Questo opuscolo è indirizzato primariamente a tutti coloro che operano a sostegno della partecipazione lavorativa delle persone con disabilità motoria.
Più in generale, questa pubblicazione può costituire un utile strumento conoscitivo anche per chi si accosta per la prima volta al tema degli ausili tecnologici per
il lavoro.
Il messaggio è semplice e diretto: le tecnologie per la disabilità possono aiutare
a rendere l’inserimento di una persona con disabilità in un’azienda un processo
più gestibile, più gratificante, più arricchente per tutti. Molti problemi legati alle
mansioni, all’accesso alla struttura, agli strumenti di lavoro possono essere risolti con l’aiuto della tecnologia.
I protagonisti del libretto sono quattro: il lavoratore, il datore di lavoro, gli operatori di supporto e le tecnologie. Poi ci sono le persone dietro le quinte, gli enti
pubblici, le strutture di supporto, i formatori, gli esperti degli ausili. Se tutti collaborano, possono esserci dei buoni risultati: lavoratori più gratificati, datori di
lavoro più soddisfatti, mansioni più interessanti.
In questo opuscolo si cerca di spiegare quale potrebbe essere il ruolo della tecnologia per un lavoratore disabile. Ma si parla anche del ruolo degli attori che ne
supportano la scelta e l’introduzione in azienda. Come tutte le tecnologie, anche
le tecnologie per la disabilità vanno calate in un contesto preparato e predisposto: facilitano l’accesso al lavoro, anche se non possono risolvere tutti i problemi.
Pubblicazione finanziata nell’ambito del progetto:
Ausili tecnologici e inserimento lavorativo:
servizi di supporto a tutors di persone con disabilità
in Emilia-Romagna
(Fondo Sociale Europeo, Ob. 3C1 con finanziamento 2003-0373)
© AIAS Bologna onlus, 2005
Testo a cura di:
Claudio Bitelli, Giorgia Brusa, Evert-Jan Hoogerwerf
Progetto grafico: Miranda Di Pietro
Stampa: Tipografia Negri - Bologna
UN PROGETTO DI
in collaborazione con
AUSILIOTECA
AIAS Bologna onlus
ENAIP
Emilia Romagna
ALMA MATER STUDIORUM
Università di Bologna
Servizio per gli studenti disabili
> Lavoro, disabilità e tecnologia
Il contributo degli ausili tecnologici
per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità motoria
> Sommario
temi sullo sfondo
> Introduzione
C
• A chi è indirizzato questo libretto?
• Perché è stato scritto?
1 > I temi sullo sfondo
D
• Il lavoro inclusivo
• Il processo di inserimento
• L’innovazione tecnologica
2 > Le figure di mediazione
E
3 > Gli ausili tecnologici
F
• Cosa sono gli ausili tecnologici?
• Principali categorie di ausili tecnologici
4 > L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici
H
• Un approccio globale
• Fattori da considerare
• Avviare il percorso per gli ausili tecnologici
> Il progetto
O
> La normativa
P
> Introduzione
A chi è indirizzato questo libretto?
Questo libretto contiene informazioni utili per tutti coloro che operano a sostegno della partecipazione lavorativa delle persone con disabilità motoria, compresi i datori di lavoro.
Più in generale, questa pubblicazione può costituire un utile strumento conoscitivo anche per
chi si accosta per la prima volta al tema degli ausili tecnologici per il lavoro.
Perché è stato scritto?
L’inserimento lavorativo delle persone disabili è un tema sempre attuale, tanto più da quando,
con la legge 68/’99, la modalità del collocamento obbligatorio è stata sostituita dalla modalità del collocamento mirato.
Tuttavia l’incontro fra domanda e offerta non è cosa facile: nella gran parte dei casi ci sono
spazi per migliorare la qualità dell’inserimento dei lavoratori con disabilità.
Migliorare i progetti di inserimento lavorativo va a beneficio del lavoratore e dell’azienda.
In molti casi le tecnologie possono giocare un ruolo importante, tanti casi lo dimostrano.
Soluzioni tecnologiche possono fare sì che molte persone disabili diventino di fatto lavoratori abili.
Questo libretto parla delle condizioni necessarie affinché questo accada e attribuisce un ruolo importante alle figure professionali che supportano questo processo.
Ci auguriamo che la sua lettura porti il lettore ad acquisire alcune conoscenze “di processo”
che possano incrementare l’efficacia del proprio intervento.
Nel testo si parla spesso di “azienda”, auspicando che il testo contribuisca all’aumento degli
inserimenti lavorativi in aziende private. Più in generale si intende qualsiasi datore di lavoro privato o pubblico.
3
> I temi sullo sfondo
> IL LAVORO INCLUSIVO
a Legge 68/’99. Cfr. p. 16 per gli
articoli più rilevanti o
www.at4inclusion.org/fselavoro
In Italia è in vigore una legge sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità (1). La
legge protegge alcune categorie di persone contro l’esclusione dal mercato del lavoro e
responsabilizza datori di lavoro con più di 15 dipendenti.
Rispetto alla normativa precedente, è rimasto l’obbligo di assunzione per le Aziende, ma da
qualche anno, seppure con tanti problemi, è cambiato il modo di concepire il collocamento
obbligatorio: non si parla più di liste da scorrere per occupare i disabili, ma di incrociare
domanda ed offerta, le caratteristiche della persona con quelle della mansione e dell’azienda.
È un notevole passo avanti, dal punto di vista culturale, sociale e lavorativo.
Rispettare la legge sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità fa parte della
responsabilità sociale dell’impresa, ma bisogna far sì che l’inserimento lavorativo sia efficace
e soddisfacente per tutti: evitare quelle forme che diventano di fatto un “non lavoro” o un “parcheggio”, perché così l’azienda ha adempiuto gli obblighi di legge oppure perché la persona
si è assicurata un salario.
La non produttività del lavoratore è un costo, che sia l’Azienda che il diretto interessato paga,
anche se in modo diverso.
> IL PROCESSO DI INSERIMENTO
Assumere una persona con disabilità significa prima di tutto assumere un lavoratore.
Come tutti i lavoratori dispone di competenze, motivazioni, aspettative, potenzialità e limiti.
Si tratta di capire come collocare al meglio il nuovo collaboratore nei processi e nelle dinamiche legate al lavoro.
Mettere una persona con disabilità nelle condizioni di diventare un lavoratore “diversamente
abile” richiede una mediazione fra la persona e le mansioni, la postazione, gli strumenti di lavoro, il contesto. Non è una mediazione facile perché i fattori da considerare sono tanti.
Varie figure devono lavorare insieme per sostenere il processo. È opportuno che qualcuno lo
coordini.
L’ottica corretta che può aiutare a gestire meglio questo processo è quella che vede non soltanto la persona disabile nel confronto col contesto ma anche ciò che nel contesto rende la
persona disabile.
Può succedere che alcune piccole modifiche al contesto rendano la vita facile a tutti i lavoratori e non soltanto al lavoratore da inserire. L’inserimento di un lavoratore con esigenze “speciali” può quindi diventare un’opportunità per migliorare la situazione di tutti.
> L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Molti lavori sono cambiati grazie all’innovazione tecnologica: il computer, il cellulare, internet.
