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Non ripeterò la storia del provvedimento, in quanto già ho avuto modo di
esporla in quest’aula, quando il provvedimento è stato discusso in prima lettura.
Allora eravamo pienamente consapevoli
(ed avevamo a disposizione il tempo necessario) del fatto che esistesse un vuoto
tra la pubblicazione della legge n. 264 del
1999 sulla Gazzetta Ufficiale, la relativa
attuazione e l’emanazione dei bandi da
parte dei singoli atenei; a nostro avviso,
quel vuoto si sarebbe dovuto colmare con
una sanatoria. Rispetto a quel vuoto, sono
state assunte le posizioni più disparate: gli
atenei si sono comportati in maniera
diversa l’uno dall’altro; i TAR hanno fatto
altrettanto; alcune sentenze del Consiglio
di Stato cominciavano ad entrare nel
merito e ad annullare le sospensive dei
TAR e cosı̀ via: vi era, dunque, una
situazione assai diversificata.
Pertanto, all’epoca ci siamo fatti promotori di una proposta emendativa che
prevedeva la sanatoria generalizzata e che,
a nostro avviso, non avrebbe creato ulteriori contenziosi. Cosı̀ non è stato, in
quanto il provvedimento è passato all’esame dell’altro ramo del Parlamento
con una decisione della maggioranza dell’Assemblea che, a nostro giudizio,
avrebbe comportato ulteriori penalizzazioni.
Oggi il provvedimento torna all’esame
di questo ramo del Parlamento con due
modifiche: la prima è relativa all’articolo
1 e prevede una valutazione di merito nei
confronti degli studenti che abbiano sostenuto con esito positivo almeno un
esame, senza che siano definite date di
sorta. La seconda modifica introdotta dal
Senato è relativa all’articolo 2 e ritengo
sia inaccettabile: in questo momento, infatti, siamo chiamati non solo a tutelare
tutti gli studenti universitari ricorrenti,
ma siamo altresı̀ chiamati a tutelare
anche i futuri studenti universitari.
Ebbene, ho proposto due emendamenti
all’articolo 1: il primo prevede nuovamente una sanatoria generalizzata; il secondo permetterebbe di fare una valutazione di merito, consentendo una sanatoria per coloro che, entro una certa data
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(inizialmente avevo proposto che si trattasse della data di pubblicazione del
provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale),
avessero sostenuto almeno due esami. Per
quale motivo parlo di due esami ? Colleghi, mi sento di dire che la proposta
potrebbe non essere giusta, ma vorrei
chiarire un aspetto della questione. Anche
se l’emendamento venisse approvato, si
creerebbero comunque disparità, ma per
lo meno vi sarebbe davvero un merito,
perché sarebbero almeno due gli esami
che alcuni ricorrenti avrebbero potuto
sostenere durante il periodo di discussione
di questo provvedimento al Senato.
Perché prevedo questa clausola, nella
quale credo realmente ? Perché dobbiamo
tener presente che, a tutt’oggi, molti atenei
non solo non hanno consentito agli studenti ricorrenti di sostenere gli esami, ma,
cosı̀ come ci scrive ufficialmente il rettore
dell’Università degli studi di Catania,
« nelle more di una decisione presa autonomamente nel rispetto dell’autonomia di
quell’ateneo il Ministero dell’Università,
con nota del 25 luglio 2000, ha comunicato come la restituzione delle tasse dei
contributi debba essere operata anche nei
confronti di quegli studenti che, a seguito
di pronuncia cautelare da parte dei TAR,
siano stati ammessi con riserva ai corsi
universitari ad accesso programmato e
che successivamente vengano esclusi per
sopraggiunta decisione del Consiglio di
Stato ». Di fatto, a decorrere da quella
data, questi studenti sono stati espulsi e
non sono stati posti nelle condizioni di
sostenere alcun esame. Ecco perché, comunque, se non fosse una sanatoria generalizzata, il provvedimento creerebbe
disparità.
Per quanto riguarda, poi, l’articolo 2,
credo che prevedere che dal prossimo
anno vi siano atenei privi di studenti nelle
facoltà ad accesso programmato e studenti
costretti ad abdicare verso scelte di altri
atenei, distanti dal luogo di residenza, sia
un discorso anomalo, che non possiamo
assolutamente consentire.
La posizione che abbiamo assunto sin
dall’inizio della discussione di questo
provvedimento riteniamo che sia stata la
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più equa. Capisco che vi sono pressioni
che giungono da tutte le parti, perché il
provvedimento che è stato approvato dal
Senato ha creato forti speranze ed anche
forti attese; ma ritengo che lo spirito di
giustizia che in questo caso veramente
dovrebbe accomunare tutti noi legislatori,
lo spirito di giustizia che dovrebbe tutelare i giovani possa ancora indurci ad
avere uno sguardo particolare nei confronti della sanatoria generalizzata. Se
cosı̀ non dovesse essere, insisterei comunque per la votazione del mio emendamento 1.1, augurandomi che chi non
verrà in questo modo soddisfatto non
apra ulteriori contenziosi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Melograni. Ne ha facoltà.
PIERO MELOGRANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è la terza o la
quarta volta che intervengo su tale questione in quest’aula. È una faccenda che
riguarda circa un migliaio di studenti
ricorrenti, i quali cercano di difendere un
interesse particolare molto comprensibile;
tuttavia, noi siamo qui, o dovremmo
essere qui, per difendere gli interessi
generali dell’università. Pertanto, ancora
una volta mi dichiaro contrario a questa
sanatoria, trovandomi oltretutto d’accordo
con il Governo. Ovviamente sto parlando
a titolo personale.
Lo scorso ottobre questa Camera, con
voto trasversale, aveva già bocciato la
sanatoria. Allora come oggi il Governo fu
contrario ad essa: oggi ho l’impressione
che si speri nell’atmosfera speciale di
vigilia elettorale e di chiusura della legislatura per rovesciare il voto di allora.
A proposito dell’articolo 1, chiedo innanzitutto di non votare a favore degli
identici emendamenti Maura Cossutta 1.4,
Manzione 1.7, Cascio 1.8, Volontè 1.10 e
Petrella 1.12, che consentirebbero l’iscrizione al secondo anno di corso a tutti gli
studenti ricorrenti che abbiano sostenuto
un esame, senza limiti di data. Il fatto che
non sia previsto un limite di tempo – si
è chiesto di metterlo – potrebbe essere
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causa di pressioni sia nei confronti dei
rettori, affinché indicano al più presto
sezioni speciali, sia nei confronti dei
professori, affinché venga dato un voto
politico agli studenti, permettendo a questi ultimi di essere iscritti a queste facoltà
al di là del numero programmato e
scardinando il buon funzionamento di
queste facoltà.
Dobbiamo tenere presente che, se soddisfiamo le esigenze di un migliaio circa
di studenti che hanno presentato ricorso,
dobbiamo tutelare anche gli interessi dei
circa 14 mila studenti, i quali, viceversa,
hanno accettato le decisioni delle commissioni di selezione, nonché dei 7 mila
studenti che, grazie a tali selezioni, hanno
avuto accesso a queste facoltà e che si
attendono da queste ultime un insegnamento degno di questo nome.
Vorrei altresı̀ sottolineare che la programmazione degli accessi ai corsi di
medicina, odontoiatria e architettura
trova il suo fondamento in una norma
comunitaria.
Sapete che non parlo molto spesso in
aula e che sono restio a chiedere la parola
ma, se l’ho fatto oggi, è proprio per
rivolgere un caloroso richiamo ai miei
colleghi affinché respingano questa sanatoria (Applausi dei deputati del gruppo
della Lega nord Padania e dei deputati
Acquarone e Di Capua). Invito ad approvare l’emendamento Palumbo 1.11, sul
quale anche il Governo ha espresso parere
favorevole, ed annuncio che voterò contro
l’emendamento 1.9 presentato dall’onorevole Dalla Chiesa, con il quale mi sono già
scusato personalmente (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Cangemi. Ne ha facoltà.
