AGENZIA DELLA CGIL VENETO
VENETOLAVORO
fondata da Marco Masi
Agenzia della CGIL del Veneto Anno XV n. 19 del 29 giugno 2006 Dir. resp. Simonetta Pento Aut. Trib. di VE n. 1190 del 15.5.95
Redazione via Peschiera 5 30174 Mestre VE [email protected] - Stampa CPSS Mestre Venezia
Due operai rumeni precipitano dal campanile.
Sale a 9 il numero delle vittime nei cantieri
LA FILLEA APRE UNA VERTENZA
SICUREZZA NEL VENETO
Ancora morti sul lavoro in edilizia. E' accaduto giovedì mattina a Buttapietra, nel veronese, in pieno centro del paese.
Vittime due operai romeni - Ovidiu Manole
Heisu e Ioan Petrisor - con regolare permesso di soggiorno, precipitati da 30 metri di
altezza mentre stavano eseguendo lavori di
restauro alla facciata del campanile.
Secondo le prime ricostruzioni il cestello
della gru in cui si trovavano si sarebbe aperto ed i due uomini - il primo subito, l'altro
dopo aver tentato invano di restare ancorato
ad un appiglio - sono precipitati sotto gli occhi
di decine di persone.
Immediata la reazione del sindacato di categoria che ha proclamato per lunedì 26 giugno
8 ore di sciopero con presidi e volantinaggi
nel centro cittadino, per finire con un incontro
in Prefettura. Al rappresentante del Governo
hanno fatto presente la gravità della situazione che vede un crescendo di gravi incidenti
sul lavoro in edilizia. Appena un paio di giorni prima un altro operaio edile, Gabriel
Frincu, anch'esso rumeno, aveva perso la
vita a Villabartolomea, a pochi chilometri di
distanza, travolto da una frana di argilla mentre stava lavorando alla posa di tubature
fognarie. E a fine gennaio, sempre nel veronese un altro operaio era morto a
Pescantina, sbalzato da una gru.
Il problema sicurezza, che registra dati drammatici in tutto il Veneto, è anche stato assunto dal sindacato regionale che intende avviare una serie di azioni per contrastare l'insopportabile fenomeno delle morti e degli infortuni in edilizia attraverso iniziative sia nei
confronti delle controparti che delle istituzioni. Lo farà a partire da un incontro organizzato per il 29 giugno a Mestre, al Novotel.
"La sequela di incidenti morali - osserva il
segretario regionale della FILLEA CGIL,
Michele Carpinetti - non accenna fermarsi. In
Veneto a metà anno abbiamo eguagliato il
numero di morti sul lavoro avvenute nell'intero 2005. Con l'ulteriore aggravante che le vittime sono più giovani: gli ultimi tre operai
deceduti erano appena trentenni, tutti e tre
stranieri, da soli in Italia, con la speranza di
potersi unire con le proprie famiglie.
Il settore edile è sempre più frammentato e
più di altri esposto al rischio incidenti. Come
del resto ha appena rilevato la specifica commissione parlamentare di inchiesta, nelle
micro imprese il rischio di infortunio mortale è
10 volte superiore che in quelle medie.
Il sistema di appalti e sub appalti rende più
difficili i controlli e l'affacciarsi, anche nel
nord, del nuovo caporalato tra lavoratori stranieri irregolari fa emergere fenomeni davvero
inquietanti.
Segue a pag. 2
Il pericolo
non è il mio
mestiere
CROLLO SULLA CATANIA SIRACUSA:
UN MORTO E 14 FERITI
Un cigolio all' improvviso sotto il sole di un' estate torrida siciliana e un' impalcatura in ferro, alta circa 20
metri, si piega e lentamente crolla: sono i fotogrammi della tragedia sul lavoro avvenuta in uno dei cantiere dell' autostrada Catania-Siracusa, quello di contrada Castelluccio, nel comune di Augusta. E' sabato, 24 giugno. Una ventina gli operai travolti nel crollo. Muore un giovane operaio, Antonio Veneziano, al
terzo giorno di lavoro; 14 sono i feriti, due dei quali in
forma grave.
La scena presentatasi ai soccorritori e' apocalittica:
oltre al ponteggio è crollata anche una parte del traliccio che gli edili stavano costruendo. Per terra un
ammasso di pietre e ferro, oltre alle urla e al sangue
dei feriti.
Sulla tragedia interviene il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: ''nei cantieri di lavoro ci sono condizioni di sicurezza inaccettabili'' dice.
Per CGIL CISL UIL è ''l' ennesima tragedia annunciata'', una delle ''tante morte bianche che si registrano in Sicilia e che continuano drammaticamente a aumentare''. Una
giornata di sciopero è indetta per il lunedì successivo.
"La verità è che c' è un sistema di prevenzione e controlli che fa acqua da tutte le parti"
dice il segretario generale della Cgil siciliana, Italo Tripi. ''La Regione - aggiunge - oltre
ad esprimere il doveroso cordoglio, abbia chiaro che non puo' piu' stare a guardare:
convochi subito i sindacati e si metta in regola per quello che sono le azioni di sua
competenza atte a rafforzare i sistemi di sicurezza nei luoghi di lavoro e a garantire il
rispetto delle norme".
Gli fa eco Rita Borsellino, capo dell'Unione all'Assemblea regionale siciliana: "non e'
possibile che una famiglia di lavoratori debba temere per la vita dei propri cari ogni
volta che si recano in un cantiere, come se andassero al fronte. Lo stato di deregolamentazione, di abbandono delle norme già esistenti per la sicurezza dei cantieri, ha
assunto livelli impressionanti e tutti ci siamo quasi assuefatti a questo bollettino di guerra. Auspico che la prima seduta all'Assemblea Regionale Siciliana possa essere aperta con la decisione di indire una seduta straordinaria dedicata ai problemi del lavoro".
2
giovedì 229 giugno 2006
La Fillea apre una vertenza - segue dalla prima
La ricattabilità è totale ed i rischi aumentano a dismisura. Quando
avvengono gli incidenti può anche succedere che i lavoratori
infortunati vengano abbandonati anziché essere soccorsi, pregiudicando gravemente il loro stato, e, se muoiono, magari si tenta
anche di simulare l'incidente stradale, come accaduto il 9 febbraio
a Venezia.
Non vogliamo arrenderci a questo stato di cose e per questo il sindacato unitario di categoria ha ora deciso di avviare una serie di
iniziative per contrastare il fenomeno infortunistico in edilizia.
Ciò sia attraverso campagne ed interventi diretti sul piano regionale nei confronti degli interlocutori istituzionali, che ponendo i
temi della sicurezza al centro delle piattaforme per il rinnovo dei
contratti integrativi provinciali che saranno presentate nelle prossime settimane in tutto il Veneto.
