAzion^y
hazjmas
efia
fudar^
'
Sir^
SiYrue
de
flezj"
mus
cdrazpn
,
a* mecficam^nti
creduta
chi
E
..
fi
torno
in-
raccontano
moderni^
anno
per
io
di Momba?a
pietra
rienti, lo ha
quanto
no
intor-
fuor apportare alic partuài pcfo da coloro , che
che
xiW utilità5
che
s' avvede:»
non
coftui della fua
narra
che
origineda qualchenovelletta fcrirta,
da alcuno degliantichi creduliiìimi
piùavuta
Scrittori
75
toda melancolia,y tripara quitar
hen^'idaen wino ạuado,
I favolofi trovati
e
REDI.
FR^mCESCO
DI
tolto
fognarono,e fcriffero le virtù della Pietra
Aetites dice il Vormio, che anch'
;
aquilina
dicatum teflatur
partmentthus
eglifé le crede
Plmius (^ Galenus non
rejragante
€xperteniu^ /
fcetumin ijsreti^
fniflro
namcjne irachioalligatus
Inoh
net
(\Ucead ahorturn funt prodirues uteri
bricitatem Temporepartusfniflro
pmori alligata
cuius experienminuit ac partum Acceleraty
dolor
es
in hac urbe feci adhihitatenia fede
ttam
fepius
o'zi colinnhwimagnitupar*vultts
£ft enim (Jeodes
dine
ho^
mah
in cafbus
cuius effeclum
dcferatis
matrona
neflce
feptus"z;iderunt Sed ubi partus
Obfèr^^ai^'itnam^
excideritfattm amonyendus
^
,
»
»
»
.
"
•
"
ce
»
.
:
ijue Valeriolatam
excedat ni
fus
,
n^ehementertraJnereut
,
mature
remo'ueatur
»
ute-
una
ferente
reeo
efuod»
Fonfòni huberti
coniugi
tradens Upidemfemori
aUigatumeia*
ijU£ olplirvioni
I
K
i
pfamatrice extincia ejì
»
accidit^Valentia
,
»
,
t"I affralì
ESPEKìB'NZB
7^
fon cocccdrilli dell'Indie
deferirti da Niccolò Monardes y da
I Caimani
ron
da
Giacomo
Nello
ftomaco
Fifone
akri
molti
Bonzio
di
,
una
gran
,
fce il Monardes
i
,
tenuto
gran
un
glielmo
Gue
da
quefteBeftic
(Ìi ciottoli di
quantità
effe inghiottiti
jVi?'
fW/ per quanto
fi trova
da
•
5
fu-
;
conto
fiume
riferiAa
gli
di color!):,
che:
da gì Indiani per fertiizjo
Sfagnmli:"e
la febbrequi(rtana cenciopiecafachè
armo
do
applican
:
,
ed aW altra delle
all'una
que*ciottoli,
la quartana o s alleggerifce
mente
grandeiempieeejja
il
è di ciò fbg-giirgne
il calore di ejpt
s
net
Monardes
tie anno
perche
efperienzjt
grande
do^ve 'Tjeni'va chi me ne doni due di ef~
naviglio,
medio
rip» ft*medicato^un Adonaco il qualecon quejìo
la
in tre» o quattroaccej/ibni
rimxp liberodaldue rc^'olte
in
un^^
y ed ie gliho pro-vati
febbre
e
fanciulla
quartanaria
pare che non fentatanta
alle tempie ma
caldo mentre
nori^
glitien legati
che fa
le e cejjata
la quartana :
Jslon fi quello
da quiacanti
Se il Monardes
aper feguire
veffe continuato a fcrivere la ftoria di' quefta
due di
,
^
,
"
,
,
y
:,
,
i
,
aveffe voluto fcrivere la verità ,
avrebbe potuto riferire la
m' immagino, che
fanciulla
,
o
queftomedicamento da me piùvolte
folamentc nelle
fenza profitto
non
efperimentato
eziandio nella pietra
febbri quartane " ma
vanità di
delle
7^^
gura,
e
zagro
,
ESTERIE'RZE
^ATVKALI
di color di penne, è fimiliflimad Boz-fafcia nera
fé non
in
quanto ha una
quellaparte, nella quale il
capo
han ,
nel jBraiìJ
e
,
Nafce
.
e
collo lì unifce al
fi chiama
HAmo^
dicono efler queftiil primo, che fia
(lato portato
America,
e
vivo
in
Europa
i Porcughefi,
che
I Gentili di
.
abitano in
le
quel-
affermano,che la rafchiatura deliparti
^
unghie, e del becco bevuta è uno de più
potenticontravveleni del mondo 5 e che le
Toffa anno
e
ftcfla,
penne, "0 la carne
gran
virtù per guarire
molte
Io non
ho per ancora
ne
Contuttociò fperodi
E
e
diverfe infirnìità
»
fatta la
fpcrienza.
far quanto prima.
poterla
oiferueròminutamente
quanto primaancora
un' altro animale quadrupede che venuto
,
pochigiorniù
,
dal Brafil,vive neVmedefimi
ed è quellofleffo,
che da Gugliel;serragli;
mo
co
,
Fifone fu chiamato Capykàr/ty
Por^
ovyero
di fiume
tenzione
^ e V oflCerveròcon
particuUreat,
abbia
perchèparmi,che Guglielmo
molte cofe necelfariea dirfinel detralafciate
fcriyerlo
.,
lor coda
gli.elefantinella piccola
alcuni peli,
o
per dir megho ferole nere. trafparentidi materia quafioffea ma pieghevoli
Se tra queftefecole nere
fé flc trovi
quaU
Anno
,
•
,
REDI.
FRANCESCO
DI
'
75
è tenuta
delle bianche
in gran
c|nalchcduna
e
parricLilarmen
pregioneir Indie orientali,
,
nell'Imperiodi Siam,
e
trovandofi talvolta
dove
fi
di Zeilan
nell'Hoia
degliElefanti
,
chi
bian-
di
parimentemaggior quantità
queftefetole bianche , delle qualique'popoli
fc ne fervono per guarire
dalla fordità,
tenendone
un
pezzetto a gaifadi tafta nel forame
,
trova
dell' orecchie
Credono
.
eziandio
chi
che
,
porta al braccio
reftì libero dalle
manigliodi effe fetole
vertiginile qualipiù non
dal-i
pofìaricever nocumento
infette,e peftilenziofe
ufato lungo temche anno
po
un
,
ritorninole non
l'arie maremmane,
alcuni
Conofco
,
quellomedicamento, fomminiftrato
Don
Antonio
Morera
acuto
pili
/
Laonde
della
Canonico
Cattedrale di Goa, ma
non
anno
ftata b
dell' udito ,
perfezione
provato
gnor
dal si-
mi
mai
ne
racquilo
anno
nato
fento incli-
queftorimedio fia
come
e
vainutile,
glialtri foprammentovati
Ed in vero
«ella fua
ho
:
Filippo
Pigafetta
fanti
defòriziorredel Congo parlandodegliEledelle fetole della lor
di quel Regno,
a
credere, che
anco
,
e
coda, fi contenta
di
che elle fono
affermare,
a
appreffo
quegliAifricani fo-^
perchè fono ufate negliornamenti
in gran prezzo
lamente
degliuo;nini,e
,
delle donne.
Il
NJ7VRAU
ESTERIE^^ZE
Sp
il
Antonio
Don
fopraddetro
mi
Morera
del Malnbar
montagne
certi uccelli neriffimi^ fiiiìili
a' corvi
aifermaya,che
abitano
n^lìc
de' qualifi trovan
-ventriglio
di diverfa figura,
moke
colore,
e
pietruzzole
nel mezche legatein piombo
zo
jo
applicate
lor
della fronte fimano mcontanentc
ogni doda qual fi vogliacagione,
di tefta nato
di quel paefe che
che perciò dagliEremiti
ci'Eufopa
nel
5
,
5
,
mercanzia, fon vendute
fanno
ne
che
; ed egli
,
prezzo rigorofiifimo
due apprefio
di fé,ne faceva un gran
legarea
ne
avca
Avvenne
conto
in
capo
.
che
fui
eia
forprefo
per termine
lafciai perfuadere
da
pochigiorni
,
una
eiTo ad
una
applicarmi
fuddettc pietre,*
l'emicraniapiùodima
che
nata
a
folitamia emicrania j
di creanza, e di civiltà,
mi
onde
delle
così btll' e
mai
volle fare il Tuo
corfo
delle
con
grandedi quel
maraviglia
ventiquattr'ore
il qualev.olea pofciaindurmi a
buon' uomo
credere»o che io era il più sfortunato di
tutti gliuomini, o che i dolori di tefta degli
di quedella ftefla natura
non
eranp
Europei,
gli
che tormìentano gliabitatori dell'Afia ;
fé quellepietre
non
Imperocché(foggiugneva)
ra
avcflcro avuta
qualchemirabil virtù* la Natu,
,
;
che
non
opera mai
in
vano
,
ne
fenza
qualche
FRANCESCO
DI
7?£7"/.
fine particulare
qualche
non
pafsò a
1
le avrebbe fatte
,
nafcerc ne'
8
di quegliuccelli5 quindi
ventrigli
rammentarmi
virtii della Pict:a
la
Chelidonia,che fecondo
Diofcoride
fecondo
,
Aleffandro TralIiaiìO^
e
Apollonioappreffo
condo
che
5
rifcrifce l'Autor
fe^
del libro delle
attribuito a. Galeno, fi trova
ne'
Incantagioni
de' rondinini ; e la virtù parimente
ventrigli
della Pietra Alettoria
che pur nafce negli
ftomachi de' galli della quale;
Plinio,AleEin-rias njocAnt
in ijenmculis gaìlmaceQmmin^entas
Mtlonem.
cryftalli
rpecie»
fd"£i(luiLfis
jna^nitudme
€rotonienjèm
JmJJÌ.
ufnm in certamiml/us m^iElum
*
5
ri'ideri
a.wlmit
Soliqo ; ViciorJlJtloomnium,
tradnur
qu^ olinjit^lecl"hia^ufus
E
.
certamitìum
:,
crtftdllina,
ffecie
fah^modo,
qui lapis
"uentYÌculis
in'uenitm
ceorum
pr^liannhm Ed
.
un
Poeta
m
"
gdlma^
ut
dtcunt
copiatOrdi
Solino.
aptt4S
»
»
»
im gdlorum
in njentre
lapillus
Eft(^ Alecloì
Z/t fdha cryfiaìli
fpeci^^puonannhus
aptus.
»
Io
me
ne
rifidentro
ì\ mio
5 e
cuore
con
lui
a
perfuadcre
che quellepietre
che
nafcevano in que' ventrigli
ma
non
elle vi fi trovavano,
ma
perchèerano (late in prida elfi uccelli,i quali
cran
non
inghiottite
le
foli ad aver
quellanaturalezza d' inghiorcir
U
pie-
cercai
ogni piacevolezza
di fargli
con
toccar
mano
e
di
,
,
,
NJTF%iU
ESTEIUENZS
^z
che F
ma
pietre,
F altre
ancora
higo/avano
necellr domeflictii
fpezìedi
y
vaticlTÌ; Ed effettivamente
fo
gilde feci
nate
vedere
quante
faie
poctógiorniappreC-
i=n molti
^
molti;
e
trigli
ven-
differenti generazioni
di volatili,
e
dì
nelle Gru, le qaali
avcana^
ne
ve
fpeziulnTente
una
grandiflima"
quantità.fiffblini lb"
Che le Gra ingozzino
qtiefii
,
accennò
addurne la^ cagione
EliarrOye voile amo
afferiBando,che h Grir,:quando nef
dell'Autunni
il-mare
paffir
voglron"
per
in Affrica,.
rnghiottonO'
queftepietre
and^rfene
{txvcyx loro
e
e
yV le quagli*
per cìho
tempo^
,
,
?
zavorra
per
1* impeto
contro-
de'
venti
.
fi'cTOHuerfiotJ
»
E'
frivolo?
y
z
giudizioil Atro»
niio^
Efiano,-conciofllecofachè la Gru.
te
E
una
non
fola
anno
ma
pietruzza,
ingliiot-
non
molte
,
e
molte;,
è credibile che ella:le
5
cagioneddla
ne
di
,•
zavorra,;
mentre
nel
continuamente
inghiorta
per la
reggiamo,che
tutti gli
ventriglie^
domeftichi, e che non
volano, come
ed in parr anitre,1* oche, i galli,
le galline,ticularc gliftruzzoli,
d* uno
nel ventrigHa
de'
uccelii
ricordo
dì
libbra mcfcoJate
con
mi
quali
averne
trovate
di
pezzuolL
più dì
ferro y
e
tre
di
?
rame
Rèdi:
FRANCESCO
DJ
Clic
le Gru
poi
,
accortiiTimi
viatico del
, per
fi cibino di
a
na
Samuel
tura,
e
Bociarto
la
le
del
pairaggio
^
coia
re
ma-
jX)fToa
tanto
ftra-
bitò
che rcìl'Lerozoico,du-
,
foile
^^^s-vo
y©ce
il dovclTe
jI alo
animali
dcJIe quali non
pietre.,
fc nei teilo d" Hiiano
4?
che fono
fugo "di nutrimenro^ parve
trar
Sy
di ferie-
crror
U cena»
ii^nificantc
che
leggere«Ti i!,-7jvov
"
vale
quello,che nofì effer cagxon dei fmio y come
fendo forfè cacciatore " credeva the foffe vero
-quandoalcune
ciic
^
fentinclla all'altre ^
m
fol
\xn
un
gano
piede
e
,
che
delle Gru
dormono
,
fanno
elle ftieno
coli*altro follevato foftenle teiiga fvegliate
:
ferire il Bociarto
Elidnus
faflo,acciocché
Grues
cpfm
JtacjHe
Uplhs n^^rare
»
dicit«?
