AGENZIA DELLA CGIL VENETO VENETOLAVORO fondata da Marco Masi Agenzia della CGIL del Veneto Anno XV n. 19 del 29 giugno 2006 Dir. resp. Simonetta Pento Aut. Trib. di VE n. 1190 del 15.5.95 Redazione via Peschiera 5 30174 Mestre VE [email protected] - Stampa CPSS Mestre Venezia Due operai rumeni precipitano dal campanile. Sale a 9 il numero delle vittime nei cantieri LA FILLEA APRE UNA VERTENZA SICUREZZA NEL VENETO Ancora morti sul lavoro in edilizia. E' accaduto giovedì mattina a Buttapietra, nel veronese, in pieno centro del paese. Vittime due operai romeni - Ovidiu Manole Heisu e Ioan Petrisor - con regolare permesso di soggiorno, precipitati da 30 metri di altezza mentre stavano eseguendo lavori di restauro alla facciata del campanile. Secondo le prime ricostruzioni il cestello della gru in cui si trovavano si sarebbe aperto ed i due uomini - il primo subito, l'altro dopo aver tentato invano di restare ancorato ad un appiglio - sono precipitati sotto gli occhi di decine di persone. Immediata la reazione del sindacato di categoria che ha proclamato per lunedì 26 giugno 8 ore di sciopero con presidi e volantinaggi nel centro cittadino, per finire con un incontro in Prefettura. Al rappresentante del Governo hanno fatto presente la gravità della situazione che vede un crescendo di gravi incidenti sul lavoro in edilizia. Appena un paio di giorni prima un altro operaio edile, Gabriel Frincu, anch'esso rumeno, aveva perso la vita a Villabartolomea, a pochi chilometri di distanza, travolto da una frana di argilla mentre stava lavorando alla posa di tubature fognarie. E a fine gennaio, sempre nel veronese un altro operaio era morto a Pescantina, sbalzato da una gru. Il problema sicurezza, che registra dati drammatici in tutto il Veneto, è anche stato assunto dal sindacato regionale che intende avviare una serie di azioni per contrastare l'insopportabile fenomeno delle morti e degli infortuni in edilizia attraverso iniziative sia nei confronti delle controparti che delle istituzioni. Lo farà a partire da un incontro organizzato per il 29 giugno a Mestre, al Novotel. "La sequela di incidenti morali - osserva il segretario regionale della FILLEA CGIL, Michele Carpinetti - non accenna fermarsi. In Veneto a metà anno abbiamo eguagliato il numero di morti sul lavoro avvenute nell'intero 2005. Con l'ulteriore aggravante che le vittime sono più giovani: gli ultimi tre operai deceduti erano appena trentenni, tutti e tre stranieri, da soli in Italia, con la speranza di potersi unire con le proprie famiglie. Il settore edile è sempre più frammentato e più di altri esposto al rischio incidenti. Come del resto ha appena rilevato la specifica commissione parlamentare di inchiesta, nelle micro imprese il rischio di infortunio mortale è 10 volte superiore che in quelle medie. Il sistema di appalti e sub appalti rende più difficili i controlli e l'affacciarsi, anche nel nord, del nuovo caporalato tra lavoratori stranieri irregolari fa emergere fenomeni davvero inquietanti. Segue a pag. 2 Il pericolo non è il mio mestiere CROLLO SULLA CATANIA SIRACUSA: UN MORTO E 14 FERITI Un cigolio all' improvviso sotto il sole di un' estate torrida siciliana e un' impalcatura in ferro, alta circa 20 metri, si piega e lentamente crolla: sono i fotogrammi della tragedia sul lavoro avvenuta in uno dei cantiere dell' autostrada Catania-Siracusa, quello di contrada Castelluccio, nel comune di Augusta. E' sabato, 24 giugno. Una ventina gli operai travolti nel crollo. Muore un giovane operaio, Antonio Veneziano, al terzo giorno di lavoro; 14 sono i feriti, due dei quali in forma grave. La scena presentatasi ai soccorritori e' apocalittica: oltre al ponteggio è crollata anche una parte del traliccio che gli edili stavano costruendo. Per terra un ammasso di pietre e ferro, oltre alle urla e al sangue dei feriti. Sulla tragedia interviene il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: ''nei cantieri di lavoro ci sono condizioni di sicurezza inaccettabili'' dice. Per CGIL CISL UIL è ''l' ennesima tragedia annunciata'', una delle ''tante morte bianche che si registrano in Sicilia e che continuano drammaticamente a aumentare''. Una giornata di sciopero è indetta per il lunedì successivo. "La verità è che c' è un sistema di prevenzione e controlli che fa acqua da tutte le parti" dice il segretario generale della Cgil siciliana, Italo Tripi. ''La Regione - aggiunge - oltre ad esprimere il doveroso cordoglio, abbia chiaro che non puo' piu' stare a guardare: convochi subito i sindacati e si metta in regola per quello che sono le azioni di sua competenza atte a rafforzare i sistemi di sicurezza nei luoghi di lavoro e a garantire il rispetto delle norme". Gli fa eco Rita Borsellino, capo dell'Unione all'Assemblea regionale siciliana: "non e' possibile che una famiglia di lavoratori debba temere per la vita dei propri cari ogni volta che si recano in un cantiere, come se andassero al fronte. Lo stato di deregolamentazione, di abbandono delle norme già esistenti per la sicurezza dei cantieri, ha assunto livelli impressionanti e tutti ci siamo quasi assuefatti a questo bollettino di guerra. Auspico che la prima seduta all'Assemblea Regionale Siciliana possa essere aperta con la decisione di indire una seduta straordinaria dedicata ai problemi del lavoro". 2 giovedì 229 giugno 2006 La Fillea apre una vertenza - segue dalla prima La ricattabilità è totale ed i rischi aumentano a dismisura. Quando avvengono gli incidenti può anche succedere che i lavoratori infortunati vengano abbandonati anziché essere soccorsi, pregiudicando gravemente il loro stato, e, se muoiono, magari si tenta anche di simulare l'incidente stradale, come accaduto il 9 febbraio a Venezia. Non vogliamo arrenderci a questo stato di cose e per questo il sindacato unitario di categoria ha ora deciso di avviare una serie di iniziative per contrastare il fenomeno infortunistico in edilizia. Ciò sia attraverso campagne ed interventi diretti sul piano regionale nei confronti degli interlocutori istituzionali, che ponendo i temi della sicurezza al centro delle piattaforme per il rinnovo dei contratti integrativi provinciali che saranno presentate nelle prossime settimane in tutto il Veneto. Prenderemo le mosse da un confronto pubblico con