n. 256 27 gennaio 2014 QUESTIONE DI NASO I nuovi regolamenti hanno costretto i progettisti del Circus a sbizzarrirsi per cercare la soluzione aerodinamica vincente. Ma solo la pista dirà chi ha saputo unire creatività e concretezza FORMULA 1 Registrazione al tribunale Civile di Bologna con il numero 4/06 del 30/04/2003 L’editoriale BRUTTE SÌ, MA CHE IMPORTA Direttore responsabile: Massimo Costa ([email protected]) Redazione: Stefano Semeraro Marco Minghetti Collaborano: Carlo Baffi Antonio Caruccio Marco Cortesi Alfredo Filippone Dario Lucchese Claudio Pilia Guido Rancati Dario Sala Silvano Taormina Filippo Zanier Tecnica: Paolo D’Alessio Produzione: Marco Marelli © Tutti gli articoli e le immagini contenuti nel Magazine Italiaracing sono da intendersi a riproduzione riservata ai sensi dell'Art. 7 R.D. 18 maggio 1942 n.1369 Fotografie: Photo4 Actualfoto Photo Pellegrini MorAle Realizzazione: Inpagina srl Via Giambologna, 2 40138 Bologna Tel. 051 6013841 Fax 051 5880321 [email protected] 2 Massimo Costa Sono brutte, c’è poco da fare. Ma questo cambia qualcosa? Diremmo di no. Se le corse sono comunque avvincenti, se vince il pilota o il team per cui tifiamo, la bellezza di una monoposto di F.1 conta poco. Non è certo colpa degli ingegneri se si sono dovuti inventare terribili “proboscidi”, per non usare altri termini che stanno andando molto in voga sui social network, o aperture anteriori che ricordano gli aspirapolvere che tanto piacevano alle nostre mamme. Loro seguono i regolamenti scritti dalla FIA e si regolano di conseguenza. Per far sì che le loro creature diano il massimo. E questo è l’esito. Su questo numero del Magazine trovate tutte le monoposto F.1 presentate, mancano però Caterham e Marussia, in ritardo, ma che gireranno a Jerez nelle prossime ore o giorni. Questi primi test di Jerez non determineranno che dominerà, o chi sarà protagonista, nel mondiale 2014. Troppo lavoro da fare tra nuovi motori, aerodinamica da capire, Kers, serbatoi ridotti. Tutti gli ingegneri hanno voluto sottolineare come tra almeno sei mesi sarà possibile capire al cento per cento il comportamento delle monoposto. Insomma, la F.1 è un cantiere aperto e tutto potrà accadere nei primi Gran Premi. Sarà stravolta l’abituale classifica? Ovvero, gli ultimi potranno diventare primi e viceversa? Perché no, sarebbe intrigante. Magari questo potrebbe accadere nelle prime corse, poi prenderanno il sopravvento i soliti noti, per forza economica, per maggiori possibilità di sviluppo. Sediamoci allora, e vediamo quel che accadrà in questi test di Jerez che potrete seguire in diretta sul nostro account Twitter @Italiaracing grazie al nostro inviato Marco Cortesi.. Il graffio di Baffi Dal 28 al 31 gennaio seguite con noi su Twitter la DIRETTA dei test di Jer Tutte le news e novità da 4 r @italiaracing rez F.1 all’inviato Marco Cortesi 5 FORMULA 1 FERRARI La F14-T dovrà permettere ad Alonso e Raikkonen di fermare quell’imbattibilità Red Bull che prosegue da ben quattro anni consecutivi. Per il team di Maranello sarà fondamentale cambiare passo non solo per quanto riguarda l’esito puramente sportivo, ma anche per l’aspetto importante del marketing Stefano Semeraro Il suo compito è vincere in pista, non importa che sia bella, ma veloce. Nello zoo in cui i nuovi regolamenti sembrano aver trasformato il parco di monoposto della nuova stagione (nasi a formichiere, bocche a carpa, profili da ornitorinco...) la nuova F14-T si piazza comunque in una gabbia a parte. E' la “bestia” condannata a vincere dopo quattro anni di fallimenti amari, ed è stato proprio Luca di Montezemolo a dirlo chiaramente il giorno della presentazione online: «Mi sono stufato di arrivare sempre secondo». Meglio secondi che terzi o quarti, verrebbe da aggiungere, ma la verità è quella e stavolta non ci sono scappatoie, scusanti, non sono ammessi ulteriori rinvii. La monoposto della riscossa è stata anche battezzata con un nome che scomposto nei suoi vari dettagli non dice molto: F come Ferrari, 14 come il numero di gara di Alonso, T come turbo. Ma che visivamente dice I pIl primo assaggio della nuova monoposto a Jerez 6 tutto: F14T come FIAT, ovvero la casa madre che dopo l'acquisizione di Chrysler punta a rilanciarsi alla grande sul mercato mondiale. E per rilanciarsi bisogna arrivare primi. Uno studio condotto da una azienda esperta di marketing dello sport (Repucom) ha rivelato che la Infiniti, sponsor della Red Bull, è stato il primo marchio a bucare il muro del miliardo di dollari di visibilità. Tradotto, significa che apparire sulle astronavi blù ha portato al marchio lo stesso risultato di popolarità, esposizione, ritorno mediatico che avrebbe ottenuto investendo un miliardo di dollari – dicasi 1000 milioni - in pubblicità su giornali, tv e altri media. Un dato che serve a capire quanto varrebbe, al di là della passione, dell'entusiasmo, della felicità dei tifosi del Cavallino, una stagione finalmente vincente della Rossa, nel rendiconto non solo di Montezemolo, ma anche di Marchionne. Cuore, certo. Ma anche affari. CONDANNATA A VINCERE 7 FORMULA 1 FERRARI Per tentare di invertire la tendenza al ribasso dell'ultimo quadriennio sono stati fatti passi importanti. Accanto a Nick Tombazis, capo progettista sotto pressione, è tornato in funzione di consulente il 70enne Rory Byrne, il progettista dei grandi successi dell'era Schumacher, insieme con il nuovo arrivato dalla Lotus (anzi, tornato) James Allison, per governare un team di giovani e non dove spiccano i motoristi Luca Marmorini e Mattia Binotto. I guai dovuti al malfunzionamento della galleria del vento ci si augura siano stati finalmente superati e il design della Rossa porta i segni di uno studio che, come vi illustriamo nelle pagine seguenti, punta a sfruttare meglio della concorrenza le incognite nascoste nei nuovi regolamenti. 8 I particolari nuovi sono quasi cinquemila, e come ha sottolineato il responsabile della produzione Corrado Lanzone «si tratta del progetto più complicato fra i quindici che ho seguito». E se fra factory e box ci sono stati movimento importanti, nell'abitacolo quest'anno ci sono due ex campioni del mondo che non ammettono scuse o alibi umani (come avvenuto con Massa). Ovvio che la difficoltà della sfida e il terreno sconosciuto sul quale ci si è mossi fino a qui generi un po' di ansietà, che dovrà essere superata fra i primi testi dei prossimi giorni a Jerez, la fine di febbraio quando la nuova power unit che fa capo al motore V6 dovrà essere deliberata, e il debutto in pista per il vernissage del Mondiale 2014. «A tutti chiedo di non farsi prendere dal panico sportivo, dall'emotività che impedisce di lavorare al meglio», ha dichiarato Stefano Domenicali. Per gli ottimisti si tratta di un richiamo alla saldezza di nervi, per i pessimisti l'ennesimo mettere le mani avanti di chi si aspetta ancora una volta un inizio difficile. Una eventualità certo sempre dietro l'angolo, specie in una stagione così rivoluzionaria e complicata da gestire, ma che stavolta rischierebbe di affossare investimenti importanti ed enormi. Le risorse per vincere la Ferrari le ha, come ha ammesso lo stesso Domenicali, un nuovo fallimento non sarebbe accettabile. La verità, detta a... brutto muso, è questa. MONTEZEMOLO «SQUADRA RINNOVATA, MI ASPETTO MOLTO» La nuova Rossa, tutta lucida e promettente durante la presentazione online (8 milioni di pagine visitate sul sito della Ferrari), nonostante il musone a proboscide,o ad aspirapolvere, scegliete voi, gli è piaciuta. Ora l’importante per Luca Montezemolo è che le promesse siano mantenute, e che la nuova coppia di piloti non rovini tutto trasformando una ovvia rivalità in un gioco al massacro. «La squadra è rinnovata, concentrata e può contare su due piloti forti, che mi piacciono molto. Kimi è l’ultimo che ha vinto un iride con noi, Alonso in Ferrari ha fatto stagioni fenomenali. Sanno che devono correre prima per la squadra che per loro». Una squadra che come è noto è stata rinnovata anche nei posti chiave del muretto e della factory. «Domenicali ha rinnovato molto la squadra, io faccio molto affidamento sul lavoro dei motoristi e su quello del nuovo direttore tecnico James Allison. Le condizioni per fare bene ci sono tutte». Ma tra il dire e il vincere, come Montezemolo sa benissimo, ci passa il tentennare. «All’inizio sarà fondamentale dare grande prova di affidabilità. Noi siamo l’unica squadra al mondo che se arriva seconda viene definita fallimentare, per questo ho chiesto ai miei di mettercela tutta, già nelle prossime settimane si vedranno i valori in campo. Mi aspetto una Ferrari ai massimi livelli». 9 FORMULA 1 FERRARI ALONSO «VOGLIO VINCERE AL QUINTO ANNO IN FERRARI» .Si guardano, si sorridono, si studiano. Pensano a come battersi. La vigilia di campionato della nuova coppia di assi della Ferrari è come quella di tutti i compagni di squadra. Simpatia o antipatia, il compagno rimane il primo pilota da battere. Quello che ha più da perdere è Fernando Alonso, che al posto del morbido Massa si trova ora a fianco un cubetto di ghiaccio freddo e pieno di spigoli come Raikkonen. Che fra l’altro può guardarlo dall’alto in basso, visto che l’ultimo a vincere un campionato a Maranello è stato proprio lui, nell’ormai giurassico 2007. «Michael - spiega Nando evocando il nome dell’idolo rosso che oggi gareggia contro un avversario ben più duro - ha iniziato a vincere alla Ferrari al suo quinto anno, e questo è il mio quinto anno qui: mi auguro sia di buon augurio. Del resto sono dieci stagioni che in inverno mi preparo per vincere in F.1, farlo con la Ferrari sarebbe il sogno di una vita che si trasforma in realtà. Bisognerà adattarsi, seguiremo le esigenze del team Come? Non c’è ragione ora di stare a discutere di questo. Sia io sia Kimi abbiamo vinto dei titoli in F.1, ci rispettiamo molto, e lui può portare qualche novità importante. Siamo sicuramente più forti dell’anno scorso». Resta da capire cosa farebbe Kimi, o cosa farebbe lui, davanti ad uno di quei messaggini che ogni tanto arrivavano nelle orecchie di Massa via radio. Raikkonen è diventato famoso per il suo «lasciatemi in pace, so cosa devo fare». Alonso è dai tempi della McLaren, quando divideva il box con Hamilton, che non si trovava a fianco un compagno così tosto. «E’ vero che un titolo non lo vinco dal 2006, ma non sento pressione al di fuori di quella che mi metto da solo». Fuoco amico a parte, i rivali più difficili per lo spagnolo «saranno Vettel e Hamilton, ma a gennaio bisogna considerare tutti potenzialmente pericolosi». Una piccola bugia, che gli perdoniamo 10 KIMI «I PIÙ FORTI SIAMO NOI» Raikkonen a Maranello ha lasciato la gioia di un titolo, ma anche le tracce di un campione poco socievole, pochissimo comunicativo, bravissimo a guidare e a non nascondere i problemi, decisamente meno a collaborare con il compagno per il bene comune. «Il mio obiettivo è far vincere alla Ferrari entrambi i titoli», ha spiegato laconico quando gli è stato chiesto del suo obiettivo per il 2014. «Se mi piace la macchina? Il look non significa molto». Bada al sodo, il finlandese, che già domani sarà impegnato a Jerez. «Con Alonso ci combatteremo, è ovvio, ma sappiamo entrambi cosa la Ferrari si aspetta da noi. L’atmosfera è rilassata (e se lo dice lui,ndr…), io ho risolto ai problemi alla schiena (con una operazione, ndr) e sono convinto che siamo la squadra più forte, abbastanza veloci per lottare per il titolo. Le macchine saranno più difficili da guidare, specie sul bagnato, lo scenario è sconosciuto ma non vedo ragioni per preoccuparsi. Anche perché a che punto siamo lo capiremo solo al primo GP». Chiaro, logico, Raikkonen. 