»
^^^ SfiTTPoy,
xal
't^^'J'
7rf%
n;"tdendt4m An
\(jLlBo?oLq
^
i^fJLoL
7càv^ éiv'i(juùv
ne
Ì€i7rvcvle£Ì
dehiAt ^ìvttvovìproprerfemnum
hus
prò
:
rag
prò
L(H-
ejjè
prò cocna fz^aldeahfuydurn
Sid njcluitforte
AElianns lapide Crtà^
T/)rari vcn
fclum ut n^cntum trarffi'clat
e'-uo^
fakurra
fint fed ^ ui mari trajefìo^
Gmttus
enìm
pillcs
eli
la
s
:
a
"
fcmnum ejua r adone dtximus anendt'm
infern^iantChe le Gru dimorino talvolta in
la fece vedefol piedeè cofa veriffima,
re
e
un
ad
min
"
»
.
Chicchibio
cola
nel
cuoco
a
Currado
pian di Pcretola
La
«
fé
Gianfieliazzi
non
mente
Boc-
il
N Jr FRALI
ESPEKIE^ZE
»4
Boccaccio
faflb in
un
lo
non
che in
ma
;
elle
quel tempo
piede,i
quell'altro
voglionmai
credere
facciano tcftimonianza Plinio
gano
ten-
ri
cacciato-
ancorché
"
Solino
,
,
ne
co
Plutar-
quando pur anco'foffe
veriffimo
che propofito
le Gru anno
vero
a
nel goza
o
portare quel faffo nel ventriglio,
zo
j
File,e Zcze
E
:
,
\r£iì di la dai
tanto
con
mare
fcoiriodo di
doverlo
tri
pofciarivomitare .''quaflche neglialpaefinon foflero per trovar
pietre E' in.
nondimeno
gcgnofiffima
la correzione
del Bo-
contuttociò lafcerei il tefto d" Elia-
ciarto, ma
ne* Tuoi
puri ed antichi termini : E fé io
avcfll il prurito,
fi coconi' oggi foventement
ftuma, di far dire agliAutori antichi quello,
no
che
,
ne
fogniaronoaffermerei
meno
,
che FAm~
ragionefi feruì della voce ch^vp-:i"
// cibo, imperocchéforfè avea
cofignifcante
nofciuto che gliuccelli mangiano le pictruzrire
ze, percheelle feivon loro per far ben digeramente
chiail che poi è fiato detto piti
il cibo
da' noftri
da' Moderni, e fpczialmente
Arcadcm.ici del Cimento, da GuglìemìOArveo,
Corncho
i qualitcjigono
da Tommafo
e
tio
con
moira
,
5
,
,
che'^:ì
nello
digeftione
faccia in gran
delU
parte,
fì:omaco
fi ajuriper
ovveto
triturazione
5
e
uccellifi
degli
che
zo
mez-
quelle
pietruzze
fieno
ESTEniEJ^ZE
^(S
della fementa
pò
VtJTVKAU
che fivcgquellaguifa
,
ia
,
Fifa intorno
settembre, ed
mezzo
a
air ottobre, nel
d^iia {ementa
qual tempo,
,
intorno
è il
che
farebbe
non
di
nelle campagne
gion comparireogai anno
pio
princire,
i! di-
errore
che
le gru compariffcro
ve
in Tofcana, doelle vcrihcano il detto di Teocrito d yt^a, o^
cioè U
ùù^"T^ov
r
che
gru
/'aratro
feouita
quand'elle vengofl
:
di settembre
imperoe^
d'
e
,
tobre
ot-
nel noiliro
cri uccelli di
ne'
campi,che
terreno
è
paefe,comefanno molti alpailb5elle fi pofano per lo pie
^
fi feminano
e
razzolando
facendovi gran guafto,
fi
di que* femi che vi trovano
,
e
che
le gru fi
fcrivono molti
,
però
,
pafcanodi
van
iltricando
nu-
Non
.
fole biade
,
fi
molti Autori , ma
eziandio d' erbe
di bacherozzoe
pafturano
,
come
li 5
r
come
mi
efperienza
di efie trovai
lin^
5
avea
ad
ha
il gozzo
un' altra pieno di
infegnato Ad
gna
pieno di grami.
fave
Va-iiltra
;
nel
,
s' eran
e
d* erba
ventriglio
gran quantità
che mi parve trifoglio
Due
;
di fcarafaggi^
ed alcune
pafciute
di lombrichi
cinata
ma-
alnc
altre
gozzo d' un' altra trovai
quattro piccoletelline di mare, due lucertole,
di leccio ; e nel ventriglio
^ cinqueghiande
;
Nei
d* m' ^Ura vidi alcune chioccioline e4
^
tur-
un
FRANCESCO
DI
B,EDf.
87
effa tante
moft'erba^y
e
tra
p'jche pefatediligememente
arrivarona
t razze
di paifo non
effcndo mai
alle dye once
e
d«ir altre faddcttc arri-ie pietrede' vei"rFÌgli
2i\ pefo di fette,drarrvme Qùe-vate
o
otto
turbme
con
,
,
,
;
fte oflèrv^zioniiperò Je feci del mcfe
di Feb-'
ivel qua! tempo
bra/o e di Marza
partitedi Aftrica comparifconoin
le grit
,•
7
Tofcana-
per ritornarfene in^ Tracia, ed in Scitia : Ed
è cofa ctiriofa.
pi fapcrecon
quanta puntuali-
i giorni'
queiliuccelli'oCTervina ognj anno
della loro e om par fa;nel nollro pa^fe; L' anso
tà
i66j,
ie
prime
166^,
a'
1669.^
aj
tteflo'mcfe
di Fifa fi videro^
campagne
gru- a' 10. di Febbrajo ;- V amio'
L' anna
3^4.. pur di Fc,bbrajo ;
nelle
17.
;
Hirundo
^
fcmpa
^
DvvI
che
lóqct. a' 15.
della
fi può argomentare ^
molta
ragionez dire
(^ gras cuflodtertmt
tempuf adu/entfits
fto^'kjusDmtfni,
Noa'
mn
rmtis
paptdiés
x
fiiidt
Éa però akuno
ìamentc,e le
re
!?'anno-
il Profeta? ebbe
che
€ora
e
penfi,che le rondini (o^
ftabilitàdi
gru- otfervJno quella-
nella lor
lurtr
variano
che
venuta
,,
ma
X oflèrvano
an-^
glialtri Dccelli di pafio^e folamcnfretta
6 afqualche poco, a impediti,
da^ venti,,
che regnano,
dal freddo della ftagione
di
~
dal caldo,*
da'
que'paefi
,
o
quali
qualiil partono
deflero
di
NATFRAII
£STERlEfJZ£
ss
a
I
•
Pifa Tanno
Febbrajo
L'
primiGrotti,che fi vei66j. fu il giorno 7.
a*
comparvero
18. dello Iteffomefe
L*anno
166^/. a' 17.
r anno
I
16 jq, a' 15. pur di Febbrajo
e
che da Cicerone furon detti Piatele^,
Palettoni,
.
1^58.
anno
.
,
da
e
L'
anno
Plinio Tlate^j comparifcon
più tardi
i66j, fi videro la prima volta a' 20.
di Marzo
1669.
a'
L'
•
i56.8. a' 14.
V
anno
r anno
E
i6jo, a' 24. dello
M' accorgo , che fon troppo
1,
2
fteffo mefe
.
•
anno
di quefte e firnili
lungo nel far menzione
le riferberò ad occafione
onde
bagattelle
5
nella quale favellando della
più opportuna
forfè
che non
le
accennerò
tutte
digeftione
forte d' uccelli anno
il ventriglio
fabbricato
,
,
,
della fteflarobuftezza
anzi che
ve
ne
della ftefla maniera ;
fono alcune razze, che lo anno
,
e
differentedall'altre ;
e
queftc,tra
le
quali
fono i
ghiott
Tarabufi,non coftumano troppo d' inle pietre
ajutarla digeftione.
, per
Non
voglioora trafcurar di avvertire finfcorceramentc
uno
a queftoptopofito
sbaglio
fo ne' Saggidi Naturali efperienze
dell' Accademia
del Cimento
a carte
vi
qui26"), Si trova
fcritro
Mirabile è U forzjtcon U cjuale^
.
f
oper^ la
dellegalline
àigejiione
5
e
deW
amtrc^
le
,
le auali imleccAte con
fparnteda
RED/.
FRANCESCO
DI
tioiin
gp
di crijìallo
mAjpcct^
falline
,
-capoAi
ve
parecchi
*
ed apertii
.al fcle
entrigli
tunica rilucente U
d una^
parevano federati
Quak 'u e dura col microfuom fi
conobbe non
o
Uro
"z
,
»
ah
ejfer
che un
polMer*z^am.ento
fintfdi cnjiallo Dove
fu detto
fm(i"ed tmvdpiéik
di crijlallo
dovea dirli
con
tnafsicce
falline
dt cnfìallo
ijote
con
Imperocché ie
falline
fi macinano
di criftallo mafficce non
palline
ci vuoin parecchi
fi po]verÌ2Lzano
ina
ore
le
ne
di molti
il tempo
an«
"c molti giorni ed
,
,
.
,
,
,
,
fetrimane \ ma
bricate
fable vote
e
,
alla lucerna fi ftritolano in poche ore
di molte
co
*
Mi
fimili palline
vote
fovviene, cbc cH cjucfte
feci
inghiottir
'quattro
della quale Jc
ventriglio
ne
ridotte
tutte
fei
inghiottir
in
ad
una
trovai
minuzzoli
nel
gallina,
fci ore
dopo
Avendone
fatte
.
ad
pacate che
,
cappone
le tiofuron cinqu*crealo feci amn-azzaic,
e
tritolate nel ventriglio In un picvai tutte
ei
un
.
fé
ongroffo
fltitolarono
quattro in meno
io AàtQ tro
di quatcr'orc:\ Ma
avendone
quatdue altri piccionaitre per ciafcheduno
a
ne
tre
ore,
groffidopo che T ebbero tenute
nel qua]tempo
mangiarono ma non bevvero,
glitrovai nel
glifeci fpararc,eal
primo picciofiC
5
,
M
gozzo
£S-F£K/£J"rZ£
9^
J^lATrtULI
intera confcryatafi
vota
pallina
j.del*
che erano
calate nel ventriglio
akre
due fi erano
la" terza
il era niaae
fìritolate^
co
tenuta
fana, e fi era pienad' un liquorbianfimileal latte liquido,
e
non
con
rapprcfo
Al
faporemifia e di acido e di amaro
fecondo
fi erano"
rotte
piccionedue palline
nei ventriglio
in minuti pezzetti^
e V altre due^
gozzo
le tre
una
,
,.
.
,
che
%'ano
rimafe per ancora
intere , fi vedepfene di migliomacinato , e di quel
erano^
fuddetto
liquorbianco z. Tali avvenimenti
verificana quello,
che fi ra-cconta
ne' fopracitar
cioè che ne ^ef"Saggidi naturali efperièKzc,
dell'
anitre e dellegalline
trilli
fifitptro-vate falle
di tvetro
di eerta materia
bianca fimile
ripiene
0,1latterapprefi
entratafviper un piccoltfsimo
fero
Donde
poflafcaturircqueftocosì fatto liquor
bianco
crederci
io per me
che foffe fprcda quelle
infinitepapille le ^ vialifon
nruto"
fituate in quella
di
parte interna dell*cfofago
tutti gliuccelli la qualeè attaccata
alla bocca
del ventriglio
canto
fuperiore
più Io
3 e
€rcderci,
quanto che in altre fimiliefperienze
Jio portomente,
che le pallmepiene{blamente
di tal liquore
fcnz' altra raiflura di cibo
fc ho trovate femprcnella becca fuperiore
del
di ci^
ventriglio
5 e T altre che cran piene
, e
,
.
,
,,
,
,
,
bo,
DI
bo
FRAi^CESCO
REDI.
9
:
di
terna
liquorbianco V ho trouatc nell'incavità di eflb ventriglio Se poi a
quello liquorbianco fc ne mefcoli quakuii
è facile
altro, che gJicomunichi T amarezza,
e
,
.
il
iiccome
conjjctturarlo^
facile il rinvenire
è
Io tengo che la diqual fia il fuo ufizio
ta,
ne' ventrigli
degliuccelli non fia fatg^ftioi^e
dalla trituraziototalmente
ne,
e
perfezionata
alcuni anno
come
voluto, ina che dopo
di ciTa ci vogliaancora
meftruo
me
un
per feril
n tare, diflbl
e convertire
vere
affottigliatc
che
in chilo ; e credo
cibo -di già macinato
le pictruzzeinghiottite
dagliuccelli,e raggirate
.
5
:»
,
5
dalla forza de' mufculi
funzione
ed
ho
che
,
quellache
offervato5 che
i denti ^
farebbono
ad alcuni
pefci e particolar
alle locufte marine, le qualifi nucofe darete le inghiottifcoiio
intere-,
crifcono di
ha "bbricato
la natura
facciano altra
non
i demi
,
nella cavitò
io
del-
Degno, e utiliflimo è da leggerai
il dortiilìmo Progymnafma
queftopropofito
flomaco;
in
de nutricatiorte
ftritto da
y
dunque
palline
Le
tolano
ma
io
Cornelio
di criftailo vote
.
fi fcrf-
poche ore ne' ventrigli
degliuccelli,
maflìcce,le quali,coni'
giàle palline
in
non
diceva
tingane
Tommafo
,
,
vogliono un
avanti
che
tempo
di molte
pofianocfler
M
2
fct-
rotai mente
ri-
^ATVKALÌ
ESTEKìEI^ZE.