gli imprenditori, gli enti preposti alla sicurezza e la stessa Regione organizzato per il 29 giugno a Mestre. Il titolo, "il rischio non è il mio mestiere", vuole affermare che non c'è un' ineluttabilità negli incidenti sul lavoro. Occorre invece lavorare sul versante della prevenzione e noi proporremo la costruzione di un vero e proprio "sistema" per rendere sicuro il lavoro nei cantieri veneti". NEL 2005 IN ITALIA Infortuni totali Infortuni mortali Infortuni invalidanti Costo degli infortuni 39.460 1.195 46.937 28 miliardi di euro NEL VENETO Infortuni totali Infortuni mortali Infortuni invalidanti Costo degli infortuni 113.830 95 5.691 3,3 miliardi di euro IN EDILIZIA: X 99.837 infortuni in Italia, di cui 253 mortali X 12.459 infortuni nel Veneto, di cui 9 mortali X un infortunato su 5 è immigrato X uno su due ha meno di 35 anni X oltre il 40% dei casi è dovuto a cadute dall'alto X la mortalità nei cantieri è più alta in estate X il 12% degli infortunati "risultano" al primo giorno di lavoro X lunedì e venerdì le giornate più a rischio X il 46% degli incidenti accadono poco prima di pranzo IL 28 GIUGNO FERMI PER UN'ORA TUTTI I CANTIERI Un' ora di sciopero a fine turno in tutti i cantieri italiani per la sicurezza è stata indetta da Fillea Cgil, Filca Cgil, Feneal Uil in occasione dei funerali di Antonio Veneziano, l'operaio rimasto vittima del crollo sulla Catania - Messina. Le Segreterie Nazionali hanno chiesto un urgente incontro con il Ministro Di Pietro "per una modifica non più rinviabile della normativa del General Contractor, che impedisca la frantumazione degli affidamenti ed il proliferare di subaffidamenti e per la sospensione dei termini dell'entrata in vigore del Nuovo Codice degli Appalti, al fine di trovare le soluzioni normative e dare maggiore efficacia alle norme sociali, a salvaguardia della sicurezza e della lotta contro il lavoro nero". VENETOLAVORO MARTINI: RIVEDERE LA NORMATIVA SUGLI APPALTI "Il crollo nel cantiere dell' autostrada Catania - Siracusa, che ha causato la morte di un operaio e il ferimento di altri 14, è l' ennesima tragedia che ci spinge a chiedere al Governo di rileggere la normativa sugli appalti, oggi ricca di limiti che allargano le maglie dei controlli". Lo afferma il segretario generale della Fillea - Cgil, Franco Martini, denunciando la prassi sempre più comune tra i general contractor di affidare in subappalto parti maggioritarie dell' opera da realizzare. "Il caso - dice - non è l'unico responsabile di questa tragedia. Nella fattispecie, il general contractor che ha preso in appalto questa autostrada ha dato in subappalto il 100% dell' opera. E questo significa avere una maggiore difficoltà di controllo sul cantiere. La concessione in subappalto dei lavori rende le maglie più vulnerabili anche al lavoro nero e irregolare e accentua la tendenza delle diverse imprese che vi operano a puntare al massimo ribasso dei costi e al risparmio sui materiali. Il cedimento del pilastro avvenuto a Catania apre interrogativi molto inquietanti. Chiediamo quindi al governo di convocare un tavolo straordinario per la sicurezza, ma soprattutto per fare il punto su come sta funzionando la normativa sugli appalti. Questo e' il momento di chiamare l' esecutivo ad una verifica". PIZZINATO: UN DECRETO CHE RECEPISCA LE CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE "E' necessario che urgentemente, con un decreto, si assumano le indicazioni conclusive della commissione parlamentare. Innanzitutto non si può entrare in cantiere se il giorno prima l'impresa non ha denunciato all' Inail il lavoratore. La norma esiste già, ma Maroni non ha emanato la direttiva. Secondo, è necessario che il dia il tesserino di riconoscimento, con tanto di fotografia, al lavoratore. Terzo, ci devono essere più ispettori di controllo. Quarto, serve il controllo mensile del Durc, il Documento unico di regolarità contributiva. Sono quattro misure iniziali che possono essere fatte con un decreto. Poi ci vorrà un testo unico sulla sicurezza e una modifica, come ha evidenziato anche il ministro Di Pietro, della legge sugli appalti con il general contractor. Ci sono troppi subappalti". Antonio Pizzinato - Senatore Presidente Commissione parlamentare di inchiesta sulle morti bianche VENETOLAVORO giovedì 29 giugno 2006 3 CON LA RIFORMA DEI SERVIZI ISPETTIVI MENO EFFICACE IL SISTEMA DEI CONTROLLI 2003, che introduce norme che portano alla massima flessiMigliaia di persone ogni anno restano ferite, anche in modo bilità e precarietà nel lavoro) ha riformato i servizi ispettivi grave, o muoiono a causa di incidenti avvenuti sul lavoro. degli enti preposti al controllo e alla repressione del lavoro La lista, nonostante i continui richiami alla sicurezza e all' irregolare e sommerso; questione, come è noto, strettamenapplicazione delle norme da parte di CGIL, CISL, UIL e degli te connessa ai rischi per la salute e la sicurezza. enti preposti alla vigilanza ed alla prevenzione, non si accorI decreti attuativi della legge 30, hanno ridotto drasticamente cia. I dati ufficiali, relativi agli infortuni definitivamente accerle tutele dei lavoratori, oltre ad affidare compiti nuovi (di contati dall' Inail a Verona, anche se risalgono al 2.000 (15.880 sulenza) agli ispettori, si sono ridotti gli strumenti ed i mezzi infortuni), registrano un aumento rispetto agli anni precedena loro disposizione per espletare i compiti di vigilanza. ti (nel 1997 erano stati 14.858. In barba al declamato federalismo, si prevede una vera e Nel 2000 sono stati indennizzati 15 mila 522 infortuni tempopropria centralizzazione dei diversi soggetti della vigilanza, ranei e 331 che hanno provocato lesioni permanenti. 