Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 33 SEDUTA DEL Non ripeterò la storia del provvedimento, in quanto già ho avuto modo di esporla in quest’aula, quando il provvedimento è stato discusso in prima lettura. Allora eravamo pienamente consapevoli (ed avevamo a disposizione il tempo necessario) del fatto che esistesse un vuoto tra la pubblicazione della legge n. 264 del 1999 sulla Gazzetta Ufficiale, la relativa attuazione e l’emanazione dei bandi da parte dei singoli atenei; a nostro avviso, quel vuoto si sarebbe dovuto colmare con una sanatoria. Rispetto a quel vuoto, sono state assunte le posizioni più disparate: gli atenei si sono comportati in maniera diversa l’uno dall’altro; i TAR hanno fatto altrettanto; alcune sentenze del Consiglio di Stato cominciavano ad entrare nel merito e ad annullare le sospensive dei TAR e cosı̀ via: vi era, dunque, una situazione assai diversificata. Pertanto, all’epoca ci siamo fatti promotori di una proposta emendativa che prevedeva la sanatoria generalizzata e che, a nostro avviso, non avrebbe creato ulteriori contenziosi. Cosı̀ non è stato, in quanto il provvedimento è passato all’esame dell’altro ramo del Parlamento con una decisione della maggioranza dell’Assemblea che, a nostro giudizio, avrebbe comportato ulteriori penalizzazioni. Oggi il provvedimento torna all’esame di questo ramo del Parlamento con due modifiche: la prima è relativa all’articolo 1 e prevede una valutazione di merito nei confronti degli studenti che abbiano sostenuto con esito positivo almeno un esame, senza che siano definite date di sorta. La seconda modifica introdotta dal Senato è relativa all’articolo 2 e ritengo sia inaccettabile: in questo momento, infatti, siamo chiamati non solo a tutelare tutti gli studenti universitari ricorrenti, ma siamo altresı̀ chiamati a tutelare anche i futuri studenti universitari. Ebbene, ho proposto due emendamenti all’articolo 1: il primo prevede nuovamente una sanatoria generalizzata; il secondo permetterebbe di fare una valutazione di merito, consentendo una sanatoria per coloro che, entro una certa data Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 (inizialmente avevo proposto che si trattasse della data di pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale), avessero sostenuto almeno due esami. Per quale motivo parlo di due esami ? Colleghi, mi sento di dire che la proposta potrebbe non essere giusta, ma vorrei chiarire un aspetto della questione. Anche se l’emendamento venisse approvato, si creerebbero comunque disparità, ma per lo meno vi sarebbe davvero un merito, perché sarebbero almeno due gli esami che alcuni ricorrenti avrebbero potuto sostenere durante il periodo di discussione di questo provvedimento al Senato. Perché prevedo questa clausola, nella quale credo realmente ? Perché dobbiamo tener presente che, a tutt’oggi, molti atenei non solo non hanno consentito agli studenti ricorrenti di sostenere gli esami, ma, cosı̀ come ci scrive ufficialmente il rettore dell’Università degli studi di Catania, « nelle more di una decisione presa autonomamente nel rispetto dell’autonomia di quell’ateneo il Ministero dell’Università, con nota del 25 luglio 2000, ha comunicato come la restituzione delle tasse dei contributi debba essere operata anche nei confronti di quegli studenti che, a seguito di pronuncia cautelare da parte dei TAR, siano stati ammessi con riserva ai corsi universitari ad accesso programmato e che successivamente vengano esclusi per sopraggiunta decisione del Consiglio di Stato ». Di fatto, a decorrere da quella data, questi studenti sono stati espulsi e non sono stati posti nelle condizioni di sostenere alcun esame. Ecco perché, comunque, se non fosse una sanatoria generalizzata, il provvedimento creerebbe disparità. Per quanto riguarda, poi, l’articolo 2, credo che prevedere che dal prossimo anno vi siano atenei privi di studenti nelle facoltà ad accesso programmato e studenti costretti ad abdicare verso scelte di altri atenei, distanti dal luogo di residenza, sia un discorso anomalo, che non possiamo assolutamente consentire. La posizione che abbiamo assunto sin dall’inizio della discussione di questo provvedimento riteniamo che sia stata la Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 34 SEDUTA DEL più equa. Capisco che vi sono pressioni che giungono da tutte le parti, perché il provvedimento che è stato approvato dal Senato ha creato forti speranze ed anche forti attese; ma ritengo che lo spirito di giustizia che in questo caso veramente dovrebbe accomunare tutti noi legislatori, lo spirito di giustizia che dovrebbe tutelare i giovani possa ancora indurci ad avere uno sguardo particolare nei confronti della sanatoria generalizzata. Se cosı̀ non dovesse essere, insisterei comunque per la votazione del mio emendamento 1.1, augurandomi che chi non verrà in questo modo soddisfatto non apra ulteriori contenziosi. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Melograni. Ne ha facoltà. PIERO MELOGRANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è la terza o la quarta volta che intervengo su tale questione in quest’aula. È una faccenda che riguarda circa un migliaio di studenti ricorrenti, i quali cercano di difendere un interesse particolare molto comprensibile; tuttavia, noi siamo qui, o dovremmo essere qui, per difendere gli interessi generali dell’università. Pertanto, ancora una volta mi dichiaro contrario a questa sanatoria, trovandomi oltretutto d’accordo con il Governo. Ovviamente sto parlando a titolo personale. Lo scorso ottobre questa Camera, con voto trasversale, aveva già bocciato la sanatoria. Allora come oggi il Governo fu contrario ad essa: oggi ho l’impressione che si speri nell’atmosfera speciale di vigilia elettorale e di chiusura della legislatura per rovesciare il voto di allora. A proposito dell’articolo 1, chiedo innanzitutto di non votare a favore degli identici emendamenti Maura Cossutta 1.4, Manzione 1.7, Cascio 1.8, Volontè 1.10 e Petrella 1.12, che consentirebbero l’iscrizione al secondo anno di corso a tutti gli studenti ricorrenti che abbiano sostenuto un esame, senza limiti di data. Il fatto che non sia previsto un limite di tempo – si è chiesto di metterlo – potrebbe essere Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 causa di pressioni sia nei confronti dei rettori, affinché indicano al più presto sezioni speciali, sia nei confronti dei professori, affinché venga dato un voto politico agli studenti, permettendo a questi ultimi di essere iscritti a queste facoltà al di là del numero programmato e scardinando il buon funzionamento di queste facoltà. Dobbiamo tenere presente che, se soddisfiamo le esigenze di un migliaio circa di studenti che hanno presentato ricorso, dobbiamo tutelare anche gli interessi dei circa 14 mila studenti, i quali, viceversa, hanno accettato le decisioni delle commissioni di selezione, nonché dei 7 mila studenti che, grazie a tali selezioni, hanno avuto accesso a queste facoltà e che si attendono da queste ultime un insegnamento degno di questo nome. Vorrei altresı̀ sottolineare che la programmazione degli accessi ai corsi di medicina, odontoiatria e architettura trova il suo fondamento in una norma comunitaria. Sapete che non parlo molto spesso in aula e che sono restio a chiedere la parola ma, se l’ho fatto oggi, è proprio per rivolgere un caloroso richiamo ai miei colleghi affinché respingano questa sanatoria (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania e dei deputati Acquarone e Di Capua). Invito ad approvare l’emendamento Palumbo 1.11, sul quale anche il Governo ha espresso parere favorevole, ed annuncio che voterò contro l’emendamento 1.9 presentato dall’onorevole Dalla Chiesa, con il