LUCA CANGEMI. Signor Presidente,
non mi soffermerò, perché lo abbiamo
fatto già molte altre volte in quest’aula,
sulle motivazioni che sono alla base della
nostra battaglia non in favore di una
sanatoria, ma in favore di una regolarizzazione degli studenti ricorsisti.
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Ha chiesto di parlare
di voto, a titolo persoBuontempo, al quale
disposizione tre minuti.
TEODORO BUONTEMPO. Presidente,
ritengo che al punto a cui si è giunti sia
inutile fare della filosofia. Qui si tratta di
approvare il testo licenziato dal Senato o
di dire addio a quella cosa che non
chiamerei sanatoria ma regolarizzazione.
Tutto il resto ha le sue ragioni, le sue
legittimità, ma siamo fuori tempo massimo.
Oggi ci dobbiamo chiedere se questi
mille studenti siano stati accolti nell’università in maniera legittima o meno. Non
è certo colpa di questi studenti se si è
arrivati a certe determinazioni ! È chiaro
che esiste un problema generale dell’università, ma non credo che quest’ultima
riceva da tale evento tanti danni, anzi
ritengo che l’università abbia ricevuto ben
altri danni; con ciò mi riferisco, ad
esempio, ai privilegi di una classe docente
che non ha compiuto quel passo indietro
che le veniva richiesto dagli studenti e dai
cittadini.
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Vorrei rivolgere un estremo appello ai
colleghi, sapendo di partire da una condizione di difficoltà, affinché venga approvato l’emendamento Napoli 1.2, il
quale, pur nella sua imperfezione, può
rappresentare l’unica e l’ultima soluzione
accettabile di questa vicenda. Sappiamo
che tutte le altre soluzioni, anche quelle
che noi saremmo costretti a sostenere,
creano situazioni inaccettabili di disparità,
perché sono diverse le situazioni che si
sono consolidate nei diversi atenei.
Credo che questo Parlamento, al di là
delle opinioni che ognuno di noi ha su
questa materia, sulla cultura politica, sul
modello di università che essa sottende,
non possa sottrarsi all’obbligo di adottare
una soluzione che abbia un tasso accettabile di equità.
Per tali motivi Rifondazione comunista
voterà a favore dell’emendamento Napoli
1.2 (Applausi dei deputati del gruppo misto-Rifondazione comunista-progressisti).
PRESIDENTE.
per dichiarazione
nale, l’onorevole
ricordo che ha a
Ne ha facoltà.
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Ora, sembra che di colpo questa autorevolezza dell’università e la sua efficienza debbano passare attraverso la reiezione di una regolamentazione; in altre
parole si dice a questi ragazzi: voi avete
stupidamente sciupato due anni della vostra vita; ve l’abbiamo presa e poiché
siamo arroganti e abbiamo la migliore
università del mondo, andate a casa !
Questa politica dà ogni giorno il peggiore
spettacolo possibile. Ora si vorrebbe recuperare la dignità della politica respingendo mille giovani che chiedono una
regolamentazione per poter proseguire il
corso di studi che hanno scelto, corso di
studi che lo Stato li ha illusi di poter
seguire.
In altri termini, ciò che voglio dire è
che non è colpa loro se diverse istituzioni
dello Stato danno interpretazioni diverse
delle norme, delle leggi e dei regolamenti !
Penso che lo studente, al pari del lavoratore, cerchi di soddisfare le proprie
aspirazioni seguendo tutte le strade legali
esistenti.
Siamo all’ultima settimana prima della
fine dei lavori parlamentari. Ebbene, il
Parlamento vuole concludere i suoi lavori
voltando le spalle alle aspirazioni di questi
ragazzi ? Caso mai il « no » lo si doveva
esprimere molto tempo fa e non adesso !
Ed allora il testo approvato dal Senato
può essere non del tutto soddisfacente,
però noi dobbiamo valutare la differenza
che ci sarà tra l’accettare un testo che non
soddisfi legittimamente tutti ed il modificare questo testo, con ciò cancellando due
anni di vita per mille ragazzi. Ebbene, io
scelgo il testo approvato dal Senato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Targetti. Ne ha facoltà.
Onorevole Cerulli Irelli, onorevole
Giannotti, per cortesia !
Prego, onorevole Targetti.
FERDINANDO TARGETTI. Presidente,
la Camera si era già espressa su questa
materia qualche mese fa. Che cosa è
intervenuto per modificare il voto che
allora la Camera espresse e il giudizio che
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molti di noi – ed io tra questi – avevamo
dato della vicenda ? Nulla: sanatoria ingiustificata era e tale resta !
Il Governo si è espresso in modo serio,
non demagogico – è difficile in questi
momenti – e articolato. Sono totalmente
d’accordo con le argomentazioni del sottosegretario Guerzoni; l’assenza di date è
un invito ad ingolfare l’università. La
posizione espressa a suo tempo dalla
Camera, ricordata dal relatore, era molto
equilibrata: possibilità di iscriversi ad
altra facoltà, mantenimento della borsa di
studio e rinvio del servizio militare. Rispetto alla posizione assunta dalla Camera, si può consentire – a mio parere –
ad una sola concessione all’argomento che
con la sanatoria – tale è, non una
regolarizzazione – si viene a far pulizia di
una situazione fortemente sperequata.
Questa concessione è rappresentata dall’emendamento Dalla Chiesa 1.9 che prevede l’iscrizione al secondo anno agli
studenti che abbiano sostenuto con esito
positivo almeno due esami entro il 15
agosto 2000. Non si richiedono requisiti
incredibili, ma un requisito minimo per
ottenere la borsa di studio. Preannuncio
sin da ora che esprimerò voto favorevole
sull’emendamento Dalla Chiesa 1.9.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole
Bianchi Clerici. Ne ha facoltà.
GIOVANNA BIANCHI CLERICI. Presidente, le chiedo sin d’ora la cortesia di
parlare per dichiarazione di voto su
ognuno degli emendamenti che esamineremo in seguito.
Come è facilmente constatabile, la Lega
nord non ha presentato emendamenti al
testo oggi in discussione perché siamo a
favore del testo che la Commissione ha
licenziato mercoledı̀ scorso, che è identico
a quello approvato dall’Assemblea nello
scorso mese di ottobre. Come è stato
ricordato, non si tratta di una sanatoria,
ma di una salvaguardia di alcuni benefici,
tra i quali le provvidenze per il diritto allo
studio, il rinvio del servizio militare e la
possibilità di iscriversi al secondo anno di
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un’altra facoltà tenendo conto degli eventuali esami o crediti formativi già acquisiti. Se il testo rimarrà quello approvato
mercoledı̀ scorso dalla Commissione cultura, riceverà anche questa volta il voto
favorevole della Lega nord. In caso contrario, ovviamente, la nostra valutazione
cambierà.
Esprimeremo voto contrario sull’emendamento della collega Napoli perché, dopo
che il Parlamento è stato investito della
questione relativa all’applicazione delle
prerogative dell’autonomia universitaria,
in obbedienza alle direttive comunitarie e
a tutti gli strumenti legislativi da sempre
a disposizione delle singole facoltà, non
possiamo più tornare indietro e chiedere
ad ogni singola università di comportarsi
come meglio crede. In tutta franchezza,
non sarei disponibile a scommettere su
una rigorosità comune a tutti gli atenei.
Pertanto, il nostro gruppo esprimerà voto
contrario sull’emendamento Napoli 1.2.