27 le che finora avevano l'autonomia necessaria ad affrontare le morti contro le 26 del 1997. Oltre l'80 % di questi infortuni diverse situazioni che si presensono avvenuti al di fuori dell'imtavano localmente. presa, cioè su strada, e che Ad occuparsi di indirizzo e coorquelli alla guida di mezzi rappredinamento dei servizi ispettivi è il sentino oltre la metà di tutti i casi Ministero, tramite direttive operamortali evidenzia come la strada tive della propria Direzione genesia divenuta a tutti gli effetti rale, mentre viene svilito il ruolo "luogo di lavoro pericoloso". degli ispettori e ridotto quello Entrando nel dettaglio: il 20% delle Commissioni regionali. degli infortuni riguardano le Un'ulteriore disposizione introdu22 giugno, Verona Due manovali rumeindustrie metalmeccaniche; ce poi una sorta di discrezionalini, regolari e residenti a Verona, Esu Ovidiu seguono quelle edili (14%), il tà dell' ispettore, il quale potrebManole di 35 anni e Petrisor Iona di 30 anni, commercio all'ingrosso ed al hanno perso la vita cadendo da un'altezza di 30 be essere indotto a non contedettaglio (10%), il terziario ed i metri mentre lavoravano su una gru al restauro stare le irregolarità, ma a svolgeservizi (18%). del campanile di una chiesa. re funzioni di consulenza. Prevalentemente sono le classi Si introduce una nuova fattispemedio-giovani ad essere colpite 20 giugno, Legnano - Gabriel Frincu, di 30 cie di conciliazione, diversa da dagli eventi e il 50% di tutti gli anni, ha perso la vita in un infortunio sul lavoro in quella prevista dai contratti e dalinfortuni riguarda gli uomini con un cantiere dell' Impresa Zeviani di Legnago. L' l'articolo 410 del Codice di meno di 34 anni, e le donne con uomo è rimasto schiacciato da una frana all'interProcedura Civile. Il rischio è che meno di 31 anni. no di una buca, scavata per un rinnovo della rete lavoratori, particolarmente ricatNel 2003 nel Veneto all' Inail fognaria del paese di Villabartolomea. tabili, possano essere indotti a sono stati denunciati complessifirmare un verbale di accordo vamente 135.000 infortuni sul 6 aprile, Rovigo- Un operaio edile di 38 con i datori di lavoro senza la anni, Mustapha Arakia, ha perso la vita cadendo lavoro (non tutti verranno ritenunecessaria assistenza delle da un'impalcatura mentre stava lubrificando dei ti dall' Inail "infortuni sul lavoro" organizzazioni sindacali. Un pannelli. L'uomo era dipendente di una ditta in dopo l'istruttoria che può durare lavoratore in quelle condizioni, subappalto dai due ai tre anni) come potrà essere tutelato in Uno dei comparti produttivi a materia di sicurezza? 9 febbraio, Venezia - Un lavoratore albamaggiore rischio è l' edilizia. Tra L'Ispettore degli enti previdenzianese è morto a seguito di una caduta in un canil 1995 e il 1999 nella nostra li e delle diverse istituzioni di vigitiere edile. Per coprire l'infortunio e' stato simularegione sono stati 2.261 gli inforlanza, che oggi rappresenta, per to un incidente automobilistico tuni con lesioni permanenti o il mondo del lavoro, ciò che la mortali, pari al 23 per cento di 20 gennaio, Verona - Un operaio di 39 magistratura e i carabinieri raptutti gli infortuni con lo stesso anni, dipendente di una ditta di Castel d'Azzano, presentano per i cittadini tutti, esito accaduti nel periodo. è morto in un cantiere edile a Pescantina. L'uomo rischia con queste nuove norme Le cadute dall'alto, incidente più è stato sbalzato all'esterno ed è precipitato al di perdere autonomia, efficienza frequente nel comparto delle suolo, mentre stava smontando una gru. e imparzialità, con grave danno costruzioni, hanno rappresentainnanzitutto per i lavoratori, ma to nella Regione veneta il 34% 14 gennaio, Marghera - Un operaio di 48 anche per gli istituti previdenziali degli infortuni con postumi invaanni, Paolo Bellunato, è morto schiacciato da e di vigilanza. lidanti e 26% di quelli con esito alcuni pancali che stava spostando con un mezzo Ci saranno insomma meno obblimortale. meccanico. ghi di indagine, conciliazioni in Nel 2000 le cadute dall'alto sedi dove il lavoratore irregolare avvenute nel Veneto hanno è ancora più debole, svuotamencomportato 53.348 giornate di to di ruolo degli ispettori, impossibilità dei comitati INPS di lavoro perse. recuperare contributi non versati, maggiori difficoltà nel preL'accelerazione dei ritmi di produzione, che ha coinvolto tutte venire gli infortuni e garantire sicurezza. le aziende in anni recenti, può essere tra le cause di brusche La battaglia del Sindacato, per contrastare provvedimenti di manovre di lavoro e dei conseguenti infortuni? questa natura, continuerà come avvenuto negli ultimi anni: ci Sono inoltre sempre più numerose le morti di lavoratori autoauguriamo di avere al nostro fianco, prima o poi, anche gli nomi e/o titolari d'impresa, come gli stessi dati ufficiali sugli imprenditori per impedire che prevalga ulteriormente la legge infortuni documentano. della savana. Una valutazione va anche fatta in relazione alle scelte del Giovanni Claudio Zuffo, Resp. per la CGIL di S.A.L.U.Te. di CGIL CISL UIL Verona Governo Berlusconi che (in attuazione della legge 30 del GLI INCIDENTI MORTALI ACCADUTI IN EDILIZIA DALL'INIZIO DELL'ANNO 4 giovedì 29 giugno 2006 VENETOLAVORO DALLA RELAZIONE FINALE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SULLE MORTI BIANCHE Marzo 2006 Le tabelle sugli infortuni in edilizia consegnate dall'INAIL alla Commissione denotano aumenti, anche considerevoli, sia dei dati generali sia di quelli relativi alle morti. Anno di accadimento N° infortuni in genere N° infortuni mortali 2000 2001 2002 2003 102.697 103.260 106.057 110.393 303 332 321 344 Tra le cause principali di infortunio mortale vi è la caduta dall'alto. Nelle microimprese (da 1 a 9 addetti), il rischio di infortunio mortale è superiore di circa 10 volte a quello che presentano le medie imprese (50-249 addetti). Tale dato è tanto più allarmante in quanto l'attuale dimensione media delle imprese edili con dipendenti è inferiore ai 5 lavoratori/anno e, secondo dati INAIL, sulle circa 730.000 aziende del settore, ben 400.000 sono imprese individuali. I problemi di sicurezza riscontrati più spesso riguardano l'assenza o l'insufficienza di protezioni e le inadeguatezze strutturali. La violazione della normativa costituisce la principale causa di morte sul lavoro nel settore. L'alta percentuale di infortuni occorsi il primo giorno di prestazione è un indicatore di lavoro irregolare che emerge al momento dell'incidente, in particolare un incidente mortale. Di nuovo, la concentrazione degli infortuni nei primissimi giorni di lavoro è ancora più accentuata nelle microimprese. Il fenomeno del "caporalato", nuovo per il Nord, assume forme sinora sconosciute. Alcuni "caporali" non solo reclutano manodopera, ma fungono anche da intermediari nell'erogazione