9i
ridotte in
Avendo
ad un cap^
dato
polvere
di criftallo-mafllcee eiaj"one quattro palline
fcuna delle q^uali
pefavaotto grani ed eraii
di quelledi cui fé ne fuol far vezzriyovverà
trovai nel vencorone
triglio
;, dopa dodici ore
gliele
?
,
fané
5
ed
fcnza che
intere
ne
,
meno
aveffero
perduto il luftro ; il.foro però- pel
fi fogliono
infilareera piequale,q^ueile.
palline
no^
dii cibo' macinato
..
ftcflb appunto,
cappone, che ne avea
lo fpaziadi
ventriglio
Lo
altro, cappone
^
che
ad
avvenne
un*
altro
altre quattro neE
In unT
ventiquattrore.
tenute
avea.
ingozzatoquattro
la
del-
fuddette
otta
mafficcCj e le avea tenute
palline
giorni le.ritrovai pure intere ma però
perdutoil luftro e fi vedeano fgraf,
aveano
5?
,
fiate5
nicra.
e
fininuite-di mole
e
(graffiate
,,
mole
Nella, ftefia ma-
^
fininu-itenotabilmente- di
ritrovai
quattr'altre
pure in un cappone
Tedici giorni
ammazzato
dopo , che T avca
che
inghiottite
gallina,
\ ed altre quattro in una
le avea
nel ventriglio^
tenute
trenta
giorni..
Imbeccai un cappone con
centa
palCnedi
diciaffetfore la riiichiucriftallo'
e
a
malfi^cccj,
fi irt una
of.
ore
gabbi» Su le vcntiquattr'
ne
,".
ne
fcrvaÌ5ckie
Alle dieci
ore
avea
ancora
molte
della mattina
nel gozzo.
feguenteil goz-
zo
'NATVRAU
ESPERIEJiZE
94
gàio(1*iiii cappone dopo averle quindici
gior«
III prima ingozzate.
Prefi due d\ quelle
zucchette
o
gocciole,
di vetro
le qualirorre
temperato nell'acqua,
5
lor parte vanno
minima
tutte
qualfifia
te
quanfiftritoiano
in polvere,
o
per dir meglio,
ci
fecol fuoco le lor codette
e pofcia
Tagliai
ciTc gocciole
due anitre doniea
inghittire
in
.
,
fticheper veder V effetto, che avcflero prodotto,
fe per fortuna fi foffcro flritolatc ne' lor
ventrigli Paflati, che furon dodici giorni
.
feci
ammazzar
una
di
che
trovai la
anitre, e
quell*
folamente
pcrdudodici altri giorni
il luftro onde indugiai
co
la feconda anitra nel ventriglio
à far morir
trovai pur la gocciola
lo
della c|ualc
intera nelnei
che avea
fteflb modo
trovsco
cjuella
della prima
curioE venendomi
ventriglio
fità di provare fé queftìdue vetri avcfiero
intera,e
gocciola
avca
;
,
,
,
perdutola
con
virtù
dello ftritolarfi
m*
,
1'efperienza
che
,
ì
confervata
avcano
rotti
imperocchéavendogli
con
accori!
le
,
darono
antanaglie
fubito in minuzzoli.
un'
inghiottire
Feci
cappone
;
ad
gocciola
Paflato , che fu il termine
giorniIo
^etro
altra
intero,«
feci ammazzare,
e
avendolo pofcia
rotto
un
di ranta
quail
trovai
con
tana-
le
DI
EEDI.
FRJ^CESCQ
pj
andò tutro' m palverejficcome andò
ta^naglie
parimenrein polvereun' altra gocciola che
ottanta
giornicontinui era ftata nel ventriglio
"
di un' altro- cappone.
Pefat due gocciole
e
3
pcfatele mifi ne!
di dwe capponi5: quindidopo trenta
gozzo
giorni auendoglimorti rutt' a due vkii le
conobbi y. che
e
ripefando'Ie
gocciok fané
di efle era
(caduta due grani e mezzo
una
dal primo-pefoy e l*altra era fceraara tre
ni
gray
,
y
fatta,e ri"tta mofe
volte 5 e fempre è tornato
il ca4o dehpefo
ài due grani e mezzo
fino-a tre , o poco piùs
F ho
tal prova
E
:
avendo-
che le gocciole
follerò
diligenza
dello ftelTo pefo, avanti ch^ dà*
tutte
Gfualì
capponi foflero inghiottiteSe Voi vorrete
di
di quefte gocciole
minuta
aver
contezza
u"ro
;.
,.
vetro
temperate
le
leggere
Gemifliano
malico
r
de' loro cufiofi effèttipotrete
fifichedel Signor
Speculazioni
e
MontaBari
famofo
nello Studio di
frazioni
Profèffor Mate-»
Bologna e k DimoFificoaìatematichc del Signor
co
Canoni-
Donato
"
Roffetù celebre Filofofo nell'Vni-
?erfità Pifana.
delle
col fuoco una
ftemperata
fuddctte gocciole,
la qualepcfava
danari,
tre
ad un
la feci inghiottire
Dopo
cappone :
Avendo
.
.
quattro
ESTEKlEJiZE
9^
^ATVKALI
glifeci tirare il collo,e r»pcquattro giorni
fando la gocciolaiii'avddi
che era
calata
^
nel
quattro grani5 onde la rimili di nuovo
d' un' altro cappone
ainmazzatolo
e
gozzo
,
fei giorni
la gocciola
fcemata
era
appreflfo
,
che
Dal
grani.;
nove
fi
può
in gran
parte,
\\\ tutto
non
argomentare , quanto ileno
,
piiidure le goccioletemperate, che Je ftemfé
perate
.
diamanti grezzi,che per quinpiccoli
dici
ftari nel ventriglio
giornicontinui erano
Sei
d* un' anitra de] Cairo
jdi
non
ifcemarono
punto
Due
larono
capcfo
topaziin fci giorninon
quafi^xxviio Sette palledi piombo
.
.
da
che
piflola,
tutte
infieme pelavano otto
nari
da-
nel
fced* una
ventriglio
gallina
in cinquant'
marono
Altre
ore
nove
grani
fettepalledi piombo di jfimilpefo in fettanr
fcemarono dodici grani
ngili
ore
Altre pallefinel ventriglio
in quatpure d* una gallina
tro
fcemarono due denari,e le medefime
giorni
rimdTe di nuovo
nel gozzo d' un' altra gallina
in quattro giorni
calarono un grano meno
e
mezzo,
.
.
di due
danari
.
Boemia
diverfe
die
Vn
pezzetto
danaro
di
diafprodi
corché
ane
pefavaun
mezzoi"
fia flato lungo tampo nel ventriglio
di
anitre,e galli
d'India,non è
galline,
,
fìui
FRANCESCO
DI
{caduto
mai
«,
flò
e
tenuto
punto
^7
Vn
pcfo primiero
da una
na
galliporfidoinghiottito
due mesi nei ventriglio
non
re-
dal
di
pezzetto
REDI.
fuo
.
Effendo
confumato
.
morto
uno
mcfi prima era
di
venuto
ftruzzolo,clic otto
nello ftomaco
molte
Barberia^fe glitrovarono
affricane di
monete
fi
eran
finite di
che
arabiche,
vi
rame
fulle
;.
qualinon
affatto le lettere
confumar
ftate coniate
erano
Due
.
di legno rodio, che pcfavanoin tutto
palline
in un
venti grani fcemarono
cappone otto
fjraninel tempo di fei giorni Quattro perle
infieme pcfavano
fcaramazze
che tutte
dodici granì,nel ventriglio
d'unpicciongrofdi pcfo quattro graniin vent' oio fccmaron
altre perle,che
E otto
re
pefavantrenta
^
d'un altro piccionefimi-:
grani,nel ventriglio
de
le, in due giornifcemarono venti granii Onfi può vedere, che bel guadagno infegni,
.
,
no
che
coloro
danno
ad intendere
che
le
,
,
ritornino ali anda piccioni
tico
perleinghiottite
crefcano Q\ prezzo
loio fplendore e
Ma
palliamoad altro
meridionale nafcono ragnidi
Ncir America
che alcuni di clii,per
così rterminata grofiezza,
nferto del Padre Hufebio Nierenibergio agguaglia
delle colom"
la grandezzadell'uova
.
,
.
,
N
be,
bc, ed
tri
NJTFRAU
ES^ERIE^ZE
^S
di
altri quella
fon
vene
un
cedro l
mezzo
neir America
pure
AV
meridionale
nelle
partidel Perù, del Cile, e raafSmc nel
Biàlii nelle Capitanie
di Pernambucco, di Tae
diParaiba, i qualifon vclenofifllmaraca,
di un' arancia
mi, e pafTanola gioffezza
.•
Qucfti di Pernambucco
dorate
e
fofciie^
in oro,
di
anno
tanta
unghiedure
virtù, die legate
T
,
in argento ,: col folo
ovvero
tatto
guarJicon fubito,quafiper miracolo, qua!fi fia
più tormentofo dolor di denti : Ed il Zaeuro
fa
Portughefe
averle provate
felicifllmo
fuceefTo
cor
al
credere
reffiimonianza mdubitata di
racconto
del
Zacuto;
rei
Vor»
non
ma
fatte
voglionpermettere l'efperienze
te
alcune di quel!'
unghieportate nella Cor-
lo
me
con
da
di Tofcana
mi
qualinon
d*aver
è
meno
ca
Don
mai
dato
fiata
trovata
"
le
Morera,
veruno
contradegno
virtù,che ne
queftamaravigliofa
anno
me
Rinoceronte^ onde
Vormio
Antonio
favio è da
che nel fuo Mufeo
ne
denti
del
Olao
giudicarfi
fchiettamente
con-
fatta la prova
Fernnt
dotoresfédate
dentem hunc dolentidenti afplicatum
fefsò di
non
averne
.
:"
*
(^mdtamen^
Raccontano
dum
expertusfum
del fud«
del fangue
maraviglie
non
.
i dolor colici,
detto Rinoceronte nel guarire
nello
REDI.
FRJÌ^C£SCO
£"1
99
nel prònec^ffari fiori alle doiinc
i flufll di fanguc
ftagnare
nello
€
,
foliti^e
i
vocarc
virtù tra di loro contrarie.)
infufa
la pelle"ii quefioanimale
( che pur fon due
che
Dicono
neir acqua
^
poftia
bc^^tane la decozione^
lungamente € bollita
per tre giornicontinui
.
,
fia medicina
di
languidezza
cagione
,
flomaco
che
ha
che
e
ama
tutta
illmamente
E
che
delle virtìidel
da
mai
te
li
lo -crede faciottenerfi,
fo indurmici,pernon
chè
io
; ma
valevoli
"]ual{i
a
fatte molte
averne
egli
che
e
,
difendere il
fìa veleno r*
cuore
,
pure io
e
fi
non
ca
predi-
male
quelloftcifo ani-
di
corno
prove:
e
non
la vira
ne
ho
e
effetto,
fpecialmcnpioni
Scor'1 veleno delle Vipere,e degli
veduto
contro
un
minimo
di Tunifi
Ne
alcuno
delle
corna
ho
meno
.
veduto
to
effet-
della granbcflia
contro
mal
caduco, quantunque
che
Cornua
ctdtate,
go
il vol-
Ed
grandemented'cffere ingannato,
nelle cofc pella fua fperanza
legri
fi dice
non
tra
fi fa alper cjual
il cibo , e fon tormentati
.
parlodopo
ne
patifco-
coloro, che per
inappetenza
difficili
ad
e
a
che
,
o
,
aborrifcono
da continua
;.
coloro
d'emorroidi,ed
dolori
no
ficuriflìma a
feriva Ciao
'1
Vormio,
jor*
epr'/epf/tm
infunipollent
ad^'erjus
aniSeftemhris
fi arca kjlerìdas
imfrtmis
N
2
^^'
ESPE?JB\^2B
ICO
FRALI
nST
mAxìniL^
capia:ur(^ mdiEistm y«/Wtam
ulentfirn m
ijenerem
(ijj*
ferri
folce
face
n^egetum
Tal condizione però,che fi debbano ufare le
della granbeftia
intorno al
ammazzata
corna
di Settembre
vien comunemennon
te
principio
gliono
voapprovata, anzi vi fon certuni, i quali
che folamente fien buone quelleche
cafcano .*
Ed altri
ipontaneamente
ogni anno
fi riftringono
a dire,
pia fuperftiziofamente
mal
,
,
"
s
,
,
che
la virtù
confifta nel
'1 malcaduco
contro
deftro
corno
,
folamente
eiTendone aftatto
privo il finiflro
.
Quefia differenza trai
deflroyel finiftro
credo che fia fondata fu quellafavola
corno,
recitata da
Teofrafto
uel libro
animiU
deglt
che
dove fi dice
clie
fin credutiin^idiojìy
il cervio quando gli cade il corno
deftro lo
iiafconde fotto terra
perchènon vuole, che
goderedelle fue maravigliof
gliuomini poffan
li
j
,
y
virtudi
^
Nelle
mie
intorno
Efferim^?
alla £e;^cr
azione
accennai
degì^
Infitti
efìcr menzogna,
che ii
cervio aveffe queftainvidiofa naturalezza d'occultare
y
quelcorno
che il finiftroei
j
imperecchètanto
glilafcia in
di fortuna
,
la dove
altro penfiero
prendcrfene
j E
quello
",
abbandono
a
glicafcano
fenza
me
ne
nefizio
be-
fon mol-
to
ESTERiEfJZE
toi
^ATV%ALl
Mceftanecisfe^^elucoredituraDiattée.
fu pur
Menalo
Quella parimentedel Monte
da' Greci , e
da' Latini :
mi ricordo , che dal dottifllE
mi fu
ed cruditifTimo Signor Cammelli
nio
,
le
con
d*
corna
fatto vedere
oro
defcritta,
e
medagliedel Screniffimo
to
Granduca Cofimo^un medaglionegreco battuda' Pergameniin onore
lia
di Severo
e di Giunel rovefcio del qualeera un* Ercole che
5
le
tra
,
,
,
afferrata ima
teneva
un'altro
Ercole
fixnileho
del Screniffimo
Medici in
una
cervia
^ ed
per le corna
veduto nello Studio
Cardinal Leopoldode'
Principe
di Maflìmiano,
battuta da' Prufien-
Medagliad'oro
ed
in un' altra di Macrino
(\ ,
e
ri
vaMa perchè
{lamparadal Triftano
Tempre e diverfi fono ftati i capricci
degli
Artefici perciò Rei rovefcio d* un Medaglione
di Eliogahalo
battuto da' Germini
( che
pur è tra le fuddette Medaglieantiche del
Serenilfimo Granduca) fi vede coniato un'Ercole
.