Desidero esprimere, a titolo personale,
tutto il mio apprezzamento al sottosegretario Guerzoni per la chiarezza e la
limpidezza che ha sempre mantenuto in
questa discussione, superando pressioni
forti che abbiamo ricevuto anche noi
semplici parlamentari di maggioranza e di
opposizione; immagino, dunque, quelle
che può aver ricevuto il Governo. Credo
che il sottosegretario abbia mantenuto
una posizione ferma e nitida e di ciò, a
livello personale, voglio dargli completamente atto in quest’aula (Applausi dei
deputati del gruppo della Lega nord Padania e dei deputati Soave e Dalla Chiesa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Mazzocchin. Ne ha facoltà.
GIANANTONIO MAZZOCCHIN. Signor
Presidente, colleghi, anch’io esprimo l’apprezzamento più sentito per la posizione
del Governo, che appoggio totalmente.
Volevo ricordare ai colleghi che l’argomento in discussione è serio, ha risvolti
umani indubbi, deriva anche da comportamenti non coerenti di varie università
italiane. Siamo tutti consapevoli di queste
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difficoltà, ma se introducessimo il principio che si può evitare l’applicazione di
una legge chiedendo una sanatoria qualsivoglia, partendo dall’università A, B o C
per arrivare per esempio a quella di
Napoli (Federico II), introdurremmo un
principio assolutamente negativo.
Sono consapevole dei risvolti esistenti e
so che anche gli esami di ammissione
sono perfettibili; capisco tutto ma sono
totalmente contrario alla riproposizione,
per la seconda volta, di una sanatoria, con
la conseguenza che l’anno prossimo vi
sarebbe inevitabilmente la terza.
Per tale ragione, sono assolutamente
contrario a che il provvedimento venga
votato in difformità da quanto proposto
dalla Commissione competente (Applausi
dei deputati dei gruppi misto-Federalisti
liberaldemocratici repubblicani, della Lega
nord Padania e dei Democratici-l’Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Palumbo. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PALUMBO. Signor Presidente, prendo la parola dopo averlo già
fatto in sede di discussione sulle linee
generali e, mi creda, mi trovo in grossissima difficoltà perché capisco i problemi,
le esigenze, le aspettative dei giovani che
oggi qui davanti hanno chiesto notizie;
essi non hanno contestato, ma hanno
garbatamente esposto le loro ragioni.
Su questo provvedimento la Camera si
è già pronunciata e, qualche mese fa, io
ho espresso una posizione in linea di
massima contraria alla sanatoria, lasciando liberi i deputati del mio gruppo di
esprimersi come volessero. Secondo me,
adesso la situazione è ancora più grave,
Presidente, proprio per le disparità di
regolamentazione che vi sono nelle diverse
università: come ha sostenuto il collega
Cangemi, in alcune università molti studenti non sono stati messi nelle condizioni
di sostenere neanche un esame.
Potrei anche essere favorevole alla sanatoria generalizzata prevista dall’emendamento Napoli 1.2, perché o li saniamo
tutti o non saniamo nessuno; non pos-
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siamo sanare solo una parte dei ricorrenti, ossia quelli che abbiano sostenuto
un esame (ciò significa ben poco o quasi
nulla). Ho detto ieri e ripeto oggi che, a
mio avviso, sanatorie di merito non ne
esistono: o si fa una sanatoria o non la si
fa, perché altrimenti dovremmo fare sanatorie di merito, come sostiene l’onorevole Dalla Chiesa, andando indietro nel
tempo, al 15 agosto, perché vi sono
problemi di scadenza relativi alle materie
o addirittura di altro tipo, ancora più
rigidi.
Personalmente sono contrario alle sanatorie ma voterò a favore dell’emendamento Napoli 1.2, perché mi sento di
affermare che o si fa la sanatoria per tutti
i ricorrenti, consentendo di sostenere
esami a chi non è stato messo nelle
condizioni di farlo, anche se non so come,
o non la si fa. Mi sono informato: questi
studenti dovrebbero essere iscritti al
primo anno ripetente, con complicazioni
di ordine burocratico notevoli (ma teoricamente si può fare).
Lo ripeto, alla sanatoria di merito sono
contrario; tuttavia, per carità, do libertà di
voto. Eventualmente interverrò sul mio
successivo emendamento. Sull’emendamento Napoli 1.2 esprimerò un voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Di
Capua. Ne ha facoltà.
FABIO DI CAPUA. Signor Presidente,
dopo qualche mese torniamo a discutere
di questo tema, che è stato già affrontato
dalla Camera che, in una certa maniera,
si è espressa negativamente nei confronti
di un’ipotesi di sanatoria. Presidente e
colleghi, questa è ancora una volta una
riproposizione di un classico esempio di
malcostume politico e istituzionale.
Io mi sono speso l’altra volta per
cercare di trasmettere un messaggio di
ripristino di regole e di invito al rispetto
di queste regole. Noi, ancora una volta,
portiamo all’attenzione dell’Assemblea un
provvedimento che fa carta straccia delle
regole in questo paese !
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Ho sentito parlare dei diritti e delle
aspettative di mille giovani. Tutto il rispetto per questo, ma vi è il rispetto delle
aspettative di milioni di italiani che in
questo paese attendono il rispetto delle
regole che abbiamo dimenticato da anni
(Applausi del deputato Orlando) !
Questo è un problema che, al di là del
merito specifico, prefigura un atteggiamento della politica e delle istituzioni che
ancora insiste in atteggiamenti sbagliati,
che alimentano forme di malcostume politico e i canali della clientela, soprattutto
in periodi preelettorali.
Invito un po’ tutti i colleghi, in un
patto trasversale, a rigettare queste regole
e a non accettare che si venga in questa
sede a ratificare sollecitazioni di parte,
interessi di piccoli gruppi contro gli interessi prioritari dei valori del nostro paese !
Questo è un problema che va, francamente una volta per tutte, definito.
L’Assemblea si è espressa nella precedente occasione con molto senso di responsabilità. Sono d’accordo con i colleghi
che hanno ritenuto non esservi elementi
nuovi che possano indurci ad un mutamento di atteggiamento. È abbastanza
sorprendente che l’Assemblea, dopo qualche mese, debba ancora tornare a discutere, affrontare e dibattere questo problema.
Presidente, sono assolutamente contrario allo spirito del provvedimento e non
sono nemmeno soddisfatto per l’individuazione di marchingegni e accorgimenti per
modificarne parzialmente il contenuto. Mi
sorprende anche che illustri colleghi si
siano prestati con la loro firma a che l’iter
di questo provvedimento vedesse la luce in
quest’aula.
Se diritto c’è, sarà la magistratura
amministrativa a riconoscerlo e le università si adegueranno alle sentenze della
magistratura amministrativa ! Ma che la
politica, le istituzioni e i partiti rimangano
fuori da questa operazione di bassa clientela preelettorale (Applausi dei deputati del
gruppo dei Democratici-l’Ulivo e dei deputati Rivolta e Mazzocchin).
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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Matranga, al quale ricordo che dispone di tre minuti di tempo.
Ne ha facoltà.
CRISTINA MATRANGA. Presidente,
sarà sufficiente anche un tempo minore,
perché vorrei soltanto chiarire un concetto.
Credo che oggi un altalenante convincimento politico voglia vietare la possibilità a molti studenti di continuare negli
studi intrapresi e ci si lascia andare, a mio
avviso, ad alcune ipotesi penalizzanti.
Vi chiedo di riflettere su quello che
stiamo votando in questo momento,
perché trovo umiliante la posizione che
stiamo assumendo poiché andiamo ad
umiliare le aspettative dei giovani e del
loro futuro ! Credo che, se bocceremo
questo emendamento, noi bocceremmo
due anni di lavoro e la possibilità di
creare aspettative a questi ragazzi.