del salario. Si registra persino il disumano fenomeno dell'abbandono dell'infortunato grave che operava senza essere stato iscritto a libro paga. Sul piano della qualità e dell'efficacia della formazione, in quella di base i risultati appaiono più formali e temporanei che sostanziali e duraturi, mentre è pressoché assente la formazione specifica per cantiere. L'informazione sulle procedure corrette non circola come dovrebbe, né tra datore di lavoro e dipendenti né in senso trasversale, cioè fra imprese compresenti in cantiere. Mancano prove di verifica della capacità di svolgere i ruoli previsti dal decreto legislativo n. 626 del 1994, né si hanno riscontri riguardo all'obbligo del datore di lavoro di garantire la capacità dei propri dipendenti di utilizzare in condizioni di sicurezza attrezzature e macchine, in quanto non sono finora previsti documenti di abilitazione, nemmeno per i manovratori. Tuttavia, qualcosa sta cambiando: i nuovi obblighi formativi per i responsabili del servizio di prevenzione e protezione e per chi allestisca opere provvisionali per lavori in quota prevedono prove finali di esame e collegano la formazione alla sicurezza alla competenza professionale e all'autorizzazione all'esercizio della professione. Lo stesso fanno alcune leggi regionali per chi manovra auto sollevanti e piattaforme elevabili. Ma occorre disciplinare di più e meglio. Alcune priorità di intervento 1.Contrastare il "caporalato" attraverso un'apposita struttura nazionale di coordinamento tra istituzioni, parti sociali, enti ed istituti competenti che individui priorità ed azioni mirate, agendo in stretto rapporto con la rete dei comitati regionali. 2.Prevedere una cadenza mensile per la revisione periodica del DURC (documento unico di regolarità contributiva). 3. Stabilire una notifica preliminare (da trasmettere almeno venti giorni prima dell' inizio dei lavori) che specifiche l'organico medio annuo per qualifica; gli estremi delle denunce dei lavoratori all'INPS, all'INAIL ed alle casse edili; il contratto applicato. 4. Modificare le norme sui flussi di manodopera, per evitare che i clandestini siano vittime di imprenditori senza scrupoli. Inoltre, il distacco di manodopera straniera, utilizzato per superare i limiti previsti dalla programmazione dei flussi, vede personale pagato un quinto rispetto alla manodopera italiana e crea così un esecrabile dumping sociale. Requisiti stringenti per i distaccati ostacolerebbero infiltrazioni malavitose. 5. Rivedere il criterio del massimo ribasso per le gare d' appalto ed introdurre un criterio certo e trasparente di valutazione della congruità dei costi per la prevenzione, articolato sino all'ultimo livello di appalto. 6. Richiedere agli imprenditori edili requisiti di professionalità. 7. Regolamentare la certificazione della formazione dei Coordinatori alla Sicurezza, rapportata alle tipologie e dimensioni dell' impresa e dell' opera. 8. Incentivi alle imprese per permettere l'emersione e la bonifica delle situazioni border line (socio lavoratore simulato e quella del lavoro flessibile e somministrato). 9. Rafforzare, anche attraverso l'attivazione dei comitati regionali di coordinamento (art. 27 della 626/94), sia il controllo che il sostegno verso le imprese. È necessario che gli organismi di vigilanza siano dotati di strumenti e risorse congrue, a partire dall' organico. 10.Valorizzare il ruolo delle parti sociali (bilateralità e sistema degli RLST). Ciò va potenziato istituendo il coordinamento dei rappresentanti per la sicurezza e disponendo che un cantiere, indipendentemente dal numero delle imprese presenti, costituisca un unico sito produttivo. La figura del rappresentante di cantiere, prevista dal contratto, va intesa come intersettoriale. Infortuni mortali in edilizia nel 2005 LE CAUSE Caduta dall’alto 41,88 % Travolto gru, carrello elevatore o ruspa 25,13 % Crollo struttura 9,95 % Colpito da materiali lavoro 10,99 % Folgorato 9,42 % Altre cause 2,62 % 11. In occasione di opere complesse attivare percorsi formativi aggiuntivi rispetto a quelli previsti per le singole mansioni. 12. Estendere la possibilità di sospendere i lavori in caso di rischio non gestibile e prevedere la possibilità di pause per mansioni molto esposte, quando ricorrano condizioni climatiche avverse. Infortuni mortali nel 2005 per classi di età anni 15-25 totale 27 % su totale 15,00% 26-35 32 17,78% 36-45 50 27,78% 46-55 35 19,44% oltre i 56 36 20,00% 180 100,00% totale sconosciuta totale generale 11 191 VENETOLAVORO giovedì 29 giugno 2006 13.Istituire due registri regionali, per i medici competenti e per i responsabili del servizio di prevenzione e protezione, al fine di facilitarne l'individuazione da parte delle aziende. 14.Costituire una struttura regionale di coordinamento tra i vari assessorati competenti (sanità, lavoro, formazione professionale e politiche sociali) come interlocutrice delle parti sociali ed organismo capace di interagire sia con il comitato regionale di coordinamento previsto dalla 626 sia con i dipartimenti di prevenzione delle ASL. Tale struttura - da dotare di mezzi adeguati e permanenti - dovrebbe svolgere funzioni di indirizzo, formazione continua, sorveglianza, collaborazione, coordinamento e sostegno nei confronti degli stessi dipartimenti di prevenzione. 15.Adottare misure di contrasto anche molto severe (arresto in flagranza, demolizione, ecc.) contro i cantieri dell'abusivismo edilizio. 16.Attribuire autonomia d'intervento al coordinatore per l'esecuzione. 17. Regolamentare l'accesso alle aree di lavoro, rendendo obbligatorio il ricorso a tesserini personali di riconoscimento. 18. Colmare la lacuna normativa concernente le cosiddette squadre miste (lavoratori di diverse aziende), situazione che favorisce l'ambiguità rispetto alla catena dei comandi e relative responsabilità. 19. Riconsiderare le modalità di partecipazione alle gare d'appalto da parte di ATI, costituite da consorzi d'impresa. Con tale formula, una singola impresa può essere presente in cantiere con riferimento a diverse attività, ma in nessuna è unica responsabile. 20.Risolvere conflitti normativi e difficoltà interpretative concernenti i lavori in fune, i dispositivi di protezione individuale, disposizioni per i lavori in quota. 