11 FORMULA 1 FERRARI LA TECNICA FEDELI AL PULL-ROD Filippo Zanier Spesso accusata di essere troppo conservativa, la Ferrari con la F14-T è forse il team che ha sorpreso più di tutti gli altri con due scelte decisamente controcorrente: la prima è un muso basso che interpreta il regolamento alla lettera senza corna o proboscidi, e la seconda quella di mantenere lo schema pull-rod per le sospensioni, che molti analisti avevano giudicato inadatto al nuovo regolamento che prevede telai più bassi di 10 cm nella zona superiore. In Ferrari però, sono riusciti a riproporre una soluzione che credono possa dare grandi vantaggi, e ce l'hanno fatta sfruttando al massimo ogni millimetro disponibile sul telaio 2014. Se le ineffabili cassandre del Circus ritenevano il pull-rod una soluzione condannata in chiave 2014, era perché pensavano che i nuovi telai più bassi avrebbero costretto tutti i team a utilizzare inclinazioni meno esasperate per i triangoli delle sospensioni, andando così a creare un maggiore bloccaggio aerodinamico in quell'area e vanificando uno dei vantaggi principali dello schema a tirante. In Ferrari sono invece riusciti ad ovviare al problema ed hanno presentato una vettura che dal punto di vista delle geometrie anteriori sembra la fotocopia della monoposto 2013. L'inclinazione dei triangoli appare infatti identica a quella della F138, e lo stesso vale per l'inclinazione del pull-rod, che non è variata. Per la Ferrari si tratta di un vantaggio grande e duplice: dal punto di vista meccanico e dinamico, agire su una geometria che il team conosce alla perfezione faciliterà di molto il lavoro dei tecnici nella comprensione del comportamento della nuova vettura e della ricerca del set-up ideale. Dal punto di vista aerodinamico, invece, mantenere un'inclinazione così estrema per i bracci della sospensione permette di lasciare l'aria libera di scorrere al di sotto di essi, e addirittura di utilizzare il tirante quasi orizzontale come un profilo addizionale per gestire i flussi diretti verso le pance. Ma come è possibile che a Maranello non siano stati limitati dalle complicazioni legate all'abbassamento del telaio? La risposta si ottiene guardando le immagini della "vec- 12 chia" F138: si scopre così che sulla monoposto dello scorso anno c'era un corposo margine verticale tra il bordo superiore della scocca e il punto di attacco del triangolo superiore: con le regole 2014 la Ferrari ha visto sparire quel margine, ma sfruttando al meglio ogni millimetro disponibile è riuscita a non muovere il punto d'attacco, che sulla F14 T è infatti piazzato proprio in corrispondenza del limite superiore della scocca. I TRIANGOLI INCLINATI AIUTANO IL TIRANTE Il team di tecnici guidati da James Allison è quindi riuscito a mantenere tutti i vantaggi aerodinamici della soluzione pull-rod, a cui si abbinano vantaggi dinamici già noti come l'abbassamento delle masse all'interno del telaio, visto che barre di torsione, rocker (i bilancieri) e i gruppi ammortizza- tore vengono montati nella parte inferiore della scocca. Ma presenta dunque solo vantaggi il pull rod? Non proprio. A causa del modo diverso in cui si scompongono i carichi verticali che agiscono sulla ruota, rispetto a un più tradizionale schema pushrod la forza che agisce sul tirante, e che di conseguenza viene scaricata sul telaio, raggiunge valori di molto superiori, che in genere richiedono un irrobustimento della scocca e delle parti cinematiche. La soluzione Ferrari, comunque, tenta di limitare anche questo svantaggio: grazie all'elevata inclinazione dei triangoli delle sospensioni, infatti, aumenta la parte di carico verticale che viene scaricata sul portamozzo, alleggerendo quindi la pressione sul tirante. IL MUSO VA ALLA RICERCA DI DOWNFORCE Sulla F138 del 2013 (nel riquadro sopra) c'era margine tra il punto di ancoraggio del triangolo superiore e il bordo del telaio, margine sparito sulla F14 T Avendo demandato la direzione dei flussi verso il retrotreno all'area sotto le sospensioni, la Ferrari ha cercato di creare un muso che aiuti l'aria a dirigersi verso quella zona. Un "naso" basso, che rispetta appieno la lettera del regolamento, ma che con la sua forma molto arrotondata dovrebbe permettere all'aria di scivolare lateralmente, aiutata anche da un piazzamento intelligente dei simulacri che sostituiscono i camera-car. È inoltre plausibile che la sua forma allargata e lo scalino raccordato con il telaio nella zona della centina contribuiscano a creare del carico supplementare che andrà ad aggiungersi a quello generato dall'ala anteriore. Nella parte inferiore resta poi una piccola bocca che porterà aria verso il sottoscocca, flusso che dovrebbe essere energizzato dal restringimento che si nota nella vista frontale, appena dietro i piloni. 13 FORMULA 1 RED BULL SFIDA INTRIGA Newey ha sviluppato al meglio, anno dopo anno, la propria creatura, dalla RB6 alla RB9 permettendole di vincere quattro mondiali. Ora, per via dei regolamenti, la RB10 stacca col passato e inizia una nuova era. Saprà la squadra di Horner e Vettel, col nuovo arrivato Ricciardo, mantenersi al comando? 14 ANTE Massimo Costa Tutto cambia in F.1. I regolamenti tecnici hanno snaturato le monoposto che sono state svelate nel pre test di Jerez o direttamente sulla pista andalusa, come ha fatto la Red Bull. Ma proprio la RB10 a motore Renault sembra essere la più “umana”. Almeno dal punto di vista estetico si lascia guardare, bisognerà poi vedere se rimarrà la imprendibile Red Bull che abbiamo applaudito negli ultimi quattro anni o se concederà un po’ di respiro agli avversari. Anche Adrian Newey non si è sottratto alla regola imperante della proboscide che si stacca dal musetto e scende verso il basso, ma il progetto appare molto più gentile di tanti altri. Ma per il tecnico inglese non è stato questo particolare, che ha definito buffo, il maggiore ostacolo nella realizzazione della RB10: “Per la F.1 il cambio rego- lamentare dei motori è stata la variazione più grande dagli anni Ottanta a oggi, cioè da quando i turbo sono spariti. Per quanto riguarda i cosiddetti nasi che siamo stati costretti a realizzare, non penso che, tra quelli visti, tutti siano contenti di quel che hanno proposto”. Come dire, ce ne sono proprio di brutti… Per la Red Bull-Renault la sfida sarà immensa. Dalla RB6 alla RB9, Newey ha sempre seguito uno sviluppo ben definito, apportando di volta in volta una serie di modifiche che hanno permesso al team diretto da Chris Horner di conquistare quattro campionati del mondo con Sebastian Vettel. Ma la RB10 è un taglio netto con le vetture precedenti, in pratica si ricomincia da capo e non poteva essere diversamente. E qui entra in gioco la sfida di cui sopra: confermarsi leader anche se tutto è cambiato. Vettel si è detto pronto a confermarsi al comando mentre il nuovo arrivato Daniel Ricciardo non vede l’ora di poter scalare le classifiche dopo l’apprendistato compiuto con HRT e Toro Rosso. L’australiano ha preso il timone lasciatogli da Mark Webber e c’è molta curiosità nel vedere come si comporterà fin dalle prime gare. Ricciardo sarà subito al livello di Vettel? E se terrà il suo passo, si comporterà da fido scudiero o spavaldamente cercherà di metterselo alle spalle creando problemi all’interno della squadra? Ripetendo quelle tensioni che hanno caratterizzato il rapporto tra Vettel e Webber? Tanti i punti di domanda per una Red Bull che ha dimostrato in più di una occasione di avere proprio nella conduzione sportiva, nella gestione dei rapporti umani, il suo punto debole. Con un Horner giovane, ma ormai certamente con la giusta esperienza, che spesso ha dimostrato di non avere il polso fermo di un Ross Brawn, e un Helmut Marko che pare il classico elefante in una cristalleria. Uomo Red Bull sì, ma smaccatamente pro Vettel in questi anni. Ora che anche Ricciardo è un prodotto del suo vivaio (Webber non lo era), si comporterà diversamente? Non resta che sedersi e aspettare di leggere i primi responsi dei test di Jerez per capire se la RB10 sarà sempre lo spauracchio che conosciamo o se concederà un po’ di respiro a Ferrari, Mercedes… 15 FORMULA 1 RED BULL LA TECNICA L’ECCELLENZA È NEL COMPROMESSO Mentre gli altri team sembrano essersi divisi fra due scuole di pensiero, cioè "muso alto con la proboscide" o "muso basso e allargato", il geniale progettista della Red Bull, Newey, ha deciso di fare a modo suo e utilizzare entrambe le soluzioni. Ebbene sì, perché se è vero che la nuova RB10 mostra una protuberanza sul muso, è altrettanto vero che tra tutte le monoposto ad utilizzare questa soluzione, quella uscita da Milton Keynes è quella che mostra il "naso" più basso e filante. Consapevole dell'importanza rivestita da un basso coefficiente di drag (la resistenza all'avanzamento) nella Formula 1 del 2014 al fine di ridurre il dispendio di carburante, Newey ha evidentemente cercato di far convivere al meglio due anime nella RB10: da una parte ha puntato su un'alta capacità di penetrazione aerodinamica dell'avantreno, ma dall'altra ha però tenuto ben presente la necessità di far passare un sufficiente quantitativo di aria sotto al muso per sfruttare il telaio "scalinato" e indirizzare i flussi verso il fondo e l'estrattore. Il risultato è un musetto che dalla centina in poi scende in picchiata e termina in una protuberanza più corta rispetto a quelle della concorrenza; non solo, l'estremità Red Bull sembra anche meglio lavorata rispetto a quelle delle altre monoposto, e va a disegnare una chiglia che sembra molto efficace nel dividere i flussi fra i due lati della macchina. L'attenzione alla riduzione della resistenza all'avanzamento si nota anche nella zona delle fiancate, che in quanto a dimensioni contenute sono degne rivali di quelle proposte da Mercedes e Ferrari: non ci sono dubbi che in fase di sviluppo la Renault abbia avuto un occhio di riguardo per il proprio top-team nella fase di sviluppo, e che quindi il V6 sia stato progettato più in base alle necessità della RB10 che su quelle espresse da Toro Rosso e Lotus: il risultato è una soluzione di raffreddamento che in termini di compattezza è ai massimi livelli, e non è un caso che in questo settore le vetture che impressionano di più oltre a questa siano Ferrari e Mercedes, cioè i team che il motore se lo fanno "in casa". Come sulla Toro Rosso, poi, appare una presa d'aria supplementare dietro la testa del pilota che a quanto si apprende porta aria verso i radiatore dell'olio, permettendo così di ridurre le dimensioni delle prese principali. Interessante anche la zona del retrotreno dove i due sfoghi dell'aria calda dalle pance, quelli posti ai lati dello scarico, sono piazzati molto più in basso che sulle altre monoposto, finendo per soffiare direttamente nella zona in cui si trovano il triangolo inferiore della sospensione pull-rod e il semiasse. Filippo Zanier 16 17 FORMULA 1 LOTUS I RITARDATARI Massimo Costa Alla fine sono mancati soltanto loro a Jerez. Eric Boullier, prima di andarsene alla