quale mi sono già scusato personalmente (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania). PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Cangemi. Ne ha facoltà. LUCA CANGEMI. Signor Presidente, non mi soffermerò, perché lo abbiamo fatto già molte altre volte in quest’aula, sulle motivazioni che sono alla base della nostra battaglia non in favore di una sanatoria, ma in favore di una regolarizzazione degli studenti ricorsisti. Atti Parlamentari — XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — Ha chiesto di parlare di voto, a titolo persoBuontempo, al quale disposizione tre minuti. TEODORO BUONTEMPO. Presidente, ritengo che al punto a cui si è giunti sia inutile fare della filosofia. Qui si tratta di approvare il testo licenziato dal Senato o di dire addio a quella cosa che non chiamerei sanatoria ma regolarizzazione. Tutto il resto ha le sue ragioni, le sue legittimità, ma siamo fuori tempo massimo. Oggi ci dobbiamo chiedere se questi mille studenti siano stati accolti nell’università in maniera legittima o meno. Non è certo colpa di questi studenti se si è arrivati a certe determinazioni ! È chiaro che esiste un problema generale dell’università, ma non credo che quest’ultima riceva da tale evento tanti danni, anzi ritengo che l’università abbia ricevuto ben altri danni; con ciò mi riferisco, ad esempio, ai privilegi di una classe docente che non ha compiuto quel passo indietro che le veniva richiesto dagli studenti e dai cittadini. Camera dei Deputati — SEDUTA DEL Vorrei rivolgere un estremo appello ai colleghi, sapendo di partire da una condizione di difficoltà, affinché venga approvato l’emendamento Napoli 1.2, il quale, pur nella sua imperfezione, può rappresentare l’unica e l’ultima soluzione accettabile di questa vicenda. Sappiamo che tutte le altre soluzioni, anche quelle che noi saremmo costretti a sostenere, creano situazioni inaccettabili di disparità, perché sono diverse le situazioni che si sono consolidate nei diversi atenei. Credo che questo Parlamento, al di là delle opinioni che ognuno di noi ha su questa materia, sulla cultura politica, sul modello di università che essa sottende, non possa sottrarsi all’obbligo di adottare una soluzione che abbia un tasso accettabile di equità. Per tali motivi Rifondazione comunista voterà a favore dell’emendamento Napoli 1.2 (Applausi dei deputati del gruppo misto-Rifondazione comunista-progressisti). PRESIDENTE. per dichiarazione nale, l’onorevole ricordo che ha a Ne ha facoltà. 35 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 Ora, sembra che di colpo questa autorevolezza dell’università e la sua efficienza debbano passare attraverso la reiezione di una regolamentazione; in altre parole si dice a questi ragazzi: voi avete stupidamente sciupato due anni della vostra vita; ve l’abbiamo presa e poiché siamo arroganti e abbiamo la migliore università del mondo, andate a casa ! Questa politica dà ogni giorno il peggiore spettacolo possibile. Ora si vorrebbe recuperare la dignità della politica respingendo mille giovani che chiedono una regolamentazione per poter proseguire il corso di studi che hanno scelto, corso di studi che lo Stato li ha illusi di poter seguire. In altri termini, ciò che voglio dire è che non è colpa loro se diverse istituzioni dello Stato danno interpretazioni diverse delle norme, delle leggi e dei regolamenti ! Penso che lo studente, al pari del lavoratore, cerchi di soddisfare le proprie aspirazioni seguendo tutte le strade legali esistenti. Siamo all’ultima settimana prima della fine dei lavori parlamentari. Ebbene, il Parlamento vuole concludere i suoi lavori voltando le spalle alle aspirazioni di questi ragazzi ? Caso mai il « no » lo si doveva esprimere molto tempo fa e non adesso ! Ed allora il testo approvato dal Senato può essere non del tutto soddisfacente, però noi dobbiamo valutare la differenza che ci sarà tra l’accettare un testo che non soddisfi legittimamente tutti ed il modificare questo testo, con ciò cancellando due anni di vita per mille ragazzi. Ebbene, io scelgo il testo approvato dal Senato. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Targetti. Ne ha facoltà. Onorevole Cerulli Irelli, onorevole Giannotti, per cortesia ! Prego, onorevole Targetti. FERDINANDO TARGETTI. Presidente, la Camera si era già espressa su questa materia qualche mese fa. Che cosa è intervenuto per modificare il voto che allora la Camera espresse e il giudizio che Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 36 SEDUTA DEL molti di noi – ed io tra questi – avevamo dato della vicenda ? Nulla: sanatoria ingiustificata era e tale resta ! Il Governo si è espresso in modo serio, non demagogico – è difficile in questi momenti – e articolato. Sono totalmente d’accordo con le argomentazioni del sottosegretario Guerzoni; l’assenza di date è un invito ad ingolfare l’università. La posizione espressa a suo tempo dalla Camera, ricordata dal relatore, era molto equilibrata: possibilità di iscriversi ad altra facoltà, mantenimento della borsa di studio e rinvio del servizio militare. Rispetto alla posizione assunta dalla Camera, si può consentire – a mio parere – ad una sola concessione all’argomento che con la sanatoria – tale è, non una regolarizzazione – si viene a far pulizia di una situazione fortemente sperequata. Questa concessione è rappresentata dall’emendamento Dalla Chiesa 1.9 che prevede l’iscrizione al secondo anno agli studenti che abbiano sostenuto con esito positivo almeno due esami entro il 15 agosto 2000. Non si richiedono requisiti incredibili, ma un requisito minimo per ottenere la borsa di studio. Preannuncio sin da ora che esprimerò voto favorevole sull’emendamento Dalla Chiesa 1.9. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Bianchi Clerici. Ne ha facoltà. GIOVANNA BIANCHI CLERICI. Presidente, le chiedo sin d’ora la cortesia di parlare per dichiarazione di voto su ognuno degli emendamenti che esamineremo in seguito. Come è facilmente constatabile, la Lega nord non ha presentato emendamenti al testo oggi in discussione perché siamo a favore del testo che la Commissione ha licenziato mercoledı̀ scorso, che è identico a quello approvato dall’Assemblea nello scorso mese di ottobre. Come è stato ricordato, non si tratta di una sanatoria, ma di una salvaguardia di alcuni benefici, tra i quali le provvidenze per il diritto allo studio, il rinvio del servizio militare e la possibilità di iscriversi al secondo anno di Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 un’altra facoltà tenendo conto degli eventuali esami o crediti formativi già acquisiti. Se il testo rimarrà quello approvato mercoledı̀ scorso dalla Commissione cultura, riceverà anche questa volta il voto favorevole della Lega nord. In caso contrario, ovviamente, la nostra valutazione cambierà. Esprimeremo voto contrario sull’emendamento della collega Napoli perché, dopo che il Parlamento è stato investito della questione relativa all’applicazione delle prerogative dell’autonomia universitaria, in obbedienza alle direttive comunitarie e a tutti gli strumenti legislativi da sempre a disposizione delle singole facoltà, non possiamo più tornare indietro e chiedere ad ogni singola università di comportarsi come meglio crede. In tutta franchezza, non sarei disponibile a scommettere su una rigorosità comune a tutti gli atenei. Pertanto, il nostro gruppo esprimerà voto contrario sull’emendamento Napoli 1.2. Desidero esprimere, a titolo personale, tutto il mio apprezzamento al sottosegretario Guerzoni per la chiarezza e la limpidezza che ha sempre mantenuto in questa discussione, superando pressioni forti che abbiamo ricevuto anche noi semplici parlamentari di maggioranza e di opposizione; immagino, dunque, quelle