Prenderemo le mosse da un confronto pubblico con gli imprenditori, gli enti preposti alla sicurezza e la stessa Regione organizzato per il 29 giugno a Mestre. Il titolo, "il rischio non è il mio
mestiere", vuole affermare che non c'è un' ineluttabilità negli incidenti sul lavoro. Occorre invece lavorare sul versante della prevenzione e noi proporremo la costruzione di un vero e proprio
"sistema" per rendere sicuro il lavoro nei cantieri veneti".
NEL 2005
IN ITALIA
Infortuni totali
Infortuni mortali
Infortuni invalidanti
Costo degli infortuni
39.460
1.195
46.937
28 miliardi di euro
NEL VENETO
Infortuni totali
Infortuni mortali
Infortuni invalidanti
Costo degli infortuni
113.830
95
5.691
3,3 miliardi di euro
IN EDILIZIA:
X 99.837 infortuni in Italia, di cui 253 mortali
X 12.459 infortuni nel Veneto, di cui 9 mortali
X un infortunato su 5 è immigrato
X uno su due ha meno di 35 anni
X oltre il 40% dei casi è dovuto a cadute dall'alto
X la mortalità nei cantieri è più alta in estate
X il 12% degli infortunati "risultano" al primo giorno di
lavoro
X lunedì e venerdì le giornate più a rischio
X il 46% degli incidenti accadono poco prima di pranzo
IL 28 GIUGNO FERMI
PER UN'ORA TUTTI I CANTIERI
Un' ora di sciopero a fine turno in tutti i cantieri italiani per la sicurezza è stata indetta da Fillea Cgil, Filca Cgil, Feneal Uil in occasione dei funerali di Antonio Veneziano, l'operaio rimasto vittima
del crollo sulla Catania - Messina.
Le Segreterie Nazionali hanno chiesto un urgente incontro con il
Ministro Di Pietro "per una modifica non più rinviabile della normativa del General Contractor, che impedisca la frantumazione
degli affidamenti ed il proliferare di subaffidamenti e per la
sospensione dei termini dell'entrata in vigore del Nuovo Codice
degli Appalti, al fine di trovare le soluzioni normative e dare maggiore efficacia alle norme sociali, a salvaguardia della sicurezza e
della lotta contro il lavoro nero".
VENETOLAVORO
MARTINI: RIVEDERE
LA NORMATIVA SUGLI APPALTI
"Il crollo nel cantiere dell' autostrada Catania - Siracusa, che
ha causato la morte di un operaio e il ferimento di altri 14, è
l' ennesima tragedia che ci spinge a chiedere al Governo di
rileggere la normativa sugli appalti, oggi ricca di limiti che
allargano le maglie dei controlli". Lo afferma il segretario
generale della Fillea - Cgil, Franco Martini, denunciando la
prassi sempre più comune tra i general contractor di affidare
in subappalto parti maggioritarie dell' opera da realizzare.
"Il caso - dice - non è l'unico responsabile di questa tragedia.
Nella fattispecie, il general contractor che ha preso in appalto questa autostrada ha dato in subappalto il 100% dell'
opera. E questo significa avere una maggiore difficoltà di
controllo sul cantiere.
La concessione in subappalto dei lavori rende le maglie più
vulnerabili anche al lavoro nero e irregolare e accentua la
tendenza delle diverse imprese che vi operano a puntare al
massimo ribasso dei costi e al risparmio sui materiali.
Il cedimento del pilastro avvenuto a Catania apre interrogativi molto inquietanti.
Chiediamo quindi al governo di convocare un tavolo straordinario per la sicurezza, ma soprattutto per fare il punto su
come sta funzionando la normativa sugli appalti. Questo e' il
momento di chiamare l' esecutivo ad una verifica".
PIZZINATO: UN DECRETO CHE
RECEPISCA LE CONCLUSIONI DELLA
COMMISSIONE PARLAMENTARE
"E' necessario che urgentemente, con un decreto, si assumano le indicazioni conclusive della commissione parlamentare.
Innanzitutto non si può entrare in cantiere se il giorno prima
l'impresa non ha denunciato all' Inail il lavoratore. La norma
esiste già, ma Maroni non ha emanato la direttiva.
Secondo, è necessario che il dia il tesserino di riconoscimento, con tanto di fotografia, al lavoratore. Terzo, ci devono
essere più ispettori di controllo.
Quarto, serve il controllo mensile del Durc, il Documento
unico di regolarità contributiva.
Sono quattro misure iniziali che possono essere fatte con un
decreto. Poi ci vorrà un testo unico sulla sicurezza e una
modifica, come ha evidenziato anche il ministro Di Pietro,
della legge sugli appalti con il general contractor. Ci sono
troppi subappalti".
Antonio Pizzinato - Senatore
Presidente Commissione parlamentare di inchiesta sulle morti bianche
VENETOLAVORO
giovedì 29 giugno 2006
3
CON LA RIFORMA DEI SERVIZI ISPETTIVI
MENO EFFICACE IL SISTEMA DEI CONTROLLI
2003, che introduce norme che portano alla massima flessiMigliaia di persone ogni anno restano ferite, anche in modo
bilità e precarietà nel lavoro) ha riformato i servizi ispettivi
grave, o muoiono a causa di incidenti avvenuti sul lavoro.
degli enti preposti al controllo e alla repressione del lavoro
La lista, nonostante i continui richiami alla sicurezza e all'
irregolare e sommerso; questione, come è noto, strettamenapplicazione delle norme da parte di CGIL, CISL, UIL e degli
te connessa ai rischi per la salute e la sicurezza.
enti preposti alla vigilanza ed alla prevenzione, non si accorI decreti attuativi della legge 30, hanno ridotto drasticamente
cia. I dati ufficiali, relativi agli infortuni definitivamente accerle tutele dei lavoratori, oltre ad affidare compiti nuovi (di contati dall' Inail a Verona, anche se risalgono al 2.000 (15.880
sulenza) agli ispettori, si sono ridotti gli strumenti ed i mezzi
infortuni), registrano un aumento rispetto agli anni precedena loro disposizione per espletare i compiti di vigilanza.
ti (nel 1997 erano stati 14.858.
In barba al declamato federalismo, si prevede una vera e
Nel 2000 sono stati indennizzati 15 mila 522 infortuni tempopropria centralizzazione dei diversi soggetti della vigilanza,
ranei e 331 che hanno provocato lesioni permanenti. 27 le
che finora avevano l'autonomia necessaria ad affrontare le
morti contro le 26 del 1997. Oltre l'80 % di questi infortuni
diverse situazioni che si presensono avvenuti al di fuori dell'imtavano localmente.
presa, cioè su strada, e che
Ad occuparsi di indirizzo e coorquelli alla guida di mezzi rappredinamento dei servizi ispettivi è il
sentino oltre la metà di tutti i casi
Ministero, tramite direttive operamortali evidenzia come la strada
tive della propria Direzione genesia divenuta a tutti gli effetti
rale, mentre viene svilito il ruolo
"luogo di lavoro pericoloso".
degli ispettori e ridotto quello
Entrando nel dettaglio: il 20%
delle Commissioni regionali.
degli infortuni riguardano le
Un'ulteriore disposizione introdu22
giugno,
Verona
Due
manovali
rumeindustrie
metalmeccaniche;
ce poi una sorta di discrezionalini, regolari e residenti a Verona, Esu Ovidiu
seguono quelle edili (14%), il
tà dell' ispettore, il quale potrebManole
di
35
anni
e
Petrisor
Iona
di
30
anni,
commercio all'ingrosso ed al
hanno perso la vita cadendo da un'altezza di 30
be essere indotto a non contedettaglio (10%), il terziario ed i
metri mentre lavoravano su una gru al restauro
stare le irregolarità, ma a svolgeservizi (18%).
del campanile di una chiesa.
re funzioni di consulenza.