Credo inoltre che debba essere data la
possibilità ai ricorsisti di continuare negli
studi intrapresi, lasciandoli portare a
compimento un indirizzo che considero
essenziale per il loro futuro. Ciò servirebbe anche ad allontanare da quei giovani il convincimento che, per colpa dello
Stato e di una politica poco attenta,
abbiano buttato via due anni della loro
vita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Castellani. Ne ha facoltà.
GIOVANNI
CASTELLANI.
Intervenendo a titolo personale, preannuncio che
intendo esprimere un voto contrario sia
su questo emendamento sia su tutti quelli
che prospettano una sanatoria, per le
motivazioni che ho già avuto occasione di
esporre in quest’aula in sede di prima
lettura.
Rispetto ad allora, vi è un solo fatto
nuovo: quasi 1.500 nuovi ricorsi per
l’anno accademico 2000-2001, con sospensive del TAR e revoche da parte del
Consiglio di Stato. Quindi, se volessimo
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essere previdenti, dovremmo fare subito la
sanatoria anche per l’anno accademico
2000-2001 (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Teresio Delfino. Ne ha facoltà.
TERESIO DELFINO. Signor Presidente,
signor sottosegretario, l’iter di questo
provvedimento testimonia il grado di confusione della maggioranza. Al Senato la
maggioranza approva un testo e alla
Camera esprime un’altra opinione (Applausi del deputato Cè). I deputati dei CDU
hanno presentato una proposta di legge
raccogliendo un invito fatto dal sottosegretario in quest’aula rispondendo ad una
interrogazione del gruppo CDU nella
quale aveva lasciato intendere che il Governo si sarebbe chiaramente rimesso
all’Assemblea. Prendo atto che il Governo
ha cambiato opinione.
LUCIANO GUERZONI, Sottosegretario
di Stato per l’università e la ricerca scientifica e tecnologica. Il Governo non ha mai
cambiato opinione su questo provvedimento.
TERESIO DELFINO. Comunque, ritengo con molta sincerità che noi non
siamo davanti ad uno stravolgimento. Qui
c’è un’enfatizzazione di questo provvedimento. Addirittura si vuole affermare che
questo provvedimento sarebbe esemplare
del malcostume esistente nei rapporti tra
politica e cittadini, mentre noi cerchiamo
di affrontare una situazione che si è
determinata per le carenze del Parlamento e del Governo per l’entrata in
vigore in ritardo della legge n. 264.
Quindi, qui non siamo davanti a un
problema di sanatoria ma siamo davanti a
un problema di ritardo della pubblica
amministrazione.
Vorrei anche dire agli amici che sostengono che noi tuteleremmo qualche
interesse particolare che il primo interesse
da assicurare è una par condicio davanti
alla legge. E allora, cari colleghi, davanti
al fatto che alcuni di noi hanno cosı̀ tante
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certezze su quelli che sono i passaggi della
normativa rispetto alle iscrizioni degli
anni scorsi, noi modestamente abbiamo
qualche dubbio. Noi confermiamo che la
proposta di legge che avevamo proposto
con primo firmatario l’onorevole Grillo
andava nella direzione di riconoscere che
c’era stata una confusione normativa e
attuativa da parte della pubblica amministrazione nelle sue massime responsabilità ...
LUCIANO GUERZONI, Sottosegretario
di Stato per l’università e la ricerca scientifica e tecnologica. Ma dove ?
TERESIO DELFINO. ... e quindi ritenevamo semplicemente di dover garantire
a questi ragazzi un trattamento equo.
Questa la nostra convinzione. Questo è il
motivo per cui noi annunciamo il nostro
voto favorevole sull’emendamento 1.2 dell’onorevole Napoli che conferma l’autonomia degli atenei e delle università e
subordinatamente noi portiamo la nostra
totale adesione al testo del Senato che è
una via di compromesso che almeno
risolve in parte questa vicenda.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Orlando. Ne ha facoltà.
FEDERICO ORLANDO. Signor Presidente, i democratici sono interamente
d’accordo (s’intende nella nostra maggioranza e non all’unanimità) con la posizione espressa a nome del Governo dal
sottosegretario Guerzoni. È la posizione
che il nostro collega Dalla Chiesa ha
tenuto ben evidente nel precedente dibattito che si è tenuto in quest’aula. La
nostra preoccupazione, signor Presidente,
va al di là del caso specifico. In quello che
sta succedendo noi vediamo il rischio di
una dequalificazione istituzionale al massimo livello. Mi perdoni, signor Presidente,
se sono costretto a ricordare a lei e
all’Assemblea che questa mattina abbiamo
letto sul più importante quotidiano d’Italia, il Corriere della Sera, un articolo di
Angelo Panebianco nel quale si sostiene
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che la potente lobby dei bocciati con la B
maiuscola (cosı̀ la definisce il professor
Panebianco) è talmente potente e influente, soprattutto in questo periodo
preelettorale, da aver trovato udienza non
soltanto presso alcuni deputati e senatori,
ma anche presso le Presidenze del Senato
e della Camera.
Signor Presidente, è inevitabile che,
quando si varano provvedimenti di sanatoria, di condono, di indulgenze plenarie e
di remissione dei peccati, come questo
provvedimento, è inevitabile che si finisca
con l’indurre nei cittadini rispettosi delle
leggi il sospetto che le istituzioni solidarizzino o siano in qualche modo complici
dei cittadini che le violano.
Per questo noi ci porremo sulla linea
del collega Dalla Chiesa, il quale peraltro
ha offerto all’Assemblea la possibilità di
ritrovarsi su una posizione di compromesso che non pregiudichi nessuno ma, al
tempo stesso, faccia rispettare almeno in
parte la legge. Se questo non dovesse
accadere, Presidente, senza voler assumere atteggiamenti provocatori, riproporremo la posizione del presidente Castellani, il quale afferma che, di fronte al
fatto che già oggi sono stati depositati
1.500 ricorsi per il nuovo anno, proporremmo in articulo mortis al Parlamento di
votare una legge di condono preventivo
per le attuali e le future violazioni delle
leggi (Applausi dei deputati del gruppo dei
Democratici-l’Ulivo).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Del
Barone. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE DEL BARONE. Signor Presidente, colleghi, per la verità non mi
aspettavo interventi talmente acri su un
argomento che non ho alcun motivo di
ritenere meritevole delle dichiarazioni che
ad esso sono state dedicate sia dall’amico
Di Capua, che è persona di solito sobria
ma questa volta ha emesso il « do » della
pira che Muti non ha voluto nel suo
Trovatore, sia dall’amico professor Melograni, che ha parlato, esagerando, di
alcune cose legate al periodo elettorale.
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Alcune cose io le ho dette quando non
eravamo vicini alle elezioni; le stesse cose
le sento adesso perché erano pregne di
validità morale, oltre che tecnica. Le
ripeterò brevemente.
Sono favorevole – e lo sottolineo – al
numero programmato, ma questa volta, in
aperta contraddizione con quanto ha
detto l’onorevole Targetti, non ci troviamo
dinanzi ad una sanatoria reiterata ma
all’accettazione della continuazione di una
sanatoria votata allora e non recepita da
una seconda parte che in questa sanatoria
si identificava. Questo è molto differente.
Amico presidente Castellani, io sono un
suo convinto ammiratore, ma non le pare
che sia leggermente scorretto affermare
che bisogna trattare i 1.500 ricorsi relativi
a quest’anno ? Lei sa che questi ricorsi
non potranno essere trattati, perché
prima non avevamo una legge mentre ora
ce l’abbiamo. Se vogliamo folklorizzare
l’intervento, facciamolo pure e diciamo
tutto quello che vogliamo ! Si può affermare che gli avvocati sono fatti per
lavorare e quindi possono accettare queste
cose, ma un conto è accettare il lavoro
degli avvocati, altro conto è che il Parlamento accetti certe cose !
L’onorevole Orlando ha voluto richiamare un articolo del giornalista Panebianco ed una terminologia che io respingo nella maniera più assoluta.