Usati bene, questi strumenti rendono i lavoratori più autonomi, più veloci, più produttivi. Il loro
utilizzo richiede comunque investimento, formazione, e a volte occorre superare delle resistenze.
Anche per le persone disabili che lavorano la tecnologia evolve continuamente: tecnologie
speciali e dispositivi standard concorrono sempre più a favorire le attività e la partecipazione.
Le tecnologie di ausilio sono oggi sempre meno “speciali” e perlopiù sono in grado di dialogare naturalmente con l’ambiente tecnologico aziendale.
4
> Le figure di mediazione
Molte sono le persone che si occupano professionalmente dell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Alcuni di loro hanno ruoli legati all’incontro fra domanda e offerta, altri alla
selezione e al tutoraggio nell’ambito di percorsi di formazione-lavoro, altri ancora all’inserimento e all’accompagnamento in azienda.
Ciò che hanno in comune è la funzione di “mediazione” fra lavoratore con disabilità, o aspirante lavoratore, e contesto formativo e lavorativo.
Mediazione che si può riassumere in un insieme di funzioni da svolgere affinché la partecipazione delle persone con disabilità ai processi lavorativi sia davvero efficace.
Alcune di queste funzioni riguardano:
• La progettazione e la programmazione di percorsi personalizzati di inserimento lavorativo
• Il coordinamento e la garanzia di continuità fra i vari passaggi nel percorso
• Il collegamento con i servizi del territorio
• La mediazione tra soggetto, mansioni e contesto lavorativo
• Il monitoraggio e la documentazione delle varie fasi del percorso
• La valutazione dell’efficacia del progetto
Le figure di mediazione agiscono quindi come interfaccia, connessione, sostegno nel percorso di ricerca e di inserimento nel mondo del lavoro per il lavoratore disabile.
Il loro lavoro si articola in tre direzioni precise:
• Verso la persona disabile, con cui devono stabilire una corretta relazione di aiuto che favorisca una lettura attenta e precisa delle risorse personali (capacità, interessi, motivazioni e
aspettative) e delle difficoltà che possono ostacolare una piena integrazione lavorativa;
• Verso l’azienda, nei confronti della quale si pongono come collaboratori per favorire il processo di integrazione lavorativa;
• Verso la rete dei servizi del territorio che supportano il percorso di inserimento, fra i quali i
centri per l’impiego, i servizi sanitari, i centri di formazione, i centri ausili.
Come dimostra questo libretto, sempre più spesso gli ausili tecnologici risultano di fondamentale importanza nel facilitare il percorso formativo e occupazionale di persone con disabilità. Gli operatori che si occupano di inserimento lavorativo, ovviamente, non possono essere anche esperti di tecnologie, ma dovrebbero comunque essere in grado, sulla base della
lettura del bisogno dell’utente e del contesto di riferimento, di valutare l’opportunità di una
possibile introduzione di ausili tecnologici funzionali al percorso lavorativo intrapreso. Ciò
comporta anche l’attivazione della rete di servizi presenti nel territorio preposti e specializzati
in questo compito, intervenendo tempestivamente e accompagnando l’utente durante le varie
tappe del percorso: la consulenza ausili, l’acquisto delle strumentazioni più adeguate, l’addestramento, la valutazione, ecc. (Cfr. capitolo 3 e 4).
5
> Gli usili tecnologici
> COSA SONO GLI AUSILI TECNOLOGICI?
L’uomo usa strumenti per svolgere certe funzioni. In alcuni casi sono oggetti che possono
essere usati da tutti (design for all). Molti strumenti invece sono progettati, più o meno consapevolmente, per gruppi che hanno maggiore attitudine ad usarli. Le persone anziane e le persone con disabilità sono spesso le prime ad avere difficoltà nell’uso di apparecchiature.
In alcuni casi gli strumenti standard possono essere modificati per l’uso da parte di persone
con limitazioni funzionali; in altri casi occorre una progettazione specifica per venire incontro
ad alcune particolari esigenze di utilizzo legate ad una disabilità.
Parliamo di ausili ogni volta che indichiamo delle attrezzature o dei dispositivi che consentono
alla persona con disabilità di fare (meglio). Sono ausili sia le attrezzature “speciali” che quelle
di comune commercio.
Anche nel mondo degli ausili le tecnologie si sviluppano rapidamente. Alcuni ausili sfruttano in
pieno le tecnologie elettroniche ed informatiche. In questo caso parliamo di ausili tecnologici.
Sono utilissimi, se scelti con cura e proposti nel modo giusto.
> PRINCIPALI CATEGORIE
DI AUSILI TECNOLOGICI
Le tecnologie a sostegno di una buona integrazione lavorativa sono molte e sempre più disponibili. Con l’aiuto di esperti si può costruire un sistema tecnologico di ausilio su misura.
Tastiere: l’uso di semplici accorgimenti, come il posizionamento di uno scudo forato (fig. 1),
in molti casi può consentire l’utilizzo della tastiera standard. In alternativa, a seconda del caso,
si possono utilizzare tastiere espanse (fig. 2), ridotte (fig. 3) o riconfigurabili.
Sistemi di puntamento: il mouse non è il solo sistema possibile: esistono diversi tipi di trackball (fig. 4), joystick (fig. 5), tavolette o schermi tattili (touch screen fig. 6), mouse comandabili
con il capo (fig. 7), che svolgono la stessa funzione del mouse standard, ma richiedono diverse abilità per l’azionamento.
Sensori: i sensori sono pulsanti di diversa forma, dimensione e forza di azionamento (figg. 8a
e 8b), che possono essere azionati con qualsiasi movimento. Attraverso l’uso di un solo sensore e di un opportuno software si può utilizzare appieno un PC, così come controllare altri
dispositivi elettronici e informatici.
Software speciali: il lavoratore disabile che impieghi una periferica di input alternativa (come
quelle sopra indicate) può utilizzare, attraverso speciali programmi, tutti i software standard usati in azienda (fig. 9).
Input vocale: attraverso l’uso di un apposito software e di un microfono è possibile utilizzare
completamente il PC con la voce per scrivere, usare i programmi e anche emulare il mouse. I
sistemi di input vocale riconoscono però un parlato preciso e costante, ed è ovviamente
necessaria una valutazione della compatibilità con l’ambiente di lavoro (fig. 10).
Sistemi di controllo d’ambiente: in generale, nella dimensione aziendale non sono molte le
necessità di controllo dell’ambiente. È però bene sapere che è possibile controllare a distanza in modo efficace e facilitato le funzioni elettriche e elettromeccaniche di dispositivi dell’ambiente (accensione/spegnimento di luci o altri dispositivi, aperture motorizzate, ecc.).
Postazione di lavoro: è di fatto uno degli elementi più importanti: a poco vale disporre di
ausili sofisticati se la persona non si trova nelle condizioni ergonomicamente giuste per utilizzarli. Da tenere in considerazione sono: il tavolo (altezza, dimensione, piano d’appoggio), la
seduta (assetto posturale) e l’ambiente nel suo complesso (illuminazione, clima) (fig. 11).