Prevalentemente sono le classi
Si introduce una nuova fattispemedio-giovani ad essere colpite
20 giugno, Legnano - Gabriel Frincu, di 30
cie di conciliazione, diversa da
dagli eventi e il 50% di tutti gli
anni, ha perso la vita in un infortunio sul lavoro in
quella prevista dai contratti e dalinfortuni riguarda gli uomini con
un cantiere dell' Impresa Zeviani di Legnago. L'
l'articolo 410 del Codice di
meno di 34 anni, e le donne con
uomo è rimasto schiacciato da una frana all'interProcedura Civile. Il rischio è che
meno di 31 anni.
no di una buca, scavata per un rinnovo della rete
lavoratori, particolarmente ricatNel 2003 nel Veneto all' Inail
fognaria del paese di Villabartolomea.
tabili, possano essere indotti a
sono stati denunciati complessifirmare un verbale di accordo
vamente 135.000 infortuni sul
6 aprile, Rovigo- Un operaio edile di 38
con i datori di lavoro senza la
anni, Mustapha Arakia, ha perso la vita cadendo
lavoro (non tutti verranno ritenunecessaria assistenza delle
da un'impalcatura mentre stava lubrificando dei
ti dall' Inail "infortuni sul lavoro" organizzazioni sindacali. Un
pannelli. L'uomo era dipendente di una ditta in
dopo l'istruttoria che può durare
lavoratore in quelle condizioni,
subappalto
dai due ai tre anni)
come potrà essere tutelato in
Uno dei comparti produttivi a
materia di sicurezza?
9 febbraio, Venezia - Un lavoratore albamaggiore rischio è l' edilizia. Tra
L'Ispettore degli enti previdenzianese
è
morto
a
seguito
di
una
caduta
in
un
canil 1995 e il 1999 nella nostra
li e delle diverse istituzioni di vigitiere edile. Per coprire l'infortunio e' stato simularegione sono stati 2.261 gli inforlanza, che oggi rappresenta, per
to
un
incidente
automobilistico
tuni con lesioni permanenti o
il mondo del lavoro, ciò che la
mortali, pari al 23 per cento di
20
gennaio,
Verona
- Un operaio di 39
magistratura e i carabinieri raptutti gli infortuni con lo stesso
anni, dipendente di una ditta di Castel d'Azzano,
presentano per i cittadini tutti,
esito accaduti nel periodo.
è morto in un cantiere edile a Pescantina. L'uomo
rischia con queste nuove norme
Le cadute dall'alto, incidente più
è stato sbalzato all'esterno ed è precipitato al
di perdere autonomia, efficienza
frequente nel comparto delle
suolo, mentre stava smontando una gru.
e imparzialità, con grave danno
costruzioni, hanno rappresentainnanzitutto per i lavoratori, ma
to nella Regione veneta il 34%
14 gennaio, Marghera - Un operaio di 48
anche per gli istituti previdenziali
degli infortuni con postumi invaanni, Paolo Bellunato, è morto schiacciato da
e di vigilanza.
lidanti e 26% di quelli con esito
alcuni pancali che stava spostando con un mezzo
Ci saranno insomma meno obblimortale.
meccanico.
ghi di indagine, conciliazioni in
Nel 2000 le cadute dall'alto
sedi dove il lavoratore irregolare
avvenute nel Veneto hanno
è ancora più debole, svuotamencomportato 53.348 giornate di
to
di
ruolo
degli
ispettori,
impossibilità
dei comitati INPS di
lavoro perse.
recuperare contributi non versati, maggiori difficoltà nel preL'accelerazione dei ritmi di produzione, che ha coinvolto tutte
venire gli infortuni e garantire sicurezza.
le aziende in anni recenti, può essere tra le cause di brusche
La battaglia del Sindacato, per contrastare provvedimenti di
manovre di lavoro e dei conseguenti infortuni?
questa natura, continuerà come avvenuto negli ultimi anni: ci
Sono inoltre sempre più numerose le morti di lavoratori autoauguriamo di avere al nostro fianco, prima o poi, anche gli
nomi e/o titolari d'impresa, come gli stessi dati ufficiali sugli
imprenditori per impedire che prevalga ulteriormente la legge
infortuni documentano.
della savana.
Una valutazione va anche fatta in relazione alle scelte del
Giovanni Claudio Zuffo, Resp. per la CGIL di S.A.L.U.Te. di CGIL CISL UIL Verona
Governo Berlusconi che (in attuazione della legge 30 del
GLI INCIDENTI MORTALI
ACCADUTI IN EDILIZIA
DALL'INIZIO DELL'ANNO
4
giovedì 29 giugno 2006
VENETOLAVORO
DALLA RELAZIONE FINALE DELLA COMMISSIONE
PARLAMENTARE D'INCHIESTA SULLE MORTI BIANCHE
Marzo 2006
Le tabelle sugli infortuni in edilizia consegnate dall'INAIL alla
Commissione denotano aumenti, anche considerevoli, sia dei dati
generali sia di quelli relativi alle morti.
Anno di accadimento
N° infortuni in genere
N° infortuni mortali
2000
2001
2002
2003
102.697
103.260
106.057
110.393
303
332
321
344
Tra le cause principali di infortunio mortale vi è la caduta dall'alto.
Nelle microimprese (da 1 a 9 addetti), il rischio di infortunio mortale è superiore di circa 10 volte a quello che presentano le medie
imprese (50-249 addetti). Tale dato è tanto più allarmante in quanto l'attuale dimensione media delle imprese edili con dipendenti è
inferiore ai 5 lavoratori/anno e, secondo dati INAIL, sulle circa
730.000 aziende del settore, ben 400.000 sono imprese individuali. I problemi di sicurezza riscontrati più spesso riguardano
l'assenza o l'insufficienza di protezioni e le inadeguatezze strutturali. La violazione della normativa costituisce la principale causa di
morte sul lavoro nel settore.