che può aver ricevuto il Governo. Credo che il sottosegretario abbia mantenuto una posizione ferma e nitida e di ciò, a livello personale, voglio dargli completamente atto in quest’aula (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania e dei deputati Soave e Dalla Chiesa). PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Mazzocchin. Ne ha facoltà. GIANANTONIO MAZZOCCHIN. Signor Presidente, colleghi, anch’io esprimo l’apprezzamento più sentito per la posizione del Governo, che appoggio totalmente. Volevo ricordare ai colleghi che l’argomento in discussione è serio, ha risvolti umani indubbi, deriva anche da comportamenti non coerenti di varie università italiane. Siamo tutti consapevoli di queste Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 37 SEDUTA DEL difficoltà, ma se introducessimo il principio che si può evitare l’applicazione di una legge chiedendo una sanatoria qualsivoglia, partendo dall’università A, B o C per arrivare per esempio a quella di Napoli (Federico II), introdurremmo un principio assolutamente negativo. Sono consapevole dei risvolti esistenti e so che anche gli esami di ammissione sono perfettibili; capisco tutto ma sono totalmente contrario alla riproposizione, per la seconda volta, di una sanatoria, con la conseguenza che l’anno prossimo vi sarebbe inevitabilmente la terza. Per tale ragione, sono assolutamente contrario a che il provvedimento venga votato in difformità da quanto proposto dalla Commissione competente (Applausi dei deputati dei gruppi misto-Federalisti liberaldemocratici repubblicani, della Lega nord Padania e dei Democratici-l’Ulivo). PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Palumbo. Ne ha facoltà. GIUSEPPE PALUMBO. Signor Presidente, prendo la parola dopo averlo già fatto in sede di discussione sulle linee generali e, mi creda, mi trovo in grossissima difficoltà perché capisco i problemi, le esigenze, le aspettative dei giovani che oggi qui davanti hanno chiesto notizie; essi non hanno contestato, ma hanno garbatamente esposto le loro ragioni. Su questo provvedimento la Camera si è già pronunciata e, qualche mese fa, io ho espresso una posizione in linea di massima contraria alla sanatoria, lasciando liberi i deputati del mio gruppo di esprimersi come volessero. Secondo me, adesso la situazione è ancora più grave, Presidente, proprio per le disparità di regolamentazione che vi sono nelle diverse università: come ha sostenuto il collega Cangemi, in alcune università molti studenti non sono stati messi nelle condizioni di sostenere neanche un esame. Potrei anche essere favorevole alla sanatoria generalizzata prevista dall’emendamento Napoli 1.2, perché o li saniamo tutti o non saniamo nessuno; non pos- Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 siamo sanare solo una parte dei ricorrenti, ossia quelli che abbiano sostenuto un esame (ciò significa ben poco o quasi nulla). Ho detto ieri e ripeto oggi che, a mio avviso, sanatorie di merito non ne esistono: o si fa una sanatoria o non la si fa, perché altrimenti dovremmo fare sanatorie di merito, come sostiene l’onorevole Dalla Chiesa, andando indietro nel tempo, al 15 agosto, perché vi sono problemi di scadenza relativi alle materie o addirittura di altro tipo, ancora più rigidi. Personalmente sono contrario alle sanatorie ma voterò a favore dell’emendamento Napoli 1.2, perché mi sento di affermare che o si fa la sanatoria per tutti i ricorrenti, consentendo di sostenere esami a chi non è stato messo nelle condizioni di farlo, anche se non so come, o non la si fa. Mi sono informato: questi studenti dovrebbero essere iscritti al primo anno ripetente, con complicazioni di ordine burocratico notevoli (ma teoricamente si può fare). Lo ripeto, alla sanatoria di merito sono contrario; tuttavia, per carità, do libertà di voto. Eventualmente interverrò sul mio successivo emendamento. Sull’emendamento Napoli 1.2 esprimerò un voto favorevole. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Di Capua. Ne ha facoltà. FABIO DI CAPUA. Signor Presidente, dopo qualche mese torniamo a discutere di questo tema, che è stato già affrontato dalla Camera che, in una certa maniera, si è espressa negativamente nei confronti di un’ipotesi di sanatoria. Presidente e colleghi, questa è ancora una volta una riproposizione di un classico esempio di malcostume politico e istituzionale. Io mi sono speso l’altra volta per cercare di trasmettere un messaggio di ripristino di regole e di invito al rispetto di queste regole. Noi, ancora una volta, portiamo all’attenzione dell’Assemblea un provvedimento che fa carta straccia delle regole in questo paese ! Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 38 SEDUTA DEL Ho sentito parlare dei diritti e delle aspettative di mille giovani. Tutto il rispetto per questo, ma vi è il rispetto delle aspettative di milioni di italiani che in questo paese attendono il rispetto delle regole che abbiamo dimenticato da anni (Applausi del deputato Orlando) ! Questo è un problema che, al di là del merito specifico, prefigura un atteggiamento della politica e delle istituzioni che ancora insiste in atteggiamenti sbagliati, che alimentano forme di malcostume politico e i canali della clientela, soprattutto in periodi preelettorali. Invito un po’ tutti i colleghi, in un patto trasversale, a rigettare queste regole e a non accettare che si venga in questa sede a ratificare sollecitazioni di parte, interessi di piccoli gruppi contro gli interessi prioritari dei valori del nostro paese ! Questo è un problema che va, francamente una volta per tutte, definito. L’Assemblea si è espressa nella precedente occasione con molto senso di responsabilità. Sono d’accordo con i colleghi che hanno ritenuto non esservi elementi nuovi che possano indurci ad un mutamento di atteggiamento. È abbastanza sorprendente che l’Assemblea, dopo qualche mese, debba ancora tornare a discutere, affrontare e dibattere questo problema. Presidente, sono assolutamente contrario allo spirito del provvedimento e non sono nemmeno soddisfatto per l’individuazione di marchingegni e accorgimenti per modificarne parzialmente il contenuto. Mi sorprende anche che illustri colleghi si siano prestati con la loro firma a che l’iter di questo provvedimento vedesse la luce in quest’aula. Se diritto c’è, sarà la magistratura amministrativa a riconoscerlo e le università si adegueranno alle sentenze della magistratura amministrativa ! Ma che la politica, le istituzioni e i partiti rimangano fuori da questa operazione di bassa clientela preelettorale (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici-l’Ulivo e dei deputati Rivolta e Mazzocchin). Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Matranga, al quale ricordo che dispone di tre minuti di tempo. Ne ha facoltà. CRISTINA MATRANGA. Presidente, sarà sufficiente anche un tempo minore, perché vorrei soltanto chiarire un concetto. Credo che oggi un altalenante convincimento politico voglia vietare la possibilità a molti studenti di continuare negli studi intrapresi e ci si lascia andare, a mio avviso, ad alcune ipotesi penalizzanti. Vi chiedo di riflettere su quello che stiamo votando in questo momento, perché trovo umiliante la posizione che stiamo assumendo poiché andiamo ad umiliare le aspettative dei giovani e del loro futuro ! Credo che, se bocceremo questo emendamento, noi bocceremmo due anni di lavoro e la possibilità di creare aspettative a questi ragazzi. Credo inoltre che debba essere data la possibilità ai ricorsisti di continuare negli studi intrapresi, lasciandoli portare a compimento un indirizzo che considero essenziale per il loro futuro. Ciò servirebbe anche ad allontanare da quei giovani il convincimento che, per colpa dello Stato e di una politica poco attenta, abbiano buttato via due anni della loro vita. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Castellani. Ne ha facoltà. GIOVANNI CASTELLANI. Intervenendo a titolo personale, preannuncio che intendo esprimere un voto contrario sia su questo emendamento sia su tutti quelli che prospettano una sanatoria, per le motivazioni che ho già avuto occasione di esporre in quest’aula in sede di prima lettura. Rispetto ad allora, vi è un solo fatto nuovo: quasi 1.500 nuovi ricorsi per l’anno accademico 2000-2001, con sospensive del TAR e revoche da parte del Consiglio di Stato. Quindi, se volessimo Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 39 SEDUTA DEL essere previdenti, dovremmo fare subito la sanatoria anche per l’anno accademico 2000-2001 (Applausi). PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Teresio Delfino. Ne ha facoltà. TERESIO DELFINO. Signor Presidente, signor sottosegretario, l’iter di questo provvedimento testimonia il grado di confusione della maggioranza. Al Senato la maggioranza approva un testo e alla Camera esprime un’altra opinione (Applausi del deputato Cè). I deputati dei CDU hanno presentato una proposta di legge raccogliendo un invito fatto dal sottosegretario in quest’aula rispondendo ad una interrogazione del gruppo CDU nella quale aveva lasciato intendere che il Governo si sarebbe chiaramente rimesso all’Assemblea. Prendo atto che il Governo ha cambiato opinione. LUCIANO GUERZONI, Sottosegretario di Stato per l’università e la ricerca scientifica e tecnologica. Il Governo non ha mai cambiato opinione su questo provvedimento. TERESIO DELFINO. Comunque, ritengo con molta sincerità che noi non siamo davanti ad uno stravolgimento. Qui c’è un’enfatizzazione di questo provvedimento. Addirittura si vuole affermare che questo provvedimento sarebbe esemplare del malcostume esistente nei rapporti tra politica e cittadini, mentre noi cerchiamo di affrontare una situazione che si è determinata per le carenze del Parlamento e del Governo per l’entrata in vigore in ritardo della legge n. 264. Quindi, qui non siamo davanti a un problema di sanatoria ma siamo davanti a un problema di ritardo della pubblica amministrazione. Vorrei anche dire agli amici che sostengono che noi tuteleremmo qualche interesse particolare che il primo interesse da assicurare è una par condicio davanti alla legge. E allora, cari colleghi, davanti al fatto che alcuni di noi hanno cosı̀ tante Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 certezze su quelli che sono i passaggi della normativa rispetto alle iscrizioni degli anni scorsi, noi modestamente abbiamo qualche dubbio. Noi confermiamo che la proposta di legge che avevamo proposto con primo firmatario l’onorevole Grillo andava nella direzione di riconoscere che c’era stata una confusione normativa e attuativa da parte della pubblica amministrazione nelle sue massime responsabilità ... LUCIANO GUERZONI, Sottosegretario di Stato per l’università e la ricerca scientifica e tecnologica. Ma dove ? TERESIO DELFINO. ... e quindi ritenevamo semplicemente di dover garantire a questi ragazzi un trattamento equo. Questa la nostra convinzione. Questo è il motivo per cui noi annunciamo il nostro voto favorevole sull’emendamento 1.2 dell’onorevole Napoli che conferma l’autonomia degli atenei e delle università e subordinatamente noi portiamo la nostra totale adesione al testo del Senato che è una via di compromesso che almeno risolve in parte questa vicenda. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Orlando. Ne ha facoltà. FEDERICO ORLANDO. Signor Presidente, i democratici sono interamente d’accordo (s’intende nella nostra maggioranza e non all’unanimità) con la posizione espressa a nome del Governo dal sottosegretario Guerzoni. È la posizione che il nostro collega Dalla Chiesa ha tenuto ben evidente nel precedente dibattito che si è tenuto in quest’aula. La nostra preoccupazione, signor Presidente, va al di là del caso specifico. In quello che sta succedendo noi vediamo il rischio di una dequalificazione istituzionale al massimo livello. Mi perdoni, signor Presidente, se sono costretto a ricordare a lei e all’Assemblea che questa mattina abbiamo letto sul più importante quotidiano d’Italia, il Corriere della Sera, un articolo di Angelo Panebianco nel quale si sostiene Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 40 SEDUTA DEL che la potente lobby dei bocciati con la B maiuscola (cosı̀ la definisce il professor Panebianco) è talmente potente e influente, soprattutto in questo periodo preelettorale, da aver trovato udienza non soltanto presso alcuni deputati e senatori, ma anche presso le Presidenze del Senato e della Camera. Signor Presidente, è inevitabile che, quando si varano provvedimenti di sanatoria, di condono, di indulgenze plenarie e di remissione dei peccati, come questo provvedimento, è inevitabile che si finisca con l’indurre nei cittadini rispettosi delle leggi il sospetto che le istituzioni solidarizzino o siano in qualche modo complici dei cittadini che le violano. Per questo noi ci porremo sulla linea del collega Dalla Chiesa, il quale peraltro ha offerto all’Assemblea la possibilità di ritrovarsi su una posizione di compromesso che non pregiudichi nessuno ma, al tempo stesso, faccia rispettare almeno in parte la legge. Se questo non dovesse accadere, Presidente, senza voler assumere atteggiamenti provocatori, riproporremo la posizione del presidente Castellani, il quale afferma che, di fronte al fatto che già oggi sono stati depositati 1.500 ricorsi per il nuovo anno, proporremmo in articulo mortis al Parlamento di votare una legge di condono preventivo per le attuali e le future violazioni delle leggi (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici-l’Ulivo). PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Del Barone. Ne ha facoltà. GIUSEPPE DEL BARONE. Signor Presidente, colleghi, per la verità non mi aspettavo interventi talmente acri su un argomento che non ho alcun motivo di ritenere meritevole delle dichiarazioni che ad esso sono state dedicate sia dall’amico Di Capua, che è persona di solito sobria ma questa volta ha emesso il « do » della pira che Muti non ha voluto nel suo Trovatore, sia dall’amico professor Melograni, che ha parlato, esagerando, di alcune cose legate al periodo elettorale. Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 Alcune cose io le ho dette quando non eravamo vicini alle elezioni; le stesse cose le sento adesso perché erano pregne di validità morale, oltre che tecnica. Le ripeterò brevemente. Sono favorevole – e lo sottolineo – al numero programmato, ma questa volta, in aperta contraddizione con quanto ha detto l’onorevole Targetti, non ci troviamo dinanzi ad una sanatoria reiterata ma all’accettazione della continuazione di una sanatoria votata allora e non recepita da una seconda parte che in questa sanatoria si identificava. Questo è molto differente. Amico presidente Castellani, io sono un suo convinto ammiratore, ma non le pare che sia leggermente scorretto affermare che bisogna trattare i 1.500 ricorsi relativi a quest’anno ? Lei sa che questi ricorsi non potranno essere trattati, perché prima non avevamo una legge mentre ora ce l’abbiamo. Se vogliamo folklorizzare l’intervento, facciamolo pure e diciamo tutto quello che vogliamo ! Si può affermare che gli avvocati sono fatti per lavorare e quindi possono accettare queste cose, ma un conto è accettare il lavoro degli avvocati, altro conto è che il Parlamento accetti certe cose ! L’onorevole Orlando ha voluto richiamare un articolo del giornalista Panebianco ed una terminologia che io respingo nella maniera più assoluta. FEDERICO ORLANDO. È