6
> Gli ausili tecnologici
a
g
Lo scudo può essere applicato
sia alla tastiera che alla trackball
per un utilizzo più preciso
e meno faticoso
Mouse con il capo
b
ha
Tastiera espansa
In commercio esistono centinaia di
sensori di diversa forma, dimensione e
funzionalità
c
hb
Tastiere ridotte
I sensori possono essere azionati con
qualsiasi parte del corpo
d
i
Trackballs di diverse dimensioni
e forme
Software di emulazione di tastiera
in combinazione con un sensore
e
j
Joystick che emula le funzioni
del mouse
Sistema di input vocale
f
k
Touch Screen – schermo tattile:
richiede precisione di movimenti,
ma è veloce e intuitivo
Postazione di lavoro
7
> L’inserimento lavorativo
e gli ausili tecnologici
> UN APPROCCIO GLOBALE
Con l’arrivo della persona disabile in azienda si introducono elementi di novità in un sistema
strutturato. La persona stessa, i colleghi e l’azienda si trovano a fare i conti con problematiche più o meno consistenti legate alla compatibilità fra persona-mansione-contesto lavorativo. L’esperienza ci insegna che non sempre queste problematiche sono penalizzanti per l’azienda: la loro risoluzione può anzi dimostrarsi un fattore di ottimizzazione delle risorse e dei
processi produttivi; la disabilità può essere un elemento di evoluzione per tutto l’ambiente (2).
b Una persona con disabilità non è
un “lavoratore menomato”. Realizzare le
condizioni per una sua produttività
soddisfacente significa in molti casi
attuare soluzioni che facilitano la
dimensione lavorativa anche ai colleghi:
questo si può ottenere se si prende in
esame il “sistema ambiente lavorativo”
all’interno del quale si sviluppa la
mansione.
c Con “percorso-ausili” si intende
l’insieme di valutazioni e azioni,
necessario per individuare, acquisire e
utilizzare un ausilio o un insieme di ausili.
d Trascurare le potenzialità degli ausili
tecnologici può significare rinunciare ad
opportunità importanti sia per la persona
che per l’azienda. Un esempio per tutti:
nella fase di selezione si tende ad
escludere le persone che hanno difficoltà
motorie tali da rendere problematico l’uso
della tastiera e del mouse.
Chi conosce gli ausili però sa che in molti
casi l’adozione di una tastiera speciale
e/o di un emulatore di mouse può
consentire una produttività adeguata.
Affinché questo accada vari fattori devono essere analizzati e convogliati in un processo unico. All’interno di questo processo di integrazione lavorativa si sviluppa il percorso ausilio (3).
L’approccio corretto è quello di non scindere i due processi e quindi di ricercare soluzioni
(ausili) per una determinata persona (con le sue disabilità ma anche potenzialità), inserita in
un certo contesto (umano, ambientale, strumentale), con specifici obbiettivi (dell’azienda e
della persona stessa). Questo “approccio globale” mira quindi a cercare una situazione di
lavoro soddisfacente per tutti, anche con l’utilizzo delle tecnologie.
> FATTORI DA CONSIDERARE
La valutazione mansioni-competenze
Questa valutazione riguarda le competenze dell’operatore, le sue risorse e motivazioni, in rapporto alle mansioni individuate. Strumenti metodologici, come il bilancio di competenze, sono
di grande aiuto per definire delle ipotesi di inserimento. > MICHELE <
Alcuni enti della rete di supporto alla persona e all’azienda (cfr. www.at4inclusion.org/fselavoro per alcuni esempi nella Provincia di Bologna) sono in grado di intervenire su questo
tema. Il tema del bilancio di competenze qui non viene ulteriormente approfondito; ciò che si
vuole evidenziare è che nel momento in cui si valuta la compatibilità fra una persona e una
mansione è molto importante tenere presente il possibile apporto che potrebbe essere fornito da una adeguata soluzione tecnica (4).
La scelta e l’introduzione degli ausili
Per ciò che riguarda il ruolo degli ausili tecnologici, sarebbe importante che la loro individuazione fosse condotta prima o in parallelo alla fase di inserimento della persona con disabilità
in azienda. Ma non è mai troppo tardi per intervenire. > CINZIA <
È utile tenere presente che:
• non esistono soluzioni “standard” per certe disabilità, ma va sempre condotta una analisi
personalizzata; non è la potenza tecnologica che determina l’efficacia dell’ausilio, né esistono soluzioni “chiavi in mano”;
• non bisogna legare l’idea di ausilio alla patologia: gli ausili non sono “medicine” da correlare a un sintomo, ma soluzioni complesse a bisogni complessi;
• l’ausilio non è solo lo strumento tecnico/tecnologico ma anche un insieme di condizioni che
garantiscono l’efficacia della funzione lavorativa; > SIMONE <
• esistono strutture specializzate in grado di supportare la ricerca e la proposta dell’ausilio
giusto: i centri ausili;
8
> L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici
> MICHELE <
Bilancio di competenze
> CINZIA <
Non è mai troppo tardi
Cinzia è affetta da tetraparesi distonica e
presenta seri problemi agli arti superiori e inferiori. Tre anni fa è stata
assunta da un’associazione non profit
dove svolge mansioni di tipo impiegatizio come la gestione del centralino e
l’inserimento di dati al PC. Da subito
Cinzia si dimostra contenta del suo
lavoro – e anche il suo responsabile lo
è – anche se rispondere al telefono la costringe a movimenti faticosi e complessi.
Dopo due anni dalla sua assunzione, su indicazioni di un amico che la vede al lavoro, Cinzia richiede una consulenza presso il Centro Ausili Tecnologici. Al termine
delle prove vengono consigliati alcuni ausili tecnologici per facilitare l’accesso al
PC (nello specifico una trackball al posto del mouse standard) e rendere più agevole la gestione del telefono (attraverso una semplice cuffia abbinata al sistema Zi
Phone da collegare al PC con tastiera su video).
Gli ausili e il supporto ricevuto dal Centro Ausili hanno cambiato radicalmente il
lavoro di Cinzia: gli ausili le consentono di svolgere le sue mansioni in modo più
veloce, ma soprattutto più agevole e meno faticoso dal punto di vista fisico.
Il caso di Cinzia mette in evidenza come molti problemi legati all’autonomia della
persona sono sottovalutati: a volte accorgimenti anche semplici non vengono neppure pensati per la difficoltà di immaginarsi o di immaginare la situazione diversamente. Se a questo si aggiunge una scarsa conoscenza delle opportunità offerte dagli ausili, casi simili possono perdurare per anni, finché, spesso per caso, un
intervento non migliora la situazione.
Michele ha 48 anni ed è affetto dal morbo di Parkinson. A causa del progredire della patologia è stato costretto ad abbandonare il suo lavoro di artigiano metalmeccanico per cercare un’occupazione compatibile con le sua problematiche e difficoltà attuali: forti tremori e rigidità agli arti superiori, difficoltà a rimanere in piedi per lungo tempo, retinopatia, problemi di memoria e concentrazione. Nonostante
le tante problematiche e l’aggravarsi della malattia, Michele ha sempre manifestato la volontà e il desiderio di lavorare continuando ad esercitare, pur con le ovvie
limitazioni, la sua attività precedente.
In accordo con l’ufficio inserimento lavorativo disabili della Provincia e l’educatrice del Polo Handicap Adulto che lo segue da qualche tempo, è stato così inserito
all’interno di un centro di formazione professionale per effettuare un bilancio di
competenze con lo scopo di verificare le sua capacità lavorative in diversi ambiti:
artigianale, informatico, impiegatizio.