5
5
5
ma
un
conofce
ehe
tien per le corna
non
una
cervia,
cervio , che tale manifeflamcnte fi rial membro
Gli antichi
genitale.
Poeti greci e latini
,
fcriflcro le cervie
che
le corna,
furon
imitati dal PiCirarca al Scnecto
con
dc-
,
gentilmente
158.
Fna
REDI,
FRAnC£9C0
DI
l'ariacandida
[oprat
cerava
f^erdc ni appar^s^
dtie ri^'iere all'ombra
Fra
Lc-vanda 7 SqU
E
evia
duo
con
dopo
alla
da
i Petrarca
loj
corna
d
un
d
oro
alloro
acerba
fìagiorbe
uq'
"
altro Poeta
.
to-
fcano nella cervia della Fata Falilrena.
*/fton che pax "he i ijelm a caccia
Z/ten dopo
"
,
irrhi» tma
£hramando
cercete
a
Jlrana»
p^argltabbia alla traccia,
che Jlanc^je
come
Anelando riccrvra allafontana
y
Jì4a
luigli
a entro
fall
rvifto
le braccia»
umana
fa-velia
formar
fapendo
occhialmen
Con gli
con
gliatti^ e co''mugiti
che là difènda
e che t ani,
Trega:,
credei tra le piti "uaghe
fere
Fera mai piùgentil
troncar
fipojfct»
ha nere
ertine le ciglia
e le pupille
macchia rojfa
Stanca la fpoglia
e (gualche
^e
^
s
^m
a
"
:
"
Ma
Son
piùeh altromirabilia nuedere
in leile lucid offa,
della fronte
Son tuttii rami dtllecorna
grandi
piùfn or" che t Oriente mandi.
Più di qucfto Poeta
furono avveduti il
Bojardo,e 1 Berni, i qualifinfero,che foffc
il cervio di Morgafemmina
jnafchio,
e
na,
non
Del
che avendo
Volte il
k
giorno.
corna
d' oio, le
mutava
fei
nATFRAU
ESPERIENZE
104
Ala
cefa
gt'interre
fpe il dir€»
'/fn dt quella
fua dolceno-velU
nuo'T^a,
E
'Tel ruerde frateun
»
ire
T'ejfgon
intorno l'ertatenerella.
Pafcendo
La fuabeltànon potrei
riferire
Fiera
non
cer-vd
a quella
fi giammaifimile
y
E^liera dellafatadel teforo
Grandi ha le corna» e hede e tutte d'oro
*
Men
conddcrato
,
niato
e
.
è fti-
accorto
meno
bro
degliVberti, che nel fecondo liDitumondo, contro
quel che fi narra
Fazio
del
in certi antichi Atti ài Sant'
che fofìe femmina
maginò^
Euftachio,s'im-
quelcervo
j
ilquale
quel santifTimo uomo.
In quello
tempo di^^entòcrijìiano
Con lafua donna» e cu"fgU Euflazjà
Per un miracol tnoltobello e frano»
che cacciandouna cernya
tra lo fazjo
Dellefuecorna»
"^ide dentro nn Criflo»
Per cut fofìenne
poimartirio.^e ftrazjo.
Non
è però da tacerfijcheGiulio Cefare
Scaligero ed il Gunrero affermano cirerfi
talvolta veduta qualchecervia femmina
con
le corna
fn favola,ovvero
Ma
ciò o
fu
;
cofa moftruofa,e molto lontana diillefolite,
consuete leggidella natura
e
Nel numero
apparve
a
^
,
5
.
di
quellecervie
moftruofe
potè
forfè elfer
quella,
FRJKCESeO
DI
KE3!.
animale
quella( Te però qucli'
è
fi vede
le
con
cervia )
una
,
che
io$
nel rovcfcio d'
corna
Medagliadi Salonìna mogliedi GaJicno
qual medagliafu mentovata
inprìma da
Trifìano
,
la
,
vanni
Gio-
le.
pofciadal signorEzechie-
e
rivcritifTiQ-'O
amico, nella
Spanemio,mio
za
una
delle fue nobih'lTinie
td
,
ferfazioni de
ter*
crudiciilime Dif-
(^ ufitmmtfìnatumanfrtepantia
che di tal Medaglia
no
antiquorum Il giudizio,
dato quellidue gran Litterati può venir
»
*
,
molto
me
fatta,che
detta
anno,
la
da
corroborato
le
corna
Medagliaòi
che
tre
della cervia nclia fud-
Salonina (on
corriffimi rami
del
lunghezza
tronco
da
confiJerazione
una
,
piccolee
non
,
fituaciper
non
pofti
principalema
,
in foggia
pari fu la cima di elfo tronco
d' un
fon malfatte, e
tridente;ed in fomma
da una
ra
Natuabbozzare, quafiper ifcherzo,
ferenti
dal propriofcopo;e fon molto diferrante
del
da
quelle
,
tefte de* cervi
che fi miran
fu le
coniate
mafchi, e maflìmamente
nel
ro-
che fi conferva
Medagliadi Filippo,
del Serenit
le Medaglie di bronzo
tra
Cofimo
Terzo
fimo Granduca
tra
e
quelle
nel rovcda Vberto Goizio
fcio
eziandio ftampate
da'
dcile Medagliebattute digliVeleti
vefcio di
una
,
,
Cauluniati
,
e
dagliAgirineificcome
,
O
ancort
tra
tra
quelledi
,
ed in un' altra
del Duca
d' Arcfcot in
ta
battu-
una
dagliEfefini,
e di Cefonia,
e
Caligala,
di
onore
Triftano in
Giovanni
da i Daldiani
in
VljtTFKAU
MS'PEniE^ZE
l©r
tra
le
quel-
di
medaglia
una
leno
Ga-
.
Suppoftoiunquc per
abbiano
mafchi
perc
effe
che
5
,
e
quando e'
rami
gni
anno
5
le
fenz.*
ma
;
corni fen-
fon
Tofcana
in
cervi
^rocards.
infallibilmente o-
corna
cominciano
e
mettono
due
mettono
in Francia
I cervi buttano
nafcono
,
le
non
e
Fnfniy ed
,
nafcono
Quefti tali
.
chiamati
5
che i foli cervi
da faè ora
,
corna
pel prim'anao
bensì nel fecondo
za
le
vero
gettarle
poco
a
po
do-
di Marzo
I primia fpoprincipio
fono i graffie ben pafciutiimperocché
gliarfene
i deboli
e
magri indugianotalvolta
fino a mezzo
Aprile Giovanni Gerardo Vofil
.
;
,
5
:
fiojHtlterzo
avvenga
accade
in
come
vuole che ciò
libro dell*Idolatria,
di Verno/
tempo
ho detto.
Credono
tovato
Voifio
attaccate
te
alla
molti
5
e
,
che le
tra
corna
cfll il
Quanto
conofcerlo
offervar la tefta di
ma
non
no
fie-
folamen-
cilmen
s'ingannino
potràfa-
avrà
chiunque
un
foprammen-
de* cervi
all'offo della tefta,
pelle:
in Tofcana
ma
ceryo
,
curiofitàdi
dove potràvedere
,
REDI.
FKAKCESCO
DI
107
che il cranio s* innalza in due
dere
,
ze
eminen-
aire quattro dita travcrfe , fullc qualiemi-^
unite , ed attacfon così tenacemente
neiize
cate
le
fi rende
che
corna
,
poternelefvellere per forza
è il tempo
le
otto
cominciano
a
fpuntanotenere
pclofefino a tanto
,
re
che
e
,
dicci
deglialberi
,
dir
così
per
fpunrarfuora
e
pclofc e
,
"
le
dute
ca-
re,
matu-
nuove
5 e
fi nianren^-on
fon finitedi ere Tee,
che
,
indurite
fono
totalmente
fuccede in poco
il cervo
comincia
clic fon
giorni
,
vecchie,e
corna
loro maturità
cafcano.
o
,
,
della
determinato
ne
fpontaneamente
Dopo
;
il
impcfllbile
quafi
e
quando
pure
,
il che
più di tre mcfi ; Ed allora
le corna^ a' tronchi
a
fregar
ed a' roveti
,
e
fa cadere
ne
quellapelle,che le copriva: E per
di Luglio
lo più,trai fine di Giugno, e la metà
dure
le corna
tutti quantianno
e spogliate
Ed in vero
è cofa degna di gran:
il confidcrare
diflima maraviglia,
come
ogni
a
ftracci
,
,
,
gran mole
:
tempo rinafca ,
di rami fulla fronte di
sì breve
in
anno
Quindi è
fta in dubbio
muti
fé
ogni anno
parte negativa
3
che
il
mali
qucftianiVo^o
fopraccitato
che il
pofìaelTer vero
le
Sed
.
O
corna
fi anno
2
crefca sì
e
:.
,
ed
inclina
quMef
»
vo
cer-
alla
ò\ct
Volilo ,
il
f^ATFlRALI
MSPEniE^ZE
io8
altquidacceditrams
Voffio, primifexennij
^jhor* St id
modo d^cidunt (gr renafcunti^r
(jiiotAmiis
,
^
comperai hahcnt
pò
»
audio
eqitidsr/
,
ìtfifmponamqtis inter
j
brenjiculoadeo tempo^
?nolh cornua
tanrec
folida
enafci
duraquc
admiranda
maxima
natuTti
ut
,
non
ijspedcm (ìrucre
cutn
•fare
^^enatcres
tam
:,
.
K^lioqui
magis
inclinetrnimus^ ut credami
eo
cor-
decidi^
nicela
fé
a-vtdfa eoque e£c coaia *-u€ro ramo/a
lecuni^
qu^c in priorum
ad
internjallo
non
nifiannorum
alicfptot
Jiicce^èrmt
eam
magnitudinem^ dmtiem per^'cwjfc^
S' ingannaperò il Vofllo
ganna
e
tanto
più s' innvKt
»
rcpermntur non
cjUtìe
feda menatei'ihMSt7
»
:
fponte^
natura
,
»
»
»
.
,
,
quanto
,
che fé le
cadeffe-
non
corna
che
a' cervi farebbe impoffibije
ogni anno
clic poteflero
crcfccre di rami, conciofficcofachè quando elle fon di già totalmente indurite,
fe
le vene, e F arterie che per efperdcndofi
non
no
anfcorrevano,quandoerano
tenere,
fufficientcnutrimento
fanguigno abile a
far multiplicare
in rami
come
poterle
potrei
IO
,
,
,
facilmente moftrarc
bo
con
evidenza
,
ma
lo rifer-
ad occafione
degno di
nel libro
più opportuna : In tanto è
Ehano
leggerfì,a
queftopropofito,
dodicefimo deglianimali al capitolo
diciotteiimo
Il
numero
.
de* rami,
o
varia
palchi
fecon-
do
io per riverenza di quello
Filofofo volentieri Io crederei,
grandiffimo
cadute le
fc
cc
corna
Ed
;
te
che anco
nel piùforoflervato,
le
delde* bofchi, non
che nell'aperto
meno
folamenabitano
a
ftuoIÌ5non
campagne,
avefli
non
le mofche
le
ma
,
zanzare
tri
i tafani , ed al-
,
fimiliimprontiirimi
infetti, che
Le
fe de'
fon
tenere
corna
ed
grandi
appctitofi
di
fo
fé
corna
fanno
varie
re
manie-
al palato
Non
molto
guftofe
gelatine
gli antichi ebbero qucfto coftume di
.
gola :
So
)
bene
che
le
(
preifoGaleno
furono
tenere
nella
fo medicamento
attribuito
a
Catanefe
e
,
di
fi può
defcrizione di
da
Antioco
da
durite
in-
corna
in ufo
come
colico,che
Faccio
delle
tacer
per
vizio della medicina,
de
Delle
.
dure, fecche,e limate, ne
men-
compongono
ne
,
diverfi manicaretti
.
dtliziofc nelle
cuochi
i
volano
fer-
per
leggereapquel famo-
Afclcpiadc fu
fcolare di Filcni-
fu creduto invenzio
Andromaco
Scribomo
Largo il quale Seriaverlo
imparato a gran
,
bonio
prezzo
Plinio
confefsò
da
ancora
di
certa
una
ne
McdichcfTa
Affiicaaa
fece menzione, ficcome
Aleffandrino
Niccolò
e
Empirico,
Quando il cervo
ha
le
corna
tenere
:
cello
Mar.
fé
,
rafente
e
particularmente
glifieno tagliate,
quel-
REDI.