un professore universitario ! GIUSEPPE DEL BARONE. Si può essere ciò che si vuole, anche professore universitario, caro collega Orlando ! Ma in quell’articolo Panebianco se la prendeva con i senatori, i quali hanno approvato il provvedimento che oggi stiamo esaminando in questa sede. Non dobbiamo dimenticare che, quando la proposta di legge in oggetto è giunta all’esame dell’Assemblea, non ha avuto l’ipertrofia dell’apoteosi, perché è stata approvata per 25 voti ! Sono previsti trattamenti definitivamente disparati per tutte le università: quella di Napoli, ad esempio, ha concesso Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 41 SEDUTA DEL l’iscrizione ad alcuni e l’ha negata ad altri; a Catania sono accaduti episodi simili. Fa benissimo, allora, la collega Napoli a dire che bisognerebbe tornare all’argomento discusso dalla Camera e andare alle conclusioni. Siccome io vivo sempre secondo i dettami di un grande Santo, San Giovanni Bosco, il quale affermava che « l’ottimo è nemico del buono », se proprio non dovessimo arrivare a tanto, votando a favore degli emendamenti Napoli 1.2 e Palumbo 1.11, direi sı̀ al testo varato dal Senato... PRESIDENTE. Onorevole Del Barone, deve concludere. GIUSEPPE DEL BARONE. Ho concluso, Presidente. Il testo varato dal Senato è un testo giusto che dà nuovamente speranza ai giovani, dà vigore alle famiglie e dà voglia di studiare a persone che sentono profondamente l’arte di Esculapio. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole D’Ippolito. Ne ha facoltà. IDA D’IPPOLITO. Signor Presidente, in coerenza con atti parlamentari e con posizioni assunte già in questa sede in tempi non sospetti e assai lontani dagli appuntamenti elettorali... PRESIDENTE. Onorevole Colombini, la richiamo all’ordine. IDA D’IPPOLITO. ...desidero esprimere una convinta adesione all’emendamento Napoli 1.2 e al testo licenziato dal Senato. Non credo si possa considerare corrispondente al vero la preoccupazione espressa che oggi la Camera voti l’ennesima sanatoria e che si introduca un pericoloso precedente, vale a dire l’abitudine ad emendare una legge ancora prima che sia stata applicata. Si tratta di cogliere il senso della nostra posizione attuale, di ricordare che la sanatoria è resa necessaria dalla tardiva efficacia della normativa che regola l’accesso ai corsi univer- Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 sitari; si tratta, quindi, di ristabilire princı̀pi di equità, di dare risposte alle aspettative di tanti giovani e di tante famiglie. Non posso ritenere fondata nemmeno la preoccupazione che emendare le leggi rappresenti un vulnus della democrazia e dell’abitudine a fare buone leggi, perché ritengo che la capacità di evolvere in meglio sia una risorsa della legislazione, anche rivedendo le leggi già fatte: sanare per migliorare, rispettare le regole per realizzare giustizia. L’Assemblea ha espresso un voto contrario sul provvedimento che oggi ci giunge modificato dal Senato, ma con una scarsa differenza di voti e credo che su questo elemento l’Assemblea debba interrogarsi. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Becchetti. Ne ha facoltà. PAOLO BECCHETTI. Signor Presidente, senza entrare nei tecnicismi dell’emendamento in esame, desidero svolgere alcune riflessioni sulla decisione che stiamo per assumere. Essa non riguarda una sanatoria, ma una questione di equità. È stato già rilevato che, in precedenza, era stato adottato un provvedimento di questo genere e il Senato ne ha licenziato uno diverso rispetto al quale ci dobbiamo pronunciare. Ritengo necessaria una verifica sulla volontà di adottare qualche cambiamento, anche modesto – credo che il Governo si sia già espresso nel merito – per fare in modo che il provvedimento prosegua il suo iter. Comunque, in questa vicenda si è dimenticato che, solo apparentemente, la questione è una variabile indipendente rispetto al grande tema della riforma delle libere professioni, sul quale si discute da molti anni, nonché sull’altro grande e connesso tema dell’avvio della riforma universitaria. Vi sono questioni aperte: l’accesso, il tirocinio, le modalità della formazione post-universitaria, la preselezione nei concorsi e quant’altro. Ricordo, ad esempio, che nel concorso per la magistratura la preselezione è stata abo- Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 42 SEDUTA DEL lita, mentre in altri ha prodotto risultati disastrosi e notevoli iniquità. Ritengo che, oggi, si debba votare a favore del provvedimento in esame, non solo perché è una sanatoria, non perché fa seguito ad un provvedimento identico adottato un paio di anni fa, non solo perché il Senato si è espresso in un determinato modo, ma soprattutto perché oggi è necessario azzerare tutto per ripartire con il grande affresco rappresentato dalla riforma delle libere professioni sulla quale tutti dovremo lavorare con grande intensità e attenzione. Il tema dell’accesso, infatti, è fondamentale. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Acierno, al quale ricordo che ha a disposizione due minuti di tempo. Ne ha facoltà. ALBERTO ACIERNO. Signor Presidente, voglio richiamare per un istante l’intervento del collega Di Capua, il quale ha dichiarato che è scandaloso che in quest’aula si discuta oggi questo provvedimento, come se fosse scandaloso il sistema parlamentare del nostro paese, che prevede due Camere con ampia autonomia e in cui è normale e democratico che in un ramo del Parlamento si legiferi in una maniera e nell’altro ramo del Parlamento si possano cambiare le norme già approvate. Ciò che è veramente scandaloso è che vi siano una maggioranza ed un Governo in un ramo del Parlamento ed una maggioranza evidentemente diversa ed un diverso Governo nell’altro ramo del Parlamento. LUCIANO GUERZONI, Sottosegretario di Stato per l’università e la ricerca scientifica e tecnologica. No, non è vero ! ALBERTO ACIERNO. Non capisco come sia possibile che la maggioranza, che si è fregiata di approvare un testo cosı̀ alto e nobile alla Camera, abbia potuto produrre questa mostruosità al Senato ed oggi che il provvedimento è tornato in Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 questo ramo del Parlamento voglia attaccare se stessa giustificando l’errore compiuto al Senato. La verità, signor Presidente, è che, come troppo spesso accade nel Parlamento italiano, vi è un gruppo di giovani di questo paese – non so se siano cento, mille o centomila – che intende studiare, e non è cosa da poco, e che viene sballottato tra palazzo Madama e palazzo Montecitorio, a seconda di ciò che all’attuale maggioranza deleteria di questo paese passa per la testa. Rivolgo, quindi, un invito ai colleghi del Polo che ho sentito intervenire sino ad ora: abbiate il coraggio politico – lasciate perdere l’etica per una volta – di far assumere a questi signori le loro responsabilità. Votate il testo che è stato licenziato dal Senato e fate in modo che siano loro stessi a bocciare quello che hanno prodotto al Senato, ma non diventate corresponsabili dello scempio che stanno facendo. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Giuliano, al quale ricordo che ha a disposizione un minuto di tempo. Ne ha facoltà. PASQUALE GIULIANO. Signor Presidente, la legislatura volge ormai al termine e ritengo che ormai il tempo stringa. Bisogna dare prova di buon senso, di equilibrio e forse anche di coraggio. Dico « no » ai falsi pudori, a un moralismo peloso, contraddittorio e a volte poco credibile. Si è parlato di rispetto delle regole: certo, le regole sono fondamentali, ma non bisogna esagerare. In tantissime occasioni, in materia di fisco e di amnistia, le abbiamo dimenticate. Ricordo le innumerevoli amnistie e gli innumerevoli condoni cosiddetti tombali. Vogliamo ora misurare la nostra forza su mille studenti, vogliamo misurare lo spessore dei nostri principi su mille studenti confusi e frastornati da un sistema che li ha illusi ? Penso non sia una prova di forza, ma di debolezza. Certo, se vi è un diritto, la magistratura lo riconoscerà, ma quando, Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 43 SEDUTA DEL come ? Dopo che la loro vita professionale e scolastica sarà stata sconvolta ? Mi dichiaro, quindi, assolutamente favorevole a quella che non è una sanatoria, ma un atto di giustizia verso studenti che sono stati immessi in un sistema che li ha fuorviati e che rischia ora di rovinare anche il loro prossimo futuro. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Biondi, al quale ricordo che ha a disposizione due minuti di tempo. Ne ha facoltà. ALFREDO BIONDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quello che stiamo discutendo è un tema trasversale alle forze politiche. Credo non abbiano ragione né Panebianco né Orlando, che lo ha citato. Vorrei che Orlando lo citasse anche quando esprime posizioni contrarie alle sue. Prendere la parte di Panebianco che piace e sputare l’altra credo non sia una regola liberale. L’argomento che dobbiamo trattare oggi è quello di un diritto acquisito da ragazzi ai quali è stato consentito di sostenere esami nelle università prescelte, di avere quindi un diritto che deriva, non dico da una concessione, ma da una realtà di carattere istituzionale a cui hanno aderito. Che di fronte a ciò che è avvenuto essi abbiano fatto ricorso al giudice, a chi li deve sostenere nella proposizione e nella interposizione della loro posizione rispetto a decisioni che sono state assunte, credo sia un diritto. Se non si può neppure più ricorrere ai giudici in Italia ... Come se fosse un attentato aver assunto un atteggiamento reattivo ! Se vi è una posizione che, quasi a seconda del numero delle persone, degli interessi e delle baronie esistenti nel nostro paese, ha una caratteristica di carattere preclusivo, mi permetto di dire al mio amico – e sottolineo la parola « amico » – Federico Orlando che forse la sua citazione non era adeguata. È vero che le sanatorie fanno male, ma ho l’onore di avere votato contro circa 45 amnistie e condoni nel nostro Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 paese; ho votato quando si sanavano le situazioni dei delinquenti; ho parlato quando si stabiliva che il codice penale aveva delle sincopi per cui chi aveva commesso un reato in un certo momento e faceva lo slalom gigante passando da una porta all’altra era impunito in questo Parlamento, dove sono da trent’anni e dove ho assistito a sanatorie votate da voialtri, mentre volete negarne una agli studenti che hanno avuto una posizione difficoltosa. Volete negarla ? Negatela ! Datela ai delinquenti e negatela agli studenti (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale) ! PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Trantino. Ne ha facoltà. ENZO TRANTINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non sono certamente sospettabile di catturare benevolenze per il tempo che precede la risposta elettorale. Mi adeguo ad una mia lineare condotta che esplicitai quando l’anno scorso sostenemmo codesto problema venendo battuti in quest’aula perché io ero per la regolarizzazione, giornalisticamente detta sanatoria. Voglio sottoporre ai colleghi che sono di diverso avviso – con il rispetto che si deve all’opinione opposta, ma se non ci fossero le opinioni opposte, non ci sarebbero le corse dei cavalli – se non condividano un principio: se io salgo su un treno e so che esiste una certa tariffa, ma durante la corsa mi si dice che quella tariffa è cambiata e mi si costringe a scendere dal treno, è un atto di violenza contro il delitto. Qui vi è stata una rottura giuridica perché prima sono state incoraggiate determinate iscrizioni e dopo si è detto – a muso duro – che non erano più compatibili con la nuova regola. A questo punto possiamo discutere su tutto, ma non sui destini umani esistenziali di una platea limitata di aventi diritto. A costoro si può dire che a nessuno da ora si possono consentire iscrizioni che non siano contemplate da regole rigide, ma la Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 44 SEDUTA DEL regolarizzazione della pendenza attiene a tutti gli Stati di diritto. La norma regola comportamenti futuri; nel caso di specie vi è una retroattività che attacca, distruggendo speranze di individui e di famiglie. Conclusivamente, vorrei che sul piano del lessico si finisse di usare il termine « ricorsisti » per sostituirlo con « ricorrenti », quasi che in questo paese fosse di moda il ricorso come supplenza alla mancanza dello stato (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale). PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Misuraca. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha un minuto a disposizione. FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, mi chiedo quale sia la responsabilità di tutti questi giovani. Questi giovani hanno chiesto di avere la possibilità di diventare studenti universitari. Non hanno avuto la possibilità di accedere ai corsi, perché non hanno superato un quiz (sul quale vorrei tornare in seguito); pertanto, si sono rivolti al TAR, hanno ottenuto la sospensiva ed è stato loro consentito di accedere ai corsi universitari: in tal modo, si sono create in loro aspettative e oneri economici per le famiglie; inoltre, si è consentito loro di rinviare il servizio militare. Ebbene, se non vi è responsabilità da parte di quei giovani, respingo che esistano delle lobby: se esistono, sono le lobby di coloro che gestiscono le università ! Signor Presidente, quei giovani hanno avvicinato molti di noi; hanno avvicinato lei ed il Presidente del Senato Mancino, nonché molti deputati. Se quei ragazzi costituiscono una lobby, allora io sono un pentito e, in quanto tale, mi dichiaro a favore di quei giovani: è, infatti, un problema di giustizia che dobbiamo risolvere in questa sede. Si pongono problemi anche per l’anno accademico 2000-2001 ed il Parlamento (come ha affermato l’onorevole Teresio Delfino) deve subito intervenire per legiferare ed impedire che si creino ulteriori problemi. Allora non è... Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Misuraca. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Gramazio, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà. DOMENICO GRAMAZIO. Signor Presidente, voglio aprire il mio intervento con le ultime parole del collega di Forza Italia che mi ha preceduto: ci vuole un atto di giustizia da parte di questo Parlamento, che non si può schierare contro mille studenti che hanno avuto la possibilità – grazie ai ricorsi che ciascuno di loro ha presentato per proprio conto – di seguitare a studiare e di sostenere gli esami. Il collega Landi di Chiavenna mi ha detto che entrando oggi in Parlamento è stato fermato da uno dei genitori che erano fuori del palazzo, il quale gli ha mostrato il libretto universitario del figlio, con gli esami fatti, e gli ha raccontato i sacrifici che l’intera famiglia ha sostenuto per far studiare quel ragazzo: ebbene, se il Parlamento è contro quei sacrifici, non è più il Parlamento d’Italia (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale) ! PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Taradash, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà. MARCO TARADASH. Signor Presidente, non so cosa sia la giustizia, ma so che cosa sono le leggi: se abituiamo le persone a ritenere che si possano violare le leggi in nome della giustizia, commettiamo un errore. Ci si può opporre alle leggi e si può fare loro resistenza per