L'alta percentuale di infortuni occorsi il primo giorno di prestazione è un indicatore di lavoro irregolare che emerge al momento
dell'incidente, in particolare un incidente mortale. Di nuovo, la concentrazione degli infortuni nei primissimi giorni di lavoro è ancora
più accentuata nelle microimprese. Il fenomeno del "caporalato",
nuovo per il Nord, assume forme sinora sconosciute. Alcuni
"caporali" non solo reclutano manodopera, ma fungono anche da
intermediari nell'erogazione del salario. Si registra persino il disumano fenomeno dell'abbandono dell'infortunato grave che operava senza essere stato iscritto a libro paga.
Sul piano della qualità e dell'efficacia della formazione, in quella di
base i risultati appaiono più formali e temporanei che sostanziali e
duraturi, mentre è pressoché assente la formazione specifica per
cantiere. L'informazione sulle procedure corrette non circola come
dovrebbe, né tra datore di lavoro e dipendenti né in senso trasversale, cioè fra imprese compresenti in cantiere. Mancano
prove di verifica della capacità di svolgere i ruoli previsti dal decreto legislativo n. 626 del 1994, né si hanno riscontri riguardo all'obbligo del datore di lavoro di garantire la capacità dei propri dipendenti di utilizzare in condizioni di sicurezza attrezzature e macchine, in quanto non sono finora previsti documenti di abilitazione,
nemmeno per i manovratori. Tuttavia, qualcosa sta cambiando: i
nuovi obblighi formativi per i responsabili del servizio di prevenzione e protezione e per chi allestisca opere provvisionali per
lavori in quota prevedono prove finali di esame e collegano la formazione alla sicurezza alla competenza professionale e all'autorizzazione all'esercizio della professione. Lo stesso fanno alcune
leggi regionali per chi manovra auto sollevanti e piattaforme elevabili. Ma occorre disciplinare di più e meglio.
Alcune priorità di intervento
1.Contrastare il "caporalato" attraverso un'apposita struttura
nazionale di coordinamento tra istituzioni, parti sociali, enti ed istituti competenti che individui priorità ed azioni mirate, agendo in
stretto rapporto con la rete dei comitati regionali.
2.Prevedere una cadenza mensile per la revisione periodica del
DURC (documento unico di regolarità contributiva).
3. Stabilire una notifica preliminare (da trasmettere almeno venti
giorni prima dell' inizio dei lavori) che specifiche l'organico medio
annuo per qualifica; gli estremi delle denunce dei lavoratori
all'INPS, all'INAIL ed alle casse edili; il contratto applicato.
4. Modificare le norme sui flussi di manodopera, per evitare che i
clandestini siano vittime di imprenditori senza scrupoli. Inoltre, il
distacco di manodopera straniera, utilizzato per superare i limiti
previsti dalla programmazione dei flussi, vede personale pagato
un quinto rispetto alla manodopera italiana e crea così un esecrabile dumping sociale. Requisiti stringenti per i distaccati ostacolerebbero infiltrazioni malavitose.
5. Rivedere il criterio del massimo ribasso per le gare d' appalto
ed introdurre un criterio certo e trasparente di valutazione della
congruità dei costi per la prevenzione, articolato sino all'ultimo
livello di appalto.
6. Richiedere agli imprenditori edili requisiti di professionalità.
7. Regolamentare la certificazione della formazione dei
Coordinatori alla Sicurezza, rapportata alle tipologie e dimensioni
dell' impresa e dell' opera.
8. Incentivi alle imprese per permettere l'emersione e la bonifica
delle situazioni border line (socio lavoratore simulato e quella del
lavoro flessibile e somministrato).
9. Rafforzare, anche attraverso l'attivazione dei comitati regionali
di coordinamento (art. 27 della 626/94), sia il controllo che il sostegno verso le imprese. È necessario che gli organismi di vigilanza
siano dotati di strumenti e risorse congrue, a partire dall' organico.
10.Valorizzare il ruolo delle parti sociali (bilateralità e sistema degli
RLST). Ciò va potenziato istituendo il coordinamento dei rappresentanti per la sicurezza e disponendo che un cantiere, indipendentemente dal numero delle imprese presenti, costituisca un
unico sito produttivo. La figura del rappresentante di cantiere, prevista dal contratto, va intesa come intersettoriale.
Infortuni mortali in edilizia nel 2005
LE CAUSE
Caduta dall’alto
41,88 %
Travolto gru, carrello elevatore o ruspa
25,13 %
Crollo struttura
9,95 %
Colpito da materiali lavoro
10,99 %
Folgorato
9,42 %
Altre cause
2,62 %
11. In occasione di opere complesse attivare percorsi formativi
aggiuntivi rispetto a quelli previsti per le singole mansioni.
12. Estendere la possibilità di sospendere i lavori in caso di rischio
non gestibile e prevedere la possibilità di pause per mansioni
molto esposte, quando ricorrano condizioni climatiche avverse.
Infortuni mortali nel 2005
per classi di età
anni
15-25
totale
27
% su totale
15,00%
26-35
32
17,78%
36-45
50
27,78%
46-55
35
19,44%
oltre i 56
36
20,00%
180
100,00%
totale
sconosciuta
totale generale
11
191
VENETOLAVORO
giovedì 29 giugno 2006
13.Istituire due registri regionali, per i medici competenti e per i responsabili del servizio di prevenzione e protezione, al fine di facilitarne l'individuazione
da parte delle aziende.
14.Costituire una struttura regionale di coordinamento tra i vari assessorati competenti (sanità, lavoro, formazione professionale e politiche sociali)
come interlocutrice delle parti sociali ed organismo
capace di interagire sia con il comitato regionale di
coordinamento previsto dalla 626 sia con i dipartimenti di prevenzione delle ASL. Tale struttura - da
dotare di mezzi adeguati e permanenti - dovrebbe
svolgere funzioni di indirizzo, formazione continua,
sorveglianza, collaborazione, coordinamento e
sostegno nei confronti degli stessi dipartimenti di
prevenzione.
15.Adottare misure di contrasto anche molto severe
(arresto in flagranza, demolizione, ecc.) contro i
cantieri dell'abusivismo edilizio.
16.Attribuire autonomia d'intervento al coordinatore
per l'esecuzione.
17. Regolamentare l'accesso alle aree di lavoro,
rendendo obbligatorio il ricorso a tesserini personali
di riconoscimento.
18. Colmare la lacuna normativa concernente le
cosiddette squadre miste (lavoratori di diverse
aziende), situazione che favorisce l'ambiguità rispetto alla catena dei comandi e relative responsabilità.
19. Riconsiderare le modalità di partecipazione alle
gare d'appalto da parte di ATI, costituite da consorzi
d'impresa. Con tale formula, una singola impresa
può essere presente in cantiere con riferimento a
diverse attività, ma in nessuna è unica responsabile.
20.Risolvere conflitti normativi e difficoltà interpretative concernenti i lavori in fune, i dispositivi di protezione individuale, disposizioni per i lavori in quota.
21. La formazione alla sicurezza deve significare
davvero acquisizione da parte dell'impresa edile di
un'accertata competenza professionale. L'esercizio
dell'attività dovrà dipendere dalle dal possesso di
requisiti da parte dell'impresa tutta (specie se individuale) e in particolare del datore di lavoro.