FEDERICO ORLANDO. È un professore universitario !
GIUSEPPE DEL BARONE. Si può essere ciò che si vuole, anche professore
universitario, caro collega Orlando ! Ma in
quell’articolo Panebianco se la prendeva
con i senatori, i quali hanno approvato il
provvedimento che oggi stiamo esaminando in questa sede. Non dobbiamo
dimenticare che, quando la proposta di
legge in oggetto è giunta all’esame dell’Assemblea, non ha avuto l’ipertrofia dell’apoteosi, perché è stata approvata per 25
voti !
Sono previsti trattamenti definitivamente disparati per tutte le università:
quella di Napoli, ad esempio, ha concesso
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SEDUTA DEL
l’iscrizione ad alcuni e l’ha negata ad altri;
a Catania sono accaduti episodi simili. Fa
benissimo, allora, la collega Napoli a dire
che bisognerebbe tornare all’argomento
discusso dalla Camera e andare alle conclusioni. Siccome io vivo sempre secondo
i dettami di un grande Santo, San Giovanni Bosco, il quale affermava che « l’ottimo è nemico del buono », se proprio non
dovessimo arrivare a tanto, votando a
favore degli emendamenti Napoli 1.2 e
Palumbo 1.11, direi sı̀ al testo varato dal
Senato...
PRESIDENTE. Onorevole Del Barone,
deve concludere.
GIUSEPPE DEL BARONE. Ho concluso, Presidente. Il testo varato dal Senato è un testo giusto che dà nuovamente
speranza ai giovani, dà vigore alle famiglie
e dà voglia di studiare a persone che
sentono profondamente l’arte di Esculapio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole D’Ippolito. Ne ha facoltà.
IDA D’IPPOLITO. Signor Presidente, in
coerenza con atti parlamentari e con
posizioni assunte già in questa sede in
tempi non sospetti e assai lontani dagli
appuntamenti elettorali...
PRESIDENTE. Onorevole Colombini, la
richiamo all’ordine.
IDA D’IPPOLITO. ...desidero esprimere
una convinta adesione all’emendamento
Napoli 1.2 e al testo licenziato dal Senato.
Non credo si possa considerare corrispondente al vero la preoccupazione espressa
che oggi la Camera voti l’ennesima sanatoria e che si introduca un pericoloso
precedente, vale a dire l’abitudine ad
emendare una legge ancora prima che sia
stata applicata. Si tratta di cogliere il
senso della nostra posizione attuale, di
ricordare che la sanatoria è resa necessaria dalla tardiva efficacia della normativa che regola l’accesso ai corsi univer-
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sitari; si tratta, quindi, di ristabilire princı̀pi di equità, di dare risposte alle aspettative di tanti giovani e di tante famiglie.
Non posso ritenere fondata nemmeno la
preoccupazione che emendare le leggi
rappresenti un vulnus della democrazia e
dell’abitudine a fare buone leggi, perché
ritengo che la capacità di evolvere in
meglio sia una risorsa della legislazione,
anche rivedendo le leggi già fatte: sanare
per migliorare, rispettare le regole per
realizzare giustizia.
L’Assemblea ha espresso un voto contrario sul provvedimento che oggi ci
giunge modificato dal Senato, ma con una
scarsa differenza di voti e credo che su
questo elemento l’Assemblea debba interrogarsi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Becchetti. Ne ha facoltà.
PAOLO BECCHETTI. Signor Presidente, senza entrare nei tecnicismi dell’emendamento in esame, desidero svolgere alcune riflessioni sulla decisione che
stiamo per assumere. Essa non riguarda
una sanatoria, ma una questione di
equità. È stato già rilevato che, in precedenza, era stato adottato un provvedimento di questo genere e il Senato ne ha
licenziato uno diverso rispetto al quale ci
dobbiamo pronunciare. Ritengo necessaria
una verifica sulla volontà di adottare
qualche cambiamento, anche modesto –
credo che il Governo si sia già espresso
nel merito – per fare in modo che il
provvedimento prosegua il suo iter.
Comunque, in questa vicenda si è
dimenticato che, solo apparentemente, la
questione è una variabile indipendente
rispetto al grande tema della riforma delle
libere professioni, sul quale si discute da
molti anni, nonché sull’altro grande e
connesso tema dell’avvio della riforma
universitaria. Vi sono questioni aperte:
l’accesso, il tirocinio, le modalità della
formazione post-universitaria, la preselezione nei concorsi e quant’altro. Ricordo,
ad esempio, che nel concorso per la
magistratura la preselezione è stata abo-
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lita, mentre in altri ha prodotto risultati
disastrosi e notevoli iniquità. Ritengo che,
oggi, si debba votare a favore del provvedimento in esame, non solo perché è
una sanatoria, non perché fa seguito ad
un provvedimento identico adottato un
paio di anni fa, non solo perché il Senato
si è espresso in un determinato modo, ma
soprattutto perché oggi è necessario azzerare tutto per ripartire con il grande
affresco rappresentato dalla riforma delle
libere professioni sulla quale tutti dovremo lavorare con grande intensità e
attenzione. Il tema dell’accesso, infatti, è
fondamentale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole
Acierno, al quale ricordo che ha a disposizione due minuti di tempo. Ne ha
facoltà.
ALBERTO ACIERNO. Signor Presidente, voglio richiamare per un istante
l’intervento del collega Di Capua, il quale
ha dichiarato che è scandaloso che in
quest’aula si discuta oggi questo provvedimento, come se fosse scandaloso il
sistema parlamentare del nostro paese,
che prevede due Camere con ampia autonomia e in cui è normale e democratico
che in un ramo del Parlamento si legiferi
in una maniera e nell’altro ramo del
Parlamento si possano cambiare le norme
già approvate.
Ciò che è veramente scandaloso è che
vi siano una maggioranza ed un Governo
in un ramo del Parlamento ed una maggioranza evidentemente diversa ed un
diverso Governo nell’altro ramo del Parlamento.
LUCIANO GUERZONI, Sottosegretario
di Stato per l’università e la ricerca scientifica e tecnologica. No, non è vero !
ALBERTO ACIERNO. Non capisco
come sia possibile che la maggioranza, che
si è fregiata di approvare un testo cosı̀
alto e nobile alla Camera, abbia potuto
produrre questa mostruosità al Senato ed
oggi che il provvedimento è tornato in
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questo ramo del Parlamento voglia attaccare se stessa giustificando l’errore compiuto al Senato.
La verità, signor Presidente, è che,
come troppo spesso accade nel Parlamento italiano, vi è un gruppo di giovani
di questo paese – non so se siano cento,
mille o centomila – che intende studiare,
e non è cosa da poco, e che viene
sballottato tra palazzo Madama e palazzo
Montecitorio, a seconda di ciò che all’attuale maggioranza deleteria di questo
paese passa per la testa.
Rivolgo, quindi, un invito ai colleghi
del Polo che ho sentito intervenire sino ad
ora: abbiate il coraggio politico – lasciate
perdere l’etica per una volta – di far
assumere a questi signori le loro responsabilità. Votate il testo che è stato licenziato dal Senato e fate in modo che siano
loro stessi a bocciare quello che hanno
prodotto al Senato, ma non diventate
corresponsabili dello scempio che stanno
facendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Giuliano, al quale ricordo che ha a disposizione un minuto di tempo. Ne ha facoltà.
PASQUALE GIULIANO. Signor Presidente, la legislatura volge ormai al termine e ritengo che ormai il tempo stringa.
Bisogna dare prova di buon senso, di
equilibrio e forse anche di coraggio. Dico
« no » ai falsi pudori, a un moralismo
peloso, contraddittorio e a volte poco
credibile.