21. La formazione alla sicurezza deve significare davvero acquisizione da parte dell'impresa edile di un'accertata competenza professionale. L'esercizio dell'attività dovrà dipendere dalle dal possesso di requisiti da parte dell'impresa tutta (specie se individuale) e in particolare del datore di lavoro. 22. Arrivare ad un libretto personale delle competenze professionali e ad un sistema nazionale informatizzato di certificazione. Una sezione apposita deve essere dedicata alla sicurezza. 5 LE MALATTIE PROFESSIONALI NELL'EDILIZIA Il rapporto della Commissione parlamentare dedica una intera sezione alle malattie professionali nell'edilizia. "L' elevatissimo numero di infortuni gravi e mortali del settore - vi si dice - fa passare, talvolta, in secondo piano gli effetti negativi sulla salute di un lavoro svolto in condizioni di elevata criticità (lavoro in esterno, lavoro in altezza, lavoro in cava, esposizione ad agenti fisici, chimici e cancerogeni, ecc.). Le malattie professionali non sono sempre denunciate, per vari motivi: la possibilità di ricatti ai danni del lavoratore; le procedure ambigue per la denuncia; l'assenza di serie sanzioni per la mancata denuncia; la scarsa libertà dei medici competenti; la ridotta propensione dei medici generali a ricercare cause professionali nelle malattie diagnosticate; i costi elevati per la certificazione; la mancanza di una banca dati adeguata. Inoltre l'INAIL, benché soccomba in più del 50% dei casi in giudizio, tende a negare il nesso causale della maggioranza delle cause avviate. Si pensi anche all'utilizzo talora distorto dei valori limite di esposizione (TLV), da parte dell'INAIL ai fini del mancato riconoscimento delle patologie professionali, e alle pressioni che il mondo economico opera spesso sulla comunità scientifica riguardo all'eventuale definizione dei nessi causali, soprattutto circa le ipotesi sul carattere cancerogeno di alcune sostanze o elementi. Occorre allora: fornire strumenti per l' individuazione di pericoli e rischi e per azioni di prevenzione, relativamente ad alcune mansioni (ad esempio, nel settore del restauro di beni artistici), anche attraverso linee guida di fonte pubblica, ad uso dei datori di lavoro e dei lavoratori autonomi. Appaiono fondamentali, in questo senso: le procedure individuabili nei confronti di agenti biologici (quali spore e forme vegetative aerodiffuse); la sorveglianza sanitaria su protocolli standardizzati per mansioni e professioni e la tenuta delle relative cartelle sanitarie, anche per gli autonomi e indipendentemente dall'azienda per cui si opera; la formazione alla sicurezza estesa ad ogni forma di contratto di lavoro. I danni cutanei richiederebbero una normativa specifica, che sostenga la prevenzione e faciliti, eventualmente, il passaggio del lavoratore ad altra professione prima dell'instaurarsi della fase cronica. Riguardo ai danni da sforzi ripetuti occorrono procedure intese alla diagnosi precoce ed alla prevenzione. La recente normativa sottostima i danni da vibrazioni ed invece pone alti valori limiti di esposizione, con conseguente aumento dell'esposizione individuale, dagli esiti non valutabili. Le vaccinazioni antitetaniche, antileptospira e contro l'epatite A devono essere previste per tutti gli operatori di cantiere, se addetti a servizi di bonifica in ambiente malsano. Coibentatori, asfaltisti, saldatori e numerosi altri lavoratori sono a rischio "molto rilevante" di tumori professionali. Occorre perfezionare le stime. Inoltre va attuato il registro dei casi di asbestosi e di mesotelioma asbesto-correlati, già stabilito dalla disciplina, ed istituiti ulteriori registri per esposizioni ai diversi cancerogeni. Deve essere attivato il monitoraggio sugli scostamenti tra le malattie segnalate nei registri nazionali e quelle denunciate all'INAIL. presiede Alberto Ghedin Segretario FENEAL UIL Veneto introduce Giulio Fortuni Segretario FILCA CISL Veneto intervengono dr. Francesco Barela Direttore Regionale INAIL Veneto Pietro Semenzato Presidente ANMIL Veneto Vendemmiano Sartor CGIA Veneto Maurizio Scomparcini CNA Veneto il rischio Italo Luigi Tonet NON è il mio ANCE Veneto geom. Ugo Cavallin MESTIERE quale sistema per la prevenzione e la sicurezza nei cantieri edili del veneto giovedì 29 giugno 2006 Novotel Mestre Via Ceccherini ore 9.00/13.30 C.P.T. Venezia dr. Flavio Tosi Assessore Sanità Regione Veneto conclude Franco MARTINI Segretario Nazionale FILLEA CGIL Segreteria organizzativa FILLEA FILCA FENEAL VENETO 041 5330811 041 5497888 6 giovedì 29 giugno 2006 VENETOLAVORO SCIOPERO IL 21 LUGLIO FERROVIE A RISCHIO DEGRADO Il giorno 30 maggio, l'Assemblea Nazionale unitaria delle RSU e dei quadri sindacali dei ferrovieri ha giudicato negativamente la situazione esistente nel trasporto ferroviario ed espresso la propria forte preoccupazione per la grave crisi produttiva e finanziaria in atto nel gruppo FS. L'Assemblea, condividendo e facendo propria la piattaforma unitaria di FILT, FIT, UILT, FAST, UGL e ORSA, ha rivendicato risposte urgenti in grado di invertire lo stato di crescente degrado di FS. Le Segreterie Nazionali, a seguito dell'Assemblea, hanno riproposto a FS i contenuti fondamentali della piattaforma unitaria sollecitando la ripresa del confronto e risposte concrete. "Nel corso dell'incontro, svoltosi nella serata del 22 giugno - spiegano in una nota- i rappresentanti della Holding, di Trenitalia e di RFI non hanno dato risposte sui molti problemi aperti, rinviando, ancora una volta, la discussione di merito e subordinando la soluzione dei problemi agli interventi di soggetti esterni che per varie ragioni agiscono su alcune delle problematiche aperte. In particolare nel corso della riunione abbiamo dovuto registrare l'ennesimo tentativo di rinvio, in relazione alla vertenza sul sistema vigilante (SCMT-VACMA) e l'assenza di qualsiasi risposta sugli altri punti della vertenza. Appare evidente che per quanto riguarda le scelte che riguardano le decisioni relative al risanamento dei conti e al rifinanziamento del piano degli investimenti molto dipende dagli interventi del Governo, che dovrà correggere il disastro prodotto dalla mancanza di politica di trasporto e di affossamento del trasporto ferroviario messa in atto dal governo precedente È