McLaren facendo arrabbiare Gerald Lopez che vuole replicare ingaggiando Martin Whitmarsh (defenestrato da Ron Dennis), aveva detto con una certa sicurezza che nella terra andalusa diversi team avrebbero saltato il primo test collettivo della stagione. Mai previsione fu più errata e andando a rileggerla ora fa sorridere. Anche perché appariva totalmente priva di stile spostare l’attenzione dei propri problemi sugli altri. E’ finita che dieci team su undici sono in queste ore a Jerez a far macinare chilometri alle loro nuove monoposto e ai loro piloti. Unica assente, la Lotus. Chi dice che non si è presentata per motivi economici è stato “graffiato” dalla stessa Lotus che ha addotto ragioni di progettazione… senza fretta. La E22, certamente intrigante con quel musetto dalle zanne asimettriche, è quindi apparsa in un paio di disegni (rendering per darsi un tono) e comincerà il mondiale 2014 già svantaggiata. Ma se sarà una vettura nata bene non ci sarà da preoccuparsi. Di certo senza James Allison, che aveva firmato le ultime velocissime e competitive Lotus ma è tornato alla Ferrari, e senza quel Boullier che era riuscito a tenere salda una squadra che non pagava il pilota di punta Kimi Raikkonen, potrebbe rivelarsi piuttosto complicato proseguire sulla stra- da intrapresa negli ultimissimi anni. Romain Grosjean è un pilota ormai navigato, ma di sicuro gli mancherà un punto di riferimento come il finlandese approdato alla Ferrari. Mentre Maldonado, abbiamo visto che se le cose non girano a dovere, come accaduto in Williams nel 2013, può andare in escandescenza provocando tensioni nel team. A condurre il team sarà direttamente Lopez affiancato dal più esperto, per le operazioni in pista, Andy Ruhan. Intanto, tramontata l’ipotesi dell’ingresso del fondo del Qatar che avrebbe dovuto rilevare la maggioranza della Lotus, di qualche azione è ora entrata in possesso la russa Yota Devices, compagnia telefonica. La E22 è l’unica monoposto che non si è presentata ai test di Jerez lasciando intendere che forse i problemi economici non sono stati risolti. Intanto, una piccola parte delle azioni sono finite in mano russa 18 LA TECNICA MUSO ASIMMETRICO Cercando una peculiarità tecnica che colpisca più delle altre sulla Lotus, è impossibile non soffermarsi sul muso. A Enstone hanno lavorato di fino e con il "tricheco", presentato lo scorso 24 gennaio, hanno stiracchiato fino al limite estremo l'interpretazione del regolamento nell'area anteriore della monoposto. Volendo liberare la zona centrale per il passaggio dell'aria, che così ha a disposizione un canale ben delimitato per dirigersi verso il sottoscocca, gli uomini guidati da Nick Chester hanno creato non una sola protuberanza come visto su McLaren, Williams e Sauber, bensì due lunghe zanne poste alle estremità del muso che lasciano appunto un ampio spazio vuoto al centro. Un'idea in apparenza semplice, che però si scontra con un regolamento che per la porzione più avanzata del muso prevede regole ben precise: ci sono limiti dimensionali da rispettare, e uno di essi sembra un ostacolo insormontabile per la "doppia zanna", dato che prevede che 50 mm a monte della sua punta più estrema il muso proietti una sezione unica. Proprio qui sta il "capolavoro" interpretativo degli uomini Lotus, che per aggirare il divieto hanno creato un naso asimmetrico, accorciando la protuberanza sinistra di almeno 51 mm in modo che la sua esistenza risultasse trasparente per la norma suddetta, la 15.4.3 del Regolamento Tecnico. E non è tutto, perché a rigor di norma non sarebbe permesso neppure di avere musi con più di una singola estremità: in quello Lotus, però, è solo la zanna lunga, quella destra, a figurare come estremità. Il dente sinistro, più corto, viene semplicemente derubricato a struttura di crash e supporto per l'alettone; una lettura estrema e decisamente stiracchiata, ma che a quanto pare ha avuto l'avallo della FIA. Il vantaggio della soluzione è, come detto, l'ampio canale liberato per il passaggio dell'aria verso il fondo. Lo svantaggio sta invece in una resistenza all'avanzamento leggermente più elevata rispetto alle soluzioni con singola "proboscide". Filippo Zanier 19 FORMULA 1 MERCEDES COSTRETTI A VIN Dopo il secondo posto ottenuto nella classifica costruttori 2013, alla Casa tedesca che non si avvarrà più della grande esperienza di Brawn, non resta che puntare alla vittoria. Ma non sarà per nulla semplice… 20 NCERE Massimo Costa Il primo elemento da sottolineare della Mercedes 2014 è l’assenza di Ross Brawn. L’uomo che aveva vinto il titolo mondiale 2009 con la squadra che portava il proprio nome, ereditata dalla Honda per una sterlina, subito dopo l’iride aveva aperto le porte della sede di Brackley alla Mercedes. Un grande affare dal punto di vista economico. Entrata in F.1 nel 2010 con Michael Schumacher e Nico Rosberg, la Casa di Stoccarda in questi quattro anni non ha raccolto più di tanto. E soltanto nel 2013 ha cambiato ritmo ottenendo il secondo posto nel campionato costruttori e tre dei quattro successi (uno nel 2012) finora conquistati dal suo rientro nel mondiale. Ora tocca alla W05, che ha un compito non facile: deve far meglio del secondo posto firmato lo scorso novembre. Facile a dirsi… Toto Wolff ha in mano una patata piuttosto bollente così come Paddy Lowe, direttore tecnico, l’uomo che di fatto ha preso il posto di Brawn. A Lewis Hamilton e Nico Rosberg non resterà che comportarsi come lo scorso anno. L’arrivo dell’inglese ha motivato non poco il biondo tedesco e spesso le prestazioni dei due compagni di squadra sono state vicine e al vertice. Hamilton ha sofferto i suoi soliti alti e bassi, Rosberg ogni tanto si è assentato. Serve certamente maggiore continuità anche da parte dei piloti, due cavalli di razza che possono puntare senza ombra di dubbio a ottenere risultati da numeri uno. La Mercedes ha investito tanto nel progetto F.1 e in tempi di crisi come quelli in cui viviamo non sono mancate le critiche in Germania per i soldi “gettati” nelle corse. Ecco che la nuova sfida tecnologica, letta come possibile applicazione alle vetture stradali, sembra essere la carta da giocare per Wolff, Lowe e compagnia. 21 FORMULA 1 MERCEDES LA TECNICA PRESE D’ARIA RIDOTTE Il "naso" della W05 appare allargato e basso, anche se non scende a sfiorare l'alettone anteriore come avviene invece, per esempio, sulla Ferrari F14 T. La soluzione Mercedes lascia più spazio tra il musetto e i supporti dell'ala, una scelta che permette alla monoposto tedesca di sfruttare meglio il sottoscocca scavato con lo scalino già visto su Ferrari, Force India e Sauber: verso di esso, infatti, arriva così un maggiore flusso di aria, indirizzato poi da deviatori provvisti di evidenti soffiature. La sospensione push-rod presenta bracci leggermente inclinati che favoriscono il passaggio dei flussi al di sotto. Interessanti comunque le soluzioni scelte: nella parte superiore il braccetto dello sterzo si attacca al braccio più avanzato del triangolo superiore a formare un vero e proprio profilo alare, mentre il triangolo inferiore ha i 22 due lati particolarmente ravvicinati e uniti da un ponte centrale, a tutto vantaggio dell'aerodinamica. Stupisce la dimensione davvero ridotta delle prese d'aria, soprattutto se confrontata a quanto visto sulle altre vetture a motore Mercedes, cioè McLaren e Williams. Evidentemente poter guidare lo sviluppo della Power Unit con un potere di indirizzo molto diverso da quello dei team "clienti" ha fatto la differenza per il team di Brackley, che sembra aver raggiunto risultati di integrazione decisamente superiori a tutto vantaggio della resistenza all'avanzamento. La dimensione contenuta delle prese d'aria ha permesso di scavare profondamente le pance che stupiscono per compattezza anche nella zona delle fiancate: il "marciapiede" rimane vistoso anche all'altezza del centro-vettura, sottoline- ando l'ottimo lavoro fatto dagli uomini Mercedes nella collocazione di tutti i sistemi ausiliari necessari al funzionamento del V6. Meno trascendentale il retrotreno, dove si fanno notare una zona "Coca Cola" molto stretta, l'onnipresente sospensione pull-rod e l'ala con doppio supporto centrale, con lo scarico piazzato nel mezzo. Manca nelle immagini di presentazione il monkey seat, ma c'è da giurare che sarà aggiunto presto alla vettura che scenderà in pista. Sembra nel complesso grande il lavoro eseguito dalla Mercedes per contenere al massimo il drag generato dalla monoposto, una necessità inderogabile in una F.1 2014 che sarà dominata dalla questione consumi. Filippo Zanier 23 FORMULA 1 MCLAREN RITORNO AL PASSATO Riscoprire da dove si viene per ritrovare la via perduta ed ecco che la rivoluzione di Woking comincia riportando in sella il suo patron storico, Dennis, e strappando ai rivali della Lotus Boullier, mentre di Whitmarsh, assente nel giorno della presentazione della MP4/29, nessuno parla più Stefano Semeraro La macchina c’è, i piloti anche. Manca però il boss, ovvero Martin Whitmarsh, il team principal la cui assenza è stata clamorosamente evidente in occasione della presentazione della nuova MP4/29. E per il momento manca anche uno sponsor principale. Il gossip ormai da tempo emerso alla superficie parla di uno scambio di posti al muretto fra il team di Woking - dove con il ritorno di Ron Dennis sulla plancia di comando Whitmarsh si sentiva emarginato - e la Lotus, dalla quale dovrebbe arrivare il sostituto di Whitmarsh, e cioè Eric Boullier, a quanto pare già in sella a partire dai primi test. Contatti fra Lotus e il manager inglese ce ne sono stati, si attendono comunicati ufficiali. Così a presentare la nuova nata McLaren, dotata anch’essa di un “naso” davvero particolare, sono stati il “managing director” Jonathan Neal e il direttore sportivo Sam Michael. «Non abbiamo mai nascosto il dispiacere per come è andato il 2013 - ha detto Michael - ora l’obiettivo è tornare a vincere. Ma sicuramente c’è ancora molto da fare e da rifare prima di tornare nella posizione di lottare per il titolo». Una dichiarazione onesta, oppure un modo di mescolare le carte? Gli indizi fanno propendere per la prima ipotesi. «L’aspetto positivo è che abbiamo riconosciuto per tempo le nostre difficoltà - ha continuato Michael - e quindi è già da parecchi mesi che stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo. C’è la Honda che freme per iniziare a lavorare, uno staff tecnico che sta revisionando tutti i progetti, e continuiamo a nutrire le carriere dei nostri giovani piloti che hanno un grande avvenire di fronte a loro. Insomma, il futuro della McLaren è brillante». 