All’interno di questo contesto di valutazione e considerati i seri problemi motori in
particolare agli arti superiori, l’Ausilioteca viene contattata dall’ufficio della provincia per una consulenza atta a valutare il bisogno di eventuali ausili tecnologici che
possano facilitare e rendere più agevole il percorso di Michele all’interno del centro di formazione.
I contatti fra l’Ausilioteca e la responsabile del centro di formazione continuano
durante tutta la durata del bilancio di competenze. Al termine del percorso e delle
prove previste, la responsabile, considerati gli interessi e desideri di Michele, gli
propone una borsa lavoro con mansioni adeguati alla sua situazione.
Un percorso che preveda un bilancio di competenze può essere una buona soluzione per dare la possibilità alla persona di “mettersi alla prova” in diversi ambiti
(anche diversi da quelli sempre sperimentati) e in diverse mansioni e per poter alla
fine trovare la strada più rispondente alla disabilità, usufruendo anche di un supporto adeguato e costante durante tutto il percorso.
ducatrice del Polo Handicap, emerge che Simone deve scrivere i dati anagrafici di ogni studente a mano nella prima pagina dei fascicoli. Essendo effettivamente la sua calligrafia difficilmente comprensibile questo crea, di conseguenza, problemi nel reperimento dei fascicoli una volta che sono stati archiviati. Gli operatori
dell’Ausilioteca suggeriscono e sperimentano con Simone l’utilizzo di un programma
software per realizzare e stampare delle etichette attraverso il PC, con buoni risultati anche sul piano della velocità.
Per quanto riguarda la mancanza di precisione e di concentrazione, vengono suggerite alcune strategie come compilare un elenco dettagliato di ciò che deve fare
per ogni mansione, così da poterlo consultare in ogni momento; assegnargli compiti semplici e abbastanza ripetitivi così da aiutarlo a memorizzarne lo svolgimento.
Oggi, a distanza di un anno dall’intervento dell’Ausilioteca, Simone è stato assunto a
tempo indeterminato con soddisfazione sia sua che dei colleghi e soprattutto della
responsabile, che ha sottolineato i suoi progressi continui e i netti miglioramenti.
> SIMONE <
Un insieme di condizioni
Simone ha 23 anni ed è affetto da spina bifida. Non deambula mentre non presenta alcun problema agli arti superiori. Dopo il diploma di perito aziendale, è stato
inserito per un periodo di prova presso la segreteria di una facoltà dell’Università di
Bologna. Le sue mansioni sono essenzialmente di tipo impiegatizio: in particolare si
occupa di tenere costantemente aggiornati i fascicoli cartacei relativi agli studenti
della facoltà (esami sostenuti, piani di studio, moduli di pagamento tasse, ecc.) e
l’inserimento dei rispettivi dati nel database informatico. La responsabile della
segreteria nonché sua referente, lamenta però una grande difficoltà da parte di
Simone nella gestione e organizzazione del suo lavoro: Simone appare lento, costantemente deconcentrato e poco preciso, con conseguenti molteplici errori di inserimento e compilazione dei dati.
Durante un sopralluogo presso l’ufficio a cura di operatori dell’Ausilioteca e dell’e-
9
> L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici
• il percorso-ausili non si conclude con la scelta del sistema tecnologico più adatto, ma nel
momento in cui l’ausilio sarà utilizzato al meglio e con autonomia nel luogo di lavoro.
In definitiva, per fare la differenza, cioè per essere davvero efficace, la proposta di ausili
necessita di un approccio metodologicamente corretto e della consapevolezza circa le condizioni per la sua attuabilità.
Gli ausili e l’ambiente in azienda
L’ausilio tecnologico è normalmente solo una parte di un insieme più ampio di soluzioni fra
loro complementari. > PIETRO <
A seconda dei casi, le soluzioni che concorrono a rendere possibile e efficace il lavoro della
persona disabile possono essere:
• garantire l’accessibilità ambientale e tecnologica (barriere architettoniche, difficoltà nell’uso delle strumentazioni legate alla mansione, ecc.);
• curare l’ergonomia della postazione di lavoro (tavolo, seduta, posizionamento strumenti,
ecc.);
• adeguare alcune dinamiche relazionali o modalità di svolgimento delle attività (prassi operative e logistiche per il lavoro di team, utilizzo di particolari tecniche di comunicazione diretta o remota, ecc.);
• assicurare la presenza di un collega o di un operatore di riferimento.
Lavorare in azienda
o a distanza
> PIETRO <
Una valutazione globale
Pietro ha 24 anni ed è affetto da distrofia muscolare. Dopo la laurea, ha trovato lavoro presso una
ditta che si occupa della realizzazione di siti web per enti pubblici e privati. In vista della sua assunzione definitiva, l’Ausilioteca viene contattata dall’ufficio inserimento lavorativo disabili della provincia per un sopralluogo all’interno della ditta, allo scopo di valutare eventuali accorgimenti per la
postazione di lavoro, l’introduzione di possibili ausili
tecnologici per la gestione del PC e soprattutto verificare l’accessibilità alla struttura in generale e ai servizi igienici in particolare.
Durante il primo sopralluogo emergono problematiche
di accesso a causa di diversi gradini da fare prima di
raggiungere l’ascensore. Una volta arrivato in ufficio,
Pietro non incontra invece alcun problema a muoversi autonomamente nell’ambiente, mentre il bagno
necessita di alcune modifiche. Vengono poi fatte prove
relative alla gestione e uso del PC e delle altre strumentazioni presenti, così come una valutazione della postazione di lavoro.
A distanza di un mese circa viene così consegnata dall'équipe dell’Ausilioteca una relazione riguardante gli esiti del sopralluogo e le indicazioni suggerite sia alla referente dell’azienda sia all’educatrice del Polo Handicap che all’operatore dell’ufficio della Provincia, con la disponibilità a consigliare ditte e aziende a cui rivolgersi per i lavori necessari.
10
Il progresso tecnologico ha aperto la strada
per il telelavoro. Esistono esperienze di aziende
che lavorano con personale “a distanza”. Nel
caso di un operatore con disabilità il lavorare
da casa può essere una soluzione per diminuire l’impatto delle difficoltà legate al trasporto e
all’accesso alla struttura e ambiente di lavoro.
Al telelavoro “da casa” si affianca la modalità di
lavoro “a distanza” come modello organizzativo,
in cui più telelavoratori si riuniscono condividendo ambienti e parte delle strumentazioni.
La postazione del lavoratore con gli eventuali
ausili tecnologici deve essere naturalmente
curata, con una grande attenzione alla compatibilità delle interfacce e dei sistemi applicativi
con l’utilizzo telematico. Va sottolineato che il
telelavoro richiede, da parte del lavoratore, la
presenza di abilità cognitive/funzionali di livello
elevato e implica anche, nella gran parte dei
casi, la disponibilità di tecnologie potenti e
aggiornate.
Nella valutazione della opportunità o meno di
proporre un lavoro “a distanza” occorre considerare anche l’importanza degli aspetti sociali
legati all’integrazione lavorativa.