però ugualmente chiaro che il Gruppo FS ha contribuito moltissimo alla crisi e non è in grado di fare la propria parte per risolvere i problemi. La crisi è aggravata dalla fuga delle responsabilità in attesa degli eventi. L'azienda appare assolutamente inerte e in attesa delle decisioni che riguardano gli interventi del Governo che, presumibilmente, riguardano anche l'assetto dei vertici. L'intero vertice è paralizzato nelle capacità decisionali e questo fa sentire pesantemente i suoi effetti negativi sull'andamento della produzione, sul peggioramento dei conti e sulle condizioni di lavoro dei ferrovieri. Non si può più stare fermi, non si può consentire che l'azienda venga travolta dalla crisi senza che chi può e deve agire lo faccia. Il sindacato ha denunciato la gravità della situazione e chiesto al Governo di intervenire rapidamente. Ai vertici FS continuiamo a chiedere risposte sulla base della piattaforma unitaria. - finalmente i piani di impresa in grado di affrontare i gravissimi problemi aperti; - il rientro delle esternalizzazioni che hanno disperso professionalità aziendale senza realizzare miglioramenti nella qualità e regolarità del servizio e nei bilanci aziendali; - una diversa gestione delle modalità di appalto e fornitura di servizi a partire dalle pulizie dei treni e delle stazioni; - il riconoscimento del valore del lavoro in una grande azienda di servizi attraverso la qualificazione delle relazioni sindacali; - un piano relativo al personale in grado di recuperare la dispersione di professionalità avvenuta con le uscite indiscriminate che hanno prodotto danni consistenti; - norme chiare e trasparenti nella gestione del personale, dalle assunzioni allo sviluppo professionale al diritto al pasto; - la fine delle discriminazioni nei confronti dei familiari dei ferrovieri; - conclusione della vertenza relativa alla sicurezza attraverso il rispetto degli impegni assunti, l'accelerazione dei processi concordati di attrezzatura tecnologica e il ritiro del licenziamento legato alla vertenza. Per sostenere la nostra rivendicazione e per difendere il futuro dell'azienda, per tutelare il lavoro ferroviario la categoria attuerà uno sciopero di 8 ore il 21 luglio con le seguenti modalità: addetti alla circolazione dei treni dalle 9.01 alle 17.00; uffici e impianti fissi: intera prestazione lavorativa". 29 giugno Mestre Novotel Via Ceccherini - ore 9.00 Fillea, Filca e Feneal del Veneto organizzano “Il rischio non è il mio mestiere”. Con Alberto Ghedin Feneal Veneto, Giulio Fortuni Filca Veneto, Franco Martini segretario nazionale FILLEA. Partecipano F. Barela INAIL , P. Semenzato ANMIL, V. Sartor CGIA, M. Scomparcini CNA, I. Tonet ANCE, U. Cavallin CPT, F. Tosi Regione Veneto. 30 giugno Mestre Novotel - ore 9.30 Gli esecutivi Filcams di Veneto, Venezia, Lombardia, Milano, Campania e Napoli si incontrano a Venezia sul tema “Oltre la solitudine nel lavoro”. Presiede Leonardo Zucchini Segr. FilcamsVeneto, introduce Rocco Campa Segretario generale Filcams Veneto. Intervengono Mons. Fabio Longoni Pastorale del Lavoro Venezia, Margherita Miotto Margherita, Lucia Basso Segretaria CGIL Veneto, Sergio Chiloiro Segretario generale CdLM Venezia,Renato Losio Segr. generale Filcams Lombardia, Giovanni Carpino segr. generale Filcams Campania, Massimo Petrella Segr. generale FilcamsVenezia, Santino Pizzamiglio Segr. generale Filcams Milano, Rosario Stornaiuolo Segr. generale Filcams Napoli, partecipano Ivano Corraini Segretario generale Filcams Nazionale, Paolo Nerozzi Segreteria Nazionale CGIL 3 luglio Vicenza - Camera di Commercio ore 9.00-13.00 “Diritti dell’infanzia Diritti della famiglia” Comitato Direttivo CGIL Vicenza. Relazione di Fabiola Carletto segr. CGIL Vicenza, intervengono on.Franca Bimbi Università di Padova, sen. Anna Serafini Consulta Rodari DS, coordina Oscar Mancini segr.generale CGIL Vicenza, conclude Morena Piccinini Segreteria CGIL Nazionale 7 luglio Mestre (Ve) Sede CGIL via Ca’ Marcello 10 - ore 18.00 Inaugurazione dell’Associazione “Nessunoèstraniero”, con Sergio Chiloiro segr. gen. CdLM Venezia, Leonardo Menegotto presidente dell’Associazione, Rita Zanutel assessora Provincia di Venezia, Delia Mure assessora Comune di Venezia, i presidenti delle associazioni di immigrati della provincia. Seguiranno buffet e musiche etniche. 10 luglio Mestre (Ve) Sede CGIL Veneto via Peschiera 5 ore 14.30 Seminario di formazione “Le politiche sociali e sociosanitarie in Veneto per la tutela delle persone non autosufficienti” organizzato dalla Consulta per le politiche sociali e sanitarie CGIL Veneto. Intervengono Michele Maglio dirigente Servizi sociali Regione Veneto, Stefano Cecconi, Franco Piacentini, Cristina Bastianello della Consulta. PIATTAFORMA INFORMATICA SEMINARI IN TUTTE LE PROVINCE Per illustrare i contenuti della piattaforma informatica (Fondi Paritetici Interprofessionali, Formazione Individuale Continua, fac-simili di accordi, di piani formativi, ecc) Agform organizza un ciclo di seminari a carattere provinciale rivolti a funzionari e delegati che contrattano piani, progetti e percorsi formativi nelle aziende. Questo il calendario: Padova, 3 luglio (14.30 - 18.00), AMANI.it; Mestre, 4 luglio ( 9.30 - 13.00) CGIL Regionale; Treviso, 4 luglio (14.30 - 18.00) Hotel Maggior Consiglio; Rovigo, 5 luglio (9.30 - 13.00) CGIL, Via Calatafimi; Verona, 6 luglio (9.30 - 13.00), Ramada Fiera Hotel; Vicenza, 6 luglio (14.30 - 18.00) Hotel Victoria; Belluno, 7 luglio (9.30 - 13.00), Centro Congressi Giovanni XXIII Chi intende partecipare è invitato a comunicarlo ad AG-FORM (tramite fax: 041/5497851 o e-mail: [email protected]), per consentire la preparazione del materiale VENETOLAVORO giovedì 29 giugno 2006 7 DIGNITÀ PER I MIGRANTI: VALLE MILLECAMPI: PATRIMONIO SIT IN SABATO A TREVISO DA SALVAGUARDARE Sit-in sabato 1 luglio 2006 alle ore 10.30 davanti alla Questura di Treviso (Ufficio stranieri). L'hanno promosso CGIL-CISL-UIL, il Coordinamento Fratelli D' Italia, la Caritas, l' ANOLF, la Fondazione Migrantes, le ACLI, i Forum Territoriali sull'Immigrazione, l' O.G.I., le Associazioni degli Immigrati della provincia di Treviso a sostegno di una serie di richieste "per la dignità dei migranti". In particolare, "per dire basta alle lunghe file di