Introduzione storica al
magnetismo
Di Luigi Lombardo
a. s. 2015/2016
Le origini del magnetismo


Già noto agli antichi
greci (V – VI secolo
a. C.), ma
probabilmente ancora
prima in Cina.
Prende il nome dalla
magnetite, minerale
con spiccate proprietà
magnetiche.
Blocco di magnetite con
magneticamente attaccata della
limatura di ferro che segue
l'andamento locale delle linee di forza
del campo magnetico creato dal
minerale
Le origini 2

A sua volta la
magnetite prende il
nome dalla città greca
di Magnesia di Sipilo,
dove se ne trovava in
grandi quantità.
Il trono di Pelope, nei dintorni
Tito Lucrezio Caro

Tito Lucrezio Caro (99
a.C. - 55 a.C.) nel De
rerum natura racconta un
curioso esperimento
elettromagnetico
osservato a Samotracia
(VI, 1042 - 1048)
Le prime applicazioni: la bussola



L'invenzione della bussola si
attribuisce ai cinesi.
Fu introdotta in Europa nel
XII secolo attraverso gli
Arabi e gli amalfitani.
il primo riferimento all'uso
della bussola nella
navigazione nell'Europa
occidentale è il De nominibus
utensilium di Alexander
Neckam (1180-1187)
Classica bussola da
orientamento topografico
La leggenda di Flavio Gioia


Giovanni Battista Pio nel
1511 scrive: “Amalphi in
Campania veteris magnetis
usus inventus a Flavio
traditur”.
Traduzione sbagliata: “Si
tramanda che l'uso della
bussola sia stato inventato
ad Amalfi, in Campania,
da Flavio”.
L’errore

Traduzione corretta:
“Viene tramandato da
Flavio (Biondo, umanista)
che l'uso della bussola sia
stato inventato ad Amalfi
in Campania”.
Lapide a Flavio Gioia (Supportico Marina
Piccola)
Il cognome

Lo storico napoletano
Scipione Mazzella
aggiunse, non si sa
perché, quella che
"Flavio" sarebbe nato
nella località pugliese di
Gioia del Colle.
Una veduta panoramica della
cittadina pugliese del 1900 circa
Pietro Peregrino di Maricourt

Il più importante studio
medievale sull'argomento è
certamente la "epistola de
magnete" di Pietro Peregrino
di Maricourt (del 1269), che
tra l'altro introduce il
concetto e la terminologia dei
due poli (Nord e Sud) della
calamita, spiega come
determinarne con precisione
la posizione, ne descrive le
interazioni reciproche,
attrattive e repulsive, e
propone l'esperimento della
calamita spezzata.
Aguja rotatoria de una brújula en una copia
de la 'Epistola de magnete' de Peter
Peregrinus (1269).
William Gilbert

Nel 1600 apparve il "De
magnete" di William
Gilbert, che rimase a
lungo il testo di
riferimento sul tema del
magnetismo.
Frontespizio del De Magnete
di William Gilbert
Biot
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Jean-Baptiste Biot
(1774 – 1862).
A lui e Félix Savart è
intitolata la Legge di
Biot-Savart, che fornisce
il valore del campo
magnetico generato in un
punto dello spazio da
una corrente elettrica in
funzione della distanza
dal conduttore.
Jean-Baptiste Biot
Savart
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Félix Savart (1791 –
1841).
Insieme al fisico JeanBaptiste Biot, misurò il
campo magnetico
generato da un filo
percorso da corrente e,
nel 1820, formulò la
legge di Biot-Savart.
Félix Savart
Ampère
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André-Marie Ampère (1775
– 1836).
L'11 settembre 1820 seppe
della scoperta di H. C.
Ørsted, che un ago
magnetico reagisce a una
corrente voltaica. Il 18 dello
stesso mese presentò uno
scritto all'Accademia, che
conteneva un'esposizione
molto più completa, di quello
e di fenomeni simili.
André-Marie Ampère
Ørsted
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
Hans Christian Ørsted
(1777 – 1851).
Nel 1820 scoprì che l'ago
della bussola devia dal
polo nord magnetico se
viene avvicinato a un
cavo in cui passa
corrente elettrica.
Hans Christian Ørsted
Faraday
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Michael Faraday (1791
– 1867).
A titolo di onore, è stato
dato il suo nome all'unità
di misura della capacità, il
farad.
Michael Faraday mentre tiene una
barra di vetro del tipo usato nel 1845
per mostrare che il magnetismo può
influire sulla luce, dettaglio di una
stampa di Henry Adlard basata su
una fotografia antecedente di Maull
& Polyblank 1857.
Einstein

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Albert Einstein (1879 –
1955).
Grazie alla sua teoria
della relatività è stato
possibile dimostrare che
il magnetismo è una
conseguenza del campo
elettrico.
Albert Einstein in una fotografia del 1947
Conclusioni
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Sin dall’origine, la capacità del magnetismo di
agire a distanza (come la gravità e l’elettricità) ha
creato intorno a questo fenomeno un alone di
mistero e di magia.
Ancora oggi l’aggettivo “magnetico” indica
qualcosa di misterioso che agisce a distanza.
Solo il genio di Einstein ha permesso di capirne
la natura.
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