22. Arrivare ad un libretto personale delle competenze professionali e ad un sistema nazionale informatizzato di certificazione. Una sezione apposita
deve essere dedicata alla sicurezza.
5
LE MALATTIE PROFESSIONALI NELL'EDILIZIA
Il rapporto della Commissione parlamentare dedica una intera sezione alle
malattie professionali nell'edilizia. "L' elevatissimo numero di infortuni gravi e
mortali del settore - vi si dice - fa passare, talvolta, in secondo piano gli effetti negativi sulla salute di un lavoro svolto in condizioni di elevata criticità (lavoro in esterno, lavoro in altezza, lavoro in cava, esposizione ad agenti fisici, chimici e cancerogeni, ecc.).
Le malattie professionali non sono sempre denunciate, per vari motivi: la possibilità di ricatti ai danni del lavoratore; le procedure ambigue per la denuncia;
l'assenza di serie sanzioni per la mancata denuncia; la scarsa libertà dei
medici competenti; la ridotta propensione dei medici generali a ricercare
cause professionali nelle malattie diagnosticate; i costi elevati per la certificazione; la mancanza di una banca dati adeguata. Inoltre l'INAIL, benché soccomba in più del 50% dei casi in giudizio, tende a negare il nesso causale
della maggioranza delle cause avviate. Si pensi anche all'utilizzo talora distorto dei valori limite di esposizione (TLV), da parte dell'INAIL ai fini del mancato riconoscimento delle patologie professionali, e alle pressioni che il
mondo economico opera spesso sulla comunità scientifica riguardo all'eventuale definizione dei nessi causali, soprattutto circa le ipotesi sul carattere
cancerogeno di alcune sostanze o elementi.
Occorre allora: fornire strumenti per l' individuazione di pericoli e rischi e per
azioni di prevenzione, relativamente ad alcune mansioni (ad esempio, nel settore del restauro di beni artistici), anche attraverso linee guida di fonte pubblica, ad uso dei datori di lavoro e dei lavoratori autonomi. Appaiono fondamentali, in questo senso: le procedure individuabili nei confronti di agenti biologici
(quali spore e forme vegetative aerodiffuse); la sorveglianza sanitaria su protocolli standardizzati per mansioni e professioni e la tenuta delle relative cartelle sanitarie, anche per gli autonomi e indipendentemente dall'azienda per
cui si opera; la formazione alla sicurezza estesa ad ogni forma di contratto di
lavoro. I danni cutanei richiederebbero una normativa specifica, che sostenga
la prevenzione e faciliti, eventualmente, il passaggio del lavoratore ad altra
professione prima dell'instaurarsi della fase cronica. Riguardo ai danni da
sforzi ripetuti occorrono procedure intese alla diagnosi precoce ed alla prevenzione.
La recente normativa sottostima i danni da vibrazioni ed invece pone alti valori limiti di esposizione, con conseguente aumento dell'esposizione individuale, dagli esiti non valutabili. Le vaccinazioni antitetaniche, antileptospira e contro l'epatite A devono essere previste per tutti gli operatori di cantiere, se
addetti a servizi di bonifica in ambiente malsano. Coibentatori, asfaltisti, saldatori e numerosi altri lavoratori sono a rischio "molto rilevante" di tumori professionali. Occorre perfezionare le stime. Inoltre va attuato il registro dei casi
di asbestosi e di mesotelioma asbesto-correlati, già stabilito dalla disciplina,
ed istituiti ulteriori registri per esposizioni ai diversi cancerogeni. Deve essere
attivato il monitoraggio sugli scostamenti tra le malattie segnalate nei registri
nazionali e quelle denunciate all'INAIL.
presiede
Alberto Ghedin Segretario FENEAL UIL Veneto
introduce
Giulio Fortuni Segretario FILCA CISL Veneto
intervengono
dr. Francesco Barela
Direttore Regionale INAIL Veneto
Pietro Semenzato
Presidente ANMIL Veneto
Vendemmiano Sartor
CGIA Veneto
Maurizio Scomparcini
CNA Veneto
il rischio
Italo Luigi Tonet
NON è il mio
ANCE Veneto
geom. Ugo Cavallin
MESTIERE
quale sistema per la prevenzione e
la sicurezza nei cantieri edili del veneto
giovedì 29 giugno 2006
Novotel Mestre Via Ceccherini
ore 9.00/13.30
C.P.T. Venezia
dr. Flavio Tosi
Assessore Sanità Regione Veneto
conclude
Franco MARTINI Segretario Nazionale FILLEA CGIL
Segreteria organizzativa
FILLEA FILCA FENEAL VENETO
041 5330811 041 5497888
6
giovedì 29 giugno 2006
VENETOLAVORO
SCIOPERO IL 21 LUGLIO
FERROVIE A RISCHIO
DEGRADO
Il giorno 30 maggio, l'Assemblea Nazionale unitaria delle RSU e
dei quadri sindacali dei ferrovieri ha giudicato negativamente la
situazione esistente nel trasporto ferroviario ed espresso la propria forte preoccupazione per la grave crisi produttiva e finanziaria in atto nel gruppo FS.
L'Assemblea, condividendo e facendo propria la piattaforma unitaria di FILT, FIT, UILT, FAST, UGL e ORSA, ha rivendicato risposte urgenti in grado di invertire lo stato di crescente degrado di
FS.
Le Segreterie Nazionali, a seguito dell'Assemblea, hanno riproposto a FS i contenuti fondamentali della piattaforma unitaria sollecitando la ripresa del confronto e risposte concrete.
"Nel corso dell'incontro, svoltosi nella serata del 22 giugno - spiegano in una nota- i rappresentanti della Holding, di Trenitalia e di
RFI non hanno dato risposte sui molti problemi aperti, rinviando,
ancora una volta, la discussione di merito e subordinando la soluzione dei problemi agli interventi di soggetti esterni che per varie
ragioni agiscono su alcune delle problematiche aperte.
In particolare nel corso della riunione abbiamo dovuto registrare
l'ennesimo tentativo di rinvio, in relazione alla vertenza sul sistema vigilante (SCMT-VACMA) e l'assenza di qualsiasi risposta
sugli altri punti della vertenza.
Appare evidente che per quanto riguarda le scelte che riguardano le decisioni relative al risanamento dei conti e al rifinanziamento del piano degli investimenti molto dipende dagli interventi
del Governo, che dovrà correggere il disastro prodotto dalla mancanza di politica di trasporto e di affossamento del trasporto ferroviario messa in atto dal governo precedente
È però ugualmente chiaro che il Gruppo FS ha contribuito moltissimo alla crisi e non è in grado di fare la propria parte per risolvere i problemi. La crisi è aggravata dalla fuga delle responsabilità
in attesa degli eventi.
L'azienda appare assolutamente inerte e in attesa delle decisioni
che riguardano gli interventi del Governo che, presumibilmente,
riguardano anche l'assetto dei vertici.