Si è parlato di rispetto delle regole:
certo, le regole sono fondamentali, ma
non bisogna esagerare. In tantissime occasioni, in materia di fisco e di amnistia,
le abbiamo dimenticate. Ricordo le innumerevoli amnistie e gli innumerevoli condoni cosiddetti tombali. Vogliamo ora
misurare la nostra forza su mille studenti,
vogliamo misurare lo spessore dei nostri
principi su mille studenti confusi e frastornati da un sistema che li ha illusi ?
Penso non sia una prova di forza, ma di
debolezza. Certo, se vi è un diritto, la
magistratura lo riconoscerà, ma quando,
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come ? Dopo che la loro vita professionale
e scolastica sarà stata sconvolta ?
Mi dichiaro, quindi, assolutamente favorevole a quella che non è una sanatoria,
ma un atto di giustizia verso studenti che
sono stati immessi in un sistema che li ha
fuorviati e che rischia ora di rovinare
anche il loro prossimo futuro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole
Biondi, al quale ricordo che ha a disposizione due minuti di tempo. Ne ha
facoltà.
ALFREDO BIONDI. Signor Presidente,
onorevoli colleghi, quello che stiamo discutendo è un tema trasversale alle forze
politiche. Credo non abbiano ragione né
Panebianco né Orlando, che lo ha citato.
Vorrei che Orlando lo citasse anche
quando esprime posizioni contrarie alle
sue.
Prendere la parte di Panebianco che
piace e sputare l’altra credo non sia una
regola liberale.
L’argomento che dobbiamo trattare
oggi è quello di un diritto acquisito da
ragazzi ai quali è stato consentito di
sostenere esami nelle università prescelte,
di avere quindi un diritto che deriva, non
dico da una concessione, ma da una realtà
di carattere istituzionale a cui hanno
aderito. Che di fronte a ciò che è avvenuto
essi abbiano fatto ricorso al giudice, a chi
li deve sostenere nella proposizione e
nella interposizione della loro posizione
rispetto a decisioni che sono state assunte,
credo sia un diritto. Se non si può
neppure più ricorrere ai giudici in Italia ...
Come se fosse un attentato aver assunto
un atteggiamento reattivo ! Se vi è una
posizione che, quasi a seconda del numero delle persone, degli interessi e delle
baronie esistenti nel nostro paese, ha una
caratteristica di carattere preclusivo, mi
permetto di dire al mio amico – e
sottolineo la parola « amico » – Federico
Orlando che forse la sua citazione non era
adeguata. È vero che le sanatorie fanno
male, ma ho l’onore di avere votato contro
circa 45 amnistie e condoni nel nostro
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paese; ho votato quando si sanavano le
situazioni dei delinquenti; ho parlato
quando si stabiliva che il codice penale
aveva delle sincopi per cui chi aveva
commesso un reato in un certo momento
e faceva lo slalom gigante passando da
una porta all’altra era impunito in questo
Parlamento, dove sono da trent’anni e
dove ho assistito a sanatorie votate da
voialtri, mentre volete negarne una agli
studenti che hanno avuto una posizione
difficoltosa. Volete negarla ? Negatela ! Datela ai delinquenti e negatela agli studenti
(Applausi dei deputati dei gruppi di Forza
Italia e di Alleanza nazionale) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Trantino. Ne ha facoltà.
ENZO TRANTINO. Signor Presidente,
onorevoli colleghi, non sono certamente
sospettabile di catturare benevolenze per
il tempo che precede la risposta elettorale.
Mi adeguo ad una mia lineare condotta
che esplicitai quando l’anno scorso sostenemmo codesto problema venendo battuti
in quest’aula perché io ero per la regolarizzazione, giornalisticamente detta sanatoria.
Voglio sottoporre ai colleghi che sono
di diverso avviso – con il rispetto che si
deve all’opinione opposta, ma se non ci
fossero le opinioni opposte, non ci sarebbero le corse dei cavalli – se non condividano un principio: se io salgo su un
treno e so che esiste una certa tariffa, ma
durante la corsa mi si dice che quella
tariffa è cambiata e mi si costringe a
scendere dal treno, è un atto di violenza
contro il delitto. Qui vi è stata una rottura
giuridica perché prima sono state incoraggiate determinate iscrizioni e dopo si è
detto – a muso duro – che non erano più
compatibili con la nuova regola. A questo
punto possiamo discutere su tutto, ma
non sui destini umani esistenziali di una
platea limitata di aventi diritto. A costoro
si può dire che a nessuno da ora si
possono consentire iscrizioni che non
siano contemplate da regole rigide, ma la
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regolarizzazione della pendenza attiene a
tutti gli Stati di diritto. La norma regola
comportamenti futuri; nel caso di specie
vi è una retroattività che attacca, distruggendo speranze di individui e di famiglie.
Conclusivamente, vorrei che sul piano
del lessico si finisse di usare il termine
« ricorsisti » per sostituirlo con « ricorrenti », quasi che in questo paese fosse di
moda il ricorso come supplenza alla
mancanza dello stato (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Misuraca. Ne ha facoltà.
Le ricordo che ha un minuto a disposizione.
FILIPPO MISURACA. Signor Presidente, mi chiedo quale sia la responsabilità di tutti questi giovani.
Questi giovani hanno chiesto di avere
la possibilità di diventare studenti universitari. Non hanno avuto la possibilità di
accedere ai corsi, perché non hanno superato un quiz (sul quale vorrei tornare in
seguito); pertanto, si sono rivolti al TAR,
hanno ottenuto la sospensiva ed è stato
loro consentito di accedere ai corsi universitari: in tal modo, si sono create in
loro aspettative e oneri economici per le
famiglie; inoltre, si è consentito loro di
rinviare il servizio militare. Ebbene, se
non vi è responsabilità da parte di quei
giovani, respingo che esistano delle lobby:
se esistono, sono le lobby di coloro che
gestiscono le università !
Signor Presidente, quei giovani hanno
avvicinato molti di noi; hanno avvicinato
lei ed il Presidente del Senato Mancino,
nonché molti deputati. Se quei ragazzi
costituiscono una lobby, allora io sono un
pentito e, in quanto tale, mi dichiaro a
favore di quei giovani: è, infatti, un
problema di giustizia che dobbiamo risolvere in questa sede. Si pongono problemi
anche per l’anno accademico 2000-2001
ed il Parlamento (come ha affermato
l’onorevole Teresio Delfino) deve subito
intervenire per legiferare ed impedire che
si creino ulteriori problemi. Allora non è...
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PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole
Misuraca.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto, a titolo personale, l’onorevole
Gramazio, al quale ricordo che ha un
minuto di tempo a disposizione. Ne ha
facoltà.
DOMENICO GRAMAZIO. Signor Presidente, voglio aprire il mio intervento con
le ultime parole del collega di Forza Italia
che mi ha preceduto: ci vuole un atto di
giustizia da parte di questo Parlamento,
che non si può schierare contro mille
studenti che hanno avuto la possibilità –
grazie ai ricorsi che ciascuno di loro ha
presentato per proprio conto – di seguitare a studiare e di sostenere gli esami.
Il collega Landi di Chiavenna mi ha
detto che entrando oggi in Parlamento è
stato fermato da uno dei genitori che
erano fuori del palazzo, il quale gli ha
mostrato il libretto universitario del figlio,
con gli esami fatti, e gli ha raccontato i
sacrifici che l’intera famiglia ha sostenuto
per far studiare quel ragazzo: ebbene, se
il Parlamento è contro quei sacrifici, non
è più il Parlamento d’Italia (Applausi dei
deputati del gruppo di Alleanza nazionale) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Taradash, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a
disposizione. Ne ha facoltà.
MARCO TARADASH. Signor Presidente, non so cosa sia la giustizia, ma so
che cosa sono le leggi: se abituiamo le
persone a ritenere che si possano violare
le leggi in nome della giustizia, commettiamo un errore. Ci si può opporre alle
leggi e si può fare loro resistenza per
modificarle, ma non ci si può comportare
sulla base degli interessi e delle aspettative.