FRJNCMSCe
DI
1 1 1
eh* è alla bafc
o
quella
corona,
ceppo di effe
il fanguein zampilli
con
ae
tanta
fpiccia
corna,
l'animale il più delle volte fé
oftinazioncjchc
Tuoi morire 5 E quel fanguefi congela,e
ne
fi rappigliaficcome ogni altro fangue che
dall' arterie de cervi
e
fgorghidalle vene
,
,
,
,
,
fo come,
il che fu negato
non
,
le , fecondato
pofciada Galeno
da Ariftoti-
nel libro
,
che i coftumidell'animo corrtffondono
al temperamento
del corpoy e dall' Autore
chiunque fi
,
fia , del libro delt utilttàdella refptrazjone
tribuito
at^
falfamente
Giovanni
del
Galeno.
feconda
nell' Epiftola
Oratone
libro riferifce
per racconto
,
Diatrichftein , che in poche ore
fecondo
Adamo
trovato
morto
con
tor
a
un
una
ferito nelle
cervo
corna
di
fu
nere
te-
freccia avvelenata dall' Impera-
Ridolfo Secondo
Oratone
foggiugnc
.
Ma
da
La^leum
quelche poi
enitn humore^n^
.
docmt
nos
[anguimHifocrMes
iflumgermamm
effe
credcfle , che
fi raccoglieche eflb Oratone
foffero irrigate
le corna
de' cervi non
tenere
,
,
da' canali
il che, come
fanguigni
ho
niollra-
,
anzi moki , e
falfo falfiflimoj
che fi dirama.
molti fono i canali del fangue,
de* cervi quando fon tenere
no
,
per le corna
nutrimento fufficiente
un
per
SI finedi portarvi
farle
10
di
fopra,è
ES-PERIEJ^ZB
Ili
farle crefcere ,
fa molto
ciò
fTATFRALI
fecondo il loro
bifognoT
E
to
propoli
per 1' opinionedi
i qualitengono
trovarfi
a
que* Valentuomini
nel fanguc diverfità di fuftanze abili
,
re
nutri-
a
le diverfe
partidel corpo deglianimali :
Fa molto
a
propostoancora
per 1'opinione
dd dottjffimo Girolamo
Barbati,il quale nel
libro de fanguine(^ tms fero^a forza di ragioni
di cfpericnzcftima, che le parti
e
ricevano
il mitrimento
{pcrmatiche
per lo folo mezzo
de* condotti fanguigni
; e che tal
»
,
,
fia altro, che \\ fiero del fanche fcorroQuefti condotti fanguigni*
gue
de' cervi, vanno
no
poco
appoco apper le corna
fcccandofi , fecondo, che
e
perdcndofi,
nutrimento
non
.
effe
finifcon di
corna
fi
e
crefcere,
re,
du-
tanno
fccche.
e
{ìa caftrato
Se
un
cervo
giovane,che
abbi^ mcfle le corna, non
in vita fua
Se fia caftrato
le mette
non
ancora
mai
.
per
un
vo
cer-
perdefubito la vii tu del
mutarle ogni anno,
confèrva femprc quelle
e
fteffecorna, le qualiavea
quando fu caftrafuron pili
veridici Ariftotile,
in quefto
t0 5 Ed
armato
di corna,
Plinio,e Sohno, di quelloche
fi folfe
nel fecondo libro della Caccia
Baftifiao
a
quidelle
corna
piano
Op-
vcrf. 194.
de' cervi
:.
men-
tre,
tre
di
meno
credulità di
1 1
3
ad altro non
pofiofar
paffar*
della femplicc
non
maravigliarmi
i qualifcrivono
quegliAutori
di
prima
di
REVf.
FRANCESCO
DI
,
,
,
che
di Goa
ne' contorni
le
de' buoi
cerna
,
de* caftroni
,
quando cafcano in terra mctdiventano
le radici a guifadi cavoli
ton
e
difle qualicon
pianteanimate
grandifllma
fvclte di
fìcultà fi fvclgonodal terreno
; e
In Goa
nuovo
;
ripullulanoe multiplicano
fcrive il Padre Eufcbio Nicrembcrgio
infùla,
Jt cornua alitjuando
jacuermt radues dearfumru»
terra, defyunttnedulU eius m
JiUplwima quafi
hoc modo
ntenta
fodtjp^a (^ frotuberante
lum fubdmm innitente
Jladixeius ^Braff/'^
Jtrnultcsfummss
mtlis eli
tìuius caufeexamen
9"^attira myflas
^ Itcetmula omm
mi feretorjìt
y
uC^fc
qui rem hanc ad fluporem
tempore ftiertnt
{éf
admtrati fuermt»qui tamen
caufam njeram
immoram
qucdfiam ufijuc
fcrmareturnemo
adhuc (omparuit^nam
(^/ Terra tn cmni ilio firn
w^y
njaldc faxofa.
fa ejiyittcjue
(gr lapido
ad radtcem ufque
cornua
CiCterts loctsoryjnihus
tir
pari (^ dctruncaù queant apud Goanes nullo
illicfernet
quidetn^
etfì
paHo id fieri
potefinam
e
,
,
,
,
,
,
»
»
tn
»
»
.
.
»
"
,
,
,
con
cum
ex-
,
»
/
ahtecla t/^mèn adci
refècentur
,
funt ut
fa'cunda
lieo repalltdare
(^" augefiereincipicintIo
,
credeva quefta fandonia,ma
ti-
,
non
•
contuttociò volli
P
^14
li
KATrRALl
ESPEKIEJ^ZE
Antonio
il Sì^ncrDon
interrogarne
della Cattedrale
Canonico
di
Morera
il
Goa
,
quale
cffcr veramente
favola inventata
una
rilpofe,
Tinfaziabilclibidine di quelle
per lignificare
mi
5
femmine
orientali ,
le
piantate
che
avendo
volta
una
fovra le tefte de' lor mariti
corna
,
fapevanocontinuamente mantcnervele radicate.
fu data alla Società Reale
Vna
fimil rifpofta
di Londra, dal Cavalier Filiberto Vernati Reildente in Batavia nella Giava
maggiore
.
^luel fondament
y a il at* rapport touchant ce
D,
(gr
frennent ractne
q"^et on dit quc les cornes
^w'ellescrotjfent
Rep.En m^ enaupres de Goa ^
,
9
amis fé prit a rirt^
querant de cela un de mes
ratlleriequ* on fait
une
(^ me dit que e' ejioit
o
^
i
que les femmes de Goa font
la luxure
E pure
il dottiamo
Tortu^aispane
atix
"
adonnees
fon
a
,
nella centuria quarta delle
Medichenaturali 5 afferma di
Pietro Borelli
Oflervazioni
fuc
aver
prj
veduto
in
diverfe
corna
5
Europa,con
dice
gliocchi
di caftrcni ,
bufoli,le qualifi
Corrma^
,
erano
e
fuoi prodi huoi^ o di
radicate nel
egliairOiTerv.52.
(^ buki'a Tìdi :"quteradicesin terra
etiam
terreno
(Z'er-vccwa
eoerant
sUt
.
,
cornu
Lmfchotti Sia la verità della fede appiantabile
mi fento da crederlo
di lui, che io non
prcffo
ad altro.
cosi facilmente 3 ed intanto pafferò
.
Che
DI
KEDI:
FRJJf CESCO
ì 1
5
cuni
i noftri antichi ufaflero i nidi di al-
Che
Medicina,è cofa
Era di Cappa^
uccelli per fervizio della
notirtlma,facendone menzione
leno
badocia, Andromaco, ed Afcìepiade
appreflb
che fé ne fervilferoper cibo, non
Ma
:
parmì
di averlo
mai
lerro
ne
udito
ne
,
contare
rac-
zione
invenftimo, che (ìa un' ingcgnofa
delia fola gola de' Mv^derni,avida fem;
e
pre delle novità
quanto ói
fono alcuni
5
Vi
,
che
più fono
tanto
ci fono
lontano
più.
uccelletti
in pregio
portate
divcrfi
molto
non
.
il
dalle rondinini quaU, neglifcogli
lungheflo
nidi,
piccoli
di Coccincina, fanno i loro
mare
di color bianchiccio
molto
mile
,
e
di marcria
dalla colla di
peicc
,
da quelle
rupi fon
ftrappati
diiìl-
non
i
qualinidi
vcndtiti a cariiTimo
farcbprezzo per nobilitare i conviti,che vili
fc non
folennità reputati
bono , e di poca
,
foifero conditi di
che
E
veramente
uno
mettono
è
queftaiirana iaibandigione,
tendent
inappetitofafé da cuoco
,
condizionata ;
venga macllrevolmente
de' modi del condizionarla fi è , che
in molle
in
que'nidi,
buon
brodo dì'
che cgiino
cappone, o di vitelia, fino a tanto
cfì'o
invincidifcano , e rinvengano
; quindiin
brodo
glicuocono
e con
formaggio,
,
e
varie manie
P
burro
pofciacon
a
ie
di
,
con
gli
fpezicrie
rcga-
ESTERlEt^ZE
il"f
Ed
regalano^
in fino
97 affralì
qui io non avrei che
ridire
Ma
quando vogliono che quefta
vivanda fia un
ficuro medicamento
e
potentiflimo,
i quah col Petroniano Poper coloro
lieno mtjui puero^
ncque puelUbena fua njendere
in aqua non
fojfunt,'
lorumque
inguinahahent
fon ncccflìtatocol Poeta Peruginoa dire,
a
;
,
,
,
!Bajd eh ai^anxjL in wer quanteno'vdU
mai fa^'ole»
^tiante
9 carote
dtjjèr
,
»
Stando al fuoco
le ^'ccchiarelle
a Jìlar
.
fi
Troppo
coloro,che
infingano
in
così
quefto
medicamento
fatto
avventura
mi
non
la prova,
r anno
fatta
come
fi rifidano 5 e fé per
ne
farfede , poflfon
prcftano
alcuni in fimile occafionc
.
Ci
certo
vicn portato dall'Indie occidentali un
che dagliSpagnuoli
mato
è chiaaromato
,
Pimienta de
Chapa
perchè nafce
^
di
montagne
Ciapa, che
nuova
Spagna
eflcrc r Aniomo
Clufio
concorra
molta
con
;
e
una
delle otto
fotto l'Audienza
noverate
la nella
è
non
Alcuni
.
nelic
Provincie
di Guaiimato
credu-
anno
di Diofcoride ; ma
ragionepare, che
Carlo
non
fapcndoeglidonde
a
vi
noi
difcorrendo fé per fortuna pofia
venga 5 va
cflerc il garofanodi Plinio 5 ed al Clufio aderifce Giovanni
Parchinfone nel fuo Teatro
Bota-
il
ni
ES'TÈniEtfZE
vano
della loro
fon racchiufi in
r
uno
VtATVtALÌ
matrice
alcune
dalF altro fcme
dentro la
,
quale
feparano
cafelle, che
fottililfime
membrane
con
la loro
Quefti femi , ficcoine ancora
matrice, al guflofi fentono aromatici con
.
mcfcolanza
quando
di diverfi
(i mafticano
,
concio^Eecofachè
fapori;
fi fa notabilmente
fapor delle aoccole
men
quindiquellode* garofani,
tiifefto il
dù
ma-
ginepro
^
fenfìbiiequello
del pepe nero,
affai del pepe, fi
meno
e
fa fcntire il fapore della cannella :
Hgli è
di
che ne ho apprcffo
però vero
di coccole piaminute,
e
fpezie,
,
non
fi fente
ne
poco , ne
ben
si in
me
un' altra
nelle
quali
punto ìi fapordel»
primo luogo quello
ginepro ma
del garofano
feconda fpeziemi fu
qiiefta
; e
donata dal SignorDottor
Giovanni Pagni Lettore
,
di medicina
nello Audio
dì Pifa ; quindi
mi fu fatta vedere
dopo qualchetempo
dal SignorDottor Pietro Nati diligentiilim
delie piante,e delle
della natura
inveftigatore
loro virtudi
la prima ij^ezicche ha
Ma
fapordi gineprofu portata in qucda Corte
dal SignorDon
Vria prefentemcnte
Franccdo
dalla Nuova
tornato
Spagna dove ha lungo
Nella
abitato :
que
Nuova
Spagna duntempo
noverano
queftopepe di Ciapa fra gi'in^
ancora
;
,
,
ere-
R£DL
FRAJfeESCe
BI
119
di
più Io celebraal mal
contro
HO
fpccialc
per medicamento
cecità che da' Grecaduco
ci
contro
a
e
quella
fu detta diu,xvp6ei;e da' Latini de' fecoli più
baffi^ma ferena. Che
eglipofiaparticipare
del ginepro del ^,arofadi tutte
le proprietà
dei Cioccolattcje
greJicnti
:"
5
5
.
,
del pepe , e della cannella
al
di buona
voglia5 ma contro
no
,
alla gotta fcre»a
che foiìe d' intero
contro
5
niente
che
malcaduco,e
ardirei d' affermare
non
dolo
giovamento avenin divcrfi Suggettiefperimentato
lunga*
credo però
Non
fcnza profitto
:
e
5
j
,
così
quefti
anzi fon
giudicio,
in
ufaro
,
a
e
cui dan
tempo
ci
fia
moderazione
con
recano
un
certo
di finocchio della
nome
opportuno
a
molte
feme
,
a
China, predicandolo
infirmità,
ma
io
chio
le virtù del finocche di poco trapaffa
noftrale , deglianici , de' dauci , e del
trovo
,
cumino
ne
a
aucte
della China
tav.
perchè da
in qua
tempo
vedcrfi nelle noftrc contrade 5 e Voi
E
:
comincia
nella
pre-
.