> L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici
La rete a sostegno del processo di integrazione lavorativa
I processi di integrazione lavorativa delle persone con disabilità sono normalmente supportati da professionisti di enti o istituzioni deputati a seguire la persona in ambiti diversi: dalla formazione (Enti della Formazione Professionale), al collocamento in attuazione della Legge 68/’99 (Centri per
l’Impiego o uffici appositi dell’ente Provincia) (5), all’assie CENTRI PROVINCIALI PER L’IMPIEGO
stenza socio-sanitaria (Servizi Handicap Adulto, altri serIn ogni provincia dell’Emilia-Romagna esiste un Centro per l’impiego dell’Amministrazione
vizi o progetti dell’Az. USL o del Comune, ecc.), all’inteprovinciale.
grazione sociale (enti o associazioni private), ecc.
I centri per l’impiego gestiscono gli aspetti normativi, amministrativi e tecnici legati ai nuovi
Queste risorse sono importanti partner nel percorso-ausiadempimenti conseguenti alla Legge 68/’99 e alla Legge regionale 17/2005, sia in
li; esse si rapportano, insieme all’azienda, con un attore
riferimento a chi cerca lavoro sia alle imprese. Provvedono – in raccordo con i servizi
fondamentale, il Centro Ausili, dalla cui consulenza possociali, sanitari e formativi del territorio, secondo le specifiche competenze loro attribuite –
sono scaturire le indicazioni pratiche e metodologiche per
alla programmazione, all’attuazione, alla verifica degli interventi volti a favorire l’inserimento
la proposta delle tecnologie più adeguate (6).
dei soggetti di cui alla presente Legge, nonché all’avviamento lavorativo, alla tenuta delle
Lavorare in rete può apparire più complesso, ma se si
liste, al rilascio dei provvedimenti di autorizzazione, alla stipula delle convenzioni e
definiscono in partenza ruoli e responsabilità, l’efficacia
all’attuazione del collocamento mirato.
dell’intervento è certamente moltiplicata e maggiormente
Cfr. www.at4inclusion.org/fselavoro per un elenco dei loro siti in Emilia-Romagna.
garantita. > NICOLA <
f CENTRI AUSILI
I centri ausili sono strutture che non commercializzano ausili ma erogano servizi di
consulenza e supporto per la proposta e l’implementazione delle soluzioni. I centri sugli
ausili tecnologici che operano sul territorio nazionale sono riuniti nella rete GLIC e hanno in
comune una composizione multidisciplinare dell’équipe, tipicamente nelle aree disciplinari
sanitaria-riabilitativa, psico-socio-educativa e tecnologica. Per la mappa dei centri ausili in
Italia: www.centriausili.it
Un esempio di un centro ausili è il Centro Ausili Tecnologici dell’AUSL di Bologna, che offre
il suo contributo a persone disabili e operatori che si confrontano con l’ambito formativo e
lavorativo, nel territorio della Provincia di Bologna. L’attività di consulenza ha come obiettivi
la ricerca di strumentazioni finalizzate a migliorare la produttività della persona o a
consentirle di svolgere determinate mansioni e può comprendere una valutazione della
postazione di lavoro o delle caratteristiche del contesto lavorativo nel quale la persona si
troverà ad operare. In questi ultimi casi si renderà necessario un sopralluogo in azienda.
A monte della consulenza potranno rendersi necessari incontri con gli operatori del territorio
o dei servizi per l’impiego e, in alcuni casi, con referenti aziendali.
Al momento dell’arrivo della richiesta di consulenza, che può essere fatta dalla persona
disabile stessa, dagli operatori o dal personale aziendale, verrà inviata una scheda di
raccolta dati preliminari (specificamente costruite per persone adulte coinvolte in attività di
formazione o lavorative) finalizzata a raccogliere informazioni sul lavoratore, sull’ambito nel
quale verranno impiegati gli strumenti (mansioni, contesto, ecc.) e sugli obiettivi per i quali
si richiede la consulenza stessa.
La scheda di raccolta dati dovrà essere compilata in parte dalla persona disabile e in parte
dagli operatori.
Anche l’attività del supporto è caratterizzata dall’ambito specifico: la possibilità di essere
presenti in azienda infatti consente di collaborare con gli operatori di riferimento per
un’eventuale ridefinizione della mansione e di costruire i primi legami con le figure di
riferimento all’interno dell’azienda. L’intervento tecnico ha principalmente lo scopo di
realizzare la massima compatibilità tra la soluzione informatica individuata (software di
speciali input e/o particolari periferiche) e la tecnologia presente in azienda.
> NICOLA <
Intervenire in rete
Nicola ha 25 anni ed è affetto da tetraparesi spastica; fatica a spostarsi da solo per lunghi percorsi e anche gli arti superiori sono leggermente compromessi. Ha inoltre seri problemi di ipovisione.
Dopo il diploma di tecnico della gestione aziendale si è iscritto alle liste di collocamento
mirato previste dalla Legge 68/’99 presso l’ufficio inserimento lavorativo disabili della provincia di Bologna.
Non avendo avuto esperienze lavorative precedenti, l’operatrice della Provincia propone di
effettuare uno stage presso una cooperativa
sociale allo scopo di valutare le sue competenze e capacità professionali.
Durante questo periodo gli vengono affidate
mansioni di segreteria e di inserimento dati al
PC sotto la supervisione di un tutor e del responsabile della cooperativa stessa. A seguito
della consulenza e delle prove effettuate in Ausilioteca, vengono consigliati alcuni ausili
tecnologici (nello specifico una tastiera standard con scudo) per l’utilizzo del PC e vengono date alcune indicazioni sulla postazione di lavoro. Gli ausili vengono dati in prestito
dall’Ausilioteca e Nicola viene seguito e supportato costantemente sia da un tutor che da
operatori dell’Ausilioteca, per valutare la modalità di utilizzo degli ausili e apportare gli
accorgimenti e le modifiche necessarie.
Al termine dello stage, sia il tutor che il responsabile della cooperativa si dicono molto soddisfatti dei risultati ottenuti: rispetto a prima dell’introduzione degli ausili, Nicola ha
migliorato lo svolgimento delle sue mansioni, eseguendo i compiti affidatigli con maggiore precisione, correttezza e velocità.
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> L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici
> AVVIARE IL PERCORSO
PER GLI AUSILI TECNOLOGICI
Chi attiva il percorso-ausili?
L’iniziativa può essere della persona con disabilità, dell’azienda o degli operatori che seguono professionalmente il processo di integrazione lavorativa. Indipendentemente da chi prende l’iniziativa, il percorso si può articolare secondo i passi che seguono.
Valutare la situazione
Anzitutto va approfondita la conoscenza della situazione lavorativa, nella logica dell’approccio
globale: è bene avere un atteggiamento attento e realistico, ma al contempo aperto alle possibili soluzioni che possano rendere fattibile l’inserimento lavorativo.
La conoscenza della persona è un punto delicato: essendo la principale protagonista del percorso, in prima istanza è nel confronto con essa che se ne definiscono le potenzialità e i limiti. Come per tutte le persone, vi sono alcune variabili importanti oltre all’abilità funzionale, quali la motivazione, l’attitudine, la predisposizione, l’esperienza, le competenze, ecc. In alcune
situazioni in cui siano presenti particolari problematiche (per esempio di tipo cognitivo o psichico), i servizi socio-sanitari che seguono la persona disabile forniscono un apporto di conoscenze specialistiche fondamentali per orientare il percorso-ausili. In altre situazioni, viceversa, può essere utile o necessario effettuare un bilancio di competenze, per ricavare un profilo funzionale della persona con disabilità che possa aiutare la valutazione di compatibilità con
la mansione e l’ambiente.