Qualcuno ha affermato che quei giovani, ricorrendo al TAR, non hanno commesso alcun reato. A tale osservazione
rispondo che è vero, quei ragazzi hanno
esercitato un proprio diritto, ma la questione sta in altri termini. Caro collega
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Biondi, il TAR ha dato torto a quei
ragazzi e il problema nasce proprio da
tale fatto (Commenti del deputato Lo
Presti) ! Oggi, preso atto che il TAR ha
dato torto a quei ragazzi e che gli stessi
hanno sostenuto alcuni esami, si vorrebbe
tenere aperta una situazione, ma ciò non
è possibile. Se il TAR e la magistratura
daranno loro ragione, quei ragazzi andranno avanti nel corso degli studi; diversamente, il Parlamento non si può
sovrapporre né alle leggi, né all’applicazione delle leggi, altrimenti si entrerebbe
in un regime di « perdonismo » che va ben
oltre quel che sta succedendo oggi in
Italia (Applausi dei deputati del gruppo
misto-Patto Segni riformatori liberaldemocratici) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Lucchese, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a
disposizione. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO LUCCHESE. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole dei deputati del gruppo mistoCCD sul testo approvato dal Senato e
vorrei altresı̀ svolgere alcune riflessioni.
Quando abbiamo approvato la sanatoria,
quei giovani erano già iscritti all’università
e, quindi, non potevano non sapere che
avevamo affermato che sarebbe stata l’ultima sanatoria. Sono d’accordo che in
futuro non si facciano più sanatorie;
tuttavia, nelle circostanze in esame (nelle
quali i giovani non hanno colpa) dobbiamo ricordare che essi sono stati fuorviati da una consuetudine; mi sembra,
pertanto, che sia un fatto dovuto – per il
futuro dei ragazzi e delle loro famiglie e
per le aspettative da essi maturate nei
confronti delle future professioni, nonché
per motivi umani e psicologici – che si
approvi il testo licenziato dal Senato:
infatti, qualora approvassimo delle modifiche, non potremmo più approvare il
testo in tempi utili.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto, a titolo perso-
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nale, l’onorevole Ricciotti, al quale ricordo
che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
PAOLO RICCIOTTI. Signor Presidente,
egregi colleghi, nel dibattito non abbiamo
sottolineato due elementi: innanzitutto, la
differenza (che molti parlamentari dimenticano) tra i corpi deboli e i corpi forti
nella nostra società.
Ho sentito cose che forse sono state
inventate – cioè che il TAR sia andato
contro questi giovani –, ma i corpi deboli
sono quelli che in questa società non sono
rappresentati dalle cosiddette organizzazioni intermedie. Voglio ricordare che non
negli ultimi cinque, ma negli ultimi cinquant’anni di questa Repubblica spesso i
corpi intermedi hanno fatto non solo
sanatorie, ma sanatorie, emendamenti,
modifiche di leggi. E voglio ricordare
ancora che la maggioranza, negli ultimi
dieci anni di governo nelle giunte dei
comuni, ha spesso varato sanatorie grazie
alla forza dei cosiddetti corpi forti della
società...
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole
Ricciotti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto, a titolo personale, l’onorevole Lo
Presti, al quale ricordo che ha a disposizione un minuto. Ne ha facoltà.
ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, prendo brevemente la parola per
ristabilire la verità dei fatti. Questi giovani
hanno fatto ricorso al TAR ed hanno
ottenuto una sospensiva che è stata concessa loro sulla base di due presupposti,
uno dei quali è sicuramente il fumus boni
iuris, cioè l’esistenza di una presunta
violazione di legge che il TAR ha riconosciuto tale. Ottenuta la sospensiva sulla
base di questo presupposto, i giovani si
sono legittimamente affidati ad una ipotesi di sentenza favorevole nel merito.
Perché scaricare su di loro l’inefficienza
di un sistema che ha perduto più di due
anni per dare una risposta nel merito
negativa ? Perché scaricare su questi giovani un ripensamento da parte dell’organo
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giurisdizionale amministrativo, che nel
merito ha deciso legittimamente che avevano torto ?
Rischiamo di sommare ad un’ingiustizia un’altra ingiustizia, se oggi non diamo
a questi giovani la possibilità di mantenere il corso di studi cosı̀ come è stato
loro concesso dal tribunale amministrativo regionale. È vero: nel merito hanno
avuto torto; ma sono stati legittimamente
affidati dal TAR in una posizione di
diritto che è stata riconosciuta, almeno
prima facie, legittima ed efficace. Quindi,
non è vero quello che dice il collega
Taradash, se non nella misura in cui –
ripeto – dopo due anni una giustizia lenta
ha dato, purtroppo, loro torto (Applausi di
deputati del gruppo di Alleanza nazionale).
È questo che ci deve far pensare. Se si
parla di sanatoria, evidentemente vuol
dire che la cattiva interpretazione della
legge, un difetto normativo, un’incapacità
dello Stato, del Governo di dare leggi
sicure e precise nel settore portano all’adozione di provvedimenti come questo.
Se l’incapacità dello Stato deve ricadere
sui cittadini, mi sembra che il Parlamento,
responsabilmente, debba votare favorevolmente sulla proposta di legge in discussione.
PRESIDENTE. Per cortesia, lı̀ ! Mi
scusi, presidente, Pisanu... Onorevole Prestigiacomo...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto, a titolo personale, l’onorevole
Leone, al quale ricordo che ha a disposizione un minuto. Ne ha facoltà.
MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, come molti altri colleghi in questi
giorni abbiamo ricevuto tante e-mail da
ragazzi che ci hanno esposto i dettagli
della loro situazione. Io ho cercato di
parlare con loro e, soprattutto, ho cercato
di avere documenti. Ebbene, da un esame
obiettivo dei documenti che mi sono stati
prodotti e dei singoli casi personali –
almeno quelli di chi ci ha contattato – mi
sembra che sia doveroso prendere atto del
fatto che determinate situazioni vanno
sanate. Pertanto, penso che siano obiettivamente condivisibili le proposte che vengono oggi portate avanti.
ANTONIO LEONE. Signor Presidente,
entrare nel merito di questo provvedimento secondo me è un errore. Vale,
invece, la pena di ricordare che si tratta
di una questione di carattere generale, che
porta poi ad una conseguenza che dovrebbe indurre questo Parlamento a votare per intiero a favore del provvedimento in discussione. Infatti, quando si
parla di amnistie si dice che, evidentemente, sono il frutto dell’incapacità dello
Stato a proporre e a parlare di giustizia.
Quando si parla di condoni edilizi, si dice
che sono frutto dell’incapacità dello Stato
a fare una programmazione ed a dare ai
cittadini la possibilità di costruire nell’ambito della legge, con piano regolatori fatti
ad arte. Nel momento in cui si sottolinea
che oggi stiamo votando una reiterata
sanatoria, evidentemente si deve concludere che c’è un’incapacità dello Stato, di
questo Governo e di questa stessa maggioranza ad intervenire sull’argomento;
altrimenti oggi non saremmo qui, in quest’aula, a dibattere su questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Zacchera, al quale ricordo che ha a disposizione un minuto.
Ne ha facoltà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Mantovani, al quale ricordo che ha un minuto a sua disposizione. Ne ha facoltà.
RAMON MANTOVANI. Presidente, due
minuti ! Noi non abbiamo mai parlato...
PRESIDENTE. L’onorevole Cangemi è
intervenuto...
RAMON MANTOVANI. Sı̀, ma a titolo
personale, quindi sono due i minuti che
ho a disposizione.
PRESIDENTE. Prego.