24 25 FORMULA 1 MCLAREN Il presente un po’ meno, a quanto pare. «Il nostro obiettivo è di continuare lo sviluppo - ammette Michael - stiamo mettendo a punto e irrobustendo la macchina, quindi aspettatevi molti cambiamenti nei vari componenti, visto che come tutti i team stiamo cercando di sfruttare tutte le opportunità fornite dai nuovi regolamenti. L’obiettivo è di sfruttare tranquillamente l’inverno e i primi test per essere sicuri che la MP4-29 sia consistente, affidabile e veloce. Sono convinto che la chiave per noi sarà il primo quarto di stagione, che dovrà dare ai piloti e agli ingegneri la quantità di dati necessari a sviluppare la vettura. Sarà una stagione complessa e difficile da interpretare, non capiterà come in passato che il vincitore della prima gara si ritrovi in fuga per il titolo. Di sicuro mi aspetto grandi contaminazioni e scambi di idee fra i team, non appena sarà chiaro quali sono le soluzioni migliori. Noi siamo orgogliosi dei concetti che stiamo introdu- 26 cendo, ma ci sono molte aree dove dobbiamo imparare e migliorarci». Orgoglio, nobiltà perduta, nuovi piloti all’orizzonte. E’ una McLaren sospesa a metà del guado, e anche la coppia dei piloti per il 2014 dà l’idea di un mix che può rivelarsi vincente o pericoloso, dipende dalle situazioni. Da una parte l’esperienza del 35enne Button, dall’altra i 21 anni di Kevin Magnussen. «Non sarò io a svezzare Kevin - ha dichiarato sibillino Button - anzi mi preoccuperò di ascoltare molto quello che dice. Sembra un ragazzo intelligente, ha fatto bene nelle Wolrd Series Renault, sono curioso di vedere se riuscirà a portare un po’ di idee fresche, anche se la sua esperienza in F.1 è ovviamente limitata. C’è bisogno di collaborazione, perché nelle nuove vetture, specie per quanto riguarda la power unit, le cose che possono andare male e rovinare tutto sono tante». Sarà insomma, per usare le parole di Jonathan Neale, “un anno di cambiamenti” per la McLaren, che di nuovo sotto la guida del suo antico boss Ron Dennis ha soprattutto bisogno di ritrovare la rotta. «Non si tratta solo di essere sicuri che la McLaren è completamente concentra sulla vittoria, ma che lo sia nel modo che ha sempre avuto», ha spiegato Neale. «Se è mai esistito qualcuno in possesso di una forte, di una bussola perfetta, e che sappia come vincere in F.1 e perché riuscirci è così importante, quello è Ron Dennis». Per ritrovare la rotta, a volte bisogna riscoprire da dove si viene. LA TECNICA RETROTRENO ALARE È tornata alla sospensione push-rod all'anteriore, ha il muso a proboscide e un telaio molto basso, uno dei pochi a non essere "scavato" nella parte inferiore. La parte che colpisce di più della McLaren MP4-29 è però il retrotreno, dove i tecnici di Woking hanno estremizzato al massimo le soluzioni per andare a recuperare la downforce persa a causa dell'eliminazione sia del profilo inferiore dell'ala (beam-wing) sia del soffiaggio degli scarichi. Lo schema delle sospensioni, che resta pullrod, è stato infatti completamente asservito a funzioni aerodinamiche, ed ogni singolo componente è stato carenato generosamente: si inizia con la parte superiore dei portamozzi dove appare un profilo alare che ingloba le prese d'aria dei freni, e si continua con i triangoli della sospensione per arrivare allo stesso pull-rod. Interessantissimo, tra l'altro, il posizionamento dei tiranti della sospensione, che presentano un punto d'attacco al telaio arretratissimo. Così facendo vanno a coprire proprio l'area dove una volta si trovava il beam-wing e agiscono come dei profili supplementari alla base dell'alettone posteriore. Merita attenzione anche l'attacco del singolo supporto dell'ala, che ha una forma di Y rovesciata e agisce proprio in corrispondenza dell'uscita dello scarico, al fine di dirigere i gas roventi verso il profilo superiore dell'alettone. Filippo Zanier 27 FORMULA 1 FORCE INDIA CHE PROBOSCIDE! La VJM07 come la Toro Rosso ha decisamente estremizzato la proboscide che parte dal musetto e sembra essere una delle più brutte monoposto del circus viste a Jerez 28 Massimo Costa Force India ha vissuto, come la Sauber, momenti economici difficili dodici mesi orsono. Vijay Mallya però, al di là dei suoi problemi con la giustizia indiana, che non sono pochi, prosegue imperterrito. Ed ha rivoluzionato la squadra. Via Adrian Sutil e Paul Di Resta, dentro i soldi della Telmex portati da Sergio Perez, con una immagine da ricostruire dopo il licenziamento subìto dalla McLaren, e Nico Hulkenberg, che invece è fuggito dalla Sauber perché i soldi li vuole prendere. Ed è tor- nato in quel team che aveva lasciato non senza qualche strascico polemico da entrambe le parti a fine 2012. Non c’è dubbio, lo schieramento piloti è di alta qualità, resta ora da vedere come la VJM07 si comporterà. Force India ha mantenuto il motore Mercedes e il progetto porta la firma di Andy Green, bravo mestierante che fino a oggi non ha avuto particolari colpi di genio ed ha un passato variegato con trascorsi in Jordan, BAR, Red Bull. Come capiterà un po’ a tutte le monoposto, nel corso dei test pre campionato la VJM07 cambierà parecchio. Ha detto Green: "Il muso attuale è una specifica da presentazione e la versione definitiva potrebbe essere diversa anche in modo considerevole. Sappiamo quanto sia importante estremizzare le forme del crash-box anteriore per le prestazioni della vettura, ma non abbiamo le risorse per spingerci al limite fin dalla prima versione, per cui siamo andati sul sicuro, per avere la macchina pronta in tempo per i test. Comunque qualche settimana fa abbiamo iniziato a sperimentare design più estremi perché pensiamo possano darci più prestazioni in prospettiva". 29 FORMULA 1 SAUBER DIMENTICARE IL 2 Lo scorso campionato non è stato dei migliori per la squadra svizzera che, ripresasi in quanto a risultati nella seconda parte della stagione, ha dovuto combattere mese dopo mese con gravi problemi economici. Con la C33 si guarda al futuro con maggiore serenità Massimo Costa Sarà il 2014 un anno più tranquillo per Peter Sauber e Monisha Kaltenborn? Il 2013 li ha visti con l’acqua alla gola settimana dopo settimana, sfiancati da lunghi viaggi affrontati per cercare sponsor che permettessero al team di sopravvivere, umiliati dagli ultimatum dei fornitori che non vedevano pagate le fatture emesse, tra questi il motorista Ferrari. Si è arrivati fino in Russia per recuperare qualche rublo e per questo motivo è stato inserito nel team svizzero il 18enne Sergey Sirotkin. Un accordo dalle mille sfaccettature, inizialmente troppo affrettato. 30 Piano piano però le cose si stanno sistemando. L’arrivo di Adrian Sutil, pilota valido, veloce, esperto, ma anche carico di ottimi sponsor. La conferma di Esteban Gutierrez che, nonostante un 2013 insoddisfacente (era la stagione del debutto), potrà continuare a portare nelle casse della Sauber i dollari della Telmex. Poi, oltre a Sirotkin, ecco che come terzo pilota, a sorpresa, è stato nominato Giedo Van der Garde, un anno alla Caterham, pure lui dalla borsa pesante in quanto a foglietti di carta. Certo, ci saranno da sistemare diverse posizioni debitorie, ma c’è ottimismo a Hinwill. Il buon finale di campionato 2013, con un Nico Hulkenberg in gran forma che ha lottato per le posizioni da podio grazie a una rigenerata C32, non può che essere di buon auspicio alla nuova stagione. La C33 progettata da Eric Gandelin è ben realizzata e a parte il muso che segue la moda generale, imposta dal regolamento, presenta delle fiancate stile C32 e, come dice il direttore tecnico, massima flessibilità nelle sue parti per poter reagire rapidamente. Alla Sauber non si fanno proclami, il low profile impera, ma è abbastanza evidente che si spera che la rivoluzione motoristica possa portare a qualche sorpresa e che proprio Sutil e Gutierrez magari possano trarne beneficio. 2013 LA TECNICA BRILLANO PRESE E SFOGHI Con tutte le novità introdotte per la stagione 2014 è difficile dire se una vettura sia nata bene o male, ma non c'è dubbio che guardando la nuova Sauber l'impressione che si trae è di una vettura curatissima nei dettagli. Fin dal muso, che presenta la proboscide singola, ma ai lati evidenzia due svasi fatti apposta per invitare l'aria verso il sottoscocca, scavato come sulla Ferrari, la C33 dà l'idea che nulla sia stato lasciato al caso. A spiccare, però, sono le soluzioni adottate dagli uomini guidati da Eric Gandelin per quanto riguarda il raffreddamento della vettura. Le prese d'aria principali, squadrate, risultano infatti sorprendentemente piccole: certo, non siamo ai livelli raggiunti dalla F14 T con cui la Sauber condivide la Power Unit, ma parliamo comunque di dimensioni molto più contenute rispetto a quelle messe in evidenza da McLaren e Williams, che dovrebbero tradursi in un bloccaggio aerodinamico più contenuto e permettono di avere pance molto scavate nella parte inferiore, a tutto vantaggio dei flussi diretti verso il retrotreno. Bella anche la presa dinamica del motore, che ha forma triangolare ed è inglobata in un sistema più complesso: appena al di sotto, infatti, si apre un'altra canalizzazione che sfoga poi l'aria più indietro, lungo il cofano motore e verso l'ala posteriore. Interessante, infine, anche la piccola presa che si apre centralmente sopra il cofano motore in corrispondenza della pinna, che visto il posizionamento sembra demandata ad indirizzare aria fresca verso la zona del turbo. Filippo Zanier 31 FORMULA 1 WILLIAMS VOGLIA DI RISCO Il team dell’inossidabile Frank si presenta al via della stagione 2014 con una monoposto progettata dal bravo Symonds, in cerca di riscatto, e con due piloti come Bottas e Massa che vogliono essere protagonisti. Poi c’è la novità del motore Mercedes. Basteranno questi ingredienti per cancellare il pessimo 2013? Filippo Zanier Almeno per quanto riguarda i tempi della presentazione, il podio lo hanno conquistato. Williams è infatti stato il secondo tra i team della F.1 a presentare la propria monoposto 2014, optando come molti altri per un lancio virtuale a base di rendering per mostrare al mondo la FW36. Una vettura che, per quanto fatto vedere fino ad oggi, non stupisce più di tanto, ma che dovrà essere comunque quella della riscossa dopo un 2013 disastroso sotto tutti i punti di vista. Del resto non mancano le motivazioni per credere, o almeno augurarsi, che la stagione in arrivo rappresenti un nuovo inizio per la gloriosa scuderia di Frank Williams. Sarà infatti la prima vera con Pat Symonds al timone della parte tecnica, e c'è da scommettere sulla voglia di riscatto di un ingegnere di riconosciuta competenza che deve cancellare il ricordo infausto del Singapore-gate targato Briatore/Renault. Grande voglia di rifarsi la avrà anche Felipe Massa, che al di là delle parole al miele vorrà dimostrare di essere ancora un top driver dopo essere stato scaricato dalla Ferrari. E poi, ci sarà Valtteri Bottas, alla seconda stagione da titolare e in attesa di una vettura che gli permetta di dimostrare il proprio indiscusso valore. Certo, sarà anche la prima stagione senza Pastor Maldonado, che negli ultimi tre anni era stato fondamentale per garantire la sopravvivenza del team grazie ai soldi della PDVSA. Il marchio del colosso sudamericano non apparirà più sulle carrozzerie del team, ma stando a quanto riporta radio paddock sembra che per liberarsi dal contratto con la squadra di Grove avrebbe accettato di pagare una penale cospicua. E così pur accasatosi altrove, Pastor continuerà a supportare indirettamente il suo vecchio team. Importante novità tecnica il passaggio al motore Mercedes dopo anni trascorsi con l’unità della Renault. 