L'intero vertice è paralizzato nelle capacità decisionali e questo fa
sentire pesantemente i suoi effetti negativi sull'andamento della
produzione, sul peggioramento dei conti e sulle condizioni di lavoro dei ferrovieri.
Non si può più stare fermi, non si può consentire che l'azienda
venga travolta dalla crisi senza che chi può e deve agire lo faccia.
Il sindacato ha denunciato la gravità della situazione e chiesto al
Governo di intervenire rapidamente.
Ai vertici FS continuiamo a chiedere risposte sulla base della piattaforma unitaria.
- finalmente i piani di impresa in grado di affrontare i gravissimi
problemi aperti;
- il rientro delle esternalizzazioni che hanno disperso professionalità aziendale senza realizzare miglioramenti nella qualità e
regolarità del servizio e nei bilanci aziendali;
- una diversa gestione delle modalità di appalto e fornitura di servizi a partire dalle pulizie dei treni e delle stazioni;
- il riconoscimento del valore del lavoro in una grande azienda di
servizi attraverso la qualificazione delle relazioni sindacali;
- un piano relativo al personale in grado di recuperare la dispersione di professionalità avvenuta con le uscite indiscriminate che
hanno prodotto danni consistenti;
- norme chiare e trasparenti nella gestione del personale, dalle
assunzioni allo sviluppo professionale al diritto al pasto;
- la fine delle discriminazioni nei confronti dei familiari dei ferrovieri;
- conclusione della vertenza relativa alla sicurezza attraverso il
rispetto degli impegni assunti, l'accelerazione dei processi concordati di attrezzatura tecnologica e il ritiro del licenziamento
legato alla vertenza.
Per sostenere la nostra rivendicazione e per difendere il futuro
dell'azienda, per tutelare il lavoro ferroviario la categoria attuerà
uno sciopero di 8 ore il 21 luglio con le seguenti modalità: addetti alla circolazione dei treni dalle 9.01 alle 17.00; uffici e impianti
fissi: intera prestazione lavorativa".
29 giugno
Mestre Novotel Via Ceccherini - ore 9.00
Fillea, Filca e Feneal del Veneto organizzano “Il rischio non è il
mio mestiere”. Con Alberto Ghedin Feneal Veneto, Giulio
Fortuni Filca Veneto, Franco Martini segretario nazionale FILLEA. Partecipano F. Barela INAIL , P. Semenzato ANMIL, V.
Sartor CGIA, M. Scomparcini CNA, I. Tonet ANCE, U. Cavallin
CPT, F. Tosi Regione Veneto.
30 giugno
Mestre Novotel - ore 9.30
Gli esecutivi Filcams di Veneto, Venezia, Lombardia, Milano,
Campania e Napoli si incontrano a Venezia sul tema “Oltre la
solitudine nel lavoro”. Presiede Leonardo Zucchini Segr.
FilcamsVeneto, introduce Rocco Campa Segretario generale
Filcams Veneto. Intervengono Mons. Fabio Longoni Pastorale
del Lavoro Venezia, Margherita Miotto Margherita, Lucia Basso
Segretaria CGIL Veneto, Sergio Chiloiro Segretario generale
CdLM Venezia,Renato Losio Segr. generale Filcams
Lombardia, Giovanni Carpino segr. generale Filcams
Campania, Massimo Petrella Segr. generale FilcamsVenezia,
Santino Pizzamiglio Segr. generale Filcams Milano, Rosario
Stornaiuolo Segr. generale Filcams Napoli, partecipano Ivano
Corraini Segretario generale Filcams Nazionale, Paolo Nerozzi
Segreteria Nazionale CGIL
3 luglio
Vicenza - Camera di Commercio ore 9.00-13.00
“Diritti dell’infanzia Diritti della famiglia” Comitato Direttivo CGIL
Vicenza. Relazione di Fabiola Carletto segr. CGIL Vicenza,
intervengono on.Franca Bimbi Università di Padova, sen. Anna
Serafini Consulta Rodari DS, coordina Oscar Mancini
segr.generale CGIL Vicenza, conclude Morena Piccinini
Segreteria CGIL Nazionale
7 luglio
Mestre (Ve) Sede CGIL via Ca’ Marcello 10 - ore 18.00
Inaugurazione dell’Associazione “Nessunoèstraniero”, con
Sergio Chiloiro segr. gen. CdLM Venezia, Leonardo Menegotto
presidente dell’Associazione, Rita Zanutel assessora Provincia
di Venezia, Delia Mure assessora Comune di Venezia, i presidenti delle associazioni di immigrati della provincia.
Seguiranno buffet e musiche etniche.
10 luglio
Mestre (Ve) Sede CGIL Veneto via Peschiera 5 ore 14.30
Seminario di formazione “Le politiche sociali e sociosanitarie in
Veneto per la tutela delle persone non autosufficienti” organizzato dalla Consulta per le politiche sociali e sanitarie CGIL
Veneto. Intervengono Michele Maglio dirigente Servizi sociali
Regione Veneto, Stefano Cecconi, Franco Piacentini, Cristina
Bastianello della Consulta.
PIATTAFORMA INFORMATICA
SEMINARI IN TUTTE LE PROVINCE
Per illustrare i contenuti della piattaforma informatica (Fondi
Paritetici Interprofessionali, Formazione Individuale Continua,
fac-simili di accordi, di piani formativi, ecc) Agform organizza un
ciclo di seminari a carattere provinciale rivolti a funzionari e delegati che contrattano piani, progetti e percorsi formativi nelle aziende. Questo il calendario: Padova, 3 luglio (14.30 - 18.00),
AMANI.it; Mestre, 4 luglio ( 9.30 - 13.00) CGIL Regionale; Treviso,
4 luglio (14.30 - 18.00) Hotel Maggior Consiglio; Rovigo, 5 luglio
(9.30 - 13.00) CGIL, Via Calatafimi; Verona, 6 luglio (9.30 - 13.00),
Ramada Fiera Hotel; Vicenza, 6 luglio (14.30 - 18.00) Hotel
Victoria; Belluno, 7 luglio (9.30 - 13.00), Centro Congressi
Giovanni XXIII
Chi intende partecipare è invitato a comunicarlo ad AG-FORM
(tramite fax: 041/5497851 o e-mail: [email protected]), per consentire la preparazione del materiale
VENETOLAVORO
giovedì 29 giugno 2006
7
DIGNITÀ PER I MIGRANTI: VALLE MILLECAMPI: PATRIMONIO
SIT IN SABATO A TREVISO DA SALVAGUARDARE
Sit-in sabato 1 luglio 2006 alle ore 10.30 davanti alla
Questura di Treviso (Ufficio stranieri).
L'hanno promosso CGIL-CISL-UIL, il Coordinamento
Fratelli D' Italia, la Caritas, l' ANOLF, la Fondazione
Migrantes, le ACLI, i Forum Territoriali sull'Immigrazione,
l' O.G.I., le Associazioni degli Immigrati della provincia di
Treviso a sostegno di una serie di richieste "per la dignità dei migranti".