attesa ed ai tempi lunghi nella consegna e rinnovo dei titoli di soggiorno; per favorire un sistema che rispetti di più gli immigrati; per permettere agli immigrati di farsi le ferie a casa propria e non essere costretti a rimanere in Italia da un sistema disumano che, di fatto, ne impedisce il rimpatrio". Chiedono inoltre la convocazione di un tavolo che veda riunite tutte le principali istituzione e associazioni per affrontare i problemi. "A Treviso - spiegano siamo di fronte ad una incomprensibile situazione di incertezza sul futuro del rinnovo dei permessi di soggiorno che vede in smobilitazione il sistema attuale senza che ci sia un credibile sistema alternativo" FINCANTIERI IN SCIOPERO IL 29 GIUGNO Si svolgerà il 29 giugno lo sciopero dei lavoratori del gruppo Fincantieri proclamato da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm per chiedere il rispetto degli accordi presi contro la privatizzazione. "Sulla questione della privatizzazione e della quotazione in Borsa - spiegano i sindacati - l' azienda si è trincerata dietro alla dichiarazione "il progetto di privatizzazione non esiste". Ne prendiamo atto, ma tale affermazione non ci tranquillizza perché è in contraddizione con i precedenti annunci dell'amministratore delegato, che è stato anche riconfermato nell'incarico" ELETTRICI: TRATTATIVA BLOCCATA, SCIOPERO IN VISTA Ad un anno dalla scadenza del contratto unico del settore elettrico, che interessa circa 70.000 lavoratori, dopo lunghi ed estenuanti mesi di trattative, le associazioni e le imprese del settore (Assoelettrica, Federutility, Enel, Grtn, Sogin e Terna) hanno sbattuto la porta in faccia al sindacato. Immediata la risposta di Filcem-Cgil, Flaei-Cisl, UilcemUil che avviano la fase di mobilitazione e informazione dei lavoratori attraverso assemblee in tutti i posti di lavoro. Filcem-Cgil, Flaei-Cisl, Filcem-Uil hanno già interessato il ministero del Lavoro per la procedura di conciliazione, al termine della quale - se non sortirà alcun esito - sarà proclamato lo sciopero generale del settore. "La chiusura delle imprese manifestata nella trattativa del 23 giugno - denuncia una nota di Filcem, Flaei, Uilcem - sia sulla parte normativa che economica, con la provocatoria offerta di 98 euro, (la richiesta sindacale è di non meno di 115 euro) ha determinato l'impossibilità di continuare il negoziato per il rinnovo del contratto". Ho approfittato il mese scorso, di una bella domenica di sole per stare una giornata intera in Valle Millecampi. Durante la giornata, ho avuto modo di assistere alla liberazione, a cura dei volontari della Lega italiana protezione uccelli (Lipu), di alcune decine di uccelli rapaci delle varie specie ed abitudini. Voglio ringraziare queste persone per la grande competenza e disponibilità ad illustrare per ogni volo liberatorio, le caratteristiche dell'animale, la sua dieta, le abitudini, l'importanza di preservare l'ambiente, lo sviluppo equilibrato che l'uomo può garantire o distruggere. In questa illustrazione ho così appreso dalla osservazione sul campo la spaventosa crescita dei corvidi ( gazze in primis) e delle nutrie che depauperano l'attuale equilibrio a totale svantaggio dei passeri e consimili i primi e delle culture le seconde. Inoltre l'assurdità della legge regionale sulla caccia, che in deroga alle disposizioni della Comunità europea consente la caccia dei passeri benché la loro popolazione in Europa abbia subito un preoccupante calo numerico. Così ho imparato che le sanzioni comminate di recente dalla Comunità Europea al Veneto per questa grave infrazione saranno pagate con le tasse di tutti i contribuenti. Grazie Presidente Galan e assessore Donazzan per l'inaspettato regalo! Ho apprezzato l'impegno del Comune di Codevigo, sostenuto dalla sezione locale di Legambiente per la valorizzazione ambientale di un ecosistema importante e delicato della laguna di Venezia. Nel corso della giornata, ho avuto modo di prendere visione del progetto comunale avviato con la Regione e il Magistrato alle acque, per un accordo di programma che punti alla valorizzazione di prodotti agricoli tipici e sulle risorse turistiche ambientali del territorio. Il modello cui ispirarsi, richiama l'attuale capacità dimostrata da parte del comune di Comacchio di valorizzazione territoriale, storica artistica, museale, gastronomica, turistica attuata nella valli tipiche da pesca del delta del Po ferrarese e nel territorio circostante, sino alla formula di successo della quarta fiera internazionale di birthwacthing svolta dal 28 aprile al 1 maggio 2006. Nel pomeriggio dopo una piacevole illustrazione delle opere necessarie a mettere in sicurezza il territorio tramite lo scavo di alcuni canali e le opere di bonifica utili a ridurre il carico inquinante in laguna dovuto agli scarichi civili e zootecnici, siamo partiti con una motonave attrezzata per la visita delle valli Millecampi, Zappa, Averto e Cornio. Nel mentre la motonave procedeva in valle Millecampi, sono sbucati dal nulla una ventina di imbarcazioni di "capparozzolanti" provenienti dalla laguna chioggiotta direzione canale di Marghera. Con la stessa rapidità che sono apparsi, dopo alcuni sberleffi da bulli, sono scomparsi a velocità pazzesca all'orizzonte. Immediatamente mi sono tornate alla mente le trattative sindacali all'Ulss 14 di Chioggia di qualche anno prima, sulla sicurezza e salubrità alimentare dei molluschi, le indagini della procura di Venezia sul fenomeno della pesca, la sparizione ripetuta dei timbri di controllo degli alimenti del dipartimento di prevenzione, la difficoltà di far applicare regole e doveri a bordo della flottiglia chioggiotta consistente in 1100 imbarcazioni da pesca,. Sono convinto che sia utile, giusto, necessario mantenere e valorizzare l'attuale situazione ambientale. Ciò può avvenire senza cedere alle pressioni relative alla coltivazione e pesca dei molluschi bivalvi. Basterebbe osservare i danni permanenti prodotti all'ambiente sottomarino dalle turbosoffianti per ricavare ingenti guadagni dalla pesca dei molluschi. A Valle Zappa la visita comprendeva l'illustrazione della pescicoltura della famiglia Roncato. Le difficoltà e competenze richieste connesse al clima , al cambio delle stagioni, alle mutazioni delle fasi di crescita, della