Anteprima Estratta dall' Appunto di Antropologia delle migrazioni Università : Università degli studi di Modena Facoltà : LettereFilosofia Indice di questo documento L' Appunto Le Domande d'esame ABCtribe.com e' un sito di knowledge sharing per facilitare lo scambio di materiali ed informazioni per lo studio e la formazione.Centinaia di migliaia di studenti usano ABCtribe quotidianamente per scambiare materiali, consigli e opportunità Più gli utenti ne diffondono l'utilizzo maggiore e' il vantaggio che ne si può trarre : 1. Migliora i tuoi voti ed il tempo di studio gestendo tutti i materiali e le risorse condivise 2. Costruisci un network che ti aiuti nei tuoi studi e nella tua professione 3. Ottimizza con il tuo libretto elettronico il percorso di studi facendo in anticipo le scelte migliori per ogni esame 4. 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Ne sono esentati i cittadini francesi, tedeschi ma anche giapponesi e coreani. Lo stesso vale per il termine extracomunitari (non appartenenti all'UE): non si applica agli americani, ma per i rumeni si. Gli immigrati sono dunque ai nostri occhi gli stranieri provenienti da paesi che classifichiamo come poveri. Il confine classificatorio che separa immigrati e stranieri graditi è in realtà mobile. Si può prevedere che tra venti o trent'anni brasiliani, messicani, cinesi, indiani non saranno più considerati immigrati. Un potente fattore di ridefinizione dello status dei cittadini esterni è rappresentato dai progressivi allargamenti dell'UE, perché lo sviluppo economico favorito dall'ingresso nell'UE sta avvicinando progressivamente le condizioni di vita di questi paesi a quelli dei partner europei. Un caso singolare riguarda i cittadini di per sé classificabili come luoghi di emigrazione, ma individualmente riscattati dall'eccellenza nello sport, nella musica, nell'arte o negli affari. Neanche ad essi si applica l'etichietta di immigrati. Possiamo dire che l'impiego del concetto di immigrato allude alla percezione di una doppia alterità: una nazionalità straniera e una condizione di povertà. Generalmente, quando un individuo o un gruppo riesce a liberarsi di questi due stigmi, cessa di essere considerato immigrato. om Le migrazioni sono costruzioni sociali complesse in cui entrano in gioco oltre ai soggetti migranti, le società di origine e quelle di destinazione. Sono analizzabili come processi, in quanto dotate di una dinamica evolutiva che comporta una serie di adattamenti e di modificazioni nel tempo, e come sistemi di relazioni che riguardano le aree di partenza, quelle di transito e quelle di destinazione. AB Ct rib e.c Possiamo individuare diversi tipi di immigrati: immigrati per lavoro: Oggi non sono più soltanto maschi, non sono necessariamente poco istruiti e privi di esperienze professionali, ma solitamente trovano lavoro nei settori e nelle occupazioni meno ambite dei mercati del lavoro nei settori e nelle occupazioni meno ambiti dai mercati del lavoro dei paesi riceventi. Le donne muovendosi spesso in qualità di primomigranti (ossia di battistrada per un’eventuale immigrazione familiare successiva), sono sempre più protagoniste delle migrazioni per lavoro. Si inseriscono specialmente nei servizi alle persone e alle famiglie, con possibilità di miglioramento ancora più scarse che per gli immigranti maschi, qui si parla di doppia discriminazione. immigrati stagionali o lavoratori a contratto: Si distinguono dai precedenti perché in diversi paesi sono sottoposti a una regolamentazione specifica, che ne autorizza l'ingresso per periodi limitati, al fine di rispondere a esigenze temporanee e definite di mandopera. In Italia ne fanno ricorso le province autonome di Trento e Bolzano per la raccolta della frutta e per la stagione turistica. In Europa si assiste a un incremento di questo tipo di immigrazione che viene definita “migrazione circolare” e tende ad essere preferita nelle politiche governative, a forme più stabili di insediamento. immigrati qualificati e imprenditori. Sono ancora quasi sconosciuti nel nostro paese, ma rappresentano una quota crescente dei flussi migratori su scala internazionale, specialmente in direzione dei paesi più aperti all’immigrazione, come gli Stati Uniti, Il Canada e l’Australia, dove esistono specifici programmi per il reclutamento di questi particolari immigrati. Si tratta di tecnici informatici, ingengeri, scienziati, personale medico, tanto che si parla di “internazionalizzazione delle professioni”. Si sta sviluppando in tutte le società riceventi l'imprenditorialità “etnica” tra immigrati arrivati per altre ragioni. Il fenomeno è importanto in quanto tende a modificare