32 SSA LA TECNICA PANCE LARGHE PER RAFFREDDARE MEGLIO "È stata la prima a mostrare il muso a formichiere, ma una volta appurato che tranne alcuni rari casi è questo il trend sulle vetture 2014, non c'è molto altro di cui stupirsi sulla FW36. Interessante è la forma irregolare e svergolata del supporto dell'ala anteriore, ma per il resto il rendering mostrato sembra attenersi alle norme 2014 sen- za nessuna fantasia, mancando probabilmente di molti dei dettagli che vedremo una volta che la vettura scenderà in pista. Quello che risalta senza dubbio, però, sono le fiancate massicce associate ad un'ampiezza considerevole delle prese d'aria. Uno svantaggio non da poco in termini di aerodinamica, che si è visto però anche alla presentazione della McLaren MP4-29 con cui la Williams condivide il motore Mercedes. Facile quindi pensare che la Power Unit messa a punto dagli uomini di Stoccarda abbia richieste di raffreddamento piuttosto considerevoli, e che entrambi i team abbiano voluto privilegiare l'affidabilità tenendosi un margine di sicurezza. 33 FORMULA 1 TORO ROSSO L’AVVENTURA CO Il team nato nel 2006, ma che continua a rimanere nella vecchia sede della Minardi, per la prima volta non monterà un motore Ferrari bensì un V6 Renault. Mai come prima si è prestata grande attenzione al progetto della nuova vettura denominata STR9 La cugina della Red Bull prosegue il proprio cammino. Da sola, senza timori. E continua a farlo in quel pezzetto di Romagna (Faenza) che tanti anni fa diede la luce al team Minardi, dal 2006 Toro Rosso. Si chiama STR9 la vettura che Franz Tost affiderà a Jean-Eric Vergne, che si appresta a disputare la sua terza stagione in F.1, e alle giovani mane del debuttante Daniil Kvyat, secondo russo iscritto al mondiale dopo Vitaly Petrov. Anche la Toro Rosso presenta una vistosa e antiestetica proboscide che va oltre l’ala anteriore e costringerà i piloti a prestare una certa attenzione per… non piantarla in qualche cambio delle monoposto che li precederanno. Per la prima volta nella sua breve storia, non sarà un motore Ferrari a spingere la monoposto del team Junior Red Bull, bensì il propulsore Renault, entrando così meglio in sintonia con la squadra maggiore. Tost racconta come il progetto della STR9 sia iniziato nel 2012, un record per la piccola struttura che dirige: “Non ci era mai capitato di avviare così presto i disegni di una nuova monoposto. Piano piano tutte le persone del team sono state coinvolte nella realizzazione di questa vettura per la quale abbiamo investito tanto tempo, risorse tecniche ed economiche”. Non si scherza, insomma. “Con tutti i cambiamenti introdotti nel mondiale F.1 è veramente difficile poter pronosticare quali saranno le nostre prestazioni, dove ci posizioneremo. Ma è comunque chiaro che dobbiamo migliorare i risultati rispetto alla scorsa stagione”, conclude Tost. La STR9 è firmata da James Key e da Luca Furbatto ed è cresciuta nella galleria del vento inglese di Bicester. 34 ONTINUA 35 FORMULA 1 TORO ROSSO LA TECNICA SERVE POCA ARIA Pochi minuti dopo aver svelato le forme della nuova STR9, la Toro Rosso aveva già ricevuto via Twitter una proposta di collaborazione dalla Ann Summers, azienda britannica che produce strumenti per il piacere del gentil sesso. Si è trattato solo di uno, forse il più singolare, dei tanti paragoni poco eleganti di cui è stato vittima il muso della vettura progettata da James Key, tanto per cambiare il particolare che più si è conquistato l'attenzione del pubblico in occasione della presentazione della monoposto 2014. Come spesso capita, però, l'aspetto più interessante della STR9 non è quello finito sotto i riflettori, ma si trova più indietro, davanti all'abitacolo. Stiamo parlando delle pance, scavatissime nella parte inferiore grazie a prese d'aria di dimensioni ridotte che hanno lasciato al team di Faenza grande libertà in fase di design. Ancora una volta non siamo ai livelli raggiunti dalla Ferrari perché nella parte alta le prese d'aria occupano tutto lo spazio disponibile (non è così sulla 36 Rossa), ma non manca molto. Potrebbe essere un segno che il nuovo V6 Renault è molto efficiente in termini di smaltimento del calore e richiede quindi pacchi radianti non troppo grandi, ma il segreto della Toro Rosso potrebbe anche essere altrove. Dietro la testa del pilota, sotto l'airscope, si nasconde infatti un'altra presa d'aria di dimensioni relativamente importanti: tale presa sembra accedere direttamente al vano motore, ed essendo piazzata in un'area già disturbata dalla presenza del casco del pilota ha un costo in termini di bloccaggio aerodinamico molto inferiore rispetto a quelle sulle fiancate. Si tratta senza dubbio di un aiuto per tenere sotto controllo le temperature del V6, che abbinato ad altre soluzioni potrebbe aver aiutato a contenere le dimensioni delle masse radianti. Filippo Zanier 37 FORMULA 1 IL NUOVO ARRIVATO 38 LA SORPRESA ERICSSON Sesto nel campionato GP2, dove non ha mai particolarmente brillato, Marcus ha “vinto” il sedile della Caterham dove affiancherà Kobayashi. Scopriamo chi è il pilota che riporta la Svezia nel mondiale Massimo Costa Diciamo la verità: tra tutti i piloti della GP2 dai quali ci si poteva attendere un passaggio diretto in F.1, quello di Marcus Ericsson infilatosi nei meandri della Caterham, è certamente il più sorprendente. Non ce l’ha fatta il campione Fabio Leimer, di cui tra l’altro si sono perse le tracce, non ci sono riusciti Sam Bird, James Calado, Felipe Nasr e Stefano Coletti, i primi cinque della classifica finale. Con un bel balzo, li ha fregati tutti lo svedese di Kumla, 23 anni, sesto nel campionato 2013, il suo miglior piazzamento nei quattro anni di GP2 disputati dal 2010 al 2013. Insomma, non una carta d’identità particolarmente entusia- smante anche perché la Dams, campione nel 2011 e 2012 rispettivamente con Romain Grosjean e Davide Valsecchi, con lui si aspettava di arrivare al tris. Invece, il biondo che viene dal nord ha deluso le attese ottenendo una sola vittoria, che hanno portato a tre i successi totali conquistati nella sua carriera in GP2 dove ha disputato 84 gare, e una bella sfilza di errori che lo hanno messo in cattiva luce. Ma non a casa sua. Kenny Brack, grande ex pilota CART mai arrivato in F.1, si è dato un gran da fare e alla fine ha trovato un budget di 11 milioni di euro (così si dice) per il buon Ericsson che ora potrà coronare il sogno di una vita. Una monoposto di F.1, Marcus l’aveva già provata alla fine del 2009, da cam- Chi è Marcus pione della F.3 giapponese. Per tre giorni aveva guidato la Brawn campione del mondo a Jerez nei test di fine anno riservati ai rookie. Una esperienza che non ha avuto un seguito. Ericsson riporta in F.1 una nazione che da tanto tempo mancava: la Svezia. L’ultimo a disputare un Gran Premio è infatti stato Stefan Johansson che aveva partecipato con la Footwork alla gara del Canada del 1991. Seguirono quattro mancate qualifiche e la carriera dell’ex ferrarista si concluse così, a metà anno sul circuito di Silverstone, poi rimpiazzato da Alex Caffi. Nel 2004, nel paddock e in pista si è visto Bjorn Wirdheim, con la Jaguar, ma ha preso parte soltanto alle prove del venerdì. Nato il 2 settembre 1990 a Kumla (Svezia) Gli svedesi in F.1 2013 – 6° GP2 – Dams 2012 – 8° GP2 – iSport 2011 – 10° GP2 – iSport 2011 – 6° GP2 Asia – iSport 2010 – 17° GP2 – Super Nova 2009 – GP2 Asia – ART e Super Nova 2009 – 1° F.3 Japan – Tom’s 2008 – 5° British F.3 – Fortec 2007 – 1° F.BMW inglese – Fortec Ronnie Peterson Joakim Bonnier Stefan Johannson Gunnar Nilsson Reine Wisell Slim Borgudd Bertil Roos Torsten Palm Conny Andersson Bjorn Wirdheim 123 GP disputati 104 79 31 22 10 1 1 1 0 39 USCC 24 ORE DI DAYTONA LA STRATEGIA FA LA DIFFERENZA Una tiratissima gara lunga un giorno ha premiato gli ex F.1 Bourdais e Fittipaldi supportati dal sempre veloce Barbosa e da una Corvette DP immune da seri problemi. Peccato per Angelelli, che con i giovani fratelli Taylor ha sfiorato il successo concludendo secondo 40 A 41 USCC 24 ORE DI DAYTONA Marco Cortesi Il Wayne Taylor Racing non ce l’ha fatta. Al termine di una rincorsa durata per tutte le ultime due ore di gara, la Dallara divisa dalla famiglia Taylor (padre e due figli) e da Max Angelelli ha mancato per poco l’appuntamento con la victory lane della 52esima 24 Ore di Daytona. Risultato solo sfiorato, nonostante una safety-car dell’ultimo secondo. Aiutati da una circostanza strategica (un rientro ai box poco prima di una safety-car), Sebastien Bourdais, Christian Fittipaldi ed il pilota dell’ultimo stint, Joao Barbosa, hanno conquistato la seconda affermazione per il team ActionExpress, la prima ufficiale per una Chevrolet Corvette DP. Si tratta della seconda vittoria anche per il portoghese Barbosa (che ricordiamo protagonista nella metà degli anni Novanta della F.3 Italia) ed il brasiliano Fittipaldi ex F.1, mentre Bourdais (anch’egli ex F.1, pluri campione Champ Car e protagonista Indycar), vittima di molta sfortuna in passato, ha conquistato il proprio primo Rolex da vincitore della classicissima della Florida. Il trio è stato anche in grado di recuperare qualche problema meccanico, ma soprattutto una penalità da oltre un minuto per contatto evitabile ricevuta durante la nottata. E’ quindi iniziata con un secondo posto invece l’avventura 2014 dei fratelli Jordan e Ricky Taylor, che divideranno la vettura paterna per tutto l’anno, dopo una gara in cui la compagine con base ad Indianapolis non ha sbagliato praticamente nulla, in particolare durante la notte, mentre le prestazioni della vettura sembrano essere legger- Poca fortuna per il team Ganassi con entrambe le vetture costrette a fermarsi 42 mente calate una volta sorto il sole. Per loro, come per Angelelli, ci sarà tempo per un possibile riscatto a Sebring mentre Wayne Taylor, tornato al volante per uno stint dopo sei anni di ritiro, ha opposto un definitivo “mai più!”. DP PADRONE LMP2 INSEGUONO Il capitolo Sebring, prossima tappa, sarà molto importante, ed il balance of performance sarà al centro dell’attenzione. In pista a Daytona, la distanza tra DP e LMP2 si è ridotta ancora ma a comandare sempre le ostilità sono state le prime, sia per la maggiore conoscenza dell’ambiente da parte delle squadre, sia per l’adattabilità delle vetture al loro tracciato “di casa”. Per la 12 ore della Florida ci si aspetta che i fattori vengano invertiti anche se forse l’affidabilità sarà, dopo quello che si è visto a Daytona, un problema: le barchette, realizzate per sottostare ad un “cost cap”, si sono ancora mostrate più “deboli” delle DP, e più in difficoltà nel mostrare i muscoli in fasi di lotta molto accesa. Unica a vedere la top-5 è stata la Oreca-Nissan dei campioni ALMS Graf e Luhr insieme ad Alex Brundle. Per OAK Racing ed Extreme Speed, piazzamenti dietro alle migliori GT, mentre c’è stata poca fortuna per Max Papis. Il comasco, “punta” del team Marsh, si è trovato a dover recuperare dopo una serie di problemi iniziali e, nonostante la cattiveria profusa non ha potuto fare miracoli visto l’enorme distacco accumulato. Oltre a qualche problema di prestazioni, le LMP2 si sono rivelate poco affidabili, con l'eccezione della Oreca di Luhr-Graf-Brundle, quinta al traguardo L'ORDINE DI ARRIVO - TOP TEN DOMENICA 26 GENNAIO 2014 1 - Barbosa/Fittipaldi/Bourdais (Coyote-Corvette) - ActionEx. - 695 giri 2 - Taylor/Taylor/Taylor/Angelelli (Dallara-Corvette) - Taylor - 695 3 - Frisselle/Frisselle/Martin/Giroix (Coyote-Corvette) - Action Ex. - 695 4 - Westbrook/Valiante/Rockenfeller (Coyote-Corvette) - SoD - 693 5 - Graf/Luhr/Brundle (Oreca 03-Nissan) - Pickett - 692 6 - Tandy/Lietz/Pilet (Porsche 991 GT2) - Porsche-CORE - 679 7 - Auberlen/Priaulx/Hand/Martin (BMW Z4 GT2) - Rahal - 679 8 - Yacaman/Pla/Rusinov/Webb (Morgan-Nissan) - OAK - 678 9 - Bennett/Braun/Gue/Wilkins (Oreca FLM09) - CORE - 678 10 - Potolicchio/Marsal/Kimber-Smith (Oreca FLM09) - 8Star - 677 Barbosa, Bourdais e Fittipaldi festeggiano la vittoria Chiamato ad un inseguimento disperato nel finale, il team di Taylor si è dovuto accontentare del secondo posto 43 USCC 24 ORE DI DAYTONA GTLM - L’AFFIDABILITÀ PREMIA LA PORSCHE In GTLM il successo è andato alla nuova Porsche 991, aggiornata dagli uomini di Weissach durante l'inverno. Decisiva alla fine è stata l'affidabilità. Le principali avversarie della vigilia sono infatti tutte state rallentate - o fermate - da problemi meccanici. In casa Corvette si sono riscontrate problematiche di un certo peso, in particolare alla trasmissione, mentre allo squadrone SRT è andato "di traverso" un banale problema all'idroguida di quella che era emersa come la Viper più forte del lotto con Bomarito-Wittmer-Bell. Alla fine, Nick Tandy, Patrick Pilet e Richard Lietz per vincere si sono trovati a combattere contro la rivale meno quotata della vigilia, la BMW Z4. Anche grazie alla "caution" finale, Joey Hand ha avuto un'insperata chance tuffandosi nel traffico ma non riuscendo (per poco) a togliere di mezzo abbastanza doppiati. Per lui e per il team Rahal-BMW, Sebring offrirà finalmente un contesto in cui sarà l'handling, e non la velocità di punta, a fare la differenza. Per l'Italia della classe GT regina, poche soddisfazioni. Con Matteo Malucelli, Gimmi Bruni e Giancarlo Fisichella fuori dai giochi, Andrea Bertolini ha affrontato una mezza odissea con il team Krohn. GTD – VINCE PIER GUIDI GIUSTIZIA È FATTA Capitolo a parte, per presenza di italiani e per il finale di corsa, lo merita la GT Daytona. Alla fine, il successo è andato alla Ferrari di Bell, Sweedler, Tucker, Segal e Alessandro Pier Guidi. Il piemontese, autore di una performance maiuscola, ha rischiato di vedersi privare della vittoria causa una sciagurata penalità all'ultimo giro quando, dopo aver rintuzzato in maniera aggressiva (ma pulita) l'attacco dell'Audi di Markus Winkelhock, e stato sanzionato per un contatto evitabile che non solo non c'è stato, ma non era nemmeno stato cercato. Dopo tre ore di attesa è arrivato il verdetto, con Pier Guidi che, pur privato della gioia della premiazione, è stato “riabilitato” ricevendo anche l’ambito orologio Rolex. La GT Daytona, ingenerosamente marginalizzata dalla quantità di classi superiori presenti, non ha portato molta fortuna agli altri equipaggi “tricolori”. Sia le Ferrari dell’AF Corse (Cioci-Rugolo-Griffin-Gerber e RigonRuberti-Roda-Perazzini), sia la Porsche Muehlner che annoverava tra i piloti Euge- 44 La Porsche 991 ha centrato la propria prima vittoria in Nord America L’ULTIMO GIRO DI PIER GUIDI Dopo oltre tre ore, Alessandro Pier Guidi e tutto il team Level5 sono stati dichiarati vincitori della classe GTD nio Amos hanno incontrato vari guai, terminando lontane. Gara da dimenticare per il campione Alessandro Balzan, che insieme a Lorenzo Casè, Jeff Westphal e Tonii Vilander è stato tradito da un contatto terminando decimo di classe per la Scuderia Corsa mentre Maurizio Mediani, portato al via dai russi di SMP, ha centrato la top-5. SI RIVEDE BRAUN E FA LA DIFFERENZA In coda, ma solo per la scarsa rilevanza della categoria, il capolavoro di Colin Braun. Famoso per aver perso il titolo assoluto Grand-Am nel 2006 (essendo minorenne non poteva correre in gare con sponsor "tabaccai") è tornato all’endurance dopo un periodo in NASCAR e ha messo in mostra, nuovamente, un talento incredibile, caricandosi sulle spalle il team CORE (che comprendeva anche James Gue, Mark Wilkins ed il patron Jon Bennett) dopo una partenza difficile. Inconcepibile non vederlo in un top team. Per il resto, la classe è stata un mix di belle prestazioni dei professionisti presenti affiancate da qualche guaio di affidabilità ed errori dei molti gentleman. Oltretutto, a causa del consumo e delle prestazioni dei piloti "am", le ex Formula Le Mans sono finite quasi subito dietro alle migliori GT. TERRORE PER GIDLEY E MALUCELLI A far parlare (e preoccupare) appassionati e addetti ai lavori ci ha pensato il tremendo incidente tra Memo Gidley e Matteo Malucelli che ha visto l’americano al volante di una DP tamponare violentemente il rivale, afflitto da guai elettrici. Gidley, che per il sole al tramonto e per il gran traffico non si era avveduto della Ferrari davanti a lui centrandola in pieno, è stato operato a braccio e gamba sinistri, ma dovrà restare in ospedale per un nuovo intervento. Ha infatti una frattura vertebrale instabile. Malucelli, scosso e con una leggera commozione cerebrale, è rientrato invece in Italia lunedì dopo aver scampato ulteriori danni. IL VIDEO DELL’INCIDENTE 45 BLANCPAIN GT ALEX ZANARDI L’eroe delle Olimpiadi di Londra, due medaglie d’oro vinte con l’handbike per ora messa a riposo, ha effettuato il primo test con la BMW Z4 del team ROAL sul circuito di Adria, in preparazione al debutto nel campionato Sprint promosso da Ratel. Italiaracing era presente ed ecco come è andata… È TOR 46 RNATO 47 BLANCPAIN GT ALEX ZANARDI Marco Cortesi Che non scherza lo capisci da come parla ai tecnici del team ROAL. E’ deciso, incisivo, puntiglioso. Andando anche oltre quelli che sono i suoi sistemi di guida, oggetto del test. Quando sbaglia, anche se i controlli sono nuovissimi e la pista di Adria è in condizioni tutt’altro che ideali, si incazza, eccome. Poi, della Z4 GT3 si è fatto in pochi giri un’idea precisa, precisissima. Pineapple è tornato, la “testa d’ananas” come lo chiamava il suo ingegnere in CART Morris Nunn, uno che rompe le scatole finché le cose non gli vanno a genio. Questo il succo del ritorno di Alex Zanardi alle corse in macchina. E, sorprendentemente (o forse non così sorprendentemente), i tempi ci sono già. Zanardi ha completato circa 50 giri sul tracciato del Polesine in quella che sarà la prima tappa di un percorso di affinamento tecnico. Non ci sono dubbi comunque sulla scelta intrapresa “E’ una figata! È bellissimo, la macchina è veramente ganza. L’altro giorno sono arrivato in BMW a Monaco e c’era una sfilza di macchine nell’atrio, dalla M1 fino all’ultima DTM e ti garantisco che se ci fosse una pista la fuori, non prenderesti questa per fare il tempo... Ma se fossi con un tuo amico, questa sarebbe perfetta per andare a fare lo sborone!”. Il volante di Zanardi con due comandi per l'acceleratore (quelli grandi in alluminio) più frizione a sinistra e cambio a destra... oltre a tutti i pulsanti 48 A far visita a Zanardi si è visto anche Claudio Costa, il dottore dei campioni IL GIUDIZIO SUL MOTORE A parte gli scherzi, Zanardi trova una vettura veloce sul misto e in percorrenza, ma con un certo gap in termini di velocità di punta rispetto alle concorrenti. “Ai bassi regimi il motore è incredibilmente tonico, non me lo aspettavo così rapido ad accelerare. In velocità la potenza c’è, ma non sono sconvolto, per mia fortuna ho guidato tante auto molto potenti. Ha una caratteristica singolare anche come comportamento, non puoi torturarla, ma devi assecondarla. Mi auguro che il mio stile di guida da parigino possa accoppiarcisi bene”. UN UFFICIO DA… INCUBO Il suo “ufficio”, per un qualunque mortale, è da incubo. A parte i freni, gestiti con la protesi destra, tutti gli altri comandi sono sul volante. Due palette di dimensioni diverse controllano l’acceleratore da entrambi i lati. Sulla sinistra c’è in più un altro bilanciere per la frizione che serve per partire mentre sulla destra c’è quello del cambio, che funziona in due direzioni: tirando sale di marcia, spingendo scala. Inoltre, una solida sbarra ripiegabile attaccata al montante del parabrezza gli permette, in caso di pericolo, una repentina uscita dall’abitacolo, per restare nei 15 secondi regolamentari. Si cerca di pensare a tutto. Zanardi sarà l’unico pilota a correre da solo nel trofeo Blancpain Sprint. La possibilità è prevista espressamente dal regolamento per i piloti con particolari handicap fisici, tali da rendere difficile la condivisione dell’abitacolo. CON RAVAGLIA ANTICO RAPPORTO Messa in pausa la carriera in handbike (anche se il suo bolide resta nel baule della macchina), la squadra per questa avventura non poteva che essere quella di Roberto Ravaglia e Aldo Preo, la stessa che aveva portato a due affermazioni nel Mondiale Turismo, ma anche il rapporto con la stessa BMW è fortissimo: la sua auto è ancora in fase di costruzione in Germania, e ha dovuto per l’occasione prendere in prestito quella di Michela Cerruti. Con lui c’è anche il dottor Costa, amico di sempre, e nessuno può nascondere la soddisfazione di averlo in squadra. “Come accade di solito nella vita ci sono delle opportunità che arrivano al momento giusto, quando sei più ricettivo che in altri. Se me l’avessero chiesto tre anni fa, avrei detto di no, oggi, dopo una lunga assenza dalle corse automobilistiche, non è un deja-vu come altre cose che ho avuto la fortuna di fare, quando a un certo punto dici ‘l’ho già fatto’. Qui è ovvio che l’ho già fatto, ma è passato talmente tanto tempo che mi sto divertendo come un matto. Speriamo che duri più a lungo possibile…”. E, ovviamente, la domanda sorge spontanea: questo sarà solo un nuovo inizio? Ci pensa Zanardi alla Indy 500? “Io ci penso, ma ci deve pensare anche Chip Ganassi!”. 49 AUTO GP ANDREA RODA 50 SARÀ UN ANNO... VIRTUOSO Ripeterà la stagione con la squadra britannica, ma la lontananza invernale dalle monoposto gli sta facendo provare una sorta di saudade. Vediamo quali sono gli obiettivi del pilota lombardo che nel 2013 è stato una delle rivelazioni del campionato promosso e organizzato da Enzo Coloni 51 AUTO GP ANDREA RODA Antonio Caruccio Andrea Roda è stato il primo pilota ad annunciare la propria partecipazione al campionato Auto GP 2014. Un’edizione che vedrà un inizio molto concitato, con tre gare in un mese, in cui la preparazione sarà fondamentale. Roda, figlio d’arte nel motorsport, è determinato a raccogliere dei buoni risultati dopo l’apprendistato del 2013 con il team Virtuosi UK. Cosa ti ha spinto a tentare ancora la carta Auto GP rimanendo sempre con il team Virtuosi? “Perché mi sono trovato bene con gli uomini della squadra, sia a livello personale sia professionale. Abbiamo creato delle basi solide lo scorso anno e per questo ho scelto 52 loro. Dopo tre stagioni di F.3 mi sono ritrovato a passare da 220 a 550 cavalli di potenza, a gestire gare più lunghe e con i pit-stop. Tra me e la squadra si è creata una buona intesa, c’è stima reciproca e per questo è stato abbastanza facile decidere di continuare insieme” Analizzando la tua stagione 2013, la ritieni positiva? “Direi altalenante. Certamente positiva perché c’è stata una crescita costante culminata con la lotta per il podio nell’ultima gara di Brno. Sono soddisfatto, ma c’è anche un po’ di rammarico e amarezza per alcune occasioni perse, come ad esempio la frizione rotta a Silverstone in entrambe le gare, in cui in qualifica avevo ottenuto il quinto tempo senza aver mai conosciuto la pista prima”. Cosa è mancato quindi? “Dove potevamo essere competitivi ci sono stati dei fattori che non ci hanno permesso di raccogliere quanto ci aspettavamo. Sicuramente non abbiamo avuto costanza. A