Allo stesso modo è necessario svolgere una lettura sistematica e il più possibile completa della mansione e delle caratteristiche dell’azienda. Vanno presi in esame le problematiche di
accessibilità (percorsi, barriere, ecc.), le strumentazioni necessarie per lo svolgimento della
mansione e le caratteristiche dei processi produttivi in cui è coinvolta la persona con disabilità (modalità di svolgimento, tempi, relazioni, ecc.).
Individuare gli ausili
Il modo più semplice per individuare gli ausili tecnologici potrebbe apparire quello di delegarne la ricerca ad un esperto di tecnologie. Sulla scorta di quanto enunciato fino a
ora, però, appare evidente che si tratterebbe di una visione eccessivamente semplificata, non efficace e, anzi, rischiosa. Infatti occorre scegliere gli ausili giusti in rapporto
alle caratteristiche della persona, del contesto e delle mansioni: per fare questo le competenze tecnologiche sono solo una parte del know-how necessario.
Occorrono competenze multidisciplinari e una progettualità concordata: soprattutto
nei casi più complessi, è importante che vi sia una buona collaborazione fra tutti gli
attori coinvolti, condivisione degli obbiettivi e dei percorsi da intraprendere. Per supportare la proposta di ausili tecnologici è utile potersi giovare del contributo di esperti in
più aree, tipicamente in quella riabilitativa, sociale, tecnologica. Queste competenze possono
essere ritrovate nei tutors della transizione lavorativa (enti di formazione, cooperative sociali,
ecc.), negli operatori socio-sanitari dei servizi (ad esempio Servizio Handicap Adulto dell’Az.
USL) e negli operatori del centro ausili. L’intervento del centro ausili ha contenuti tecnicometodologici: indica quali sono gli ausili più adeguati per raggiungere gli obbiettivi, ma anche
quali sono le modalità più adeguate per il loro utilizzo nel contesto aziendale.
Fa parte di questa logica di intervento a più voci il fatto che l’azienda ricerchi il dialogo con
gli esperti esterni e consenta loro, se necessario, di intervenire sul posto di lavoro per le
necessarie valutazioni e per fornire un supporto personalizzato.
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> L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici
Avviare l’uso degli ausili in azienda
Quando le soluzioni sono state individuate e acquisite, può essere necessario un supporto
tecnico per la loro implementazione e per l’avviamento all’uso.
L’intervento di addestramento e di supporto mira a rendere la persona disabile autonoma nell’uso efficiente e efficace delle soluzioni tecnologiche. Si tratta di uno dei passi decisivi per il
successo del percorso-ausili: questa fase può essere effettuata da operatori del centro ausili (ove possibile) e più frequentemente da un tutor, aziendale o esterno, opportunamente formato.
Va infine tenuto presente che l’intervento sugli ausili può necessitare di una revisione periodica, in rapporto al mutamento delle situazioni, delle mansioni o delle tecnologie. L’azienda e
la persona disabile, in questi casi, devono poter contare sugli interventi di follow-up del centro ausili o degli altri attori della transizione lavorativa.
> L’esperienza di Antonio <
Antonio ha 35 anni ed è affetto da tetraparesi spastica. Da 10 anni
lavora come impiegato presso un’importante azienda di Bologna.
L’abbiamo incontrato nel suo ufficio e abbiamo colto l’occasione per
fargli qualche domanda e conoscere meglio la sua storia.
Che studi hai fatto?
Ho frequentato il liceo scientifico e dopo il diploma mi sono iscritto ad un corso
di informatica a Milano organizzato dall’associazione ASPHI.
Quali sono le tue esperienze lavorative?
Dopo il corso ho lavorato per un certo periodo in Comune e alla Asl qui a
Bologna, ma sempre con borse lavoro, quindi per tempi determinati. Desideravo
trovare un lavoro più stabile e gratificante e così, grazie all’aiuto di mia madre
e dell’assistente sociale che mi seguiva a quei tempi, ho cominciato a spedire
curriculum a destra e a manca fino a che, un bel giorno, l’assistente sociale ha
preso contatti con la ditta in cui ancora adesso lavoro. L’allora direttore generale si è subito mostrato disponibile e soprattutto “capace” di inserirmi nell’ufficio
che più si confaceva a me e alle mie caratteristiche; e ora eccomi qui…
Che tipo di mansione svolgi?
In questo ufficio ci occupiamo di statistiche relative ai nostri clienti, alle vendite, agli acquisti, alle spedizioni, ecc. Un lavoro molto interessante.
Quando sei stato assunto, sei stato affiancato da qualcuno? Un tutor
interno, un educatore…
No, solo dai miei colleghi che ancora adesso mi aiutano quando ho bisogno di
qualcosa.
sempre più spesso e con maggiore frequenza il PC e il mouse, però sono sempre riuscito a trovare delle strategie che mi hanno aiutato a superare le difficoltà dovute alle mie problematiche motorie.
Perché ti sei rivolto all’Ausilioteca per una consulenza?
Mi è stato consigliato dalla ragazza che mi accompagna al lavoro e che conosce
l’Ausilioteca. Sapendo che utilizzo spesso il mouse per il mio lavoro, mi ha consigliato di rivolgermi a voi per vedere e sperimentare alternative a questo strumento che mi agevolassero il lavoro al PC. E così è stato: grazie alle prove fatte
durante la consulenza ho potuto sperimentare un joystick che ha cambiato radicalmente il mio modo di lavorare.
In che senso?
L’ausilio mi ha permesso una maggiore velocità nell’esecuzione delle mie mansioni, una maggiore praticità d’uso – anche per navigare in internet, che nel
mio lavoro è fondamentale –, e senza dubbio un minore affaticamento a livello
motorio.
Il tuo responsabile era a conoscenza della tua decisione di rivolgerti
all’Ausilioteca?
Sì, l’azienda è sempre stata al corrente, fin dall’inizio, della mia volontà di trovare un ausilio alternativo al mouse e mi ha appoggiato in pieno, passo dopo
passo, dandomi la completa disponibilità per l’acquisto di qualsiasi strumentazione fosse risultata necessaria.
Quindi il tuo ambiente di lavoro ti ha aiutato?
Sempre. Fin dalla mia assunzione ho trovato colleghi pronti e disponibili per
qualsiasi mia esigenza. Dopo la consulenza hanno avviato immediatamente la
richiesta per l’acquisto del joystick, che infatti mi è arrivato dopo soli 10 giorni.
Sono stato fortunato, ho trovato un ambiente ideale per lavorare, da tutti i punti
di vista.
Hai incontrato difficoltà a livello di inserimento lavorativo?
Non particolarmente: sicuramente con l’andare del tempo ho dovuto usare
13
> L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici
Chi paga il percorso e gli ausili?
A fronte di un percorso che può essere articolato e complesso, quali sono i costi? E chi li
sostiene?