l'immigine dell'immigrato come lavoratore subalterno e dequalificato. familiari al seguito. Sono una categoria diventata importante in Europa dopo la chiusura delle frontiere attorno al ’74 nei confronti dell’immigrazioni per lavoro. Dopo di allora, i ricongiungimenti familiari sono diventati la motivazione più frequente per gli ingressi ufficiali di cittadini provenienti da paesi esterni. rifugiati e richiedenti asilo. Sono influenzati da eventi come le guerre nei Balcani negli anni novanta. Le due categorie si distinguano per effetto della convenzione delle Nazioni Unite del 1951 (Convenzione di Ginevra), in cui il rifugiato è definito come una persona che risiede al di fuori del suo paese di origine, che non può o non vuole ritornare a causa di un “ben fondato timore di persecuzione per motivi di razza, religione, nazionalità, opinione politica”. Il richiedente asilo è una persona che si sposta attraverso le frontiere in cerca di protezione, ma che non rientra nei rigidi criteri della Convenzione di Ginevra, giacchè in genere non è in grado di provare di essere il bersaglio individuale di una persecuzione esplicita. immigrati in condizione irregolare e clandestini: l’immigrato irregolare è solitamente identificato come colui che, entrano in maniera regolare, è poi rimasto dopo la scadenza del titolo che gli aveva consentito l’ingresso. Il clandestino è invece colui che è entrato in maniera fraudolenta, attraverso la frontiera senza documenti, oppure con documenti falsi, o corrompendo i pubblici ufficiali preposti al controllo. La vittima del traffico è invece la persona straniera (spesso si tratta di una donna) che viene coinvolta in un attraversamento delle frontiere con la forza o più spesso con l’inganno, e costretto a svolgere attività che procurano introiti alla rete che ha organizzato il suo ingresso o ne gestisce il soggiorno. ABCtribe.com - [Pagina 3] migranti di seconda generazione: di solito questo termine è inteso in senso ampio, così da comprendere i figli di immigrati, nati nel paese ricevente, insieme a quelli nati nel paese, d’origine e ricongiunti in seguito. Attraverso la nascita e la crescita delle seconde generazioni, prende le mosse un altro processo gravido di conseguenze: l’insediamento stabile di popolazioni immigrate in un paese diverso da quello di origine, specialmente quando si tratta di popolazioni percepite e autoidentificate come “diverse” dalla maggioranza nativa, per la lingua, religione, pratiche culturali, dà luogo alla formazione di minoranze etniche. immigrati di ritorno: coloro che rientrano nei luoghi di origine dopo aver trascorso un periodo della loro vita in un altro paese. Un caso particolare è quello del ritorno verso la patria ancestrale dei discendenti di antichi emigranti e coloni, ai quali spesso viene accordato uno status particolare, che ne facilita il rientro nella comunità dei cittadini: in diversi paesi, tra cui l’Italia e la Germania, quando i candidati all’ingresso possono dimostrare di avere un ascendente della nazionalità del paese di cui rivendicano la provenienza, acquisiscono automaticamente lo status di cittadini. AB Ct rib e.c om Le migrazioni vengono solitamente suddivise in periodi: Il periodo dello sviluppo industriale e della grande emigrazione, che si estende per l’Italia dal 1880 circa, fino alla prima guerra mondiale, contraddistinto dai fenomeni delle migrazioni di massa, in modo particolare in direzione delle Americhe. La realizzazione di grandi opere pubbliche, la crescita delle industrie e l'espansione urbana richiedono grandi volumi di manodopera, mentre l'impoverimento delle aree rurali di provenienza incita alla partenza. Dall’Italia altri movimenti migratori, su scala più ridotta, con andamenti prevalentemente stagionali, si indirizzano verso i paesi europei più avanzati: Francia, Germania, Svizzera. Tra gli anni ottanta dell’Ottocento e i primi quindici anni del Novecento, nel complesso il fenomeno coinvolse 13 milioni e mezzo di nostri concittadini. Il periodo tra le due guerre, in cui inizialmente espulsioni, esodo di profughi (per esempio dall’Unione Sovietica) e deportazioni si accompagnano a nuovi fabbisogni di manodopera per compensare i vuoti lasciati dalle perdite belliche. A partire dagli anni Venti, grazie alla costruzione dell'Ufficio internazionale del lavoro presso la Società delle Nazioni, si afferma l'idea della regolamentazione delle migrazioni attraverso trattati internazionali, con maggiori limitazioni e selettività, ma anche con un primo riconoscimento dei diritti dei migranti nella legislazione internazionale del lavoro, sotto forma di parità di trattamento con i lavoratori