Monza siamo partiti molto bene, quarti in qualifica, dimostrando un buon potenziale. Poi, in alcune occasioni ci siamo persi, non potendo sempre fare delle buone gare, come Brno, con un sesto e quarto posto”. La gara di Marrakech ti ha visto protagonista di un episodio molto particolare, che ha forse segnato il prosieguo della tua annata… “Il Marocco ha sicuramente segnato in maniera negativa l’andamento del mio campionato, perché mi ha privato di un podio già alla mia seconda apparizione. In gara c’è stato un contatto, di cui sono stato vittima, ma per un errore di trascrizione da parte dei commissari di percorso locali, mi è stato inflitto un drive-through che mi ha tolto dalla prima posizione. A fine corsa il direttore di gara si è scusato, gesto che ho molto apprezzato, ma che certamente non mi ha restituito quanto perso in pista”. Come stai affrontando questa pausa invernale? “Da ottobre non guido una macchina, quindi è un po’ un trauma, essendo invece stato abituato prima ad avere non più che due mesi di sosta. Mi sto allenando per i test di Valencia, ma fondamentalmente mi manca la pista. Tenere un pilota lontano dalla propria passione fa un po’ male, per questo non vedo l’ora di tornare a guidare”. Dalla F.3 all’Auto GP, in che modo hai perfezionato la tua preparazione fisica? “Sono arrivato abbastanza allenato ai test di Barcellona dello scorso anno, mio primo contatto con l’Auto GP. La cosa di cui più ho sofferto è stato il collo. Non è cambiato molto l’allenamento, ho perfezionato alcuni esercizi e in più ho lavorato molto sulla mente. Mi sono trovato ad avere a che fare con situazioni completamente nuove, come il pit-stop che ti costringe a spezzare il ritmo della corsa. Nonostante in pit-lane si vada piano, devi essere preciso al millimetro ed al millesimo, per non perdere poi secondi preziosi nei confronti dei tuoi rivali”. Cosa pensi della preparazione virtuale alla competizione? “Lo scorso anno ho preparato quasi tutte le gare al simulatore. È un aiuto molto valido, se non si conosce la pista. Quelle che già conoscevo invece, mi hanno trovato disorientato in fase di simulazione, perché cambiano tutti i riferimenti. È comunque secondo me sono ancora molto distanti dalla realtà. Nulla può sostituire l’esperienza diretta in pista. Userò questa tecnologia anche quest’anno, per scoprire circuiti che non conosco, come ad esempio Le Castellet”. Quali sono gli obiettivi di questo 2014? “Andare a podio il più possibile. Poi un pilota vuole vincere, ma bisogna lavorare duramente. Vorrei riprendermi già da Marrakech quanto mi è stato tolto lo scorso anno. I circuiti cittadini mi piacciono e vorrei fare bene da subito. Restando pur sempre con i piedi in terra… voglio essere uno dei protagonisti”. La tua è una famiglia che sta dando molto al mondo del motorsport con tuo padre protagonista nel mondo GT, tuo fratello che ha corso in monoposto come te. Come è nata questa tradizione? “Ce l’abbiamo un po’ nel sangue. Se non siamo su una macchina da corsa, abbiamo bisogno di passare del tempo con un motore che ci spinge sotto il sedere. Mio nonno andava in barca ad esempio. Io già a tre anni sul triciclo facevo i traversi in cucina senza toccare i mobili. Siamo cresciuti a pane e motori, è una passione radicata da tempo nella nostra famiglia, fa parte della dinastia”. 53 FIA F.3 ANTONIO GIOVINAZZI PENSIERI POSITIVI Dopo l’anno di esperienza con la Dallara-Mercedes del team Double R, il pilota pugliese va all’attacco della categoria guidando la Dallara-Volkswagen della squadra di Trevor Carlin. Un salto di qualità che potrebbe rivelarsi decisivo per la sua carriera 54 55 FIA F.3 ANTONIO GIOVINAZZI Antonio Caruccio Antonio Giovinazzi è uno dei tre piloti che l’Italia potrà vantare al via della Formula 3 Europea. Dopo Antonio Fuoco e Riccardo Agostini (da noi intervistato sullo scorso numero), Giovinazzi ha annunciato la propria partecipazione alla categoria con il team Carlin. Per il pugliese, nato a Martinafranca il 14 dicembre del 1993, si tratterà di una stagione importante, perché dopo l’apprendistato dello scorso anno col team Double R si sente pronto per poter lottare al vertice della classifica. Da Double R al prestigioso team Carlin. Aumentano le responsabilità… “Sicuramente dovrò iniziare a stare davanti e magari lottare per il campionato. Le prospettive sono buone, i test sono andati bene e non vedo l’ora di iniziare l’anno per verificare in che condizioni saremo”. Come è arrivata la decisione di correre per Carlin? 56 “La scelta è stata presa dal nostro sponsor. Già a metà stagione avevamo comunque deciso di cambiare e le alternative erano Carlin o Prema. Avendo già lavorato con una squadra inglese, la Double R dove del resto mi sono trovato molto bene, è stato deciso di continuare seguendo la linea britannica”. Lo scorso anno hai ottenuto il titolo di vicecampione nella F.3 inglese. Continuerai anche in quel campionato? “Non credo. Per il momento la stagione 2014 prevede solo la partecipazione al campionato europeo, oltre le gare di Macao e Zandvoort”. Come è stata la tua prima stagione di corse in Europa lo scorso anno? “Molto difficile. Arrivavo dall’Asia, avevo fatto una sola gara a Monza, con l’Abarth e la Formula 3 è stata un grande passo. I risultati tuttavia non sono stati negativi, ero spesso in top-10, ma ho pagato tanto la mia inesperienza. Anche la squadra ha avuto qualche problema, che siamo poi riusciti a risolvere verso la fine della stagione”. Quali sono state le maggiori difficoltà che hai riscontrato? “Sicuramente la mancanza di confidenza con gli pneumatici, che nemmeno il team conosceva. Inoltre, non avevamo la telemetria di altri piloti degli anni passati con cui confrontarci, e nemmeno con i miei compagni dato che eravamo tutti al debutto. La mancanza di riferimenti è stata la cosa più difficile”. Molti piloti restano letteralmente ammaliati dal fascino di Macao. È stato lo stesso per te? “Macao è una delle piste che preferisco, mi ha molto colpito. Penso sia un tracciato decisamente tecnico che mette insieme settori veloci e tratti guidati, uno dei circuiti cittadini più belli che io abbia mai visto”. Come sono andate le prove invernali? “Ho girato due giorni a Valencia e mi sono trovato subito molto bene con il team. Nelle interazioni con i tecnici c’era feeling e poi siamo sempre stati tra i primi. Lo definirei un approccio decisamente positivo”. Nel 2014 ci sarà per regolamento una nuova tipologia di motore. Hai già potuto provarlo nei test? “Il giorno in cui avrei dovuto provarlo, Volkswagen ha avuto qualche problema, e quindi non mi è stato possibile”. Che impressione hai avuto riguardo le modifiche tecniche che verranno introdotte? “Sicuramente la cosa che maggiormente colpisce è il cambio al volante. Poi dai commenti di Sean Gelael e Tom Blomqvist, che lo hanno provato, sono arrivate sensazioni positive. Lo stile di guida non cambiava molto, hanno solo avvertito un po’ più di sovrasterzo”. La tua carriera si muove parallelamente a quella di Sean Gelael, il cui padre ti sostiene nel ruolo di sponsor. In che modo interagite tra voi durante una gara? “Siamo come due fratelli ormai, corriamo da anni insieme, prima il kart e poi l’Abarth in Cina e infine la F.3. Quest’anno con noi ci sarà anche Blomqvist e cercheremo sicuramente di essere uniti, di creare un clima familiare che possa favorire le interazioni e la comunicazione dei dati”. Tra pochi giorni sarai a Jakarta. Che cosa farai lì? “Avremo degli incontri con i nuovi sponsor indonesiani e poi faremo una presentazione, quindi conferenze ed eventi inerenti al nuovo anno. Un mio sponsor inoltre, ha comprato 30 Ferrari, ed organizzeranno un Challenge, così faremo alcuni giri promozionali”. Per la stagione 2014 resterai in Italia o ti sposterai in Inghilterra? “Penso che una volta iniziato il campionato mi trasferirò in Inghilterra perché i ritmi sono molto serrati. Inoltre Sean si è iscritto all’università vicino Londra quindi penso che passeremo del tempo lì”. 57 PRODUZIONE OPEL INSIGNA NESSU 58 NA È COME LEI L’ammiraglia della Casa tedesca migliora e diventa una alternativa ancora più interessante alle “solite” Audi, BMW e Mercedes. Adesso consuma davvero poco e c’è una nuova versione molto intrigante… L’Insignia è un’auto di successo. Da quando è arrivata sul mercato, nel 2008, ha segnato il passo e grazie a una linea riuscita e a una meccanica indovinata non ha faticato a farsi apprezzare. Disponibile con carrozzeria berlina e station wagon, ora c’è anche in versione tutto terreni. La berlina ha un prezzo d’ingresso che parte da poco più di 27 mila euro, per la station wagon ci vogliono mille euro in più. La berlina è lunga 484 centimetri, la wagon 491: dimensioni importanti fuori che permettono di avere dentro molto spazio per passeggeri e bagagli, 500 litri sulla quattro porte, 540 sulla familiare. La gamma prevede motori a benzina da 1,4 litri a 2,8 litri e diesel 2 litri con potenze da 131 cavalli a 194. Tutti moderni e assai efficienti. La versione diesel 2 litri da 140 cavalli emette solo 99 g/km di co2 e percorre con un litro ben 27 chilometri. Questo modello è molto interessante per chi percorre tanti chilometri l’anno ma soddisferà pure chi è attento all’ambiente. In più considerando le dimensioni simili a quel- le di una BMW Serie 5, colpisce quanto l’Insignia sia più parca a conferma che la tecnologia di Opel oggi è da primato. Nessuna auto infatti di queste dimensioni riesce ad essere in classe energetica così bassa. Da guidare la nuova Insignia piace ancora di più perché oltre alla tenuta di strada superiore, mette in evidenza anche un comfort da prima della classe. In autostrada fila dritta e silenziosa inoltre grazie all’aerodinamica portata a 0,25 consuma davvero pochissimo. Ottimo il sistema infotainment touchpad, assai preciso. COUNTRY TOURER DA FA GIRAR LA TESTA Carrozzeria station wagon per soddisfare chi non vuole rinunciare alla funzionalità. Meccanica rialzata e trazione integrale per poter andare dove altri si devono fermare. E’ l’ultima nata della famiglia Insignia. E ha tante ma proprio tante qualità. Sia con il motore diesel biturbo da 194 cavalli che le fa raggiungere i 210 km/h e la fa accelerare da 0 a 100 km/h in 9,9 secondi, sia con il 2 litri diesel da 163 cavalli che le fa raggiungere i 205 km/h, la fa accelerare da 0 a 100 in 10,9 secondi. La prima viene offerta a 37.720 euro, la seconda a 41.720. Auto poliedrica, riprende la formula vincente dell’Audi Allroad, ha carattere ma non ostenta, è pratica e curata, in poche parole è una Opel diversa, è l’Opel da cui si scende fieri per la scelta. Diversa. 