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RAMON MANTOVANI. Onorevoli colleghi, quando una regola è sbagliata, è
giusto violarla ed è altrettanto giusto che
il Parlamento la corregga. Sostenere che
una norma non si può più modificare, mi
permetto di dirle, onorevole Taradash, è
in contraddizione con la sua storia. Ricordo che lei, guidando il movimento
antiproibizionista, invitò a violare le regole ed io fui con lei in quella battaglia,
come sono stato con lei quando vi furono
conseguenze giudiziarie e penali. È infatti
sbagliato sostenere che una legge sbagliata
debba essere applicata: bisogna limitare i
danni che quella legge ha causato.
A lei, onorevole Orlando, vorrei ricordare, visto che ha parlato di lobby dei
bocciati, che il suo massimo leader, l’onorevole Prodi, come è stato appurato in
una trasmissione televisiva che è stata
mandata in onda naturalmente dopo mezzanotte, tra le delibere firmate in qualità
di presidente della Commissione europea
ha firmato anche le fotocopie di una lobby
vera – altro che quella dei bocciati ! –
facente capo a tutte le più grandi multinazionali presenti a Bruxelles.
Riflettete quindi, colleghi, e non fate i
forti con i deboli e gli zerbini con i forti
(Applausi dei deputati del gruppo mistoRifondazione comunista-progressisti e del
deputato Biondi) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole
Bracco. Ne ha facoltà.
FABRIZIO FELICE BRACCO. Signor
Presidente, vorrei ricordare ai colleghi che
questa è comunque una brutta storia, da
qualsiasi parte la si guardi. È tanto brutta
che possiamo dire all’onorevole Teresio
Delfino che, ascoltando i dibattiti, la
confusione non è solo all’interno della
maggioranza, ma credo che regni anche
all’interno dell’opposizione.
I tanti punti di vista dai quali si
osserva la questione ci portano ad accentuare l’uno o l’altro aspetto. Presidente
Castellani, non credo che, rispetto al
momento in cui la Camera dei deputati,
nell’ottobre 2000, ha approvato in prima
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lettura questa proposta di legge, non sia
cambiato nulla e che siano solo aumentati
i ricorsisti per l’anno 2000-2001. Ritengo
che il tempo non sia una variabile indipendente e che i provvedimenti che noi
allora adottammo, seguendo una linea di
grande trasparenza e chiarezza, fossero
volti a respingere una prassi ormai consolidatasi non a causa della confusione
delle leggi – mi rivolgo a coloro i quali
hanno seguito attentamente la vicenda –,
perché la maggior parte delle volte in cui
è stato espresso un giudizio di merito si è
dato torto ai ricorrenti, ma a causa di una
alquanto dubbia o quanto meno soggettiva
interpretazione delle norme, per cui alcuni TAR – solo alcuni – hanno ritenuto
di poter concedere sospensive che hanno
consentito, in alcuni atenei – solo in
alcuni –, l’iscrizione di questi studenti. Lo
ripeto, quindi: non vi era una normativa
confusa, perché sia la direttiva europea
sia le norme nazionali erano ben chiare,
ma vi era un comportamento ormai diffuso nel nostro paese, che era quello di
ricorrere alla giustizia amministrativa per
ottenere sospensive.
Nell’ottobre del 2000 abbiamo ritenuto
che si dovesse dare un segnale molto
forte, facendo capire che non era più
possibile procedere con questa prassi, la
quale avrebbe scardinato completamente
la programmazione del sistema universitario e annullato, di fatto, le indicazioni
contenute nella direttiva comunitaria e
nella legge n. 264 del 1999, che ha introdotto il numero regolamentato in alcune
facoltà universitarie, come richiesto dalla
direttiva europea.
Questo abbiamo affermato allora, ma,
allo stesso tempo, abbiamo voluto farci
carico di alcuni problemi ancora aperti:
mi riferisco ai problemi degli studenti che
erano stati iscritti con riserva. Erano i
problemi relativi alle borse di studio, alla
perdita dell’anno, all’iscrizione per l’anno
successivo.
Demmo una indicazione precisa, offrimmo delle scappatoie, consentimmo
l’iscrizione al secondo anno, il riconoscimento degli esami sostenuti per coloro
che si volevano iscrivere ad altra facoltà o
Atti Parlamentari
XIII LEGISLATURA
—
—
DISCUSSIONI
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48
SEDUTA DEL
per coloro che avessero superato nell’anno
2000 le prove di accesso per l’anno
accademico 2000-2001. Abbiamo comunque consentito di ottenere il rinvio del
servizio militare. Questi erano i contenuti
del nostro provvedimento !
Il Senato, a grande maggioranza, lo ha
modificato; ha introdotto l’esame di merito, approvando tra l’altro un emendamento che per poco non era passato
anche qui alla Camera. La situazione si è
protratta per altri sei mesi; è passato un
altro anno accademico e tutte le indicazioni che noi avevamo dato e tutto ciò che
avevamo cercato di fare per risolvere i
problemi di questi giovani iscritti con
riserva alle facoltà, oggi non servono quasi
più perché ci troviamo ormai nel pieno
del secondo anno accademico !
In questa situazione una categoria
come quella della giustizia o dell’ingiustizia non è adottabile. Non credo si possa
riproporre il vecchio adagio dello scontro
fra gli interessi particolari e quelli generali, ma si tratta di tener conto di una
situazione di fatto che si è verificata.
Ritengo che tale situazione debba comunque essere definita dando un segnale
forte. Non parlo di sanatorie ma in ogni
caso per coloro che ormai sono iscritti al
secondo anno e che, sostenendo degli
esami, hanno dato comunque prova di
essersi inseriti nella facoltà occorre trovare una via d’uscita.
In questo senso credo che la proposta
del relatore di adottare, sulla falsariga del
testo licenziato dal Senato, l’emendamento
che prevede la fissazione di una data
certa sia da accogliere.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indı̀co la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sull’emendamento Napoli 1.2, non accettato dalla
Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
la Camera respinge (Vedi votazioni).
Camera dei Deputati
—
27
FEBBRAIO
2001 —
N.
868
(Presenti ............................. 421
Votanti ............................... 403
Astenuti ..............................
18
Maggioranza ..................... 202
Hanno votato sı̀ ..... 134
Hanno votato no . 269).
ALFREDO BIONDI. Desidero segnalare
che il dispositivo elettronico della mia
postazione non ha funzionato.
PRESIDENTE.
prende atto.
La
Presidenza
ne
Sull’ordine dei lavori (17,23).
PRESIDENTE. Colleghi, come sapete
nella giornata di ieri è stata letta in aula
la lettera di dimissioni da deputato della
collega Maretta Scoca.
L’onorevole Scoca ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera che
intendo leggere perché si rivolge a tutti i
colleghi deputati:
« Signor Presidente, come sa, ho rassegnato le dimissioni da deputato, essendo
stata eletta, da questa suprema Assemblea, quale membro del Consiglio di Presidenza della Corte dei conti.
Abbiamo camminato insieme per lunghi anni. Ho appreso molto. Ho avuto il
privilegio di fare un’esperienza straordinaria. Ho trovato, tra i molti compagni di
viaggio, amici cari e preziosi. Da tutti ho
imparato qualcosa.
Saluto di vero cuore, non solo Lei,
Presidente, le colleghi (poche) ed i colleghi, ma anche gli uffici e gli addetti tutti
ai lavori della Camera dei deputati, dai
più alti funzionari a tutti coloro che
concorrono, con il loro lavoro, al complesso e difficile funzionamento di questa
macchina istituzionale. Siccome non voglio dimenticare nessuno, si abbiano tutti
per nominati, singolarmente e personalmente. Desidero ringraziare tutti.
Questa esperienza di vita sarà per me
un patrimonio che mi porterò dentro e
che spero di utilizzare in qualsiasi posizione il destino mi collocherà in futuro.
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pag. 33-48 - XIII Legislatura