coltivazione di branzini, orate, anguille. Al termine Valle Averto e Valle Cornio due autentiche gemme naturali, con un ecosistema prezioso e da consegnare integro alle generazioni future. Penso che in una tratto di laguna "morta" delicatissima sotto il profilo idrogeologico ed ambientale e ricca di flora e fauna rara per la biodiversità naturale ci sono coltivazioni come l'agricoltura biologica e la valorizzazione di prodotti tipici che hanno un loro fondamento anche economico, altre attività che distruggerebbero in poco tempo questo autentico paradiso. Ritengo si debba procedere con cautela ed attenzione all'ecosostenibilità delle produzioni ammissibili in un habitat naturale così delicato. Per queste ragioni, chiedo alla Provincia, di garantire un ambiente integro senza cedere alle lusinghe di sfruttare questo tratto di laguna per la produzione di molluschi. Ilario Simonaggio, Segretario generale CGIL di Padova 8 giovedì 29 giugno 2006 VENETOLAVORO REFERENDUM: VINCE IL NO SI NO IN ITALIA 38,3% 61,7% NELLE GRANDI CITTA' DEL NORD Milano Torino Genova Trieste Trento 48,20% 34,02% 30,79% 43,63% 35,22% 51,80% 65,98% 69,21% 56,37% 64,78% IN SEI CAPOLUOGHI VENETI SU SETTE Venezia Treviso Belluno Padova Rovigo Vicenza Verona 37,98% 49,64% 46,45% 43,77% 43,70% 49,01% 52,30% 62,02% 50,36% 53,55% 56,23% 56,30% 50,99% 47,70% ORA L'ITALIA È PIÙ UNITA, PIÙ SOLIDALE, PIÙ COESA, PIÙ MODERNA FONDO REGIONALE PER LA NON AUTOSUFFICIENZA: SI FACCIA SUBITO "Realizzare velocemente il fondo regionale per la non autosufficienza", lo chiedono le Segreterie Regionali SPI FNP UILP. "La Quinta Commissione Consiliare Regionale - scrivono in una lettera aperta Franco Piacentini, Ferruccio Balest, Silvano Veronese - ha avviato l'iter delle consultazioni e delle audizioni su due progetti di legge: il n. 131/2006 presentato dal centrodestra e il 136/2006 presentato dal centrosinistra. Sono due proposte diverse ed alternative su alcuni punti strategici, ma convergono sulla finalità dell'istituzione di un "fondo regionale" per interventi a favore delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie. Grande è la soddisfazione sindacale per il fatto che a sostenere il fondo è stato per primo il Sindacato Pensionati, sia sul piano nazionale, che regionale. Ricordiamo che in Veneto nel 2005 il Sindacato Pensionati e le Confederazioni divulgarono a tutti i livelli istituzionali e alle forze politiche e sociali una loro proposta per concretizzare nel Veneto un "fondo integrativo" (non sostitutivo di quello nazionale). Chiedevamo che, utilizzando le attuali risorse pubbliche socioassistenziali locali, una quota della fiscalità generale regionale e le disponibilità economiche delle Fondazioni Bancarie, il fondo orientasse la sua azione al diritto del non autosufficiente di ricevere dalla rete dei servizi pubblici gli appropriati supporti (territoriali, domiciliari o residenziali) per eliminare o ridurre il peso della compartecipazione ai costi sociali che grava pesantemente sui redditi delle famiglie con congiunti disabili. Il Sindacato Pensionati del Veneto ritiene ora non più rinviabile l'istituzione del "fondo integrativo regionale" che dovrà essere "sociale" e non "sociosanitario", perché la sanità è da anni un diritto universale acquisito e già specificatamente finanziata. Forte è l'invito al Consiglio Regionale per una discussione di merito su un testo unificato che porti prima dell'estate all'approvazione della legge sul "fondo per la non autosufficienza", accessibile con la scheda SVAMA e con l' indicatore ISEE. Questo nuovo strumento finanziario per le persone disabili (giovani e anziani), se troverà condivisione politica e sociale e se sarà chiaramente definito e concretamente esigibile, potrà avere anche un successivo apporto dalla solidarietà intergenerazionale, attraverso una "tassazione di scopo". Per il Sindacato Pensionati, in ogni caso, il fondo per la non autosufficienza, il piano della domiciliarità (DGRV 39/2006) e il sistema della residenzialità (DGRV - CR 24/2006), dovranno far parte della nuova programmazione regionale sociosanitaria, ferma al 1996. Negli ultimi dieci anni, oltre a non recepire completamente il decreto 229/99 e la legge 328/2000, la Giunta Regionale non è riuscita (non ha voluto?) a deliberare nessun piano triennale regionale sociosanitario. Di conseguenza gli standard quantitativi e qualitativi, la retta tipo per le ospitalità nelle case di riposo e le liste d'attesa per visite ambulatoriali e per la specialistica sanitaria, sono rimasti gravosi problemi che hanno penalizzato consistentemente il potere d'acquisto delle pensioni e delle retribuzioni. La Giunta deve cambiare strada ed affrontare un ampio lavoro di concertazione per dotare il Veneto di un "Welfare Regionale" adeguato alle mutazioni demografiche e ai nuovi bisogni. Il Sindacato Pensionati, nell'ambito del "tavolo età adulta" (DGRV 3755/99) porterà idee e proposte. La sua capacità di proposta è dimostrata dalla vicenda del "fondo per la non autosufficienza" che è stato una grande intuizione del Sindacato". I SETTORI CHE PIÙ UTILIZZANO IL PRECARIATO SONO QUELLI CHE LICENZIANO DI PIÙ I settori che presentano una minore incidenza di lavoro precario, come l'industria o il commercio, sono quelli in cui le chances di stabilizzazione sono più elevate (entro un anno viene trasformato a tempo indeterminato rispettivamente il 15,8% e il 15% degli atipici con meno di 35 anni), e i rischi di fuoriuscita dal mercato del lavoro più bassi. Al contrario proprio nei settori ad alto utilizzo di questa forma di lavoro, risulta molto più contenuto il tasso di trasformazione dei contratti a tempo indeterminato: è il caso del settore ricerca e sviluppo, dove solo l'8,7% degli atipici con meno di 35 anni ha, dopo un anno, un lavoro stabile (anche se sono molto bassi i rischi di perdere il lavoro), delle organizzazioni associative (è trasformato solo il 7,1%, mentre il 21,9% dopo un anno di lavoro esce dal mercato) dell'istruzione, delle attività ricreative. A presentare però i rischi maggiori di espulsione sono gli addetti del comparto turistico: dopo un anno, il 21% dei giovani ha perso il lavoro. Lo sottolinea il Censis, elaborando i dati Istat, nel suo rapporto sui ceti professionali diffuso oggi.