59 PRODUZIONE OPEL INSIGNA OPC PIÙ DI QUELLO CHE T’ASPETTI La versione speciale soddisfa anche i palati più fini. E non lascia mai l’amaro in bocca grazie a 325 cavalli e a un assetto strepitoso 60 Ci sono le automobili normali. Poi quelle speciali. Per BMW sono firmate M, per Mercedes AMG, per Audi RS, per Opel OPC. Tutte offrono grandi prestazioni ed esclusività. La OPC ha una carta in più: da usare quotidianamente è nettamente più confortevole. Merito dell’assetto e del sistema elettronico di gestione che offre la possibilità di avere due auto in una al semplice tocco di un tasto. Sotto il cofano c’è un V6 sovralimentato spettacolare nell’erogazione sempre corposa, che permette di andare forte senza farlo sentire, soprattutto ai passeggeri. Questo sei cilindri è bilanciato perfettamente e presenta masse in movimento molto leggere quindi è prontissimo ai minimi movimenti imposti con l'acceleratore. In più il turbo soffia sempre tanto quindi non ci sono ritardi di risposta. Va, va, ma come va, la versione sportiva dell’Insignia firmata Opc con 325 cavalli. E come tiene e quanto. Ma è pure comoda! In più non costa una fortuna: da 42.520 euro. Di assi a questa Opel non ne mancano e di questi tempi anche molto interessanti. Non è vistosa, non è costosa, va forte senza darlo a vedere, non è impegnativa… ha tutto per dare quello che danno le speciali senza nessun fattore contrario. L’abitacolo poi è costruito con cura certosina a partire dal posto guida e anche questo fa la differenza. Il cambio automatico a sei rapporti è ottimo nell’uso automatico ma anche quando si usa la funzione manuale piace. Precisa nell’inserimento in curva, una volta in appoggio stabile come poche altre grazie alla generosa gommatura, va guidata pulita e allora si tengono medie sui percorsi misti incredibili. Ottimi anche i freni con un pedale dalla corsa giusta. 61 IDOMENICA CALENDARI 2014 PER DOMENICA 9 marzo USCC a Long Beach WTCC a Marrakech Auto GP a Marrakech Nascar a Darlington Nascar Euro Series a Valencia CITE a Franciacorta Trofeo Rally Terra Conca d’Oro Mondiale Rally in Messico Nascar a Las Vegas 20 aprile Test F.1 2 marzo 28-31 gennaio a Jerez 19-22 febbraio ad Al Sakhir 27 febbraio-2 marzo ad Al Sakhir GT Open Winter Series a Le Castellet F.3 Open Winter Series a Le Castellet Nascar a Phoenix Europeo Rally in Romania Test World Series Renault 25-26-27 febbraio ad Alcaniz 24-25-26 marzo a Jerez Test GP2 11-12-13 marzo ad Yas Marina 19-20-21 marzo ad Al Sakhir Test GP3 27-28 marzo a Estoril 10-11 aprile a Jerez 16-17 aprile a Montmelò Test Auto Gp 16 marzo F.1 a Melbourne V8 Supercars a Melbourne USCC – 12 Ore di Sebring Nascar a Bristol GT Open Winter Series a Montmelò F.3 Open Winter Series a Montmelò Italiano Rally a Ciocco F.1 a Shanghai FIA F.3 European a Silverstone WEC a Silverstone ELMS a Silverstone Blancpain GT Sprint a Nogaro WTCC a Le Castellet Auto GP a Le Castellet Europeo Rally in Irlanda 27 aprile Indycar a Saint Petersburg Indy Lights a Saint Petersburg Nascar a Martinsville V8 Supercars a Tasmania Europeo Rally in Grecia Italiano WRC 1000 Miglia Moto GP a Rio Hondo Indycar a Barber Indy Lights a Barber World Series Renault 3.5 ad Alcaniz Eurocup Renault 2.0 ad Alcaniz Formel 3 a Oschersleben Adac GT a Oschersleben Nascar a Richmond V8 Supercars ad Auckland Coppa Italia a Vallelunga RS Cup a Vallelunga Targa Tricolore Porsche a Vallelunga 26 gennaio 6 aprile 4 maggio USCC – 24 Ore di Daytona F.Toyota a Cromwell Florida Winter Series a Sebring F.1 ad Al Sakhir GP2 ad Al Sakhir Mondiale Rally in Portogallo Super GT a Okayama F.Renault ALPS a Imola Clio Cup a Imola Coppa Italia a Imola Targa Tricolore Porsche a Imola RS Cup a Imola Euro V8 Series a Monza EuroGTSprint a Monza Nascar a Fort Worth V8 Supercars a Winton Italiano Rally Sanremo 26-27 marzo a Valencia 23 marzo Test FIA F.3 F.1 a Sepang Moto GP a Losail Nascar a Fontana 4-5 aprile a Budapest 8-9 aprile a Spielberg 7-8 ottobre a Imola Test F.3 Open 14-15 febbraio a Jerez ........................................... 2 febbraio Europeo Rally in Lettonia F.Toyota a Hampton Downs Florida Winter Series a Palm Beach 9 febbraio Mondiale Rally in Svezia F.Toyota a Manfield 16 febbraio Florida Winter Series a Miami 23 febbraio Nascar a Daytona Florida Winter Series a Miami 62 30 marzo 13 aprile Moto GP ad Austin World Series Renault 3.5 a Monza Blancpain Endurance a Monza Indycar a Long Beach Indy Lights a Long Beach Moto GP a Jerez WEC a Spa FIA F.3 European a Hockenheim DTM a Hockenheim WTCC a Budapest Auto GP a Budapest EuroGTSprint a Budapest GT Open al Nurburgring F.3 Open al Nurburgring British F.3 a Rockingham F.4 Italia a Vallelunga CIP a Vallelunga Euro V8 Series a Vallelunga USCC a Laguna Seca Super GT al Fuji Nascar a Talladega Italiano WRC Lanterna Trofeo Rally Terra San Crispino 11 maggio ELMS a Imola Blancpain GT Sprint a Brands Hatch Nascar a Charlotte – All Star V8 Supercars a Perth F.4 Italia ad Adria Euro V8 Series al Mugello EuroGTSprint al Mugello Europeo Rally in Portogallo Trofeo Rally Terra Puglia e Lucania F.1 a Montmelò GP2 a Montmelò GP3 a Montmelò Mondiale Rally in Argentina Indycar a Indianapolis road Indy Lights a Indianapolis road FIA F.3 European a Pau F.Renault ALPS a Pau Formel 3 a Zandvoort Adac GT a Zandvoort WTCC allo Slovakia Ring Nascar a Kansas City GT Italia a Misano CITE a Misano Italiano Rally Targa Florio 25 maggio 18 maggio 1 giugno Moto GP a Le Mans DTM a Oschersleben Moto GP al Mugello Indycar a Detroit (2) USCC a Detroit World Series Renault 3.5 a Spa Eurocup Renault 2.0 a Spa FIA F.3 European a Budapest DTM a Budapest Super GT ad Autopolis Nascar a Dover Auto GP a Monza GT Italia a Monza CIP a Monza Italiano WRC Salento F.1 a Monte Carlo World Series Renault 3.5 a Monte Carlo GP2 a Monte Carlo Indycar a Indianapolis ovale Indy Lights a Indianapolis ovale Formel 3 al Lausitzring Adac GT al Lausitzring British F.3 a Silverstone Blancpain Endurance Silverstone F.Renault ALPS a Spielberg Clio Cup a Spielberg Targa Tricolore Porsche a Spielberg WTCC al Salzburgring Nascar a Charlotte 8 giugno F.1 a Montreal Mondiale Rally in Sardegna Indycar a Fort Worth WTCC a Mosca GT Open a Portimao F.3 Open a Portimao Formel 3 a Spielberg Adac GT a Spielberg F.Renault ALPS a Spa F.4 Italia a TBA Nascar a Pocono Nascar Euro Series a Brands Hatch Italiano Rally Sardegna Trofeo Rally Terra Sardegna 15 giugno Moto GP a Montmelò WEC - 24 Ore di Le Mans Nascar a Michigan Clio Cup ad Adria Coppa Italia ad Adria RS Cup ad Adria Targa Tricolore Porsche ad Adria 22 giugno F.1 a Spielberg GP2 a Spielberg GP3 a Spielberg FIA F.3 European a Spa WTCC a Spa GT Open a Jerez F.3 Open a Jerez British F.3 Snetterton Euro V8 Series a Brno EuroGTSprint a Brno Nascar a Sonoma V8 Supercars a Hidden Valley Europeo Rally in Belgio Italiano WRC Marca Trevigiana 63 IDOMENICA CALENDARI 2014 PER DOMENICA 29 giugno Mondiale Rally in Polonia Moto GP ad Assen Indycar a Houston (2) USCC a Watkins Glen World Series Renault 3.5 a Mosca Eurocup Renault 2.0 a Mosca FIA F.3 European al Norisring DTM al Norisring Blancpain Endurance Le Castellet Nascar a Kentucky F.4 Italia a Imola CITE a Imola CIP a Imola 6 luglio F.1 a Silverstone GP2 a Silverstone GP3 a Silverstone Indycar a Pocono Indy Lights a Pocono F.3 Masters a Zandvoort Blancpain GT Sprint a Zandvoort GT Open a Budapest F.3 Open a Budapest F.Renault ALPS a Monza Clio Cup a Monza Coppa Italia a Monza Targa Tricolore Porsche a Monza RS Cup a Monza Nascar a Daytona Nascar Euro Series a Tours V8 Supercars a Townsville Italiano Rally San Marino Trofeo Rally Terra San Marino 13 luglio Moto GP al Sachsenring Indycar a Iowa USCC a Mosport World Series Renault 3.5 al Nurburgring Eurocup Renault 2.0 al Nurburgring FIA F.3 European a Mosca DTM a Mosca Nascar a Loudon GT Italia al Mugello CITE al Mugello CIP al Mugello F.4 Italia al Mugello 20 luglio F.1 a Hockenheim GP2 a Hockenheim GP3 a Hockenheim 64 Indycar a Toronto (2) Indy Lights a Toronto Auto GP a Spielberg ELMS a Spielberg Super GT a Sugo GT Open a Silverstone F.3 Open a Silverstone Coppa Italia a Magione RS Cup a Magione Nascar Euro Series al Nurburgring Europeo Rally in Estonia 27 luglio F.1 a Budapest GP2 a Budapest GP3 a Budapest British F.3 a Spa Blancpain Endurance Spa (24 Ore) USCC a Indianapolis Nascar a Indianapolis CIP a Magione 3 agosto Mondiale Rally in Finlandia Indycar a Lexington Indy Lights a Lexington FIA F.3 European a Spielberg DTM a Spielberg WTCC a Rio Hondo Nascar a Pocono V8 Supercars a Ipswich 10 agosto Moto GP a Indianapolis USCC a Elkhart Lake Super GT al Fuji Formel 3 al Slovakia Ring Adac GT al Slovakia Ring Nascar a Watkins Glen 17 agosto Moto GP a Brno Indycar a Milwaukee Indy Lights a Milwaukee Auto GP al Nurburgring FIA F.3 al Nurburgring DTM al Nurburgring Nascar a Michigan 24 agosto F.1 a Spa GP2 a Spa GP3 a Spa Mondiale Rally in Germania Indycar a Sonoma Indy Lights a Sonoma USCC a Danville Blancpain GT Sprint al Slovakia Ring Nascar a Bristol V8 Supercars a Ipswich 31 agosto Moto GP a Silverstone Indycar a Fontana WEC a San Paolo Super GT a Suzuka Formel 3 al Nurburgring Adac GT al Nurburgring British F.3 a Brands Hatch Nascar ad Atlanta GT Italia a Le Castellet Europeo Rally in Repubblica Ceca Italiano Rally Friuli 7 settembre F.1 a Monza GP2 a Monza GP3 a Monza Blancpain GT Sprint a Portimao 28 settembre 26 ottobre Moto GP a Brasilia World Series Renault 3.5 a Le Castellet Eurocup Renault 2.0 a Le Castellet DTM a Guangzhou GT Open a Monza F.3 Open a Monza F.4 Italia a Monza CITE a Pergusa Nascar a Dover F.1 a Yas Marina Mondiale Rally in Spagna Moto GP a Sepang WTCC a Suzuka Nascar a Martinsville V8 Supercars a Surfers Paradise GT Italia a Monza CITE a Monza Clio Cup a Vallelunga Coppa Italia a Vallelunga RS Cup a Vallelunga Europeo Rally in Svizzera 5 ottobre GT Open a Spa F.3 Open a Spa EuroGTSprint a Magny-Cours F.Renault ALPS al Mugello Clio Cup al Mugello Coppa Italia al Mugello Targa Tricolore Porsche al Mugello RS Cup al Mugello CIP a Varano Nascar a Richmond Trofeo Rally Terra Costa Smeralda 14 settembre Mondiale Rally in Australia Moto GP a Misano World Series Renault 3.5 a Budapest Eurocup Renault 2.0 a Budapest ELMS a Le Castellet DTM al Lausitzring WTCC a Sonoma Formula E a Pechino British F.3 a Donington Nascar a Chicago V8 Supercars a Victoria GT Italia a Vallelunga CITE a Vallelunga Italiano WRC San Martino di Castrozza F.1 a Suzuka Mondiale Rally in Francia Blancpain GT Sprint a Navarra USCC a Braselton Super GT a Buriram Formel 3 a Hockenheim Adac GT a Hockenheim Euro V8 Series a Hockenheim F.Renault ALPS a Jerez Nascar a Kansas City Coppa Italia a Imola Targa Tricolore Porsche a Imola 12 ottobre 2 novembre F.1 ad Austin WEC a Shanghai Blancpain GT Sprint a Baku Nascar a Fort Worth 9 novembre F.1 a San Paolo Moto GP a Valencia Nascar a Phoenix Europeo Rally in Corsica F.1 a Sochi GP2 a Sochi GP3 a Sochi Moto GP a Motegi WEC al Fuji Blancpain GT Sprint a Zolder FIA F.3 European a Imola GT Italia a Imola CIP a Imola EuroGTSprint a Imola WTCC a Shanghai Nascar a Charlotte Nascar Euro Series a Le Mans V8 Supercars a Bathurst Italiano Rally Due Valli 16 novembre 19 ottobre V8 Supercars a Sidney Moto GP a Phillip Island World Series Renault 3.5 a Jerez 21 settembre Eurocup Renault 2.0 a Jerez F.1 a Marina Bay FIA F.3 European a Hockenheim Moto GP ad Alcaniz DTM a Hockenheim Formel 3 al Sachsenring ELMS a Estoril Adac GT al Sachsenring GT Open a Montmelò Euro V8 Series al Sachsenring Blancpain Endurance al Nurburgring F.3 Open a Montmelò F.4 Italia a Montmelò (1000 Km) Formula E a Putrajava WEC ad Austin Nascar a Talladega USCC ad Austin Italiano WRC Como Nascar a Loudon Europeo Rally a Cipro Italiano Rally Adriatico Mondiale Rally in Gran Bretagna WEC ad Al Sakhir Super GT a Motegi WTCC a Macao F.3 a Macao Formula E a Rio de Janeiro Nascar a Miami V8 Supercars a Phillip Island 23 novembre F.1 a Yas Marina GP2 a Yas Marina GP3 a Yas Marina 7 dicembre 13 dicembre Formula E a Punta del Este 65