modificarle, ma non ci si può comportare sulla base degli interessi e delle aspettative. Qualcuno ha affermato che quei giovani, ricorrendo al TAR, non hanno commesso alcun reato. A tale osservazione rispondo che è vero, quei ragazzi hanno esercitato un proprio diritto, ma la questione sta in altri termini. Caro collega Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 45 SEDUTA DEL Biondi, il TAR ha dato torto a quei ragazzi e il problema nasce proprio da tale fatto (Commenti del deputato Lo Presti) ! Oggi, preso atto che il TAR ha dato torto a quei ragazzi e che gli stessi hanno sostenuto alcuni esami, si vorrebbe tenere aperta una situazione, ma ciò non è possibile. Se il TAR e la magistratura daranno loro ragione, quei ragazzi andranno avanti nel corso degli studi; diversamente, il Parlamento non si può sovrapporre né alle leggi, né all’applicazione delle leggi, altrimenti si entrerebbe in un regime di « perdonismo » che va ben oltre quel che sta succedendo oggi in Italia (Applausi dei deputati del gruppo misto-Patto Segni riformatori liberaldemocratici) ! PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Lucchese, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà. FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole dei deputati del gruppo mistoCCD sul testo approvato dal Senato e vorrei altresı̀ svolgere alcune riflessioni. Quando abbiamo approvato la sanatoria, quei giovani erano già iscritti all’università e, quindi, non potevano non sapere che avevamo affermato che sarebbe stata l’ultima sanatoria. Sono d’accordo che in futuro non si facciano più sanatorie; tuttavia, nelle circostanze in esame (nelle quali i giovani non hanno colpa) dobbiamo ricordare che essi sono stati fuorviati da una consuetudine; mi sembra, pertanto, che sia un fatto dovuto – per il futuro dei ragazzi e delle loro famiglie e per le aspettative da essi maturate nei confronti delle future professioni, nonché per motivi umani e psicologici – che si approvi il testo licenziato dal Senato: infatti, qualora approvassimo delle modifiche, non potremmo più approvare il testo in tempi utili. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo perso- Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 nale, l’onorevole Ricciotti, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà. PAOLO RICCIOTTI. Signor Presidente, egregi colleghi, nel dibattito non abbiamo sottolineato due elementi: innanzitutto, la differenza (che molti parlamentari dimenticano) tra i corpi deboli e i corpi forti nella nostra società. Ho sentito cose che forse sono state inventate – cioè che il TAR sia andato contro questi giovani –, ma i corpi deboli sono quelli che in questa società non sono rappresentati dalle cosiddette organizzazioni intermedie. Voglio ricordare che non negli ultimi cinque, ma negli ultimi cinquant’anni di questa Repubblica spesso i corpi intermedi hanno fatto non solo sanatorie, ma sanatorie, emendamenti, modifiche di leggi. E voglio ricordare ancora che la maggioranza, negli ultimi dieci anni di governo nelle giunte dei comuni, ha spesso varato sanatorie grazie alla forza dei cosiddetti corpi forti della società... PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ricciotti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Lo Presti, al quale ricordo che ha a disposizione un minuto. Ne ha facoltà. ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, prendo brevemente la parola per ristabilire la verità dei fatti. Questi giovani hanno fatto ricorso al TAR ed hanno ottenuto una sospensiva che è stata concessa loro sulla base di due presupposti, uno dei quali è sicuramente il fumus boni iuris, cioè l’esistenza di una presunta violazione di legge che il TAR ha riconosciuto tale. Ottenuta la sospensiva sulla base di questo presupposto, i giovani si sono legittimamente affidati ad una ipotesi di sentenza favorevole nel merito. Perché scaricare su di loro l’inefficienza di un sistema che ha perduto più di due anni per dare una risposta nel merito negativa ? Perché scaricare su questi giovani un ripensamento da parte dell’organo Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 46 Camera dei Deputati — SEDUTA DEL 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 giurisdizionale amministrativo, che nel merito ha deciso legittimamente che avevano torto ? Rischiamo di sommare ad un’ingiustizia un’altra ingiustizia, se oggi non diamo a questi giovani la possibilità di mantenere il corso di studi cosı̀ come è stato loro concesso dal tribunale amministrativo regionale. È vero: nel merito hanno avuto torto; ma sono stati legittimamente affidati dal TAR in una posizione di diritto che è stata riconosciuta, almeno prima facie, legittima ed efficace. Quindi, non è vero quello che dice il collega Taradash, se non nella misura in cui – ripeto – dopo due anni una giustizia lenta ha dato, purtroppo, loro torto (Applausi di deputati del gruppo di Alleanza nazionale). È questo che ci deve far pensare. Se si parla di sanatoria, evidentemente vuol dire che la cattiva interpretazione della legge, un difetto normativo, un’incapacità dello Stato, del Governo di dare leggi sicure e precise nel settore portano all’adozione di provvedimenti come questo. Se l’incapacità dello Stato deve ricadere sui cittadini, mi sembra che il Parlamento, responsabilmente, debba votare favorevolmente sulla proposta di legge in discussione. PRESIDENTE. Per cortesia, lı̀ ! Mi scusi, presidente, Pisanu... Onorevole Prestigiacomo... Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Leone, al quale ricordo che ha a disposizione un minuto. Ne ha facoltà. MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, come molti altri colleghi in questi giorni abbiamo ricevuto tante e-mail da ragazzi che ci hanno esposto i dettagli della loro situazione. Io ho cercato di parlare con loro e, soprattutto, ho cercato di avere documenti. Ebbene, da un esame obiettivo dei documenti che mi sono stati prodotti e dei singoli casi personali – almeno quelli di chi ci ha contattato – mi sembra che sia doveroso prendere atto del fatto che determinate situazioni vanno sanate. Pertanto, penso che siano obiettivamente condivisibili le proposte che vengono oggi portate avanti. ANTONIO LEONE. Signor Presidente, entrare nel merito di questo provvedimento secondo me è un errore. Vale, invece, la pena di ricordare che si tratta di una questione di carattere generale, che porta poi ad una conseguenza che dovrebbe indurre questo Parlamento a votare per intiero a favore del provvedimento in discussione. Infatti, quando si parla di amnistie si dice che, evidentemente, sono il frutto dell’incapacità dello Stato a proporre e a parlare di giustizia. Quando si parla di condoni edilizi, si dice che sono frutto dell’incapacità dello Stato a fare una programmazione ed a dare ai cittadini la possibilità di costruire nell’ambito della legge, con piano regolatori fatti ad arte. Nel momento in cui si sottolinea che oggi stiamo votando una reiterata sanatoria, evidentemente si deve concludere che c’è un’incapacità dello Stato, di questo Governo e di questa stessa maggioranza ad intervenire sull’argomento; altrimenti oggi non saremmo qui, in quest’aula, a dibattere su questo provvedimento. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Zacchera, al quale ricordo che ha a disposizione un minuto. Ne ha facoltà. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Mantovani, al quale ricordo che ha un minuto a sua disposizione. Ne ha facoltà. RAMON MANTOVANI. Presidente, due minuti ! Noi non abbiamo mai parlato... PRESIDENTE. L’onorevole Cangemi è intervenuto... RAMON MANTOVANI. Sı̀, ma a titolo personale, quindi sono due i minuti che ho a disposizione. PRESIDENTE. Prego. Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 47 SEDUTA DEL RAMON MANTOVANI. Onorevoli colleghi, quando una regola è sbagliata, è giusto violarla ed è altrettanto giusto che il Parlamento la corregga. Sostenere che una norma non si può più modificare, mi permetto di dirle, onorevole Taradash, è in contraddizione con la sua storia. Ricordo che lei, guidando il movimento antiproibizionista, invitò a violare le regole ed io fui con lei in quella battaglia, come sono stato con lei quando vi furono conseguenze giudiziarie e penali. È infatti sbagliato sostenere che una legge sbagliata debba essere applicata: bisogna limitare i danni che quella legge ha causato. A lei, onorevole Orlando, vorrei ricordare, visto che ha parlato di lobby dei bocciati, che il suo massimo leader, l’onorevole Prodi, come è stato appurato in una trasmissione televisiva che è stata mandata in onda naturalmente dopo mezzanotte, tra le delibere firmate in qualità di presidente della Commissione europea ha firmato anche le fotocopie di una lobby vera – altro che quella dei bocciati ! – facente capo a tutte le più grandi multinazionali presenti a Bruxelles. Riflettete quindi, colleghi, e non fate i forti con i deboli e gli zerbini con i forti (Applausi dei deputati del gruppo mistoRifondazione comunista-progressisti e del deputato Biondi) ! PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Bracco. Ne ha facoltà. FABRIZIO FELICE BRACCO. Signor Presidente, vorrei ricordare ai colleghi che questa è comunque una brutta storia, da qualsiasi parte la si guardi. È tanto brutta che possiamo dire all’onorevole Teresio Delfino che, ascoltando i dibattiti, la confusione non è solo all’interno della maggioranza, ma credo che regni anche all’interno dell’opposizione. I tanti punti di vista dai quali si osserva la questione ci portano ad accentuare l’uno o l’altro aspetto. Presidente Castellani, non credo che, rispetto al momento in cui la Camera dei deputati, nell’ottobre 2000, ha approvato in prima Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 lettura questa proposta di legge, non sia cambiato nulla e che siano solo aumentati i ricorsisti per l’anno 2000-2001. Ritengo che il tempo non sia una variabile indipendente e che i provvedimenti che noi allora adottammo, seguendo una linea di grande trasparenza e chiarezza, fossero volti a respingere una prassi ormai consolidatasi non a causa della confusione delle leggi – mi rivolgo a coloro i quali hanno seguito attentamente la vicenda –, perché la maggior parte delle volte in cui è stato espresso un giudizio di merito si è dato torto ai ricorrenti, ma a causa di una alquanto dubbia o quanto meno soggettiva interpretazione delle norme, per cui alcuni TAR – solo alcuni – hanno ritenuto di poter concedere sospensive che hanno consentito, in alcuni atenei – solo in alcuni –, l’iscrizione di questi studenti. Lo ripeto, quindi: non vi era una normativa confusa, perché sia la direttiva europea sia le norme nazionali erano ben chiare, ma vi era un comportamento ormai diffuso nel nostro paese, che era quello di ricorrere alla giustizia amministrativa per ottenere sospensive. Nell’ottobre del 2000 abbiamo ritenuto che si dovesse dare un segnale molto forte, facendo capire che non era più possibile procedere con questa prassi, la quale avrebbe scardinato completamente la programmazione del sistema universitario e annullato, di fatto, le indicazioni contenute nella direttiva comunitaria e nella legge n. 264 del 1999, che ha introdotto il numero regolamentato in alcune facoltà universitarie, come richiesto dalla direttiva europea. Questo abbiamo affermato allora, ma, allo stesso tempo, abbiamo voluto farci carico di alcuni problemi ancora aperti: mi riferisco ai problemi degli studenti che erano stati iscritti con riserva. Erano i problemi relativi alle borse di studio, alla perdita dell’anno, all’iscrizione per l’anno successivo. Demmo una indicazione precisa, offrimmo delle scappatoie, consentimmo l’iscrizione al secondo anno, il riconoscimento degli esami sostenuti per coloro che si volevano iscrivere ad altra facoltà o Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — DISCUSSIONI — 48 SEDUTA DEL per coloro che avessero superato nell’anno 2000 le prove di accesso per l’anno accademico 2000-2001. Abbiamo comunque consentito di ottenere il rinvio del servizio militare. Questi erano i contenuti del nostro provvedimento ! Il Senato, a grande maggioranza, lo ha modificato; ha introdotto l’esame di merito, approvando tra l’altro un emendamento che per poco non era passato anche qui alla Camera. La situazione si è protratta per altri sei mesi; è passato un altro anno accademico e tutte le indicazioni che noi avevamo dato e tutto ciò che avevamo cercato di fare per risolvere i problemi di questi giovani iscritti con riserva alle facoltà, oggi non servono quasi più perché ci troviamo ormai nel pieno del secondo anno accademico ! In questa situazione una categoria come quella della giustizia o dell’ingiustizia non è adottabile. Non credo si possa riproporre il vecchio adagio dello scontro fra gli interessi particolari e quelli generali, ma si tratta di tener conto di una situazione di fatto che si è verificata. Ritengo che tale situazione debba comunque essere definita dando un segnale forte. Non parlo di sanatorie ma in ogni caso per coloro che ormai sono iscritti al secondo anno e che, sostenendo degli esami, hanno dato comunque prova di essersi inseriti nella facoltà occorre trovare una via d’uscita. In questo senso credo che la proposta del relatore di adottare, sulla falsariga del testo licenziato dal Senato, l’emendamento che prevede la fissazione di una data certa sia da accogliere. PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indı̀co la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’emendamento Napoli 1.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo. (Segue la votazione). Dichiaro chiusa la votazione. Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). Camera dei Deputati — 27 FEBBRAIO 2001 — N. 868 (Presenti ............................. 421 Votanti ............................... 403 Astenuti .............................. 18 Maggioranza ..................... 202 Hanno votato sı̀ ..... 134 Hanno votato no . 269). ALFREDO BIONDI. Desidero segnalare che il dispositivo elettronico della mia postazione non ha funzionato. PRESIDENTE. prende atto. La Presidenza ne Sull’ordine dei lavori (17,23). PRESIDENTE. Colleghi, come sapete nella giornata di ieri è stata letta in aula la lettera di dimissioni da deputato della collega Maretta Scoca. L’onorevole Scoca ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera che intendo leggere perché si rivolge a tutti i colleghi deputati: « Signor Presidente, come sa, ho rassegnato le dimissioni da deputato, essendo stata eletta, da questa suprema Assemblea, quale membro del Consiglio di Presidenza della Corte dei conti. Abbiamo camminato insieme per lunghi anni. Ho appreso molto. Ho avuto il privilegio di fare un’esperienza straordinaria. Ho trovato, tra i molti compagni di viaggio, amici cari e preziosi. Da tutti ho imparato qualcosa. Saluto di vero cuore, non solo Lei, Presidente, le colleghi (poche) ed i colleghi, ma anche gli uffici e gli addetti tutti ai lavori della Camera dei deputati, dai più alti funzionari a tutti coloro che concorrono, con il loro lavoro, al complesso e difficile funzionamento di questa macchina istituzionale. Siccome non voglio dimenticare nessuno, si abbiano tutti per nominati, singolarmente e personalmente. Desidero ringraziare tutti. Questa esperienza di vita sarà per me un patrimonio che mi porterò dentro e che spero di utilizzare in qualsiasi posizione il destino mi collocherà in futuro.