Il rischio di Impatto Quantificazione del rischio di impatto di NEOs con la Terra Di Massimo Auci Quantificare il rischio è un problema non banale. Quanto può essere pericolosa un’auto in corsa durante un rally? Che potenziale rischio di impatto ha? Anche riuscendo ad individuare tutte le variabili in gioco, per quantificare il rischio è necessario affrontare il problema in termini probabilistici perché… …il rischio che la macchina esca di strada è un evento determinabile solo a posteriori quindi puramente statistico! Per determinare il rischio di collisione con un asteroide occorre considerare la tipologia della sua orbita paragonabile allo stato di un pendolo: • • Stato stabile: la risposta alle perturbazioni è il ritorno all’equilibrio ORBITA STABILE. Stato instabile: la risposta alle perturbazioni è imprevedibile perché legata alle condizioni iniziali che alterano lo stato: in questo caso si parla di ORBITA CAOTICA. Su lunghi tempi scala l’orbita caotica è imprevedibile. Un'orbita caotica è sensibile a piccoli cambiamenti delle condizioni iniziali, piccole variazioni possono farla divergere. D’esempio è l’orbita di un asteroide o di una cometa, che essendo influenzata da meccanismi fisici con tempi scala diversi, può facilmente essere perturbata diventando un NEO La distanza tra due orbite vicine … • non caotiche: diverge linearmente nel tempo: d(t) = a·t • caotiche: diverge esponenzialmente nel tempo: d(t) = e t /L La quantificazione del rischio di impatto di un NEO con la Terra è complicata dalla: • caoticità dell'orbita su tempi scala dell'ordine del secolo; • incertezza della traiettoria nota solo in modo probabilistico. Nella regione di incertezza ogni punto è un asteroide virtuale virtual asteroids zone Per conoscere come la regione evolve nel tempo movendosi e modificando la propria forma, per ogni asteroide virtuale si calcola mediante simulazione numerica la traiettoria. Il calcolo è ripetuto per un periodo massimo di 50 anni. Quantificazione del rischio di impatto: Dal 1999 è in uso la scala di Torino 1 MT = 100 Bombe di Hiroshima La scala di Torino è uno strumento di comunicazione con il pubblico, studiato per limitare e sintetizzare al massimo la complessità dell’evento e presentare in modo chiaro e univoco il rischio di un singolo impatto. Nell’uso scientifico della Scala di Torino si riscontrano alcuni problemi, tra i quali: • il periodo di tempo che trascorrerebbe prima dell’impatto non è preso in considerazione, fondamentale dal punto di vista della difesa del pianeta; • la classificazione non è continua ma discreta, perciò eventi differenti sono ugualmente classificati; • assegna valore 0 agli eventi con energia inferiore al megatone indipendentemente dalla loro probabilità, quindi non possono essere classificati eventi scientificamente importanti ma con basso interesse pubblico. Per ovviare ai problemi della scala di Torino, recentemente si è proposta una nuova scala denominata “scala di Palermo”, in onore all’astronomo palermitano Giuseppe Piazzi al quale si deve la scoperta nel 1801 del primo asteroide: “Cerere” Grandezze in gioco nella scala di Palermo: • Energia attesa Ê • Rischio normalizzato R Energia Attesa: Ê = E·P • grandezza probabilistica che misura il pericolo di un evento specifico senza riferimento al tempo o allo scenario in cui avviene la collisione. – E = ½ m v2 : energia cinetica rilasciata nell’impatto. In mancanza di dati attendibili la massa si stima dal volume, dalla forma e dalla densità media dell’oggetto valutata dalla sua classe spettrale; – P è la probabilità di impatto calcolata in riferimento al piano bersaglio dell’incontro, mediante simulazione numerica delle orbite contenute all'interno della regione d’incertezza. L’energia attesa permette di individuare il pericolo relativo a un incontro in termini economici umani o sociali in modo abbastanza vicino alla Scala di Torino Rischio Normalizzato: R = P/(f·T) • Grandezza probabilistica data dal rapporto della probabilità d’impatto P con il rischio di fondo. – Frequenza di impatto f = 1 / è una funzione statistica dedotta dall'osservazione dei crateri da impatto, definita come il reciproco della stima del periodo medio di tempo intercorso tra due impatti successivi. – Rischio di fondo Rf = f·T, corrisponde alla probabilità che un corpo di dimensione uguale o maggiore a quello considerato colpisca la terra nell'arco di tempo T. La scala di Palermo prende in considerazione il tempo al quale dovrebbe avvenire l'impatto e valuta il pericolo di un impatto specifico nel contesto della totalità di impatti analoghi che ci si può statisticamente aspettare nell'arco di tempo considerato Confronto tra la scala di Torino e la scala di Palermo La scala di Palermo è adatta al calcolo automatico quindi i programmi di monitoraggio possono calcolare in modo automatico il pericolo di un impatto a partire dai soli dati osservativi disponibili, assegnando la corretta priorità alle osservazioni dei NEO Le tecniche relative alla protezione della Terra e degli esseri viventi prendono il nome di strategie di mitigazione Le immagini sono tratte da “Tumbling Stone” - SpaceGuard Fundation -