Dalla China
Bon
poffaportar
,
luogo
a
fatti mali
di parere, che vaglia
bilmente
notaconfortar la tefta , e lo llomaco
a
fé
vi confento
,
2,
poco
fatta menzione
nel voftro libro
perciòne mando qu
la quale,codifegnata*
figura
illuftrata,
la
me
J^ATV^ALl
ESTERlEVrZE
Ilo
d' una
potrete vedere è fatta in foggia
razzi di color lionato,ed ogni
della di otto
racchiude in fé un
feme lifcio, e luftro
razzo
me
di color lionato
pur
piccolaanima
una
re
cffa
ne
che
il fuo
ne
,
,
nel
,
trovafi
qual fcme
molto
ha
non
gufcio:
fapoi razzi
Ma
i fémi , fon di fache contengono
della fteila,
diffimile al noftro finocchio
molto
pore non
dolce
ancorché
,
di
mefcolanza
la
piantache
lo
acuto
tanto
non
fapored'
anici
produca,non
ho
che
qual-
con
,
Qual fia
;
potuto per
rinvenirla
ancora
.
nel
Vormio
Olao
libro
fecondo
del
diciottefimo del
capitolo
fuo Mufeo
feguitando
,
ta
racconopinionedi Francefco Ximcnes
in
che il legno del SaiVofraffo tenuto
la
molle per otto
giorninell' acqua di mare
1*
,
,
fa divenire dolce
,
e
buona
a
bere
Acjuam
:.
mArinatn dalcem reddere, dice il Vormio
'va'uit
Ximenes
Francifcus
ver
oEltdisum macerarunt
.
dfer-
,
bore
AjfuUsex hoc arin aqua Jalfa tum
j
Quando
fotuiaptam ohttnnerunt
io non
leffila prima volta quellatal cofa
così giovane,che mi fentiifida crederla,
era
derla,
cree
pilificurezza non
pure, per poter con
dulcem
j
@r
.
,
mi
libbra
mifi
a
d'acquadi
farne la prova
mare
,
ed
in
una
otto
giorni.
infufi,per
una
FRAl'ICESCO
DJ
mezz'
unn
mente;
oncia
di
KEDI.
i
safTafra/Totagliato
fottil-
quell'acquanon
ma
i a
voJIc
perderene
punto della Tua falfedinc,ancorché
pocvo, ne
faccffi conrijiuar pofcia V i.'ifullonefino a
io
giorni "ed in altre
quantitàdel safsafrairo
venti
,
la
del
Oceano
mar
del Ximcncs
raddoppiafli
prove
forre
L'
acque
addolcite ne'
furono
.
tempi
quelledel
da
quello legno5 ma
JVlediterranco
le quali ne
fatta la.
ho
con
vogliono oggi giorno raddolcirfi;
prova, non
,
Ikcome
ne
meno
fi raddolciftoco
faniofe
le
lalfe del Tettuccio
dei Bagnuolo.
e
acque
,
Giovanni
tivo
Lopez,Pigneiro Portugheie,nadi
Campomaior nel]' Alcnteco
foggior»
nando
ne' paefidi Mongalo
e
d'Angos^che
situati nel Zanguebar fon bagnati dal iìumc
Cuama
nelle rive di qucdo fiume queltrovò
la
dell'Inventore fu poi
radice, che dal nome
femprc chiamata Raiz^ de Juan Lopcz^ Iwciro:
,
5
,
Mi
vien
che
riferito,
fia radice d' un'
Io, che fa le foglienel colore,
e
ai
bucci-
nella
ra
figu-
fimiliflìme a
corché
quelleòt\ Melo cotogno, analquantopiù grandi co' fiori bianchi,
alcuni !iì\\
de* qualiroffeggiano
comezzo
fiore nafcc
Dal
quegli del zalferano
,
nel
xnt
.
bottoncino
groiio quanto
macuratofi al caldo, fi fccca
un
i.n
in
ecce
fine, e
rhe
,
icre-
ESVFKìE^ZE
ìli
cadendone
pola
"KATVKALI
niolci minutifTimi fcmi
3
La
.
di color
radice è
cirrino
faporc molto
amara
ta
lopra
COR
acqua
pefo di
e
^
una
mezza
ne'
morfi
Vogliono
.
che
macina-
pietra e bevuta al
dramma, ed applicata
rimente
pauna
,
nelle punture
e
,
del
giudizio
a
mali
degliani-
vclenofi 5 liberi infallibilmente dal veleno.
Credono
eziandio
che
macinata
,
e
bcvutone
il fuddetto
vino
con
,
pelo nelP accezione
delle quartane eftingua
delle febbri terzane,, e
totalmente il lor fuoco,
che
proibifca
e
mai
Dicono
che
ancora
più non (i riaccenda
ad ogni maniera di ferite le faldi m
applicata
ore
vcntiquattr*
j e che la fcmplice
polverefottilifTimapoftanelle piaghevecchie le rifani con
Le fìeflevirtù anzi molto più
gran facilità
*
,
^
,
dicono
efficaci,
chiamata
Sofala
v
che abbia
altra radice
certa
una
Radice della Mamtjue^ìa,
qualefi coglie
in Affrica nel
e
:"
;
ed
d'urr
paefedel
è
certo
Chetevi
radice
una
rra
Manique
gialla e
gnola
amaro-
,
frutice,che
non
fa
,
to,
frut-
ne
fiore,ma con
lunghe,flretre,e
foglie
fottili, s* abbarbica, ed inerpica
su
raglie,
per le mune
fu per
folamente
e
e
non
i ramucelli
glialberi
a
guifadell'citerà ;
in ufo le
fono
fìeffi
.
ma
cora
anradici,,
Confeffo la mia
fortuna,imperocchéavendo
fatti con
ca
po-
queae
"
FRANCESCO
DI
fte due
famofc
radici molti
non
perimenti,
mi
ftimo
Onde
proprietà;
e
rifervato
il
"]ualeavendo
,
ilro libro de
le
il Padre
donato
come
in natura
triplici
ancor*
buone
conofcc*
a
brate
cele-
tanto
avveduto,
uomo
d' Al^ielda
,
ci
quefteradi-
dì
alcune
,
predicòfolaracnte
che
dato
Sebailiano
Voftra Reverenza
a
et
replicati
e
,
mai
anno
123
effetto delle loro
minimo
un
re
REVI.
fi rifcrifcenel
mdpìet.-^
rerum
per
vo-
le fente
,
il
,
no
purché le ferite fiepiccoiiifimeperchè quelle
io confenco
femplici, e
ho
grandi non
ore,
vcntiquattr*
,
,
mai
trovato
rammarperfettamente
che
e
faldìno in
che
,
"zmino
radice di
La
radice bianca
,
Queijo, o
legnofa di
,
alTaporata
pugne
detta
COSI
per
e
,
mordica
effere (lata
di
Chcggio,è
verun*
la
che
odore
,
lingua
^
trovata
d;i
una
fu
e
tal
un
Indian
d'di Portuglicfe,
e
Diego Cheggio figliuolo
per
prima che i Portughefi
poco
di coftui perdeiìero
e
trattamento,
per rigiro
torno
Malacca
Nafce nel Regno di Cambaja in,
,
.
di
alla Città
fettanta
Ed
è
titimalo
leghein
radice di
.
Baflain lontana
da
Oca
per la p?rte del Nort;
il
frutice lattifero, conìe
circa
un
Produce
più larghedell'Hfula
le
fogliepiù lunghe
magna,
,
e
verdi per la par-
dì
te
^AtrRAL!
ESI'ERIE'^ZB
142
ma
bianche
mira
verfo
fopra
5
banda, che
pelofcda quella
e
^
la
terra
;
fa il fior
ftimata la migliore
e
queflarazza
è in
che lo fa bianco non
imperocché
quella
5
che non
pregio Dicono
per cofa certa
le barbe di queftofrutice fono in ufo,
tutte
folamente quellerivolte a tramontana
ma
che guardanoa mezzo
giorno,
pcrcJièquelle,
rollo
e
,
,
,
.
,
fon
velcnofe
,
mortifere
e
Le
buone
anno
.
che
così ammirabile ,
proprietà
le beva con
le portiaddofTo-,
o
dramma
vino al pefo di mezza
una
fiere velcnofe,e
àMc
chiunque
acqua,
o
con
è ircuro
le
dal-
morfure.
loro
E
i
cini
e
più gravi^e piùviletargici,
gliapopletici
a
morte
ricuperanofubito la parola e
occhi lìa lor
fé negliangolid-cgli
la fanità
meflb un poco d' acqua
nella, qualefia iìatiì
la polveredr quelle
radici
infufa,
e macerata
Cofc belle,in vero,
e pellegrine,
ma
nuove,
,
,
^
*
che
ricfcon
•alla prova,
mi
che
tutte
come
è addivenuto
io
abbia
r affetto prego
falfe,
quando
fé
ne
\ÌQnc
fovcntemcnte, an?jfempre,
Nulladimeno
:
può efferc
,
prefo errore
Voftra
j
onde
Reverenza
con
a
tutto
voler
plicarne
re-
gliefperimentì
per benefizio univerftelladelia
fale; già che queftaradice è quella
nel libro dc^
fatta menzione
quale avete
tn-
delle
una
ÌTATP^AU
ERI EVI ZB
EST
125
^ufU rende
qualichiamata
degliuomini immortale
Ginfeng quantunque
V altra , che è detta
; e
abbia
non
,
la vita
gore
vi-
tanto
da poter donare 1*immortalità "cir è non
delcosì valorofa,che tutto '1tempo la
di meno
fenvita ci può fare ftar fani, e allegrile
za
ribrezzo di malattie
pienaquellagran caldaja
il fiocero
Doa^e Medea
rifi^je
della r[jscchtaja.
Per ca^'arh di mun
forfè in quelleftefle diede di morfo quell*
.erbe
E
Forfè di cosi fatte
.
era
delle favole,quando d' un
antico Glauco
povenne
e
ch'egliera, difangofopcfcatorello,
teftimonia Ovicome
improvvifaraente,
vero,
dio,
di
uno
del
mare
Son
quegliDij
di
abitano ne' fon-
.
libri de' Chincfi di fimili bo-
pienii
riofe novellette 5
Padre
che
,
Martino
e
fo inrender
non
Martini
,
nel fuo Atlante
affermare d' avergli
quafiche
veridici :
efperìenza
il
come
,
glia
vo-
vati
fempretro-
Si
ita
fé (è
ruidi adeo^ue
haheAtj nefue emm
fides
ipp coram
auclores (juos in pjs ^tu
fìnicos
fitfenes hèfce
po
così eglidice ^ docomferij raro inm^enijalUces
y
per
res
:"
»
aver
Xansi
je
i
raccontato
,
che
5
3
nella Provincia
di
pozzidi fuoco, mcdivinniera
qualifenza fpcfafi può cucinare ogni mafi trovano
certi
DI
FRAISI CESCO
nicra di vivanda
iij
quelche più imporca ù
e
5
REDI.
arde,e non
quel benedetto fuoco non
confuma i legni,
fi può benawenturofamcne
è
che
,
portare in qual fi fia paefepiù lontano
ferrato in qualchecannello
purché fia tenuto
tc
le
Se
*
,
^
d' Olanda
poderofeflotte d' Inghilterra
di Portugallocaricaffcro di tal mercanzia
oltre il comobeate loro 5 imperocché
do
,
e
j
y
ineftimabilc ,
che
ne
ritrarrebbono
nelle
in Europa,
portandola
lunghiilmie
navigazioni,
imbuondato,
ogniuna uorrebbc provvederfcne
e
ogni pericolo
particolarmente
per isfuggirc
d^ncendio,
la dove
legnamefi fanno
non
di
ma
pietre,
di
to
tut-
le fabbriche.
è lo fcrivcre , che
menzogna
fiume
d'^Onan fcorre un certo
nella provfrrcfa
Non
minor
pefcanoalcuni pefcirodi, col fanguc
de* qualichiunques'ugnc, o fi fpalmale piante
de piedi,può francamente camminar
fopra
di
di bagnarfi,
ne
ne
l'acque,fenza pericolo
vato
Invenzion più ficura n' ha ritro:
fommergerfi
ccrt' Ofte d'Inghiltermodernamente
un
ra
machina di legnofimile
il qualecon
una
di quattro
ferro da galera
ad una'ancora
o
da quattro bariglioni
retta
pienid'aria
marre,
che ftanno a fior d'.
in modo
contrappefati
fon veduti,fa il giuocodi pafacqua, e non
feggiar
in cui fi
,
,
,
ES'TEUìEJ^ZE
128
^ATVtALI
co' pieGi fbpra il piccolIagod' Lslingfeggiar
due migliadà Londra ; e fchcrzando
a
ton
fuol vantarfi 5
calma
di
glidarebbe
il
da
Dovre
che
che
e fmaccati^Iìcno^
fpianaro,
di andarfcne paffopafio
Cales
puichè aveffe qua!
mare
cuore
infino
di Macelleria,ovvero
in tempo
a
vafcellctto di
-
,
conferva
in
che
evento
,
il
burrafca.
a
improvvifamentefi gettaffe
Scrivono
ancora
gli Auiori Chine fi che
di Xensi
vi fono due iìumi uno
nella provincia
1'altro lo
i qualimenano
detto Chiemo
e
reggono
acque così pure" e leggieriche non
fufceUuzzo di pa-*
nimimo
wn
a
gallane meno
mare
,
,
5
5
Dio
buono ! e chi rorrà mai ridurfia
glia
credere , che ne^le rive del lago nominato
.