L’intervento verso gli ausili può prevedere diversi capitoli di spesa:
1. Prestazioni di servizio erogate da enti esterni all’azienda
a. La consulenza ausili: i centri ausili agiscono con diverse modalità, ma prevalentemente
senza costo per l’utente finale.
b. Il tutoring di transizione al lavoro: può comprendere sia la fase di orientamento, sia il
supporto in situazione. Gli attori possono essere i Centri di Formazione Professionale nell’ambito delle loro funzioni istituzionali o nell’ambito di progetti finalizzati, oppure i Servizi
Handicap Adulto e/o servizi sociali dei Comuni; anche in questi casi non ci sono costi per
l’azienda.
2. Acquisto degli ausili e adattamento della postazione di lavoro
a. La Legge 68/’99 introduce alcune forme di supporto per l’azienda che intenda attuare il
collocamento mirato di persone con disabilità:
“Attraverso le convenzioni […] gli uffici competenti (ndr.: leggi ‘Servizi per l’Impiego delle Province’) possono concedere ai datori di lavoro privati, sulla base dei programmi presentati e nei limiti delle disponibilità del Fondo […] il rimborso forfettario parziale delle
spese necessarie alla trasformazione del posto di lavoro per renderlo adeguato alle possibilità operative dei disabili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 50 per
cento o per l'apprestamento di tecnologie di telelavoro ovvero per la rimozione delle barriere architettoniche che limitano in qualsiasi modo l'integrazione lavorativa del disabile.”
Legge 68/’99 art. 13 c.1.
b. La Legge Regionale RER 17/2005 (Norme per la promozione dell’occupazione, della
qualità, sicurezza e regolarità del lavoro), prevede che la Regione e le Province promuovano e sostengano l'inserimento e la stabilizzazione nel lavoro dipendente dei disabili e l'avviamento e consolidamento di attività autonome da parte degli stessi.
Gli strumenti per l'attuazione di questi obiettivi sono: incentivi all'assunzione per le imprese, anche attraverso l'istituzione di un fondo regionale per i disabili; convenzioni con i datori di lavoro per realizzare inserimenti lavorativi adeguati, "mirati" ed accompagnati nel tempo; finanziamenti per le modifiche della postazione di lavoro e l’abbattimento delle barriere
architettoniche sui luoghi di lavoro e per l'introduzione dei tutor nelle aziende; ampliamento delle opportunità di lavoro nelle pubbliche amministrazioni.
3. Attività interne all’azienda
Il percorso-ausili non può essere delegato interamente all’esterno. Come ogni integrazione
lavorativa, richiede che all’interno dell’azienda si attivino alcune funzioni di tutoraggio e
supervisione del nuovo assunto, almeno nella fase iniziale. Nel caso di persone disabili con
particolari problematiche funzionali e con una dotazione di ausili tecnologici, questo può
significare per l’azienda l’individuazione di un referente in grado di supportare la persona
disabile nella fase di avviamento alla mansione e, se necessario, per la gestione di alcuni
aspetti della vita quotidiana. Va comunque ricordato il fatto che l’azienda ha la possibilità di
richiedere interventi di assistenza presso gli enti del territorio.
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> Il progetto
Hanno collaborato alla realizzazione del progetto:
• ENAIP Emilia-Romagna
Enaip opera nel campo della formazione professionale su finanziamento pubblico e su commessa di imprese, enti, associazioni
e pubblica amministrazione, offrendo molteplici interventi nelle
varie fasi del processo formativo. ENAIP interviene attivamente a
favore delle fasce deboli compreso le persone con disabilità.
Per maggiori informazioni: www.enaiper.it
Il progetto “Ausili tecnologici e inserimento lavorativo: servizi di supporto a tutors di persone con disabilità in Emilia-Romagna” è promosso da AIAS Bologna onlus, un’associazione di persone con
disabilità e i loro familiari, che dall’inizio degli anni ’80 lavora sul
tema degli ausili tecnologici e ha fatto nascere il servizio
Ausilioteca. L’équipe dell’Ausilioteca gestisce a Bologna, per conto dell’Azienda USL di Bologna, il Centro Ausili Tecnologici e, per
conto della Regione Emilia Romagna, il Centro Regionale Ausili.
Collabora inoltre con la Provincia di Bologna, il Comune di Bologna
e l’Università di Bologna, sempre con l’obiettivo di trovare soluzioni
adeguate per persone con disabilità.
Per maggiori informazioni:
www.ausilioteca.org e www.at4inclusion.org/fselavoro
• Il Servizio per gli studenti disabili dell’Università di Bologna
Il servizio è stato istituito per rispondere alle esigenze degli studenti disabili iscritti all'Università di Bologna e offre, al termine
degli studi, attività di orientamento, bilancio di competenze e
opportunità di stage in azienda (da solo o in convenzione con
l’ARSTUD, l’azienda regionale per il diritto allo studio universitario). Per maggiori informazioni:
www.unibo.it\disabili o www.arstud.unibo.it
• Unità Operativa Handicap Adulti - Azienda USL di Bologna
L’Unità operativa handicap adulti (U.O.H.A.) del Distretto di
Bologna ha come finalità la tutela della salute e l’integrazione
sociale delle persone disabili adulte. All’interno dell’U.O.H.A.
lavorano assistenti sociali, educatori professionali e operatori
socioeducativi che, attraverso progetti costruiti su misura del singolo e concordati con l’interessato, forniscono, fra altri, interventi di orientamento e transizione al lavoro.
> Il progetto <
Il progetto, rivolto alla figura del tutor, origina dalla necessità di compiere un passo avanti nella capacità di rendere efficaci gli inserimenti lavorativi mediante la
proposta di ausili e soluzioni tecnologiche. Si propone quindi di progettare e sperimentare servizi articolati e integrati di informazione, aggiornamento e supporto agli
operatori che curano la formazione professionale e l’integrazione lavorativa delle
persone con disabilità.
Gli obiettivi del progetto sono così riassumibili:
– sviluppare, nell’ambito del centro ausili, modelli di servizi rivolti ai tutors/operatori che seguono persone con disabilità motorie congenite e/o acquisite in Emilia
Romagna sul tema degli ausili tecnologici in contesti formativi e lavorativi, sfruttando anche le nuove tecnologie di informazione e comunicazione;
– favorire fra gli operatori la diffusione di un livello di conoscenza e consapevolezza appropriate circa le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per aumentare l’autonomia e la qualità del lavoro di persone con disabilità;
– aumentare fra gli operatori che si occupano di formazione professionale e dell’inserimento lavorativo di persone con disabilità, in particolare i tutors, la capacità di analisi e di lavoro in team con tutti i soggetti coinvolti nel caso;
– aumentare l’efficacia e l’efficienza degli interventi pubblici e privati in materia
di inserimento lavorativo tramite la corretta proposta di ausili e il supporto a chi
svolge la funzione di tutor;
– raccogliere indicatori ed elementi per il futuro sviluppo di moduli formativi per
gli enti che attuano percorsi formativi per operatori e tutors.
• Opera dell’Immacolata onlus
L’Opera dell’Immacolata (OPIMM) è un ente formativo accreditato dalla Regione Emilia Romagna che opera negli ambiti dell’obbligo formativo, formazione superiore, formazione continua e permanente, delle utenze speciali e dell’apprendistato. L’Ente si
avvale di una rete di relazioni territoriali che favoriscono anche
azioni di studio e ricerca. Gli interventi, sempre più personalizzati, impiegano personale esperto e sono frutto di progettazioni
congiunte con le scuole, i servizi territoriali, le aziende, altri CFP,
gli enti locali, le associazioni, le cooperative sociali.