In particolare, "per dire basta alle lunghe file di attesa ed
ai tempi lunghi nella consegna e rinnovo dei titoli di soggiorno; per favorire un sistema che rispetti di più gli
immigrati; per permettere agli immigrati di farsi le ferie a
casa propria e non essere costretti a rimanere in Italia da
un sistema disumano che, di fatto, ne impedisce il rimpatrio". Chiedono inoltre la convocazione di un tavolo
che veda riunite tutte le principali istituzione e associazioni per affrontare i problemi. "A Treviso - spiegano siamo di fronte ad una incomprensibile situazione di
incertezza sul futuro del rinnovo dei permessi di soggiorno che vede in smobilitazione il sistema attuale
senza che ci sia un credibile sistema alternativo"
FINCANTIERI IN SCIOPERO
IL 29 GIUGNO
Si svolgerà il 29 giugno lo sciopero dei lavoratori del
gruppo Fincantieri proclamato da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e
Uilm per chiedere il rispetto degli accordi presi contro la
privatizzazione.
"Sulla questione della privatizzazione e della quotazione
in Borsa - spiegano i sindacati - l' azienda si è trincerata
dietro alla dichiarazione "il progetto di privatizzazione
non esiste". Ne prendiamo atto, ma tale affermazione
non ci tranquillizza perché è in contraddizione con i precedenti annunci dell'amministratore delegato, che è
stato anche riconfermato nell'incarico"
ELETTRICI:
TRATTATIVA BLOCCATA,
SCIOPERO IN VISTA
Ad un anno dalla scadenza del contratto unico del settore elettrico, che interessa circa 70.000 lavoratori, dopo
lunghi ed estenuanti mesi di trattative, le associazioni e
le imprese del settore (Assoelettrica, Federutility, Enel,
Grtn, Sogin e Terna) hanno sbattuto la porta in faccia al
sindacato.
Immediata la risposta di Filcem-Cgil, Flaei-Cisl, UilcemUil che avviano la fase di mobilitazione e informazione
dei lavoratori attraverso assemblee in tutti i posti di lavoro.
Filcem-Cgil, Flaei-Cisl, Filcem-Uil hanno già interessato
il ministero del Lavoro per la procedura di conciliazione,
al termine della quale - se non sortirà alcun esito - sarà
proclamato lo sciopero generale del settore. "La chiusura delle imprese manifestata nella trattativa del 23 giugno - denuncia una nota di Filcem, Flaei, Uilcem - sia
sulla parte normativa che economica, con la provocatoria offerta di 98 euro, (la richiesta sindacale è di non
meno di 115 euro) ha determinato l'impossibilità di continuare il negoziato per il rinnovo del contratto".
Ho approfittato il mese scorso, di una bella domenica di sole per stare una
giornata intera in Valle Millecampi.
Durante la giornata, ho avuto modo di assistere alla liberazione, a cura dei
volontari della Lega italiana protezione uccelli (Lipu), di alcune decine di
uccelli rapaci delle varie specie ed abitudini.
Voglio ringraziare queste persone per la grande competenza e disponibilità ad illustrare per ogni volo liberatorio, le caratteristiche dell'animale, la
sua dieta, le abitudini, l'importanza di preservare l'ambiente, lo sviluppo
equilibrato che l'uomo può garantire o distruggere.
In questa illustrazione ho così appreso dalla osservazione sul campo la
spaventosa crescita dei corvidi ( gazze in primis) e delle nutrie che depauperano l'attuale equilibrio a totale svantaggio dei passeri e consimili i primi
e delle culture le seconde.
Inoltre l'assurdità della legge regionale sulla caccia, che in deroga alle disposizioni della Comunità europea consente la caccia dei passeri benché la
loro popolazione in Europa abbia subito un preoccupante calo numerico.
Così ho imparato che le sanzioni comminate di recente dalla Comunità
Europea al Veneto per questa grave infrazione saranno pagate con le
tasse di tutti i contribuenti.
Grazie Presidente Galan e assessore Donazzan per l'inaspettato regalo!
Ho apprezzato l'impegno del Comune di Codevigo, sostenuto dalla sezione locale di Legambiente per la valorizzazione ambientale di un ecosistema importante e delicato della laguna di Venezia. Nel corso della giornata,
ho avuto modo di prendere visione del progetto comunale avviato con la
Regione e il Magistrato alle acque, per un accordo di programma che punti
alla valorizzazione di prodotti agricoli tipici e sulle risorse turistiche ambientali del territorio.
Il modello cui ispirarsi, richiama l'attuale capacità dimostrata da parte del
comune di Comacchio di valorizzazione territoriale, storica artistica,
museale, gastronomica, turistica attuata nella valli tipiche da pesca del
delta del Po ferrarese e nel territorio circostante, sino alla formula di successo della quarta fiera internazionale di birthwacthing svolta dal 28 aprile al 1 maggio 2006.
Nel pomeriggio dopo una piacevole illustrazione delle opere necessarie a
mettere in sicurezza il territorio tramite lo scavo di alcuni canali e le opere
di bonifica utili a ridurre il carico inquinante in laguna dovuto agli scarichi
civili e zootecnici, siamo partiti con una motonave attrezzata per la visita
delle valli Millecampi, Zappa, Averto e Cornio.
Nel mentre la motonave procedeva in valle Millecampi, sono sbucati dal
nulla una ventina di imbarcazioni di "capparozzolanti" provenienti dalla
laguna chioggiotta direzione canale di Marghera.
Con la stessa rapidità che sono apparsi, dopo alcuni sberleffi da bulli, sono
scomparsi a velocità pazzesca all'orizzonte.
Immediatamente mi sono tornate alla mente le trattative sindacali all'Ulss
14 di Chioggia di qualche anno prima, sulla sicurezza e salubrità alimentare dei molluschi, le indagini della procura di Venezia sul fenomeno della
pesca, la sparizione ripetuta dei timbri di controllo degli alimenti del dipartimento di prevenzione, la difficoltà di far applicare regole e doveri a bordo
della flottiglia chioggiotta consistente in 1100 imbarcazioni da pesca,.
Sono convinto che sia utile, giusto, necessario mantenere e valorizzare
l'attuale situazione ambientale. Ciò può avvenire senza cedere alle pressioni relative alla coltivazione e pesca dei molluschi bivalvi. Basterebbe
osservare i danni permanenti prodotti all'ambiente sottomarino dalle turbosoffianti per ricavare ingenti guadagni dalla pesca dei molluschi.
A Valle Zappa la visita comprendeva l'illustrazione della pescicoltura della
famiglia Roncato. Le difficoltà e competenze richieste connesse al clima ,
al cambio delle stagioni, alle mutazioni delle fasi di crescita, della coltivazione di branzini, orate, anguille.