Talpe fé
fia battuto
ievi incontanente
una
fi folqualchetamburo
ti
terribil tempcftadi fiot"
imperuofiaccompagnata
ili,e da baleni; Io per
Gueiiehno Britone
a
re
della
Filippidefacendo
ebbe
a
che
,
nel libro fclìo
menzione
,
fontana
me
da tuoni, da fulmilo lafcerci credc^-
d'
una
ta
cer-
dire
.
quidicifisarte
E\f'^
pcitensriy^biffhyfca
^ms rt-ncurfus
a£at Tel cju.^ccmvUxto rerum
monftrum adwir abile fontts»
lirealiacenfs
^
iiCjy
proximus ri(\ubat
aqitiXlapidem^qui
St quacti^mte leti qmt'isafderotne
["'(^^^^^
Cuius
^
FRjmcEsco
DI
^
'Redi,
'^-'J"rotinus
in nimìos commixta
h^
nimh$
grandine
SolijitHr»(§^fuhitii
mugiretonitribus^ther
tenebris
^ c"tcts fé condenfare
Co£Ìt.t*r»
rei prtus ejfe
adfànttefief(]Ue
':'^uijt*e
fet ebani
^'
lam m aliene (fuod res tllalateretut ante,
Tantus corda fttspor
tanta
artus
exta/ìf
occttpat
multif^iproba
res
i^era
ta
tamen
tJ^ira/juidem
,
'
j
'?
eos
»
'
,
,
,
lo
E
iafccrei
des Rues
Dar
zefi
;
9
5
»
*
altresì credere
che defcrivendo il
a
Franccfco
to
chiama-
monte
ci lafciò fcrittonelle Tue delizie Fran-
^res
mont
ce
demie lieue de la
eflla
quelle
on
'utilede
"Bejfe
»
./_"
^z'oidun
lac de de
grantagne
fommet d^ une mon-
(^ pres tjue au
eflendue
du quelon n a peti trowuer
»
le
fondi gr
^ encore plusefjìvyaejì
fortadmirabilea ijmr
dedans on p peult
hUi car fit on jette
quelque
pierre
dts efd' auoir d'é tonnere
tenirbien tofl
ajfeurè
loin de la efl
^on
clairs pluyes(^/gresUs
So'acÌs ronde
[oh
un
creux
abifms nomile
owverture
preffansfondsy
aye fété trouier
qu
au
precedente
que pareti
^
^
»
,
»
9
.
.
y
ou
"
"
on
Non
molto
detti Autori
,
dilfimilfavola raccontano
Chinefi d'
un
a
i Cud-
lagodella Provincia
Peching) nel qualeaffermano, che Ce fu
go
tutta
l'acquade! lagettata alcuna pietruzza,
diventa di color di fangue5 E le in effo
alberi che
lago cafchino le io^liedi quegli
di
5
R
ali
1
air intorno
in
J^ArrR^LI
£S^£E/£^:^£
3o
verdeggiano quellafi
animate
altrettante rondini
quellaguifaappunto
furon convertite in navi
d
Se
e
,
full'acque
Aftolfa
,
volami
e
del
,
le frondi
fi
fpar-
Affricano
mare
ed in altrifomiglian-
legnida
guerra " conforme
la dove difle.
l'Ariofavoleggiò
;r
;r
".-i.
...
A'^CìidéK^Jìolfi
efèrcko
infinita
Uà
in
,
che le navi di Enea
y
cangiaronoin ninfe marine
fe da
trafloi^iano
,
Li.
.^j ^^\.^
Sfefd:
^Itfar fm' Ajfnchs
.^
rammentando^comi fu ammonito
:
"Vecchioche glidti l'imprefa»
santo
non
,,..
£
Dd
*Di
Di
»
ter
Pro^jenzjL
»
e
tilito
d' Acquamorta
de" Saracino che P
man
prefi:,
a-vean
eletta
gran turba fecenno'va
^ella ih*al mar gliparade manco inetta
£"' una
.
£d
anjendefi
pieneambe
le palme
,
guanto poteancapirdi *uarie fronde
A lauri
,
a
cedri tolte
,
a
^ì/ar
^
e
a
palme
nell'onde ,e le gitth
frimare
dal del len dileti'
alnìes
O felici
Grazia che Dio raro a* nmtali infonde^
che nacque
miracoloO flupendo
Di quelle
come
frcndi
furnell'acque
Crebberoin quantità
fuord' ogni
f ima
e gra*vi.
e lunghe
e grojfe
curni^e
Siferon
a^veano
Le orerieeh'a tra'verfo
prima
Vienne
,
.
»
,
^
FRANCESCO
DI
Aiutaro
Tutte in
131
in dure fpran^he
tranji
/ in £rdjp
,
rimanendo
E
REDJ:
innjer la
acute
ama
di'Xfentaron
^ai^'i
tratto
un
,
tante
differenti
quaiitadt,^
j^^uante raccoltefurda i^arie piante
Miracol fu ijeder le[rondi
[pane
Trodur fiìfte
^ake ndoA da gaUia/
che ^-vels»
fu mirabtP anior,
e farte,
ahhia^
E remi aruean
n
quanialcun legno
t arte
^on manci al Duca poichi a"T"efje
rabbta
alla "uentofa
Di goijernarft
che di Sardi,e dt Qorft
remoti
non
^«cchìrer»
padron?
penne(iebbe e piloti
Io non
mi ciiro
anzi non
voglio eC-
Di
^
,
,
»
^
,
,
,
fer nel
di coloro
numero
quellametamorfofi
vera
Rondini
Ne
:
Brante
Autori
o
,
,
,
da' lor frutti,
Ibernia
o
da* tronchi
adiacenti
nell'jlfole
;
Imperocché a
dal
Carlo
Clufio
,
e
,
o
dalle
alla Scozia,
baftanra
una
fu confutata
fatta favola fodamente
da
di quelefeinplo
o
queiranitre dette Bernacle
ti
qualiper confentimento d* infinifon credute nafcere daglialberi
le
,
coli'
tura
avven-
di
o
,
per
tengon
d* alberi in
di foglie
fi dica effer per
mi
in natura,
poflibilc
r oche
che
,
da
dottiflimo Antonio
,
molt' altri, e
nel
Deufingio
R
chiglie
con-
e
all'
così
prlma"
pofcia:
tratta-
cello
2
.
1
3
ESyERìE^ZE
2
tcllo de
^ATVRALÌ
fottcis
anferiktis
.
Iacopo V
E
nel libro delle antichità d' Ibernia
di
riferitii fentimcnti
certuni
,
Varco
dopo
aver
intorno
alla
di quegliuccelli
prudentemente
generazione
mereri
conclude :
In rcc^u^e flenius
fcruttnium
,
^idetur mhtl
corrivo
Il
Laonde
:
dejinio
credere
a
pefcifquammofidi
pcfchinocerti
di zafferano 5
della China
che ne' mari
,
farò mai
non
i
T inverno
qualitutto
color
abitano
la primavera
fopraggiugnendo
fi vertono di piule fquamme
ma
gittate
Y ali fé ne
di penne
e
e
difpiegando
dove conde' monti
alle bofcaglic
volano
neir acque
5
ma
,
j
5
,
,
tunno
verfano tutto'! corfo della fiate, e dell'autornando di nuovo
; al fin del quale
T antica figura
guizzarnell*onde ripigliano
dì pefcc:
E febbene Voi, dottiffimo Padre,
a
illuftrata,
nel libro della voftra China
mo-
di crederlo,io però fon
ftrate apertamente
che nell'interno del voftro cuod* opinione
re
,
non
mente
lo crediate
di far
una
folo
che
e
,
nobil
moftra
abbiate
in
dell' altezza
della
profondità
voftra dottrina
fpeculando e recitando le
in
vicendevole metamorfofi,
cagionidi quella
deir
ingegno.voftro ,
e
della
,
che ella foflc vera, e
della natura
confuete leggi
evento
,
non
le
lontana dal-
•
Mi
IJ4
Il
nella
nico
Sig.GlufeppeOttavio Attavanti Canofe
Fiorentino, n compiaccia di rivedere,
U.
prefentcOpera ci fono cofe contro
S^Fede,
li
e
buoni
-coftumi,e referifca
Luglio idyi.
i^.
Pucci Arclp.
e Vie,
Aleffdndro
'i
Fior,
Gen,
j-,i
Nel
torno
Data
.
a
in-,
prefcntelibro intitolato EfperJenzj
dt^crficafinatt^raH del Signor Frame-
fio Redi
,
ho
i\on
alla Fede
pugnante
mi^ che
trovato,
o
letto,
Cattolica, o
cota
coftu-
a' buoni
però Jo iliino degno deiJa luce
(lampe, che è quanto pofforiferire a
Illuftriffima
,
Agoflo
e
Reverendiflìma
.
le-
le
delV.S.
Quefto di b\
1571.
Ona^vio
Giufippe
Atta^z'anti Canon
Fior,
"
Jìampi^jjer^mgt érdinìfoUtiejjèr'^arjt
Dmh
gli1 1. Ago^o iS^i,
Pucci Arcfp.eVie. Gen. Fior^
Alejf.
Si
,
Il
Sig.Avvocato
AgoftinoColtellini
fult. del S. Off. di Fiorenza, veda,
"c.
Qucfto di
Fra
II.
Gi^: Paolo
Agoflo
e
Con-
riferifca,
i^yi.
V* Inq,di Fior,
(jiulÌAnetti
155
di
queftaLettera non fcguirando la ftrada battuta da glialtri,
la maema
ftra della fperìenza,
è mai inciampatom
non
che polfaimpedirgli
cofà
la ftampa;della
^uale la giudicodegna;fpcrandoche non gli
jfiaper apportar minor lode di quelche fiabbiano
L* Autore
,
fatto r altre Tue erudite5 ed
opere
,
e
in fede
"c»
y
Coltellini
e CenC
Confuti,
A^^ji,
Stante,
"c.
Si
elaborate
del S, Vfizjo
.
(lampiqueftodi
15.
Ago-
fto 1571.
F, Gio: PaoloGtulianetti
V.
Matteo
Fior.
Injuifdì
Mercati d'ordine del Screnifs.Gran
Duca
di Tofcana
vcddc.
INDICE
v^^/lT'
pi
iJT?
piJiC'*riBÌ"nl
e"fb.
non.
3
non
'}
ellsb
is'ift
obnnsqì
iV^7{i%]^i^\
ri
.).--D
'locjì
'^-
'?''rt"-^^
'^^\\
,
inm
iw*
m^s^r^à^'i'O
-I.-m,»
n,
cW^
•.*i\ò
,'
INDICE
COSE
DELLE
E
NOTABILI,
PIV*
DJEGLI
CITATI.
AVTORI
jBate 'Bourdelotcane
Accademia
^4,
Aceto
45.
del Cimento
8^3
31.
55.
^o.
l acque
ja rijchiarar
intorbi-
date 3 5-,
fipral'aliodi
Acquarzjnte ^alle£^ia
mandorle dolci 50,
ti*acqua
Acque naturali di-ventan torbide per infufonè
di piombo^ i. Acquai
a
flillatct
campana
del condotto dt
che 52.
e
Ttfa intorbida anch' trjpi,
per-'
Intorbida
meno
deli aùr^ acquar
rali
natu-
5?.
Acquaidel Pczj:o della A^ecca mW Ardia 53.
del fiume dAla H'èfcia diila^
Acqua del ^tlo
^^'
ne' monti di Lucca ^s*
fintede ^uon^'i/i
Del
qua del Tettuccio e del Tagmoio lai.
"
^
^
/I"? 12:8.
jiumeChiemo e del fiume
ài piomboiwn tutte ugualin dentane
mente
Acque fttllate
fannointorbidarl*acque naturali32. H- Se
in aajidt cri fiallo inalbano 39.
Jicncon/èravate
i
e
^
S
i^cqiia
Jccjptadi' cam/ella fltUata fé Jìa,confer-vata'm.^
intorbida 57,
di crijìalloj
/« rz^ajì^t
't'afì
nje^
:,
ft
tro
a
Accjuefluiate
late in
d'
per infujlom
acque
iniorhid^no
ma
n^n
tutte
tro
a/e
pomb»
Alcune
3 4.
limpidagy.
manne»
y
»
di
intorbidate 35.
j
t altre
rifchiarar
fm
ejje
d' acque
per infwfione
intorbida Jèmpre 34. 5".
ruetra»
piombo
Acqua di melijja
3 5"
;,
P.
acque
x
di
,
d argento,
in^
Jìillate
Jalojia3 6".
io.
chiarar
fa rij
A^refìo
Alcorano
di bietola
Adamando
Adamo
55.
36*.
a
nyafìd' oro
Acqua di paritariafìtllata
df
fld-
l'
acque
intorbidate 3 5.
24..
Tr alitano 81..
Alejptndro
di Diojcoride
116,
A'momo
Anacreonte-
^^ndr
lor..
i lOi
ornato
1 1
5.
anitre
negh occhi
ferite
Anitra
del Cairo
Antonio
^6,
Dcufmojo 131.
^
t^^tcheleVinci
T.
c^ntorr
T.
Antonio Veira
Smonto
14.
Morera
loi.
i^potlodoro
8 1.
Apollonio
le.
yp.
42.
80.
\
io.
5(5".
5?8.
il
4.
.
119
del
Araticàfruttò
54.'S
"Brafil
tany.
figura
Sua
Araticù pana
di
tre
56'
f^ezje
6".
Araticà ape 5 7.
"
16.
lofio
6^. 130.
IX 2»
III.
Arifiottle
15^ lop.
^rmadtglioe fue a^irtà 6j,
1 1 5.
Afilepiadeno.
Ar
,
^y/'/^?
4.
^^« Cala fiat25.^
Ciucio 28.
At^gerio
^i?//i?
^«r(?r ^^/ i/'yi?
il.
incantagioni
B
B£:r«^/^8^
vj^r^ì
151.
;\ tf\ .".\^
boccaccio 6^,
^ojardo103,
^crrichio
,
'Branche della
Trame
forchi
T/^^;'0/^
lor fabbrica
e
55,
Torpedine,
131.
'Brocards 106,
^Budellodella Torpedine
e fua fabbrica
5i
,
Tuoi
"
e
113.
loro
1
corna
14.
fé mettalo
»
''
.
le radicinel
terreno
#
S
2
C4N
140
e
lora pietre
yj.