nazionali. Negli Stati Uniti, gli anni Venti vedono l’introduzione di misure restrittive che, sommandosi con la crisi del ’29, hanno l’effetto di diminuire drasticamente i movimenti migratori, mentre in Italia il fascismo ostacola nuove partenze. Si scende intorno alle 2-300.000 partenze all’anno negli anni venti e al di sotto delle 100.000 negli anni trenta, anche a causa della profonda depressione dell’economia internazionale. Nello stesso periodo in Europa l’avvento dei regimi totalitari provoca l’esodo di oppositori politici e rifugiati, dal (ricordiamo gli antifascisti italiani e gli ebrei in fuga dalla Germania). Il periodo della ricostruzione, dal 1945 ai primi anni Cinquanta, vede il rilancio dei movimenti migratori dopo gli sconvolgimenti bellici. La ripresa economica e la mancanza di manodopera richiedono braccia, fornite specialmente dall’Italia per Francia, Svizzera e Belgio. La Gran Bretagna, come nel passato, ricorre soprattutto agli irlandesi, la Svezia ai finlandesi. La Francia recluta lavoratori provenienti dalle colonie, specialmente dall’Algeria. Dall’Italia verso l’estero parte tra il 1946 e 1951, quasi un milione di persone. Cominciano poi le migrazioni interne, inizialmente dalle zone rurali e dal Veneto verso i poli del cosiddetto triangolo industriale. Il periodo del decollo economico, contraddistinto dagli accordi intergovernativi per la fornitura di forza lavoro e dalla rapida regolamentazione dei lavoratori, anche quando entravano in un paese straniero senza un regolare permesso. Cresce Il periodo del blocco ufficiale delle frontiere verso l’immigrazione per lavoro (dal ’74 in avanti). Il primo shock petrolifero, nel ’74, conclude la fase delle migrzioni relativamente libere, anche se già nei primi anni settanta si manifestano in alcuni paesi i primi segni dei nuovi orientamenti restrittivi. A causa della recessione dell’impennata della disoccupazione, i paesi dell’Europa centrosettentrionale decidono di non ammettere più immigrati per lavoro e incoraggiano invece, con scarso successo, il rimpatrio di coloro che sono già installati. In realtà solo la Germania, e per un breve periodo (tra il ’75 e il ’77) riesce a ridurre il numero degli immigrati. A partire dagli anni ’80, e con maggiore intensità dall’inizio degli anni novanta, l’Europa meridionale diventa a sua volta un polo di attrazione dell’immigrazione, che proviene da un numero semplice più ampio di paesi, e, dall’89, coinvolge un nuovo grande bacino di partenza formato dall’Europa dell’Est, impegnata nella difficile transizione postcomunista. Si sta ora profilando un nuovo scenario, con l’attuazione e il perfezionamento degli accordi di Schengen per un controllo più rigoroso delle frontiere esterne, mentre si è messa in moto una cauta e contrastata revisione a livello europeo della politica del blocco delle frontiere ed è avvenuto nel 2004, l’ingresso dei dieci nuovi stati membri, principalmente dell’Europa dell’Est, destinato ad allargare notevolmente i confini dell’Europa comunitaria. Si riconosce oramai che anche all'Europa servono cervelli e lavoratori qualificati e alcuni paesi (Gran Bretagna, Francia, Germania) si sono già attivati per attrarli. Nel nuovo contesto, si possono identificare alcune tendenze generali dei processi migratori, che si sono manifestate negli ultimi anni e sono destinate a svolgere un ruolo fondamentale anche nel futuro: 1. La globalizzazione delle migrazioni, aumenta 2. L’accelerazione delle migrazioni, con la crescita delle dimensioni quantitative del fenomeno. ABCtribe.com - [Pagina 4] Questo documento e' un frammento dell'intero appunto utile come anteprima. Se desideri l'appunto completo clicca questo link. ABCtribe.com - [Pagina 5] Preparati con le domande di ABCtribe su Antropologia delle migrazioni. * Carica Appunti,Domande,Suggerimenti su : Antropologia delle migrazioni e guadagna punti >> * Lezioni Private per Antropologia delle migrazioni >> Avvertenze: La maggior parte del materiale di ABCtribe.com è offerto/prodotto direttamente dagli studenti (appunti, riassunti, dispense, esercitazioni, domande ecc.) ed è quindi da intendersi ad integrazione dei tradizionali metodi di studio e non vuole sostituire o prevaricare le indicazioni istituzionali fornite dai docenti. Il presente file può essere utilizzato in base alle tue necessità ma non deve essere modificato in alcuna sua parte, conservando in particolare tutti i riferimenti all’autore ed a ABCtribe.com; non potrà essere in alcun modo pubblicato tramite alcun mezzo, senza diverso accordo scritto con l’autore ed i responsabili del progetto ABCtribe.com. 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