Al termine Valle Averto e Valle Cornio due autentiche gemme naturali, con
un ecosistema prezioso e da consegnare integro alle generazioni future.
Penso che in una tratto di laguna "morta" delicatissima sotto il profilo idrogeologico ed ambientale e ricca di flora e fauna rara per la biodiversità
naturale ci sono coltivazioni come l'agricoltura biologica e la valorizzazione di prodotti tipici che hanno un loro fondamento anche economico, altre
attività che distruggerebbero in poco tempo questo autentico paradiso.
Ritengo si debba procedere con cautela ed attenzione all'ecosostenibilità
delle produzioni ammissibili in un habitat naturale così delicato.
Per queste ragioni, chiedo alla Provincia, di garantire un ambiente integro
senza cedere alle lusinghe di sfruttare questo tratto di laguna per la produzione di molluschi.
Ilario Simonaggio, Segretario generale CGIL di Padova
8
giovedì 29 giugno 2006
VENETOLAVORO
REFERENDUM: VINCE IL NO
SI
NO
IN ITALIA
38,3%
61,7%
NELLE GRANDI CITTA' DEL NORD
Milano
Torino
Genova
Trieste
Trento
48,20%
34,02%
30,79%
43,63%
35,22%
51,80%
65,98%
69,21%
56,37%
64,78%
IN SEI CAPOLUOGHI VENETI SU SETTE
Venezia
Treviso
Belluno
Padova
Rovigo
Vicenza
Verona
37,98%
49,64%
46,45%
43,77%
43,70%
49,01%
52,30%
62,02%
50,36%
53,55%
56,23%
56,30%
50,99%
47,70%
ORA L'ITALIA È PIÙ UNITA, PIÙ SOLIDALE, PIÙ COESA, PIÙ MODERNA
FONDO REGIONALE PER
LA NON AUTOSUFFICIENZA:
SI FACCIA SUBITO
"Realizzare velocemente il fondo regionale per la non autosufficienza", lo chiedono le Segreterie Regionali SPI FNP UILP.
"La Quinta Commissione Consiliare Regionale - scrivono in una
lettera aperta Franco Piacentini, Ferruccio Balest, Silvano
Veronese - ha avviato l'iter delle consultazioni e delle audizioni su
due progetti di legge: il n. 131/2006 presentato dal centrodestra e
il 136/2006 presentato dal centrosinistra. Sono due proposte
diverse ed alternative su alcuni punti strategici, ma convergono
sulla finalità dell'istituzione di un "fondo regionale" per interventi a
favore delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie.
Grande è la soddisfazione sindacale per il fatto che a sostenere il
fondo è stato per primo il Sindacato Pensionati, sia sul piano
nazionale, che regionale.
Ricordiamo che in Veneto nel 2005 il Sindacato Pensionati e le
Confederazioni divulgarono a tutti i livelli istituzionali e alle forze
politiche e sociali una loro proposta per concretizzare nel Veneto
un "fondo integrativo" (non sostitutivo di quello nazionale).
Chiedevamo che, utilizzando le attuali risorse pubbliche socioassistenziali locali, una quota della fiscalità generale regionale e le
disponibilità economiche delle Fondazioni Bancarie, il fondo orientasse la sua azione al diritto del non autosufficiente di ricevere
dalla rete dei servizi pubblici gli appropriati supporti (territoriali,
domiciliari o residenziali) per eliminare o ridurre il peso della compartecipazione ai costi sociali che grava pesantemente sui redditi
delle famiglie con congiunti disabili.
Il Sindacato Pensionati del Veneto ritiene ora non più rinviabile l'istituzione del "fondo integrativo regionale" che dovrà essere
"sociale" e non "sociosanitario", perché la sanità è da anni un diritto universale acquisito e già specificatamente finanziata.
Forte è l'invito al Consiglio Regionale per una discussione di merito su un testo unificato che porti prima dell'estate all'approvazione
della legge sul "fondo per la non autosufficienza", accessibile con
la scheda SVAMA e con l' indicatore ISEE. Questo nuovo strumento finanziario per le persone disabili (giovani e anziani), se troverà condivisione politica e sociale e se sarà chiaramente definito e concretamente esigibile, potrà avere anche un successivo
apporto dalla solidarietà intergenerazionale, attraverso una "tassazione di scopo".
Per il Sindacato Pensionati, in ogni caso, il fondo per la non autosufficienza, il piano della domiciliarità (DGRV 39/2006) e il sistema
della residenzialità (DGRV - CR 24/2006), dovranno far parte della
nuova programmazione regionale sociosanitaria, ferma al 1996.
Negli ultimi dieci anni, oltre a non recepire completamente il decreto 229/99 e la legge 328/2000, la Giunta Regionale non è riuscita
(non ha voluto?) a deliberare nessun piano triennale regionale
sociosanitario. Di conseguenza gli standard quantitativi e qualitativi, la retta tipo per le ospitalità nelle case di riposo e le liste d'attesa per visite ambulatoriali e per la specialistica sanitaria, sono
rimasti gravosi problemi che hanno penalizzato consistentemente
il potere d'acquisto delle pensioni e delle retribuzioni.
La Giunta deve cambiare strada ed affrontare un ampio lavoro di
concertazione per dotare il Veneto di un "Welfare Regionale" adeguato alle mutazioni demografiche e ai nuovi bisogni.
Il Sindacato Pensionati, nell'ambito del "tavolo età adulta" (DGRV
3755/99) porterà idee e proposte. La sua capacità di proposta è
dimostrata dalla vicenda del "fondo per la non autosufficienza" che
è stato una grande intuizione del Sindacato".
I SETTORI CHE PIÙ UTILIZZANO
IL PRECARIATO SONO QUELLI
CHE LICENZIANO DI PIÙ
I settori che presentano una minore incidenza di lavoro precario,
come l'industria o il commercio, sono quelli in cui le chances di
stabilizzazione sono più elevate (entro un anno viene trasformato
a tempo indeterminato rispettivamente il 15,8% e il 15% degli atipici con meno di 35 anni), e i rischi di fuoriuscita dal mercato del
lavoro più bassi.
Al contrario proprio nei settori ad alto utilizzo di questa forma di
lavoro, risulta molto più contenuto il tasso di trasformazione dei
contratti a tempo indeterminato: è il caso del settore ricerca e sviluppo, dove solo l'8,7% degli atipici con meno di 35 anni ha, dopo
un anno, un lavoro stabile (anche se sono molto bassi i rischi di
perdere il lavoro), delle organizzazioni associative (è trasformato
solo il 7,1%, mentre il 21,9% dopo un anno di lavoro esce dal mercato) dell'istruzione, delle attività ricreative. A presentare però i
rischi maggiori di espulsione sono gli addetti del comparto turistico: dopo un anno, il 21% dei giovani ha perso il lavoro.
Lo sottolinea il Censis, elaborando i dati Istat, nel suo rapporto sui
ceti professionali diffuso oggi.
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Anno XV n. 19 - FLC Cgil Verona