CAimani,
(Callimaco
e
i o i
.
78.
Caiy'iéra
DaCarfania^vn^elenaticoW olia di calpaccoio,
12.
£Ìtfcorjiioni
affricani
de la oja 125.
Sua foglia
tunj,
5.
Cafcartlla
le ràdici nel
[è mettjxw
CaJIrom e hro corna
"
»
terreno
Carlo
Carlo
115,
114.
Coja igi'
28.
CIhJìo
Carlo Adaonini
£a"ual marino
(fy. II^.
151.
iz.
2.
6"^.
€ebdofttafifi troad ne' nidi ddU
a gliocchi 14^
gio'ue'-vole
(^erafia
4,
Cernei» e loro pietre
75.
Cernei
non
nafcóndono il
Cerfr^icafirati
non
Cernjiefémminenon
mettono
anno
cornò
le
Cernji
,
e
Cernete
^
e
'
fi fia
/v!^i^
ico,
deffrp
11
corna
i e
corna
^on
ferm-'ie
femminemofirmfi
rondini
le
i
corna
'2:»
.
104,
dt Sen.eri
nelle medaglie
"
e
di
di Macrino : d' ElioJ^^Afsiìniano
T"i Salomna: di ftfippo
105. Di
102.
gahalo
Di G alieno io 6". ?"-.
6 dt Ce fonia:
Caigula,
ydcti : de' Qoidoniati
: degli
icj»
gliAgirimi
GMiai
di
•
De
142
tenere
(^"rna
al ceravo
fé fem tagliate
,
[hotmorire
Corna
,
fi nt^
iii.
de' cerr^i fori
irrigateda' canali fan-
tenere
£UÌ£KÌIII.
Coma
ntl
de buoi
terreno
de
e
j
113.
le radici
caftrom
fé mettano
114.
Corrado
Geftiero
dy.
Corte di Tofana 3.
di Tofana
fofmoTerzi} (Jrand^ùca
58.
5.
102.
105.
Co fa 2S.
a
Crijlofano
in Fifafannoiniorlidar
t acqua
Crifalli
fMrtcatt
di cannella jìtllata
57.
in Roma
in Parigi in Vene-Crifalli
fabbricati
"
,
zia;,e loro effeitt
37. 38.
D
del Rinocerontep8.
DEnti
Denti del
fefcedonna
de* caimani 77.
d
Denti de coccodrilli
6^,
Denti
Der-vipi de^ Turchi
»
Egitto77.
e
loro trufferia
23. 24.
foperta
25.
nellofìomaco
uccelli come
Digeflione
degli
»
84.
rne
ce-
fifaccia
91.
Diamanti nel
uccelli^6.
ventriglio
degli
Diajpro
MS
dì "Boemia- tkI ijentri^li"
uccelli^6.
IDiafpio
de^li
DiegoCheggio
12^.
Dtofonds1 4. 47. 116".
Dolor de' denti, e fuo rimedio 98*.
Dolor colico e fm rimedio
44.
y
Rojptti
95^
Donato
E
82
ELiano
Elleboro
non
wfj^ nelleferite
EftzfmoScales
P.
iE^m
84.
Spiegato
cirimonte nel
^
,
t"//(?
85.
ic8.
coglierlo
46".
le a'v-ve'ena
i';^"7
46,
io.
"^/ Cappadocia
115,
j£rii;t
"P^y^ 126'.
^ri»^ Gmfèng
ii6.
intorno
Efperienze
aW acque
flillate
3 r, jìnoaSj
57intorno
Efpertenze
me
alle
cojemedicinalifonfallacife
66,
uccelli88.
alla dige
intorno
degli
filone
Efperienzs
89. fino")j.
intorno alla generatone
io e.
degtJnjetti
Efperienze
intorno alle corna
Efpertenzs
57.
Etéfihio
^ierembergio
loi*
Etirtpide
de^ ceriJt
71,
^7.
loi.
115.
Ezechiele
Sfammi9 105.
FazJ9
14+
Vherti
de^li
FAzjo
104.
Ferdinando Secondo Granduca di T^fcana3,
Ferite
occho depU
de^li
mente
1
uaellt gnaripom
fpontanea-
4.
L^
Fiele della Torpedine
non
produce
impiaflrato
torpidezza
51
ha n^irtù
^on
,
5
contro
dine
la libi-
I.
File 84?
della Trinità
Filippo
78.
Filippo
'l^t^afetta
rP.
Filenide Catanefe
1 1
ér8.
e.
FilibertoVernati 114.
Finocchiodella (^hma1
1
9.
Foghe di alberi con^'ertitein rondini 119, 150,
Emandez^ 28.117.
Franccfco
ài Swuero 55.
Antonio MalafpmaAdarcheje
Francefco
Francefco'Baccone
Vcndamio
50,
Tierni 103.
Francefco
Cammelli 102.
Fraucnjc)
des Hi"es ^^9»
Francefco
Francefco H^etrarca
Francefco Vria
118,
Ximenes
Francefco
Frecce di
102^
6'], 71.
77.
120.
6q,
Macajfar
Fttfìmi"j6,
Galeno
145
G
GAfem
Cfalli
5. 51.
75.
t IO.
I ri*
elio di tah^cct)
ammazjji'i fol'C
7. 8. ^*
GéiHt morfidalle "i^ip€re
12.
Gallme:, e
cechi 14.
galli d' India fmii negli
Garofanodi
Plinio
da Orto 28.
Garzja
Gattimammoni
Gemina
116,
ano
"
e
6"5.
62.
loro piet te
jj.
Aiontcmari pj.
6j,
(jefnero
Gutcoino
Tonzio "]€.
Gicvamh
AtifaCheluz^
12.
GionanAtichele Wanslehio
l'j»
boccaccio 54. 84.
(^iorvanni
Gio-vanni
Lem
6q. deLaefju
Cratcne
iii.
Gtonjmni
105. 106'.
Trijìano
Gerardo V^fsio106,
Gio'^anm
S. Gioruanm
Grififtomo
27.
Gioruanm PagniiiS,de "Bamos i
Giovanni
121.
Lofez^Tigneiro
Girolamo
loj.
ic8.
ij^ Panhw
116.
fine
'Barbati 112.
Girolamo
"Biffi
71.
Giulio Cefar
e
Scaligero
104.
uno /pieGitìcclareyche fi cacciattaneW angninagUa
de
da Porci
G
ornar a
26".
71.
T
grt^
1^6
Gru
82. 87. dt che tertplepietre:,
perchè
in^hwttono
e
né" nojìn
85.86'.8 7.
paefì
fo comparifcono
Ojfer^a-
iltempo delia lorotenuta
87.
punt'idmeme
dt folel?iade
Gru
non
fipafcono
Tofcana 88.
in
Gront (Quando
comparirono
1^, 55. 5(5.6'7.71. 76. 78*
Guglielmo
^Fifone
cAYa)Co 84. "Brttom 128.
Guglielmo
no
Guanachi
G unterò
9
e
loro pietre
73.
104..
ri
Hancùhan uccellodi
del "Brajd
78.
rapina
I
I'^^care
"jj,
VVareo
Iacopo
152,
Iguane71.
sifahhrica
dellerazjes dello
InteR'tm cieco del pepe palombo;,
loro fabbrica
del coniglio
e
5i
frttzxplo
htoìhidamentt deW acque naturali»e dellefiliate^
in 5 6,
3 I fino
Ime
e fua
(linodella Torpedine»
.
,
,
.
logM
eremiti indiani d'i.
6^,
Ippopotami
6"2,
6*5.
70.
Lagé
?
147
L
di n^ echino
Lj£o
Legno
ài Soior
Ltmone
,
e
dt Laor
e
"
£aYd.de'
Leopoldo
(ne mdLrarviglie129,
e
y
Medici
51.
arare
fuofigofu rifchi
125.
102.
l'accjue
intorlidate
5 5,
kanco, acido e amaro
nel gozj^ degli
uccelli
Ltcjuor
cnde paturifca
5,1.
^c^
i denti nelloJìomaco
marine anno
Locujìe
^i.
Lorenz^ Magalotti
5p.
»
M
Achina,j?ercamminar fopra
/'acqua 127.
Settata 6j.
t^anjredi
M
Marcello
P.
iio.
Empirico
Martino
Martini
ìi6,
tj^jatteo Campani io.
tylJatteo Maria
Medagliadi
no
^ojardo103.
Severo
«
di Giulia
e
9
di M aerino» ^ Elio0 ahalo 102,
,
di
Mifitmfa^
T"i Salonina,
o
no
CaliguUe d: Ctpnia di G alief^'eleci,
de' D aldiani degli
Efefmt106. Degli
de* Caufoniati
inet
degli
Agir
105.
dt
Filippo
105.
Di
:,
,
^
,
:"
P,
Michele ^oim
Aioisè Addtmomde
tyìsonete
6
e,
6g,
27.
duno
nel ^'ent^iglio
ajfrtcane
T
2
Sttuz^iole
97.
?^/V^-
Gng%rA
Nksforo
?-7.
des ^2. 6j.j6* Alejjmdrimiio^
uccelli
Delle
^idi dc^lt
115.
per ufo ddla Medtcma
tondini della CoccmcinéC, e lara ruirtu
1 1(^.
115»
'Niccolò'
Monar
O
Oche
ferite
negliocchi
14,.
Olio di tabaccoanj^elena leferite
f .40.42. 5^^»-
dt
tabacco e ijelemfo
Prefiper
4 1
o£m olio qUAlfìfia
Chi lo faccia
bocca ammazjjtJ^i,
ijelenofo
44. 45,
.
olio ài manétrle dolcipiù
dell'ac^aarzsnte jo.
gra-ue
Olio d'elleboro e £ euforbia
mtu^
tne^onelle ferite
»
e
ruelenof^ 4^".
Olao
Torch
t)vpiam
Voìmio
2Z,
6^7.71. 75* pS.
9S".
120»
112.
OJfa di pefe donna 6j,
Ovidio
126.
Otiedo
^7.
7
Di
ca^val marino
6^", 70,
le
O'uaje della torpedine
52V
p
p
Accio jinfiocff1
Tahi,
€
IO»
loro fiftró
7Jo
Palef-
I50
Tlwoì^,^6.^j.51.75.81. 84.88. no.
Tlutarco
16,
polvere
tonante
112.11(5'
84.
59.
Torcellmo d' India,ferito
dn
Porco di fiume78.
Pozii di fuocoii6,
uno
fcorpione
15.
ii-j.
R
Moise
RAhhi
Radice di
Maimonide
27.
Lopez,'Tt^ueiroI21.
Gto:
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Di Caltimbe 125.
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dell'America9J.
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Ruberto 'Bolle30.
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Rondine
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Acerdoti di "Belo
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loro inganni
16.
di natur,Efper.deWAccadJel
Cimento31.35.
Sai'gi
?Santonide'Turchie
lortrufferia^comef
aperta23.24,25.
Sale^chefonfe/»'
tntotlidare
n^afdt
criflailoyfa
factjua
dtcannellajstilatae l'acque
filate
a piombo
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38,39,
Salmafo47.
Samuel Toctarto 83. 84. 85.
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Sangue
J5i
di
Sang'.ie
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cev-vì
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fidine
acqua marina
affa
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120.
di Teocrito d'fefo
85.
Scoltajìe
da' ciarlatanily
12.
Scorpioni
affricani
99. ynangian
Seribontà
Largo
iio,.
d' Alnmda
Scbafìiano
125.
Gen-to
61,
60,
capelluto
Serpente
Setole della coda degli
78.
elefanti
60,
79.
Stlio Italico ici\
Società B.ealedt Londra
I
Sofocle
o
I
.
Soldato:,che
Soliniaio
114.
ài
fi njanta-va
ejfer
fatato19.
da Ciarlatani
inghiottito
20.
21,
16,
o
Solino Si.
di
Spirito
84.
nyitrtuolo^6,
ciechi 51. 82. 97.
fmi due inteflim
t acque
di limone
d agre[iofa rtfchiarar
e
S.rtizzsdo
^
Sn(fo
112.
mi 0)
e
5
hidate 55.
T
diri'erfc
Pro^'incie^i. Sanale ferite
fémplict
^2. i^mlefangutfughe,
lucertole,
le.
lejtr^i
4 s In firnmazsia
diacciato In 'vece di fer^iztale
44.
mo
128.
Taipe lago,e fuo mara'Z'iglic
Tarahfi 88,
fioolio7.
TAhacco,
e
40. 41. 42.
Di
C-»
.
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15^
Tan^
27^
Arcare
Teofrdfto
47,
Terenzio 47.
Tertulliano 1 4,
84. 9?.
Tommafì forndio
uccelU
de^li
Topazimefsinel njentrigiiù
Torpedine
47. fao ^54.
V
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de'lorfemi,
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e foglie
ÌorJì£,e
VAìniglie
1 2.
5
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Fiacco
Vderio
4
loi.
deUà
idiomi
Ojjer-vano
loro(venuta
i ^2. feriti
negli
^"j.Che di^entanpsfct
occhigHAìifono
1 4.
fpontmecimente
J^ccelli
tre 82.
fconlepie
inghiottì
VeruUmio
3 o.
e
Vigogne»
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pietre
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Vincenzio Sandrini 5.
Vipera
4,
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99.
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1 5
Mangiatada* (Ciarlatani
.
// f4/5 c^^ mordendo
rf^tr^
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amìnazsi 40^
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F//^ Atd^orando 50.
Vnghiede' ragnidi Pernamhmco
108,
lod.
Fi^/f;^
107.
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^"^cchetre
di n^etro
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acuto
temperatein acqua i?4.95'
p8.
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I
98.
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