Per maggiori informazioni: www.opimm.it
• Cooperativa ANASTASIS
Le principali aree operative della Cooperativa Anastasis sono
quelle relative alla produzione e distribuzione di software didattico e riabilitativo (azienda leader in Italia nel mercato di riferimento), l'erogazione di corsi di formazione professionale (nel campo
delle nuove professioni) rivolti a persone disabili e/o in situazione
di svantaggio, la realizzazione di innovativi servizi web nel campo
della cooperazione educativa, dell'orientamento professionale e
lo svantaggio linguistico.
Per maggiori informazioni: www.anastasis.it
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> La normativa
Articolo 13 (Agevolazioni per le assunzioni)
comma 1: Attraverso le convenzioni di cui all'articolo 11, gli uffici competenti possono concedere ai
datori di lavoro privati, sulla base dei programmi presentati e nei limiti delle disponibilità del Fondo di
cui al comma 4 del presente articolo:
c) il rimborso forfettario parziale delle spese necessarie alla trasformazione del posto di lavoro per
renderlo adeguato alle possibilità operative dei disabili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 50 per cento o per l'apprestamento di tecnologie di telelavoro ovvero per la rimozione delle barriere architettoniche che limitano in qualsiasi modo l'integrazione lavorativa del disabile.
LA LEGGE N. 68/’99 E GLI INTERVENTI PER GLI AUSILI
L’inserimento delle persone disabili nel mondo del lavoro supera le precedenti logiche del collocamento
obbligatorio che era svincolato da criteri di valutazione e persegue un criterio di valorizzazione delle abilità della persona: si parla perciò di "collocamento mirato" (1).
LEGGE REGIONALE 01 agosto 2005 N. 17
Recentemente la Regione Emilia Romagna ha promulgato questa normativa “per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro”.
Si propone un breve estratto della Legge n. 68/’99 con particolare riferimento a quanto concerne i percorsi di inserimento e gli interventi di adeguamento del posto di lavoro.
Articolo 17. (Promozione dell’integrazione lavorativa delle persone con disabilità)
1. La Regione e le Province, nell’ambito delle rispettive competenze, promuovono e sostengono, nel
rispetto delle scelte dei singoli destinatari, l’inserimento e la stabilizzazione nel lavoro dipendente
delle persone con disabilità, nonché l’avviamento ed il consolidamento di attività autonome da parte degli stessi, attraverso azioni di avvio al lavoro, primo inserimento e di accompagnamento ad una
positiva e stabile integrazione nell’ambiente di lavoro anche in forma autoimprenditoriale.
2. A tal fine le programmazioni regionale e provinciali sono attuate nel rispetto dei seguenti principi e
metodologie:
a) partecipazione attiva dei destinatari degli interventi, con il coinvolgimento, anche attraverso
accordi di programma territoriali, delle loro famiglie, delle associazioni rappresentative dei loro interessi, delle parti sociali, delle istituzioni, ivi comprese quelle del sistema educativo, delle cooperative sociali operanti in materia di integrazione lavorativa delle persone con disabilità e dei loro consorzi;
b) integrazione fra attività formative, misure di accompagnamento e tutoraggio, nonché azioni di
politica attiva per il lavoro;
c) integrazione fra le attività di cui alla lettera b) ed i servizi sociali e sanitari, al fine di realizzare,
con un progetto unitario, forme di sostegno personalizzato
3. La Giunta regionale, al fine di consentire pari opportunità sul territorio regionale nella fruizione da
parte delle persone con disabilità dei servizi per l’integrazione lavorativa, definisce:
a) criteri generali e requisiti delle convenzioni per l’inserimento delle persone con disabilità;
b) criteri per la formazione degli elenchi e delle graduatorie delle persone con disabilità;
c) criteri per la concessione di agevolazioni ed incentivi ai datori di lavoro, nonché per la concessione ai lavoratori con disabilità impegnati in attività autonome degli assegni di servizio e formativi
e di contributi per l’adeguamento dei posti di lavoro, tenendo conto delle specifiche peculiarità organizzative delle piccole e medie imprese;
d) le modalità di pagamento, riscossione e versamento di esoneri e sanzioni
4. La Regione esercita, con il supporto delle Province, anche il collaborazione con le associazioni delle persone con disabilità comparativamente più rappresentative, nonché con le loro federazioni, funzioni di osservatorio degli interventi di integrazione al lavoro delle persone con disabilità e delle azioni attuate ai sensi della presente legge e ne mette a disposizione i risultati.
Articolo 1. (Collocamento dei disabili)
1. La presente legge ha come finalità la promozione dell'inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato. [...]
Sono interessate le persone con minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e portatori di handicap
intellettivo con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%; gli invalidi del lavoro, con
una minorazione superiore al 33% (accertata dall’Inail), le persone non vedenti, i sordomuti, gli invalidi per causa di servizio. Esse devono iscriversi nell’apposita graduatoria tenuta dalle Province
(Centri per l’impiego, Sezione Disabili). L’iscrizione avviene dopo la visita di accertamento della disabilità da parte della Commissione medica integrata da un operatore sociale e da uno specialista
(individuato a seconda della disabilità della persona), operante presso l’Azienda USL.
Articolo 2. (Collocamento mirato)
1. Per collocamento mirato dei disabili si intende quella serie di strumenti tecnici e di supporto che
permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di
inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e
soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi
quotidiani di lavoro e di relazione.
Articolo 3. (Assunzioni obbligatorie…)
1. I datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie di cui all'articolo 1 nella seguente misura:
a) sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti;
b) due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti;
c) un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti.
Articolo 11 (Convenzioni e convenzioni di integrazione lavorativa)
comma 2: Nella convenzione sono stabiliti i tempi e le modalità delle assunzioni che il datore di lavoro si impegna ad effettuare. Tra le modalità che possono essere convenute vi sono anche la facoltà della scelta nominativa, lo svolgimento di tirocini con finalità formative o di orientamento, l'assunzione con
contratto di lavoro a termine, lo svolgimento di periodi di prova più ampi di quelli previsti dal contratto
collettivo, purché l'esito negativo della prova, qualora sia riferibile alla menomazione da cui è affetto il
soggetto, non costituisca motivo di risoluzione del rapporto di lavoro.
comma 7: Oltre a quanto previsto al comma 2, le convenzioni di integrazione lavorativa devono:
a) indicare dettagliatamente le mansioni attribuite al lavoratore disabile e le modalità del loro svolgimento;
b) prevedere le forme di sostegno, di consulenza e di tutoraggio da parte degli appositi servizi regionali o dei centri di orientamento professionale e degli organismi di cui all'articolo 18 della Legge 5
febbraio 1992, n. 104, al fine di favorire l'adattamento al lavoro del disabile;
c) prevedere verifiche periodiche sull'andamento del percorso formativo inerente la convenzione di
integrazione lavorativa, da parte degli enti pubblici incaricati delle attività di sorveglianza e controllo.
Per approfondimenti : www.at4inclusion.org\fselavoro
(1) Legge 68/’99 Art. 2 c.1: “Per collocamento mirato dei disabili si intende quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità
lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi
quotidiani di lavoro e di relazione”.
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